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Autore: mononokehime    06/07/2017    2 recensioni
Elizabeth Thompson abita a Dover, a poche miglia dalle scogliere. La sua vita scorre tranquilla e senza pensieri, fino a che non viene coinvolta in un matrimonio di convenienza con uno degli scapoli più ricchi d'Inghilterra e si ritrova a vivere in una sfarzosa tenuta dello Staffordshire.
Nonostante i mille lussi che la circondano, si sente prigioniera di una vita che non è sua e desidera solo scappare... fino a quando non incontra un affascinante ragazzo dal passato avvolto nel mistero, che complicherà ancora di più la situazione.
***
DAL TESTO:
Infilai le mani nelle tasche della felpa, mentre camminavo lentamente godendomi quel raro momento di tranquillità lontano dall'opprimente sfarzo di Rangemore Hall. Proprio mentre stavo per tornare indietro notai una figura di spalle seduta su un muretto ai limiti del parco.
[...]
Rimanemmo a guardarci in silenzio per alcuni secondi, quando lui accennò un piccolo sorriso.
«Tu devi essere la famosa principessina di Tomlinson»
Storsi leggermente la bocca, contrariata.
«Non è esattamente il modo in cui mi definirei, ma suppongo che ormai tutta Rangemore Hall mi conosca come tale»
Il ragazzo ridacchiò divertito.
«In effetti non posso darti torto. Qui si parlava di te ancora prima che arrivassi»
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Il weekend a Dover era iniziato nel migliore dei modi con la serata insieme al mio migliore amico, ma avevo ancora due lunghi giorni per godermi il meglio della mia città.
Il sabato mattina mi svegliai fresca e riposata, nonostante la sera precedente io e Liam fossimo rimasti alzati fino alle tre. Feci colazione insieme ai miei genitori, e dopo essermi lavata e vestita saltai in sella alla mia fedele mountain bike con una destinazione ben precisa in mente.
Il percorso ormai mi era così familiare che procedevo in automatico; in pochi minuti vidi aprirsi davanti a me il canale della Manica. Subito piegai ad est e raggiunsi la costa, al che scesi dalla bici e mi avvicinai allo strapiombo.
Chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni la fresca brezza salata. Lo sciabordare incessante delle onde era musica per le mie orecchie; solo allora realizzai quanto mi fosse mancato.
Mi guardai attorno, notando con una stretta al cuore che era tutto esattamente come me lo ricordavo. Le immense pareti bianche resistevano agli strenui attacchi delle onde e la giornata straordinariamente serena mi permetteva di scorgere la costa francese al di là del mare.
Una sensazione di immenso benessere mi pervase e mi tornarono alla mente tutte le migliaia di ricordi che avevo creato in quei luoghi. In quel momento desiderai poterli condividere con qualcuno.
Vorrei che Harry fosse qui.
Quel pensiero improvviso mi colpì con più forza di quanto mi aspettassi, e scossi la testa come ad allontanarlo.
Non aveva senso pensare così tanto ad una persona che non conoscevo nemmeno da due giorni; oltretutto sarebbe potuto essere giustificabile se fossi stata ancora a Rangemore Hall, dove la solitudine ed il clima opprimente mi rendevano emotivamente instabile, ma essendo a Dover che senso aveva?
Devo essermi bevuta il cervello. Sono finalmente tornata alle scogliere e sto ripensando allo Staffordshire.
Emisi un sospiro frustrato e recuperai la bici. Un ultimo sguardo al mare ed ero di nuovo in sella, diretta a casa. Quando arrivai mi fiondai in cucina a bere un bicchiere d'acqua, cercando di scacciare i pensieri scomodi che nemmeno l'aria della mia città riusciva ad allontanare.
Mi guardai intorno; era tutto così familiare. I soprammobili sulle mensole, gli orribili magneti colorati attaccati al frigorifero, le padelle di rame appese alla parete, il centrino che mia nonna aveva fatto all'uncinetto diversi anni prima, lo sportello della credenza che non si chiudeva bene... Se avessi chiuso gli occhi avrei potuto immaginare ogni dettaglio di quella stanza al proprio posto. Casa mia era ancora praticamente la stessa di quando ero piccola; era cambiata solo la mia stanza, che si era adattata alle varie fasi della mia crescita. Sospirai e lasciai che la familiarità dell'ambiente mi rinfrancasse, colmando il vuoto che mi trascinavo dentro da settimane.
Posai il bicchiere e tamburellai con le dita sul ripiano di marmo della cucina, riflettendo su come proseguire la giornata. Dopo qualche minuto mi illuminai; presi il telefono e digitai in fretta poche parole.

 
Pic-nic a Connaught Park fra mezz'ora. Non accetto un rifiuto, Payne. 

Dopo che ebbi inviato il messaggio sorrisi tra me e andai in bagno a farmi una doccia. Mentre l'acqua calda mi accarezzava ripensai all'ultima volta che ero stata a Connaught Park.
Era il primo giorno di primavera e per l'occasione io e Liam avevamo deciso di fare jogging al parco. Avevamo quasi completato il giro della parte inferiore – quella più antica – quando ci eravamo imbattuti in una vecchietta che era caduta a terra e non riusciva a rialzarsi. Ovviamente ci eravamo fermati ad aiutarla e l'avevamo riaccompagnata a casa; per fortuna abitava poco lontana dal parco.
Lei aveva voluto a tutti i costi ricambiare la nostra gentilezza offrendoci dei biscottini fatti in casa ("con le mie manine d'oro", aveva detto) che purtroppo si erano rivelati insapore e duri come il marmo. Per non deluderla ne avevamo eroicamente mangiati diversi a testa; ci eravamo entrambi sentiti male dopo essere tornati a casa.
Sorrisi a quel ricordo mentre uscivo dalla doccia. Io e Liam ne avevamo passate tante insieme, in tutti quegli anni.
Sogni, speranze, ricordi, delusioni, dubbi, problemi, traguardi, fallimenti... Non c'era niente che non avessimo condiviso e superato insieme.
Non sarebbe bastata la distanza a rovinare la nostra amicizia. L'avevamo costruita un mattone per volta da prima che potessimo ricordarlo, anno dopo anno, e sarebbe sopravvissuta a qualunque attacco dello spazio e del tempo.
 
***
 
«Non ha senso, ti dico!»
«E invece sì!»
«Ma no! Com'è possibile che un bestione della sua stazza riesca a volare dopo chissà quanti decenni di panciolle nel nido?»
«Le ali sono proporzionate al resto del corpo, e con quel che mangia di energie ne avrà più che a sufficienza!»
«Proprio perché non fa altro che mangiare sarà ormai grasso e pesante, non esiste che possa riuscire a volare!»
Era domenica sera, e a quanto pare io e Liam non avevamo nulla di meglio da fare che guardare Dragon Trainer impegnati nell'acceso dibattito che aveva come tema "è possibile che l'enorme drago che abita nel cuore dell'isola-nido possa volare a dispetto della sua stazza?"
Naturalmente io, da brava petulante fanatica del ragionamento analitico, propendevo per il "no". Liam era decisamente più incline di me ai compromessi con la razionalità.
«Di' quello che ti pare, ma intanto volava. E il film è bellissimo» sentenziò soddisfatto quando il film fu finito, mentre spegneva la TV.
Alzai le spalle sbadigliando e diedi un'occhiata alla radiosveglia digitale sul mio comodino. Era tardi, il mattino dopo sarebbe arrivato James per riportarmi a Rangemore Hall.
«Direi che è il caso di andare a nanna. Domani torno al dorato inferno dello Staffordshire» mugugnai.
«Verrò a trovarti» promise Liam. «E fatti sentire ogni tanto. Dovrai pur tenermi aggiornato su come procede con il tuo principe azzurro... e anche con Louis» scherzò, guadagnandosi una gomitata nelle costole.
«Non ci sarà proprio nulla su cui aggiornarti» replicai piccata.
Lui alzò le mani sorridendo e si alzò dal letto. Lo accompagnai alla porta d'ingresso e ci abbracciammo forte.
«Mi raccomando, fai la brava. Ricordati che per qualunque cosa io sono qui» mormorò mentre mi stringeva.
Annuii, godendomi il familiare senso di protezione che il suo abbraccio mi trasmetteva.
«Anche tu fai il bravo. Anzi, comincia col chiedere a Danielle di uscire; le verranno i capelli bianchi a forza di aspettare che tu faccia il primo passo» suggerii con tono casuale. Liam si allontanò leggermente da me per guardarmi negli occhi.
«Danielle? L'hai vista? Le hai parlato? Ti ha detto qualcosa di me?»
Ridacchiai nel vedere la sua preoccupazione.
«Frena, Payne. L'ho incontrata stamattina in centro, e a giudicare dall'impazienza con cui mi ha chiesto tue notizie ho intuito che le interessasse molto più di te che non della mia vita a Rangemore Hall» confidai rivolgendogli uno sguardo malizioso. Liam non riuscì a trattenere un enorme sorriso.
«Fantastico! Allora la inviterò a bere qualcosa in questi giorni»
«Ottima scelta» risposi, facendogli l'occhiolino. Mi guardò con tenerezza.
«Mi mancherai, Lizzie. Non dimenticarti di me, oppure verrò dritto nello Staffordshire a rinfrescarti la memoria in modi tutt'altro che piacevoli» mi minacciò scherzosamente, facendomi ridere.
«Promesso... Buonanotte, Liam» lo salutai, richiudendo la porta quando se ne fu andato salutandomi con la mano.
Chissà quando lo rivedrò.
Repressi immediatamente quel pensiero scomodo e andai a dormire, ma non riuscii quasi a chiudere occhio.
 
Il mattino dopo mi alzai piuttosto presto, in modo da essere pronta a qualunque ora fosse arrivato James. Mamma era ancora a letto; mi sorpresi invece di trovare papà alzato, alle prese con la moka.
Appena mi sentì entrare in cucina si girò e sorrise.
«Buongiorno, Lizzie. Ti va del caffè?»
«Certo, grazie. Come mai già sveglio?»
Alzò le spalle, mentre versava il caffè fumante in due tazze. Lo ringraziai con un sorriso quando me ne porse una.
«Avevo voglia di passare un po' di tempo con la mia bimba» rispose poi in tono casuale.
Quella semplice frase mi fece venire un nodo alla gola. Non era da lui, generalmente le situazioni troppo affettuose lo mettevano a disagio.
«Papà...»
Scosse la testa con un risolino soffocato, cercando di nascondere l'imbarazzo, poi mi guardò con un lampo di tenerezza che non ricordavo di avergli visto da molto tempo.
«È che sei così... cresciuta, Lizzie. Ti sei presa la responsabilità di andare via di casa, vivere con un ragazzo... Sono tutte cose che fanno un certo effetto al vecchio cuore di un padre» disse, una sfumatura di nostalgia nella voce. «Eppure non potrei essere più orgoglioso di te. Hai un degno compagno al tuo fianco e non ti manca nulla, senza contare il fatto che grazie ai fondi di Mark Tomlinson la nostra impresa non è mai stata più fiorente» aggiunse sorridendo fiero, mentre io cercavo di reprimere un sospiro.
Sono tutti convinti che io sia la persona più felice del mondo con Louis a Rangemore Hall. E ora chi glielo spiega che mi sento in gabbia?
Non potevo farlo, ormai mi ero spinta troppo oltre. Dovevo andare fino in fondo, per il mio bene ed il bene della mia famiglia.
«Sono felice che stia andando tutto per il meglio. È bello vedere te e mamma sereni, finalmente» dissi alla fine con calore.
Non era una bugia, dopotutto. Non vedevo i miei genitori così spensierati da... In effetti non ricordavo nemmeno più da quando.
Papà annuì, visibilmente commosso. Mi sentivo un po' a disagio, forse erano i sensi di colpa? Non ero abituata a tenermi dentro un segreto di quella portata; nonostante una piccola parte di me si crogiolasse nell'orgoglio di figlia martire immolata per il bene supremo della famiglia, sentivo che se un giorno non ce l'avessi più fatta a reggere quella farsa avrei combinato un bel disastro.
Era una strada a senso unico; una volta imboccata non si poteva tornare indietro.
Lo capii definitivamente vedendo lo sguardo commosso di mio padre. Non avrei distrutto la felicità della mia famiglia per il mio egoismo. E poi potevo cercare la mia personale felicità in quel mondo: forse un giorno avrei potuto addirittura provare qualcosa per Louis.
Avrei lavorato pazientemente su me stessa, limando gli spigoli del mio risentimento e abbattendo mattone dopo mattone le barriere che mi ero costruita per proteggermi da un mondo che sentivo completamente estraneo.
Prima o poi sarei stata felice.



Spazio autrice
Ciao gente! Come al solito pubblico con il mio proverbiale ritardo ahah
Ho avuto un esame ieri ed ero completamente allucinata - il mio gatto non mi fa dormire da alcune notti e necessito di riposo.
Coooomunque - capitolo molto "familiare" per certi versi, Lizzie è tornata alle origini e viene coccolata un po' dalla sua famiglia e dal suo migliore amico. Torna anche alle sue amate scogliere, ma si rende conto che c'è un certo filo che in qualche modo la tiene legata allo Staffordshire. Cosa succederà quando tornerà indietro?
Lo scopriremo nella prossima puntata - anzi, VOI lo scoprirete... io lo so già, heheh.

Un abbraccio (e portate pazienza per la mia terribile incapacità ad essere puntuale con le deadlines),
mononokehime
   
 
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