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Autore: Captain Payne    08/07/2017    1 recensioni
Nella contea di Cheshire East non succede mai nulla che possa rompere la quotidianità in cui la popolazione è intorpidita; figurarsi nella cittadina di Holmes Chapel, di soli 5.000 abitanti, dove la cosa più scandalosa accaduta era stata il malfunzionamento di un lampione nel centro storico.
Un gruppo di ragazzi vive la propria vita credendo di poter rimpiazzare le follie di una metropoli con la piccola città, tra i popolari del loro college ed invidiati da chi sogna di fuggire dalla routine.
L’arrivo di una ragazza in città cambia totalmente le carte in tavola.
Dal testo:
“Il moro si voltò ancora una volta verso la ragazza accanto a lui, catturando nella sua memoria come i fasci di luce s’infrangessero sul suo viso candido e il profilo del suo naso alla francese sembrasse uno spicchio di sole appena sorto: un timido calore nel gelido freddo dell’alba d’Ottobre. Avrebbe voluto risponderle, per non sembrare un ebete che di prima mattina aveva già terminato le parole; per esempio voleva chiederle come mai non avesse ripetuto l’insulto da lui pronunciato.”
https://www.wattpad.com/434827794-troubles-in-heaven-z-m-%E2%80%9E-i-welcome-in-holmes
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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V

Patriotism

 
 
Agli asociali,
quelli che tremano solo al pensiero di parlare con qualcuno che non conoscono.
Il nostro problema è che vogliamo piacere a tutti.





-Marion, devo solo migliorare un po’ le mie capacità nel tiro con l’arco, non ho chiesto un bersaglio mobile- sbottò il principe mentre tendeva elegantemente il braccio indietro.

Il domestico, dal canto suo, non faceva altro che chiedersi per quale malaugurato caso fosse finito davanti al giovane in quel momento. Aveva una grossa patata sopra la sua testa, legata ben salda, che consisteva nel bersaglio del ragazzo; ma Marion cercava in tutti i modi, in realtà, di passare al futuro erede al trono il suo cellulare perché la principessa Sophie attendeva in linea per lui.

-Altezza, la prego, sto solo cercando di passarle il suo cellulare, è-

-Fermo così! E’ perfetto, se riesco solo a capire la velocità del vento…-

-Sua Maestà! Potrebbe rispondere a sua sorella, la principessa Sophie, piuttosto che attentare alla mia vita?! Come succede spesso in questo palazzo del resto!-

Il principe, divertito da quello schizzo improvviso da parte dell’anziano maggiordomo, rinunciò al suo obbiettivo solo per qualche istante, prendendo la chiamata con un sorriso smagliante nonostante la sorella non potesse vederlo: -Sophie! Sorellina mia!-

Suo fratello era sempre stato un tipo amabile, almeno con lei, non avevano un rapporto come quello che spesso si attribuisce a due fratelli della loro età, forse l’ultima volta che avevano discusso sarebbe potuta risalire a dieci anni prima.

-Hans! Finalmente! Ero così preoccupata!- ed era vero, dopo ciò che le era stato riferito da parte di Svein quel pomeriggio al centro commerciale, che tra i tre a Holmes Chapel sembrava essere l’unico ancora in contatto con la corona, non era più riuscita a dormire sonni tranquilli, troppo tormentata dagli incubi.

-Per la storia della statua? Ma va! Mi ha mancato di un chilometro sorellina! Le nostre guardie sono più scaltre!- non poteva pensare che suo fratello prendesse tanto alla leggera un attentato alla sua vita, in pieno giorno, al palazzo reale; era sicura che stesse minimizzando tutto solo per mettere a tacere le sue preoccupazioni.

-Marion! Dove credi di andare con la mia patata!- sentì urlare dall’altro lato del telefono.

-Il tuo lavoro qui non è ancora finito! Scusami sorellina, il mio bersaglio sta tentando la fuga, ci risentiamo presto e non combinare guai senza di me!- la chiamata si chiuse giusto un attimo dopo, senza dare il tempo alla ragazza di emettere un solo fiato in più.

Tipico di Hans, pensò, prendere tempo se non hai una risposta. Anche se lei non aveva posto alcuna domanda, Hans già aveva intuito quale potesse essere.

Hai paura? - era la solita domanda che Sophie faceva a suo fratello prima di qualsiasi cosa.

Gli aveva fatto quella domanda il giorno del suo debutto in società, prima che lasciasse la sua camera da letto, quando era atteso ad un ricevimento. Gli aveva fatto quella domanda quando i loro genitori erano morti, sfaldando l’immagine della loro famiglia perfetta e lasciando col cuore spezzato due giovani creature. Gli aveva fatto quella domanda quando suo nonno lo aveva ufficialmente annunciato come prossimo erede al trono di Svezia e, in quella chiamata, la preoccupazione nella sua voce gli poneva la stessa identica domanda di tanti anni orsono.

Sophie decise di scrollarsi di dosso tutti i dubbi che non sarebbero stati chiariti e, alle cinque del mattino di quel sabato, riuscì ad uscire di casa senza fare alcun rumore. Era impensabile che uscisse in strada senza né Svein né Sebastian al suo seguito, mentre ancora una timida alba faticava a spuntare nel cielo: sarebbe tornata prima che i due si fossero svegliati.

Aveva infilato la tenuta della Nike che Chelsea le aveva caldamente consigliato di comprare: un leggins nero con delle fantasie sui polpacci e “NIKE” scritto in azzurro, il reggiseno sportivo nero che fungeva da top e una felpa nera sopra a coprire almeno le parti della pancia e della schiena scoperte.
Le sue cuffie riproducevano le canzoni (che lei ormai sapeva a memoria) di un Ipod clandestino ma che rappresentava la sua unica e concreta finestra sul mondo. In quel momento stava passando una canzone degli Arctic Monkeys, appropriata da non credere.

Le suole di gomma calpestavano il marciapiede asfaltato e freddo mentre il sole indugiava ad uscire fuori dagli alberi del boschetto vicino. Le macchine che le passavano accanto erano davvero sporadiche e lei buttava un’occhiata ad ogni passeggero constatando che, a quell’ora del mattino, erano per lo più persone che tornavano o andavano a lavorare.

Non stava correndo in modo spasmodico o esagerato, Sophie stava semplicemente correndo, e lei non correva come se dovesse vincere una gara, non lo faceva come se qualcuno la stesse rincorrendo, lo faceva solamente perché era ciò che sapeva fare meglio; eppure, distratta dalla sua corsa modica ed incredibilmente veloce, non si era nemmeno resa conto di alcune macchine che stavano arrivando da sinistra, troppo occupata ad attraversare la strada nel tentativo di tornare allo spoglio appartamento.

Il forte stridio di gomme che ne successe non sovvenne al suo orecchio, impegnato dal suono della musica e la voce di Alex Turner, ma una mano entrò nel suo campo visivo che la strattonò con forza indietro, facendola tornare sul marciapiede.

Tramortita dall’improvviso cambiò di direzione, voltò lo sguardo tutto intorno a sé e strappò via i fili delle cuffiette con la mano libera per riuscire a capire cosa stesse succedendo, abbandonando la voce calma e melodiosa del cantante della sua band preferita.
Un viso contratto da una smorfia preoccupata si pose di fronte a lei, ad un palmo dal suo naso, e un paio d’occhi color nocciola iniziarono a scandagliarla per appurare la sua incolumità; quel ricordo sarebbe stato per sempre accompagnato nella sua mente da uno strano odore di pneumatici bruciati.


-Liam... ciao?– non seppe perché suonò come una domanda, probabilmente a causa dell’adrenalina nel suo sangue che rendeva tanto tremolante, così come il fiatone della corsa le stava facendo dolere il petto.

-Vic, se vuoi un consiglio, non correre in mezzo alla strada come se fosse tua- sapeva che il ragazzo non si stava rivolegendo davvero a lei come la principessa Sophie, ma quello le sembrò tanto uno dei rimproveri di suo nonno, quando la giovane peccava di superbia e lui cercava d’insegnarle cosa fosse l’umiltà.

-Cercherò di ricordarmelo, grazie– sollevò solamente gli angoli della bocca in un leggero sorriso.

Non sapeva se avrebbe dovuto semplicemente continuare per la sua strada o se avrebbe dovuto chiedergli congedo prima, magari lui doveva andare nella sua stessa direzione e sarebbe parso strano.
 
Liam lasciò finalmente libera la ragazza, dalla sua presa ma non dal suo sguardo.


-E’ la prima volta che ti vedo senza i tuoi fratelli, o come dovrei chiamarli? Ho sentito Whaliyha chiamarli “gemelli lumaca” anche se non ho ancora afferrato il perché- il ragazzo rise spontaneamente e la sua risata era così calda e sincera, che Sophie sentì il cuore sciogliersi goccia per goccia fino al suo stomaco, come se improvvisamente fosse in grado di dire ad un perfetto sconosciuto come lui tutta la verità, solo perché il suo istinto le diceva che non c’era al mondo animo più leale del suo. 

-Beh, è ancora un po’ presto per loro, diventano suscettibili se vengono svegliati all’alba- non ebbe importanza se Sophie non aveva finito di parlare o se voleva tornarsene a casa, lui l’aveva interrotta mettendola praticamente “spalle al muro” con l’aiuto di poche semplici parole. 

-Mmh, ho capito, non sanno che sei qui quindi- 

Sophie si diede spontaneamente dell’ingenua, eppure era convinta di aver capito tutto su quel gruppo di scalmanati. Nonostante avesse creduto che fosse Zayn quello silenzioso ma dotato di grande acutezza, su Liam fu costretta a ricredersi: sembrava avesse capito molto più di chiunque altro com’era la situazione in realtà.
Per un attimo temette di dover dire tutta la verità: su di lei, sul suo arrivo ad Holmes Chapel, sui gemelli; ma come faceva Liam a sapere tutte quelle cose? Non lo aveva detto a nessuno, che l’avesse riconosciuta? Eppure la famiglia reale svedese non possedeva molta visibilità all’estero, da quanto ne sapeva lei. 

La ragazza sospirò, sentendo che forse se ne avesse parlato con lui non avrebbe potuto dirle niente di peggio che “pazza” e se ne sarebbe andato, lasciandola da sola a correre fra i suoi pensieri ed i suoi dubbi.

-Non preoccuparti, capisco che magari può essere imbarazzante avere dei fratelli maggiori che si comportano come delle guardie del corpo, mia cugina si comportava così con me fino a qualche anno fa- le confessò mentre poggiava un ginocchio contro il basso muretto ai lati della strada, massaggiandoselo ripetutamente con la punta delle dita.
Lei non potè fare a meno di pensare ad Hans, senza la sua sorellina, costretto non solo a combattere con qualcuno che cercava di ucciderlo dentro le stesse mura nelle quali era cresciuto, ma come se non bastasse contro con la stampa e l’opinione dell’alto ceto svedese; era già una fortuna che la notizia di un attentato ad un membro della famiglia reale non avesse fatto il giro del mondo.

-E… che hai fatto tu?-

-Nulla, quando ha capito che ero davvero cresciuto e di certo non avevo bisogno di protezione, non da parte sua poi, ha smesso da sola di comportarsi così- sollevò le spalle non curante e cambiò gamba, iniziando a massaggiare l’altro ginocchio nello stesso modo: –non voglio assolutamente intromettermi tra voi, ma forse se gli fai capire di essere abbastanza adulta da cavartela da sola ti lasceranno più corda… anche se a giudicare da qualche attimo fa direi che non sei ancora pronta- la schernì allora il ragazzo, ma era chiaro quanto lo facesse in modo scherzoso e non come Louis, che sembrava schiacciare chiunque sotto i suoi lucidi scarpini ad ogni passo.

-A chi arriva prima al centro storico? Vediamo se ti passerà la voglia di fare battute-

-Che ne dici invece di una corsetta moderata? Avrei bisogno di parlarti un po’- veramente Liam stava pensando che sì, era davvero una ragazza interessante, ma se non fosse per il suo migliore amico non si sarebbe mai imbarcato in una conversazione simile.

Zayn, questa me la paghi.



 
*

 
 
-Non voglio sentire scuse! Sei avvertita, stasera tu e i gemelli lumaca siete invitati a casa mia, ci saranno tutti, e io ritengo che sia il momento giusto per consumare la nostra vendetta contro Tomlinson- la voce di Whaliyha non risuonava poi tanto diversa dal solito attraverso il cordless nero, però Sophie non poté fare a meno di pensare a quanto suonasse strana ed insolita. 

-Qualcosa mi dice che la tua vendetta abbia più voglia di essere consumata su Harry, mi sbaglio?- si erano fatti in molti ormai i misteri che la ragazza voleva farsi svelare: il significato di un occhiolino, chi c’era dietro gli attentati alla sua famiglia a palazzo o cosa ci fosse davvero tra Whaliyha e Harry, perché era chiaro che i due avessero dei trascorsi di cui la ragazza non le aveva ancora parlato.

-Styles, Tomlinson, che differenza fa?! Sono tutti imbecilli: hanno fatto una scommessa, hanno perso e ora ne pagheranno le conseguenze!-

-Io non ho ancora la più pallida idea di che diavolo tu stia parlando…-

-Lascia correre! Ho già pensato a tutto io! Tu devi solo portare il tuo bel culo qui insieme a tutto il patriottismo che riesci a racimolare-

-Patriottismo? Whaly, inizi a farmi paura…-

-Noi abbiamo vinto, non dobbiamo temere nulla, semmai sono loro a dover temere!- la mora terminò quell’esclamazione con una sonora risata teatrale, atta a sembrare più malefica possibile e questo bastò a scaturire l’ansia nella povera Sophie: –chiamo a rapporto anche il soldato Cheet e il soldato Beth, e tu metti qualcosa di sexy per quel poverino di mio fratello, credo abbia terminato gli abiti succinti da immaginarti addosso-
Dal canto suo, la ragazza svedese non potè fare a meno di arrossire.





( Il nostro bellissimo patatino Liam
e il suo sorriso ingravidante )






 
Author's Space
ERANO SOLO UN PAIO DI GIORNI CHE NON AGGIORNAVO
E GIA' MI MANCAVA FARLO,
non prendetevela con la piccola Cap
per aver pubblicato un capitolo così corto :(
Mi sono solamente accorta che tutti gli altri autori
dividono la loro storia moderatamente 
mentre io ci infilo 12 pagine di word
e non voglio annoiare nessuno!
Così ho suddiviso meglio i capitoli, nulla di più!! <3
MA QUANTO E' BELLO IL BANNER?? STO ZITTA OKOK

Btw, ringrazio tutte coloro che hanno speso qualche minuto
per leggere la mia storia, 
vedere che le visite ogni tanto salgono
mi provoca un piacere immenso.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una recensione
o contattate pure in privato  c:



Adoro il rapporto tra Sophie e Liam,
che si svelupperà solo nei prossimi capitoli,
quindi PEI ATTENSCION PLIS, grz.

Kisses,
Captain Payne.


PS: Chiunque avesse voglia di mettere un banner
sulla propria storia me lo faccia sapere,
sono sempre disponibile io! <3 <3

AGGIORNATO IL : 18.02.2018

 
 
  
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