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Autore: Bellamy    10/07/2017    1 recensioni
La battaglia tra i Cullen e i Volturi termina in maniera inaspettata: i Cullen perdono, Edward e Bella si uniscono alla Guardia di Aro e Renesmee perde la memoria. I pochi mesi di vita vissuta da Nessie vengono spazzati via.
Dopo quasi un secolo, Aro invita Renesmee a Volterra.
Genere: Malinconico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Breaking Dawn
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Il corpo senza vita di Irina stava ancora bruciando nel terreno ghiacciato.
Le sue sorelle, Tanya e Kate, urlarono di dolore e si scagliarono contro il battaglione italiano.
Il conflitto ebbe inizio.
Tutto accadde velocemente. Nello stesso istante, Bella si voltò  verso Jacob e Renesmee seduta sopra la sua schiena. 
“Via!” urlò. Nello stesso momento si mise a correre inseguendo Edward che già era corso all’azione.
Jacob guaì voltandosi e iniziando a correre nelle direzione sbagliata. Andava contro mano, scontrandosi con gli altri lupi. Veloci occhiate tra di loro erano come parole di addio.
Renesmee si strinse forte al pelo del suo Jacob. Anche se il vento picchiava forte nel suo viso, le lacrime scorrevano nel suo volto  irrefrenabili e i violenti singhiozzi non davano tregue al suo petto.
Si voltò, la battaglia ormai stava diventando un puntino nero sfocato.
“Mamma! Papà!” urlò Renesmee la sua voce, consapevole ma sempre da bambina, era spezzata dal pianto e dai singhiozzi.
Non poteva scappare via. Non poteva essere l’unica, insieme a Jacob, a salvarsi.  Non poteva rispettare la promessa fatta a suo madre nella tenda, prima che i Volturi arrivassero.
Era colpa sua. Se lei non fosse nata tutto questo non sarebbe mai accaduto. La sua potenziale famiglia avrebbe continuato a vivere pacificamente. La sua potenziale madre non avrebbe sofferto così tanto a causa della gravidanza che, per colpa di Renesmee, la portò quasi alla morte.
Era lei la colpevole ed era suo dovere essere nel campo di battaglia.
Renesmee strinse ancora più forte la pelliccia di Jacob e si chinò verso il suo orecchio “Jacob! Torniamo indietro!”
Il lupo scosse il capo e ringhiò. Continuò a correre.
Definitivamente Renesmee si abbandonò al dolore e allo scorrere delle lacrime. Non sapeva dove Jacob la stesse portando ma di sicuro in un posto lontano da Forks, forse fuori dall’America.
Tutte le informazione che Bella aveva dato loro erano nello zaino di Renesmee.
Scappavano disperati, voltando le spalle alla propria famiglia, al proprio branco, a tutti quei vampiri che avevano deciso di sacrificare la propria vita per testimoniare a favore di una mezza-vampira.
Ma nella corsa non erano soli. Renesmee sentì dei passi veloci dietro le sue spalle.
Si voltò e il suo sangue si raggelò.
Un vampiro dai capelli neri, incappucciato dalla mantello nera tipico dei Volturi, li stava raggiungendo.
“Jacob! Più veloce!” urlò la bambina senza staccare gli occhi di dosso dal vampiro dietro di loro.
Ma questo non fu necessario abbastanza.  La mano fredda del vampiro bloccò Renesmee, prendendola dal colletto della sua maglietta e la tirò via, gettandola nel terreno ghiacciato, mentre Jacob continuava a correre.
Il lupo se ne accorse subito e tornò indietro. Vedere Renesmee a terra e la paura di una  possibilità che si possa essere fatta male lo paralizzarono ma queste alimentarono la sua adrenalina e la sua rabbia.
Si scagliò contro il vampiro che era pronto a riceverlo.
Ma mentre Jacob caricava contro il Volturo, questi prese sempre Renesmee dal colletto con estrema facilità – confrontata al vampiro sembrava veramente una bambina di appena tre mesi –e sempre con estrema facilità la lanciò, ad una velocità inimmaginabile, dietro le sue spalle, verso la grande radura dove si stava tenendo la battaglia.
Jacob vide nero e in pochi secondi di scontro uccise il vampiro, staccandogli il collo dal resto del corpo.
Nessuno poteva fermarlo in quel momento. Nessuno poteva fermare un lupo quando il soggetto del suo imprinting era in pericolo.
Renesmee fluttuava, volava, in una condizione di semi coscienza. Il vento picchiava contro la sua schiena fino a quando, agli inizi della raduna, toccò terreno colpendo la schiena e la testa, causandole una grave sofferenza.
 Jacob raggiunse  Renesmee nello stesso istante che lei picchiò la testa nel terreno ma, allo stesso tempo, arrivarono altri tre vampiri, seguiti poi da altri tre, della Guardia di Aro.
Renesmee aprì gli occhi, la testa le girava e le pulsava ai lati. Fece per alzarsi e vide Jacob bloccato da sei vampiri.
Nello sfondo, un blocco ammassato di vampiri si scontravano senza pietà.
Trattenne un urlo di disperazione e si avvicinò a Jacob ma venne bloccata da un vampiro che la strinse a sé in una morsa e con lei si allontanò  da Jacob, preso in quel momento da uccidere i restanti cinque vampiri.
Renesmee cercò di dimenarsi da quella stretta ma non potette fare nulla se non urlare il nome di Jacob e chiamare i suoi genitori, disperata.
Ma ad un tratto non vide niente se non il buio e non sentì nulla se non il silenzio. Renesmee si sentì cadere in un buco nero.
Tutti i Cullen, insieme al loro gruppo di testimoni, erano presi dalla battaglia. Sapevano che non c’era una minima possibilità di vincita ma loro continuavano a combattere, credendo sempre a quella piccola speranza che non abbandonò mai il loro proprio animo.
 Edward schivava ed uccideva ogni singolo vampiro che si fronteggiava con lui, cieco di rabbia.
Nonostante tutto non levava gli occhi di dosso da Demetri. Doveva essere lui ad ucciderlo e nessun’altro.
Lo doveva per Alice.
Bella, dal canto suo, era la ombra di Edward. Non tollerava stargli lontano. Mentre combatteva cercava di estendere il suo scudo a più alleati possibili senza mai lasciare scoperto Edward.
Se mai Edward dovesse essere scoperto dal suo scudo e quindi vulnerabile ai colpi psichici dei Volturi, non se lo sarebbe mai perdonata.
Mentre la coppia era presa da uccidere più vampiri possibile, più ne uccidevano più sembravano arrivassero dei nuovi, la loro attenzione, nello stesso istante, venne catturata da un dettaglio che li raggelò.
Un vampiro si stava avvicinando ad Aro. Renesmee era tra le sue braccia che, persa, si dimenava.
Edward e Bella, con gli occhi sbarrati, attirando a loro volta l’attenzione degli altri vampiri, urlarono all’unisono: “Renesmee!”
I due non pensarono a nulla se non alla loro figlia in balia dei Volturi. Mollarono tutto, Bella riportò il suo scudo solamente su se stessa, su Edward e su Renesmee, lasciando scoperta la sua famiglia e i testimoni.
Corsero verso Renensmee che, nel frattempo, aveva ripreso l’udito e la vista.
Si ritrovò tra le braccia di un vampiro e, continuando a dimenarsi dalla quella stretta asfissiante,riuscì a liberarsi e a cadere in piedi. In un attimo corse verso i suoi genitori e in quel momento fu la persona più felice del mondo.
Ma l’illusione durò pochi secondi. Una mano di marmo fredda strinse una spalla di Renesmee, bloccandola.
Era Aro.
A Resnesmee si smorzò il respiro e lanciò una sguardo di paura ai suoi genitori, davanti a lei.
“Aro.” Fece Edward “Per favore, non lei.”
Aro gli sorrise, maligno: “E voi che mi date in cambio?”
Mentre Aro domandava, Jacob irruppe nella scena con un ringhio, diretto verso il vampiro.
Aro, che vide attraverso i ricordi di Renesmee l’importante rapporto che c’era tra lei e il licantropo, utilizzò la ragazza come scudo per proteggersi e proprio Renesmee fu la vittima di Jacob.
Jacob non ebbe i riflessi abbastanza pronti per notare che davanti a lui non c’era più Aro ma Renesmee.
I lunghi artigli della sua zampa non squartarono Aro ma bensì il petto dell’oggetto del suo imprinting, Nessie.
Era troppo tardi ormai per sottrarre la zampa.
Nello stesso istante, Aro morse l’ibrido.
In quel momento nessuno sapeva che il veleno dei vampiri era fatale, come per i licantropi, ai mezzi-vampiri come Renesmee.
Renesmee era sconvolta. Sconvolta da tutte quel dolore provocato dal graffio, tutto il suo busto era squarciato da una lunga linea di pelle e da un bruciore come acido che iniziò a propagarsi dal suo collo.
Non ci volle molto a Renesmee per capire che stava morendo.
Cadde a terra, faccia contro il terreno ghiacciato. La neve sotto di lei stava per colorarsi di un rosso scuro ma intenso.
L’aria le mancava, non riusciva a respirare. Qualcosa di pesante come petrolio appena versato nei suoi polmoni le impediva di respirare.
L’acido aveva iniziato a propagarsi in tutto il suo corpo immediatamente, bruciandole ogni singola cellula e organo del suo essere. Sconvolgendola dal dolore.
La sofferenza che Renesmee Cullen stava subendo in quel momento era indescrivibile.
Quel veleno, che per alcuni poteva essere anche una fonte di salvezza, era il biglietto da visita della morte.
Continuava a dimenarsi nel terreno e stringersi la pelle come se volesse levarsi quel macigno incandescente da sola.
Il veleno scorreva nel suo corpo come fuoco, carbonizzandole i muscoli. 
Preferiva morire immediatamente pur di far smettere quella tortura.
Infondo, a causa sua, Bella aveva subito la stessa sofferenza. Era giusto ripagarla nello stesso modo.
In quanto a Jacob. Lui morì nello stesso istante in cui ferì Renesmee.
Jacob Black non esisteva più. La sua vita non esisteva più. Aveva ferito la sua fonte di felicità, l’unica sua ragione di vita.
Interiormente era morto. Doveva morire anche esteriormente.
Rimase a fissare Renesmee sofferente a terra. Jacob era totalmente inerme, alla mercé dei Volturi, che non tardarono ad ucciderlo.
Jacob Black morì stroncato da un vampiro qualsiasi della Guardia. Non oppose resistenza.
Senza vita, cadde nel terreno provocando un grande fracasso, accanto della sua amata.
Tutto si fermò, tutti si fermarono. La battaglia venne sospesa. Si sentivano solamente le urla disperate di Bella che si scagliò contro Aro, seguita dalla sua famiglia.
“Vai tu!” le disse Edward “Ci serve il tuo scudo! Penserò io a Renesmee, non è morta!”
Mentre era sovrastato dai suoi compagni, Edward Cullen prese in braccio sua figlia senza coscienza. Ma era ancora viva. Il suo cuore, lentissimo batteva, ma stava per cedere. Riusciva a sentire i suoi pensieri che man mano si facevano più assurdi e deliranti ma non si arrendevano dal morire.
Si alzò e si sentì male a vedere suo fratello, Jacob, morto ai suoi piedi, ma doveva salvare sua figlia.
 Lo faceva anche per lui.
Strinse sua figlia a sé e la portò ai lati della radura, sotto ad un grande albero. La stese, la maglietta, tutta stracciata, era zeppa di sangue.
Pochi secondi dopo, Edward venne raggiunto da Carlisle.
“Edward. Renesmee?”
“Aro l’ha morsa.” Gli rispose a denti stretti.
Alzò quel che rimaneva della maglietta di sua figlia e scoprì un taglio che partiva dalla sua spalla destra e terminava nel bacino sinistra, tagliandola totalmente in due.
Si tolse il giubbotto e la camicia, strappo l’indumento di sua figlia e le mise i suoi. Erano troppo grandi per la bambina ma in quel momento non importava.
Renesmee non se ne accorse, guardava davanti a sé, gli occhi sbarrati, i denti stretti tra di loro, digrignava. Tutto questo durò due secondi. 
“Il veleno la sta uccidendo” continuò a dire “Dobbiamo fare qualcosa!” urlò Edward a sua padre.
“L’unica cosa che possiamo fare è estrarre il veleno direttamente dal suo corpo.”
Edward non diede il tempo a Carlisle di terminare la frase che già si mise all’opera.
Posizionò la bocca nel collo di sua figlia dove era stata morsa e a sua volta la morse lui, succhiando via tutto il veleno.
Passarono tre minuti ma Renesmee non dava segni di miglioramento, il suo cuore continuava a rallentare sempre più.
Edward rialzò il voltò dalla figlia e sputò il veleno, un liquido denso trasparente.
“Credo di averlo tolto tutto. Ho iniziato a sentire il suo sangue.”
Nonostante ciò Edward non era sicuro. La morse nei polsi e nelle braccia, lì c’era ancora veleno.
Carlisle fece la stessa  cosa. La morse nelle caviglie e nei polpacci. Anche là c’era ancora del veleno.
I due vampiri si fermarono quando constatarono che non c’era più veleno in circolo. Ancora nel suo cuore non era giunto.
Edward strinse sua figlia a sé “Ti prego Renesmee. Ti prego amore mio. Non morire. Renesmee. No. Per favore. Ti prego, ti prego.”
Renesmee non gli rispose. Gli occhi vitrei sbarrati non davano nessun segno di risposta.
Edward prese di nuovo in braccio sua figlia e, insieme a Carlisle, si avvicinò al centro della battaglia. Arrivarono Jasper ed Alice.
Nuovamente tutti si fermarono, guardando i due vampiri che si stavano avvicinando.
Bella non poteva credere ai suoi occhi. Si sentì morire.
“No! Renesmee!”
Corse verso suo marito e sua figlia “Renesmee! La mia bambina! Renesmee ascoltami! Svegliati!”
Non ricevendo nessuna risposta, Bella continuò ad urlare, disperata, aggrappandosi senza forze ad Edward e a Renesmee.
La famiglia si avvicinò ad Aro. Anch’esso totalmente sconvolto dalla visione posta davanti ai suoi occhi.
A Bella non importava più nulla. Aveva perso il suo migliore amico. Stava perdendo la sua bambina.
Voleva morire anche lei e far finire tutto.
“Ci arrendiamo” disse Edward ad Aro, tenendo sempre in braccio Renesmee.
“Puoi avere qualsiasi cosa in cambio. Basta che non interromperai mai la vita di nostra figlia, della nostra famiglia e di tutti i vampiri che sono corsi in nostro aiuto.”
Aro non rispose. Edward continuò.
“In cambio avrai me e Isabella nella tua Guardia ma ripeto: non devi mai più intralciare la vita dei vampiri qui presenti.”
Aro era impassibile. “Accetto. Avrete solamente ventiquattro ore di tempo per poter dire addio alla vostra famiglia.”
Si voltò verso i suoi seguaci, tacque sua fratello Caius pronto a protestare, e disse: “Cari amici. La battaglia termina qui. Siamo noi i vincitori.” Si voltò di nuovo verso Edward e Bella “Ventiquattro ore.” E sparì.
Cadde il silenzio. Aveva ricominciato di nuovo a nevicare.
Edward e Bella, il loro volto era il ritratto della morte. Si voltarono e si avvicinarono a Jacob, nudo in forma umana, steso nel terreno.
Bella si chinò verso di lui e l’abbracciò e singhiozzando disse: “Jake. Ti vorrò sempre bene. Grazie mille per ciò che hai fatto.”
Seth, seguito da altri Quileute tutti in forma umana, presero Jacob. Sam disse “Lo portiamo da Billy.”
Non serviva dire altro.
 I Cullen girarono i tacchi e, sconfitti, tornarono a casa. Esme e Carlisle rimasero nella radura e ringraziare tutti coloro che avevano rischiato la propria vita per salvare la loro famiglia.
Arrivati a casa, Edward e Bella portarono Renesmee in bagno. Mentre una vasca si riempiva, dovevano levarle via tutto quel sangue, la spogliarono di tutti i vestiti e la vista di quel corpo nudo martoriato fu troppo dolorosa e inaccettabile per entrambi i genitori.
Nello stesso momento, Alice e Rosalie prepararono lo stesso letto da ospedale utilizzato da Bella quando era incinta, preparando l’occorrente per una trasfusione di sangue. Emmett e Jasper circondavano la casa per eventuali attacchi da parte dei Volturi.
 Quando Esme e Carlisle ritornarono, trovarono Nessie distesa nel letto. Le palpebre ora chiuse. Carlisle si attivò immediatamente per iniziare la trasfusione di sangue.
“Si riprenderà?” domandò Bella e Carlisle, aggrappandosi di peso ad Edward.
Carlisle Cullen fu assolutamente sincero con sua figlia: “Non lo so. Non sappiamo che danni abbia potuto causare il veleno, nonostante io ed Edward gliel’abbiamo estratto tutto. Non avrei mai pensato che fosse fatale per i mezzi-vampiri. Possiamo solamente sperare. Questa non sarà l’ultima trasfusione. Ha perso molto sangue.”
Bella iniziò a singhiozzare. Si gettò a terrà e strinse forte a sé la sua bambina. “Ti prego. Svegliati. Fallo per la tua mamma. Svegliati amore mio, mi senti? Non abbandonarmi. Non devi abbandonarmi!
Nessuno osò parlare. Nessuno osò iniziare discorsi. Nessuno osava pensare all’imminente affiliazione di Edward e Bella ai Volturi, nessuno osava parlare della morte di Jacob e della mancata morte di Renesmee.
Era un macigno troppo grande e doloroso da affrontare ma la consapevolezza era un ombra che non aveva intenzione di abbandonare nessun Cullen.
Edward e Bella dovettero lasciare per poco tempo la loro Renesmee.
Andarono a La Push. A casa di Billy gremita di persone. Da fuori si sentiva il suo pianto.
Edward e Bella in un primo momento non si sentivano all’altezza né adeguati ad entrare e chiedere perdono a Billy per avergli strappato un figlio.
Nonostante tutto, Jacob non se lo sarebbe mai perdonato un tale gesto, avrebbe sempre preferito la morte come punizione.
Entrarono e tutti gli occhi erano puntati verso di loro, alcuni vuoti altri carichi di rabbia.
Billy, nella sedia a rotelle, era accanto ad un Jacob senza vita disteso nel suo lettino. Quasi non si accorse della presenza di Edward e Bella.
Entrambi si misero in ginocchio davanti a quel padre tormentato dalla perdita del proprio figlio ma Billy era il riflesso dell’animo di Edward e Bella e potevano capire alla perfezione ciò che stava provando.
“Billy.” Iniziò Bella con voce tremolante “Perdonaci. Non avremmo voluto mai questo per Jacob.”
Billy si voltò verso i due vampiri, gli occhi nascosti da una patina di lacrime. Accarezzò il volto di Bella e posò una mano nella spalla di Edward.
Billy sapeva che Edward e Bella non avevano nessuna colpa. Sapeva bene cosa implicava l’imprinting.
Due ore dopo, Jacob Black venne fatto riposare nel cimitero della riserva.
Edward e Bella lo salutarono per l’ultima volta, sempre grati per ciò che aveva fatto per loro.
Fecero un salto a Forks. A casa di Charlie. Arrampicata ai rami di un albero vicino, Bella vide e salutò per l’ultima volta suo padre, cosciente che non l’avrebbe mai più rivisto.
Charlie, incurante della situazione tragica che si era riversata nella vita di sua figlia, era beato a tavola mentre Sue gli stava riempiendo un piatto pieno di lasagne.
“Ciao papà.”
Ritornarono a casa e si raccolsero intorno a Renesmee per tutta la notte, distesi nel letto accanto a lei.
Il medaglione che Bella aveva regalato a Renesmee la mattina precedente era aperto e scheggiato.
All’interno il vetro che proteggeva la piccola foto di lei, Bella e Edward era per metà danneggiata.
Bella sospirò, baciò il medaglione e lo chiuse stando attenta a non danneggiarlo ulteriormente.
Si domandò cosa Renesmee potesse provare all’aprire il suo regalo e vedere la foto di lei con i suoi genitori.
Non parlarono con nessuno.
Renesmee non si riprese per l’ultimo saluto ai suoi genitori. Avrebbero dovuto aspettare altre due settimane ma era troppo tardi.
Era l’alba, un nuovo giorno. Le ventiquattro ore concesse stavano per terminare.
Edward e Bella salutarono la loro famiglia, la ringraziarono all’infinito. Gli abbracci non erano mai troppo lunghi.
Edward si rivolse a Carlisle mentre Bella era stretta tra Esme, Rosalie ed Alice.
“Carlisle, l’affidiamo a te. Ora è tua figlia. Proteggila per noi.”
Si strinsero la mano ma poi si abbracciarono “Sarà l’unico scopo della nostra vita.”
“Fratelli.” fece Edward unendosi a Jasper e Emmett.
“Tranquillo fratello, Nessie non verrà toccata da nessuno. Voi pensate a ritornare!”
Edward avvolse un braccio nella vita di Bella e la strinse a sé. Lei era persa nel suo oceano di dolore.
Era un sacrificio fattibile. Avrebbe fatto di tutto per la sicurezza e la felicità della sua piccola brontolona.
E poi c’era Edward con Bella. Non era sola a sopportare quell’eterno supplizio.
Senza Edward sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta.
“Avremo modo di sentirci?” domandò Esme, anche lei sofferente. Stava dicendo addio a due suoi figli.
Edward scosse la testa “No. Ho letto le intenzioni di Aro. Non è una di queste.”
“Oh!” Esme gemette.
“E con Nessie?” domandò Emmett “E’ testarda la piccoletta. Sapendovi a Volterra nessuno la potrà fermare da venire da voi.”
“Non possiamo permetterci di mettere in pericolo Renesmee. Tanto meno avvicinarla ai Volturi.” disse Bella.
“Sono questi i patti.” terminò Edward.
“Spiegatele le ragione per cui ce ne siamo andati.” continuò Bella  “Nessie capirà. O non ditele nulla. L’importante è proteggerla.”
I Cullen non erano d’accordo sull’ultima opzione ma non si azzardarono a contestare. Fondamentale era proteggere Renesmee anche dai demoni del suo passato.
Mancava mezz’ora alla partenza. Edward e Bella salirono nella camera di Edward, lì avevano trasferito Renesmee.
L’accarezzarono e la baciarono in volto sperando che in quel breve tempo Renesmee si risvegliasse per dire loro addio. Ma Renesmee non si svegliò.
“Ti voglio bene bambina mia. Sarai sempre nei nostri pensieri.” fece Bella, dandole l’ultima bacio nella fronte.
 Edward le diede due baci nella guancia e uno nella fronte come aveva fatto prima, in battaglia.
Uscirono da quella casa, ambientazione di tante loro avventure, per non tornarci mai più.
Erano a Volterra nella nuova veste di protettori personali di Aro e di nessun’altro. Per l’eternità.
Per la gente di Forks, Edward, Isabella  e Jacob Black morirono di notte, in un incidente stradale.
Renesmee Cullen riportò una serie di complicate e gravi  ferite ma fu l’unica a salvarsi.
Si tennero i funerali. Era presente tutta Forks. Presenziò anche Renée Dwyer, la madre di Bella.
Nessuna delle tre bare era aperta.
A Charlie fu negato di vedere Renesmee. Anche a Renée, che venne a sapere dell’esistenza di una nipote solo quel giorno, fu negato vederla.
Il giorno dopo, i Cullen abbandonarono Forks.  
Due settimane dopo, Renesmee Cullen si svegliò. 
  
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