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Autore: Bellamy    08/07/2017    0 recensioni
La battaglia tra i Cullen e i Volturi termina in maniera inaspettata: i Cullen perdono, Edward e Bella si uniscono alla Guardia di Aro e Renesmee perde la memoria. I pochi mesi di vita vissuta da Nessie vengono spazzati via.
Dopo quasi un secolo, Aro invita Renesmee a Volterra.
Genere: Malinconico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Breaking Dawn
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Appoggiata sopra alle candide lenzuola del letto c’era una grande scatola in legno, non molto lavorata ma che di sicuro era antica millenni.
La trovai sopra il comodino, di quanto era grande prese tutto lo spazio in superficie. 
Trovai la lampada e alcuni cimeli, che prima erano appoggiati  al mobile, nel pavimento sotto il letto.
Qualcuno me la portò quando io stavo dormendo. Probabilmente Bella. Dormivo nella sua camera, più grande di una suite presidenziale, perché mi aveva ospitata dopo il mio non riuscito tentativo di fuga da Volterra.
All’interno della scatola trovai una ventina di piccoli contenitori di gomma con cannucce annesse.
Dentro c’era un liquido denso e rosso, che macchiava la gomma di striature rosate.
Mi avevano mandato del sangue.
Affamata com’ero, mi tuffai a capofitto dentro la scatola, finendo la scorta di sangue in meno di mezz’ora, riempiendo il corpo di linfa fino all’orlo.
Estasiata, ne volevo ancora di più. Il suo effetto fu rigenerativo per il mio corpo, instillando in me il sentimento di beatitudine.
Non sapevo per quanto tempo dormii e non sapevo che giorno fosse. Potevano essere passati settimane o mesi da quando Aro fece crollare del tutto il mio muro di certezze e sicurezze.
Ormai non me ne importava più nulla. Non potevo fare più nulla.
Perché continuare una battaglia invano? Perché lottare, da sola, contro un nemico troppo potente?
Un detto diceva: se non puoi batterli, unisciti a loro. Avevo deciso di intraprendere quella politica.
La consideravo la meno nociva per la mia incolumità e per la mia sicurezza.
Infondo non era stato lo stesso Aro a dire che la mia vita era legata alla loro? Perché non credergli?
Decisi di accogliere una nuova vita fatta di abusi, terrore e scontri. Ormai ero abituata a tutto questo.
Decisi di dire addio anche ai Cullen, coloro che si presero il disturbo di tenermi con sé, di rendermi parte della loro vita per poi abbandonarmi.
Li comprendevo, si erano stancati di me e trovarono il pretesto perfetto per lasciarmi. Erano stati bravi.
Assumendo un atteggiamento stoico, scesi dal letto, raccolsi qualche indumento da un armadio scelto a caso, riempii la vasca d’acqua calda, sciolsi i miei lunghi capelli, e mi feci un bagno.
 
 
“Mi dispiace interrompere il tuo momento dedicato alla bellezza ma hai delle visite!”
Andrew urlava dando colpi violenti alla porta di legno del bagno che ci divideva.
Volevo sprofondare nell’acqua e fingermi morta. Visite? Visite da parte di chi? E perché c’era Andrew? Bella dove era?
“Non dare libero sfogo alla  tua immaginazione Renesmee, non abbandonarti alle speranze.” mi ripetevo, la testa confusa in un tornado di pensieri, come un mantra mentre saltai fuori dalla vasca e iniziai a vestirmi velocemente.
No, era impossibile. Le visite a cui si riferiva Andrew erano unicamente per Aro. Io ero solamente il gioiellino da mostrare. Sicuro.
Uscii in meno di un minuto. Andrew, sfortunatamente bellissimo, fece un passo indietro per scrutarmi dalla testa ai piedi. Dopo si avvicinò e chinò il suo capo nel mio collo in modo tale che potesse annusare il mio odore.
Ringhiai e mi allontanai da lui “Non ti avvicinare.”
Lui mi sorrise, come un bambino colto a rubare delle caramelle, poggiò una mano sulle spalle spronandomi a camminare. “Non capisco perché stai qui ora. Questa è la stanza di quei due vampiri impazziti. Nessuno può entrarvi.”
Non gli risposi. Sinceramente non lo sapevo nemmeno io. Cominciammo a camminare, Andrew mi faceva da guida.
“Da quanto tempo sono stata rinchiusa?” gli domandai, guardando fisso la strada davanti a me.
“Da quanto tempo hai dormito come un ghiro, intendi? Tranquilla, solo ventiquattro ore.” mi rispose il vampiro sfiorandomi la guancia. Mi scostai.
“Chi sono questi visitatori?” gli domandai in seguito.
“Sorpresa!” fece lui con finto entusiasmo.
“Non ispiri neanche un minimo di fiducia” gli dissi a denti stretti. Man mano che raggiungevamo la Sala delle Udienze, il fiato cominciava a mancarmi, un nodo si intrecciava dentro di me e il mio cuore iniziava a battere più forte del dovuto.
“Renesmee. Stai calma.”
Davanti l’enorme porta c’erano sempre due vampiri alti come montagne e sorvegliare. Alessandra non c’era. Rispetto a quei due vampiri, lei non serviva molto pensai a malincuore.
La porta si aprì come un sipario in un teatro. Una serie di odori, molto familiari, invasero le mie narici. Trattenni il fiato.
Andrew mi fece un sorrisetto, si chinò, indicò la strada davanti a noi e fece: “Prima le signore.”
La Sala delle Udienze era, come sempre, illuminata dai raggi solari. Vidi i tre troni al centro occupati e tutta la Guardia dietro e accanto Aro, Marcus e Caius.
Stranamente, a completare il solenne quadro, non c’era Bella ad occupare il posto di fianco ad Edward. C’era Renata.
Renata era una vampira, anch’essa uno scudo, ma, la sua funzione, era quella di proteggere Caius e Marcus. Era esclusivamente Bella che, con il suo scudo, proteggeva Aro. Dedussi che quel giorno sostituiva Bella.
La grande porta dietro di noi si chiuse con un boato secco. Andrew non si mise accanto ad Aro ma rimase dietro di me, come un’ombra. 
Non eravamo soli. Alla mia sinistra, uno accanto all’altro, c’erano sei persone. I Cullen.
Carlisle, Esme, Alice, Jasper, Rosalie e Emmett. La mia famiglia.
Rimasi impietrita e a bocca aperta. Il cuore batteva frenetico minacciando di cessare i battiti. Un turbine di emozioni mi trafisse come una lama incessantemente.
La vista divenne sfocata poiché delle lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi.
Volevo abbracciarli tutti ma non riuscivo a muovermi. Il corpo non rispondeva ai miei comandi per via dello shock che mi fulminò.
I Cullen ebbero quasi la mia stessa reazione. Fremevano per andarmi incontro ma rimanevano al loro posto.
Eccetto per Esme che non volle rispettare le formalità e corse ad abbracciarmi forte. “La mia Renesmee.”
L’abbracciai ma era un abbraccio freddo, vuoto, non sentito. Cercai di abbracciare mia nonna in maniera più forte possibile ma il mio corpo era come un cavallo imbizzarrito, non rispondeva ai miei ordini.
Si avvicinarono gli altri Cullen, tutti con sguardi felici misti a sollievo. Carlisle si mise di fianco a me poggiando una mano nella mia spalla sinistra, stringendola forte.
Aro  era meravigliato da quel ricongiungimento familiare. I suoi fratelli mantenevano sempre quella espressione diabolica. La Guardia era totalmente indifferente. Ma dov’era Bella?
“Che meravigliosa visione!” disse sognante, nessun velo di ironia nella sua voce.
Aro si alzò e si avvicinò a Carlisle stringendogli una mano. Mio nonno non era tanto convinto ma gliela strinse lo stesso. Capii dalla sua fronte corrugata che stava analizzando la situazione. Di solito guardava dietro le spalle di Aro, verso la Guardia.
Dopo Aro strinse la mano a tutti i miei familiari con fare molto amichevole e sorriso gioioso in volto. I Cullen, invece, erano tutti sospettosi.
Quando salutò Alice, Aro aveva gli occhi luminosi e stracolmi di desiderio. “Alice! Che piacere rivederti!”
Alice gli strinse le mani ma la allontanò immediatamente prendendo alla sprovvista il vampiro italiano. Non sembrava presente a se stessa ma allo stesso tempo concentrata. I suoi occhi erano persi nel vuoto, verso un’altra dimensione.
Dopo si rivolse di nuovo a Carlisle, la luce nei suoi occhi non l’abbandonò. “Carlisle! E’ piacevole questa tua visita! Devo ammettere che è stata un po’ una sorpresa ricevervi oggi.”
Carlisle gli sorrise ma il sorriso non illuminò il suo volto. Era un sorriso forzato. “Era tempo che non venivo in Italia. Sapendo Renesmee qui ho voluto cogliere la possibilità di farti visita.”
Aro annuì, sembrava un padre che capiva i drammi di un altro padre.
Poi si rivolse a me “Renesmee! Non sei contenta di rivedere la tua famiglia?”
Lo guardai per un attimo, poi annuii e sussurrai “Si, sono contenta.” con voce atona.
Aro si portò le mani vicino al petto e con sguardo davvero ammirato disse “Renesmee è fantastica. Una creatura fantastica e affascinante. Il nostro studio procede a gonfie vele e la vostra Renesmee si sta mostrando molto lieta di aiutarci.”
“Davvero?” domandò Rosalie a denti stretti, una sopracciglia inarcata.
Aro non le rispose, come se non l’avesse neanche sentita, continuò l’elogio su di me: “Anche se avevamo programmato il soggiorno di Renesmee qui a Volterra solo per pochi giorni, non possiamo fare più a meno di lei.” posò lo sguardo intenerito su di me ma io non lo ricambiai, guardai fisso in avanti in nessun determinato punto. Mi sentivo vuota,assente.
Carlisle si irrigidì e strinse i pugni “E’ passato troppo tempo Aro, Renesmee deve ritornare nel mio clan.”
Aro lo guardò, visibilmente colpito “Carlisle…”
Il nonno scosse la testa “Aro, non tollero più che Renesmee sia lontana dalla mia famiglia. Se ne andrà oggi. Con noi.”
Aro chinò il capo, sconfitto. Caius inveì contro Carlisle ma il fratello lo fermò con un gesto della mano: “Aspetta Caius. Questa è una visita pacifica e non deve terminare nella maniera peggiore.” poi si rivolse di nuovo a Carlisle “Caro mio amico, forse è meglio chiedere alla stessa Renesmee se vuole rimanere o meno.”
Aro si voltò verso di me “Renesmee?”
Io lo guardai poi guardai la mia famiglia. Mi era mancata tantissimo e rivederla mi stava rendendo la persona più felice del mondo.
Con loro mi sentivo me stessa dopo tanto tempo di angoscia. La mia anima si era di nuovo svegliata ma il mio corpo era assopito, spento come se qualcuno avesse staccata la spina dalla presa. Non funzionava.
“Andate.” dissi alla mia famiglia. “Voglio rimanere qui.”
“No! Non credete a quello che sto dicendo! Non sono io che parlo!” volevo urlare a squarciagola.
Mi girai, tremando di paura. Dietro le mie spalle, oltre Carlisle, c’era ancora Andrew che, con un sorriso, mi salutò con la mano.
“Non voglio tornare. Voglio rimanere qui. A Volterra. Andate.” continuai a dire sempre con voce atona, meccanica.
“Che cosa le avete fatto?!” urlò Rosalie scagliandosi contro Aro ma io, presa come da una scossa elettrica, mi mossi in avanti e la fermai a pochi centimetri da Aro.
“Andate.” dissi “Per favore, andate!”
I Cullen erano sbalorditi, non riuscivano a proferire parola.
“Re...Renesmee ma che stai facendo?” mi chiese Rosalie, ancora più pallida del solito. Eravamo strette quasi in un abbraccio.
“Per favore.” le risposi io. “Aiutami! Portami via da qui!” cercai di dirle con gli occhi ma questi non trasparivano nulla se non vuoto.
Rosalie sciolse l’intreccio di braccia che si era creato e si allontanò da me. Era spaventata.
Tutti i Cullen non credevano allo spettacolo che stavano assistendo.
Aro si avvicinò a me e si voltò verso Carlisle “Renesmee ha deciso.”
“No! No! No! No!”
Carlisle ringhiò e si avvicinò a me e ad Aro affiancato da Jasper e Emmett. “Non ti permetterò di tenerla ancora un minuto di più qui, Aro.”
In cambio, il vampiro sorrise e alzò le mani come se lui non ne sapeva nulla della mia insolita e sbalorditiva scelta “Carlisle, io non sto costringendo nessuno a rimanere. E’ tutta una scelta di Renesmee.”
Carlisle era distrutto in volto. Non credeva a ciò che stava vivendo. Il mondo aveva cominciato a girare nella direzione opposta.
“Girano voci di una guerra, Aro, e che in causa ci siete voi. Non voglio che mia figlia sia coinvolta nelle vostre sporche faccende.”
Aro gli sorrise “Renesmee è totalmente al sicuro qui.”
Carlisle per un attimo rimase in silenzio poi, come se si stesse giocando l’ultima carta, guardò in alto, verso la Guardia posizionata tra le scalinate. “Edward.” chiamò. Si conoscevano?
Edward ruppe il blocco di ghiaccio che si era creato rimanendo nella stessa posizione, impassibile.
Il suo sguardo di ghiaccio era attento alla situazione drammatica che si era creata.
Il vampiro fissò per un lungo intervallo Carlisle, in silenzio.
“Non so cosa lei vuole da me.” disse alla fine, assolutamente disinteressato, quasi arrogante. 
“Edward!” esclamarono all’unisono tutti i Cullen, chiaramente provati e scioccati.
“Dov’è Bella?!” domandò Carlisle con voce di rimprovero, sempre rivolgendosi ad Edward.
Bella?
Edward non rispose.
“Andate.” Feci io. “Fatelo per me.”
“Renesmee…” singhiozzò Esme.
“Per favore.”
La grande porta si aprì nuovamente, pronta a far uscire i Cullen dalla Sala delle Udienze.
Questi si dileguarono in un secondo, senza dire nulla.
Dentro di me stavo morendo. Il mio cuore, come un fiore, stava appassendo.
Dopo mesi avevo rivisto la mia famiglia e in un veloce scambio di battute l’avevo vista voltarmi le spalle, battuti, a causa di parole, pronunciate da me stessa, non dette volontariamente.
Aro mi sorrise “Ottima scelta, Renesmee.” poi si mise a ridere, trattenendosi.
Si voltò verso Andrew “Ottimo lavoro. Vai via con Renesmee.”
“Si, signore.” Fece lui, strattonandomi una spalla e trascinandomi verso l’uscita. “Cammina.”
Appena usciti, Andrew, spazientito, mi prese dalla vita e mi mise sopra una sua spalla iniziando a correre alla massima velocità.
Mi risvegliai da quel maligno incantesimo ed iniziai ad urlare spaventata, dimenandomi dalla ferrea stretta di Andrew che, in risposta, mi ringhiò contro. “Stai ferma.”
“Lasciami! Ti odio! Lasciami!” urlai scoppiando in lacrime.
Nella mia testa si ripeteva di continuo la scena che avevo appena vissuto causandomi profondo dolore, inconcepibile.
“La mia famiglia! La mia famiglia!”
Andrew continuò a ringhiare “Ma non capisci che l’hai persa? Sei proprio ottusa!”
“Aah!”
Aprì un porta e ci trovammo in una stanza, una camera da letto antica ma di modesto arredamento.
Mi gettò sopra un letto a baldacchino e disse “Ora stai ferma!”
Rimasi distesa supina, a fissare il tetto costituito da assi di legno, mentre le lacrime non smettevano di scendere. Ero di nuovo incapace di muovermi.
Andrew si mise accanto a me, mi fece sedere e appoggiare alla testiera del letto.
Mi asciugò il volto dalle lacrime. “Non ha senso piangere.”
“Ti odio! Odio il tuo potere! Manipolatore! Odio Aro! Vi odio!”
Andrew continuò: “Non ha senso piangere per una famiglia che presto si dimenticherà di te. Dimenticare è una parola troppo grossa per un vampiro, lo so, ma hai capito cosa intendo.”
Sedendosi ,appoggiato alla tastiera del letto, mi abbracciò e mi strinse a sé.
Io provai solamente disgusto.
“Lo sai? Io ho ucciso il mio patrigno perché picchiava mia madre. E’ stato di notte. Lui dormiva. Ho utilizzato un coltello. Non sono pentito.”
Nascose il volto nel mio collo, annusando il mio odore. “Penso di stare iniziando a provare qualcosa per te, cara mia Renesmee. Ma non ne sono sicuro.”
Iniziò a darmi dei piccoli baci per poi appoggiare del tutto le labbra, aprirle, e mordere il mio collo.
“O forse adoro solamente il tuo sangue. E’ squisito. Sono da poco un vampiro ma, a quanto pare, ho già trovato la mia cantante.”
Mi risvegliai, di nuovo, da quel sonno manipolatore.
 
 
 
 
 
 
Dopo quasi un anno dall’ultima volta che ho aggiornato la storia, eccomi di  nuovo qua!
La scorsa settimana mi sono diplomata e uno dei primi obbiettivi che mi ero prefissata di fare durante questa estate era proprio quella di continuare Ren.
Spero che non vi siate dimenticate di questa fan fiction. Io no e, anche se durante l’anno non ho aggiornato più, non ho smesso di pensare a come svilupparla e a rivisitarla (Vi ricordo che Ren è la rivisitazione di una mia vecchia ff Il mio nome è Renesmee).
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e ci sentiamo alla prossima! : )
 
Bellamy. 
  
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