Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Vanessa1995    11/07/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Il Trono di Spade si trovava in fondo alla grande sala e sopra di esso sedeva Daenerys Targaryen, con in braccio un bambino di circa tre anni. Da qualcuno era chiamata "La Madre dei Draghi", da quando le sue tre uova di drago si erano schiuse provocando il ritorno dei draghi nei Sette Regni. La donna teneva sciolti i lunghi capelli bianco-argentati, che le ricadevano elegantemente lungo le spalle. Sulla testa portava una corona dorata raffigurante sul davanti un grande drago a tre teste, simbolo della sua casata, che al posto degli occhi aveva dei rubini. Indossava un lungo vestito di colore azzurro chiaro, senza maniche, però aveva dei lacci di colore bianco che giravano attorno al suo collo.
Il bimbo seduto sulle sue ginocchia, invece, possedeva i tratti tipici dei Lannister: capelli color dell’oro, ricci e piuttosto lunghi; gli occhi, invece, erano di color verde smeraldo. Assomigliava in modo incredibile a Jaime Lannister, però questo stranamente non sembrava turbare Daenerys che lo teneva in braccio.
Si chinò a fissarlo con i suoi occhi color viola e gli sorrise dolcemente. Poi si voltò in direzione della gente presente e il suo sguardo cadde su Myrcella Baratheon, che si trovava in ginocchio sul pavimento di pietra ai suoi piedi. Tutti i presenti osservavano la scena con curiosità, probabilmente chiedendosi cosa avrebbe fatto la loro nuova regina. Nello sguardo della principessa si leggeva determinazione, però anche un po’ di paura.
« Allora, cosa vogliamo fare con lei, mio piccolo principe? » chiese la bionda rivolgendosi al piccolo. Questo allungò le mani verso Myrcella e l’altra lo mise per terra. Seppure con passo incerto, il bambino raggiunse la giovane e si lasciò prendere in braccio da lei. Una volta fatto, la leonessa si drizzò in piedi stringendo a sé il principe. La Targaryen si mosse sul trono, appoggiò la schiena contro lo schienale fatto di spade dietro di lei e strinse con le mani l’estremità dei braccioli con aria pensierosa.
« Non si tolgono i figli alle loro madri. » affermò la Baratheon, mentre il bimbo iniziò a giocare con il ciondolo a forma di testa di leone che portava al collo. Aveva ereditato i lunghi capelli color oro della madre e i suoi stessi occhi verdi, oltre che la sua bellezza, tuttavia si diceva che avesse un carattere completamente diverso dal suo. Nella sua condizione avrebbe fatto bene a non pronunciare quelle parole, però la regina non si scompose.
« Veramente la madre me lo ha dato di sua volontà. » ribadì la donna. « In ogni caso, sembra che questa sia la vostra giornata fortunata, siccome ho deciso che vi lascerò in vita. Tuttavia al primo passo falso avrò la vostra testa e brucerò il vostro corpo su una pira. » l’avvertì. Si alzò e le si avvicinò, strappandole il piccolo dalle braccia senza troppi complimenti e fulminandola con lo sguardo.
« Myrcella! » esclamò la creatura, allungando le manine verso la bionda che socchiuse gli occhi e guardò male la donna più grande.
« Voi non avete cuore! » strillò, causando un mormorio tra i presenti. La Madre dei Draghi le lanciò un’occhiataccia che faceva gelare il sangue, ma ciò non causò alcun effetto alla leonessa.
« Dovreste ringraziarmi piuttosto che vi lascio in vita. » ribadì, stringendo tra le braccia il bimbo.
« La regina Daenerys è una donna misericordiosa, al contrario di vostro fratello e vostra madre. » esclamò una voce dietro Myrcella. La giovane si voltò, insieme a tutti i presenti. Davanti al grande portone era appena apparsa la madre del principe, ovvero Alicia Targaryen, o meglio Lannister, come a breve sarebbe stata nota con un altro matrimonio. Pure il suo sguardo appariva freddo e faceva gelare il sangue nelle vene, forse ancora di più di quello di Daenerys. Con gli anni la sua bellezza non era molto mutata, seppure sembrava essere diventata una persona più fredda e forte. Teneva le mani intrecciate davanti al ventre e indossava un vestito color rosso rubino, adornato da fili dorati che decoravano la gonna dell’abito dalle lunghe maniche. Avanzò nella sala con passo deciso e si sistemò a fianco dell’altra Targaryen.

In quel momento Daenerys si destò da quel sogno, ritrovandosi tutta sudata. Si sedette sul letto, passandosi una mano tra i lunghi capelli chiari. Non era la prima volta che sognava Alicia: la prima volta l'aveva vista con in braccio un bambino, il suo primogenito. Questo era il secondo sogno che faceva su di lei, sebbene questa volta non era apparsa subito, ma solo verso la fine. Allungò una mano verso il calice pieno d’acqua che si trovava sul piccolo tavolino accanto al suo letto e ne bevette uno sorso per cercare di calmarsi.
« Avrò un Lannister come erede. » realizzò e tirò un sospiro, appoggiando la schiena contro lo schienale del suo letto. Purtroppo non aveva molta scelta che accettare l’idea, siccome non avrebbe più potuto avere figli, ma avrebbe potuto crescere lei il figlio di Alicia, come un figlio magari. Poteva sempre obbligare la gente a chiamarlo Targaryen, invece che con quel cognome che odiava con tutto il cuore e desiderava solo vedere tutti quelli che lo portavano morti.

Nel frattempo ad Approdo del Re

Il Folletto si trovava nella sua stanza, seduto al tavolo presente, in compagnia di suo padre e sua sorella. Circa otto mesi erano passati da quando avevano scoperto che sua moglie aspettava un bambino. Il giorno del parto era arrivato e aspettavano con impazienza il momento in cui finalmente avrebbero potuto vedere il nuovo leoncino o leoncina. Difficile dire chi tra i presenti fosse il più nervoso.
« Spero che sia un maschio e sano, non voglio un altro nano in famiglia. » osservò Tywin con tono minaccioso guardando male il figlio, le cui uniche colpe nella vita, che si portava dietro fin dalla nascita, erano: avere involontariamente ucciso la madre nascendo ed essere un nano. Tyrion non si scompose e nemmeno lo fece sua sorella.
« Presto lo vedremo. » notò la regina madre, con lo sguardo concentrato sul calice d’argento vuoto che si rigirava da tempo tra le dita con fare alquanto nervoso.
« Sei alquanto negativa sorella. » commentò Tyrion, a cui avere una figlia o figlio non importava.
« Fa bene ad esserlo, siccome si tratta di te. » affermò freddamente suo padre. In altre circostanze la colpa sarebbe andata alla moglie, ma in questo caso al marito che, senza volerlo, nella sua vita aveva deluso tutti dal momento in cui aveva emesso il primo vagito. Spesso si chiedeva come mai Tywin non l’avesse soffocato nella culla o se non lui sua sorella.
« A me interessa solo che Alicia e il piccolo stiano bene. » confessò. Per loro Alicia poteva anche crepare, bastava che desse loro un erede sano e forte, soprattutto non un nano come suo padre. A Tyrion non sarebbe importato e gli avrebbe dato, forse, ancora più amore. I suoi parenti non fecero in tempo a rispondere che in quel momento si sentì bussare alla porta e tutti e tre si voltarono verso di essa speranzosi.
« Avanti! » strillò Cersei. Nella stanza entrò una serva con in braccio un fagotto bianco e il gruppetto si avvicinò. Tutti constatarono che il nuovo arrivato non fosse un nano e che apparisse sano e con un bel visetto. « Meno male che ha ereditato il fascino mio e di sua madre. » osservò Cersei con una nota di disprezzo nel tono; pure il Folletto ne era felice.
« Si tratta di una bella e perfetta bambina. » annunciò la serva e i presenti ammutolirono: l’espressione sul viso del neo-padre era indecifrabile, però quella di Cersei e del nonno non riusciva a nascondere la disapprovazione e non sembravano per nulla sorpresi.
« Almeno sta bene. » esclamò Tywin, prendendo in braccio la nipotina, che aprì gli occhi che si rivelarono essere come quelli di Emily, mentre i pochi capelli erano biondo oro. Non c’era dubbio che si trattasse di una Lannister.
Alla nascita della bambina, a cui genitori misero il nome di Joanna, come la madre di Tyrion, non seguì un bel periodo: la guerra proseguiva nel regno, Renly morì qualche tempo dopo ucciso, secondo le voci, da una donna e una terribile carestia si abbatté su tutti loro, rendendo i cittadini ancora più affamati e scontenti. Da parte sua il Folletto preferì allontanare moglie e figlia per proteggerle e, ovviamente, anche Robert se ne andò con loro a Castel Granito. La situazione là sembrava migliore e tranquilla e poi in questo modo il leone poteva godersi senza problemi la sua Shae.

Diversi mesi dopo a Castel Granito

La stanza di lady Lannister, ovvero Emily, si trovava nell'ala riservata alla signora del castello e la sua camera da letto era di notevoli dimensioni. C’era vicino un bagno riservato solo a lei, con una grande vasca di marmo costruita nel pavimento di pietra, e una piccola stanza che fungeva da guardaroba, dove erano presenti diversi specchi nella parete che le permettevano di poter vedere ogni angolo del suo corpo quando indossava un vestito. Possedeva inoltre una stanza di medie dimensioni, dove volendo avrebbe potuto consumare i suoi pasti. Poco distante si trovava anche la stanza della sua serva personale. Se le occorreva il suo aiuto, non doveva far altro che chiamarla e in pochi minuti, in teoria, questa sarebbe dovuta arrivare.
Ad Emily non dispiaceva l’ala del castello riservata a lei e aveva cercato di renderla il più possibile adatta a lei, in base al suo gusto personale. Si chiedeva ogni tanto se Tywin Lannister avrebbe gradito gli affreschi raffiguranti diversi paesaggi naturali, però tanto in caso contrario lui non metteva mai piede in quella parte della sua casa. Pranzavano e cenavano insieme qualche volta, tuttavia sempre in rigido silenzio. Pareva non gradire particolarmente la sua presenza lì e non considerava tanto neanche i suoi figli; persino la sua nipotina veniva ignorata la maggior parte del tempo, seppure le riservasse più sorrisi e parole dolci.
Quella mattina Alicia si svegliò presto come al solito, seppure non troppo. Una volta alzata chiamò la sua serva in modo che l’aiutasse a prepararsi. Questa giunse da lei poco dopo con in mano una busta, che poggiò sul tavolino di legno presente nella stanza.
« Lady Alicia, è giunto un corvo da Approdo del Re per lei. » le spiegò la giovane, per poi raggiungere il baule ai piedi del letto matrimoniale presente nella stanza: aveva delle dimensioni normali, delle coperte di colore rosso e dei cuscini dalle fodere dorate. Veramente ovunque si voltasse in quella casa, che non sentiva particolarmente come sua, vedeva oro dappertutto, segno che i Lannister desideravano ostentare particolarmente la loro ricchezza. Si augurava che crescendo Joanna non sarebbe diventata viziata, tuttavia non credeva alla fine che ci fosse il rischio che l’accontentassero in tutto, siccome era una femmina. Comunque temeva l’influenza negativa che sua cognata avrebbe potuto esercitare, come del resto Joffrey, sui suoi figli. Robert non era un Lannister, però pregava lo stesso che crescendo non prendesse il re ad esempio.
Finito di vestirsi, si sedette accanto al tavolo e lasciò alla serva il compito di pettinarle i lunghi capelli rossi. Prese la busta che le aveva portato e l’aprì usando un tagliacarte d’argento con inciso sull'elsa un piccolo drago, regalo di suo marito. La lesse in silenzio, rimanendo impassibile, e alla fine la poggiò sul tavolino.
« Irina, per favore, portami l’occorrente per scrivere, grazie. » ordinò alla serva, che tanto aveva ormai terminato di pettinarla. Questa fece una riverenza e uscì fuori dalla stanza, tornando poco dopo con della pergamena, una penna d’oca e dell’inchiostro. La giovane scrisse la lettera e poi gliela consegnò.
« Inviala immediatamente a mio marito ad Approdo del Re. » esclamò con tono deciso. Quando Irina fu uscita di nuovo, tirò un sospiro e si alzò in piedi. Si avvicinò alla finestra presente nella camera e intrecciò le mani dietro alla schiena. Guardò la natura dinanzi a sé, osservando i giardini della sua dimora. L’idea di tornare nella capitale non l’attirava molto, però Sansa aveva bisogno di lei dal momento che Joffrey l’aveva appena ripudiata per sposare Margaery Tyrell e decine di pretendenti, miranti magari al Nord, le sarebbero piombati addosso. Nella sua lettera le chiedeva il suo aiuto e consiglio e lei non l’avrebbe mai abbandonata.
   
 
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