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Autore: VanPazzoFanel    11/07/2017    0 recensioni
Una guerriera è stata scelta per un'importante missione, da cui dipende la salvezza del suo popolo. Ma presto si renderà conto che qualcosa non quadra. Di chi è la voce che la chiama, che riecheggia nella sua testa? In quali territori si sta inoltrando realmente? E soprattutto, chi è lei? (E cosa diavolo è un lampione?)
Genere: Fantasy, Parodia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 - Il volo della damigella

La frase di Blanche fu interrotta quando emersero dall'ennesimo tunnel e le ruote slittarono nel fango.
"Oh no" disse Aurora, guardandosi intorno e ripensando a come quella storia era iniziata.

Erano in una sorta di giungla. Un branco di cose-simili-a-scimmie stava circondando il taxi. 
"Non ci siamo persi, noooooo" disse Blanche ironica.
"Non è colpa mia" si difese Sam, armeggiando con il navigatore "Le equazioni portanti sono... spu****ate!"
Ad un urlo del maschio dominante, gli ominidi cominciarono a colpire l'auto, usando ossa di animali come manganelli.
"Ci manca solo che cada dal cielo un monolite!"
"Tranquilla, i vetri sono blindati" e in quell'istante una piccola crepa apparve su uno dei finestrini "Ehm... forse? Comunque un attimo che sistemo tutto..." proseguì Sam mentre premeva pulsanti.
"Uff, questi INGEGNERI... Perché non c'è mai un matematico quando serve? Ricordami perché non ho scelto P..."
"Taglia corto, SCIENZIATA, e se sei così brava, sistemalo tu!"
"Con vero piacere. E tu renditi utile e fai il cacciatore"
Da sotto il sedile, Sam estrasse una balestra di dimensioni spropositate, che non poteva assolutamente starci in uno spazio così ristretto. Aprì di poco il finestrino e scagliò una freccia all'esterno. Colpì uno scimmione al braccio, facendolo fuggire e spaventandone altri. Guadagnò un po' di tempo, ma poi il grosso del gruppo si riorganizzò e tornò all'assalto.
Mentre Blanche premeva pulsanti, la giungla intorno a loro crepitò, poi svanì sostituita da un salone sontuoso, in penombra, vuoto. Poi attraverso il locale passò la monorotaia rosa, mancandoli per un pelo.
"Blaaaanche!"
"Un attimo!"
"Un attimo-vero o un-attimo-e-sono-pronta-per-uscire?"
Poi erano al centro di una piazza, in una città sconosciuta. La piazza era deserta... ma per poco: apparvero infatti gli uomini-scimmia. Il capobranco ordinò nuovamente l'attacco. 
Aurora guardò fuori dal finestrino e notò alcuni ominidi che non partecipavano all'assalto: uno di loro stava portando cibo ad un altro esemplare, e Aurora fu abbastanza sicura che fosse una femmina. Quel maschio era molto meno muscoloso rispetto all'alfa, e la femmina sembrava gradire l'attenzione. Ma l'alfa non ci badava, più interessato alle persone nel taxi giallo.
Sam aveva ricaricato la balestra e scagliò un dardo, ma stavolta mancò il bersaglio. Tuttavia, dal nulla apparve di nuovo il treno supersonico, che spiaccicò alcuni assalitori.
Il navigatore sibilò e fischiò, la piazza scomparve, erano di nuovo nel salone in penombra: lungo i bordi, un uomo e una donna volteggiavano, in senso antiorario. Si tenevano per una mano, mentra con l'altra si abbracciavano. I movimenti della coppia erano perfettamente coordinati, sia tra di loro che con la musica, che veniva da chissà dove: tuttavia, non si guardavano l'un l'altra - anzi, i loro occhi non potevano fissare direzioni più diverse. 
Aurora osservava rapita i ballerini di tango.
In un istante furono di nuovo nella giunga, e Sam riuscì ad infilzare una cosa-scimmia al cuore. Questo fece arrabbiare gli ominidi ancora di più, ma fortunatamente in quel momento Blanche azzeccò la frequenza e furono trasportati altrove. 
"Visto?" si vantò lei, mentre attraversavano una tundra. "QUESTA è la strada giusta"
Aurora sobbalzò al sentirsi chiamare: "Audrey?" 
Stu per la prima volta dopo molto tempo aprì gli occhi. La voce, però, era ancora un po' impastata, e lo sguardo non tanto fisso. "Che mi venga un colpo, sei proprio tu? Audrey... Clarkington? No... Audrey Clarkson! Ti ricordi di me? Sono Gary, Gary Montana, abbiamo seguito insieme quel corso facoltativo di scrittura creativa... con... Miss Spruce? No, aspetta... Mrs Bachman!"
"Certo. Mi ricordo fin troppo bene" disse lei incrociando le braccia. Sperava in un altro schiocco di dita da parte di Blanche, ma era troppo impegnata a studiare il navigatore, aveva anche estratto due mappe dal portaoggetti. Pentita di quello che aveva detto in precedenza, pregò con tutto il cuore che a nessuno - specialmente a Gary - venisse in mente di fare battute sul non saper leggere le cartine e sul non fermarsi a chiedere indicazioni.
"Miss Bachman mi criticava sempre, ma alla fine chi ha avuto ragione, eh?" sbadigliò, ciondolò la testa, chiuse gli occhi, poi li riaprì: "Hey bellezza, lo sai che adesso sono un autore? no, dico... un autore VERO!"
"Eh, come no. Bella forza, i tuoi genitori hanno una casa editrice"
"Ho scritto anche una storia in cui c'eri tu, sai?"
"Ma non mi dire!" sospirò lei, roteando gli occhi, indecisa se strozzarlo o gettarlo fuori dal taxi.
In quel momento nel gelo della tundra risuonò un ruggito spaventoso. Nonostante fosse la guerriera più coraggiosa del suo regno, Aurora tremò, perché conosceva benissimo quel verso.

Si voltò e guardò attraverso il lunotto: "Ehm... Blanche... temo che la tua sfinge abbia fatto una brutta fine..."
"Ohhhhh... Ma quel drago era proprio come me lo immaginavo!" Gary sgranò gli occhi "Proprio come nella mia storia... è Aquamarine! Aqua, Aqua, mio scintillante destriero!"
"Maledizione!" gridò Sam. "Blanche, fai qualcosa!"
"Gary, ascoltami" disse la maga voltandosi e guardando lo scrittore negli occhi. "Mandala via. Falla andare via"
Sam fece un verso tra il sospiro e il grugnito "Non intendevo QUESTO! Disintegrala con un incantesimo! O hai finito la benzina magica, eh?" scherzò, ben conscio che LUI non avrebbe finito il carburante visto che il taxi usava un Hydramatic-Drive, che si ricaricava automaticamente attraversando i tunnel dello spazio-tempo-e-altro (forse).
"Sta cercando te, Gary" disse Blanche "Vuole riportarti nella storia. Ma se ti concentri potrebbe obbedirti, è una tua creatura, dille di andarsene!"
"Andarsene? Perché dovrebbe? E' il mio drago! Ho sempre desiderato cavalcare un drago! Vieni qui, Aqua, vieni da me!" e sul suo volto apparve qualcosa che fece paura ad Aurora: era, seppure parzialmente, lo sguardo del principe Stu.
Il drago sputò fuoco contro il veicolo, e non lo colpì per un pelo, grazie ad una manovra rapidissima di Sam.
"Sa anche sputare fuoco adesso! Aqua, sei eccezionale!!!" gongolava Gary.
"Fiato sprecato, Blanche" sbuffò Aurora "Lo conosco bene. Non riuscirà mai a liberarsi dalle sue fantasie. E quel che è peggio" aggiunse, alzando un dito ad imitazione del Vegliardo "è che probabilmente anche questo drago è un plagio. Ovviamente scommetto che non si ricorda nemmeno da dove lo ha scopiazzato..."
"NON E' VERO! NON E' UN PLAGIO!"
"Come no! Come la Esprit..."
"ERA UNA ELAN! UNA LOTUS ELAN! GIALLA, MALEDIZIONE, GIALLA!"
"...e le Driadi..."
"Che erano DIVERSE! Quante volte te lo devo dire?"
"Sì, sì, ripetilo ancora, l'auto gialla e non rossa, le fatine vegetariane e con quattro ali invece che due, eccetera eccetera"
"Ma cosa dici? Le mie driadi hanno due ali, non quattro"
"Cosa?" si voltò lei, improvvisamente interessata. "Ne sei sicuro?"
"CERTO! E comunque non vuol dire che siano un plagio, solo perché hanno DUE ali proprio come le driadi di Ronan, o Noran, o come diavolo si chiamava"
"Quindi sei... assolutamente certo che abbiano solo due ali?"
"Ma basta!" li interruppe il tassista "Potreste piantarla con 'sta scemenza delle ali? Se vi interessano le ali, c'è un GROSSO, grossissimo mostro con le ali che ci insegue e sputa fuoco blu! E poi dicono che il metano ti dà una mano!"
"E invece è importante! Non capite? Se non è stato lui a... Gary, presto, usa quell'incantesimo! Quello che richiama le driadi!"
"Cosa? E perché dovrei?"
"Perché è la nostra unica speranza di salvezza! Ti prego!" si odiò per aver detto "ti prego" al tizio che aveva cercato di ammazzarla solo perché si era rifiutata di soddisfare le sue fantasie. Ma doveva salvarsi la pelle.
"Ci posso provare, ma le driadi non vivono nella tundra..."
"Se ci credi, è possibile. Se ci credi, puoi farcela" intervenne Blanche.
"Oh-mio-Dio-ti-pre-go-no! Risparmiatemi queste frasi trite e ritrite!" sbuffò Sam, sterzando continuamente per evitare il fuoco del drago.
"Dryadi dagvaarden, dryade koota. Dryadi dagvaarden, dryade koota" iniziò Gary.
Aurora e Blanche si unirono alla cantilena, per la massima irritazione del tassista.
"Non funziona..."
"Ve l'ho detto che non ci sono driadi nella tundra."
"Tra poco ci saranno" disse Blanche decisa, armeggiando con il navigatore "Voi continuate a recitare la formula!"
"Cosa diavolo fai?" urlò Sam "Lascialo stare!"
La realtà crepitò e si distorse.
Aquamarine soffiò fuoco e stavolta il tassista era sicuro di non poterlo evitare...
... ma si salvò. L'attacco del drago infatti aveva colpito alcuni uomini-scimmia che erano apparsi sul tetto del taxi. La carrozzeria era tutta bruciacchiata, ma intatta.
Ora viaggiavano in un... QUALCOSA che era giungla ed era tundra, e non era giungla e non era tundra. Con gli ominidi. E con il drago.
"Eccone una! Presto, il finestrino!"
Lo aprirono di poco, quanto bastava per far entrare la piccola ninfa, confusa dal passaggio tra il caldo umido della giungla al freddo della tundra. Aurora tese la mano, e la creaturina si posò, ancora intirizzita.
Blanche terminò il suo lavoro al navigatore, e allora furono di nuovo nella tundra, sempre inseguiti da Aquamarine.
"Ma già che c'eri potevi portarci ai Caraibi, no?" commentò Sam, riprendendo a sterzare qua e là per schivare il fuoco.
"Avevi ragione, ha davvero quattro ali, perché non ci ho fatto caso?" disse stupito Gary "Però mi dovete spiegare come questa driade può...".
"Ma non capisci? Le driadi di Noran hanno due ali, non quattro. Se non sei stato tu a dare quattro ali a queste driadi, chi altri può essere stato?"
"Non ne ho idea..." rispose lo scrittore.
"Io! Sono stata io! Ho nascosto un messaggio nella tua storia, qualcosa di mio, per ritrovare la strada" disse Aurora e accarezzò la ninfa, riscaldandola. A quel punto iniziò la metamorfosi.
"Ma tu non sei una maga, non puoi..." obiettò Gary.
"Uffa, l'hai già detto, non ricordi? Adesso guarda"
"Ma... sta diventando... una libellula!" si stupì il ragazzo. Ora tra le mani di Aurora c'era un insetto blu-verde metallizzato.
"Davvero utile" commentò Sam "E' vero che in inglese si chiamano dragonfly, ma non so quanto ci sarà utile contro un dragon senza fly... anzi no, che fly a tutta velocità"
"Non è una libellula. Osservatela quando tiene le ali chiuse. E' una damigella, non una libellula. Ho detto che non sono una damigella in pericolo, ma questa damigella ci salverà dal pericolo"
"E'... bella... ma come..."
"Calopteryx splendens" disse lei senza distogliere gli occhi dall'insetto.
"Donna che sa il latino..."
"Taci, stupido! La Calopteryx splendens è il simbolo del mio regno. Il regno di Splendens. Vola, damigella!"
L'insetto spalancò le quattro ali e uscì dal taxi. Insieme a quello ne apparvero molti altri. Si lanciarono contro il drago e lo deconcentrarono, rallentandolo. Approfittando della confusione della bestia, Sam si sporse dal finestrino e scagliò un dardo con la sua balestra. Colpì il drago all'ala destra.
"No, Aqua, mia Aquamarine! No, no!" gridò Gary disperato, mentre la creatura squamosa precipitava al suolo e usciva dal loro campo visivo. Se fosse stato... come prima, sicuramente ora avrebbe cercato di uccidere tutti i passeggeri del veicolo: invece si limitò a fissare imbambolato l'orizzonte oltre il quale il drago era sparito. 
Decine, centinaia, migliaia di altre Calopteryx splendens circondarono il taxi.
Il computer di bordo fece strani rumori, poi con una scintilla si spense.
"E' andato! E noi con lui!" si disperò l'autista.
"No" disse Aurora, ora molto più tranquilla "Non ci serve più. Portale a ore 12"
"Cos..." accennò Sam, ma in quel momento la tundra scomparve.
E con lei Aquamarine: non la rividero mai più.
Tranne Gary, nei suoi sogni. 
E Aurora, nei suoi incubi.


Adesso viaggiavano sul mare.
Non c'era nessuna strada, ma il taxi sfrecciava sull'acqua senza tanti problemi, scortato dalle damigelle blu-verdi.
Un delfino guizzò fuori dall'acqua, attratto dalla scena curiosa, fischiò e scomparve. Blanche ringraziò il cielo che non ci fossero gabbiani ("Ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta").
Era di nuovo mattina presto, era di nuovo... l'aurora. La principessa osservò con gioia l'Occhio del Mattino che si ricaricava con i primi raggi del sole nascente, e sentì che anche il suo cuore si stava "ricaricando".
Non era un mare qualsiasi, era il suo mare.
"Ma dove siamo?" chiese Sam.
"A casa" disse semplicemente Aurora, e indicò una direzione.
Laggiù, in lontananza, si vedeva un'insenatura naturale nella costa. Possibile... possibile che fosse proprio la baia di Splendens?
Sam riuscì ad aggiustare il navigatore, e anche lui era contento come se avesse appena ritrovato un vecchio amico.
"Confermo" disse "A questa velocità, saremo lì in circa 45 minuti"
Blanche non disse niente, ma tirò un grandissimo sospiro di sollievo. Da lì in poi sarebbe andato tutto bene, o almeno così dicevano le sue mappe.
"Allora Gary" disse Aurora... o Audrey... o chiunque sarebbe stata domani "Il tuo amico Vegliardo quale proverbio metterebbe alla conclusione di questa storia?"
Ma il ragazzo dai capelli rossi già russava.
"Chi dorme non piglia pesci!" disse Sam allegro.

Aurora abbassò il finestrino. Inspirò profondamente. La brezza marina le accarezzò il viso. 
Guardò le torri di Splendens in lontananza.
Splendens.
Casa.
Quello era il suo regno: niente e nessuno glie l'avrebbe strappato via.
Si rilassò sul sedile, ben decisa a godersi il viaggio.
Sorrideva.


(
ALTROVE.
La iena-cinghiale sopravvissuta, gravemente ferita.
Il braccio di qualcuno che non vediamo, la manica di una veste viola. 
Una mano destra, dalle lunghe dita ad artiglio.
Una voce: "Nopeasti genezing"
La iena-cinghiale che guarisce.
Di nuovo la voce: "Begrijpen eläin"
La iena-cinghiale che emette i suoi versi... come se stesse raccontando una storia. 
Di nuovo la mano ad artiglio. Sul dito indice, una goccia d'acqua.
Anzi no. Una lacrima. La lacrima sfuggita a Blanche nella foresta.
La mano sinistra: ha in mano una fialetta con un liquido giallo.
Versa una goccia gialla sulla lacrima.
La lacrima si colora di rosso.
La voce: "TU!!!"

)


Aurora sorrideva.
Sì.
Andava tutto bene.


FINE 



(visto che ci sono persone che amano scoprire da sole i riferimenti e odiano vederseli spiattellati, li spiattello sì, ma nella prossima pagina)
  
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