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Autore: Crilu_98    12/07/2017    3 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Biancaneve scartò di lato ed il pugnale si conficcò nella cornice dello Specchio, che si tirò indietro con un sibilo spaventato. Grimilde tentò inutilmente di estrarlo, poi sospirò e si voltò verso di lei.
La ragazza rabbrividì nell'incontrare i suoi occhi folli: le pupille erano talmente dilatate da aver quasi nascosto l'azzurro dell'iride e le vene rossastre spiccavano sul volto cereo. Anche le vesti della Regina, solitamente sofisticate ed impeccabili, erano in disordine e tutte stropicciate, come se non le avesse cambiate da qualche giorno; i capelli biondi avevano perso la loro lucentezza irreale ed ora apparivano spenti e rovinati.
Biancaneve era a conoscenza della profonda connessione tra la Regina e lo Specchio, ma esitava a romperlo perché non era sicura dell'effetto che la sua distruzione avrebbe avuto sull'esercito degli Spettri.
"Potrebbe ridurli in cenere… Oppure potrebbe lasciarli liberi, senza alcun controllo!"
Capì che prima di ogni altra cosa avrebbe dovuto distruggere Grimilde, ma proprio quando stava per tendere le mani verso di lei la Regina parlò:
-Hai vinto, Biancaneve. Hai vinto tutto: il castello, il regno, il trono… Sono tuoi. Hai in mano anche la mia vita, ma spero che la tua assennatezza… Purtroppo sei sempre stata saggia ed io ti ho sottovalutata… Spero che il tuo senno, dunque, ti porti ad ascoltare attentamente ciò che voglio proporti!-
-Non mi fido di te!- esclamò subito la principessa, con il viso contratto dall'ira. Grimilde fece un sorriso affascinante ed indicò con la mano la mela poggiata sul tavolo.
-Quando ho scoperto del tuo dono oscuro ho subito capito che sarebbe potuta diventare una grande minaccia per me. Vedi, la negromanzia è un'arte che si basa su un facile presupposto: la morte non è necessariamente distruzione. Ciò che rinasce dall'ombra è indistruttibile, a meno che non si scontri con un altro potere simile… Come la tua maledizione, ad esempio. Perciò ho interrogato lo Specchio e questo è il risultato.-
Biancaneve inarcò le sopracciglia con aria scettica:
-Una mela? I tuoi poteri devono davvero essersi indeboliti!-
Grimilde sussultò e per un attimo la sua maschera di impassibilità sembrò incrinarsi, ma riprese velocemente il controllo di sé:
-Non è una semplice mela, sciocca ragazzina: è la soluzione ai tuoi problemi, l'antidoto alla maledizione! E' la mia offerta di pace: se accetti, voglio la possibilità di negoziare la mia resa.-
-Davvero ti aspetti che creda alle tue parole?- domandò Biancaneve, cercando di usare un tono sprezzante. In realtà il suo cuore batteva all'impazzata all'idea di poter avere finalmente tutto ciò per cui aveva lottato… Arrossì al pensiero di poter finalmente avere James.
"Potrebbe anche essere sincera" ammise con riluttanza "Il suo comportamento ha senso…"
Stava per accettare, quando scorse la lotta in atto nello Specchio; Grimilde dava le spalle alla cornice e non poteva vedere che la sua versione anziana era nuovamente riuscita ad imporsi sulla creatura malvagia che abitava l'oggetto. Fu solo un attimo, un baluginio confuso, ma Biancaneve vide chiaramente la donna scuotere la testa con decisione. Perciò abbassò gli occhi sulla mela e si avvicinò a Grimilde; si costrinse a pensare a sua madre e a suo padre, che gli erano stati strappati da quella donna crudele, poi ripercorse ogni sopruso subito tra quelle mura.
-Allora, accetti l'offerta?-
La voce di Grimilde era ferma ed altera come sempre, ma nascondeva insicurezza e un po' di autentico timore. Biancaneve sorrise e per una volta nella vita fu contenta di poter sfruttare la sua maledizione nel modo giusto.
La Regina non si accorse neanche di quando mosse la mano, premendo delicatamente le dita sull'avambraccio lasciato scoperto dalla veste lussuosa. Immediatamente le vene nere iniziarono a rendere la pelle simile ad una pergamena usurata e Grimilde urlò orripilata mentre la carne si tramutava in cenere. Barcollando all'indietro in preda al terrore urtò lo Specchio ed inciampò addosso ad esso, trascinandolo con sé. In breve, Biancaneve rimase sola nella stanza, con ai suoi piedi dei cocci di vetro ed un mucchietto di polvere.
 
Aladdin si passò bruscamente il dorso della mano sulla fronte, senza restare sorpreso quando lo vide macchiato di sangue; gli artigli di Jasmine erano davvero affilati e lei non aveva avuto remore a puntare al suo volto.
Ora lo fissava con avidità, studiandolo per trovare la prospettiva migliore dalla quale attaccarlo. Aveva sempre saputo che era una guerriera formidabile, ma il controllo del djinn trascendeva la semplice abilità del combattimento: era puro e feroce istinto che portava il corpo della ragazza a fare scatti animaleschi.
La situazione si ribaltò così velocemente che Aladdin quasi non se ne rese conto: un attimo prima era focalizzato sullo scontro, con i muscoli tesi ed il cuore impazzito, quello dopo stava osservando sbalordito gli Spettri contorcersi a mezz'aria e dissolversi in polvere.
Insieme al resto dell'esercito assistette allo straordinario spettacolo della cenere grigia che come un immenso banco di uccelli si sollevò in volo e si disperse ai quattro venti, liberando finalmente il campo di battaglia dall'opprimente foschia.
Anche i djinn rimasero a guardare mentre i loro nemici svanivano improvvisamente, poi iniziarono a raggrupparsi e a disertare l'esercito, volando verso casa; alcuni sembravano interessati a divertirsi con gli umani, ma la presenza di Libian e di altri demoni più antichi e moderati li fece desistere.
Aladdin volse di nuovo lo sguardo verso Jasmine, che fissava i suoi compagni con evidente confusione: i suoi occhi mandavano lampi, mentre il djinn prendeva atto del fatto che non avrebbe mai potuto ricongiungersi con la propria gente.
Forse fu quello a calmarlo o forse la sua forza era diminuita ora che era da solo; comunque fosse, dopo un paio di brevi e dolorosi sussulti, il ladro si ritrovò davanti una Jasmine totalmente umana.
La ragazza crollò a terra, boccheggiando e respirando affannosamente e lui fu al suo fianco in un lampo, stringendola fin quasi a soffocarla per il sollievo. Le alzò il viso, mentre lacrime di gioia rigavano il volto di lei:
-Mi aveva spinto così a fondo… Questa volta ho avuto davvero paura di non riuscire a tornare…- mormorò Jasmine con voce rotta.
-Sarà l'ultima volta!- la rimbrottò Aladdin, severo -Hai rischiato di decapitarmi una volta o due ed io stavo per pugnalarti! E' bene che il tuo djinn si metta in testa che non uscirà mai più dall'angolino in cui l'hai appena relegato!-
Poi le sfiorò le labbra con un bacio:
-Avrei fatto una pazzia, se non fossi tornata da me…-
-Ti ho sentito!- rispose lei, ridendo senza allegria -Non era esattamente ciò che avevo in mente quando ti ho estorto quella promessa!-
Aladdin rimase ad osservarla ancora un istante, commosso, poi sorrise:
-Beh, ormai non importa, no? Siamo vivi, Jasmine! Ce l'abbiamo fatta!-
La ragazza alzò lo sguardo verso il castello, impaziente di riabbracciare colei che ne era diventata la legittima Regina.
 
Biancaneve barcollò e si dovette appoggiare ad uno scaffale della libreria di Grimilde, ancora incredula.
-Ce l'ho fatta?- mormorò alla stanza vuota -Ce l'ho fatta davvero?-
Lanciò un'occhiata alla mela sul tavolo, chiedendosi se fosse realmente una cura per la sua maledizione.
"I nani avevano detto che non esisteva un antidoto all'ossidiana… Ma Grimilde ha detto che un potere distruttivo può essere annullato solo da qualcosa di altrettanto oscuro…"
Le sembrò di udire in lontananza la voce di James che la chiamava e fu per quello che scosse la testa, allontanando quella tentazione:
"Non ne vale la pena. Troverò un altro modo."
Stava per uscire da quell'antro soffocante e ricongiungersi con il suo esercito, quando colse uno scintillio con la coda dell'occhio. Si voltò ad osservare incuriosita i frammenti dello Specchio; si chinò a prenderne uno in mano, ma lo lasciò andare con un grido di spavento quando vide un occhio azzurro ed immoto fissarla attraverso quel pezzo di vetro.
"Biancaneve" sussurrò una voce nella sua testa, molto simile al richiamo che l'aveva trascinata via dal campo di battaglia. Solo che questa volta sembrava provenire dalla mela.
Le mani presero a fremere in maniera quasi dolorosa.
"Mordimi, Biancaneve!" sembrava gridarle quel frutto. Contemporaneamente, sui cocci dello Specchio apparve, distorta e spezzata, il volto della creatura.
-Cosa sei?- strillò la ragazza, tirandosi indietro -Come faccio ad ucciderti?-
-Io non sono cosa viva!- ribatté malignamente il volto -Tu hai semplicemente rotto il mio mezzo di comunicazione con il vostro mondo. Mi rimane ancora poca energia da spendere qui.-
-Vattene! Torna nell'ombra dalla quale sei venuto!-
-Solo un ultimo consiglio, o mia Regina. Mangia la mela e sarai finalmente padrona del tuo potere: non dovrai sottostare alla sua distruzione indiscriminata, perché potrai controllarlo in ogni situazione.-
"Mangiami" continuava ad insidiarla il pomo rosso e succoso.
Di nuovo le sembrò che James vagasse per i corridoi del castello, chiamando il suo nome.
"Presto questa fantasia sarà realtà!" pensò, addentando la mela.
 
James l'aveva udita gridare e aveva continuato a girare in quel castello che gli sembrava più un vero e proprio labirinto, visto che non giungeva da nessuna parte. Finalmente imboccò la strada giusta, che conduceva a quello che doveva essere stato lo studio di Grimilde: era pieno di materiale per lo studio della magia nera. Il pavimento era cosparso di cenere e di frammenti di un vetro opaco che non rifletteva più niente; in mezzo ad essi il cacciatore vide Biancaneve, che stringeva in una mano una mela rancida ed aveva il corpo ed il viso attraversati da miriadi di venature nere.
Il suo cuore perse un battito mentre si buttava a terra al suo fianco, gridando il suo nome; la strattonò per i vestiti ed appoggiò la testa sul suo petto, ma era arrivato troppo tardi. Era morta.
 
 
Angolo Autrice:
Tra una vacanza e l'altra, miracolosamente, ho trovato il tempo per aggiornare :) siamo veramente agli sgoccioli di Fables, mancano solo un capitolo e l'epilogo!
 
Crilu

 
   
 
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