Titolo: After the storm..
Autore: Io
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di
lucro, altrimenti non sarei qui ma già in volo per l' America
in cerca di fortuna. E bla, bla, bla...
Rating: Giallo
Pairing/Personaggi: Zacky Vengeance, Syn/Matt, The Rev
Avvertimenti: Slash, Linguaggio
Note: Piccola one shot venuta fuori da chissà dove.
Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o peggio di grammatica.
Buona lettura!
Ho paura.
Sento
nell’aria e nel vento freddo che mi accarezzano il viso qualcosa di negativo, di maligno come ad avvertire che succederà
qualcosa da lì a poco.
Volgo lo
sguardo al cielo cupo e nero sopra di me, pronto a riversare sulla terra e su
di noi la sua tristezza. Sento anche io il dovere di unirmi a quella tristezza
eppure non ne ho motivo.
Riposo lo
sguardo sull’enorme metropoli che si estende per chilometri davanti ai
miei occhi.
Los
Angeles. La città degli angeli. Adesso assomiglia solo alla città
dei demoni.
Quelle
enormi costruzioni in ferro che si innalzano a livello del cielo, quasi a
volerlo raggiungere, circondati da quella matassa informe di nuvole nere,
rendono la città il set perfetto per le angosce della gente. Proprio
come sta succedendo a me.
Non ho
motivo di essere angosciato ma una spiacevole sensazione a livello dello
stomaco non mi abbandona, rendendomi anche un po’ paranoico.
Non ho
proprio ragione di sentire questo disagio.
Santo
cielo, sono Zacky Vengeance uno degli uomini più importanti su sto cazzo di pianeta. Ho i soldi,
degli amici che mi vogliono bene e un fidanzato che mi ama; non ho proprio
niente di cui essere preoccupato.
Ma appena
penso a lui il cielo tuona e un fulmine all’orizzonte sembra colpire in
pieno il cuore della città.
Non so
più che pensare.
Mi sento
totalmente perso, perso in questo groviglio di coincidenze e segnali che la
natura mi manda ma che io non riesco a interpretare.
Sento la
necessità di cercarlo.
Guardo
ancora per qualche secondo lo spettacolo che mi si presenta davanti, senza
neanche un po’ di luce che bagna questo mondo con i suoi raggi, per poi
dirigermi all’interno dell’albergo con ancora una sensazione di
oppressione allo stomaco.
Ripercorro
quel groviglio di scale che ho fatto per arrivare sul tetto dell’albergo
e circa a metà apro una grossa porta che mi porta in uno degli sfarzosi
corridoi dell’albergo.
Lo
percorro per un piccolo tratto ma poi la tua voce mi giunge all’orecchio
ma invece di correrti incontro mi blocco nel mezzo del corridoio con il sudore
che inizia a scivolare sulla mia pelle. Chi c’è con te?
Facendo il
minimo rumore inizio a muovere qualche passo nella tua direzione. Ti sento
ridere e con te quel bastardo che c’è con te.
Fregandomene
che tu possa vedermi svolto l’angolo e il mio cuore perde un battito.
Ti vedo
abbracciato a qualcun altro ma non uno qualsiasi perché quei tatuaggi
sulle braccia sono inconfondibili: Matt.
Vi
staccate ansimanti, dopo quel maledetto bacio traditore e gli occhi chiari di
Matt incrociano i miei, ormai lucidi per le lacrime che cerco di trattenere.
Ti giri
anche tu e appena mi vedi la tua pelle perde colore, diventando più
bianca.
Fai
qualche passo verso di me ma io arretro.
Cosa speri
di fare? Chiedermi scusa, un bacio e via. No! Non funziona così, anche se
vorrei tanto. Lo vorrei perché almeno non mi sentirei preso in giro, non
sentirei le mille parole che ti ho detto scivolare via come se non avessero
avuto nessun significato ma soprattutto non sentirei il mio cuore farsi ogni
secondo più pesante.
Chiunque
crede che appena vedi la persona che ami tradirti, si
sente il cuore dividersi in due pezzi, spaccato in due da quel dolore che non
avresti mai pensato ti sarebbe stato arrecato.
Io invece
non sento niente di tutto ciò. Sento solo il mio cuore diventare un peso
insostenibile, un peso che non riesco più a tenere dentro, perché
il mio cuore non si è diviso in due ma sta diventando di pietra.
Non ne
capisco il motivo ma è come se le mie emozioni si volessero preservare
da altri dolori e allora stanno creando questa barriera per fare da scudo
all’ipocrisia che la tua sola figura emana.
Matt
rimane in disparte mentre tu continui ad avvicinarti a me e io continuo ad
arretrare.
- Zacky
–
Eccolo!
Quel suono. Quel suono che non avrei mai voluto sentire in questo momento: la
tua voce.
Quanti
ricordi emergono dalla mia memoria: il nostro primo appuntamento, il nostro
primo bacio, i nostri sguardi quando io mi perdevo nelle tue iridi scure e tu
nelle mie chiare, i nostri momenti di gloria sul palco quando suonavamo insieme
spalla a spalla e le nostre notti insieme.
Tutto
ciò avendo solo sussurrato il mio nome. E se lo avessi urlato? Se avessi
aggiunto altro? Cosa sarebbe successo?
- Mi
dispiace –
Ecco la
risposta alle mie domande.
Sento le
lacrime che prima ho trattenuto fare capolino sulle mie guancie ma non sono
lacrime di tristezza, solo di rabbia. La mia tristezza e il mio amore per te
sono prigionieri del mio cuore ormai fortificato da uno spesso strato di
indifferenza. Vorrebbero uscire come il dolore vorrebbe entrare per distruggere
tutto ma è tutto come il vecchio medioevo: il nemico cerca di entrare ma
finché non si abbattono le mura è impossibile.
Alzo lo
sguardo e lo punto nei tuoi occhi che non riescono più a catturarmi e a
imprigionarmi con la loro bellezza come prima perché sono pieni di
tradimento.
-
Vaffanculo Haner! -
esplodo con tutta la rabbia che ho in corpo.
Mi guardi
shockato. Non te l’aspettavi vero? Non ti aspettavi che il tuo piccolo
Zacky ti facesse una cosa del genere eh?
Mi volto
di spalle e ripercorro il corridoio da dove sono venuto e poi le scale.
Torno
sull’enorme tetto dell’albergo e noto subito nelle gocce che mi
cadono addosso che sta piovendo.
Il cielo
come me riversa la sua tristezza sul mondo e la città l’accetta
senza fiatare come per redimersi dai peccati commessi dai suoi abitanti.
- Hai
provato ad avvisarmi eh? Ti ringrazio ma non sono stato in grado di capire –
Mi sto
rivolgendo al cielo cupo sopra di me e credo che se qualcuno mi vedesse adesso
direbbe che sono pazzo.
No! Io non
sono pazzo. Pazzo non è chi fa qualcosa che agli occhi della gente
può sembrare bizzarro; pazzo è chi continua ad amare qualcuno che
l’ha tradito. E io continuo ad amarlo.
Ecco solo
ora potete darmi del pazzo.
Mi siedo
per terra incurante dell’acqua e fisso la natura che si scatena.
Mi sento
svuotato da tutto; non percepisco nemmeno la pioggia che mi bagna e non sento
neanche i rumori della città ma solo quello della pioggia.
Chiudo gli
occhi un attimo ma credo di averlo fatto per troppo tempo perché quando
li riapro il maltempo è finito.
Mi alzo ancora
del tutto fradicio e guardo la città che sembra essersi ripulita; ora
brilla sotto quel piccolo raggio di sole che lotta tra le nuvole nere.
Vengo
risvegliato dai miei pensieri solo quando sento la porta aprirsi.
Mi volto e
vedo Jimmy venire verso di me, rosso in viso.
- Eccoti
finalmente. Ma sei scemo a sparire così? Mi hai fatto venire un colpo, a
me e agli altri. Guarda come sei conciato –
E’
arrabbiato e lo capisco ma non lo ascolto più di tanto mentre mi fa la
ramanzina. Sono ancora troppo concentrato a fissare quel raggio di sole; un
po’ ci assimiliamo. Lui lotta, io devo lottare.
- Ehi
amico ci sei? – Jimmy mi sventola una mano davanti agli occhi.
- Si Jim,
ci sono – gli sorrido.
Lui mi
guarda strano.
-
Perché quel sorriso? Cioè io sono qua a farti il culo e te ridi? Devo dedurre che ti sei rinciulito del tutto –
- No
amico, non sono rinciulito. Sono solo felice. –
- Felice?
–
Gli
sorrido ancora e gingendogli le spalle con un braccio lo conduco dentro.
- Si
felice. In fondo dopo la tempesta c’è sempre il sole –
E ho
intenzione di prenderlo a pieno questo sole.