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Autore: Classicboy    12/07/2017    6 recensioni
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Sono passati alcuni anni da quando Percy Jackson e i suoi compagni hanno sconfitto Gea e da quando Apollo è rientrato pienamente in possesso del suo status divino, e tutto sull'Olimpo scorre nella più completa tranquillità.
Ma una nuova minaccia si profila all'orizzonte.
Medea, la strega della Colchide, è tornata!
Grazie ai suoi perfidi incantesimi la maga non solo ha reso inoffensivi i figli più potenti delle divinità dell'Olimpo, ma ha anche rapito la divinità dei giuramenti, la dea Stige, e così facendo ha ghiacciato l'omonimo fiume. I progetti di Medea sono chiari: assorbire l'essenza divina di Stige per divenire a sua volta una dea.
Ma nuovi eroi si profilano all'orizzonte, pronti a fermare i piani della perfida strega e liberare la divinità fluviale. Tutto ciò in 5 giorni, entro l'equinozzio di primavera.
Ma saranno all'altezza del compito? Riusciranno questi giovani semidei a farsi strada in un modo dove un giuramento oramai non significa più nulla? Saranno in grado di mettere da parte le reciproche antipatie e a salvare il mondo?
...
[STORIA INTERROTTA CAUSA MANCANZA ISPIRAZIONE E MOTIVAZIONE, MI DISPIACE DAVVERO, SPERO UN GIORNO DI RIUSCIRE A CONTINUARLA, SCUSATEMI!]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Quasi tutti, Semidei Fanfiction Interattive
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAP.2: QUANDO LE PARCHE CI METTONO LO ZAMPINO

 

Quella sera a cena le cose sembravano tornate nella più completa normalità. I vari semidei sedevano ai loro tavoli, ridendo e scherzando tra di loro, mentre mangiavano porzioni abbondanti e bevevano nettare dai loro bicchieri. Nessuno pareva in ansia o teso, erano solo tutti eccitati per l'imminente partita di Caccia alla bandiera. Partita che si preannunciava più agguerrita che mai, dopo la discussione tra i figli di Ares e quelli di Atena avvenuta quel pomeriggio.

“Sul serio, come fanno già a saperlo tutti? Fa paura” fu il commento di Jessie, mentre si portava la bracciola alla bocca e ne staccava una generosa porzione.

Ambra scrollò le spalle in direzione del fratello: “Le voci al Campo girano veloci, tra l'altro ho anche il sospetto che ci siano di mezzo i figli di Ermes”

“I figli di Ermes?”
Ambra annuì: “Ho sentito che hanno allestito un banco delle scommesse clandestino per vedere chi vincerà la partita, quante persone verranno mutilate, chi proverà a staccare la testa a chi e cose del genere. E sia ben chiaro a tutti - continuò alzando la voce per farsi sentire da tutto il suo tavolo - Che se trovo qualcuno di voi a scommettere giuro sugli dei che al colpevole toccherà pulire da solo le stalle dei pegasi al prossimo turno!”

Rich non potè che sorridere leggermente di fronte a quelle parole.

In quel momento Chirone si alzò, tenendo la coppa alta di fronte a sé. Subito ci fu il silenzio generale.

“Eroi, rendiamo ancora una volta onore agli dei per il nostro delizioso banchetto. Mi congratulo con voi ancora una volta per il lavoro svolto oggi, e sono certo che domani e nei giorni a venire continuerete e a migliorare e a lavorare sodo come questo giorno”
Un grido di esultanza si levò dalla massa di ragazzi.

Chirone riportò l'ordine: “Ora, come tutti sapete, ci aspetta la tanto attesa partita di Caccia alla bandiera - altre grida - Ricordiamo le squadre: squadra blu, capitanata dai figli di Atena, di cui fanno parte la casa di Ecate, la casa di Ermes, la casa di Nike, la casa di Afrodite, la casa di Ipno, e la casa di Iride; squadra rossa, capitanata dalla casa di Ares, ne fanno parte la casa di Apollo, la casa di Tyche, la casa di Demetra, la casa di Morfeo, la casa di Dioniso, la casa di Efesto, e la casa di Nemesi. Vi ricordo che la foresta sarà il vostro campo di battaglia, per così dire, ma dovrete tenervi lontani dalle zone proibite, come il bosco di Dodona, la tana delle Myrmekes o la zona dei gayser. Le regole le conoscete. Avete mezz'ora di tempo per prepararvi e presentarvi alle soglie del bosco. Vi aspetto!” e il centauro se ne andò assieme a Rachel, accompagnato dalle grida di esultanza dei seimdei, che presto presero a parlottare concitati tra di loro.

Rich seguì i suoi fratelli all'armeria, non molto convinto. Continuava a pensare che ci fosse qualcosa che non andava: il sorriso sul volto di Chirone era decisamente falso, Rachel aveva mangiato poco o niente quella sera, e per finire si era accorto benissimo che il signor D continuava a mancare, e sapeva che tra le poche cose che il loro direttore apprezzava del Campo la cena era una di queste.

Stava decisamente succedendo qualcosa di sospetto...

 

 

Ekanta arrivò con una leggera corsetta fino agli inizi della foresta, dove erano già radunati i suoi fratelli e i loro alleati.

“Ehi, Ekanta” lo salutò in quel momento una voce, mentre una figura dai lucenti capelli biondi con una ciocca blu si faceva avanti con un leggero sorriso.

“Di un po', ma dov'eri finito a cena, io e gli altri ci stavamo preoccupando”

“Scusami Toby - disse il giovane al fratello al maggiore - Ma non avevo fame. Inoltre volevo riposare un po' prima della partita. Ho sentito che sarà abbastanza agguerrita stasera”
Il Capocabina storse la bocca, prima di avvicinarsi e mettergli la mano sulla fronte: “Se non ti senti bene posso dire ai ragazzi di Ares che non giochi. Tanto già so che hanno pianificato di fare praticamente tutto loro, quindi un elemento in meno non cambierà drasticamente i piani”

“Tranquillo, ce la faccio” rispose il ragazzo, senza riuscire a nascondere un sorriso di felicità di fronte a quelle parole. Tobias era senz'alcun ombra di dubbio il suo fratello preferito. Era premuroso, allegro, forte, coraggioso, gentile e leale, ma soprattutto si prendeva cura della sua cabina come una persona normale farebbe con la propria famiglia. In quanto capogruppo accoglieva senza problemi i nuovi arrivati e li istruiva a dovere, e ribadiva sempre che ci sarebbe sempre stato per i suoi fratelli.

Ekanta sospettava che era così che ci si sentiva nell'avere un fratello maggiore, ed era una sensazione... piacevole. La riteneva una delle sue poche fortune.

“Ehi, Ragazzo Fortunato, vieni sì o no? Qui stiamo aspettando solo te e le tue chiappe!” urlò in quel momento un ragazzino piuttosto basso dagli scompigliati capelli neri e due vistose occhiaie, scostandosi dal gruppo principale.

Tobias gli sorrise: “Ora devo andare, tu vedi di non affaticarti. Arrivo Arthur!” e se ne andò, lasciando Ekanta solo.

 

 

Tobias raggiunse il più basso, che lo aspettava impazziente.

“Era ora - esclamò seccato il figlio di Ares, facendo prevalere per un attimo nella pronuncia il suo accento scozzese - Vieni forza, non abbiamo tutta la sera per decidere”

Tobias sospirò, mentre raggiungeva il gruppo e si metteva ad ascoltare le indicazioni di Kevin Murphy.

“Okay, idioti, statemi a sentire, perché non lo ripeterò due volte: sono quasi certo che i secchioni metteranno la loro bandiera qui - ed indicò un punto sulla mappa - È abbastanza nascosto dalla visuale, senza contare che conoscono bene l'area. Oggi pomeriggio un paio di noi sono andati in perlustrazione - ed indicò con un cenno Glass e Dennis – Ora, se i due piccioncini non si sono messi a limonare nel bosco e hanno svolto effettivamente il loro lavoro...”

“Fottiti Murphy”
“Ehm, a dire il vero io sarei gay, quindi...”

“Allora dovrete fare particolare attenzione alle eventuali trappole qui, qui e qui. Sono quasi certo che cercheranno di fare un attacco su più fronti, con vari specchietti per le allodole. Quindi adesso, se Jones e Evans hanno finito di mangiarsi la faccia a vicenda e hanno decenza di tornare fra noi... - esclamò alzando la voce per riprendere il figlio di Apollo e la figlia di Efesto che si staccarono leggermente imbarazzati - Grazie, dicevo voi due dovrete...” e prese a distribuire gli ordini ai vari capigruppo.

Ad un certo punto Kian fermò il gemello: “Aspetta, ed io? Non ci eravamo accordati che facessi parte del gruppo di assalto?”

Kevin si mosse leggermente a disagio: “Ne ho parlato con gli altri, Kian, e alla fine abbiamo deciso che sia il nanetto - ed indicò Arthur, che rispose con il gesto di un dito medio in direzione del fratello - A concentrarsi su quella parte. Penso che sia meglio che tu prenda un gruppetto di un paio di persone e ti concentri sul difendere il lato est”
“Ma... perché?”
Kevin si guardò attorno nervosamente, prima di prenderlo per la spalla e spostarlo lievemente dal gruppo.

“Senti, non voglio raccontarti balle. La scenata di oggi pomeriggio con Morse... beh, diciamo che non mi sei sembrato molto in te, e sai quanto questi giochi possono essere pericolosi se non fai attenzione”
Kian era molto tentato di rispondere in malo modo, ma si limitò a sospirare, prima di annuire: “E va bene, ma solo perché sei tu”
“Che frase sdolcinata, bro”
“Lo so, scordati che la ripeta di nuovo”

I due tornarono dagli altri, e Kevin riprese: “Allora, per il gruppetto di pattuglia del lato est assieme a Kian, avete suggerimenti su chi mandare?”

Tobias ci pensò un po' su, per poi farsi avanti: “Pensavo a mio fratello Ekanta. Non mi sembra molto in forma stasera, e temo che in battaglia possa distrarsi”
“Chi? Oh, intendi Malasorte. E va bene, e speriamo bene, visto che durante l'ultima partita si è imbattuto in un alveare di vespe assassine. Poi chi va? Hicks, che ne dici? Oppure farai l'asociale come tuo solito?”
Glass si morse il labbro inferiore. Non aveva intenzione di passare la serata assieme ad Ekanta, specie dopo il loro incontro quel pomeriggio, ma tra le varie possibilità che aveva davanti le sembrava la migliore. Non era nelle condizioni fisiche e mentali per uno scontro diretto.

“E va bene”

“Perfetto, ora forza! Riferite agli altri le indicazioni, e andiamo a prepararci”

Tobias si avvicinò a passo svelto verso i fratelli: “Bene ragazzi, capitan simpatia Kevin Murphy mi ha appena assegnato i nostri compiti. Beryl, Tony, Hank, voi farete parte del gruppo di difesa della bandiera. Jasmine, Sarah, voi invece seguirete i figli di Apollo nel perimetro. Amy, Dustin, Jake, voi verrete assieme a me nel gruppo d'attacco”

“E io?” domandò confuso Ekanta, notando di essere l'unico a non essere stato ancora chiamato.

“Tu andrai assieme a Kian e Hicks a pattugliare il lato est”
Il ragazzo assunse un'aria contrariata: “Pattuglia? Sul serio? Ma... posso aiutare, Toby, te lo giuro! Perchè devo andare in pattuglia? Lasciami far parte dell'azione!”
Il maggiore lo zittì con un'occhiata: “Ekanta, fa come ti dico, pattuglia la zona, punto. E, per favore, evita di farti uccidere da Murphy o da Hicks per via delle tue lagne. Forza andiamo” e si misero in marcia, con un molto contrariato Ekanta al seguito.

 

 

“Ehi, bello, ma dove eri finito?” domandò curioso Jessie notando Rich arrivare trafelato di corsa. Ambra stava dando le indicazioni ai vari gruppi sugli spostamenti e sulle strategie da adottare ormai da cinque minuti buoni, e vari semidei avevano già iniziato a prendere posizione.

“Scusami Jess - disse solo il ragazzo - Mi sono distratto un attimo mentre mi mettevo l'armatura”
Il fratello gli sorrise, prima di dargli una vigorosa pacca sulla spalla, che per poco non lo mandò disteso a faccia a terra. Per quanto fossero coetanei di età Jessie lo superava di venti centimetri buoni, e al pacchetto si aggiungeva anche il fisico da armadio, che lo aveva reso il più abile spadaccino della casa di Atena.

In quel momento Rich sentì uno scalpiccio di passi e una persona gli saltò addosso da dietro, urlando allegra: “Richie Rich!”
Il figlio di Atena voltò la testa e incontrò il sorriso storto e da piantagrane di Lorcan Cunningham.

“Lorcan - esclamò con un leggero sorriso il castano - Come va?”
“Oh, con me benissimo! Ho appena finito di mettere la maionese nei tubetti di crema abbronzante dei figli di Afrodite, quindi va tutto alla grande!”

Gli altri due lo osservarono per un attimo.

“Scherzi, vero?”
“Ovvio, sono stato tutto il tempo qui a farmi dare le indicazioni su cosa fare! Anche se però non sarebbe male come idea, devo appuntarmela da qualche parte... A proposito Mister Muscolo! - esclamò indicando Jessie - Ho bisogno della tua protezione stasera. Forze oscure minacciano la mia persona e attentano alla mia vita”

“Ma davvero? - domandò il figlio di Atena alzando gli occhi al cielo - E cosa mai potrebbero volere le forze oscure da te, Cunningham? E in ogni caso dubito di poter fare granchè”

“E se ti dico che si tratta di Elaine Middledorf che si vuole vendicare perché le ho tirato un gavettone ieri pomeriggio per poi chiamarla “girasole” e fuggire a gambe levate?”

Rich dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere, cosa di cui invece non si preoccupò Jessie, attirando le occhiate confuse di metà dei semidei lì presenti.

“Lorcan, sei unico. Comunque mi dispiace, ma io faccio parte del contingente di attacco, mentre tu sei in quello di difesa del perimetro - disse il ragazzo asciugandosi gli occhi - Chiedi a qualcun altro... magari Sora?”

“Per quanto quel figlio di Ipno mi stia simpatico mi da un po' l'aria di uno che non riesce a difendere nemmeno sé stesso, quindi passo”
“Allora Crowley, che ne dici?”
“Ottima idea! Ora vado e glielo chiedo! Ehi, Crow-crow, vero che sei disposto a dare una mano ad un amico in difficoltà?!” e si fiondò verso il figlio di Ecate, che lo osservava perplesso.

In quel momento Ambra si avvicinò ai due: “Jessie, vai a prendere il tuo posto a capo del gruppo di attacco, che tra un po' iniziamo”

“Sissignore signora - la prese in giro il ragazzo, allacciandosi l'elmo, prima di strizzare l'occhio a Rich - Ci vediamo dopo, bello, aspetta di vedermi tornare con lo stendardo di Ares” e se ne andò fischiettando allegramente, mentre faceva ruotare la spada nella mano come se fosse un bastone da majorette.

“Ed io cosa faccio? Vado col gruppo del secondo attacco?” domandò il ragazzo, ricordandosi lo schema che avevano elaborato qualche giorno prima.

Ambra si voltò a fissarlo: “Ci sono stati dei cambiamenti nella strategia”
Il giovane la guardò perplesso: “Come scusa?”

“Pattuglierai il lato est assieme ad altre due ragazze - commentò la sorella mentre si metteva a posto l'armatura - Così nel caso qualcuno cerchi di penetrare le nostre difese da lì riuscirete a tenerli a bada abbastanza a lungo da permetterci di prendere la bandiera oppure potrete condurli in alcune delle trappole preparate dai figli di Ermes”
“Ma... perché questo cambiamento improvviso? Ambra, non è da te. Perché l'hai fatto?”

La sorella si voltò, prima di sospirare: “Scusa se sono così diretta, Richard, ma la verità è che dopo l'incidente di oggi pomeriggio non mi fido più granchè ad affidarti ad una delle squadre di assalto o alla difesa della bandiera. Il modo con cui ti sei comportato con Murphy, come hai perso il controllo... non posso permettere che tu lo faccia di nuovo, mettendo in pericolo te o i tuoi compagni” e se ne andò, lasciando l'altro senza parole.

L'australiano rimase fermo imbambolato, fino a che non venne raggiunto da Amelie ed Aimeè.

“Ehi Rich - lo richiamò la russa dandogli una pacca sulla spalla - Sei anche tu nel gruppo di guardia sul lato est, giusto? Allora forza e coraggio, con noi tre nessuno paserà, puoi starne certo!” e si esibì in un largo sorriso.

Rich si limitò ad annuire funereo, prima di mettere l'elmo e seguire le due figlie di Ecate.

 

 

Rich camminava lentamente in mezzo al bosco, mentre il mal di testa si faceva sempre più forte ad ogni passo. Erano in fila indiana: Aimeè davanti come aprifila, lui al centro, e Amelie per concludere.

Purtroppo.

La mora figlia di Ecate non sembrava conoscere il concetto di silenzio. Sin da quando Chirone aveva suonato il corno e aveva dato così il via a Caccia alla bandiera la ragazza non aveva smesso di parlare. Nemmeno per un secondo. E non è che parlasse di cose come strategie o armi o incantesimi. La russa parlava del più e del meno, dell'ultima canzone che aveva ascoltato, dei gossip al Campo, di alcune strane abitudini dei suoi fratelli, dei disastri che di tanto in tanto combinavano con le loro pozioni, e così via.

E lui era costretto a starla a sentire!

Nel frattempo Aimeè continuava a camminare avanti, incurante di quel continuo brusio di sottofondo.

Probabilmente ci era abituata.

Però nonostante tutto Rich non riusciva a distrarsi. Continuava a pensare alle parole di Ambra: “non mi fido più granchè ad affidarti ad una delle squadre di assalto o alla difesa della bandiera”.

Non voleva darlo a vedere, ma quelle parole un po' l'avevano ferito. Ambra era da sempre la sua sorella preferita, quella a cui andava a confidarsi in qualunque occasione (al punto che era l'unica a conoscere il suo, per così dire, “segreto”), e quelle parole... gli avevano fatto male.

Sua sorella non si fidava di lui.

E ciò ovviamente non faceva altro che far crescere dentro di lui la rabbia verso Kian Murphy e le sue stupide battutine. Anche se sapeva che in fondo la colpa era solo sua, aveva esagerato. Ma quel ragazzo...

“Ehi, Rich, stai bene?” intervenne in quel momento Amelie preoccupata, appoggiandogli una mano sulla spalla e facendolo sobbalzare.

Il giovane si voltò e mise su un finto sorriso, prima di annuire: “Sì, certo. Tutto a posto”

Amelie assunse un'aria sospettosa, prima di prenderlo per un braccio e costringerlo a fermarsi.

“Ehi, ma che fai?” domandò sorpreso il giovane, prima di trovarsi faccia a faccia con l'altra.

Rich prese a muoversi leggermente a disagio sul posto, cercando di evitare gli occhi inquisitori della giovane.

“Non mi mentire: cosa c'è che non va?”
“Non ho niente, te lo giuro”

“Balle”

Si guardarono per un attimo diritti negli occhi, verde smeraldo in grigio chiaro, ma alla fine fu il figlio di Atena a cedere con un sospiro: “E va bene. Il fatto è che sto continuando a pensare... a cosa mi ha detto Ambra e ad una cosa successa oggi pomeriggio”

Amelie annuì, prima di fare un cenno alla sorella che si era fermata pochi metri più avanti, notando di non essere più seguita, che li raggiunse confusa.

“Puoi dirci cosa c'è che non va - esclamò la mora mentre si sedevano su di un masso - Ti giuro che né io né Red diremo nulla a nessuno. E poi siamo tra amici” e gli fece l'occhiolino.

Il ragazzo sospirò: “Oggi pomeriggio ho, per così dire, litigato con Murphy”
“Quale dei due?”
“Kian, l'albino. Mi sono arrabbiato in seguito ad un suo commento, e per via di questo Ambra ha cambiato i piani per l'assalto e mi ha mandato a pattugliare il confine est. Coinvolgendo anche voi ragazze, e per questo mi dispiace”
Amelie scrollò le spalle: “Non c'è problema, a me la pattuglia piace. Comunque continua pure”
“Ecco... ho sempre avuto con Ambra un rapporto speciale. L'ho sempre vista come l'unica persona davvero in grado di capirmi. Alcuni dei miei fratelli, come Jessie, mi sembrano più degli amici che altro, Ambra invece è... è come se fosse la mia vera sorella di sangue. E pertanto sapere che non si fidava di me, sapendo bene che in battaglia non mi comporterei mai e poi mai come mi sono comportato all'arena... mi ha fatto male”
L'altra annuì, mentre gli metteva con fare partecipe una mano sulla spalla.

Rich stava quasi per continuare, quando i tre sentirono il rumore di qualcuno che si muoveva poco distante. Subito i ragazzi scattarono in piedi. L'australiano lanciò uno sguardo ad Amelie, che annuì prima di prendere un profondo respiro. All'istante al giovane sembrò di essersi appena tuffato in mare a Marzo. Sentì il gelo corrergli sulla pelle, e quando alla fine aprì gli occhi si trovò completamente invisibile. Vedeva ancora le sue compagne, ma i contorni erano sfocati, e sapeva che per chiunque altro guardando nella loro direzione avrebbe visto solo il vuoto.

Fece un cenno con la testa e tutti e tre si avvicinarono a dove veniva il rumore. Si appostarono dietro a dei cespugli e rimasero zitti in silenzio, non arrischiandosi a guardare.

Si sentiva il rumore di acqua corrente, quindi erano vicini al fiume, il “confine”.

In quel momento li raggiunse una voce femminile parecchio seccata: “Prova ancora a dire una parola, solo una, Ekanta, e giuro che ti ficco il coltello su per dove non batte il sole!”
Un'altra voce, maschile questa volta, sbuffò: “Sto solo facendo delle considerzioni. È permesso Hicks”

“No! Tu non stai facendo delle considerazioni, Williams: tu ti stai lamentando da dieci minuti buoni! Sei esasperante! Perchè poi non lo so”

La voce di Ekanta recitò come una nenia: “Gli antichi accettavano la propria sorte. Nessun moderno si è abbassato a una concessione simile. E ci è estraneo anche il disprezzo della sorte. Troppo manchiamo di saggezza per non amare il destino con dolorosa passione”

Percepirono Glass fermarsi e capirono subito che si era voltata per guardarlo storto: “E questo che Ade voleva dire?”

“È la mia frase di presentazione, il mio biglietto da visita, ecco. E riassume perfettamente la mia filosofia”
“Tu sei suonato, lasciatelo dire”

“Oh per l'amor del... sentite adesso ci fermiamo cinque minuti cinque, voi andate dietro quei cespugli e sfogate la vostra libido repressa, e poi continuiamo a pattugliare, sono stato chiaro? Non ne posso più di starvi a sentire mentre fingete di odiarvi l'un l'altra, mi state facendo venire il mal di testa!” esclamò in quel momento una terza voce. Una voce che Rich riconobbe subito.

“Kian” mormorò solo, per poi mettersi a scrutare attraverso le foglie. Fermi vicino alla riva del fiumiciattolo se ne stavano tre ragazzi in armatura, che discutevano animatamente tra loro. Il figlio di Atena riconobbe subito la figura allampanata di Ekanta, la bassa corporatura di Glass che si stava esibendo in vari gestacci in direzione dei due compagni, e soprattutto la corporatura alta e muscolosa di Kian Murphy.

Per un attimo il castano trovò la cosa ironica: sua sorella lo aveva mandato fin lì per evitare che incontrasse il figlio di Ares, e invece ora se lo trovava davanti, cosa che non sarebbe successa se si fossero attenuti al progetto originario. Inoltre c'era da contare il fatto che erano stati entrambi mandati in pattuglia sul confine est. Non ovest, e neanche sud. Est entrambi. I due ragazzi che avevano provocato il casino all'arena...

La sorpresa di Rich iniziò a tramutarsi man mano in gelido senso di panico.

Qui c'era decisamente qualcosa che non andava.

Viveva in quel mondo abbastanza a lungo da sapere che le cose non avvenivano mai senza una ragione precisa!

In quel momento il giovane notò un movimento proprio dietro i tre ragazzi. Movimento che ovviamente non avevano visto, poiché troppo impegnati a discutere tra loro.

Una sagoma si mosse e si erse in mezzo ai cespugli, mentre due occhi più rossi delle fiamme degli inferi fendevano l'oscurità.

Il suo corpo agì prima della testa. All'istante uscì dal nascondiglio mandando a farsi benedire il cammuffamento con la Foschia gridando: “Dietro di voi!” per poi placcare Kian con una mossa degna del miglior giocatore professionista di football americano.

Il figlio di Ares aveva avuto a malapena il tempo di vedere l'altro ragazzo sbucare fuori dal nulla per poi essere mandato lungo disteso sui sassi della riva. E avrebbe anche protestato, se in quel momento un'enorme figura nera non fosse passata esattamente dove lui era fermo fino a due secondi prima.

Kian si rialzò e le parole gli morirono in gola.

Di fronte a lui, nel bel mezzo del fiume, se ne stava il più grosso segugio infernale che avesse mai visto. Grande quanto un toro, il pelo era nero come la notte, le unghie delle zampe grandi come pugnali, i denti affilati come spade. E poi c'erano gli occhi: rossi e crudeli.

Al suo fianco Rich si rialzò: “Per gli dei...”

Era pallido, e stava visibilmente tremando. Poco distante Ekanta e Glass osservavano attoniti la bestia, uno con in mano la sua spada, l'altra il pugnale. Da dietro i cespugli dall'altra parte della riva erano poi spuntate due ragazze, che il giovane riconobbe come figlie di Ecate.

Beh, questo almeno spiegava come avesse fatto Rich a comparire fuori dal nulla.

“Un segugio infernale... perché deve proprio essere un segugio infernale?” mormorava nel frattempo Ekanta spaventato.

“Per un volta taci, Ekanta, taci! Dobbiamo trovare un modo per scappare da questo casino e riunirci agli altri”

“Non pari determinata neppure tu a combatterlo, eh?” domandò con un sorriso nervoso il figlio di Tyche.

La castana lo fulmino con uno sguardo: “Scusami se voglio vivere, Malasorte. Stiamo parlando di un fottutissimo segugio infernale. Figurati se possiamo sconfiggere questo coso in sei!”

“Ce la possiamo fare - disse in quel momento Kian alzandosi in piedi e mettendosi in posizione di guardia - Ne abbiamo affrontati altri di questi sacchi di pulci durante il nostro addestramento”

Il mostro non parve gradire il termine ed emise un ringhio basso e profondo da far rizzare tutti i peli sul corpo del figlio di Ares.

“Kian, no! - esclamò in quel momento la voce di Rich, facendo trapelare tutto il suo panico - Quello non è un segugio come gli altri!”

“Ma che stai dicendo Morse?”

“Guardalo! Guarda il pelo! È più scuro di quello di un segugio selvatico della foresta del Campo, è-è come se non avesse mai visto la luce del sole! E hai visto gli occhi?! Quegli occhi trasudano malvagità! E poi non ha nessuna cicatrice causata da qualche scontro con un altro animale della foresta! Quello... - il giovane deglutì spaventato - Quello è un segugio dei Campi della pena, viene direttamente dall'Ade!”

A sentire quelle parole tutti e cinque i ragazzi si bloccarono e presero a tremare. Un conto era affrontare un segugio del foresta, un altro era combattere una battaglia persa contro una macchina assassina nata per sterminare interi eserciti.

“Che-che diavolo stai dicendo, Rich?” domandò spaventato Kian.

“Ho-ho letto di loro su di un libro, la descrizione non potrebbe essere più precisa”

“Ma... ma un segugio del genere non vive qui - intervenne Aimeè - Questo vuol dire che qualcuno... qualcuno...”
“Lo ha evocato qui, entro i confini del Campo” concluse per lei Glass.

Una spia, un traditore. Quel pensiero serpeggiò tra i giovani semidei.

Il figlio di Ares si riscosse: “Una cosa per volta. Innanzitutto dobbiamo restare vivi. Che facciamo?” e si voltò a guardare Rich.

“Perché lo chiedi a me?”
“Perché sei un figlio di Atena, maledizione, dovresti essere il più intelligente qui!”

L'australiano deglutì, mentre cercava di non far tremare troppo la spada nella mano. Era vero che era un figlio di Atena, ma lui non aveva ereditato il dono tattico-militare della madre, era un disastro in battaglia. Non sapeva come avrebbero potuto fare a scappare da lì! Erano spacciati, lui non era in grado di aiutarli, non sapeva come sconfiggere il segugio, era inutile, patetico, debole...

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Il giovane spalancò gli occhi sorpreso. Non sapeva da dove veniva quel pensiero, non era neanche sicuro che si trattasse di qualcosa che aveva pensato lui stesso oppure un suggerimento di origine divina.

Alla fine fece come gli era statao detto, chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, ordinando alla sua mente e al suo cuore di calmarsi. Quando riaprì gli occhi... le cose erano diverse. Il mondo sembrava muoversi a rallentatore, e tutt'ad un tratto la situazione non gli sembrava più così disperata.

“Va bene, statemi a sentire - esordì, e fu sorpreso di non sentire neanche una nota di panico nella sua voce, che era invece pacata e ferma - Ekanta, Hicks, spostatevi dietro al Segugio, senza fare movimenti bruschi, mettetevi ai suoi due lati. Kian, tu spostati alla sua destra, io prenderò la sinistra. Amelie, Red, restate dove siete, siete abbastanza distanti da non correre pericoli eccessivi. Non appena vi do il via voglio che una di voi due lanci un segnale luminoso in cielo, come un razzo di quelli che si mandano per chiedere soccorso in mare. L'altra dovrà congelare l'acqua del fiume dove è fermo il Segugio. Allora sarà distratto, e in quel momento io e Kian lo attaccheremo da davanti, per poi allontanarci subito, dando così modo ad Ekanta e a Hicks di attaccarlo alle zampe di dietro. A quel punto il Segugio punterà la sua attenzione su di voi, e qui voglio che tu, Kian, lo attacchi da davanti sulla destra per tenerlo occupato, così da darmi modo di assalirlo sull'altro lato e cercare così di tagliarli il collo”
Gli altri ragazzi lo osservavano a bocca aperta. Non avevano mai visto il castano in un atteggiamento così sicuro.

“Avete capito?” domandò la voce di Rich, riportandoli al mondo reale e facendoli annuire.

Il segugio non aveva ancora attaccato, forse per via della presenza del bronzo celeste, oppure perché non sapeva da chi iniziare, fatto sta che si capiva che non ci sarebbe voluto molto perché assalisse qualcuno.

I semide si spostarono seguendo le indicazioni del figlio di Atena, e quando furono in posizione Rich urlò: “Ora!”

All'istante Aimeè lanciò le braccia in alto, mentre una luce rossa, simile ad un fuoco d'artificio, sfrecciava verso l'alto, illuminando il cielo a giorno. Il mostro ovviamente seguì con lo sguardo il razzo, rimanendo sorpreso di tutta quella luce, e Amelie ne approfittò per slanciare le braccia verso il fiume e urlare, sprigionando tutta la sua magia. Subito il fiumiciattolo congelò, lasciando le zampe della creatura congelate. Il Segugio abbassò lo sguardo sorpreso e Rich e Kian lo attaccarono, ferendolo sulla groppa e sul muso. All'istante il mostro ululò di rabbia e dolore e prese a muoversi, iniziando a rompere il ghiaccio. A quel punto Ekanta e Glass si lanciarono in avanti, ferendo ulteriormente la creatura sulle zampe posteriori. Questa si innarcò, e fece per voltarsi, ritrovandosi però sempre intrappolata. Kian lo assalì, puntando al muso, e il mostro si mise a mordere l'aria con le zanne affilate, lasciando il fianco scoperto. Rich saltò in alto, portandosi la spada sopra la testa e urlando a squarciagola. La spada calò, ferendo il mostro sul collo, e subito un fiotto di sangue nerò come l'inchiostro bagnò le acque congelate. Il Segugio ululò di dolore, mentre i quattro semidei si allontanavano spaventati. Purtroppo la cosa non sembrava averlo ucciso, ma solo ferito gravemente e fatto tremendamente arrabbiare.

“E ora che si fa?!” domandò nel panico Glass.

“Non lo so, speravo che l'attacco lo uccidesse. Datemi un minuto” esclamò Rich, sempre con quel tono di voce basso e scuro, così innaturale per lui.

Il Segugio prese a dimenarsi, ditruggendo la sua gabbia di ghiaccio, e Kian era molto tentato di urlare che non avevano neanche un secondo, figuriamoci un minuto, quando una freccia spuntò sulla groppa della creatura. Questa ululò di nuovo dal dolore, prima che decine di dardi iniziassero a piovergli addosso da tutte le parti. Ben presto del mostro non rimase che polvere.

Subito gli altri campeggiatori uscirono dal bosco e si fiondarono verso i ragazzi.

“Ekanta!”
“Kyo!” urlarono assieme Tobias e Anjelica andando verso il giovane, con aria preoccupata.

Nel frattempo Amelie e Aime erano state raggiunte da Crowley e dagli altri membri della loro casa, che si stavano accertando che fossero tutte intere.

Anche Hicks era stata raggiunta dai suoi fratelli e da Dennis, che la stava studiando per vedere che non avesse ferite di nessun genere.

Kian ebbe a malapena il tempo di registrare questo che fu assalito dal gemello.

“Kian, bro, stai bene?! Che è successo?! Abbiamo visto il segnale e siamo subito corsi a vedere come stavi! Per il divino Ares, era un segugio infernale quello?! Sembrava un idra peloso, diamine! Ti ha fatto qualcosa?! Sei ferito?!” esclamò Kevin preoccupato, mentre lo esaminava da tutte le angolazioni possibli.

Il fratello stava per rispondere quando Chirone si fece avanti, pallido in volto.

Rachel Dare scese dalla sua groppa e prese a guardarsi attorno nervosa.

“Che cosa è successo?” domandò il centauro.

Prima che qualcuno di loro avesse la possibilità di rispondere Rich si fece avanti, scostando Ambra, Jessie e tutti i suoi fratelli, prima di esclamare spaventato: “Chirone, siamo stati attaccati da un segugio dei Campi della Pena! Lo so che sembra assurdo, ma è la verità! Aveva il pelo scuro, e-e non aveva cicatrici, e... e i suoi occhi erano rossi! E, per Atena, Chirone, era... era spaventoso! Io... io non so come abbiamo fatto a sopravvivere! Veniva dall'Ade te lo giuro! Era identico all'immagine sui libri!”

Kian si mise a fissare confuso il figlio di Atena. Stava tremando così tanto da sembrare l'epicentro di un piccolo terremoto, le guance erano rigate da lacrime di terrore, e la voce era rotta e spaventata, al punto che non aveva più alcun legame col tono calmo e pacato di prima.

Il centauro si avvicinò e mise una mano sulla spalla del ragazzo, interrompendolo.

“Richard, rilassati, prendi un respiro profondo. Io ti credo. Ho visto il mostro, non c'è bisogno di essere spaventati. È stato ucciso, non c'è più, siete vivi”

Il figlio di Atena annuì, mentre a stento tratteneva i singhiozzi. Ambra si avvicinò e lo abbracciò, per poi tirarlo a sé per calmarlo.

“Un segugio dei Campi della pena? Brutta storia - mormorava nel frattempo l'oracolo - Chi può averlo evocato? Chi può essere così interessato a uccidere i semidei?”

“A queste domande posso rispondere io!” tuonò in quel momento una voce, prima che un lampo di energia fendesse l'oscurità della notte.

Quando i ragazzi riacquistarono la vista videro fermo al centro della radura un giovane uomo dai ricci castani e scompigliati e una tuta da ginnastica. In mano reggeva un bastone attorno a cui erano intrecciati due serpenti vivi.

“Ermes” fu l'unico commento di Chirone, prima di inchinarsi, presto seguito dagli altri ragazzi.

Il dio annuì con fare grave, prima di esclamare: “Arrivo dall'Olimpo, e temo di portare pessime notizie per tutti noi”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
E per farmi perdonare per il ritardo tra il prologo e il primo capitolo eccomi qui subito con il secondo. Yay!

Ad ogni modo forse questo capitolo è un po' più incentrato dal punto di vista di Rich, ma spero che comunque lo abbiate apprezzato. Ho aggiunto qualche OC in più: Tobias Brooks, figlio di Tyche, mandatomi da Cody020701; Arthur Oakler (finalmente!), figlio di Ares, mandatomi da Aki_and_Ami; Lily Evans figlia di Efesto e Mikael Jones, figlio di Apollo, mandati entrami da Namori superfigo; “Lorcan” Cunningham, figlio di Ermes, mandatomi da Sabaku no Konan Inuzuka; ho citato poi Elaine Middledorf figlia di Demetra, mandatami da Fangirl_3010, e Sora Kobaiashi, figlio di Ipnos, mandatomi da Zuria.

Ci tengo poi a fare una precisazione: in questa fic i segugi infernali possono essere di due tipi: o della Foresta del Campo, in questo caso sono un po' più piccoli e agili, hanno il pelo più chiaro e sono un po' come dei lupi (solo che vivono in solitaria), e poi ci sono i segugi dei Campi della Pena, che arrivano dagli Inferi, sono molto più grossi e molto più crudeli.

Non ho molto altro da dire, ripeto, spero che abbiate apprezzato, e nel prossimo preparatevi ad una riunione di guerra attorno ad un tavolo da ping pong, una profezia disastrosa e un bel po' di angst da parte del nostro Rich.

Ci si vede gente, al prossimo capitolo.

Attenzione: minimo due recensioni per continuare.

P.S: Non aspettatevi il prossimo aggiornamento tanto in fretta come questo.

   
 
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