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Autore: AlessiaOUAT96    12/07/2017    1 recensioni
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
Dal testo:
«Siamo nella stessa lacrima, come il sole e una stella.. Il sole mi parla di te, mi stai ascoltando? Ora la luna mi parla di te: avrò cura di tutto quello che mi hai dato 1» lesse ad alta voce il post che aveva ricevuto così tanti cuoricini che gli venne da vomitare.
“Almeno era riferito a me” pensò cercando di trattenersi dal ridere in faccia al romanticismo di quel post più che scritto da un soldato sembrava opera di un’ adolescente alla presa con la sua prima cotta.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Sono in dovere di dirti una cosa John, e temo non ti piacerà» esordì Sherlock improvvisamente, abbassando con uno scatto il giornale alla ricerca di un caso interessante che, al momento pareva non esistere.

“Perché le persone sono così noiose?”

«Dimmi pure» lo guardò preoccupato, anche se consapevole della teatralità del compagno che spesso tendeva a ingigantire i problemi.

«Mio fratello mi ha convocato per un’urgente missione all’estero e quindi starò via per un po’. Devo essere sincero: temo voglia sfruttare le mie capacità»

John H. Watson non parve sorpreso. Non era la prima volta che succedeva, dopotutto suo fratello era una persona importante e di spicco.
Capì anche il motivo per cui non gli sarebbe piaciuto: avrebbero dovuto separarsi un’altra volta, e questo lo rattristava parecchio. Senza Sherlock le giornate diventavano noiose e lente.
Decise però di provare a persuaderlo a rimanere con lui.

«Che ne dici di andare a quel festival in Giappone? Troviamo qualche offerta last minute e ci facciamo una vacanza»

«Mi stai offrendo una via di fuga?» per un attimo i loro sguardi si incrociarono, e John parve perdersi in quelli chiari di Sherlock, che in ogni momento suggerivano furbizia, intelligenza e quel pizzico di mistero che lo faceva sempre vacillare.

Rispose affermativamente con un semplice “Sì”, sempre mantenendo il contatto visivo nella speranza che lui potesse leggerlo come un libro aperto. A volte John poteva affermare di provare gelosia nei confronti dei clienti; una gelosia senza senso e infondata. Erano solo clienti! Eppure l’essere osservati attentamente da quel suo sguardo magnetico lo infiammava interiormente: voleva che lui leggesse il desiderio che provava in ogni momento che si incrociavano.
Voleva fargli capire il suo stato d'animo, la sua brama di passione che lo avvolgeva ogni volta che lui si fermava a fare uno scanner dei clienti. Lo desiderava sempre di più in quei momenti e voleva che lui lo capisse.

«Tanabata è una festa tradizionale giapponese derivata dall'equivalente festival cinese di Qīxī.
Celebra il ricongiungimento delle divinità Orihime e Hikoboshi, rappresentanti le stelle Vega e Altair. Secondo la leggenda i due amanti vennero separati dalla Via Lattea potendosi incontrare solo una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese lunare del calendario lunisolare.
La festa viene celebrata il 7 luglio, tranne in alcune regioni nelle quali si festeggia il 7 agosto, poiché dal momento in cui il Giappone adottò il calendario gregoriano (1º gennaio 1873) la festa non ha più una data precisa corrispondente alla data originaria, e per questo motivo viene festeggiata in giorni differenti a seconda del luogo, tra il mese di luglio e quello di agosto. È una dei gosekku, le cinque festività maggiori dell'anno 1» disse tutto d’un fiato Sherlock, puntando lo sguardo fuori dalla finestra, osservando la nebbia che stava calando pian piano.

«Cosa?» John si risvegliò dal suo stato di trance, non capendo una parola di quelle appena pronunciate.

«Ti ho appena descritto il festival, dovresti sbrigarti a trovare i biglietti e un alloggio decente»

Watson non se lo fece ripetere due volte. In pochi minuti aveva già prenotato tutto spendendo pochissimo. Non restava che fare le valigie per partire domani stesso.
Nel frattempo Sherlock era andato in cucina ed era tornato con due calici e una bottiglia di spumante ghiacciato. Posò tutto sul tavolino e riempì generosamente i calici.
Dovevano festeggiare la vacanza e la conseguente rinuncia alla missione di suo fratello.

“Pazienza, le sue probabilità avranno calcolato un mio rifiuto. Alla prossima fratello!”

«Perché il vino? No aspetta, non dirmelo» affermò emozionato.

«Alla nostra vacanza caro John!»

I calici vennero alzati e si sentì un delicato tintinnio prima che il contenuto venisse mandato giù e assaporato bollicina dopo bollicina. Era fresco, non troppo dolce e nemmeno troppo secco.
Il soldato non si fece domande riguardo la provenienza della bevanda.  Era fresca e questo bastava, e stava regalando loro attimi di felicità e leggerezza.
Dopo circa un’ora la bottiglia era già finita e i due accusavano i segni della sbornia.

“Di nuovo” pensarono entrambi. La cosa importante era non vomitare tutto in giro per la casa. La signora Hudson non l’avrebbe presa bene, ma loro avrebbero avuto la scusa del viaggio.

In fondo però, gli dispiaceva la situazione in cui l’avrebbero cacciata. Anche perché il vino di sicuro era suo per qualche occasione importante e quindi scolarlo tutto e poi rigurgitarlo in tutto l’appartamento non sarebbe stato decoroso.

«John, perché un corvo assomiglia a una scrivania?»

«Perché mi fai una simile domanda adesso che sono ubriaco?» domandò lasciando andare la testa all’indietro, poggiandola sullo schienale del sofà. Pessima idea che lo costrinse a guardare la sagoma sfocata e ondeggiante del compagno sdraiato sul divano.

«Lo sono anch’io, e vorrei una risposta: mi sto annoiando e non posso risolvere casi in questo stato»

«Non ne ho idea, Sherlock. E sarebbe ora di andare a letto. Domani si parte per il Giappone»

«Le penne John, le penne»

“Le penne.. già..” pensò John sconsolato e con la testa che continuava a martellare, come se una trivella volesse perforargli il cranio.

Senza accorgersene si addormentarono entrambi sul divano con ancora i bicchieri vuoti in mano.
 
 


NDA: Di nuovo salve!
Sto scrivendo più capitoli che posso, vorrei finire in tempo il contest. Ho alzato il rating perché mi sono accorta che Watson prova forti desideri passionali per Sherlock, quindi il verde era troppo basso.
Spero di non aver forzato troppo le cose.. in caso fatemelo sapere. O, se volete lasciate una piccola recensione!
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