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Autore: Francy_Kid    12/07/2017    3 recensioni
~ Sequel di "Masque tombé" e di "Amour masqué" ~
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L'estate sta finendo e presto i nostri eroi dovranno tornare a scuola. Papillon è stato sconfitto ed ora convive "pacificamente" con Ladybug e Chat Noir, che ha scoperto essere Marinette e Adrien, suo figlio.
Lila, dopo la sua ultima battaglia contro i due eroi parigini è riuscita a rubare il Miraculous della volpe ottenendo nuovi poteri, ma un giorno si presenterà a lei una donna nel suo bar preferito che le promette ciò che vuole: vendetta e potere.
L'italiano accetta ed i possessori si ritroveranno in una battaglia contro una creatura mai vista.
Molti segreti sulla creazione dei kwami verranno svelati e le bugie che si erano raccontate per anni cadranno.
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Aggiorno il mercoledì ^^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 32





Il jet privato era fermo sulla pista di atterraggio e, malgrado fossero su una montagna della catena dell'Himalaya non c'era nessuna bufera di neve e nessuno yak ad attenderli per accompagnarli nel covo del cattivo come nei film americani; solo una forte corrente d'aria fredda, e nessuno aveva portato abiti pesanti.

Persone in divisa correvano avanti ed indietro sulla pista, ma ad Adrien saltarono all'occhio due uomini che si stavano avvicinando a loro con lunghe falcate, tenendo sotto braccio quelli che sembravano giacche a vento.

«Mettetevi questi.» esclamò uno dei due, porgendo i giacconi ad ognuno dei portatori, che emanarono un sospiro di piacere quando il caldo li avvolse.

Erano tutti a taglia unica, poiché stavamo parecchio enormi a Marinette e Lila, senza contare che quello di Master Fu strisciava per terra, scatenando le risa dei quattro ragazzi.

«Non è divertente.» esclamò seccato l'anziano, cercando di sistemare l'enorme indumento.
«Invece lo è.» rispose Adrien tra le risate. «È come far indossare ad un bambino di sei anni la giacca di suo padre.»
«Quello che facevi tu, Adrien.» disse con nonchalance lo stilista, camminando non appena Catherine fece loro cenno di seguirla. «Non sai quante giacche o quante camice ritrovavo in salotto o per terra. Ricordo ancora quanto io e tua madre correvamo per casa cercando di prenderti e Nathalie che tentava di bloccarti. Era un periodo di costante movimento.»
«Mi sto immaginando un mini Adrien inseguito da una folla di persone...» disse Plagg, sbucando dal colletto della giacca.
«Era così, infatti.»
«Poveri esseri umani, costretti a stare dietro ad una peste.»
«Il karma mi ha punito con te.» ribatté il ragazzo stringendosi al cappotto in cerca di caldo.
«Ehi, vacci piano!» esclamò offeso il kwami. «Ricordami, chi ti fa i poteri e che ti faceva uscire di nascosto da casa?»
«Tu.» sospirò.
«Bravo.»

Marinette e Tikki alzarono gli occhi al cielo.

Era normale che i due discutessero sulla più piccola delle cose, ma sapevano entrambi che si volevano molto bene.

Tikki cambiò espressione subito dopo, pensando che, visto ciò che li aspettava, discutere sulle piccolezze e ricordare così i bei momenti era la cosa più felice da fare.




 

La prima cosa che Marinette notò dipinto sulle enormi porte di metallo furono due linee curve a formare quello che sembrava un occhio e con lo yin e lo yang a rappresentare la pupilla.

La ragazza ne rimase incuriosita, ma non fece nemmeno in tempo a chiedersi cosa rappresentasse che le ebbero oltrepassate.

Le enormi porte di metallo alle loro spalle si chiusero con un sonoro "clank" una volta entrati e l'aria calda dei termosifoni accesi li invase quasi immediatamente.

Catherine fu la prima a levarsi il cappotto pesante, porgendolo alla guardia che li stava seguendo, per poi fare cenno ai suoi "ospiti" di fare lo stesso.

Non appena l'uomo ebbe recuperato tutti e sette i cappotti si allontanò, sparendo in uno dei vicoli che caratterizzavano quell'enorme e lungo corridoio, dove decine di persone dai camici bianchi camminavano a passo spedito.

Adrien si guardò intorno, con Plagg che sbucava dal colletto della maglietta nera.
«Non mi piace questo posto.» sussurrò il kwami, soffiando come un vero felino.
«Nemmeno a me.» concordò il ragazzo, guardandosi attorno con sospetto.

I portatori seguivano in silenzio Catherine, che parlava con chiunque dei camici bianchi le si avvicinava, dando loro informazioni sul loro lavoro e dove si trovavano determinate stanze. O almeno era quello che Adrien riuscì a tradurre dall'americano.

Senza nemmeno accorgersene, sentì un portellone di metallo chiudersi alle sue spalle, per poi fermarsi di colpo con tutti i suoi compagni.

Quel corridoio era la rappresentazione della casa degli orrori: centinaia di gabbie racchiudevano quelli che sembravano dei mutanti, esattamente come quelli che avevano dovuto combattere a Parigi, ma questi sembravano più deboli e malridotti, come se fossero stati scartati.

Sentì Marinette poggiarsi contro il suo corpo in cerca di sostegno, per poi intrecciare le dita con le sue; sapeva come si sentiva ed era troppo per chiunque vedesse quell'orrendo spettacolo: esseri, un tempo umani, a cui hanno modificato il DNA per ottenere un ibrido perfetto tra uomo e animale.

Queste persone erano davvero malvagie.

Rantoli di agonia e altri suoni tutto tranne che umani rimbombavano in quello spazio che sembrava infinito.

«Continuate a camminare.» esclamò seria Catherine a qualche passo di distanza.

Adrien strinse leggermente la mano della sua ragazza, mescolando la sua espressione di determinazione con quella di terrore e pietà di lei.

Odiava vederla in quello stato e si promise che avrebbe preso a calci nel sedere qualunque mente malvagia che c'era dietro a quell'inferno.

Era una promessa.




 

Null ghignò nel vedere il portatore dell'anello è la portatrice degli orecchini entrare con altre persone, anche loro portatori.

Riusciva a percepire il loro potere malgrado metri di corridori e mura li separassero ed era più che certo che anche i due kwami lo sentivano.

I denti aguzzi sembravano brillare per via della luce degli schermi e, leccandosi le labbra, puntò il suo sguardo sui due piccoli kwami che sbucavano dagli indumenti dei loro padroni.

Sì alzò dalla sedia e, con passo lento ed elegante, ma allo stesso tempo che incuteva timore, camminò verso la porta che conduceva alla stanza in cui si sarebbero incontrati.

«Finalmente è arrivata l'ora della resa dei conti, Portatori.» ghignò, voltandosi per dare un ultimo sguardo agli schermi. «Vediamo chi vincerà oggi.»




 

Catherine si fermò per l'ennesima volta.

Dopo aver Attraversato altro corridoi, i sei portatori si trovarono davanti ad un'altra porta di metallo, non volendo immaginare cosa avrebbero trovato dall'altra parte.

Attraversare una stanza piena di mutanti in agonia e altre dove i camici bianchi effettuavano esperimenti in provetta, mescolando vari intrugli colorati aiutati da sonde e altri utensili che nessuno aveva mai visto.

C'era solo una parola per descrivere ciò che avevano visto: malato.

Malato era chiunque aveva costruito quell'impero della scienza è malato era chiunque lavorava con lui.

La porta davanti a loro si aprì, rivelando un'enorme stanza che sembrava essere un deposito vuoto; il freddo glaciale penetrava dalle pareti spesse e la vernice grigia si staccava dalle pareti per l'umidità del luogo.

Il rumore di passi riecheggiò nella stanza e, dietro di loro, apparve un uomo dai capelli neri spettinati, un paio di occhiali e, anche lui, un camice bianco, che copriva camicia azzurra chiara, cravatta nera e pantaloni neri.

Appena entrò, la porta si richiuse, isolando gli otto in quell'enorme stanza fredda.

Marinette, pensando che lui doveva essere colui che aveva macchianti tutto quanto, digrigno i denti e serrò i pugni, lasciando che Tikki uscisse dal suo nascondiglio assieme a tutti gli altri kwami.

L'uomo sorrise. «Piacere di conoscervi, portatori. Io sono il dottor Mark Julien Kaizen, scienziato capo è proprietario della struttura. È un piacere fare la vostra conoscenza di persona.»
«Meno lo è per noi, mi creda.» esclamò secco Adrien, facendo annuire il suo kwami.
Mark spostò lo sguardo su di lui. «Hai un bel caratterino, Adrien, esattamente come tua madre.»

Il ragazzo sentì il sangue gelarsi nelle vene a quella frase e subito venne fermato da suo padre, che lo afferrò per le spalle.

«Cosa le hai fatto?! Parla maledetto bastardo!» urlò dimenandosi, volendo liberai dalla sua presa per fronteggiare il dottore.
«Martine è ancora viva, anche se per poco.» rispose con nonchalance, notando immediatamente lo sguardo sconvolto dei due Agreste. «E non temere, presto la incontrerai.»

Adrien era impietrito. Non solo era certo del fatto che sua madre era viva, ma era in quel posto spaventoso.

Iniziò a temere che avesse fatto la fine di qualche loro esperimento visto poco prima, che non c'era più modo per farla tornare come prima.

«Noi siamo qui, Mark, ora dicci dov'è Null.» disse Tikki con risolutezza, facendo annuire anche i suoi compagni.
Mark li osservo visibilmente affascinato. «E così voi siete i kwami. E pensare che esseri così minuscoli hanno il potere di decretare l'equilibrio del mondo, dipendendo soltanto dal loro portatore. Fantastico.» aggiunse con un ghigno.
«I nostri portatori sono sempre stati buoni e non hanno mai fatto del male a nessuno!»
«Tranne il Farfallone qui dietr– AHI!» urlò Plagg quando Dusuu gli diede uno scappellotto.
«Sappiate solo questo, piccoli dèi quantistici: d'ora in poi non dovrete più portare quel fardello sulle spalle e potrete finalmente riposare in pace.»
Trixx rabbrividì. «Col cavolo! Noi combatteremo!»
«Combatteremo per proteggere i nostri protetti!» aggiunse Nooroo con determinazione.
«Combatteremo per i nostri fratelli caduti!» pronunciò Wayzz a gran voce, seguito poi da Duusu.
«Combatteremo per ciò che è giusto!»
«Combatteremo per l'equilibrio del mondo e sconfiggeremo Null una volta per tutte!» concluse Tikki stringendo i denti, per poi voltarsi verso Marinette ed annuire con la testa.

«Trasform—»

Le parole dei portatori furono interrotte da un applauso sarcastico proveniente da una specie di balcone a pochi metri di altezza.

Una creatura nera, di cui si vedevano gli occhi rossi, ghignava mentre li guardava dall'alto verso il basso.

«Com'è commovente: i piccoli kwami che fanno discorsi di incoraggiamento. Patetici!» esclamò subito dopo, saltando dalla piattaforma e atterrando in piedi, aiutata dalle sue possenti ali nere.
«Null...» sussurrò Tikki leggermente intimorita, pur mostrando risolutezza.
«Tikki, Plagg, è da tanto che non ci si vede.» ghignò leccandosi le labbra.
«Non ho sentito per niente la tua mancanza, maledetto demone.» sputò Plagg, tirando indietro le orecchie.

Null non aggiunse altro e, con nonchalance, si voltò verso i portatori, mantenendo il suo sguardo divertito.

Adrien fissò la creatura digrignando i denti e serrando i pugni, pensando che la sua voce distorta poteva far rabbrividire chiunque.

«Gabriel e Adrien Agreste. È un piacere conoscervi di persona.»
«Cosa vuoi da me e mio figlio?» ringhiò arrabbiato Gabriel, mettendosi davanti ad Adrien per proteggerlo.

Fu sgranò gli occhi, assumendo un'espressione sorpresa, ed il biondo fu l'unico ad accorgersene.

«Come cosa voglio? Solo rivedervi un'ultima volta.» rispose morbida, famigliare.

L'uomo rimase sulla difensiva, ma Adrien continuava a non capire ciò che stava succedendo, e perché Fu era rimasto così sconvolto.

«Non ci credo...» sussurrò, ma Null lo sentì e lo guardò divertito.
«Il Guardiano ha capito tutto, a quanto pare.» rise malignamente, spostandosi i lunghi capelli biondi dal viso. «Andiamo Gabriel, non riconosci la persona che hai amato?»
Gabriel sentì il sangue raggelasti nelle vene e le gambe cedergli, ma rimase in piedi, combattendo anche il forte capogiro. «Martine






 

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E SI TORNA ALLA GRANDE!

Finalmente ho finito le superiori! Ed ora si parte per l'università! YEY!

Scusate per le due settimane senza aggiornamento, ma sapete in che condizioni ero e vi ringrazio un casino per avermi capita, sostenuta, minacciata anche ahahahahah.

Grazie mille a tutti ^^

Chiedo subito perdono per non aver aggiornato prima, ma ero a Milano con amiche e non ho usato molto il cellulare *risata nervosa*

QUINDI! MERCOLEDÌ SI TORNA AD AGGIORNARE QUESTA FIC E VENERDÌ MONSTER! SONO STRA GASATA! :D

Bene, a venerdì con Monster :3

Ciao ciao :D

Francy_Kid

  
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