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Autore: Andy Tsukimori    13/07/2017    3 recensioni
Light Yagami e Akemi Komori, due persone annoiate, prive di stimoli, intelligenti. Si somigliano molto, come mai?
Akemi no Raito trad. La luce di Akemi, Akemi’s Light.
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Tentato Omicidio  





Akemi era furibonda, mentre Light si vestiva per andare all'appuntamento con quella Misa Amane, lei picchiettava nervosamente sulla testiera del letto e dondolava in aria le gambe, la faccia sul cuscino per non far sentire al giovane Yagami gli sbuffi infastiditi che emetteva con regolarità.
 
 
Light si sistemò i capelli lisci spostandosi delle ciocche dagli occhi felini e poi li posò su Akemi e gli sfuggì una risata.
 
-Che stai facendo?- ridacchiò. Lei se ne stava a pancia in giù sul letto e continuava con i suoi movimenti bizzarri. La prese per una spalla e la girò sulla schiena, scoprendo la sua espressione di disappunto e rise ancora.
 
-Non fare la bambina offesa- la schernì, poi con dolcezza la strinse tra le braccia, stampandole un bacio affettuoso sulla fronte. 
 
 
Akemi per un attimo si sentì in pace, le sue labbra morbide sulla sua fronte le scaturirono un piacevole brivido che la attraversò da parte a parte. Era però ancora infastidita. 
 
 
Lo guardò dalla finestra mentre usciva di casa e camminava verso la stazione. Si diresse in bagno per vestirsi e lavarsi e decise che avrebbe passato quella domenica mattina a dare una mano a Sachiko-san con le faccende casalinghe. Le serviva qualcosa da fare per non pensare a lui e a quella ragazza che ieri sera era piombata nelle loro vite già complicate.
 
 
 
 
-Light!- urlò Misa correndo verso la stazione di Shinjuku, dove il vero Kira la stava aspettando.
Appena fu abbastanza vicina le saltò al collo abbracciandolo con forza.
 
 
Light si sentì strano, non provare quella sensazione di formicolio e calore che accompagnavano gli abbracci di Akemi fu un po' deludente. Scacciò quel pensiero dalla testa e rimise in riga Misa, che stava tentando di dargli un bacio sulla guancia. 
 
 
-Come sta la tua fidanzata?- domandò con innocenza lei. Aveva impostato come orario della morte pochi minuti prima del loro appuntamento, così da avere Light tutto per sé fin da subito.
 
Light inarcò un sopracciglio.
 
-Ti interessa sul serio saperlo?- domandò lui con voce atona. 
 
Lei si lisciò la gonna di pelle che indossava e poi sorrise colpevole.
 
 
-Ho scritto il suo nome sul Death Note- disse.
 
 
Light l'afferrò per le spalle e la scosse.
 
-Che diavolo hai fatto?- domandò su tutte le furie. Quella ragazza era una vera idiota.
 
 
-Scusami Light è che non potevo far a meno di vederla come un grosso ostacolo al mio obiettivo. Dovrebbe essere morta qualche minuto fa. Non dovresti essere così scioccato no? Tu scrivi nomi su nomi sul tuo quaderno- disse lei.
 
 
Light non sapeva cosa dire. Non era sicuro se per lo shock o per la tranquillità con cui Misa aveva azzardato una mossa così, senza pensare alle conseguenze. Prese il telefono al volo e chiamò Akemi.
 
 
-Pronto?- 
 
 
-Stai bene?- ansimò lui.
 
 
Dall'altra parte del telefono la ragazza confermò.
 
-Che succede Light?- domandò preoccupata per il suo tono di voce.
 
 
-Niente ti aggiorno dopo- disse per poi riagganciare.
 
 
-Misa, tu hai gli occhi vero?- le disse tentando di controllare il desiderio impellente che aveva di prenderla a calci.
 
Lei annuì. 
 
-Vedi un sottilissimo filo luminoso che parte da me e si allontana vero?- le domandò.
 
Lei assottigliò lo sguardo, era qualcosa di quasi impercettibile quando Akemi e Light non erano vicini l'uno all'altra.
 
 
-Oh si! Lo vedo- esclamò lei.
 
 
Light prese un profondo respiro per controllare il tono di voce, non sapeva perché il Death Note di Misa non avesse funzionato, ma per poco quella non li aveva uccisi entrambi.
 
 
-Questo filo si collega ad Akemi, se tu uccidi lei, uccidi anche me- disse.
 
 
Misa spalancò gli occhi, poi si voltò verso Rem.
 
 
-È davvero così?- domandò tremante.
 
 
Lo Shinigami osservava Light con curiosità.
 
 
 
-Sapevo di questa possibilità, ma nessuno Shinigami che conosco sa come si fa. Incredibile non pensavo di vedere mai una cosa simile- disse portandosi la mano oblunga sul viso. -Per fortuna Misa ha sbagliato a scrivere ben quattro volte il nome di questa ragazza fortunata, ora con il Death Note di Misa non si può più ucciderla. E ovviamente uccidere te- spiegò con voce roca, indicando col suo dito ossuto Light che istintivamente sospirò.
 
 
-E tu moriresti anche se morisse per cause normali, tipo investita o accoltellata?- domandò Misa, speranzosa di una risposta negativa. 
 
 
-Cosa vuoi fare? Pagare un sicario per ucciderla? Misa se lei muore, muoio anche io e viceversa. Fine della storia- le disse piantandole addosso uno sguardo di rimprovero. Si massaggiò le tempie e poi si passò una mano tra i capelli.
 
-Dove vuoi andare?- domandò.
 
 
 
 
 
 
 
Akemi ci mise un po' per metabolizzare, non sapeva se arrabbiarsi, o essere felice di essere ancora viva grazie alla scarsa attitudine di Misa nella scrittura in katakana [alfabeto giapponese per la scrittura di parole straniere]. Sbatté un'infinità di volte le palpebre per darsi un contegno, ma proprio non riusciva a superare la sorpresa.
 
-Lo so, è stata anche la mia reazione, quando me l'ha detto- aggiunse Light. 
 
 
 
 
Se prima poteva non avere grande simpatia per quella Misa Amane, ora Akemi la detestava. 
 
 
 
 
 
 
Light era venuto a dormire da lei, avevano appena finito di cenare e lei s'infilò in doccia, per conciliare il sonno. Mentre s'insaponava la testa intravide, dal vetro smerigliato della grande doccia, Light che era entrato.
 
 
-Esci subito!- lo riprese coprendosi, nonostante dal vetro si riusciva a malapena a vedere la sua sagoma.
 
 
Light sospirò.
 
-Ma non si vede nulla da qui, sta' calma- 
 
-Non mi interessa, ci sono tre bagni in questa casa!- protestò lei, certa che lui l'avesse fatto apposta.
 
 
Lui sospirò di nuovo e lei lo vide avvicinarsi alla doccia. 
 
-Che fai?- balbettò.
 
 
Lui aprì di colpo la porta scorrevole e entrò, afferrandole il viso con una mano.
 
-Vuoi smetterla?- le disse freddo come il ghiaccio, mentre l'acqua scorreva addosso ai due. Akemi era pietrificata, Light era entrato vestito nella doccia e la stava guardando dritta negli occhi, costringendo lei a fare lo stesso. Era bellissimo. 
 
-P-perfavore esci di qui- balbettò, terrorizzata che lui la osservasse per bene.
 
Lui non sembrava volerne sapere di andarsene le afferrò i polsi e la costrinse al muro.
 
-Perché sei così a disagio? Mi ami no?- le domandò. Lei abbassò lo sguardo.
 
-Continuerò a non sentirmi a mio agio finché anche tu mi amerai- si spiegò, mentre cercava di divincolarsi dalla sua presa. 
 
 
-Non mi sentirai mai dire che ti amo- ribatté Light per poi lasciarla andare ed uscire dalla doccia.
 
 
 
Akemi si infilò a letto Light si stava facendo la doccia, non capiva se avevano litigato o meno. Però era arrabbiata, cercava di farla sentire in colpa quando era lui ad avere dei problemi con le sue emozioni.
 
 
La raggiunse poco dopo, infilandosi sotto le coperte e dandole le spalle. Ha il coraggio di fare l'offeso. Pensò amareggiata dandogli a sua volta le spalle. Stava per addormentarsi quando due braccia muscolose la cinsero da dietro.
 
-Sei proprio una seccatura- le sussurrò all'orecchio Light.
 
 
Akemi sorrise nell'oscurità e si lasciò coccolare dall'abbraccio di Light, addormentandosi come una bambina.
 
 
 
Il giorno dopo andarono all'università. Per Akemi era piacevole, in qualche modo era l'unica cosa normale che lei e Light facevano. Ora che Light è Misa stavano progettando di uccidere L, sentiva uno strano macigno sullo stomaco e quando si concentrava sulle equazioni per il calcolo probabilistico riusciva un po' a distrarsi. Dopo l'ultima lezione della giornata L li raggiunse fuori della facoltà. 
 
-Yagami, Komori-san- disse a mo' di saluto. Nonostante avessero lo stesso identico orario e le stesse lezioni per tutta la giornata Ryuga se ne era stato davanti, lontano da loro.
 
 
Il Secondo Kira aveva mandato alla Sakura TV un ultimo video in cui annunciava la sua resa a voler incontrare Kira. Ma L sospettava che in realtà i due Kira si fossero ormai incontrati e che avessero cominciato a collaborare.
 
Mentre conversavano sulle varie ipotesi, una voce argentina lo interruppe. 
 
-Light!- urlò, dilungandosi fin troppo sulla "i" del suo nome. 
 
 
 
Corse incontro al trio e abbracciò Light, suscitando la curiosità di L, che invece di guardare lei osservava la reazione di Akemi.
 
 
Quella inarcò un sopracciglio e sospirò. 
 
 
-Oh, Ryuga, permettimi di presentarti..- fece per dire Light, ma L lo interruppe.
 
 
-Io lo so chi sei- disse. 
 
Light sussultò impercettibilmente.
 
-Sei Misa Amane, la web idol, ho indovinato?- domandò.
 
Misa batté le mani compiaciuta e confermò a L la sua supposizione.
 
 
-Tu sei un amico di Light?- gli chiese lei squadrandolo da capo a piedi.  
 
 
-Si possiamo dire di sì- rispose lui. Per qualche motivo gli sembrò che Misa stesse totalmente ignorando la presenza di Akemi, chissà se per ostilità o per l'imbarazzo di aver tentato di ucciderla.
 
 
-Voi due vi assomigliate- disse L dando una breve occhiata alle due ragazze, poi però aggiunse -Beh non di tratti, intendo siete entrambe bionde ed entrambe con gli occhi azzurri.
 
 
Con la differenza che i capelli di Misa sono tinti e che porta le lenti azzurre. Pensò inacidita Akemi. Poi si maledì per aver pensato una cosa così idiota e infantile. Prese un bel respiro e si stampò in faccia il sorriso più finto del mondo. Light la vide con la coda dell'occhio e gli scappò una mezza risata. 
 
 
-Non credo che ci somigliamo- disse Misa sorridente, una punta di odio nel suo tono.
 
 
-Infatti Ryuga, anche io credo non ci sia proprio nulla di simile, anche i capelli, quelli di Misa sono più aranciati e lisci- disse Light. Poi si illuminò. Misa aveva L davanti, voleva dire che aveva visto il suo nome. Esultò interiormente, non vedeva l'ora di scoprirlo per ucciderlo. Era fatta ormai.
 
 
 
-Ho un set fotografico qui vicino, perché dopo non passi a fare un salto Light?- disse speranzosa.
 
 
Quello scosse la testa.
 
-Ho da fare, questo pomeriggio ho da fare con Akemi- disse lui.
 
 
 
Akemi sussultò, lei non ne sapeva nulla. 
 
 
-Ah ho capito, va bene vorrà dire che mi raggiungerai un'altra volta- constatò lei delusa.
 
 
Si allontanò non prima di aver scoccato un'occhiataccia ad Akemi.
 
 
-Light sembra che tu sia in guai grossi- disse L dopo che Misa si fu allontanata. Quel suo commento era abbastanza fuori luogo, lo sapeva, ma ora che c'era una ragazza a ronzargli attorno vedeva una lontana speranza di avvicinarsi ad Akemi. 
 
 
-E perché dici così?- disse lui ancora esagitato, non vedeva l'ora di ucciderlo.
 
 
-Beh la tua amante ha incontrato la fidanzatina ufficiale, devo ammettere che sono geloso- lo stuzzicò.
 
 
Ma quella frecciata colpì solo Akemi, che strinse i pugni.
 
 
-Ma che dici, Misa è solo un'amica, anche se ci conosciamo proprio perché ha tentato di agganciarmi in una biblioteca- mentì lui.
 
 
L si portò l'indice alle labbra, era segno che nella sua testa stava accadendo qualcosa di più complesso di quanto non trasparisse.
 
 
-Andiamo Light?- disse Akemi che non aveva voglia di sentirli ricominciare a parlare di Kira. -Per qualsiasi cosa chia..- disse voltandosi verso Ryuga, quando incrociò vide che la osservava con quella solita intensità che la faceva arrossire -Chiamaci- balbettò.
 
 
 
 
 
-Quale sarebbe l'impegno che abbiamo io e te questo pomeriggio?- domandò lei mentre camminavano mano nella mano verso la stazione.
 
Lui tirò fuori il cellulare, sorridendo in maniera inquietante.
 
-Non potevo certo andarmene con Misa, L si sarebbe insospettito- disse mentre cercava in rubrica il numero di Misa. Aveva comprato un cellulare usa e getta per queste evenienze, inviava messaggi che non lasciavano nessun tipo di traccia telematica dopo circa due minuti che venivano inviati. 
 
 
-Chiamami- le scrisse. 
 
 
Light si stava innervosendo, Misa non le aveva risposto e non gli sembrava il caso di mandare un altro messaggio, sapeva che Misa gli avrebbe risposto subito se avesse potuto. Sussultò quando squillò il suo cellulare normale, era pronto a rimproverare quella stupida, ma poi lesse sullo schermo.
 
 
         葉でき 里矢が  L  [Hideki Ryūga/L]
 
 
-Pronto?- rispose, simulando spensieratezza.
 
 
-Mi dispiace interrompere i vostri piani romantici, ma abbiamo catturato un sospettato, crediamo che sia il Secondo Kira- disse la voce di L dall'altro capo del ricevitore.
 
 
Light ebbe un pessimo presentimento, Misa non si era fatta per nulla sentire, non poteva essere un caso. L'avevano catturata. 
 
 
-Davvero? Arriviamo subito- disse per poi riattaccare. 
 
 
-Scendiamo a Setagaya- informò Akemi.
 
Lei si stirò e si alzò in piedi, per scendere alla fermata a cui stavano arrivando.
 
-Perché?- domandò incuriosita.
 
 
-Da li prendiamo un taxi per raggiungere L. Mi ha chiamato dicendomi che hanno catturato il probabile secondo Kira. Sono quasi sicuro che si tratta di Misa- sbuffò.
 
 
-Ma... Se Misa fa' il tuo nome, tu- esclamò Akemi.
 
-Lo so, ma non succederà- la interruppe lui.
 
 
Raggiunsero L e gli agenti e finsero estrema sorpresa di vedere Misa attraverso uno schermo, legata e imbavagliata. 
 
 
-È uno scherzo Ryuga-san?- disse Akemi appena furono davanti i grandi schermi. 
 
Quello si avvicinò alla ragazza sulla sedia girevole con in mano un sorbetto alla fragola e gliene porse uno. Lei lo afferrò e prese posto sul bracciolo della sedia di L.
 
-Chiamatemi solo ed esclusivamente Ryuzaki, mai L- specificò. Light prese dell'acqua da un erogatore e si posizionò su una sedia da ufficio libera.
 
-Allora, dicci, che ci fa Misa Amane lì?- disse Light moderando man mano sempre di più la sua sorpresa per sembrare naturale.
 
 
-Non ne siamo certi, ma ci sono buone probabilità. Sul web abbiamo notato che è un'accanita sostenitrice di Kira, le telecamere di sorveglianza della Sakura TV l'hanno inquadrata più volte poco prima che le cassette venissero recapitate via posta- si spiegò.
 
 
 
-Non è un po' poco per incriminare qualcuno?- disse Light. Akemi tutto sommato era contenta che Misa fosse reclusa e quindi incapace di nuocere o di appicciarsi a Light. Stette zitta in attesa di sentire cosa aveva da dire Ryuga o Ryuzaki o comunque si volesse far chiamare. 
 
 
-Ma lei non è incriminata, credo che sappia qualcosa però, questo è un interrogatorio- su spiegò lui.
 
 
-Più una tortura- s'intromise Matsuda, che proprio non condivideva quella misura un po' drastica.
 
 
L schiacciò il tasto dell'interfono che lo collegava agli altoparlanti del bunker in cui Misa era tenuta. 
 
 
-Ti senti di confessare ora?- disse, la sua voce arrivava a Misa distorta e metallica.
 
 
Lei fece cenno di no. L lasciò andare il pulsante e si tirò indietro appoggiandosi allo schienale della sedia, aveva finito il suo sorbetto.
 
 
-Dice che non sa niente, ma è ancora presto per avere una confessione- disse. 
 
 
Furono un pomeriggio e una serata improduttivi, Misa si rifiutò di collaborare per tutto il tempo, supplicando di venire rilasciata le poche volte che le toglievano il bavaglio. 
 
 
 
Quella notte dormirono separati, ognuno nel proprio letto. Erano entrambi troppo tesi per farsi le coccole, se Misa avesse pronunciato il nome di Light, lui si sarebbe preso la pena capitale e Akemi sarebbe morta di conseguenza.
 
 
 
 
La ragazza strinse con forza un cuscino imbottito del letto, non voleva perdere la vita ora che aveva acquistato un gusto migliore. Le sembrava di aver appena cominciato a vivere normalmente. Sperò con tutta sé stessa che Misa tenesse duro. 
 
 
Nel cuore della notte udì un rumore di vetri rotti. Piombò giù dal letto terrorizzata e afferrò al volo il telefono. Cercò tra i pochi numeri in rubrica quello del giovane Yagami.
 
 
"Qualcuno è entrato in casa mia, sto morendo di paura. Ti prego vieni qui" 
 
 
Probabilmente Light stava già dormendo, ma non sapeva a chi altro scrivere, lui era il suo unico riferimento a Tokyo. 
 
 
 
Dal piano di sotto delle voci profonde e dei passi celeri, si chiuse a chiave in camera sua e rimase in ascolto. Due uomini sfondarono la porta, dietro di loro L e Soichiro-san.
 
 
-Mi volete spiegare che diavolo succede?- domandò lei con gli occhi lucidi per lo spavento.
 
 
L sembrava infuriato. Aveva appena ricevuto la peggior notizia possibile. Misa Amane era crollata dicendo che era stata Akemi Komori a dirle di spedire quelle videocassette. Lui lì per lì non ci aveva creduto, ma poi ricollegando una serie di piccoli collegamenti con Kira, il materiale si è rivelato più che sufficiente per richiedere un interrogatorio. Se Akemi fosse stata veramente Kira o il Secondo Kira, cosa avrebbe fatto? Doveva assolutamente togliere qualsiasi sospetto ci fosse su di lei. Ora la guardava con rabbia, sembrava sorpresa e spaventata di vederli lì.
 
 
 
-Amane Misa dopo 7 ore di interrogatorio ha fatto il tuo nome. Sei in arresto come sospettato Secondo Kira o Kira stesso- sussurrò, quasi come se non avesse fiato necessario per dire una cosa così orribile.
 
 
Akemi sgranò i suoi occhioni azzurri e poi si voltò verso il sovrintendente, che non aveva il coraggio di guardarla negli occhi.
 
-Lei non crede a questa pagliacciata vedo?- domandò. -Vero? Mi dica che si fida di me!- urlò.
 
 
Quello spostò i suoi occhi su di lei, avevano lo stesso colore dorato di Light. -Io credo che tu sia innocente Akemi-chan, ma non posso provarlo- sputò fra i denti. Per qualche motivo non voleva vedere quella ragazza legata come un pazzo criminale. Gli si stringeva il cuore a doverla ammanettare, ma procedé all'arresto.
 
 
 
Akemi si sentì tradita. Non da Misa, non c'era da aspettarsi altro da una che il primo giorno che l'aveva vista aveva tentato di ucciderla senza problemi. Si sentiva tradita da Soichiro-san e maggiormente da L. Pensava di piacerle e un po' piaceva anche a lei. 
 
 
 
 
Light fece irruzione nel quartiere generale. Aveva letto il messaggio di Akemi e preoccupato l'aveva raggiunta trovando le ampie portefinestre del salone in pezzi. Subito dopo aveva ricevuto un messaggio di L che lo informava dell'arresto della ragazza. Entrò a passo spedito, aveva uno sguardo così spaventoso che gli altri agenti temerono volesse uccidere L. Dovettero fermarlo in due, prendendolo per le braccia. 
 
-Mi spieghi che cazzo significa? Che c'entra Akemi?- ringhiò dimenandosi per liberarsi dalla presa, di tutti era l'unica che proprio non c'entrava nulla con quella faccenda.
 
 
-Misa ha fatto il suo nome- ribadì L, glielo aveva già scritto per messaggio.
 
 
-Non mi interessa che cosa ha detto Misa, conosci Akemi! Non schiaccia nemmeno gli insetti perché le fanno pena, secondo te potrebbe essere Kira?- urlò, lo sguardo iniettato di sangue. 
 
 
-Rilassati, è semplicemente sotto interrogatorio, voglio chiarirmi alcuni punti sui quali ho grandi dubbi- disse lui con una punta di rabbia nella voce. 
 
Light per la prima volta posò lo sguardo sui grandi schermi e vide solo Misa. 
 
-Dove la tenete?- gridò colmo di rabbia, non gli importava di farsi scoprire, sarebbe andato a prenderla.
 
-Temevo questa tua reazione, con lei non puoi essere lucido, è in un'altra stanza che a te non verrà comunicata. Le abbiamo dato un siero che viene utilizzato dalla CIA per gli interrogatori, si tratta di un farmaco sintetizzato che le provocherà nausee e giramenti di testa, niente di che, ma dopo poche ore i soggetti interrogati non ne possono più e confessano tutto quello che sanno. Devo sapere se ha a che fare con questi omicidi o meno- l'ultima frase la sibilò, era chiaro che per L era qualcosa di personale. Light l'aveva capito bene e questa cosa lo faceva infuriare ancora di più.
 
-Allora rinchiudi anche me, o metto sottosopra questo posto per trovarla!- ringhiò. 
 
 
 
Ciao a tutti! Prossimo capitolo già pronto! (Due recensioni e lo posto! Mi raccomando fatemi sapere se vi piace!)
 
Andy Tsukimori
 
   
 
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