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Autore: Rosheen    13/07/2017    2 recensioni
In principio vi era il Nulla.
Il Primo esisteva nel Vuoto, e il Vuoto era il suo Regno.
Ma il Primo si sentiva solo, così parlò, e dalle sue parole nacque il Tutto.
E Tutti erano felici.
E Tutto era in Pace.
Ma il Primo parlò troppo, e nel suo creare il Tutto scatenò l’ira del Nulla.
E così parlò di Lui.
E tutto fu Fuoco.
E tutto fu Morte.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Distruttore di Mondi'
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GENESI

 
 
 
 
 
In principio vi era il Nulla.
Il Primo esisteva nel Vuoto, e il Vuoto era il Suo Regno.
Ma il Primo si sentiva solo, così parlò, e dalle Sue parole nacque il Tutto.
Parlò della Luce e del Buio, della Terra e del Cielo, parlò dei Mondi, degli animali e di tutte le creature che li popolavano. Parlò dell’Acqua e del Fuoco, delle Lune e dei Soli e grazie al Suo verbo presero forma gli Dei e Semidei, i Suoi figli, e li mise a governare sui Mondi e sui Regni, sugli animali e tutte le creature, sul Bene e sul Male, sulla Vita e sulla Morte, sull’Equilibrio e sul Caos.
E tutti erano felici.
E Tutto era in Pace.
Ma il Primo parlò troppo, e nel suo creare il Tutto scatenò l’ira del Nulla.
E così parlò di Lui.
Parlò della progenie maledetta, figlia del Vuoto e del Nulla, nemica del Tutto e del Primo, colui che sempre era e sempre sarà e lo chiamò Ancalagon.
Ancalagon ripudiò il Primo e si allontanò da Lui e venne cresciuto dall’Odio e dalla Distruzione. Plasmò la sua forma in quella del Fuoco e dell’Aria, della Forza e della Paura e si fece Drago. L’Odio gli sussurrò all’orecchio di come il Cielo e la Terra, il Bene e il Male, i Mondi e le creature che il Primo aveva creato offendessero con la loro esistenza suo padre, il Vuoto, e la Distruzione lo convinse con fredde parole a portarla con sé in quei Mondi, dove avrebbe dispiegato le sue ali nere e iniziato il suo volo di Morte.
E così Ancalagon il Nero dispiegò le ali e volò sui fiumi e sulle montagne, sulle case dei mortali e su quelle dei suoi fratelli, gli Dei, e con l’Odio nel cuore e la Distruzione nelle fiamme prosciugò i fiumi e frantumò le montagne, bruciò vivi i mortali e assediò le case dei suoi fratelli.
E Tutto fu Fuoco.
E Tutto fu Morte.
Il Nulla gioì dell’operato di suo figlio, perché grazie a lui Tutto stava morendo e presto sarebbe scomparso per lasciare il posto a lei e al Vuoto, e il Primo non avrebbe potuto fare niente per impedirlo.
Ma quando Tutto sembrava perduto accadde qualcosa che Ancalagon non aveva previsto: il Primo parlò. Questa volta si rivolse direttamente ai Suoi figli, mortali e divini, dicendo loro di non temere, di non lasciare che i loro cuori venissero oscurati dalla Paura e dalla Disperazione. Li cullò al suono della Sua Voce cantando loro di Pace e Vittoria, ordinando loro di combattere al fianco di Forza, Coraggio e Valore, araldi del Bene, e di cercare colei che sola avrebbe potuto sconfiggere Ancalagon: Speranza.
In molti fra i mortali e gli Dei partirono alla sua ricerca, accompagnati da Valore, Forza e Coraggio: la cercarono nei letti dei fiumi prosciugati, fra le macerie delle montagne calpestate e nei cimiteri delle case distrutte, ma di lei non vi era alcuna traccia.
La ricerca li portò a scontrarsi coi figli di Ancalagon, generati dalla Disperazione e cresciuti dalla Furia, i Draghi Neri. I Cercatori, per quanto forti e coraggiosi, continuavano a perire sotto i loro colpi, lacerati dai loro artigli e dilaniati dalle loro zanne.
Il Primo non rimase fermo a guardare e parlò di una nuova stirpe votata alla Protezione e al Bene, i Draghi d’Oro. Essi combatterono contro i loro cugini, i Draghi Neri, e mentre la battaglia tra di loro infuriava i Cercatori poterono tornare alla loro missione. Ma nessuno di loro riusciva a trovare Speranza, perché lei era ancora giovane e la sua Voce debole, e nessuno riusciva a sentirla.
E tutti la invocavano.
E tutti la cercavano.
Furono due sorelle, Innocenza e Purezza, a trovarla: esse pregavano ogni giorno che Speranza giungesse in loro soccorso e il tanto pregare arrivò alle orecchie di Speranza. Ella si destò, uscì dal suo torpore e raggiunse le due sorelle raccontando di come avesse udito le loro preghiere e quelle di tutti e rivelò loro come sconfiggere Ancalagon, affidandogli il compito di andare a diffondere la sua Parola in tutti i Mondi.
Innocenza e Purezza partirono, valicarono le montagne e guadarono i fiumi e si recarono nelle case degli Dei e dei mortali, diffondendo il verbo di Speranza. La notizia giunse anche alle orecchie dei Cercatori che interruppero la loro ricerca e si misero in marcia per fare ritorno alle loro dimore. Quando il verbo venne udito da tutti e tutti furono pronti ad ascoltare, Speranza parlò nuovamente: rivelò come poter sconfiggere Ancalagon.
E tutti ascoltarono.
E tutti compresero.
Ancalagon, che era venuto a conoscenza di quanto accaduto, ruggì la sua collera e chiamò i suoi figli e seguaci a sé e dispose loro di scendere sulla terra dei mortali dove insieme, in una battaglia all’ultimo sangue, avrebbero distrutto Speranza.
Tutti unirono le forze e scesero in campo per affrontare nella battaglia finale Ancalagon e i suoi discepoli.
Il Bene e il Male benedirono i rispettivi eserciti; Forza, Valore e Coraggio si disposero in prima linea pronti ad affrontare Debolezza, Codardia e Paura; i Draghi d’Oro ruggirono e turbinarono le loro ali contro i Draghi Neri, che arrotarono le zanne e soffiarono il loro Fuoco al Cielo; Innocenza e Purezza, mano nella mano, passarono fra le fila dei cavalieri rincuorandoli con dolci parole mentre Furia e Collera sibilavano ai loro parole di Disperazione e Angoscia.
E in testa ai due eserciti vi erano Speranza e Ancalagon, pronti ad affrontarsi e ad ingaggiare la battaglia finale.
Il Primo e il Vuoto, dall’alto dei loro Regni, osservavano e attendevano.
Ancalagon il Digrignadenti ruggì, e la battaglia ebbe inizio.
Il suo esercito si scagliò con ferocia su quello di Speranza, riversandosi con la forza del Mare in piena. Ma i loro colpi continuavano a mancarli e il loro Fuoco non riusciva a bruciarli, perché tutti loro erano protetti.
Speranza sapeva che per sconfiggere Ancalagon vi era un unico modo: tutti si misero a cantare, a pregare, a parlare di come, finché fossero rimasti uniti, mai avrebbero temuto la Morte, mai avrebbero agito per mano della Rabbia e della Collera, mai si sarebbero lasciati prendere dalla Paura e dalla Disperazione, mai i loro cuori sarebbero stati dominati dall’Odio e dalla Distruzione.
E mai, mai più avrebbero parlato di Ancalagon.
Lo avrebbero dimenticato, relegandolo nel Vuoto dal quale era stato generato e il Nulla sarebbe stata per sempre la sua prigione.
Ancalagon tentò di resistere ma le loro Voci erano molte e forti e alla fine si vide costretto ad ascoltarle. Fuggì dal campo di battaglia, scappò e si nascose nel Vuoto dove questi lo accolse ed imprigionò, perché così era stato detto e così doveva essere fatto.
Vittoria impugnò la sua spada dorata e la puntò contro l’esercito del Male, dichiarandolo sconfitto. L’esercito, senza più il suo generale a guidarli, si disperse, correndo a nascondersi lontano dalle forze del Bene.
E i canti e le grida di gioia di Speranza e dei suoi compagni furono tanti e forti e arrivarono fino alle orecchie del Primo. Egli sorrise e parlò di come le loro case sarebbero state ricostruite, le montagne sarebbero tornate integre e i fiumi sarebbero stati nuovamente pieni di Acqua fresca e zampillante.
Parlò loro di Gioia e Pace e tutti le accolsero come vecchie amiche e festeggiarono con loro.
I festeggiamenti durarono tre giorni e tre notti; all’alba del quarto giorno, Speranza era scomparsa. Tutti la cercarono dovunque, ma per quanto guardassero nessuno riusciva a trovarla.
Fu quando tutti stavano per cedere alla Disperazione che Speranza parlò. Li rassicurò dicendo loro di non preoccuparsi poiché non se ne era andata, bensì era rinata: era entrata dentro ognuno di loro, dentro i loro cuori, così che non li avrebbe mai abbandonati e che se mai un giorno avessero avuto bisogno di lei non avrebbero dovuto far altro che cercarla dentro di sé.
E tutti furono felici.
E tutto fu in Pace.

   
 
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