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Autore: Emmastory    14/07/2017    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XVII

Vecchi e nuovi amici

Una settimana. Sette lunghi giorni che erano ormai trascorsi, scomparendo dalle vita di ognuno di noi. Dopo qualche giorno di rinfrescante pioggia, il sole è tornato a splendere, e quello odierno, è per qualcuno un giorno speciale. Il compleanno di Lienard. Il primo dei miei nipotini, fratello maggiore di Erin e Cecilia. Contrariamente a loro, che hanno ancora cinque anni, lui oggi ne compie sei, e malgrado sia mattina presto, è già in piedi. Non ha dormito, ma solo perché era troppo eccitato all’idea di scartare i suoi regali. In piedi come lui, noi adulti gli stiamo accanto, e proprio questa mattina, Alisia ha scelto di preparargli una torta. Ricoperta di cioccolato, proprio come gli piace. “Grazie mamma.” Disse, sorridendole e zampettandole intorno come un passerotto mentre lei si occupava ad accendere le sue candeline. Per l’occasione, c’eravamo davvero tutti, incluso Basil, che ne aveva approfittato anche per vedere di nuovo Isaac, e scoprire che gran bel ragazzo il tempo lo aveva fatto diventare. Alla sua vista, Basil l’abbracciò forte, e poi fece gli auguri al bambino, presentandosi anche alle sorelline. Timide come mai prima, loro esitarono, ma sotto il consiglio della madre, si presentarono a loro volta, sorridendo con la bocca e con il cuore. “Sei carina, sai?” disse Basil a Cecilia, abbassandosi al suo livello e pizzicandole una guancia. “E io?” s’intromise allora Erin, triste perché completamente ignorata dal nuovo arrivato. “Lo sei anche tu, è ovvio.” Rispose lui, sorridendole al solo scopo di confortarla. Di lì a poco, le candeline sulla torta vennero accese e poi spente da Lienard con un soffio, e subito dopo, ci spostammo tutti in giardino. Lui non lo sapeva, ma il suo regalo migliore, che avrebbe surclassato perfino i suoi tanto amati dinosauri di plastica, ricevuti dal padre adottivo appena l’anno prima, era proprio lì fuori. In qualità di mio complice in questa sorpresa, Stefan ci guidò sapientemente fino al giardino, per poi allontanarsi da noi e sollevare una scatola chiusa da sotto un albero. Camminando, si avvicinò di nuovo, e posandola a terra, sorrise. “Avanti, aprila. Incuriosito, Lienard mosse qualche incerto passo in avanti, abbassandosi per cercare di toccarla. Proprio in quel momento, qualcosa si mosse al suo interno, e per un attimo, temetti che l’intera sorpresa venisse rovinata. Leggermente spaventato, il bambino si ritrasse, e non volendo che aiutarlo, Alisia lo affiancò in quel momento così speciale. Con un gesto della mano, guidò la mano del figlio finchè la scatola non si aprì, e in quel preciso istante, tutto gli fu chiaro. Dalla scatola in questione, infatti, uscirono zampettando i  cuccioli di Myra, vicini alla madre ma desiderosi di scoprire il mondo circostante. “Cuccioli!” gridarono le gemelle, felici tanto quanto il fratello. “Sono per noi?” chiese poi Lienard, confuso e gioioso al tempo stesso. In silenzio, non feci che sorridere, e dopo qualche secondo passato a scambiarsi con me veloci occhiate d’intesa, Alisia prese la parola. “Potete sceglierne soltanto uno.” Disse, rivolgendosi ai bambini in tono dolce e serio. A quelle parole, i piccoli non risposero, e limitandosi a giocare con i cuccioli, finirono letteralmente per ignorare noi grandi. Rimanendo vicini, li guardavamo divertirsi, giocando a lasciarsi inseguire da quegli adorabili cagnolini. Fra un passo e l’altro, questi abbaiavano, e inciampando, Lienard cadde rovinosamente fra l’erba. Inizialmente, pensai si fosse fatto male, ma poi lo vidi ridere assieme alle sorelle, anche loro inginocchiate per terra con i cuccioli. Ridevano divertendosi tutti come matti, e poco dopo, Alisia li chiamò a sé. “Allora, avete scelto?” chiese, attendendo in silenzio una qualsiasi risposta. Non sapendo cosa dire, i bambini la guardarono, per poi spostare lo sguardo su quelle dolci creaturine. A loro dire tutte bellissime, e così adorabili da impedirti di decidere. Il loro silenzio si protrasse calando su tutto il giardino, e in quell’istante, il cucciolo dal pelo nero si fece avanti, abbaiando con insistenza. Seppur non volendo, i bambini avevano finito per ignorarlo, e quel piccolo animale non riusciva ad accettarlo. “Ci sono anch’io.” Sembrava dire, continuando ad abbaiare finchè Alisia ed io non lo guardammo. Rispondendo a quella sorta di richiamo, Lienard lo guardò a sua volta, e puntando il dito nella sua direzione, si decise. “Quello!” disse infatti, più convinto che mai. “Sì, quello!” risposero le sorelle, dandogli manforte. Quasi a voler di nuovo farsi sentire, il cucciolo abbaiò ancora, avvicinandosi poi alle gemelle. Abbassandosi, Cecilia lo prese in braccio, poi raggiunse la mamma. “È pesante!” si lamentò, facendo uno sforzo per tenerlo con sé e mostrandolo alla madre. Con un sorriso stampato sul muso, il cagnolino le leccò il viso in maniera giocosa, guardandola poi con i suoi occhioni scuri. “E anche bavoso.” Continuò, consegnando quella piccola peste alla madre e pulendosi leggermente il viso con la mano. Guardandola, Alisia si lasciò sfuggire una risatina, e in quel preciso istante, Ilmion comparve sulla scena. “Gli manca soltanto un nome.” Osservò, per poi scivolare nel silenzio e concentrarsi sui bambini. In silenzio, ci pensarono per un attimo, poi Lienard ebbe un’idea. “Max.” Disse soltanto, decidendo in quel momento il nome del cagnolino. Incuriosito, Ilmion si avvicinò, e dopo averlo accarezzato, diede ragione al figlio. “Sì, Max. Mi piace.” Rispose, sorridendo e scompigliando la zazzera bionda del bambino. A quel gesto, lui non si ritrasse, e sorridendo, si mostrò felice. La sera scese poi lenta, e al momento di rientrare in casa, anch’io fui felice almeno tanto quanto lui e le sue sorelle. Insieme alla sua intera famiglia, aveva festeggiato il suo sesto compleanno, e tutti avevamo qualcosa di cui essere orgogliosi. Lui aveva appena visto un suo desiderio realizzarsi, ed io avevo finalmente rincontrato Basil. In altre parole, quelle giornata era stata caratterizzata dalla presenza di vecchi e nuovi amici.
   
 
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