Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: samv_s    14/07/2017    3 recensioni
Jimin continuò ad osservarlo con sguardo scettico: uno come Yoongi non era solito aiutare le persone, eppure in quel momento gli stava offrendo una mano per conquistare il rosso.
"Accetto." Disse, quindi. Tentar non nuoce, no?
Vmin//Yoonmin. Accenni Namjin
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Tu cosa!?” La voce di Jimin richiamò l’attenzione dei clienti vicini e quando il corvino se ne rese conto, cercò di darsi un contegno e di mascherare il crescente rossore sulle sue guance. Di tutte le iniziative, quella era in assoluto la più stupida che avesse mai potuto avere Min Yoongi.
“Tu hai le pigne al posto del cervello, e questa ne è la conferma!” Aggiunse poco dopo il minore, portandosi le mani a tirare qualche ciocca di capelli: non avrebbe più parlato con Taehyung, non dopo quello, e avrebbe detto addio a la sua possibilità di starci assieme.
“Quanto sei esagerato, ho semplicemente detto che ci stavamo sentendo. La reazione che ne è seguita mi ha dato la conferma certa che il mio caro amico e completamente andato per te. Adesso basterà solo pressarlo un poco, e vedrai che in poco tempo lascerà Hoseok per stare con te.” Il tono di voce del maggiore sembrava così pacato, quasi scocciato.
“Ma ti senti quando parli? Sono i tuoi più cari amici, ma sembra che tu non prova un briciolo di compassione nei loro riguardi.” Jimin non poteva pensarci, lui una cosa del genere ai suoi migliori amici non l’avrebbe mai potuta fare. Possibile che Yoongi non provasse affetto per Taehyung ed Hoseok? Era umanamente impossibile.
“Senti. – iniziò poco dopo il grigio sbuffando. – Le cose non sono iniziate così, avevo visto in te il ragazzo giusto per Taehyung. Lui ha decisamente bisogno di uno come te al suo fianco, e non di uno come Hoseok che è più pazzo di lui. Le cose si sono evolute in questo modo e se vuoi realmente metterti con lui, beh stai al piano.” Le parole di Yoongi lo colpirono, come se l’altro gli avesse appena tirato un pugno dritto in faccia: aveva notato un cambiamento d’umore quando il maggiore aveva pronunciato “ha decisamente bisogno di uno come te” e ciò gli fece pensare che, in fin dei conti, il grigio tenesse moltissimo a Taehyung come ad Hoseok. Certo, le cose erano cambiate e li avevano portati a scegliere la via più dolorosa, quelle che avrebbe comportato cuori infranti. Ma Jimin aveva compreso anche che Yoongi aveva ragione su tutto, e che incavolarsi con lui dopo che il latte era già stavo versato, era praticamente inutile.
Il corvino abbassò il capo osservando il poco di riso nella ciotola e la carne ancora sulla brace: quando il maggiore l’aveva telefonato dicendogli che avrebbero dovuto parlare, di certo non si sarebbe aspettato una notizia simile.
Ma ormai c’era dentro, volente o nolente. Non sapeva cosa sarebbe successo nello specifico, non sapeva se lui e Taehyung avrebbero continuato a parlare come avevano fatto fino a quel momento. Ma era la sua unica opportunità, l’unica scelta che lo avrebbe spronato a cacciare fuori un Jimin diverso, più audace.
“Va bene.” Biascicò poco dopo facendo sogghignare Yoongi.

***

Il giorno seguente, Jimin avrebbe preferito rimanere a casa. Sapeva che avrebbe potuto occupare il tempo a prepararsi per il test di storia, oppure a ripetere i passi della nuova coreografia, o avrebbe potuto anche ripulire camera sua. In realtà, avrebbe pulito casa sua da cima a fondo pur di non andare a scuola.
Ma sua madre sembrava essere di tutt’altro avviso poiché al terzo richiamo, salì lei stessa per togliere le coperte di dosso al figlio. Jimin, sentendo il vento di inizio ottobre accapponargli la pelle, fu costretto ad alzarsi e a prepararsi.
In breve tempo si ritrovò davanti all’imponente edificio scolastico. Deglutì piano.
“Ciao.” La voce calma di Yoongi lo svegliò dal suo stato di trance. Poco dopo, la sua chioma grigiastra entrò nel campo visivo di Jimin. Non l’aveva mai visto così puntuale.
“Taehyung mi ha appena inviato un messaggio dicendomi che oggi non sarebbe venuto a scuola. – A quelle parole, il corvino tirò un sospiro di sollievo: la paura e l’ansia che da quella mattina lo stavano accompagnando, diminuirono notevolmente. – E sinceramente l’avevo immaginato, ma rimane Hoseok da convincere. Avvisa pure i tuoi amici, a pranzo mangeremo assieme.” E così concludendo, si avviò per primo verso le porte principali. Jimin studiò il passo lento di Yoongi, si soffermò sulle mani affondate nelle tasche dei pantaloni ed i capelli tinti leggermente mossi dal vento. La sua intera figura, sembrava emanare calma e compostezza: cose che Jimin aveva sperimentato davvero pochissime volte nella sua vita.
Ed in quel momento, sentì un moto di invidia crescere dentro di lui. Invidia per il perfetto autocontrollo di Min Yoongi, per la sua calma che sapeva mantenere in ogni contesto.
Perché mentre il maggiore fra i due aveva detto quelle parole con estrema naturalezza, al solo sentir pronunciare il nome di Hoseok, Jimin aveva sentito l’ansia ritornare più forte di prima e le gambe molli come gelatina. Più pensava alla pausa pranzo, più le immagini dell’arancio che non gli credeva e che lo accusava di essersi rubato Taehyung, si facevano vivide nella sua mente.
Quello poteva ritenersi il peggior lunedì della sua intera esistenza.

***

“Ciao ragazzi!” Tutti e quattro i ragazzi già seduti al tavolo, alzarono la testa incontrando la figura sorridente di Hoseok e quella scocciata di Yoongi.
L’ora pranzo sembrava esser giunta più velocemente del solito, ed il corvino stava pregando tutte le divinità possibili che finisse con altrettanta rapidità: sentiva già i palmi delle mani sudaticci.
I due nuovi arrivati presero posto: Hoseok accanto a Jungkook, di fronte a Jimin, mentre Yoongi al fianco di quest’ultimo. All’inizio ci furono semplici domande di circostanza – con l’aggiunta di Seokjin che si lamentava per il suo test di inglese andato sicuramente male – poi ognuno si concentrò sulle pietanze che riempivano i vassoi.
Fu circa a metà che Hoseok tirò in mezzo l’argomento.
“Non sapevo che vi frequentasse, quando Yoongi oggi me l’ha detto stentavo a crederci.” Queste furono le sue parole, che fecero arrestare Jimin con le bacchette a mezz’aria. Ripreso un briciolo di autocontrollo poco dopo, alzò il capo sorridendo appena. Cosa avrebbe dovuto dire? Sentiva la gola secca e la voce venir meno.
“Oh beh. – iniziò Seokjin per lui dopo diversi minuti di silenzio. – È stata una sorpresa anche per noi. Ma sapevo che questi due ci nascondessero qualcosa!” Ed accompagnò il tutto con una leggera risata, coinvolgendo anche gli altri.
“E da quanto va avanti?” Chiese curioso Hoseok, il sorriso sempre stampato in viso. L’ansia di Jimin sempre lì presente.
“Sarà circa una settimana. -  Se ne uscì semplicemente Yoongi, attirando l’attenzione degli altri su di sé. – Sai, prima del tuo arrivo ero solito trattenermi fuori la classe di Taehyung per parlare. Spesso mi capitava di osservare Jimin e il più delle volte pensavo che fosse molto carino, poi un giorno ho deciso di chiedere il numero a Taehyung e da lì abbiamo iniziato a sentirci.” Hoseok sorrise congratulandosi entusiasta con entrambi, ed affermando che finalmente qualcuno era riuscito a sciogliere il cuore di ghiaccio del suo caro amico. Aveva sorriso ad entrambi, poi era ritornato a mangiare il suo riso come se niente fosse. Degli altri quattro, non si poteva dire la stessa cosa: Jimin li aveva avvisati che Yoongi aveva messo su un piano davvero elaborato, preparando un discorso adatto e semplice per far risultare il più vero possibile il loro rapporto. Eppure, mai si sarebbero aspettati una naturalezza del genere nel raccontare i fatti. Jimin in particolare, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua figura, imbambolato sul posto e con la bocca leggermente dischiusa. Ancora ricordava come la sera prima, il grigio gli avesse detto che avrebbe a tutto avrebbe pensato lui e che il suo ruolo era quello di assecondarlo e di sorridere. Ma mai si sarebbe aspettato un’organizzazione simile, né che Hoseok gli credesse così rapidamente.
E mentre ripensava alle parole di Yoongi, ancora con lo sguardo fisso sulla sua figura, le sue guance si tinsero di un leggero rossore immaginando veramente il maggiore osservarlo per giorni prima di chiedere il suo numero a Taehyung. Fu solo quando il grigio si girò nella sua direzione osservandolo a sua volta, che Jimin abbassò il capo imbarazzato cercando di rimuovere quei pensieri.

***

Il pranzo si era concluso nel migliore dei modi e ad un certo punto, Jimin si era anche rilassato godendosi quei pochi minuti rimanenti prima del suono della campanella. Hoseok non aveva fatto altre domande – si era limitato a lanciare qualche rapida occhiatina e a sorridere sornione – ed il corvino era giunto alla conclusione che nonostante l’arancio e Taehyung stessero insieme, era impossibile odiare Hoseok. Il fatto che gli stesse simpatico, anzi, lo metteva in una situazione decisamente più spiacevole: con quella farsa sua e di Yoongi, un giorno avrebbe ferito il suo cuore così puro e gentile.
Più ci pensava, più la volta di rivelare tutto aumentava in lui.
Poco dopo, la campanella suonò avvertendoli che le ultime ore di scuola erano vicine. Tutti e sei si alzarono dal tavolo e si diressero verso l’uscita. Arrivati davanti alle scale, tutti i più grandi del gruppo salutarono Jimin e Jungkook avviandosi al piano superiore.Lasciati soli, i due si incamminarono verso la loro classe.
“Yoongi ci ha colpiti tutti quanti, non ci aspettavamo una naturalezza simile. Sembrava un racconto così reale!” Un Jungkook entusiasta richiamò l’attenzione di Jimin, che in quel momento ricordò le parole del maggiore. Le sue guance tornarono a colorarsi di rosso.
“Oh-ehm…non me l’aspettavo nemmeno io.” Rispose con la testa china, mentre si grattava la nuca imbarazzato. Cosa gli stava prendendo? Sembrava una ragazzina alla sua prima cotta, per di più una cotta per il ragazzo sbagliato.
Doveva darsi una calmata.
“Jungkook-ah, vado un momento in bagno. Se dovesse esserci già il professore in classe, avvisalo che arrivo subito!” Urlò Jimin mentre già tornava indietro per andare in bagno, lasciando Jungkook solo.
Quando aprì la porta dei bagni, si ritrovò davanti il viso di Hoseok.
“Uh, scusami.” Rispose frettolosamente Jimin scansandosi e lasciando libero il passaggio.”
“Come mai qui?” Chiese il poi, leggermente confuso: sul loro piano i bagni c’erano.
“Questi sono più puliti.” Ammise l’altro sorridendo ed uscendo dal bagno. Ma prima che si potesse richiudere la porta alle sue spalle, la bloccò con una mano.
“Tu e Yoongi siete molto carini. Coppia un po' stramba, ma sono felice che abbia trovato uno come te. Mi piacerebbe tanto fare un’uscita a quattro: sai, voi due ed io e Taehyung.” Aggiunse Hoseok, ed il cuore di Jimin riprese a battere troppo forte.
“S-si, sarebbe una bella idea.” Balbettò piano, l’ansia nuovamente alle stelle.
“Perfetto! – Esclamò Hoseok. – Ne parlerò con Yoongi.” Concluse e poi lasciò andare finalmente la porta.
Quando la figura del maggiore sparì definitivamente, Jimin si appoggiò ai lavandini stringendo con forza il lavabo.
La sua fine era vicina.

***

Nonostante Jimin avesse sperato fino alla fine, l’uscita a quattro era stata concordata per quello stesso sabato. E da quando Yoongi glielo aveva comunicato – con quel suo tono perennemente scocciato – la settimana sembrava esser volata troppo rapidamente. Inoltre, Taehyung era tornato a scuola e all’inizio la situazione era stata abbastanza imbarazzante: all’inizio si erano limitati a semplici sguardi fugaci – e in quelle occasioni, il corvino aveva osservato come gli occhi del rosso fossero velati di tristezza – e dopo i primi due pranzi in mensa, le cose erano nettamente migliorate.
Taehyung stava accettando pian piano la relazione che legava il suo migliore amico e Jimin, ma stava ancora combattendo con le sue emozioni. Non aveva alcuna intenzione di ferire Hoseok, perché nonostante il fatto che stessero insieme, c’era una profonda amicizia che li legava. Ma doveva andarci con i piedi di piombo, altrimenti avrebbe incasinato tutto.
E sapeva che l’uscita a coppie di quel sabato, avrebbe messo tutti a dura prova.

Quando il telefono posto sul comodino prese a squillare, Jimin scattò in piedi aggiustandosi la camicia. Era un fascio di nervi.
“Scendi, sto giù.” Yoongi non gli diede nemmeno il tempo di aprir bocca che concluse la telefonata. Jimin sbuffò ancora più turbato, prima di prendere la giacca di pelle e scendere al piano inferiore. Salutata sua madre, si richiuse la porta di casa sua alle spalle avvicinandosi al maggiore.
“Ciao.” Disse semplicemente il corvino facendo voltare Yoongi nella sua direzione. Questi rimase per un momento in silenzio notando quanto l’altro con del semplice trucco e dei vestiti diversi, sembrasse totalmente un’altra persona. Poi, per non essere beccato in flagrante, fece un leggero cenno con la testa e porse poi un casco laccato in nero a Jimin.
“Dobbiamo andare con quella?” Chiese il minore, gli occhi spalancati per la paura. Non era mai stato un appassionato di moto.
“È un semplice motorino 125, e stai tranquillo che non andrò veloce.” Sbuffò Yoongi montando in sella ed incitando Jimin ad imitarlo. L’altro, ancora titubante, si infilò il casco e salì sul motorino cingendo imbarazzato i fianchi di Yoongi.

***

Sedevano tutti e quattro in un locale molto carino nel centro città, conosciuta per il suo buonissimo Tteokbokki*.  La saletta era piena, tipico del sabato sera, ma Hoseok aveva sapientemente prenotato un tavolo per quattro.
Adesso, tutti aspettavano in religioso silenzio che le loro ordinazioni arrivassero.
“Bene. – ruppe il silenzio Hoseok. – Tutto bene in questi giorni Jimin?” Chiese facendo alzare lo sguardo al diretto interessato.
“Uhm…si, tutto bene. La scuola sta iniziando a farsi sentire, ma nulla di diverso dagli anni precedenti. A te invece, trovi differenze con l’organizzazione in Giappone?” Il corvino si complimentò con sé stesso per aver fatto un discorso così lungo e senza balbettare più di tanto.
“Sono felice che tu me l’abbia chiesto! Posso affermare con certezza che a Shibuya* passavo molte più ore chinato sui libri.” Il ragazzo rise leggermente coinvolgendo anche Jimin.
Il resto del tempo di attesa, passò fra una chiacchierata e l’altra. I più attivi erano Jimin e Hoseok che passarono molto tempo a parlare delle loro esperienze in Giappone – tempo fa, anche Jimin era stato lì a casa dei suoi nonni trasferitesi anni prima – mentre Taehyung e Yoongi si limitavano ad intervenire di tanto in tanto.
A differenza di come l’aveva immaginato, tutto stava procedendo in tranquillità e Jimin poté anche rilassarsi e non pensare più ad una possibile fine catastrofica.

Dopo aver concluso la loro cena, avevano deciso di andare ad un karaoke lì vicino e passata la prima ora a cantare canzoni a squarciagola e a bere shottini di soju, Hoseok fin troppo euforico se ne era uscito col voler giocare a obbligo e verità. Taehyung e Yoongi, che avevano continuato a non partecipare con grande entusiasmo, in quel momento si erano risvegliati come dal loro stato di trance e avevano acconsentito.
Finita la terza bottiglia, quindi, liberarono il piccolo tavolino spostando i bicchieri e i microfoni. Hoseok si alzò autoproclamandosi come addetto a far girare la bottiglia. Al primo round, sia Jimin che Yoongi non erano stati sorteggiati ma non ebbero la stessa fortuna al secondo giro.
Quando poi la bottiglia indicò Yoongi, questo si umettò le labbra e ghignò leggermente prima di osservare la figura di Taehyung, improvvisamente attento.
“Obbligo o verità?” Aveva chiesto Hoseok, ed il grigio aveva risposto “obbligo” senza alcuna esitazione.
La bottiglia era stata nuovamente girata mentre l’arancio quasi urlava che lo avrebbe obbligato a baciare…Jimin.
Il collo della bottiglia aveva puntato Jimin.
Ed in quel momento, il corvino seppe di aver parlato troppo presto: qualcuno lassù sembrava odiarlo veramente.
Si voltò lentamente, prima in direzione di Taehyung – il quale cercava di mascherare la sua espressione sconvolta – poi verso Yoongi, che manteneva una calma quasi spaventosa.
“Non posso astenermi? Non mi piacciono le effusioni in pubblico.” Biasciò Jimin, sentendo il viso andare completamente a fuoco. Ma Hoseok non volle sapere nulla anzi, lo spinse maggiormente verso il grigio.
E prima che Jimin potesse cercare un altro modo per evitare la situazione, sentì le dite affusolate e fredde di Yoongi sulle sue guance super accaldate e le sue labbra sottili e leggermente screpolate, posarsi sulle sue morbidi in un bacio casto.
Fu questione di pochi attimi, attimi in cui Jimin sentì il suo stomaco fare le capriole, prima che Yoongi si staccasse e prendesse a guardarlo. Sentì quegli occhi così scuri fissarlo intensamente, come se volesse scavargli dentro e non resistette molto prima di abbassare gli occhi per nascondere il viso ormai rosso peperone.
Quello che ne seguì, le urla entusiaste di Hoseok, gli arrivarono come un suono ovattato. Completamente sovrastato dal battito accelerato del suo cuore.


 



Tteokbokki​: sono gnocchi di riso bolliti immersi i una salsa piccante, molto famosi in Corea.
Shibuya​: uno dei 23 quartieri di Tokyo.


 

 

​Non state affatto sognando, sto veramente pubblicando prima della scadenza. Segnate questi eventi, sono rari!
​In ogni caso, questa pubblicazione anticipata ha un suo perché: le vacanze sembrano essere arrivate anche per me, e molto probabilmente tra domani e domenica partirò (o almeno lo spero, dato che sono ancora in fase mozzarellina). Ho quindi deciso di pubblicare oggi per non rischiare, anche perché non so se riuscirò a postare un nuovo capitolo settimana prossima.
​Ci sono tante, troppe cose su cui vorrei soffermarmi - in primis il fatto che ho sclerato come una matta per la scena finale - però mi limiterò ad urlare: YOONMIN GENTE!
​Inoltre vorrei precisare delle cose: non ho idea di come sia il sistema scolastico, né in Corea né in Giappone e non penso sia possibile nemmeno che gli adolescenti prendano il patentino 125. Essendo una storia totalmente nata dalla mia mente malata, è tutto frutto di fantasia (o insomma, giù di lì, dato che queste sono cose che in Italia accadono, ma ssh).
​Ringrazio tutti quelli che continuano ad inserire la storia fra le preferie/seguite/ricordate; a chi recensisce e a chi fa aumentare sempre più le visualizzazione. Ogni giorno, mi sento meglio vedendo tutti quei numeri aumentare.
Prima che questo spazio autrice diventi più lungo del capitolo, mi dileguo.
​Un bacione e alla prossima.
​Sam.


 

 

   
 
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