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Autore: _fioredineve_    15/07/2017    1 recensioni
[...] "Hai visto mamma e papà?" chiese poi lei, speranzosa di una risposta positiva "Loro..." lo sguardo del fratello era cambiato, gli occhi celesti gli si riempirono di lacrime ma sembrò trattenerle con tutte le sue forze "Fateci passare!" entrambi vennero spintonati mentre due barelle bianche e con due corpi coperti dai teli venivano trasportati all'interno della Sala "Michael..." il ragazzo non rispose, annuì solamente "Non è vero..." sussurrò appena, un suono così leggero da non essere udito neanche in un canyon "Non è vero..." la voce si alzò, gli occhi scuri come l'ebano fissi in quelli celesti del fratello [...]
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Antonin Dolohov, Famiglia Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Primo capitolo Secondo capitolo.


L'aria le mancava, si sentiva come in apnea, il gelo la circondava. Sapeva di star sognando nuovamente, ma ciò non le impediva di percepire ancora tutte quelle sensazioni orrende legate alla guerra, ciò non le vietava di sentirsi nuovamente come quel giorno.
"Lucy, prenditi cura di tua sorella"
fu un sussurro lontano, simile alla dolce voce della madre, simile al tono che ogni mattina riservava a lei ed ai suoi fratelli per svegliarli "Stai sempre con lei, proteggila, tu sei l'unica che può comprendere il suo potere"  furono, invece, le parole del padre. Parole sempre fredde e distanti, ma a tratti delicate e rare come i fiori che riuscivano a sbocciare nelle crepe dell'asfalto.
"Quale potere?" un'esplosione, delle urla, poi il silenzio; vagava ancora da sola per gli immensi corridoi del castello, tutto sembrava tacere nuovamente dopo quell'esplosione che l'aveva sconvolta fin dentro l'anima, era tanto se anche essa fosse rimasta integra. Ad un tratto una forte folata di vento la colpì in pieno petto, spingendola sempre più indietro, cercò di ancorarsi con tutte le sue forze su quel pavimento ricoperto di macerie e corpi privi di vita, provò ad aggrapparsi ad una delle colonne portarti ancora integre, ma il vento ebbe la meglio, si ritrovò sbattuta nella Sala Grande... o meglio, dinanzi alle porte della Sala Grande, esse si spalancarono come per invitarla ad entrare. Deglutì, aveva capito di che scena si trattava, aveva capito cosa avrebbe rivisto in quel momento, chiuse gli occhi stringendo le braccia intorno al suo busto in cerca di un appiglio, di un conforto, di calore. Ma non vi trovò niente di tutto ciò.
Continuò ad avanzare nell'enorme stanza, a destra e sinistra le file di barelle coperte da teli bianchi e persone piegate sui corpi dei propri cari: amici, genitori, nonni, sorelle, fratelli, figli. Poco più avanti, al centro della Sala, c'erano due ragazzi entrambi dai capelli scuri stretti in un abbraccio doloroso.
"No, no" sussurrò tra le labbra fini, non voleva rivivere quel momento, non di nuovo, non adesso. Non voleva ricaderci.
"Lucy...." sussurrò Michael affranto, le lacrime presero a sgorgare anche dal suo viso "Lucy, svegliati" si ritrovò tra le braccia del fratello, al posto dell'immagine che aveva di lei prima  "Mike... non ci riesco!" la disperazione prese possesso del suo corpo minuto trascinandola nel dolore. Si portò le mani al cuore, stringendo la maglietta tra le dita facendo sbiancare le nocche sporche di sangue e terra "Lucy, svegliati, ora!"spalancò gli occhi ritrovandosi nel suo letto, a fissare il soffitto incantanto da flebili luci somiglianti a stelle, ma piccole come lucciole. Era solo un sogno, un incubo, un ricordo.
Si alzò di fretta, doveva scacciare quei pensieri dalla mente.

Ormai la guerra era finita, tutto finito.
Tranne il dolore che Lucy provava. Aveva mantenuto la promessa: quella di tornare a casa e prendersi cura di Sophie e la nonna, quella di portare avanti il negozio di famiglia.
Insieme al fratello aveva preso a gestire quel piccolo negozio all'angolo  tra la strada babbana e quella del mondo magico. Ogni mattina alle 6.00 si alzava, si preparava e scendeva al piano inferiore dove si trovava il negozio, ogni mattina curava le piante e riempiva le ceste con i fiori freschi, colti quella mattina stessa dal fratello.
Sorrideva allegra ai passanti e parlava amichevolmente con qualche anziano e qualche bambino che passava di lì.
"Hei, Lucy, guarda" la piccola Sophie uscì correndo dal negozio stringendo tra le piccole mani una ghirlanda di fiori bianchi, candidi come la neve: era il suo passatempo, spesso i fiori non venivano venduti tutti entro la giornata e la piccola Sophie li usava per abbellire casa, i capelli della sorella maggiore e i suoi. Neanche Michael riusciva ad evitare le ghirlande.
"Che meraviglia Sophie" le accarezzò dolcemente i capelli biondi, luminosi come il sole estivo, caratteristica presa dalla madre.
"La vuoi indossare?" Lucy sorrise alla bambina, annuendo e abbassandosi in ginocchio dinanzi a lei "Ecco, ora somigli ad una delle fatine di cui la nonna parla"
"Beh, in effetti un po' è vero" la voce del fratello maggiore attirò l'attenzione di entrambe le sorelle.
"Sono quasi le tre del pomeriggio Mike, ti sembra l'ora?" disse scherzando la ragazza alzandosi e prendendo Sophie tra le braccia "E' che questa mattina mi sono alzato all'alba per prendere i fiori, poi la sveglia non è suonata" disse scusandosi il ragazzo, Lucy sorrise "Apprezzo molto ciò che fai..."
"Tu fai più di me qui, Lucy. Guardati: hai diciotto anni, ti prendi cura di questo negozio e dei fiori come fossero la tua unica ragione. Allo stesso tempo ti prendi cura di me, Sophie e della nonna, senza mai chiedere niente, senza mai far notare la tua tristezza" Michael lasciò una dolce carezza tra i capelli scuri della sorella così simili ai suoi, il tono che scandiva lento e dispiaciuto ogni singola parola.
"Lucy, sei triste?" chiese preoccupata la bambina, Lucy sorrise amorevolmente "Oh no, no, non sono triste, piccola" e Sophie le regalò uno di quei sorrisi enormi, sdentati, capaci di scaldare anche il cuore più freddo.
"Che ne dici di preparare un'altra coroncina di fiori per me?" chiese Michael, la piccola annuì scendendo in modo aggraziato dalle braccia della sorella maggiore e allegramente cantando rientrò in negozio, tra i tanti fiori.
"Glielo diremo prima o poi?" entrambi guardavano verso il restro del bancone allestito da piante e cesti colmi di fiori "Sì, ma spero il più tardi possibile"
"Soffrirà come noi?" Lucy sospirò alla domanda del fratello "Spero di no" sussurrò poi tornando a prendersi cura delle piante troppo esposte al sole. Lucy e Michael avevano paura nel rivelare ciò che era accaduto ai loro genitori, vedevano Sophie troppo piccola e sensibile per poterle dire una cosa tanto grande e dolorosa; neanche loro che erano pronti ad una cosa simile sono riusciti ad affrontare del tutto quella perdita e il dolore che li ha avvolti da un momento all'altro, come un mantello invisibile.
"Hai consegnato tu i fiori ai Weasley?" chiese Michael rientrando in negozio senza trovare però il bigliettino dell'ordine, Lucy guardò il fratello, confusa "No, sono stata tutta la mattinata in negozio, però..." e sospirò per poi ridere "E' stata la nonna"  concluse scuotendo la testa, lasciando uscire dal codino alto qualche ciocca scura troppo corta.
"Cosa?!" chiese confuso il ragazzo che con l'aiuto della magia annaffiava le piante e rinfrescava i fiori nei vari vasi "La nonna l'ha fatto di nuovo" disse la ragazza facendo spallucce, sistemando alcune composizioni floreali "Ha usato di nuovo la polisucco?"
"Esattamente" ed eccola sbucare dal nulla, con un cappello a punta completamente viola, stonava tremendamente su quel vestito grigio a tinta unita "Dovresti smetterla di prendere le sue sembianze" più che un rimprovero da parte del ragazzo, sembrava una supplica esasperata "E tu glielo lasci pure fare" disse poi girando il capo verso la sorella "Non ci trovo niente di male" fece spallucce la ragazza uscendo dal negozio per aprire il tendone: il sole cominciava ad essere più caldo e l'aria asfissiante.

"Dovresti prenderti qualche giorno di riposo"
"Non ne ho bisogno, nonna. Anzi, penso che quella che debba prendersi un periodo di riposo sia tu" disse quasi con derisione nelle parole, il rapporto tra loro era così semplice e spontaneo.
"Mi sento estremamente offesa" disse la donna fingendo di essere offesa per poi scoppiare in una sonora risata, Lucy aveva sempre pensato che quella della nonna fosse la risata più contagiosa in assoluto.
"Nonna, posso porti una domanda?" la voce della ragazza era diventata seria, quasi atona "Certo, dimmi pure" la donna si sedette su uno dei gradini all'entrata, ormai la notte era giunta come d'abitudine, i grilli già cantavano. Lucy posò l'ultimo vaso decorato all'interno del negozio e si sedette accanto a lei "Vedi... ho fatto di nuovo quel sogno"
"Oh, Lucy, dovresti andare al San Mungo per farti dare qualcosa per questi tuoi incubi e..." la interruppe scuotendo la testa "Il punto non è questo: mamma e papà prima di separarci mi hanno detto di fare attenzione a Sophie, di proteggerla perchè solo io posso comprendere il suo potere. E ogni notte sento le loro voci ripetermi queste parole attraverso i miei sogni, tu sai cosa significa, cosa intendevano, vero?" la donna sospirò affranta, Lucy in quel momento potè leggere tutto il dolore tra le rughe del suo viso e in quegli occhi verdi come i prati primaverili, appannati a causa di quel velo scuro di stanchezza contro quel dolore.
Non parlò, sospirò solamente "Se devo proteggerla, prendermi cura di lei, credo di avere il diritto di saperlo" continuò ammirando il cielo limpido di quella notte estiva e tiepida come l'abbraccio di una madre "E' difficile da spiegare"
"Almeno provaci, per me è importante" le afferrò le mani tra le sue facendo incontrare gli occhi suoi, scuri come il manto della notte più scura e priva di stelle, con quelli verdi della donna davanti a lei.
"Seguimi, ti racconterò tutto quello che devi sapere" ed entrambe si alzarono, chiudendosi le porte del negozio alle spalle, dirette al piano superiore della casa.
L'aria nei polmoni arrivava a fatica, la gola le si seccò, le gambe le tremavano, il cuore pompava più sangue del previsto: perchè ora aveva tutta questa paura?
Perchè aveva paura di una verità che neanche lei conosceva?


BEEEEEENE...
S
ono scomparsa per un po', lo so, ma sappiate che era per cause giuste: esame di maturità. Fortunatamente tutto bene, uscita anche con un buon punteggio, ora non mi resta che aspettare il diploma per poter iniziare la mia carriera lavorativa (machissene).
Prima di tutto vorrei dirvi una cosa: ho adorato scrivere questo capitolo, e come avrete notato (per chi mi ha seguito anche nelle mie storie) il mio stile sembra stia cambiando, lo apprezzo molto anche perchè sta prendendo una forma del tutto diversa dal precedente.
Spero di essere riuscita a dare una forma precisa a questi nuovi quattro personaggi a cui, in questo momento, mi sento particolarmente legata, senza ovvi motivi.
Il capitolo in se non da spazio a molte cose e risposte: come ad esempio la parte finale, secondo voi di cosa tratta questo segreto/verità?
La mia mente ha già tutto dinanzi agli occhi, la storia, i personaggi e le loro azioni. Probabilmene durerà una decina di capitoli, se non dodici per come vanno le mie idee.
Non ho altro da dirvi, solo godetevi queste vacanze estive - asfissianti, già non lo sopporto più, autunno torna qui.
Ci sentiamo preso (si spera).

ps. accetto ogni pensiero e critica, tranquilli/e che sono un pezzo di pane, non vi mangio se mi lasciate qualche vostro pensiero od idea.

Vera




   
 
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