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Autore: RaidenCold    16/07/2017    3 recensioni
Premessa: questa storia è un omaggio al film "Alien Covenant", di cui ricalca in buona parte la trama (anche il criterio con cui ho scelto il titolo è lo stesso del film), ed è ambientata in un universo alternativo dove il Third Impact non è avvenuto.
Sono passati alcuni anni dalla morte dell'ultimo angelo: dopo lunghe ricerche, viene trovato un pianeta che ospiterebbe un essere avente la stessa natura di Adam e Lilith. La Nerv decide dunque di mandare ad esplorarlo una squadra di cui fa parte anche Shinji, che con gli anni ha sviluppato una sorta di ossessione verso gli angeli. Questo nuovo mondo sarà ostile ai lilin?
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rei Ayanami, Shinji Ikari, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Fuyutsuki entrò nell’osservatorio, e Shinji si voltò entusiasta sulla sedia girevole:

“Che succede Shinji?”

“Venga a vedere, presto!”

L’uomo si avvicinò al computer accanto al telescopio, e sgranò gli occhi per l’incredulità:

“Non riesco a credere a quello che vedo, ma chi lo ha scoperto?”

Un membro dello staff si fece avanti:

“Il nostro Ikari, com’era naturale che fosse: in questi due anni si è impegnato anima e corpo in questa ricerca.”

A quel punto partì un lungo applauso per il ragazzo da parte di tutto lo staff dell’osservatorio, e Fuyutsuki gli strinse la mano calorosamente:

“Shinji, ci sei riuscito, hai trovato un diagramma d’onda!”

“Esattamente, un diagramma d’onda… viola!”

“Non avevamo mai visto un diagramma d’onda simile, questo significa…”

Shinji si alzò in piedi:

“Significa che abbiamo scoperto un uovo della vita.”

 

Shinji se ne stava appoggiato sulla parete del corridoio, osservando le finestre; alla Nerv non era cambiato quasi niente, tutto era sempre pulito e asettico. Starsene lì in attesa gli ricordava le veglie che faceva fuori dalla stanza di Asuka quando rimaneva ferita dopo le battaglie più provanti, e di quanto si sentisse impotente quando ciò accadeva; e poi c’erano quei momenti nei quali trovava suo padre nei corridoi e non riusciva neppure a salutarlo, rimanendo sempre ferito nel suo fragile orgoglio ogni volta che ciò accadeva. Adesso era cresciuto, non era più un ragazzino timido e debole, ma nonostante ciò l’idea di trovarsi faccia a faccia con suo padre lo agitava a dismisura; sudava freddo e il battito del cuore pareva impazzito, rimaneva immobile ed in silenzio, con lo sguardo sbarrato.

“Shinji Ikari.”

Il ragazzo udì una voce delicata e calma, e voltandosi e la vide : Rei Ayanami, la ragazza che accompagnava sempre suo padre. Indossava un abito nero fino al ginocchio, semplice ma elegante. Era una figura misteriosa di cui non sapeva nulla, parlava poco e non si faceva notare, rimaneva sempre nell’ombra a scrutare coi suoi enigmatici occhi cremisi; la ragazza gli fece cenno di seguirla. Durante il breve tragitto Shinji la osservò attentamente, attratto per qualche motivo dall’alone che si era costruito attorno alla ragazza. Quando poi si fermò davanti alla porta dell’ufficio, la guardò negli occhi per alcuni istanti:

“Posso aiutarti?” - domandò Ayanami con la sua voce monocorde.

“No, niente… scusami.”

Non sapeva perché l’aveva fatto, ma era come se quella ragazza impassibile fosse l’ennesimo mistero a cui voleva dare una risposta:

Rei Ayanami non poteva essere soltanto l’assistente di suo padre, c’era sicuramente qualcosa di più dietro la sua persona, qualcosa che Gendo Ikari teneva gelosamente nascosto.

 

Shinji entrò nell’ufficio, e subito dopo lo seguì Rei: un’enorme e spoglia stanza buia, scarsamente illuminata da grandi pannelli di vetro che permettevano a una luce purpurea di fare un po’ di chiarezza, illuminando le numerose incisioni su pavimento e soffitto, di cui Shinji ignorava il significato, ma che riteneva essere collegate con molta probabilità a qualcosa scritto nelle pergamene del mar Morto.

Suo padre era seduto alla scrivania, l’unico mobile della stanza, e come al solito teneva in silenzio le mani incrociate tra loro davanti alla bocca; Ayanami andò a mettersi accanto a Gendo, come soleva fare un tempo Fuyutsuki. Shinji invece si mise di fronte alla scrivania, in piedi; aveva sempre detestato quella scelta del padre di non mettere nemmeno un’altra misera sedia in quel lugubre ufficio, solo per far sentire il proprio interlocutore a disagio.

“Padre.” -sapeva che se non gli si fosse rivolto per primo sarebbero passati anche diversi minuti prima che egli si degnasse di interagire con lui.

“Ho saputo della tua scoperta.” - a quel punto un complimento sarebbe stato gradito.

“E’ un diagramma d’onda…”

“So già tutto.” - no, non aveva alcuna intenzione di congratularsi con lui.

“Capisco.”

“Dunque, sei venuto qui solo per annunciarmi questa cosa?” - solo per questo, per aver scoperto un pianeta adatto ad ospitare forme di vita?

“No, c’è altro di cui ti vorrei parlare, sempre in merito a questa scoperta.”

“L’esplorazione di…”

“HA-9081.”

“L’esplorazione di HA-9081?” - era un nome insignificante, ma l’essere stato in grado di mostrare che suo padre proprio tutto non sapeva, gli dava una certa soddisfazione.

“Sì.”

“E come pensi di fare?”

Shinji si avvicinò lentamente e appoggiò le mani sulla scrivania:

“Con l’aiuto degli Evangelion.”
“La teoria del viaggio di Dirac?”

“Già, ma tu avevi già pensato a ciò, dico bene?”

Gendo accennò un mezzo sorriso:

“Dunque, sei al corrente del progetto Exodus.”

“So che accanto al progetto di ricerca di cui ho fatto parte ce n’erano diversi paralleli, e il principale di essi era Exodus.”

“Che cosa desideri quindi?”

“Far parte dell’equipaggio.”
“Con quale autorità?”

“Ho scoperto il pianeta.”

“I dati in tuo possesso si possono condividere, specie a persone più competenti per un viaggio nello spazio.”

“Già, sono dati condivisibili, anche con la Seele o il governo.”

Gendo rimase, pur sempre impassibile, in silenzio l’unico elemento che in un dialogo con lui tradisse una minima preoccupazione.

“Mi stai ricattando, Shinji?”

“No, pretendo solo che mi venga riconosciuto il giusto merito, la scoperta è mia e ho tutto il diritto di far parte anche della fase successiva del progetto.”

A quel punto, inaspettatamente, Ayanami si avvicinò a Gendo:
“La sua precedente esperienza come pilota di Evangelion potrebbe essere utile.”

Persino Gendo parve leggermente stupito dall’iniziativa presa dalla ragazza:

“D’accordo. Adesso, se non c’è altro, puoi pure andartene.”

Shinji si voltò senza salutare e fece per uscire; prima di chiudere la porta guardò ancora una volta Rei Ayanami per un istante.

 

“Sei certa?”

“Ma sei stupido?” - sorrise la ragazza - “Non sto mica tranquilla sapendoti a 40 anni luce da me!”

Shinji sospirò rallegrato:

“Sarà come un tuffo nel passato.”

“Shinji, tu nel passato ci sei rimasto immerso.”

A quel punto i due si voltarono, udendo una voce familiare che li chiamava da lontano:
“Ehi, ragazzi!” - disse avvicinandosi una donna bruna con indosso un giubbotto bordeaux.

“Colonnello Katsuragi.” - la salutò Asuka eseguendo sarcasticamente il saluto militare.

“Capitano Langley!” - ricambiò divertita il saluto.

Misato portava un taglio differente da quello che era solita portare un tempo, con i capelli raccolti in un chignon e due ciocche pendenti dalle tempie, ed anche il suo modo di vestire era diverso, molto più professionale, con pantaloni militari e lunghi stivali neri, ma di fatto, nonostante qualche piccola ruga, era rimasta la stessa donna radiosa e affascinante che Shinji aveva conosciuto.

“Ancora non mi pare vero, noi tre di nuovo assieme per una nuova avventura.” - disse Misato con aria nostalgica.

“Già, ma almeno questa volta non dovremo salvare il mondo.” - aggiunse Shinji.

Asuka e Shinji salirono nella macchina di Misato:

“Certo che ora che sei un alto ufficiale potresti stare trattare con un po’ più di cura la tua macchina…” - disse Asuka spostando del ciarpame dal sedile - “Capisco che tu voglia accompagnarci, ma non potremmo utilizzare la mia? E’ più pul… potente, arriveremmo prima.”

“Su andiamo, sarà come ai vecchi tempi.”

Shinji guardò Asuka facendo spallucce, e sospirando i due entrarono nella vecchia automobile di Misato.

 

Dopo alcuni minuti, videro finalmente in lontananza, un’enorme veicolo alato, a metà tra una nave ed un aereo.

“Dunque, quella è la Exodus…” - commentò Asuka - “E’ davvero gigantesca.”

“Deve esserlo, altrimenti non ci starebbe l’Eva 01.” - aggiunse Shinji mentre osservava sbalordito l’imponente astronave sul quale avrebbero viaggiato.

Misato invece non parve stupita:

“Il progetto Exodus è la prova che la Nerv cercava disperatamente una delle uova della vita: nonostante le ricerche siano iniziate due anni fa, la costruzione della nave è partita già da molto tempo. Mi chiedo se facciamo bene a portare la lunga mano della Seele in un simile luogo dove potrebbero mettere in atto chissà quale macchinazione…”

Asuka lanciò uno sguardo fuori dal finestrino:

“Sono qui apposta per impedire che ciò accada.”

Appena sceso dall’auto, Shinji trovò una decina di persone, tutti membri dell’equipaggio, e tra di loro vi erano due volti familiari.

Uno di essi era una donna bionda coi capelli cortissimi, la dottoressa Akagi, anche lei cambiata dal tempo, vestita in modo simile a Misato ma con un cappottino verde scuro.

L’altro invece era un ragazzo alto e magro che indossava una divisa militare color crema, e aveva un paio di occhiali da vista e qualche lentiggine sul volto: Kensuke Aida. Erano dieci anni che Shinji non parlava col suo vecchio amico, o meglio, non aveva avuto il coraggio di parlarci dopo la morte di Toji per mano dell’Eva 01.

Erano esattamente sotto la carena della Exodus, da cui usciva una lunga rampa che li avrebbe condotti all’interno della nave. A un certo punto, dalla rampa scesero Gendo Ikari, il vicedirettore Fuyutsuki, e Rei Ayanami. Gendo fece un cenno e la dottoressa Akagi prese la parola:

“Signori, come potete vedere, sopra di noi c’è il veicolo che ci accompagnerà su HA-9081, un pianeta situato in un sistema a 40 anni luce da noi. Per arrivarci non viaggeremo attraverso lo spazio, ma ci sposteremo mediante il metodo di Dirac: dieci anni fa incontrammo un angelo in grado di generare una sorta di dimensione parallela chiamata mare di Dirac. Essendo gli Evangelion generati dalla stessa fonte degli angeli, dopo lunghe ricerche ed esperimenti siamo riusciti a stimolare gli Eva in modo che potessero a loro volta generare un mare di Dirac, permettendoci così di spostarci da un punto all’altro dell’universo in brevissimo tempo. Purtroppo, la faccenda non è tutta rose e fiori come sembra: essendo il nostro pianeta lontano diversi miliardi di chilometri, il computer di bordo dovrà eseguire calcoli estremamente complessi per permettere all’Eva 01 di riaprire il mare di Dirac nel punto da noi desiderato. Per questo ci potrebbero volere alcune ore, durante le quali saremmo immersi in uno spazio numeroimmaginario, una realtà vuota a cui avremo accesso grazie all’AT Field invertito dello 01.”

“In sostanza, andremo in un mondo privo di luce.” - sentenziò Misato.

 

“Privo di tutto.” - le rispose il comandante Ikari - “Se la nave avrà un guasto nessuno potrà recuperarci, e finiremmo a vagare nel vuoto fino a morire per mancanza di ossigeno. Devo domandarvi se siete assolutamente certi di voler partire, da questo momento in poi non sarà più possibile tirarsi in dietro.”

Nessuno dei presenti rispose.

“Benissimo allora, possiamo partire.”

 

Tutti i presenti stavano salendo a bordo, solo Shinji e Fuyutsuki erano rimasti ancora alla base della rampa :

“Lei non viene?”

“No Shinji, devo rimanere a gestire la Nerv in assenza di tuo padre; e poi, sono troppo vecchio per un’avventura nello spazio.”

“Senza di lei non sarei mai riuscito a fare questa scoperta, professor Fuyutsuki.”

“No, tu eri già destinato a fare grandi cose, io ti ho solo dato una piccola spinta.”

Fuyutsuki appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo:
“Tua madre sarebbe orgogliosa di te.”

“Lei la conosceva bene?”

“Sì.”

“Che tipo era?”

“Coraggioso, intraprendente, e determinato a creare un futuro migliore con il potere della conoscenza; esattamente come te.”

Shinji fece per salire sulla rampa:

“Quando tornerò vorrei che mi parlasse di più di lei.”

“Ma certo.” - rispose Fuyutsuki sorridendo.

 

   
 
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