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Autore: Fujiko91    16/07/2017    3 recensioni
Sono tornata con una raccolta di One Shot!
Presentazione:
*1° Aneddoti della vita.(Thorin/Bilbo)
*2° L'amore, c'è non c'è e poi torna.(Thorin/Nuovo personaggio/Bilbo)
*3° Bilbo Mìriel e Thorin. (Thorin/Nuovo personaggio/Bilbo)
*4° Un messaggio in Bottiglia. (Thorin/Bilbo - Fili/Kili)
*5° Il mio affetto fraterno si tramutò in amore (Fili/Kili)
*6° C'era una volta ... (Thorin/Bilbo)
*7° Il mondo oltre la finestra (Thorin/Bilba) (Bilba è la versione femminile di Bilbo!)
*8° Incondizionatamente ( Thorin/Bilba - Nuovo personaggio - Fili/Kili) (Bilba è la versione Femminile di Bilbo)
*9° La parola chiave è: amore (Thorin/Bilbo -Bard/Bilbo - Fili/Kili)
*10°Bag End.(Thorin/Bilbo - Merry/Pipino - Sam/Frodo)
*11°Una storia no sense. (Thorin/Bilbo)
*12° Gli occhi sono lo specchio dell'anima. (Thorin/Bilbo)
*13°Gli Eroi della Terra di Mezzo. (Frodo/Sam - Thorin/Bilbo - e tutti)
Auguro una buona lettura a tutti!
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
Capitoli:
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Note: mi scuso per il mio ritardo, ma sono stata via in vacanza! \(´∇`)/ 
Genere:Het, con piccoli riferimenti di slash 
Altri generi: Sentimentale / drammatico /fluff  
Coppie: Thorin/Bilba - Kili/Fili - Nuovo personaggio/Bilba 
Avvertenze: Gender bender (Bilba è la versione femminile di Bilbo)- Tematiche delicate (quali razzismo e violenza privata)- OOC - Incest. Ci vediamo giù! u.u



   

Bilba aveva sempre sentito parlare della diversità tra razze.

Anche da sua madre, Belladonna, che le diceva sempre: “Mi raccomando: sposati con un bravo hobbit!”. Bilba a quel tempo era ancora troppo piccola per capire cosa significasse e così finiva sempre col risponderle “E se mi sposassi con un elfo, o magari con un nano? Cosa mi accadrebbe?”.

La madre non era una cattiva hobbit, ma voleva troppo bene alla sua unica figlia e così le rispondeva sempre “Nulla, ma i nani sono abitanti delle montagne e non amano ché l’oro. Invece gli elfi sono creature alte e per questo non fanno per noi. Ecco tutto, cara. E poi io sono tua madre: voglio solo il meglio per la mia piccolina!”

A distanza di cinquantaquattro anni quelle parole parevano così lontane da far parte di un’altra vita perché ora Bilba abitava ad Erebor: un reame imponente fondato dai nani. E ne era la regina.

Era successo che, una volta finita la Battaglia dei Cinque Eserciti, Bilba fosse rimasta al fianco di Thorin e se ne fosse presa cura, anche quando era ferito gravemente e pareva che non ce l’avrebbe fatta. Però dopo alcuni mesi, e grazie all'aiuto degli elfi, Thorin riuscì a riprendersi e fu nuovamente in ottima forma.

Bilba pensava a quel punto di dover tornare alla contea, ma Thorin: “Bilba, dove vai? Mi abbandoni?”, “Oh, ma certo che no. È solo che… so bene che tra di noi non ci potrà mai essere nulla di serio. Io sono un hobbit e tu sei un nano. Le nostre razze sono troppo diverse!”, “Non puoi chiedermi di lasciarti andare. E poi non eri tu a dire che non c’è alcuna differenza se due si amano?”, “Ma allora tu mi… oh Thorin! Anch’io ti amo. È da troppo tempo che te lo volevo dire, ma… scusami”, “E per cosa? Per avermi fatto rinsavire? Non devi scusarti Bilba, sono io a doverlo fare: ti chiedo scusa Bilba. Ora torniamo dentro”, “Sì, torniamo dentro Thorin”.

Alla fine Bilba era rimasta ad Erebor, anche se Gandalf l’aveva messa in guardia “Thorin ti amerà anche, ma ricorda che è pur sempre un nano. Non dimenticartelo Bilba: lui amerà sempre di più l’oro! E poi gli altri della sua razza non ti accetteranno. Ti aspettano tempi duri”, “E io che pensavo che tu, Gandalf, fossi mio amico e invece… come puoi dirmi queste cose?”, “È proprio perchè tengo a te che mi piacerebbe che tu tornassi nella contea con me, mia cara amica Bilba”, “Capisco, ma io lo amo e se dovrò combattere per ottenere la mia personale felicità, allora lo farò! Non mi arrenderò mai. Ora, arrivederci mio caro amico, e a presto” Bilba salutò il vecchio mago che svanì all'orizzonte in pochissimi istanti.

I mesi passarono e quello di Gandalf risuonava ora come una funesta previsione: gli anziani consiglieri, tra cui Balin, non riuscivano a dare il loro benestare alle nozze tra il loro re e Bilba.

Una sera Bilba aveva anche sentito una conversazione tra l’anziano Balin e il suo innamorato “Thorin, tu lo sai che per me sei come un figlio, ma… non posso darti la mia benedizione per queste nozze: è pura pazzia. Bilba è brava, ma lei è un hobbit!”, “Ma ti rendi conto di ciò che stai dicendo? È grazie a lei se avete ancora un re! Non dimenticartelo Balin”, “Non me lo dimentico, è solo che… non si può fare. Le nostre razze sono troppo diverse: loro amano la natura; Bilba ne soffrirà! Lei non può stare lontano dalla sua terra verde, come tu Thorin non puoi allontanarti da qua!”, “C’è una bella differenza, Balin, tra ciò che vuole Bilba e ciò che vorrei io…”, “Cosa vorresti dire, ragazzo?”, “Che io vorrei andare ad abitare nella contea e magari lasciare il trono a Fili. Ecco cosa vorrei. Ma non posso, e sai perchè? Perchè gli anziani me lo impediscono. Dicono che Fili non è degno di tale ruolo”, “Thorin, non vorrai parlare anche di quel vecchio argomento?”, “A Bilba non ho mai detto la vera ragione per cui Fili e Kili furono costretti a lasciare il nostro regno. Ma cosa avrei dovuto dirle? Che io, Thorin, ho lasciato che dei vecchi nani buttassero fuori i miei nipoti, solo perchè si amano? Ti rendi conto di quanto ci sarebbe rimasta male, e di quanto questa cosa faccia soffrire me? Ma è inutile sprecare parole con te Balin, tu sei come tutti loro…” Balin uscì dalla stanza furente e Thorin si coricò sul letto.

Quella notte Bilba preferì dormire in un'altra stanza, così da non correre il rischio di dire qualcosa di sconveniente a Thorin.

Il mattino seguente si alzò presto e andò subito a Dale a parlarne con Bard.

Indossò il suo vestito più comodo e la sua mantella verde. Appena fu fuori dalla montagna fu investita da un’aria fredda, tutto intorno c’erano neve e ghiaccio. Appena scese giù dalla rupe si ritrovò invece in una valle piena d’erba e di fiori. Davanti a lei c’era Dale.

La città era stata ricostruita e ora risplendeva di nuovo, di una bellezza propria, le mura erano bianche e le case tutte in pietra. Moltissimi erano i fiori sulle finestre e sui balconi. E per le strade c’era di nuovo un via vai di gente d'ogni razza e di ogni taglia, c’erano persino degli hobbit.

Ad un tratto Bilba urtò qualcosa o meglio qualcuno e infatti “Ahi! Ma guarda dov- Oh, signorina, lei è la più bella hobbit che io abbia mai conosciuto. Io mi chiamo Reginard Tuc e lei, mia graziosa?”, “Oh, ma allora siamo cugini, io mi chiamo Bilba Baggins, mia madre era Belladonna Tuc!”, “Sì, la conoscevo; e sì, siamo cugini, ma alla lontana. Cosa ci fate così lontano dalla contea?”, “Chiamami Bilba! Io abito ad Erebor…” il giovane hobbit tirò su una bella pipata di fumo e poi “È deciso: non posso lasciarti sola, mia cara Bilba, in un posto di nani. Cosa penserebbero di te gli altri hobbit?”, “Allora grazie! Sì, in effetti, mi farebbe piacere un po’ di compagnia, è da tanto tempo che non parlo con un altro hobbit!”, “Allora è deciso, ci si vede a più tardi”

Bilba non aveva pensato che quella sua azione avrebbe cambiato molte cose ad Erebor, e soprattutto di come si sarebbe potuto sentire Thorin.

Alla fine Bilba non riuscì a parlare con Bard, visto che quest’ultimo era dagli elfi per degli affari urgenti, e tornò ad Erebor accompagnata da Reginard.

Appena arrivarono davanti al grosso portone ad aspettarli c’era Thorin, il quale si era preoccupato parecchio, non avendo trovato da nessuna parte Bilba, “e, detto tra di noi, a lei fece alquanto piacere leggere quella espressione, di preoccupazione, sul viso del suo amato”.

Ma Thorin non la lasciò parlare, infatti il suo guardo cambiò repentinamente appena incrociò quello di un altro hobbit “E lui chi è?”, “Io sono il cugino di Bilba, piacere di conoscerla”, “Allora entrate pure, siete il benvenuto”.

Reginard entrò all’interno della montagna e rimase stupefatto davanti a tanta maestosità, ma rimasero altrettanto senza parole gli altri nani nel vedere un altro hobbit all'interno del loro regno.

Invece Bilba rimase indietro, c’era qualcosa che non riusciva a comprendere. Il suo cuore batteva forte e non era solo per via dell’essere vicina a Thorin, ma anche perché… non voleva nemmeno pensarci.

Alla fine entrò anche lei, la cena fu servita nella grande sala e Reginard non sembrava più così tanto stupefatto, come lo era stato appena entrato.

Ora il suo sguardo era fisso su l'unica cosa di suo interesse in quella stanza, cioè Bilba. Cosa che non sfuggì minimamente a Thorin, infatti appena la cena fu finita “Bilba, mia cara, torna pure nelle tue stanze, io devo parlare un attimo da solo con tuo cugino…”, “Va bene, allora a dopo”.

Appena i due furono soli a parlare per primo fu Reginard “Bilba è una hobbit, non starà mai bene qui, con un nano!”, “Non può saperlo, signore… non sa cosa vuole Bilba, lei non la conosce…”, “Non è vero. Anche se Bilba non mi riconosce, io sono il primo hobbit che lei abbia baciato e un tempo eravamo sempre insieme e ci amavamo!” e tirò su un pipata di fumo per rilassarsi e per poter riflettere prima di parlare.

Thorin era confuso, quindi quello che aveva davanti era il primo fidanzato di Bilba? “E perchè siete q-” ma prima di poter finire la sua domanda fu interrotto Bilba, che si era fermata ad aspettarlo ed aveva involontariamente sentito la conversazione, e ricordandosi chi fosse Tom era intervenuta “Ma certo, tu sei Tom! Non ti avevo riconosciuto, scusami tanto”, “Non devi scusarti, Bilba. Io non ho avuto il coraggio di dirtelo, sai dopo che… meglio lasciar perdere”, “No continua pure, io sono curioso di sapere!”, “Ma Thorin, sono cose private”, “No! Lui deve parlare. È nel mio regno quindi deve rispettarne il re” Bilba ci rimase male e a quel punto il giovane hobbit disse “Non c’è motivo di urlare. Io ho spezzato il cuore a Bilba: ho baciato un’altra hobbit davanti a lei; ma voglio dirti una cosa Bilba io ti amo ancora molto, come a quel tempo. So di non aver alcun diritto su di te, ma ti prego: non sposare un nano; è troppo diverso da noi, non saresti mai felice! Lui abita qui ed è tutto molto maestoso, ma è sotto terra, noi hobbit abbiamo bisogno di sole. Pensi che io non abbia visto quelle desquamazioni sulla tua bellissima pelle? È tempo che mi ritiri nella mia stanza, però permettetemi di dire un’ultima cosa: se tu l’amassi veramente, Thorin, la lasceresti venir via con me” .

Anche il nano e la hobbit tornarono nella loro stanza e lì “Thorin! Cosa stai facendo? Fermo!”, “Bilba, cosa sono queste chiazze sulla tua pelle?”, “Non volevo che tu le vedessi. Ho deciso di mia spontanea volontà di rimanerti accanto perchè ti amo. Sapevo a cosa sarei andata in contro!”, “Spiegati meglio, te ne prego”, “Io so il perchè Fili e Kili sono dovuti tornare alle montagne Azzurre, so del loro amore. Io ho dovuto anche andare incontro a tutte le cattiverie del tuo popolo, a causa della mia razza. Come il venir invitata a prendere il tè con le altre nane e venir allontanata, senza nessuno che mi parlasse o magari che mi chiedesse come stessi, obbligata ad ascoltare senza ribellarmi di come tu saresti stato molto più felice con una di loro… insomma, cose così. E poi, dulcis in fundo, purtroppo la mia pelle ha risentito del fatto di poter attingere alla luce del sole. Piano piano perderò il mio colore naturale, anche i capelli diverranno grigi… ma io, pur sapendo a quante difficoltà, soprattutto di razza, sarei andata incontro, ho deciso di rimanerti accanto perchè ti amo ed è quello che continuerò a fare!”, “Oh, Bilba, io ti amo, ma non voglio saperti soffrire così. Io voglio saperti felice, ma sono contento che non te ne andrai”.

Bilba non partì con Reginard “Tom” Tuc e quest’ultimo, anche se alquanto triste, se ne andò dicendo alla sua amata “Un giorno so che tornerai da me, e sappi che io ti aspetterò! Perché capirai che purtroppo ci sono troppe differenze tra te e Thorin...” Bilba lo salutò e non aggiunse altro.

Passò un anno, Bilba si stava ammalando e i dottori nanici non trovavano una cura adeguata; Thorin era cambiato, o meglio, secondo Bilba, alla fine aveva fatto vedere il suo vero volto.

Non gliene fregava più di Bilba, pensava solo alla sue stupide miniere piene d’oro, non parlava d’altro. Abitare lì non era più un sogno, anzi per la poveretta era divenuta una prigione.

Bilba si sentiva ogni giorno più debole, anche andare a Dale le era diventato impossibile, ma voleva uscire da quelle stanze, da quella montagna maledetta, che le aveva portato via di nuovo il suo amato Thorin.

Di notte sognava di essere alla contea, su di un prato. Ma di giorno si rendeva conto che invece era ancora prigioniera di quella fredda roccia.

Alla fine anche la sua stabilità mentale venne meno. ma in ultimo strascico di normalità riuscì ad inviare una lettera d’aiuto a Gandalf.

“Caro amico mio,

vienimi a prendere, Thorin è impazzito, non mi fa più uscire, dice che io lo tradirei… queste idee gliele hanno messe in testa Balin e altri anziani nani. Devi sapere che l’anno scorso è venuto a farmi visita un mio cugino e da allora Thorin si è comportato in maniera possessiva. Alla fine ci siamo anche sposati, pensare che io non aspettavo altro, ma da una parte il suo popolo mi odia e dall’altro ora anche Thorin stesso mi odia, o forse mi ama in un modo del tutto sbagliato. Ieri gli ho detto che sarei uscita per andare da Bard, ma lui mi si è girato contro e mi ha schiaffeggiata! Ho tanta paura, ti prego vieni a prendermi, voglio tornare a casa mia nella contea. Anche se amerò sempre Thorin…

Bilba.”

Bilba riuscì ad inviare quella lettera, ma dopo svenne. Quando si riprese era nel suo letto, di fianco a lei c’era Thorin “Come ti senti? Te lo avevo detto di non fare alcun tipo di sforzo”, “Thorin ti prego, non urlare…” ma una mano si levò in aria per posarsi delicatamente su di lei “Bilba, non mi abbandonare, ti prego, ho bisogno di te, del tuo amore. Io… non mi guardare così, non lo fare! Hai capito? Non lo fare!” Bilba con un filo di voce “Thorin, i-”, “Non mentirmi, tu volevi andartene con quel… se torna lo uccido! E non tirare in ballo la diversità di razza ti prego, qui non c'entra nulla, hai capito!?” Bilba tentò di spostarsi, ma lo schiaffo le arrivò in pieno volto, seguito poi dal secondo e dal terzo. Alla fine si sentiva stanca e distaccata non voleva pensare che quello che lei amava la stava picchiando, la sua mente viaggiava in un mondo parallelo in cui lei e Thorin erano felici e con loro c’erano Fili e Kili.

Ma nei giorni a seguire, le cose peggiorarono molto, oramai la sua mente troppo debole e fragile non le permetteva più di viaggiare in altri mondi quando Thorin si sfogava su di lei “Tu non capisci, io mi ritrovo a fare il re di un regno che non ho mai voluto! Li senti: mio nonno vuole cose da me che io non posso più dargli, ti prego Bilba falli smettere!” Ma Bilba non gli rispondeva più, era troppo stanca, voleva quasi quasi morire e forse era l’unico modo per andarsene da quel luogo. Inoltre quando non c’era Thorin venivano a farle visita alcune nane che invece di medicarla e starle accanto “Tu non riesci a soddisfarlo, devi fare di più! Lui è un nano e tu una lurida hobbit perchè non muori?” loro non la picchiavano, ma quelle parole la ferivano più di una lama affilata.

Due giorni dopo a far visita a Bilba vennero Fili e Kili i quali, non ricevendo più alcuna lettera dalla loro amica, decisero di andare a vedere come stava.

E anche se Balin cercò di trattenerli loro riuscirono ugualmente ad andare nella stanza di Bilba. Ma ciò che si presentò loro davanti fu orribile: la loro piccola amica denutrita, con vari lidi, lasciata in mezzo alla sporcizia e i suoi occhi spenti. Fili accorse “Bilba! Rispondimi ti prego, chi ti ha fatto questo? Dov’è Thorin?”, “Ti prego, non arrabbiarti con lui, sii adulto e responsabile, lui è troppo indaffarato e io sono troppo…”, “No! Non è colpa tua, è colpa nostra, ti abbiamo lasciato qui con lui, in questo luogo di pazzia, non dovevamo. Su forza, ora verrai con noi!”, “Non posso, devo rimanergli accanto. Lui è solo…” a quel punto a parlare fu Kili “Bilba, cosa stai dicendo, non puoi difenderlo così, alla fine devi ammettere che la differenza di razza tra te e lo zio è troppa. E lui dovrebbe ammettere a se stesso, che deve abbandonare questo luogo, è il solo modo che ha per curarsi dalla malattia del drago” Bilba voleva controbattere ma in quel momento le vennero in mente le parole che sua madre le diceva da piccola e fu come se un incantesimo si fosse rotto “Voglio tornare a casa mia. Vi prego, aiutatemi a tornare a casa!” quel luogo per lei non era più la sua casa, ma un posto orribile, da dimenticare.

Nessun nano o nana tentò di fermarli, Fili e Kili rimasero schifati da un tale comportamento tanto che prima di andarsene Fili disse rivolto al suo popolo “Con tutto ciò che Bilba ha fatto per voi! Voi le avete voltato in questo modo spregevole le spalle? Vergognatevi, voi non siete nani degni della Terra di Mezzo!”

Il viaggio di ritorno a Bilba sembrò infinito, nella sua mente sorgevano solo due domande “Chissà se Tom mi sta ancora aspettando? E chissà perchè Gandalf non è venuto da me?” dopo altre due settimane di viaggio, il gruppo arrivò finalmente nella contea.

La contea non era minimamente cambiata, era sempre verde e piena fiori, verdure e animali da giardino. Appena Bilba fu lasciata a terra, un gruppo di hobbit si avvicinarono e lei per paura chinò il capo, anche se più che paura oramai era un riflesso. Ma una hobbit più anziana “Bilba! Pensavamo che tu fossi morta, ma cosa ti hanno fatto quei barbari di nani? Vieni con me” Bilba non la riconobbe, ma era la madre di Tom.

Venne portata a casa Tuc con un carretto, Kili e Fili la salutarono e tornarono a casa loro con la promessa che sarebbero tornati presto a farle visita. Appena arrivarono a casa Tuc “Bilba, oh mia cara, cosa ti ha fatto? È stato quel Thorin non è vero? Io quello lì, lo ammazzo! Parola di Tuc!”, “No Tom, non farlo. Per me lui è morto, non voglio più saperne nulla” Bilba venne fatta coricare su uno dei letti.

I mesi passarono e alla fine trascorsero sei anni da quando Bilba era tornata a vivere nella contea. Ora abitava di nuovo a casa Baggins, le ferite erano guarite,  quelle del cuore come quelle dell’anima. Al suo fianco c’erano due hobbit: uno era Tom e l’altro era il suo giovane nipote Frodo, il quale aveva perso i suoi genitori. Anche se Tom e Bilba abitavano insieme, Bilba era stata chiara: per lei c’era ancora spazio solo per Thorin.

Del nano non si sapeva nulla, fino alla visita di Gandalf.

“Oh! Sei tu…”, “La tua lettera non è mai arrivata, forse Thorin l’aveva presa. Non so se Fili e Kili te l’hanno detto, ma Thorin ora abita da loro, sulle Montagne Azzurre. Sai, ora sta meglio…”, “Perchè non viene lui a parlarmi? Io voglio vedere Thorin!”

Gandalf avvertì la rabbia di Bilba, la lesse nel suo sguardo e la sentì nelle sue parole, così non aggiunse altro.

Il giorno dopo gli hobbit della contea si svegliarono con un brutta sorpresa, a detta di tutti, cioè vedere aggirarsi per il villaggio un nano. O meglio Thorin. Uno hobbit gli si avvicinò “Cos’è che vuole un nano da queste parti?”, “Io cerco la signorina Bilba Baggins, la conosce?”, “Se già noi non siamo felici di averla qui, figuriamoci lei di vedere il nano che le ha rovinato la vita! È meglio che se ne vada, altrimenti…”, “Altrimenti cosa?”, “Altrimenti vedrai cosa ti farò, Thorin, re dei miei stivali”. Tom sopraggiunse e per nulla intimorito lo prese per il mantello “Quando è tornata a casa non sembrava più lei e ora che sta meglio, tu torni di nuovo. Cosa vuoi da lei? Tu e la tua gente non vi siete già presi abbastanza da Bilba?”, “Io so di aver sbagliato ma i-” non fece in tempo a finire la frase che un pugno lo fece andare al tappeto. Venne poi legato ad un cavallo da una folla di hobbit che lo trascinarono per la contea.

Nel frattempo, Bilba se ne stava in casa, ma attirata dalla confusione inusuale “Frodo, cosa succede là fuori?”, “Hanno legato un nano ad un cavallo e lo stanno trascinando, per le strade. Hanno detto che è il nano che ti ha fatto del male, zia” a Bilba venne un colpo. Certo, anche lei odiava Thorin, e alcune volte voleva la sua morte, ma in altre avrebbe solo desiderato sapere perché le avesse fatto patire tutto quello che le era successo.

E ora si trovava a doverlo salvare da una folla di hobbit arrabbiati. Era il colmo!

Ma alla fine lo fece “Bilba, io…” e uno schiaffo lo colpì “Non dire nulla Thorin! Slegatelo, gli devo parlare, poi potrete fargli ciò che volete”.

Thorin venne slegato e Tom lo guardò dritto negli occhi, solo per capire che erano diversi… anche Bilba li guardò e ne rimase felice, perchè erano di nuovo gli occhi del nano che anni addietro aveva suonato alla porta di casa Baggins.

Quando furono abbastanza lontani da non essere ascoltati “Bilba, io… non ho scuse per ciò che ti ho fatto. Io…”, “Non parlare Thorin, taci un po’. Sai, questa lontananza da te mi ha fatto capire molte cose: primo, io voglio abitare qui e voglio che tu venga a stare con me; secondo, voglio che abdichi lasci quel regno della malora, al suo triste destino; e, terzo, voglio che tu ti prenda le tue responsabilità. Oh, a proposito, voglio anche che quelle befane di nane la paghino, hai capito?” a Thorin scappò un mezzo sorriso, ma si trattenne“ Sì, però…”, “Però cosa?”, “Non mi capacito che tu mi perdoni così, io ti ho fatto soffrire troppo. Tu non mi odi?”, “Certo che ti odio, infatti dovrai riconquistarmi, e avrai anche una bella concorrenza da parte di Tom!”, “Ma questo non mi fermerà di certo, e tu lo sai bene, Bilba”, “E poi sei già in vantaggio Thorin”, “E come?”, “I tuoi occhi sono di nuovo blu come quella sera a casa Baggins!”, “Bilba, c’è un’altra cosa che volevo dirti, ho già lasciato il mio regno a Fili, e al suo compagno Kili. Loro due penseranno al resto!”

Ovviamente non passò neppure un anno che Thorin e Bilba si sposarono nuovamente, ma questa volta con amore e rispetto. Thorin non si perdonò mai per ciò che aveva fatto alla sua amata, ma pian pianino sia lui che Bilba ce la fecero.

Soprattutto da oggi in avanti…

C'è molto via vai a casa di Bilba e Thorin. Il nano è seduto sulla panchina sotto la quercia in uno stato di apprensione “Stai tranquillo Thorin, il bambino sarà sano!”, “E tu come fai a dirlo, Gandalf? Non si è mai visto il figlio di due razze così diverse come un nano con una hobbit…”, “Sì è vero, ma Bilba sta bene quindi il bimbo è sano…”, “Mah, speriamo bene”, “E speriamo altrettanto bene che non abbia preso nulla dal padre, ma tutto dalla madre!”, “Gandalf, non hai qualcosa di urgente da fare?”, “Oh, ora che ci penso devo proprio andare… a dopo” ma anche se il mago ha usato delle giustificazioni più che ragionevoli, Thorin non si sentiva tranquillo, non fino a quando non avrebbe visto con i propri occhi che Bilba e il nuovo nato stessero bene.

Alla fine nacque una bellissima e sanissima bambina, con la bellezza di una hobbit e le fattezze di una nana, l’unica cosa che riuscì a dire Bilba fu “Per fortuna non ha la barba!”, “Già!” Thorin e Bilba scoppiarono in una bellissima  risata.

Era una famiglia piena d’amore. A ogni compleanno la piccola Eruannie, che significa dono di dio, perché per Bilba e Thorin era proprio così: era un dono venuto da Mahal, come diceva Thorin; partecipavano tutti gli hobbit, come Frodo, Merry, Pipino, Sam e moltissimi altri. Ma come nani c’erano solo Thorin, Kili e Fili e Dis. Gli altri nani si ostinavano a proteggere la razza nanica e le vecchie leggi, le ultime che oramai non esistevano nemmeno più.

Nonostante le cose stessero così, Eruannie crebbe bene. Una ragazza sveglia che superò bene anche la guerra dell’anello. Ormai era una signorina e si sentiva forte, “Madre, ma te e papà siete di due razze diverse, giusto?”, “Sì, perché me lo chiedi?”, “Perchè io mi sono innamorata! Ma non penso che a papà piacerà…”, “Tu fallo venire a cena, magari questa sera che ci sono anche Frodo e gli altri, così almeno Thorin non si arrabbia!”, “Posso?”, “Ma certo che puoi”, “Grazie madre!”

Thorin aveva sentito tutto, da dietro alla porta accostata “Bilba! Nostra figlia porterà un amico, questa sera a cena?”, “Non puoi essere così ingenuo Thorin! Non è un suo amico è il suo fidanzato…”, “Cosa? Ma è solo una bambina…”, “No, è una signorina e sarà meglio che tu te ne ricordi, mio caro”, “Già, ma per me sarà sempre la mia bimba…”

La sera arrivò presto, troppo presto per i gusti di Thorin, e quando vide la figlia “Allora, dov’è il tuo lui? Spero che sia un nano o un hobbit come si deve!”, “No padre, non è un nano e nemmeno uno hobbit, lui è… ecco… lo vedrai, no?”, “Bilbaaaa!”, “Che c’è? Oh!” Sulla porta c’era un giovane Elfo con i capelli biondi e dietro di lui c’era Thranduil “Che ci fai qui?”, “Padre, lui è il mio fidanzato!”, “Cosa? Thranduil…”, “Ma cosa dici, no! Lui è vecchio quanto te papà. No, il mio ragazzo è suo nipote: Amdir!”, “Allora lui è...? No, Bilba devo sedermi, ma ti rendi conto: nostra figlia sta con il figlio di Legolas e Tauriel… ma quant’è piccola la terra di mezzo?”, “Thorin, alzati immediatamente e chiedi scusa! Perdonate Thorin, è che con l’età è diventato… come posso dire?”, “Scorbutico!”, “Si ecco e bravo il nostro Amdir, come hai fatto a capirlo?”, “Perchè dicono la stessa cosa di mio nonno!” tutti tranne Thorin e Thranduil risero.

Più tardi, tutti andarono a casa loro e in giardino seduti sotto la grande quercia “Thorin, sai vero che ti amo?”, “Sì, lo so. E so anche che lo fai incondizionatamente!”, “Sì, e sai un’altra cosa? Alla fine, in qualche modo, ce l’abbiamo fatta: abbiamo sconfitto la differenza tra razze. Almeno, in questa famiglia non esiste, io sto con te, che sei il mio nano, e nostra figlia con Amdir, che è il suo elfo per sempre”, “Non è ancora detto che sarà per sempre tra la mia piccola e quel elfo!”, “Thorin, ti prego, datti una regolata o vuoi uno schiaffo?”, “Lo sai, mia cara, che sei molto violenta? O magari mi ridai quello che mi merito…”, “Thorin quello è solo il passato, ora c’è il futuro e ci sono nostra figlia, un elfo, due fratelli nani innamorati, Frodo e noi”, “Sì, verissimo. La parte che amo di più è il ‘noi’, e so cosa fare…”, “Thorin… Oh!”

Finalmente la famiglia di Thorin e Bilba dopo tante peripezie potè vivere per sempre in armonia. Un’armonia costruita con difficoltà da Bilba e dallo stesso Thorin. Una Hobbit e un nano andati contro ogni legge grazie al coraggio di una hobbit forte, che credeva nelle sue idee e non si è mai arresa fino alla fine.

Tom Tuc, invece, si sposò con una graziosa hobbit, ed è ancora tutt’oggi amico con sua cugina Bilba.

Angolo dell'autrice:

1° in questa One Shot ho inserito, parecchie cose come il razzismo e la violenza privata, mi sono sembrati due argomenti da dover trattare, con la giusta serietà spero di esserci riuscita fatemi sapere grazie ù.ù

2° Thorin come lo si può capire all'inizio della storia, non è ancora del tutto guarito dalla malattia del drago e di certo le varie pressioni da parte del suo popolo non aiutano... con questo però non voglio giustificare in alcun modo il suo comportamento u.u Comunque nella seconda parte Bilba lo perdona anche se lui non si perdona del tutto! E poi c'è presente la differenza di razza, che purtroppo colpisce anche la Terra di mezzo una cosa che la si vede a par mio presente sia nei film che nei libri di Tolkien ç.ç

3° Come sempre ringrazio, la mia beta Ghil per il suo aiuto, nella correzione del testo e voi che recensirete grazie! :*

Alla prossima Fuji.

  
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