Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Jo The Strange    16/07/2017    2 recensioni
“E se la mia vita fosse basata su una menzogna?”
Questo è ciò che Aranel si chiede da quando era una ragazzina. Una fanciulla londinese, derisa da sempre per il suo aspetto, simile ad un Elfo, si ritroverà catapultata in un mondo sconosciuto grazie ad un ciondolo donatole dalla madre in punto di morte, lo stesso mondo dal quale provengono i suoi genitori. Tutti sembrano conoscere la sua storia, divenuta quasi leggenda, tranne lei stessa. Sarà per questo che Aranel si unirà alla bizzarra compagnia di Thorin Scudodiquercia, alla ricerca delle risposte di una vita e della sua vera identità. Ma il male trama nell’ombra e la strada da percorrere è lunga quanto pericolosa. Tuttavia tra fughe, battaglie, segreti e menzogne Aranel scoprirà di essere inesorabilmente parte di quel mondo e soprattutto imparerà ad aprire il suo cuore a dei nuovi amici e ad un nano molto speciale...
Spero di avervi incuriositi, buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Gandalf, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 10: LA BATTAGLIA DEI TUONI

Un tonfo sordo mi fece aprire gli occhi nel bel mezzo della notte. Qualcuno era entrato nella mia stanza, ma non riuscivo a distinguerne la sagoma. Quando si avvicinò, realizzai che si trattava di Thorin.

-Aranel, svegliati! – disse sottovoce, in tono concitato.

Io mi stropicciai gli occhi per il sonno: -Che succede? – sbadigliai -Che ci fai qui? –

-Dobbiamo andarcene e alla svelta – disse ritornando già verso la porta -Hai cinque minuti. Raggiungici alla piazzetta –

Così come era entrato, Thorin se ne andò. Non conoscevo la ragione di tanta fretta, ma senza pormi troppe domande feci come mi era stato detto: in pochi secondi sgusciai giù dal letto, indossai i miei vestiti da viaggio, allacciai la spada al fianco e andai alla piazzetta.

Fuori era notte fonda e una miriade di stelle luminose splendevano in un cielo scuro. Quando giunsi al punto di ritrovo, notai che mancavamo solo io e Gandalf. Un Bilbo dall’aria estremamente assonnata mi fece un cenno con la mano, prima di iniziare a seguire Thorin e ad allontanarci da Imladris.

Camminammo senza fare rumore per un bel po’ di tempo – forse qualche ora – fino a quando Granburrone non si ridusse solo ad una sagoma lontana. Nel frattempo l’alba stava sorgendo e un sole tiepido fece capolino da est.

-Per quale motivo siamo partiti nel bel mezzo della notte? – domandai allo Hobbit, il quale camminava di fianco a me – E senza Gandalf per giunta! –

Il fatto che lo stregone non fosse con noi mi dispiacque moltissimo: senza di lui avevo come il sospetto che saremmo incappati in diversi guai.

Bilbo si guardò attorno, assicurandosi che nessuno dei presenti stesse origliando: -Ieri sera io e Thorin stavamo girando per Granburrone quando ci siamo imbattuti in Gandalf e Re Elrond mentre discutevano – Lanciò un’occhiata a Thorin,il quale però era in testa al gruppo e non poteva sentire nulla -Stavano… in poche parole stavano considerando l’ipotesi che Thorin potesse diventare pazzo a causa del tesoro di Erebor, proprio come era già successo a suo nonno. Credo che questo lo abbia ferito, anche se è consapevole del rischio –

Quelle parole mi spiazzarono: non pensavo che quei due volessero mettere i bastoni fra le ruote a Thorin e alla sua spedizione.

-Ma c’è di più – continuò Bilbo, vedendo il mio sguardo dispiaciuto –Gandalf alla fine ha convinto Elrond dell’importanza della missione di Thorin, ma solo per uno stupido motivo strategico –

-Cosa? – domandai io, sempre più allibita -In che senso strategico? –

-Vogliono che i Nani riconquistino Erebor per avere una fortezza benefica ad Est – disse Bilbo, sottovoce – Nel caso in cui dovesse esserci una guerra –

Io sgranai gli occhi, sollevando le spalle: -Perché mai dovrebbe esserci una guerra? –

-Ah, non ne ho idea… A quanto ho capito è quello che hanno dedotto dalla profezia di Oin –

Non feci in tempo a ribattere che dalla testa del gruppo risuonò tonante la voce di Thorin: -Copritevi bene! Ci stiamo avvicinando alle Montagne Nebbiose –

In effetti Thorin non aveva tutti i torti: a mano a mano che ci avvicinavamo alle montagne, l’aria si faceva sempre più fredda e secca, tagliente come una lama.

Col passare dai giorni mi accorsi che il paesaggio attorno a me stava mutando drasticamente: i prati verdi e le secche brughiere lasciarono ben presto il posto a lande desolate e speroni di roccia nuda, coperta qua e là da spruzzi di neve.

Le notti passavano insonni a causa del freddo e camminare di giorno diventava sempre più difficile per la stanchezza. Quando giungemmo sulle cime delle Montagne Nebbiose, iniziò la parte più dura: il vento gelido ci costringeva ad avanzare molto lentamente e la neve che cadeva a cumuli si infilava sotto i pesanti abiti, facendoci tremare.

Mentre camminavo, mi portai il cappuccio sulla testa, coprendomi il più possibile, senza però migliorare di granché la situazione: il mio mantello era fradicio per la neve e il cappotto che indossavo non era per nulla adatto alle gelide temperature delle Montagne Nebbiose.

-Hai tanto freddo? – mi domandò Thorin, raggiungendomi -Stai tremando –

Io scossi la testa, anche se in realtà stavo ibernando: -Non importa, è solo un po’ di freddo. Sto bene, non ti preoccupare – Le mie labbra viola e le grandi occhiaie scure che portavo sotto gli occhi raccontavano un’altra storia però.

-Non mi sembra proprio – bofonchiò lui, togliendosi dalle spalle un grande mantello di pelliccia scura e porgendomelo -Così eviterai di gelare –

-Oh non posso accettare – dissi, respingendo il gesto di Thorin – Gelerai tu senza quel mantello! –

Lui accennò un sorriso, appoggiandolo sulle mie spalle: -Mi sottovaluti, mia cara. Ne hai molto più bisogno tu –

Lo ringraziai sentitamente e mi strinsi in quel caldo ammasso di pelliccia: finalmente risentii la mia temperatura corporea risalire e continuai a camminare tenendo il passo con gli altri.

La camminata proseguì tranquillamente fino a sera, quando giungemmo su delle vette rocciose e scivolose: la neve era sparita e al suo posto batteva una pioggia torrenziale gelata. Il cielo era coperto da nubi temporalesche e ovunque risuonava il potente boato dei tuoni, preceduto sempre dai bagliori dei lampi.

Camminavamo da ore lungo un minuscolo sentiero a strapiombo sulla montagna, rischiando ogni secondo di cadere a causa del terreno scivoloso, quando udii la voce di Thorin sovrastare il rumore del temporale: -Dobbiamo trovare riparo! –

-Le Montagne Nebbiose sono piene di caverne e grotte – disse Balin, strizzandosi il cappuccio fradicio per il diluvio -Troviamone una, per Durin! –

In lontananza si sentì un boato improvviso, molto più forte rispetto ad un comune tuono: -Attenzione! – gridò Dwalin, indicando il cielo. Dall’alto piombò verso di noi un masso di pietra gigantesco, per poi sfracellarsi poche decine di metri sopra le nostre teste, facendo tremare il terreno e cadere una miriade di sassi più piccoli.

-Questo non è un semplice temporale -gridò Balin, reggendosi alla parete della montagna per evitare di cadere -E’ una battaglia fra tuoni! –

Ancora oggi sono più che convinta di non aver mai visto nulla di così assurdo e spettacolare come quella notte: delle creature enormi, mastodontiche – ma che dico – grandi quanto le montagne stesse apparvero dinnanzi ai nostri occhi. Erano fatte completamente di pietra e si stavano affrontano in una battaglia, scagliandosi sassi.

-Che mi venga un colpo – disse Bofur, osservando la scena con occhi spalancati – Giganti! Giganti di Pietra! – Lo stupore negli occhi di tutti era palese, mescolato all’angoscia di essere annientati.

-Ma siamo seri?? – gridai io, in preda al panico -Pure i Giganti?! –

Uno di quei Titani staccò un enorme masso dalla montagna e lo scagliò nella nostra direzione, colpendo un suo simile che si trovava alle nostre spalle. Poco dopo iniziai a sentire il terreno sgretolarsi sotto i miei piedi e in pochi secondi una voragine spaccò il terreno in due, dividendoci. Fili cercò di trascinare il fratello verso la sua parte inutilmente, tanto era grande il divario che si era formato.

Guardai Thorin negli occhi per capire ciò che stava succedendo, ma vi lessi solo tanta paura. Mi fece cenno di guardare verso l’alto e finalmente capii in che enorme guaio ci eravamo cacciati: ci trovavamo sulle ginocchia di uno dei Giganti.

Questo venne violentemente colpito da uno dei suoi simili e sbalzato all’indietro. Potete immaginare la nostra situazione, abbarbicati alla meno peggio alle sue gambe, e come ci potessimo sentire. Quel forte colpo però fu anche fonte di salvezza: io e gli altri che ci trovavamo sul ginocchio sinistro riuscimmo infatti ad allontanarci dal corpo del gigante e a saltare su un fianco della montagna che non era coinvolto nella battaglia dei Tuoni.

-Correte, sbrigatevi! – gridò Thorin, rimanendo per ultimo. Quando anche lui saltò, tirai un sospiro di sollievo, che tuttavia durò poco. Gli altri infatti, erano rimasti intrappolati sul ginocchio del Gigante ed erano troppo lontani per poterci raggiungere.

Il Gigante sul quale i miei amici erano aggrappati fu colpito a tradimento da un terzo, sopraggiunto da dietro: un enorme masso lo raggiunse al capo, facendogli saltare la testa. Il suo corpo iniziò ad afflosciarsi a terra, come un burattino al quale hanno reciso i fili. Vedemmo i nostri amici scorrere davanti a noi, terrorizzati di seguire il gigante nella sua caduta.

-Saltate, coraggio! – gridò Thorin, pur consapevole della grande distanza che c’era tra noi e loro – Saltate! –

Ma il Giagante non cadde e si sfracellò sul fianco della montagna sul quale ci trovavamo: vidi Kili, Bofur e gli altri schiacciati sotto un masso e il mio cuore perse un battito. Non poteva essere finita così, non potevano essere morti per colpa di una stupida battaglia di Giganti.

Thorin gridò distrutto e si precipitò verso i compagni, chiamando il nome del nipote. Nel frattempo il Gigante cadde nel vuoto, disfacendosi in miriadi di pietre e sassi. Quando però vide che tutti stavano bene, sorrise, visibilmente sollevato.

Mi guardai attorno, osservando se eravamo tutti salvi, quando mi accorsi che qualcuno mancava all’appello: -Bilbo! Dov’è Bilbo? – domandai preoccupata.

-E’ laggiù – disse Bofur, indicando il bordo della montagna. Lo Hobbit penzolava pericolosamente nel vuoto, aggrappato a stento.

In quel momento non pensai, agii. Presi la rincorsa e raggiunsi Bilbo sul bordo, allungandogli la mia mano per tirarlo su: -Coraggio, afferra la mia mano – gli dissi -Tienila stretta –

Da dietro, Bofur e Dwalin mi diedero una mano a tirarlo su, tirandomi per la vita. Dopo diversi sforzi riuscimmo a mettere in salvo Bilbo., il quale nel frattempo era morto di paura. Avevo ancora il fiatone per la fatica, quando il pezzetto di terra sotto ai piedi franò e io caddi rovinosamente verso il basso.

Non so con che genere di riflessi mi aggrappai ad uno sperone di roccia, evitando di cadere. Ma la mia presa era debole ed ero certa che in pochi secondi sarei finita nel vuoto.

-Vi prego aiutatemi! – gridai, con le lacrime agli occhi. Non riuscivo a pensare a nulla, se non al buio che avevo sotto di me e al terrore che percorreva ogni fibra del mio corpo.

-Ci sono io, Aranel, non ti preoccupare – gridò Thorin, aggrappandosi con un braccio al bordo e scendendo verso di me -Andrà tutto bene, devi solo prendere la mia mano –

Mi allungai per prenderla, ma era troppo lontana: -Non ce la faccio – gridai, oramai piangendo.

-Si che ce la fai Aranel – disse lui serio -Afferra la mia mano –

Raccolsi tutto il coraggio che avevo in corpo e con uno slancio afferrai la mano di Thorin, il quale in un secondo mi spinse verso l’alto, risalendo poco dopo.

Ero ancora sopraffatta dalla paura, ma per lo meno ero salva.

Spazio Autrice:

Buonsalve anime mie!

Come state? Mi scuso per l'ora indecente in cui aggiorno, ma oggi sono stata tutto il giorno al Castello Sforzesco di Milano per l'evento di Game of Thrones e sono tornata più tardi del previsto.

Cooooomunque, cosa ne pensate del capitolo?

I nostri eroi hanno finalmente lasciato Imladris per proseguire il loro viaggio, ma ahimè sono incappati nella battaglia dei Giganti.... E la cara Aranel ci ha quasi rimesso le penne! Ma per fortuna il Principe di Erebor è pieno di risorse... 

Questa settimana, per quanto riguarda i ringraziamenti, volevo dare un piccolo spazio ad Another_brick_in_the_wall per le milllemila recensioni lasciate in pochissimi giorni. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

Per questa settimana ho detto tutto. vi aspetto domenica prossima con un nuovo capitolo tutto da scoprire! Ora vado a fare un riposino, visto che alle 3,00 c'è la diretta con l'America dell'episodio 7x1 di Game of Thrones e devo essere bella arzilla!

Un bacione,

                  Jenny

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Jo The Strange