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Autore: nikita82roma    19/07/2017    1 recensioni
È la mattina del funerale di Montgomery. Kate si sta preparando per andare al distretto dove si incontrerà con gli altri prima di andare al cimitero. Riceve, però, una telefonata che cambierà la sua vita.
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Terza stagione
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- Allora, adesso vuoi dirmi a cosa pensavi alla festa? - Le chiese Rick rientrati in camera mentre le accarezzava provocante le spalle fino a scendere a lambire la schiena.

- Sicuro che lo vuoi sapere? - Gli rispose allacciando le braccia intorno al collo di lui.

- Certo che lo voglio sapere… e voglio mettere tutto in pratica… - Le baciò il collo mentre lei rideva.

- Non pensavo a nulla di quello Castle!

- Veramente? - Chiese quasi deluso, sicuramente sorpreso.

- Sì, veramente… - Gli disse guardandolo negli occhi.

- E cosa era che non potevi dirmi lì, allora? - Ecco uno dei lati misteriosi di Kate Beckett che non avrebbe mai capito.

- Pensavo a quando ho cominciato ad ascoltarti parlare in modo diverso, quando hai cominciato ad essere tu qualcosa di… diverso, per me e non lo scrittore rompiscatole che non faceva mai quello che gli veniva detto e doveva mettere bocca su tutto. - Sorrideva, aveva finito quel discorso in modo fin troppo leggero per quello che pensava veramente, ma non sempre le era facile riuscire a confessargli tutto quello che aveva dentro.

- E lo hai capito? - Chiese curioso.

- No. In realtà no… - Si morse il labbro.

- Uhm… interessante… - Si stava divertendo a prendersi gioco di lei e Kate lo sapeva.

- Non c’è stato un momento in cui hai cominciato ad essere qualcosa di diverso piano piano… Sei… sei…

- Sono? - Chiese curioso ed aveva tutta l’intenzione che lei parlasse e si sfogasse.

- Diventato tutto insieme qualcosa di importante. Senza mezze misure, senza fasi intermedie e non lo so quando, ad un certo punto c’eri e non me ne sono nemmeno resa conto e non volevo rendermene conto e… ecco io pensavo a tutto questo… - Sospirò alla fine facendolo ridere di gusto.

- Sono così noiose quelle feste per te eh! - Le diede un bacio sulla punta del naso.

- Se dico di sì, ti offendi?

- No… perché lo stavo pensando anche io…

- Eppure non sembrava proprio. Sembravi così a tuo agio…

- Perché non sapevi in realtà a cosa stavo pensando io.

Rick cominciò a baciarla vicino all’orecchio, lunghi, morbidi baci rumorosi che si susseguivano uno dietro l’altro lasciandole la pelle umida. Poi scese lentamente disegnando la linea della mandibola e più giù, sul collo, fino all’incavo della spalla, lasciato scoperto dal vestito. Kate si abbandonò ai suoi baci, alle mani che accarezzavano la schiena, si faceva solleticare dal suo respiro caldo che lambiva la pelle imperlata dei suoi baci. Quando Rick si sciolse dal suo abbraccio la prese per mano, per accompagnarla in camera, ma Kate si fermò, non lo seguì. Castle la guardò titubante con la mano protesa verso di lei, senza capire cosa ci fosse che non andava. Poi seguì lo sguardo di lei, a terra e subito dopo verso la porta dell’altra stanza, quella più piccola, quella che l’altra volta aveva scelto lei, quella da dove lui era scappato come un vigliacco. Trovò di nuovo i suoi occhi e questa volta capì subito e non ci fu bisogno di dire altro, perché si rifugiarono insieme tra quelle pareti e lì, dietro quella porta, ancor prima di fare qualsiasi altra cosa, la baciò. Kate era imprigionata tra lui e la porta chiusa, quella sera, come allora, e quel bacio che si stavano scambiando era qualcosa di più, lo sapevano entrambi. Non volevano pensare, eppure non potevano farne a meno e quando si fermarono e si guardarono negli occhi, ognuno sapeva esattamente cosa stava provando l’altro: non si potevano cambiare le cose, tornare indietro nel tempo, modificare quello che era stato. Quella parete, quel bacio, quella foga non sarebbero mai state le stesse dell’altra volta, perché quelli non erano più loro. Non si poteva ricreare qualcosa che non era più in quei termini, solo perché erano nello stesso posto. Allora la foga scemò, lasciando spazio ad una ritrovata dolcezza.

- Vuoi rimanere qui? - Le chiese Rick e Kate semplicemente annuì, con lo sguardo innamorato e impaurito. - Lo sai, vero, che domattina ci sarò ed anche quella dopo e tutte le altre?

- È una minaccia Castle? - Sorrise mentre lo baciava.

- È quello che ti aspetterà, per tutta la vita Kate.

- Così sembra proprio una minaccia però! - Sorrise ancora e lui la prese in braccio, cogliendola di sorpresa, e mentre si stringeva alle sue spalle per paura che l’avesse fatta cadere, lui la adagiò sul letto dove immediatamente la raggiunse e si amarono con l’unica cognizione che avevano, quella di non dover fuggire da niente e da nessuno, che il tempo quella notte era solo una convenzione per il resto del mondo, non per loro. Non fu come la prima volta, perché loro non erano più quelli della prima volta, fu, però qualcosa che racchiudeva tutto quello che era stato e che sarebbe stato, in ogni gesto che non era studiato ma veniva solo dalla consapevolezza di quello che erano e che volevano. Amarsi, tenersi, prendersi, ritrovarsi in un continuo rinnovarsi di gesti che ormai usuali ma mai scontanti, mai banali, che riuscivano ad emozionarli sempre, fosse stato anche solo lo strusciare leggero dei polpastrelli sulla pelle accaldata, tra un bacio e l’altro con le bocce continuamente impegnate a cercarsi tra loro, la loro pelle, a ripetersi quello che non avevano bisogno di dirsi ma voglia sì, che si amavano ed ogni volta, ogni volta che lo sentivano, era un nuovo brivido che li percorreva ed andava a sommarsi agli altri. Poi ci fu solo il piacere che scosse i loro corpi e le loro braccia che si serrarono di più nel tenersi insieme. Senza lasciarsi. Mai.

 

 

- Buongiorno! - Gli disse Kate voltandosi, trovando le sue labbra scambiandosi un bacio appena sfiorandosi.

- Buongiorno. - Rispose lui accarezzandole il volto. - Ma lo so che non hai dormito mai, stanotte.

Rimase colpita dalle sue parole, da quella sincerità che le aveva lanciato addosso senza nessun riguardo, ed era strano per lui.

- Non mi hai detto nulla ma… non hai dormito nemmeno tu…

- No… volevo solo stringerti tutta la notte ed avrei voluto guardarti dormire. - Non era un rimprovero anche se poteva sembrarlo.

- Io… ho pensato a tante cose… scusami…

- Di cosa dovrei scusarti? - Lambiva dolcemente il suo corpo sotto le coperte che li avvolgevano.

- Di non averti reso partecipe, di essermi rifugiata nel tuo abbraccio senza dirti nulla.

- Ti puoi rifugiare tutte le volte che vuoi… - La avvicinò a se, lasciando che ora fosse anche lei ad abbracciarlo, facendo aderire i loro corpi e scambiandosi, ora sì, un vero bacio.

 

Rick se ne stava abbandonato con la testa sul petto di Kate, mentre lei gli accarezzava distrattamente i capelli ed il collo, provocandogli mugugni di piacere.

- Sei sempre pensierosa, vero Kate? - Bonficchiò Castle contro la sua pelle.

- Non riesco proprio a nasconderti nulla? - Sospirò lei

- Questo no… - Si sollevò dal suo corpo per guardarla, ma lei lo accompagnò di nuovo su di sé. - Ti va di parlarne?

- Pensavo che ci sono cicatrici che per quanto vogliamo, non si rimarginano mai. Che tornano sempre a farti male ogni volta che il pensiero arriva e… non vorrei… non è giusto.

Rick la ascoltò attentamente, poi risalì con la mano il corpo di lei fino ad arrivare tra i suoi seni, fermandosi ad accarezzare quel segno indelebile che aveva sul petto con gesti circolari, tracciandone infinite volte il contorno.

- Non parlavo di quella, Castle. - Sorrise Kate.

- Lo so, ci pensavo io, però… Non hai più paura di questa, vero? E nemmeno delle altre…

Kate si morse l’interno della guancia facendo una smorfia che Rick trovò adorabile e poi scosse la testa, chiedendosi mentalmente come faceva lui a sapere sempre tutto.

- Ogni volta che guardo questo segno, che lo accarezzo, che lo bacio… - avvicinò le labbra sfiorando - … non posso non provare un brivido. Un attimo, uno solo, ma c’è, sempre. La paura di quel momento, di non riuscirti a dire tutto quello che provavo per te, di perderti, perderti per sempre senza averti veramente mai avuto, tu che mi prendevi la mano e la prese che diventava sempre più leggera e poi la lasciavi, i tuoi occhi che si chiudevano e tu che non mi rispondevi più. In un attimo, ogni volta, vedo tutto questo e fa male, ma io questa cicatrice la amo Kate, proprio dov’è. Perché se non ci fosse, se non fosse proprio lì, forse tu non saresti qui ed io non avrei tutto quello che ho adesso. Ed allora pensare a questa cicatrice non è più così terribile. Perché lei è il simbolo che tu sei qui con me di tutto quello che siamo adesso e la amo, come amo tutto di te, anche se ogni volta mi fa tremare di paura.

- Tutto questo a volte mi spaventa Castle… - ammise Kate mentre accarezzava le sue spalle.

- Cosa? - Chiese lui preoccupato

- Tu. Quello che dici, come lo dici… Il tuo amore è così… così totale che a volte mi spaventa… non so se lo merito e… mi sento come se non riuscissi mai ad essere al tuo livello, di non meritarlo…

- Non dire mai più un’idiozia del genere Katherine Beckett. Mai più. Mi ferisci se lo pensi veramente. - Le disse serio sollevandosi dal suo corpo guardandola negli occhi.

- Sei felice Castle? Sei veramente felice con me? Anche quando io… ti escludo e mi chiudo… Non vorrei farlo, veramente… - Si giustificò, poi prese il suo viso tra le mani obbligandolo ad avvicinarsi a se. Lo baciò dolcemente, più volte e lui la lasciò fare. - Sei la cosa più bella della mia vita Rick e vorrei darti tutto quello che meriti e che desideri.

- Abbracciami allora. Voglio solo questo adesso. - Kate si voltò verso di lui e fece quello che lui voleva, ricadendo sul suo corpo e stringendosi a lui più che poteva. Si ripromise mentalmente che ce l’avrebbe fatta, che avrebbe veramente mantenuto quella promessa che gli aveva fatto quando si erano sposati, fare in modo di renderlo felice, ogni giorno.

   
 
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