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Autore: Grimilde Deveraux    20/07/2017    1 recensioni
I matrimoni sono il posto migliore dove rimorchiare o trovare comunque un po' di compagnia; è una regola d'oro che tutti conoscono e che molti cercano di applicare, ma cosa succede quando il matrimonio è quello del tuo storico ex fidanzato? E se colui che doveva essere solo una piacevole distrazione diventa all'improvviso qualcosa di più?
Potranno mai conciliarsi due mondi tanto diversi come una pasticceria nel cuore di New Orleans e una base militare in Virginia?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Clan Cullen, James, Jasper Hale, Peter | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, James/Victoria
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 4

L’idea di sua sorella gli era sembrata folle fin dall’inizio, ma ora che si stava preparando per andare a prendere Isabella era anche peggio!

Aveva passato tutta la mattina in giro per il mercato con Alice alla ricerca degli ingredienti per il Gumbo per poi rinchiudersi nella cucina di sua madre sotto la supervisione della sorella e del padre mentre preparava da mangiare per quella sera.

Era straordinario quanto le abili mani da chirurgo di Carlisle Cullen, primario del pronto soccorso di New Orleans, fossero utili anche in cucina; suo padre affettava verdure come se non avesse mai fatto altro nella vita e, i suoi figli lo sapevano bene, per certi versi era così.

Si stava giusto stringendo il nodo della cravatta quando il suo cellulare prese a squillare, lo prese rispondendo senza quasi controllare chi fosse:<< Cullen >> << Ed! Dio come sei serio fratello! >> sentendo la voce di Emmett alzò gli occhi al cielo:<< La colpa è tutta tua pettegolo! Che cosa ti è venuto in mente? Perché hai invitato Bella? Avevo dei progetti >> dall’altro lato del telefono Emmett rise di gusto:<< Sì certo…progetti che avresti attuato tra vent’anni fratellino! >> poi tornando serio aggiunse:<< Ad ogni modo ho un annuncio da fare e vorrei che foste tutti presenti >> << Un annuncio? >> anche se non poteva vederlo immaginava la faccia sorridente e soddisfatta di Emmett:<< Già, anzi a questo proposito ho bisogno delle tue consulenze legali fratellino >> << Consulenze legali? In che guai ti stai cacciando Emmett? >> << Nessun guaio, davvero >> Edward scosse la testa:<< Perché non ti credo? >> Em rise di nuovo:<< Perché sei un maledetto avvoltoio e in quella specie di università ti hanno insegnato a pensare sempre il peggio della gente >> << Ehi! Harvard è un rispettabilissimo college >> << Dove vi insegnano a vivere delle disgrazie degli altri e a diffidare di chiunque >> Edward sapeva bene che Emmett odiava gli avvocati e tutto ciò che riguardava la sua professione, aveva le sue ragioni e lo capiva, ma continuavano comunque a volersi bene.

 

<< Bella! È arrivato Edward! >> la voce di sua madre la riscosse mentre era ferma davanti allo specchio ad ammirare il vestito che Rose le aveva prestato: quasi non si riconosceva…lei non portava mai cose del genere ma per una cena a casa Cullen era davvero necessario.

<< Scendo subito! >> urlò ben sapendo che Renée l’avrebbe di certo chiamata di nuovo, poi tornò a guardarsi: aveva lasciato i capelli sciolti nella speranza di coprire un po’ le spalle che il vestito, rigorosamente senza spalline, lasciava scoperte; Rosalie aveva un gusto fantastico e quell’abitino a tulipano con la gonna di tulle e seta color vinaccia risaltava come una gemma sulla sua pelle chiara, tuttavia lei continuava a sentirsi a disagio…o almeno finché non arrivò all’ingresso e vide lo sguardo del suo cavaliere…

<< Ciao >> << Ciao >> lo salutò a sua volta:<< Il vestito me lo ha prestato Rose >> commentò poi non sapendo esattamente cosa dire:<< Ricordami di ringraziarla >> poi aprendole la porta le fece segno di uscire mentre lui salutava Renée:<< La riporterò finita la cena, buona serata Renée >> la donna sorrise:<< Oh per me puoi anche riportarmela domani mattina, so che mia figlia è in buone mani >> aggiunse strizzando l’occhio a Bella facendola arrossire:<< Vedrò cosa posso fare >> scherzò Edward prima di seguire la sua dama fino alla sua auto aprendole galantemente la portiera.

 

Quando raggiunsero l’abitazione dei Cullen, meglio nota come Villa Trastevere in onore del luogo dove i genitori di Edward si erano conosciuti, Bella si sentì come sempre un po’ in soggezione; se da un lato era vero che i Cullen erano una famiglia come tante dall’altro erano anche una delle più abbienti e note della città; con un figlio insegnante, uno avvocato e una giovane imprenditrice che dirigeva da sola la sua pasticceria, il dottore e la dottoressa Cullen erano praticamente la coppia perfetta e, secondo le voci che giravano in città, una delle più invidiate.

<< Emmett e Rose devono essere già arrivati >> commentò Ed indicando con la testa la berlina nera di suo fratello:<< Alice? >> domandò invece Bella non vedendo il maggiolino color ciliegia dell’amica:<< L’ho lasciata oggi pomeriggio in pasticceria e mi ha detto che ci saremmo visti qui >> commentò lui mentre scendeva dalla macchina per avvicinarsi all’ingresso:<< Magari sta preparando un dolce e si è persa a decorarlo, provo a chiamarla >> << Sono qui! Sono qui! >> e una voce un po’ affannata li fece voltare verso la ragazza che scendeva dalla macchina sorridendo con addosso un completo pantaloni nero dal taglio classico:<< Ehi! Come mai in ritardo? >> domandò Ed vedendo lo sguardo della sorella:<< Chiedilo a Jacob Black, sono sempre felice di aiutare un amico ma quel ragazzo a volte è davvero… >> << Jacob? Il tuo vicino? >> domandò Bella che conosceva di vista il gestore del bar pizzeria di fronte alla pasticceria di Alice:<< Sì, a quanto pare suo padre viene in città e lui mi ha implorato di preparargli qualcosa di speciale per il suo arrivo tra un paio di giorni, non ho potuto rifiutare >> Edward scosse il capo:<< Tu sei troppo buona sorellina, dovresti imparare a dire di no >> Alice annuì:<< Lo so, ma è un amico e vuole solo fare bella impressione su suo padre >> mentre i tre entravano in casa Alice guardò Ed:<< Hai idea di cosa ci deve dire Emmett? Sembrava fin troppo su di giri ieri >> << Non ne ho idea, mi ha solo detto che sono notizie importanti e che avrà bisogno delle mie consulenze legali >> << Emmett che ha bisogno di un avvocato? >> domandò Bella perplessa:<< In che cosa cavolo si è cacciato? >> domandò Alice mentre entravano nel soggiorno dove il resto della famiglia era già comodamente seduto a sorseggiare un aperitivo:<< In niente di preoccupante sorellina adorata… >> commentò il diretto interessato sorridendo come se avesse appena toccato il cielo con un dito:<< Sorellina adorata? Che ti serve Emmett Cullen? >> domandò Alice guardinga:<< Oh andiamo deve per forza esserci un motivo per dimostrare a mio fratello e mia sorella che gli voglio bene? >> Ed e Alice si guardarono per un istante poi Edward tornò a guardare il fratello maggiore:<< Detto da te? Sì, ovviamente c’è un motivo >> l’altro alzò gli occhi al cielo poi si avvicinò al mobile bar di suo padre:<< Che vi preparo? >> domandò poi distrattamente mentre dalla cucina uscivano Rosalie e la signora Cullen chiacchierando allegramente.

 

<< Oh Isabella! Che piacere vederti! >> e la padrona di casa, magnifica con un paio di pantaloni crema e un maglioncino grigio fumo si avvicinò per abbracciarla:<< Grazie a voi per l’invito signora Cullen >> la donna scosse la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli scuri:<< Chiamami Esme tesoro, sei di famiglia ormai >> Bella annuì cercando di rilassarsi, nonostante conoscesse Alice ed Edward dai tempi della scuola e la piccola Cullen fosse la sua migliore amica, aveva passato ben poco tempo in quella casa e un po’ si sentiva ancora a disagio.

<< Allora Emmett? Qual è questa grande notizia? >> e continuando a sorseggiare il suo drink Carlisle guardò il figlio:<< Beh volevo aspettare dopo cena per parlarne… >> cominciò Emmett:<< Ma visto che siete tutti qui… >> << Non ha detto nemmeno a me che cosa sta succedendo >> commentò Rose in un bisbiglio comparendo accanto a Bella e Alice:<< Sapete che la scuola dove lavoro è privata >> continuò Em:<< A quanto pare la preside, la signora Newton, vuole andare in pensione, è anziana e non se la sente più di avere una responsabilità del genere >> erano tutti fermi ad aspettare la grande notizia, Emmett ci metteva sempre una vita a raccontare le cose ma ci erano tutti abituati.

<< C’è stata una riunione degli insegnanti e del consiglio dei genitori settimana scorsa, hanno avanzato delle proposte ma dal momento che non si è fatto avanti nessuno pensavano di chiudere la scuola >> << Ora ditemi dov’è la bella notizia >> commentò Ed a bassa voce, forse non troppo bassa visto l’occhiataccia che gli tirò Emmett:<< Ho detto pensavano, fratellino impaziente, fammi finire >> Ed fece un piccolo inchino per incitarlo scherzosamente a continuare:<< Ho parlato con alcuni colleghi e mettendo insieme i nostri risparmi abbiamo deciso di acquistare noi la scuola >> guardando i suoi famigliari Emmett non seppe dire chi di loro fosse più sorpreso, forse Alice o Rose visto le loro espressioni:<< Cioè fammi capire bene… >> e la sua fidanzata gli si avvicinò piano:<< Vuoi comprare la Newton Primary School? >> lui annuì:<< Sì, lasceremo il nome in onore della signora Newton ma gestiremo noi la scuola, sarà strano in effetti fare il preside ma… >> << Preside? >> domandò Alice guardandolo incredula, Emmett scoppiò a ridere passandosi una mano nei capelli:<< Beh abbiamo votato, ha scelto la maggioranza >> Esme e Carlisle si avvicinarono al figlio abbracciandolo a turno fieri del suo successo:<< Allora? Che mi dici? Ti piace l’idea? >> domandò il giovane guardando Rose:<< Mi piace? >> domandò lei sorridendogli orgogliosa:<< La adoro! >> poi stringendogli la mano e baciandogli una guancia aggiunse in un soffio:<< E quando torniamo a casa ti farò vedere anche quando signor preside >> << Bene, direi che è il momento di mettersi a tavola e di festeggiare allora >> e indicando la porta della sala da pranzo Esme fece per tornare in cucina quando:<< Edward, vieni a darmi una mano tesoro >>

 

<< Credevo aiutassi tu tua madre >> commentò Bella sedendosi accanto ad Alice:<< Conosci le regole di casa Cullen, chi cucina serve anche a tavola >> << Sì, infatti >> poi rendendosi conto di quello che l’amica aveva appena detto spalancò gli occhi stupita:<< Aspetta…ma quindi Edward ha… >> Emmett scoppiò a ridere:<< Oh sì Bella! Non hai idea di quanto era spassoso! Ti sei persa uno spettacolo, è stato tutto il giorno chiuso là dentro, ha quasi fatto impazzire la povera Alice >> << Oh smettila Em! Era la sua prima volta, tutti sono ansiosi la prima volta che si mettono ai fornelli >> << Tu non lo eri, ti è sempre venuto naturale >> commentò Bella e l’amica si voltò guardando suo padre seduto a capotavola:<< Il merito è tutto di papà, mi ha regalato il mio primo Dolce Forno a tre anni, non potevo finire che con la mia pasticceria >> il resto della conversazione fu interrotto da Esme ed Edward che rientravano con la cena.

<< Gumbo...wow…è il mio piatto preferito >> commentò Bella quando Ed le servì la sua porzione:<< Sì, lo sappiamo >> replicò Emmett e il fratello lo fulminò sul posto ma….:<< È delizioso, potrebbe competere con quello di mamma! >> alle parole di Isabella per poco la zuppiera non sfuggì dalle mani di Ed che si affrettò a sedersi cercando di non diventare imbarazzato come un bambino alla prima interrogazione.

 

Dopo la deliziosa crème brûlée di Alice si spostarono tutti sotto al patio sul retro della casa, era ancora una bella serata nonostante fosse autunno e quindi ci si poteva godere un po’ di pace e tranquillità all’aperto.

<< Bella… >> la ragazza si voltò sentendosi chiamare e trovandosi Edward a pochi passi che, senza la giacca del completo sembrava molto più accessibile del solito:<< Sì? >> << Ti va di fare due passi? >> le domandò indicandole il grande giardino:<< Agli altri non dispiacerà se ci allontaniamo? >> Ed lanciò un’occhiata al resto del gruppo impegnato a fare finta di non ascoltarli:<< No, non credo che gli dispiacerà >> replicò poi sperando di sembrare naturale e poco dopo scesero i gradini per incamminarsi nel prato.

 

<< Sono davvero una bella coppia >> sospirò Esme guardandoli passeggiare:<< Non sono ancora una coppia mamma, prima Ed deve decidersi a fare il grande passo >> << Emmett! >> lo rimproverò la donna ma lui non si scompose nemmeno:<< Oh andiamo mamma lo sai che ho ragione! >> Esme scosse il capo sorridendo, voleva troppo bene ai suoi ragazzi per arrabbiarsi davvero:<< Ad ogni modo hai ragione mia cara >> commentò Carlisle baciando una guancia della moglie:<< Sono davvero una bella coppia >>

 

Mentre loro spettegolavano, a metà del giardino, i due piccioncini stavano chiacchierando delle più futili banalità che potessero esistere, entrambi indecisi su cosa dire o cosa fare per non rovinare quel loro strano rapporto.

<< Sai non credevo fossi così bravo in cucina…dici sempre che vai avanti a cibi precotti >> lui fece spallucce:<< Ed è vero! Non avevo mai cucinato niente in vita mia, salvo i biscotti quando mi costringeva Alice ma ho sempre bruciato anche quelli >> scoppiarono entrambi a ridere nello stesso momento ma, maledetta goffaggine, mentre camminavano Bella non si accorse di dove stava mettendo i piedi e perse irrimediabilmente l’equilibrio.

Chiuse gli occhi aspettando di sentire l’impatto con il suolo, il vestito si sarebbe sporcato d’erba e Rose l’avrebbe uccisa, dio era un vero disastro!

Tuttavia il tempo passava ma non succedeva niente:<< Bella…puoi anche aprire gli occhi >> spalancandoli di colpo si trovò a specchiarsi nelle iridi chiare di Edward a pochi centimetri dalle sue:<< Mi hai preso >> constatò poi quasi avesse appena scoperto chissà quale sconcertante verità:<< Certo che l’ho fatto! Non ti farei mai cadere >> le ricordò con un caldo sorriso:<< Sei un vero gentiluomo >> l’aveva detto solamente per prenderlo in giro ma Ed sorrise malizioso:<< Posso fare anche di meglio sai? >> << Davvero? >> lui annuì aiutandola a rimettersi dritta:<< Sì >> la sua voce era così calma, così decisa:<< Tipo cosa? >> << Questo >> e preso anche lui da chissà quale coraggio colmò la distanza tra le loro bocche stringendo a sé quel piccolo corpo delicato.

 

<< Visto! Ti avevo detto che dovevamo solo lasciarlo fare >> e sbriciando dal portico Alice sorrise fiera della sua opera guardando poi Emmett che scuoteva la testa:<< Sé! Lasciarlo fare! Ci ha messo sei anni! Sei anni Alice! >> << Beh ma ora sono entrambi esattamente dove devono essere >> replicò Rose e la piccola Cullen concluse sognante:<< Insieme >> poi non dando voce ai propri pensieri Alice rifletté che le sarebbe piaciuto davvero tanto trovare qualcuno che la guardasse nel modo in cui Edward guardava Bella, in cui Emmett guardava Rose o anche in cui suo padre guardava sua madre…quello era amore vero; aveva creduto anche lei di averlo trovato con James molti anni prima, poi lui era partito per una missione e quando era tornato c’era Victoria con lui e il suo sogno si era infranto.

Victoria…proprio il suo primo appuntamento dell’indomani…avrebbe dato qualsiasi cosa per evitarlo, ma era lavoro e lei faceva bene il suo lavoro, sempre chiunque si trovasse davanti!

 

New Orleans, 29 ottobre 2015

Quattro giorni al matrimonio

<< Così è qui che si è trasferita Vicky >> e guardandosi intorno mentre Peter stava parcheggiando Riley cominciò a scrutare ogni singolo angolo di quel posto del tutto nuovo.

<< A dire il vero questo è il B&B che ha prenotato per noi, lei vive dall’altra parte della città a casa di quel James >> borbottò Jasper che poco tollerava quello spaccone di marine:<< Non lo digerisci proprio vero? >> domandò Riley sempre sorridendo:<< Non è quello, non lo conosco neanche, diciamo solo che non mi ha fatto tutta questa bell’impressione quando l’ho visto dagli zii un paio di anni fa >> replicò l’altro aprendo la portiera e scendendo dalla macchina:<< Moon River, che posticino accogliente >> poi aprendo il baule e prendendo la propria sacca Riley continuò acido:<< Sembra di stare nella casa nella prateria >> Peter si avvicinò ridendo:<< Oh andiamo brontolone, non hai imparato niente quando eravamo a Bogotà? Mai giudicare un libro dalla copertina >> << Beh qui non c’è molto da dire mi sembra, dico bene Jaz? >> domandò Riley sempre più convinto ma il biondo aveva già recuperato la sua sacca e si stava avvicinando all’ingresso.

 

<< Bene, direi che questo era tutto, passerò domani per le torte che mi ha ordinato tua madre >> commentò Alice sorridendo:<< Tranquilla Alice, non devi impazzire, so che hai abbastanza da fare ultimamente >> la ragazza scosse la testa:<< Preferisco preparare crostate e biscotti per il B&B che quell’orribile ammasso di rosa e glitter >> << Allora è proprio determinata >> sorrise Bella che da settimane sentiva l’amica lamentarsi per i gusti, molto discutibili, della futura sposa:<< Sì, per lo meno sono riuscita a fare qualcosa di elegante, ma non è proprio il mio genere >> << Sì, posso immaginarlo >> commentò Isabella avvicinandosi alla porta per aprirla e accompagnare fuori l’amica.

 

<< Ci vediamo da Emmett e Rose stasera per decidere i costumi o tu e Ed sparirete anche oggi? >> Jasper si fermò giusto in tempo per non finire addosso alle due ragazze che stavano uscendo dalla porta principale:<< Mi scusi >> commentò poi la più bassa delle due sorpassandolo e scendendo velocemente le scale, quasi inconsapevolmente la seguì con lo sguardo vedendola salire su un maggiolino rosso accesso.

<< Buongiorno, desidera? >> si voltò sentendo l’altra ragazza che si rivolgeva a lui tornando sé stesso:<< Jasper Whitlock, ho una prenotazione >> la ragazza annuì rientrando e dirigendosi dietro un piccolo bancone di legno finemente lavorato:<< Mi faccia controllare >> poi scorrendo velocemente una grossa agenda sorrise:<< Ah sì ecco qui, Whitlock, due camere >> poi girandosi prese le chiavi dalla rastrelliera:<< Ha bisogno di una mano con i bagagli? >> << Ehi Jaz! Potevi aspettarci! >> lo rimbeccò Riley entrando nella piccola hall come se si trovasse al mercato:<< Ma quanto la fai lunga, fattela passare o giuro che ti uccido Riley! >> lo rimbeccò Peter entrando poco dietro di lui e in quel momento Jasper sorrise malefico guardando le due chiavi che aveva in mano e ricordando che i suoi insopportabili amici dovevano condividere una camera per i prossimi tre giorni:<< No, grazie facciamo da soli >> poi voltandosi verso gli amici lanciò la chiave a Peter che la prese al volo:<< Avanti smettetela e andiamo >> la receptionist sorrise:<< In cima alle scale a sinistra, ultime due camere in fondo >> << Grazie, signorina? >> la ragazza sorrise:<< Bella Swan, mia madre è la proprietaria >> Jaz annuì poi facendo segno agli amici iniziò a salire le scale.

<< Dimmi che è uno scherzo! Ti prego dimmi che non dovrò… >> e Peter lo guardò supplicante mentre guardava la camera con il letto matrimoniale incazzato all’idea di doverla dividere con quel rompiscatole di Riley:<< Oh andiamo Pete, è solo per due giorni, non avevano altre camere >> << Dovevi dirgli di no, sarei venuto solamente io e ci saremmo disfatti del peso morto qui >> << Mi hai dato del peso morto Pete? >> domandò Riley guardandolo male:<< Sei un peso morto, hai ancora una cotta per la cugina di Jaz e mi ammorberai per tutto il tempo con questa lagna >> << Io non ho una cotta per… >> ma Peter non lo lasciò finire entrando in camera e buttando il proprio borsone sul letto:<< Oh sì che ce l’hai ma non ho intenzione di restare a sentire le tue lagne >> poi guardando Jasper aggiunse:<< Mi devi un favore tenente, un grosso favore >> poi tornando a Riley gli mise un braccio attorno alle spalle:<< Tranquillo sergente penserò io a farti passare il mal d’amore >> poi chiudendo la porta della stanza lasciò Jasper di nuovo solo.

 

Una volta nella sua camera Whitlock poggiò la sacca ai piedi del letto e rimase immobile per un attimo guardandosi introno: un po’ Riley aveva ragione a definire quel posto “casa nella prateria” non perché fosse stucchevole o dallo stile country, tutt’altro…tuttavia c’era ovunque quell’inconfondibile tocco femminile che aleggiava in giro rendendo l’atmosfera molto più calda e accogliente.

Avvicinandosi al piccolo scrittoio posto strategicamente sotto la finestra Jaz notò un piccolo sacchetto trasparente contenente dei biscotti tondi, il biglietto di fianco diceva: “ Per una buona permanenza, cordialmente lo staff del Moon River ”, ecco esattamente quello che intendeva: nessuno in nessun hotel del mondo avrebbe mai messo un sacchetto di biscotti appena sfornati come benvenuto per gli ospiti, al massimo qualche caramella o cioccolatino sul cuscino e, negli hotel di lusso magari, un cesto di frutta ma niente del genere.

Avendo passato molto tempo in macchina e senza quasi fermarsi vista la guida a dir poco spericolata di Pete sciolse il piccolo cordino che chiudeva il sacchetto e allungò la mano tirando fuori un biscotto mettendoselo in bocca.

Ci mise un attimo per assimilare tutti i sapori, era diverso da come se lo aspettava: sapeva di…caffè…caffè e cioccolato per la precisione, era un mix molto deciso ma anche molto piacevole; guardò di nuovo il sacchetto e notò un piccolo cartoncino rosso scuro attaccato al nastro con la scritta “ Alice in Sweetland ”, probabilmente venivano da qualche negozio del posto, eppure sembravano fatti in casa, fatti al momento…

Deciso a non soffermarsi troppo su questioni di poca importanza lasciò i biscotti sul tavolo tornando a disfare la propria valigia, quella sera aveva una cena con Victoria e non voleva assolutamente fare tardi.

 

<< Superman e Wonder Woman? >> e quella sera Alice guardò Rose che stava mostrando al gruppo i costumi che lei ed Emmett avrebbero indossato alla festa di Halloween che si sarebbe tenuta al locale di Jacob e Seth:<< Chissà perché non mi aspettavo niente di diverso da voi due >> commentò Ed con un sorrisetto divertito ma il fratello lo ammonì:<< Oh proprio tu vieni a farmi lezioni? Mary Poppins e Bert? Sei sdolcinato da fare schifo fratello! >> Edward sorrise accarezzando una mano di Bella con la sua:<< E allora? Tu hai fatto di peggio i primi tempi che ti sei messo con Rosalie, ora è il mio turno >> Alice sorrise, quei due erano davvero due testoni ma si volevano un gran bene:<< E tu Alice? >> la voce di Bella la riscosse:<< Io cosa? >> << Cosa ti metterai alla festa? Abbiamo trovato tutti qualcosa nell’armadio delle meraviglie di Rose, ma tu hai deciso qualcosa? >> la piccola Cullen ci pensò un attimo, negli ultimi anni da quando era finita c0on James si era sempre mascherata da cuoca zombie e cose così, niente di eclatante e niente che potesse attirare l’attenzione su di lei:<< Potrei usare lo stesso costume dell’anno scorso, in fondo è ancora in ottimo stato e… >> << Oh non se ne parla signorina! >> la voce di Rose era imperiosa, vale a dire che non ammetteva repliche:<< Dovrei avere qualcosa della tua taglia da qualche parte, è perfetto per te >> << Rose non serve…davvero non… >> ma l’altra si era già alzata e si era messa a frugare nell’armadio.

Ne riemerse cinque minuti dopo con una custodia per abiti scura:<< Ecco! Trovato! >> e porse il tutto ad Alice che lo aprì piano mostrando un delicato strato di tulle color panna impreziosito da piccoli ricami dorati:<< Rose…ma io… >> << È un costume da regina delle fate, è l’unico che ho della tua taglia, dentro ci sono anche una maschera e le ali, dovresti metterci i sandali dorati che ti abbiamo regalato per il compleanno, ci staranno benissimo >> << Regina delle fate? Andiamo Rosalie io non… >> << Non ti farò vestire da zombie per la milionesima volta! Quel costume è orribile! >> Alice stava per rispondere poi accorgendosi dell’ora scattò in piedi come una molla:<< Scusate devo scappare! Domattina ho un paio di commissioni e un sacco di ordini da finire >> << Alice dovresti assumere qualcuno che ti dia una mano, non puoi fare tutto da sola >> << Ce la faccio Emmett, se avrò bisogno di una mano chiamerò Bree >> poi sorridendo e salutando velocemente il gruppo Alice scappò in strada, fortuna che la casa di Rose ed Em era a pochi passi dal quartiere francese, così non avrebbe fatto troppa strada da sola di sera.

 

Aveva deciso di fare due passi prima di tornare al b&b per chiarirsi un po’ le idee: durante la cena Victoria lo aveva informato che avrebbe dovuto fare da accompagnatore ad una certa Jane che, a quanto diceva sua cugina, era sì una sua collega, ma anche la figlia del suo capo. << Voglio che tu la faccia divertire, è una VIP e non posso che affidarle il mio miglior accompagnatore >> si era trattenuto dal rispondere a Victoria solamente perché era sua cugina, ma l’avrebbe volentieri mandata al diavolo: chi cavolo si credeva di essere? Lui era suo cugino ed era un invitato, non un bambolotto di cui lei poteva disporre…certo Peter e Riley avrebbero fatto i salti di gioia con le due damigelle che la rossa aveva scelto per loro, ma lui? Lui non aveva una ragazza da così tanto tempo che quasi non si ricordava più com’era…non che non ne avesse avuto occasione intendiamoci, era solo stato assorbito dall’accademia, dal JAG e poi dall’entrata nei SEAL e ora c’era il Team Six; aveva deciso molti anni prima di concentrarsi unicamente sulla sua carriera e non avrebbe cambiato idea, non certo ora che era ad un passo dalla sua meta.

 

<< Mi scusi, non l’avevo vista >> Alice si sentì immensamente stupida, troppo presa dalla fretta di arrivare a casa non aveva fatto attenzione e per schivare un gruppo di ragazzini che si era piazzato davanti al locale jazz all’angolo della sua via era andata a sbattere contro qualcun altro.

<< Non stavo guardando dove andavo, mi scusi se… >> ma le parole le morirono in gola quando alzò gli occhi sul biondo dal fisico statuario che aveva davanti:<< Non si preoccupi, non è successo niente >> << Meno male, mi scusi ancora… >> non la smetteva di scusarsi ma quegli occhi scuri la mettevano un po’ in soggezione anche se non nel senso che uno poteva immaginare:<< Stia tranquilla, può capitare con tutta questa gente in giro >> lei annuì raccogliendo in fretta la propria borsa che era caduta a terra poi sorridendo di nuovo deglutì per non dire ancora la parola scusa e girando intorno all’uomo fece qualche passo per arrivare a casa.

 

In parte divertito dall’imbarazzo della ragazza e in parte affascinato da quegli occhi scuri quasi quanto i suoi Jasper la guardò raccogliere in fretta il contenuto della sua borsetta, avrebbe voluto chinarsi per aiutarla visto anche la grossa custodia per abiti che lei aveva in mano, ma era come paralizzato, era come se un fulmine lo avesse colpito paralizzandolo lì sul posto.

<< Arrivederci, buonanotte >> sentì la sua voce che si allontanava mentre lo salutava e si sentì un idiota per non aver detto niente che avesse senso, non sapeva nemmeno come si chiamasse…

La guardò attraversare la strada ed entrare nella porticina laterale di un edificio, spostò gli occhi sul resto del palazzo nella speranza di vedere una luce accendersi al piano superiore ma i suoi occhi incontrarono solamente un’insegna illuminata da qualche faretto che diceva: “ Alice in Sweetland ”.

Grimilde's

Ed finalmente Edward si è dato una mossa! (Era ora! Anche se la cosa non finisce qui vi avviso!)
Cosa ancora più importante il primo incontro dei piccioncini...diciamo più scontro...manca poco al matrimonio di Barbie e Ken ma prima ci sarà una molto coinvolgente festa di Halloween a cui nessuno può mancare...
A presto...

   
 
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