L’idea
di sua sorella gli era sembrata folle fin dall’inizio,
ma ora che si stava preparando per andare a prendere Isabella era anche
peggio!
Aveva
passato tutta la mattina in giro per il mercato con
Alice alla ricerca degli ingredienti per il Gumbo per poi rinchiudersi
nella
cucina di sua madre sotto la supervisione della sorella e del padre
mentre
preparava da mangiare per quella sera.
Era
straordinario quanto le abili mani da chirurgo di
Carlisle Cullen, primario del pronto soccorso di New Orleans, fossero
utili
anche in cucina; suo padre affettava verdure come se non avesse mai
fatto altro
nella vita e, i suoi figli lo sapevano bene, per certi versi era
così.
Si
stava giusto stringendo il nodo della cravatta quando il
suo cellulare prese a squillare, lo prese rispondendo senza quasi
controllare
chi fosse:<< Cullen >> << Ed!
Dio come sei serio fratello!
>> sentendo la voce di Emmett alzò gli occhi
al cielo:<< La colpa è
tutta tua pettegolo! Che cosa ti è venuto in mente?
Perché hai invitato Bella?
Avevo dei progetti >> dall’altro lato del
telefono Emmett rise di
gusto:<< Sì certo…progetti che
avresti attuato tra vent’anni fratellino!
>> poi tornando serio aggiunse:<< Ad ogni
modo ho un annuncio da
fare e vorrei che foste tutti presenti >>
<< Un annuncio? >>
anche se non poteva vederlo immaginava la faccia sorridente e
soddisfatta di
Emmett:<< Già, anzi a questo proposito ho
bisogno delle tue consulenze
legali fratellino >> << Consulenze legali?
In che guai ti stai
cacciando Emmett? >> << Nessun guaio,
davvero >> Edward
scosse la testa:<< Perché non ti credo?
>> Em rise di
nuovo:<< Perché sei un maledetto avvoltoio e
in quella specie di università
ti hanno insegnato a pensare sempre il peggio della gente
>> <<
Ehi! Harvard è un rispettabilissimo college >>
<< Dove vi insegnano
a vivere delle disgrazie degli altri e a diffidare di chiunque
>> Edward
sapeva bene che Emmett odiava gli avvocati e tutto ciò che
riguardava la sua
professione, aveva le sue ragioni e lo capiva, ma continuavano comunque
a
volersi bene.
<<
Bella! È arrivato Edward! >> la voce di sua
madre la riscosse mentre era ferma davanti allo specchio ad ammirare il
vestito
che Rose le aveva prestato: quasi non si riconosceva…lei non
portava mai cose
del genere ma per una cena a casa Cullen era davvero necessario.
<<
Scendo subito! >> urlò ben sapendo che
Renée
l’avrebbe di certo chiamata di nuovo, poi tornò a
guardarsi: aveva lasciato i
capelli sciolti nella speranza di coprire un po’ le spalle
che il vestito,
rigorosamente senza spalline, lasciava scoperte; Rosalie aveva un gusto
fantastico e quell’abitino a tulipano con la gonna di tulle e
seta color
vinaccia risaltava come una gemma sulla sua pelle chiara, tuttavia lei
continuava a sentirsi a disagio…o almeno finché
non arrivò all’ingresso e vide
lo sguardo del suo cavaliere…
<<
Ciao >> << Ciao >> lo
salutò a
sua volta:<< Il vestito me lo ha prestato Rose
>> commentò poi non
sapendo esattamente cosa dire:<< Ricordami di
ringraziarla >> poi
aprendole la porta le fece segno di uscire mentre lui salutava
Renée:<<
La riporterò finita la cena, buona serata Renée
>> la donna
sorrise:<< Oh per me puoi anche riportarmela domani
mattina, so che mia
figlia è in buone mani >> aggiunse strizzando
l’occhio a Bella facendola
arrossire:<< Vedrò cosa posso fare
>> scherzò Edward prima di
seguire la sua dama fino alla sua auto aprendole galantemente la
portiera.
Quando
raggiunsero l’abitazione dei Cullen, meglio nota come
Villa Trastevere in onore del luogo
dove i genitori di Edward si erano conosciuti, Bella si
sentì come sempre un
po’ in soggezione; se da un lato era vero che i Cullen erano
una famiglia come
tante dall’altro erano anche una delle più
abbienti e note della città; con un
figlio insegnante, uno avvocato e una giovane imprenditrice che
dirigeva da
sola la sua pasticceria, il dottore e la dottoressa Cullen erano
praticamente
la coppia perfetta e, secondo le voci che giravano in città,
una delle più
invidiate.
<<
Emmett e Rose devono essere già arrivati >>
commentò Ed indicando con la testa la berlina nera di suo
fratello:<<
Alice? >> domandò invece Bella non vedendo il
maggiolino color ciliegia
dell’amica:<< L’ho lasciata oggi
pomeriggio in pasticceria e mi ha detto
che ci saremmo visti qui >> commentò lui
mentre scendeva dalla macchina
per avvicinarsi all’ingresso:<< Magari sta
preparando un dolce e si è
persa a decorarlo, provo a chiamarla >> <<
Sono qui! Sono qui!
>> e una voce un po’ affannata li fece voltare
verso la ragazza che
scendeva dalla macchina sorridendo con addosso un completo pantaloni
nero dal
taglio classico:<< Ehi! Come mai in ritardo?
>> domandò Ed vedendo
lo sguardo della sorella:<< Chiedilo a Jacob Black, sono
sempre felice di
aiutare un amico ma quel ragazzo a volte è
davvero… >> << Jacob? Il
tuo vicino? >> domandò Bella che conosceva di
vista il gestore del bar
pizzeria di fronte alla pasticceria di Alice:<<
Sì, a quanto pare suo
padre viene in città e lui mi ha implorato di preparargli
qualcosa di speciale
per il suo arrivo tra un paio di giorni, non ho potuto rifiutare
>>
Edward scosse il capo:<< Tu sei troppo buona sorellina,
dovresti imparare
a dire di no >> Alice annuì:<<
Lo so, ma è un amico e vuole solo
fare bella impressione su suo padre >> mentre i tre
entravano in casa
Alice guardò Ed:<< Hai idea di cosa ci deve
dire Emmett? Sembrava fin
troppo su di giri ieri >> << Non ne ho
idea, mi ha solo detto che
sono notizie importanti e che avrà bisogno delle mie
consulenze legali >>
<< Emmett che ha bisogno di un avvocato? >>
domandò Bella
perplessa:<< In che cosa cavolo si è cacciato?
>> domandò Alice
mentre entravano nel soggiorno dove il resto della famiglia era
già comodamente
seduto a sorseggiare un aperitivo:<< In niente di
preoccupante sorellina
adorata… >> commentò il diretto
interessato sorridendo come se avesse
appena toccato il cielo con un dito:<< Sorellina
adorata? Che ti serve Emmett Cullen? >>
domandò
Alice guardinga:<< Oh andiamo deve per forza esserci un
motivo per
dimostrare a mio fratello e mia sorella che gli voglio bene?
>> Ed e
Alice si guardarono per un istante poi Edward tornò a
guardare il fratello
maggiore:<< Detto da te? Sì, ovviamente
c’è un motivo >> l’altro
alzò gli occhi al cielo poi si avvicinò al mobile
bar di suo padre:<< Che
vi preparo? >> domandò poi distrattamente
mentre dalla cucina uscivano
Rosalie e la signora Cullen chiacchierando allegramente.
<<
Oh Isabella! Che piacere vederti! >> e la
padrona di casa, magnifica con un paio di pantaloni crema e un
maglioncino
grigio fumo si avvicinò per abbracciarla:<<
Grazie a voi per l’invito
signora Cullen >> la donna scosse la testa facendo
ondeggiare i lunghi
capelli scuri:<< Chiamami Esme tesoro, sei di famiglia
ormai >>
Bella annuì cercando di rilassarsi, nonostante conoscesse
Alice ed Edward dai
tempi della scuola e la piccola Cullen fosse la sua migliore amica,
aveva
passato ben poco tempo in quella casa e un po’ si sentiva
ancora a disagio.
<<
Allora Emmett? Qual è questa grande notizia?
>> e continuando a sorseggiare il suo drink Carlisle
guardò il
figlio:<< Beh volevo aspettare dopo cena per
parlarne… >> cominciò
Emmett:<< Ma visto che siete tutti qui…
>> << Non ha detto
nemmeno a me che cosa sta succedendo >>
commentò Rose in un bisbiglio
comparendo accanto a Bella e Alice:<< Sapete che la
scuola dove lavoro è
privata >> continuò Em:<< A
quanto pare la preside, la signora
Newton, vuole andare in pensione, è anziana e non se la
sente più di avere una
responsabilità del genere >> erano tutti fermi
ad aspettare la grande
notizia, Emmett ci metteva sempre una vita a raccontare le cose ma ci
erano
tutti abituati.
<<
C’è stata una riunione degli insegnanti e del
consiglio dei genitori settimana scorsa, hanno avanzato delle proposte
ma dal
momento che non si è fatto avanti nessuno pensavano di
chiudere la scuola
>> << Ora ditemi dov’è
la bella notizia >> commentò Ed a bassa
voce, forse non troppo bassa visto l’occhiataccia che gli
tirò Emmett:<<
Ho detto pensavano, fratellino impaziente, fammi finire
>> Ed fece un
piccolo inchino per incitarlo scherzosamente a
continuare:<< Ho parlato
con alcuni colleghi e mettendo insieme i nostri risparmi abbiamo deciso
di
acquistare noi la scuola >> guardando i suoi famigliari
Emmett non seppe
dire chi di loro fosse più sorpreso, forse Alice o Rose
visto le loro
espressioni:<< Cioè fammi capire
bene… >> e la sua fidanzata gli si
avvicinò piano:<< Vuoi comprare la Newton
Primary School? >> lui
annuì:<< Sì, lasceremo il nome in
onore della signora Newton ma gestiremo
noi la scuola, sarà strano in effetti fare il preside
ma… >> <<
Preside? >> domandò Alice guardandolo
incredula, Emmett scoppiò a ridere
passandosi una mano nei capelli:<< Beh abbiamo votato, ha
scelto la
maggioranza >> Esme e Carlisle si avvicinarono al figlio
abbracciandolo a
turno fieri del suo successo:<< Allora? Che mi dici? Ti
piace l’idea?
>> domandò il giovane guardando
Rose:<< Mi piace? >> domandò
lei sorridendogli orgogliosa:<< La adoro!
>> poi stringendogli la
mano e baciandogli una guancia aggiunse in un soffio:<< E
quando torniamo
a casa ti farò vedere anche quando signor preside
>> << Bene, direi
che è il momento di mettersi a tavola e di festeggiare
allora >> e
indicando la porta della sala da pranzo Esme fece per tornare in cucina
quando:<< Edward, vieni a darmi una mano tesoro
>>
<<
Credevo aiutassi tu tua madre >> commentò
Bella sedendosi accanto ad Alice:<< Conosci le regole di
casa Cullen, chi
cucina serve anche a tavola >> <<
Sì, infatti >> poi
rendendosi conto di quello che l’amica aveva appena detto
spalancò gli occhi
stupita:<< Aspetta…ma quindi Edward
ha… >> Emmett scoppiò a
ridere:<< Oh sì Bella! Non hai idea di quanto
era spassoso! Ti sei persa
uno spettacolo, è stato tutto il giorno chiuso là
dentro, ha quasi fatto
impazzire la povera Alice >> << Oh smettila
Em! Era la sua prima
volta, tutti sono ansiosi la prima volta che si mettono ai fornelli
>>
<< Tu non lo eri, ti è sempre venuto naturale
>> commentò Bella e
l’amica si voltò guardando suo padre seduto a
capotavola:<< Il merito è
tutto di papà, mi ha regalato il mio primo Dolce Forno a tre
anni, non potevo
finire che con la mia pasticceria >> il resto della
conversazione fu
interrotto da Esme ed Edward che rientravano con la cena.
<<
Gumbo...wow…è il mio piatto preferito
>>
commentò Bella quando Ed le servì la sua
porzione:<< Sì, lo sappiamo
>> replicò Emmett e il fratello lo
fulminò sul posto ma….:<<
È
delizioso, potrebbe competere con quello di mamma! >>
alle parole di
Isabella per poco la zuppiera non sfuggì dalle mani di Ed
che si affrettò a
sedersi cercando di non diventare imbarazzato come un bambino alla
prima
interrogazione.
Dopo
la deliziosa crème brûlée di Alice si
spostarono tutti
sotto al patio sul retro della casa, era ancora una bella serata
nonostante
fosse autunno e quindi ci si poteva godere un po’ di pace e
tranquillità
all’aperto.
<<
Bella… >> la ragazza si voltò
sentendosi
chiamare e trovandosi Edward a pochi passi che, senza la giacca del
completo
sembrava molto più accessibile del solito:<<
Sì? >> << Ti va
di fare due passi? >> le domandò indicandole
il grande giardino:<<
Agli altri non dispiacerà se ci allontaniamo?
>> Ed lanciò un’occhiata al
resto del gruppo impegnato a fare finta di non
ascoltarli:<< No, non
credo che gli dispiacerà >> replicò
poi sperando di sembrare naturale e
poco dopo scesero i gradini per incamminarsi nel prato.
<<
Sono davvero una bella coppia >> sospirò Esme
guardandoli passeggiare:<< Non sono ancora una coppia
mamma, prima Ed
deve decidersi a fare il grande passo >> <<
Emmett! >> lo
rimproverò la donna ma lui non si scompose
nemmeno:<< Oh andiamo mamma lo
sai che ho ragione! >> Esme scosse il capo sorridendo,
voleva troppo bene
ai suoi ragazzi per arrabbiarsi davvero:<< Ad ogni modo
hai ragione mia
cara >> commentò Carlisle baciando una guancia
della moglie:<< Sono
davvero una bella coppia >>
Mentre
loro spettegolavano, a metà del giardino, i due piccioncini
stavano chiacchierando delle più futili banalità
che potessero esistere,
entrambi indecisi su cosa dire o cosa fare per non rovinare quel loro
strano
rapporto.
<<
Sai non credevo fossi così bravo in cucina…dici
sempre che vai avanti a cibi precotti >> lui fece
spallucce:<< Ed è
vero! Non avevo mai cucinato niente in vita mia, salvo i biscotti
quando mi
costringeva Alice ma ho sempre bruciato anche quelli >>
scoppiarono
entrambi a ridere nello stesso momento ma, maledetta goffaggine, mentre
camminavano Bella non si accorse di dove stava mettendo i piedi e perse
irrimediabilmente l’equilibrio.
Chiuse
gli occhi aspettando di sentire l’impatto con il suolo,
il vestito si sarebbe sporcato d’erba e Rose
l’avrebbe uccisa, dio era un vero
disastro!
Tuttavia
il tempo passava ma non succedeva niente:<<
Bella…puoi anche aprire gli occhi >>
spalancandoli di colpo si trovò a
specchiarsi nelle iridi chiare di Edward a pochi centimetri dalle
sue:<<
Mi hai preso >> constatò poi quasi avesse
appena scoperto chissà quale
sconcertante verità:<< Certo che
l’ho fatto! Non ti farei mai cadere
>> le ricordò con un caldo
sorriso:<< Sei un vero gentiluomo
>> l’aveva detto solamente per prenderlo in
giro ma Ed sorrise
malizioso:<< Posso fare anche di meglio sai?
>> << Davvero? >>
lui annuì aiutandola a rimettersi dritta:<<
Sì >> la sua voce era
così calma, così decisa:<< Tipo
cosa? >> << Questo >> e
preso anche lui da chissà quale coraggio colmò la
distanza tra le loro bocche
stringendo a sé quel piccolo corpo delicato.
<<
Visto! Ti avevo detto che dovevamo solo lasciarlo
fare >> e sbriciando dal portico Alice sorrise fiera
della sua opera
guardando poi Emmett che scuoteva la testa:<<
Sé! Lasciarlo fare! Ci ha
messo sei anni! Sei anni Alice! >> << Beh
ma ora sono entrambi
esattamente dove devono essere >> replicò Rose
e la piccola Cullen
concluse sognante:<< Insieme >> poi non
dando voce ai propri
pensieri Alice rifletté che le sarebbe piaciuto davvero
tanto trovare qualcuno
che la guardasse nel modo in cui Edward guardava Bella, in cui Emmett
guardava
Rose o anche in cui suo padre guardava sua madre…quello era
amore vero; aveva
creduto anche lei di averlo trovato con James molti anni prima, poi lui
era
partito per una missione e quando era tornato c’era Victoria
con lui e il suo
sogno si era infranto.
Victoria…proprio
il suo primo appuntamento
dell’indomani…avrebbe dato qualsiasi cosa per
evitarlo, ma era lavoro e lei
faceva bene il suo lavoro, sempre chiunque si trovasse davanti!
New Orleans, 29 ottobre 2015
Quattro giorni al matrimonio
<<
Così è qui che si è trasferita Vicky
>> e
guardandosi intorno mentre Peter stava parcheggiando Riley
cominciò a scrutare
ogni singolo angolo di quel posto del tutto nuovo.
<<
A dire il vero questo è il B&B che ha prenotato
per noi, lei vive dall’altra parte della città a
casa di quel James >>
borbottò Jasper che poco tollerava quello spaccone di
marine:<< Non lo
digerisci proprio vero? >> domandò Riley
sempre sorridendo:<< Non è
quello, non lo conosco neanche, diciamo solo che non mi ha fatto tutta
questa
bell’impressione quando l’ho visto dagli zii un
paio di anni fa >>
replicò l’altro aprendo la portiera e scendendo
dalla macchina:<< Moon
River, che posticino accogliente >> poi aprendo il baule
e prendendo la
propria sacca Riley continuò acido:<< Sembra
di stare nella casa nella
prateria >> Peter si avvicinò
ridendo:<< Oh andiamo brontolone, non
hai imparato niente quando eravamo a Bogotà? Mai
giudicare un libro dalla copertina >>
<< Beh qui
non c’è molto da dire mi sembra, dico bene Jaz?
>> domandò Riley sempre
più convinto ma il biondo aveva già recuperato la
sua sacca e si stava
avvicinando all’ingresso.
<<
Bene, direi che questo era tutto, passerò domani
per le torte che mi ha ordinato tua madre >>
commentò Alice
sorridendo:<< Tranquilla Alice, non devi impazzire, so
che hai abbastanza
da fare ultimamente >> la ragazza scosse la
testa:<< Preferisco
preparare crostate e biscotti per il B&B che
quell’orribile ammasso di rosa
e glitter >> << Allora è proprio
determinata >> sorrise Bella
che da settimane sentiva l’amica lamentarsi per i gusti,
molto discutibili,
della futura sposa:<< Sì, per lo meno sono
riuscita a fare qualcosa di
elegante, ma non è proprio il mio genere >>
<< Sì, posso
immaginarlo >> commentò Isabella avvicinandosi
alla porta per aprirla e
accompagnare fuori l’amica.
<<
Ci vediamo da Emmett e Rose stasera per decidere i
costumi o tu e Ed sparirete anche oggi? >> Jasper si
fermò giusto in
tempo per non finire addosso alle due ragazze che stavano uscendo dalla
porta
principale:<< Mi scusi >>
commentò poi la più bassa delle due
sorpassandolo e scendendo velocemente le scale, quasi inconsapevolmente
la
seguì con lo sguardo vedendola salire su un maggiolino rosso
accesso.
<<
Buongiorno, desidera? >> si voltò sentendo
l’altra ragazza che si rivolgeva a lui tornando sé
stesso:<< Jasper
Whitlock, ho una prenotazione >> la ragazza
annuì rientrando e
dirigendosi dietro un piccolo bancone di legno finemente
lavorato:<< Mi
faccia controllare >> poi scorrendo velocemente una
grossa agenda sorrise:<<
Ah sì ecco qui, Whitlock, due camere >> poi
girandosi prese le chiavi
dalla rastrelliera:<< Ha bisogno di una mano con i
bagagli? >>
<< Ehi Jaz! Potevi aspettarci! >> lo
rimbeccò Riley entrando nella
piccola hall come se si trovasse al mercato:<< Ma quanto
la fai lunga,
fattela passare o giuro che ti uccido Riley! >> lo
rimbeccò Peter
entrando poco dietro di lui e in quel momento Jasper sorrise malefico
guardando
le due chiavi che aveva in mano e ricordando che i suoi insopportabili
amici
dovevano condividere una camera per i prossimi tre
giorni:<< No, grazie
facciamo da soli >> poi voltandosi verso gli amici
lanciò la chiave a
Peter che la prese al volo:<< Avanti smettetela e andiamo
>> la
receptionist sorrise:<< In cima alle scale a sinistra,
ultime due camere
in fondo >> << Grazie, signorina?
>> la ragazza
sorrise:<< Bella Swan, mia madre è la
proprietaria >> Jaz annuì poi
facendo segno agli amici iniziò a salire le scale.
<<
Dimmi che è uno scherzo! Ti prego dimmi che non
dovrò… >> e Peter lo
guardò supplicante mentre guardava la camera con il
letto matrimoniale incazzato all’idea di doverla dividere con
quel rompiscatole
di Riley:<< Oh andiamo Pete, è solo per due
giorni, non avevano altre
camere >> << Dovevi dirgli di no, sarei
venuto solamente io e ci
saremmo disfatti del peso morto qui >> <<
Mi hai dato del peso
morto Pete? >> domandò Riley guardandolo
male:<< Sei un peso morto,
hai ancora una cotta per la cugina di Jaz e mi ammorberai per tutto il
tempo
con questa lagna >> << Io non ho una cotta
per… >> ma Peter
non lo lasciò finire entrando in camera e buttando il
proprio borsone sul
letto:<< Oh sì che ce l’hai ma non
ho intenzione di restare a sentire le
tue lagne >> poi guardando Jasper
aggiunse:<< Mi devi un favore tenente,
un grosso favore >> poi tornando a Riley gli mise un
braccio attorno alle
spalle:<< Tranquillo sergente penserò io a
farti passare il mal d’amore
>> poi chiudendo la porta della stanza lasciò
Jasper di nuovo solo.
Una
volta nella sua camera Whitlock poggiò la sacca ai piedi
del letto e rimase immobile per un attimo guardandosi introno: un
po’ Riley
aveva ragione a definire quel posto “casa nella
prateria” non perché fosse
stucchevole o dallo stile country,
tutt’altro…tuttavia c’era ovunque
quell’inconfondibile
tocco femminile che aleggiava in giro rendendo l’atmosfera
molto più calda e
accogliente.
Avvicinandosi
al piccolo scrittoio posto strategicamente
sotto la finestra Jaz notò un piccolo sacchetto trasparente
contenente dei
biscotti tondi, il biglietto di fianco diceva: “ Per una buona permanenza, cordialmente lo staff del
Moon River ”,
ecco esattamente quello che intendeva: nessuno in nessun hotel del
mondo
avrebbe mai messo un sacchetto di biscotti appena sfornati come
benvenuto per
gli ospiti, al massimo qualche caramella o cioccolatino sul cuscino e,
negli
hotel di lusso magari, un cesto di frutta ma niente del genere.
Avendo
passato molto tempo in macchina e senza quasi
fermarsi vista la guida a dir poco spericolata di Pete sciolse il
piccolo
cordino che chiudeva il sacchetto e allungò la mano tirando
fuori un biscotto
mettendoselo in bocca.
Ci
mise un attimo per assimilare tutti i sapori, era diverso
da come se lo aspettava: sapeva
di…caffè…caffè e cioccolato
per la precisione, era
un mix molto deciso ma anche molto piacevole; guardò di
nuovo il sacchetto e
notò un piccolo cartoncino rosso scuro attaccato al nastro
con la scritta “ Alice in Sweetland
”, probabilmente
venivano da qualche negozio del posto, eppure sembravano fatti in casa,
fatti
al momento…
Deciso
a non soffermarsi troppo su questioni di poca
importanza lasciò i biscotti sul tavolo tornando a disfare
la propria valigia,
quella sera aveva una cena con Victoria e non voleva assolutamente fare
tardi.
<<
Superman e Wonder Woman? >> e quella sera
Alice guardò Rose che stava mostrando al gruppo i costumi
che lei ed Emmett
avrebbero indossato alla festa di Halloween che si sarebbe tenuta al
locale di
Jacob e Seth:<< Chissà perché non
mi aspettavo niente di diverso da voi
due >> commentò Ed con un sorrisetto divertito
ma il fratello lo
ammonì:<< Oh proprio tu vieni a farmi lezioni?
Mary Poppins e Bert? Sei sdolcinato
da fare schifo fratello! >> Edward sorrise accarezzando
una mano di Bella
con la sua:<< E allora? Tu hai fatto di peggio i primi
tempi che ti sei
messo con Rosalie, ora è il mio turno >> Alice
sorrise, quei due erano
davvero due testoni ma si volevano un gran bene:<< E tu
Alice? >>
la voce di Bella la riscosse:<< Io cosa? >>
<< Cosa ti
metterai alla festa? Abbiamo trovato tutti qualcosa
nell’armadio delle
meraviglie di Rose, ma tu hai deciso qualcosa? >> la
piccola Cullen ci
pensò un attimo, negli ultimi anni da quando era finita c0on
James si era
sempre mascherata da cuoca zombie e cose così, niente di
eclatante e niente che
potesse attirare l’attenzione su di lei:<<
Potrei usare lo stesso costume
dell’anno scorso, in fondo è ancora in ottimo
stato e… >> << Oh non
se ne parla signorina! >> la voce di Rose era imperiosa,
vale a dire che
non ammetteva repliche:<< Dovrei avere qualcosa della tua
taglia da
qualche parte, è perfetto per te >>
<< Rose non serve…davvero non…
>> ma l’altra si era già alzata e si
era messa a frugare nell’armadio.
Ne
riemerse cinque minuti dopo con una custodia per abiti
scura:<< Ecco! Trovato! >> e porse il tutto
ad Alice che lo aprì
piano mostrando un delicato strato di tulle color panna impreziosito da
piccoli
ricami dorati:<< Rose…ma io…
>> << È un costume da regina
delle fate, è l’unico che ho della tua taglia,
dentro ci sono anche una
maschera e le ali, dovresti metterci i sandali dorati che ti abbiamo
regalato
per il compleanno, ci staranno benissimo >>
<< Regina delle fate? Andiamo
Rosalie io non… >> << Non ti
farò vestire da zombie per la
milionesima volta! Quel costume è orribile! >>
Alice stava per rispondere
poi accorgendosi dell’ora scattò in piedi come una
molla:<< Scusate devo
scappare! Domattina ho un paio di commissioni e un sacco di ordini da
finire
>> << Alice dovresti assumere qualcuno che
ti dia una mano, non
puoi fare tutto da sola >> << Ce la faccio
Emmett, se avrò bisogno
di una mano chiamerò Bree >> poi sorridendo e
salutando velocemente il
gruppo Alice scappò in strada, fortuna che la casa di Rose
ed Em era a pochi
passi dal quartiere francese, così non avrebbe fatto troppa
strada da sola di
sera.
Aveva
deciso di fare due passi prima di tornare al b&b
per chiarirsi un po’ le idee: durante la cena Victoria lo
aveva informato che
avrebbe dovuto fare da accompagnatore ad una certa Jane che, a quanto
diceva
sua cugina, era sì una sua collega, ma anche la figlia del
suo capo. << Voglio
che tu la faccia divertire, è una VIP e non posso che
affidarle il mio miglior
accompagnatore >> si era trattenuto dal rispondere a
Victoria solamente perché
era sua cugina, ma l’avrebbe volentieri mandata al diavolo:
chi cavolo si
credeva di essere? Lui era suo cugino ed era un invitato, non un
bambolotto di
cui lei poteva disporre…certo Peter e Riley avrebbero fatto
i salti di gioia
con le due damigelle che la rossa aveva scelto per loro, ma lui? Lui
non aveva
una ragazza da così tanto tempo che quasi non si ricordava
più com’era…non che
non ne avesse avuto occasione intendiamoci, era solo stato assorbito
dall’accademia,
dal JAG e poi dall’entrata nei SEAL e ora c’era il
Team Six; aveva deciso molti
anni prima di concentrarsi unicamente sulla sua carriera e non avrebbe
cambiato
idea, non certo ora che era ad un passo dalla sua meta.
<<
Mi scusi, non l’avevo vista >> Alice si
sentì
immensamente stupida, troppo presa dalla fretta di arrivare a casa non
aveva
fatto attenzione e per schivare un gruppo di ragazzini che si era
piazzato
davanti al locale jazz all’angolo della sua via era andata a
sbattere contro qualcun
altro.
<<
Non stavo guardando dove andavo, mi scusi se…
>> ma le parole le morirono in gola quando
alzò gli occhi sul biondo dal
fisico statuario che aveva davanti:<< Non si preoccupi,
non è successo
niente >> << Meno male, mi scusi
ancora… >> non la smetteva
di scusarsi ma quegli occhi scuri la mettevano un po’ in
soggezione anche se
non nel senso che uno poteva immaginare:<< Stia
tranquilla, può capitare
con tutta questa gente in giro >> lei annuì
raccogliendo in fretta la
propria borsa che era caduta a terra poi sorridendo di nuovo
deglutì per non
dire ancora la parola scusa e
girando
intorno all’uomo fece qualche passo per arrivare a casa.
In
parte divertito dall’imbarazzo della ragazza e in parte
affascinato da quegli occhi scuri quasi quanto i suoi Jasper la
guardò
raccogliere in fretta il contenuto della sua borsetta, avrebbe voluto
chinarsi
per aiutarla visto anche la grossa custodia per abiti che lei aveva in
mano, ma
era come paralizzato, era come se un fulmine lo avesse colpito
paralizzandolo
lì sul posto.
<<
Arrivederci, buonanotte >> sentì la sua voce
che si allontanava mentre lo salutava e si sentì un idiota
per non aver detto
niente che avesse senso, non sapeva nemmeno come si
chiamasse…
La guardò attraversare la strada ed entrare nella porticina laterale di un edificio, spostò gli occhi sul resto del palazzo nella speranza di vedere una luce accendersi al piano superiore ma i suoi occhi incontrarono solamente un’insegna illuminata da qualche faretto che diceva: “ Alice in Sweetland ”.
Grimilde's
Ed finalmente Edward si è dato una mossa! (Era ora! Anche se la cosa non finisce qui vi avviso!)Cosa ancora più importante il primo incontro dei piccioncini...diciamo più scontro...manca poco al matrimonio di Barbie e Ken ma prima ci sarà una molto coinvolgente festa di Halloween a cui nessuno può mancare...
A presto...