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Autore: SailorDisney    20/07/2017    0 recensioni
Tutti e tre erano seduti al tavolo, Jessie sorseggiava beata la sua tazza di caffè. Mentre i due si guardavano da un capo all'altro con odio.
"E quindi, mi dica, difensore della galassia, quali crimini ha sventato oggi?" chiese Woody con fare antipatico.
"Oh, glielo racconterei ma sembrerebbe un vanto e non sia mai, a confronto con la sua reputazione poi..." cercò di rispondere risultando superiore.
Jessie aggrottò le sopracciglia guardandoli.
"E' sicuro di non voler narrare le sue prodezze?!" Woody alzò un sopracciglio.
"Almeno io avrei qualcosa da raccontare!" disse Buzz portandosi avanti.
"Ehm... ragazzi, è tutto ok?" Jessie li guardava incerta.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bo Peep, Buzz Lightyear, Jessie, Woody
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera, Jessie non riusciva a prendere sonno.Gli occhi spalancati erano fissi sulla finestra, non un filo di vento muoveva il grande albero nel giardino, l'aria era ferma. Abbassò lo sguardo sulle sue scarpe da ginnastica gettate sul pavimento. Le venne in mente quel giorno al mare, uno di quei giorni brutti da voler dimenticare ma Woody per risollevarla l'aveva presa in braccio e si erano buttati a mare con tutti i vestiti. Ogni tanto ancora poteva sentire la sabbia nelle scarpe, risentire quelle risate e ricordare quella giornata, quando aveva bisogno di ricordi felici.

Poi la sua testa andò altrove, guardò la sveglia sul comodino.

Quasi mezzanotte. "Chissà che starà facendo Woody. Sarà al pub con quella ragazza?" si chiese nella sua testa. "Oh, che mi importa... cioè mi importa. Ma non mi importa così tanto da non dormire... o forse si?" i suoi pensieri si fermarono per un istante. "Oh Beh... tanto non ho sonno."

Si alzò senza pensarci ulteriormente, si infilò gli stivali, il grosso cappotto blu di suo padre, guanti e cappello rossi e salì in auto mentre nuvole di freddo glaciale uscivano dalla bocca. Era un freddissimo gennaio.

Arrivò al pub salutando tutti allegra. Lui era lì, lo vide subito. Di fronte a lui una ragazza dai lunghi capelli biondi. "Che fare? Lo interrompo? Lascio perdere?" Jessie si tormentava. In fondo... era il suo amico non poteva non salutare!

Si avvicinò e gli diede una pacca forte sulla spalla.

"Ehi! Che si dice?" Chiese irruenta sorridendo.

"Jessie? Che diavolo ci fai qui?!" chiese Woody più che sorpreso.

"Beh, sono passata a salutare..." disse con un sorriso a 32 denti.

La bionda la guardava stranita.

"Piacere, sono Jessie!" disse allungando la mano verso di lei.

"Bo." rispose lei incerta.

Jessie si sedette accanto a lei. "Allora, come procede questo appuntamento? Cosa ne pensi di Woody?" chiese con fare decisamente inopportuno.

Lui la incenerì con lo sguardo.

"Beh... In realtà non so ancora come..." provò Bo a rispondere.

"Oh sei fortunata! Se lo conoscessi bene verresti a sapere cose troppo imbarazzanti, ad esempio lo sai che una volta in vacanza lui ha..."

"OK adesso basta, Jessie ti posso parlare un attimo?" si alzò Woody in piedi.

"Uh! Ma che.." provò a parlare ma lui la trascinò per un braccio lontana dal tavolo.

"Si può sapere cosa stai facendo?"  Disse lui arrabbiato ma a bassa voce.

"Io? Niente! Sto parlando con la tua ragazza." rispose lei fingendo di non capire.

"Primo, non é la mia ragazza. Secondo, se continui così non lo sarà mai!" provò a spiegare ancora più arrabbiato.

"Beh, non sarebbe una gran perdita... c'è di meglio." disse lei a braccia conserte con fare altezzoso e leggermente antipatico.

"Beh... questo lo so molto bene..." disse guardandola negli occhi profondamente, cercando di dire qualcosa ma si fermò in tempo. "Oh ma! Questo lascialo decidere a me!" tornò rabbioso.

"Hai bisogno di uno squallido appuntamento per decidere...?" continuò lei imperterrita.

"Almeno io ho un appuntamento con qualcuno!" sbottò lui guardando da un'altra parte.

"Cosa vorresti dire?" si avvicinò lei minacciosa esigendo una risposta.

"Dico che tu, pur di avere compagnia, sei venuta fino a qui a rovinare la mia serata!" la guardò lui stringendo gli occhi. Non voleva dire quello ma era troppo tardi.

Gli occhi di Jessie si fecero piccoli.

"Jess... Scusa io..." mormorò rendendosi conto della pesante insinuazione.

"Io... Devo andare, ciao. Buona serata." girò i tacchi e uscì dal locale a passo svelto.

Jessie si avviò verso la macchina come una furia, come se avesse un appuntamento urgente, quello di non mostrare davanti a lui, davanti a nessuno le sue lacrime.

Corse più veloce che poteva ma il ghiaccio é implacabile, i suoi stivaletti la abbandonarono qualche metro prima della macchina e... SBAM!

Jessie finì col sedere a terra ma era cosi arrabbiata che rimase lì ferma a fissare il cielo col sedere dolorante distesa sul ghiaccio.

"Ohi...Che cavolo... povero culo. Dannazione che stupida... Anzi, che stupido! Stupido!" disse a voce alta parlando da sola.

Un volto coprì la sua visuale del cielo e una voce ruppe i suoi pensieri.

"Ehi! Va.. Tutto bene, signorina?" chiese la voce.

"Uh? cosa?" cercò di mettere a fuoco lei.

"Ti ho vista fare un bel capitombolo e non rialzarti più.. Tutto ok?" chiese di nuovo.

La voce apparteneva ad un bellissimo ragazzo dai capelli biondi, gli occhi colore della domenica mattina, spalle larghe e fisico mozzafiato.

"Uh.. Si.. Cioè..." lei era come inebetita.

Lui le diede una mano a rialzarsi ma lei scoppiò a ridere.

"Ehi ma... Tutto bene? Perché stai ridendo? Non avrai battuto la test..."

Mentre lei rideva, lui le tese una mano ma il ghiaccio é dispettoso, lui scivolò rovinosamente accanto a lei e cadettero insieme. Lei rise ancora più forte.

Lui la guardò incredulo.

"Ohi ohi... ma cosa c'è da rider..."

"Ahahahahahahha!" continuò lei a ridere ancora più forte.

"Ma... Ahahaahahah!" la seguì lui nelle risate.

Continuarono a ridere senza fermarsi per una manciata buona di minuti, senza alcun buon motivo. Una volta placate le risa, ansimando affannosamente per il freddo e la fatica, lui le tese la mano.

"Buzz, piacere." sorrise.

"Sono Jessie." disse lei afferrando la sua mano.

"Pensi che dovremmo rialzarci?" chiese lui seduto ancora sul ghiaccio.

"Non so, in realtà mi sto divertendo molto." ammise lei guardando il cielo.

"Anche io." aggiunse lui guardandola.

Risero di nuovo.

"Sai, era proprio una brutta serata." confessò lei continuando a guardare in alto e chiudendo gli occhi.

"Beh, possiamo migliorarla ancora..." azzardò lui.

"Che intendi dire?" si voltò Jessie.

"Ti va di prendere qualcosa di caldo?" chiese leggermente imbarazzato.

Jessie sussultò. "Prendere qualcosa... cioè, adesso?" domandò lei incerta. Poi ripensò alle ultime durissime parole di Woody.

"Va bene, con piacere... Dovremmo solo trovare il modo di alzarci da qui!" accettò lei convinta.

"Dammi la mano." disse lui tendendole il palmo.

"Come?" chiese lei.

"Fidati, dammi la mano." disse lui afferrando delicatamente la sua mano.

Lui ispirava così sicurezza, la mano di lei era raccolta come un fiore delicato nella grande mano di lui.

Lentamente si alzò portando lei con lui e cingendola in vita per non farla cadere. Lui era in evidente imbarazzo, ma sorrise e non la lasciò andare. Lei si teneva forte con le mani alle sue forti braccia un po' impacciata.

"Ok... ci sono... Ehm... Ora posso anche..." provò a dire lei guardandolo.

"Oh si, scusami." La lasciò andare anche se avrebbe voluto tenerla stretta ancora.

"Ehm...Prendiamo la mia macchina?" disse indicando la direzione con lo sguardo.

"Uh si certo..." rispose lei titubante, quando dimenticando l'appuntamento.

"Jessie ma ti pare che sia il caso di prendere passaggi da uno sconosciuto?" pensò parlando con se stessa. "Non lo conosci nemmeno potrebbe essere un malintenzionato.. Un delinquente.. Un... "

"...Poliziotto? Sei un poliziotto?" Disse fissando la sua macchina d'ordinanza su cui la stava facendo salire.

"Beh si, ma ho finito il turno e stavo per rientrare in centrale ma...non posso abbandonare una civile con possibili contusioni..." Le prese la mano e la accompagnò allo sportello. "Si accomodi, lasci che mi accerti delle sue condizioni davanti a un caffè caldo."

Lei sorrise. Era incuriosita. Come era stato galante... Ma non ironico, sinceramente romantico. Salì accanto a lui e partirono.

Woody in quel momento uscì dal locale e la vide salire sulla vettura della polizia. Preoccupato seguì la macchina ma era troppo tardi, l'auto partì.

"Che cosa fa su una macchina della polizia? Che cosa ha combinato adesso?!" pensò estremamente preoccupato.

 
   
 
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