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Autore: Cailiel    20/07/2017    1 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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F*CK MY LIFE


Adriel riaprì gli occhi disturbata dai raggi di sole che filtravano attraverso la finestra nella camera da letto.
Le faceva male la testa ed aveva un sapore di alcool mischiato a fumo in bocca che le dava ancor di più la nausea.

Solitamente nei film, in una situazione del genere, la protagonista si sarebbe ritrovata nel letto uno sconosciuto -dannatamente sexy e intrigante- con il quale aveva passato una notte di follie e del quale non si ricordava nulla. Probabilmente poi si sarebbero innamorati e alla fine delle due ore di rottura di coglioni si sarebbero sposati e avrebbero vissuto per sempre felici e contenti.
Ma quello non era un film, quella era la sua vita.

Una vita di merda. Pensò appoggiando una mano sulla fronte per poi grugnire nella maniera meno femminile ed elegante che avesse mai fatto.

Che diamine ho fatto? Aveva appena lasciato il suo bellissimo e ricchissimo marito per cosa? Per una fantasia campata in aria che si era creata lei stessa in testa.

Flashback

-E questa è Emily, la fidanzata di Derek.- la introdusse suo padre alla ragazza bionda che si era alzata per stringerle la mano.

-È un piacere.- Adriel le aveva rivolto il sorriso più raggiante e falso che avesse nel repertorio -Adoro i tuoi capelli.- aveva aggiunto facendo arrossire l'altra.

Nella sua testa, Adriel, le stava strappando ogni capello: uno alla volta.

Giselle si era ripresa da poco e tracannava bicchieri di acqua zuccherata come se contenessero Bordeaux di Chaton Mouton Rothschild. Vederla svenire era stato l'apice del divertimento per quella serata che da lì in poi era caduta a picco nella noia e nel malumore delle donne McLeon. 
Per due infernali ore Adriel era rimasta seduta a quel tavolo desiderando più di ogni altra cosa al mondo di potersi tagliare la gola con il coltello da burro. 
Aveva palesemente ignorato le occhiatacce che sua madre le aveva lanciato dall'altra parte del tavolo concentrando tutte le sue forze e la sua buona volontà sull'evitare di scoccarne qualcuna nella direzione di Emily.

-Allora, come vi siete conosciuti voi due?- aveva chiesto ai due a un certo punto della serata per evitare di sentire l'ennesima domanda sul suo divorzio.

Emily le aveva rivolto un sorriso dolce e sincero e questa cosa Adriel proprio non riusciva a sopportarla. 

Come si permetteva quella biondina ad essere così dolce? Perché era ovviamente una falsa. Le bionde con gli occhi azzurri, i capelli biondi ed il viso d'angelo sono la peggior razza di donne che esistano sul pianeta Terra! Vipere.

Questa poi aveva fatto Bingo. Non solo aveva un visetto delicato e perfetto ma aveva pure le fossette sulle guance quando sorrideva e queste le conferivano un'aria ancora più angelica. 

-Al lavoro, sono la psicologa del liceo.- Adriel aveva annuito. Una psicologa. Non le bastava essersi presa il suo uomo, ora la voleva anche far sentire inferiore sbattendole sotto il naso la sua laurea in medicina?
-E avete già pensato a qualcosa per il matrimonio?- aveva aggiunto la mora in fretta notando che la madre di Derek stava aprendo la bocca per dire qualcosa.

Derek e Emily a quella domanda (come a tutte le altre fottute domande che gli aveva fatto fino ad allora) si erano guardati, si erano sorrisi e poi avevano scosso la testa.
Adriel pensò che se Dante fosse stato lì in quel momento si sarebbero guardati negli occhi per poi alzarli al cielo in sincrono. Entrambi odiavano le smancerie, soprattutto in pubblico. Gli sguardi che si scambiavano loro due erano ben lontani dall'essere pieni d'amore e dolcezza. Piuttosto erano carichi di desiderio, ironia e di una segreta complicità 
D'impulso le venne voglia di parlargli.

-A dire il vero non abbiamo ancora a pensato a niente di concreto, sai, ci siamo fidanzati solo poche settimane fa e vogliamo fare le cose con calma anche se io a...- Adriel ignorò il resto del discorso. Come se l'avesse mai ascoltata fino ad allora.
Fece finta di aver ricevuto un messaggio e tirò fuori il cellulare dalla borsetta per poter digitare un sms a Dante.

Rilesse quello che aveva scritto almeno una decina di volte: era un semplice "che fai?" eppure indugiava con il dito sul tasto invia. Era veramente il caso di mandarglielo? Non voleva fare la figura della disperata.

Si era così persa nei suoi pensieri che le venne un colpo quando la signora Braxton le chiese: -È un messaggio del tuo ex, cara?-
Il cellulare le era scivolato via dalle mani cadendo sulle sue gambe, d'improvviso era calato il silenzio alla tavola. 
Adriel rivolse un sorriso tirato a quell'impicciona che si era sporta a guardarle il telefono e disse: -Si, nulla di importante.- 
Lo squillo del telefono interruppe qualsiasi cosa la signora Baxter stesse per dire. 
Adriel si sentì tremendamente in imbarazzo, adesso era chiaro che poco fa nessuno le aveva scritto ma poi riprendendo il cellulare in mano impallidì: quando quella vecchia ficcanaso le aveva parlato l'aveva distratta facendole inviare per sbaglio l'sms.

"Non sono affari tuoi. Tu?" diceva il messaggio di Dante.

Ma come si permette? Una scarica di rabbia le partì dalla testa e corse verso le braccia fino a raggiungere le dita, con gran foga scrisse più veloce che poteva: "Non sono nemmeno affari tuoi. Ho sbagliato numero, comunque."
"Sono a cena fuori, psicopatica." sentì una fitta di gelosia alla bocca dello stomaco. 
"Bene, anche io" digitò.

Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Stava per avere una crisi di nervi. Perché non le rispondeva? 

"Con chi?" la curiosità la stava divorando. Possibile che si fosse già trovato un'altra con cui uscire?

Adriel percepì lo sguardo di suo padre su di sé. Lo guardò di sottecchi notando che la stava fulminando con gli occhi per aver usato il telefonino mentre erano non solo a tavola ma anche in compagnia; nel frattempo tutti avevano ripreso a chiacchierare animatamente fra di loro e lei era rimasta in silenzio ed esclusa. Non che le importasse molto, dopotutto.

La sua mente in quel momento era da tutt'altra parte che quasi ignorò il momento in cui vide Derek sporgersi per sussurrare qualcosa all'orecchio di Emily che accennò a una risata e gli diede una leggera spinta.

Passò la restante mezz'ora di quella cena a giocare con la forchetta nel piatto. Il telefono non dava segni di vita e lei si era ormai rassegnata al fatto che per quella sera non avrebbe avuto altre notizie da parte di Dante. Nonostante la sua faccia fosse una maschera di calma e tranquillità dietro di essa la ragazza stava ribollendo di rabbia per cento motivi diversi e Dante, Derek ed Emily ne erano la causa.

Guardò nella direzione di Derek, il suo braccio cingeva le spalle di Emily mentre la sua attenzione era rivolta a quello che il suo vicino di posto stava dicendo. 

Esteticamente non erano una brutta coppia, si costrinse ad ammetterlo a se stessa, ma lei comunque non poteva guardarli senza arricciare almeno un po' il naso. 

Era gelosa per caso? Certo che lo era... Dannazione, aveva rovinato la sua vita per poi essere rimpiazzata da una biondina laureata in psicologia e che arrossiva non appena le parlavi. Come non poteva essere gelosa?

Fine Flashback

Il cellulare squillò facendola mugolare sonoramente. Chi si azzardava a rompere le palle di domenica mattina? 

Cercò l'apparecchio a tentoni sul letto finché non riuscì ad afferrarlo e a rispondere.

-Pronto.- la voce suonava troppo roca per essere la sua.

-Come stai, psycho?- 

Adriel spalancò immediatamente gli occhi e si tirò su a sedere come se lui fosse lì e la potesse vedere. Il movimento fu troppo veloce e le fece venire un giramento di testa.

 Si schiarì la gola prima di poter parlare e fu piuttosto sicura che anche lui aveva finto un colpo di tosse per nascondere una risata.

-Dante, sto bene. E smettila di chiamarmi psycho. Piuttosto: che vuoi?- Era sembrata più cattiva e menefreghista di quanto non avesse voluto ma trattarlo così era il minimo dopo che l'aveva lasciata in sospeso per un'intera notte.

Si alzò a fatica dal letto trascinandosi fino allo specchio per vedere le condizioni in cui era ridotta.

La prima cosa che vide furono i suoi occhi da panda. Il trucco si era sbavato su praticamente tutta la faccia facendola sembrare un autentico disastro. I capelli erano un nido nero e pieno di nodi che ricordavano tanto la lana delle pecore e puzzavano di fumo ed alcool in una maniera tremenda. 

Con suo immenso orrore la ragazza notò che l'abito si era macchiato in più punti ed una macchia enorme di quello che sembrava vino spiccava più di tutte sulla gonna.

-Psycho: io capisco che stai festeggiando il tuo status da divorziata milionaria ma... metà dei vicini di casa mi hanno chiamato nel cuore della notte per lamentarsi della musica troppo alta. E la signora Franco quando è entrata in casa stamattina ha detto di aver trovato vasi, lampade, bicchieri e bottiglie rotte ovunque. Adesso dimmi, se posso sapere, che cazzo ti sta passando per il cervello?- 

Davvero aveva combinato tutto quel disastro? Si passò una mano sugli occhi cercando di fare il punto della situazione ma la testa le faceva troppo male perché si potesse concentrare su qualsiasi cosa.

-Non succederà più.- gli promise per poi mordersi la lingua. Era o non era lei quella che aveva detto che potevano avere un buon rapporto nonostante il divorzio? Perché allora lo stava trattando così freddamente.

-Lo spero.- dal suo tono di voce capì che per lui la telefonata era finita lì e si affrettò a parlare nuovamente.

-Con chi sei stato ieri sera a cena?- era passata velocemente dal suonare fredda e distaccata al suonare disperata e piena di rimpianti ma non ce la faceva semplicemente più: la curiosità la stava divorando viva e... forse anche qualcos'altro.

Dante non rispose. Avrebbe pensato che aveva già messo via il cellulare ma sentiva ancora il suo respiro calmo e regolare provenire dall'altro capo. Riusciva ad immaginarsi benissimo la sua espressione: sicuramente era a casa, nella loro casa di Sidney, probabilmente nel corridoio del piano di sopra. Se lo vedeva benissimo: a torso nudo con addosso solo i pantaloncini da basket neri, una mano in tasca e l'altra a reggere il cellulare. Pensò che certamente aveva gli occhi socchiusi, lo sguardo fisso a terra e l'espressione un po' corrucciata. Era in quella maniera, in quella posa che lui pensava: in piedi e con la testa leggermente chinata.

Ci furono diversi attimi di silenzio poi la telefonata finì.

Adriel abbassò il cellulare per guardare lo schermo. Non avevano parlato nemmeno per due minuti.

Lesse il nome sullo schermo: non aveva ancora cambiato il suo nome in rubrica, teneva quello che lui le aveva salvato dal giorno in cui si erano conosciuti. Rilesse per decine di volte solo due parole: prince charming

  
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