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Autore: ChicaFeliz    20/07/2017    1 recensioni
NARTH (National Association for the Research and Teraphy of Homosexuality) la famosissima casa di cura per l'omosessualità maschile di Londra. "L'omosessualità non esiste è una patologia e va curata, solitamente nasce nei primi tre anni di vita.
Causa 1: un rapporto distorto tra madre e figlio. La potente simbiosi del bambino con la madre lo porterebbe ad avere
un' identificazione femminile.
Causa 2: una figura paterna assente nella vita del figlio o comunque deficitaria. Il bambino potrebbe sviluppare un distacco difensivo nei confronti del padre che lo ha respinto e della masolinità in generale."
Genitori, se vi trovate in una situazione simile non disperate noi vi offriamo la via d'uscita.
Ragazzi, se siete venuti per conto vostro molto bene. Congratulazioni il primo passo è accettare la vostra malattia.
In ogni caso tranquilli, c'è speranza per tutti. Promettiamo solennemente di guarire tutti i nostri pazienti -anche i casi più disperati- la speranza è l'ultima a morire."
Charles Socadaries e Joseph Nicolosi - i fondatori.
5 ragazzi che per caso o per scherzo del destino si ritrovano nella prestigiosa NARTH. E a questo punto la domanda sorge spontanea sarà proprio vero quello che millantano i fondatori?
Larry/ Ziam
Storia modificata
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When the night was full of terror

And your eyes were filled with tears

When you had not touched me yet

Oh, take me back to the night we met

Lord Huron - The Night We Met

 



Harry non sa esattamente quanto tempo passa a fissare imbambolato quella targa in oro massiccio ma quando la madre gli appoggia una mano sulla spalla trema e ritorna alla realtà -Non devi farlo per forza, torniamo a casa ti prometto che non ti lascerò solo ad affrontare tutto questo- e il ragazzo per un momento ci pensa, ci pensa sul serio. Pensa di girarsi e dare le spalle a quella porta e a quella targa orribile, pensa di andare a vivere a casa della nonna con sua madre e sua sorella, di lasciare il padre indietro nella sua vita. Ma poteva farlo davvero? La risposta era chiara e scritta a lettere cubitali nella sua testa NO.

Così semplicemente non risponde si limita ad ingoiare il groppo che ha in gola e avvicinarsi al campanello. Deve mostrarsi risoluto se vuole convincere la madre. Dietro di lui il padre soddisfatto, la madre in lacrime e la sorella sull'orlo di una crisi isterica non poteva credere al fatto che il fratello si stesse rovinando la vita per colpa del troglodita che entrambi si ritrovavano per padre. Harry con il dito ricoperto dal cerotto a pochi millimetri dal campanello prende un respiro profondo e si decide a suonare. La melodia che ne usce fuori risulta strana, acuta e stridente, sembra fare eco all'interno della villa. Harry stringe di più la valigia tra le mani. Dopo poco un uomo sulla sessantina con i capelli grigi e un completo elegante che sembra calzargli troppo largo va ad aprirgli. Guarda Harry che si trova davanti a lui, con un'espressione quasi terrorizzata, ma non si sofferma troppo su di lui getta lo sguardo dietro le sue spalle e squadra la sua famiglia.

-Come posso aiutarvi- chiede subito dopo e la sua voce è calma e pacata, troppo cordiale secondo Harry per uno che lavora in un posto del genere. Il padre guarda il figlio e aspetta che sia lui a rispondere ma quando vede che continua a restare in silenzio e a fissare quell'uomo decide di intervenire -Mio figlio ha deciso di venire qui- e sorride fiero -Vuole guarire-

-Oh molto bene!- esclama l'uomo e li fa accomodare all'interno poi guarda Harry attentamente -La valigia la puoi lasciare qui dopo la riprenderemo- il ragazzo obbedisce e la poggia al muro. Mentre l'uomo li scorta per un lungo corridoio ampio riprende a parlare sorridendo -Credevo che foste altri molestatori, sapete capita spesso che vengano interi gruppi qui da noi solo per offenderci e rinfacciarci le loro teorie moderne- inizia a ridere -Ci hanno denominato addirittura bestie senza sentimenti. Bah ridicolo! La verità è che tutta questa pubblicità progresso sta rovinando la mente della gente- Gemma sta per rispondere in malo modo a quel vecchiaccio antipatico ma una mano della madre sulla spalla e uno sguardo arreso la convincono a desistere -Già è proprio vero- è il padre a rispondere ricevendo un'occhiataccia dalla madre e dalla figlia. L'unico che sembra non sentire niente di quello che stanno dicendo è Harry che si sta guardando intorno curioso, a quanto pare quella sarà la sua casa per molto tempo. La struttura vista dall'interno sembra ancora più grande di come pare all'esterno, le pareti sono di un grigiastro sbiadito e cosa inquietante ci sono delle telecamere piazzate in giro, questo gli mette ansia, significa che saranno controllati ventiquattro ore su ventiquattro è inquietante. Sembra di stare in uno di quei reality show in cui ci sono telecamere che ti seguono ovunque costantemente la privacy è del tutto inesistente. Verso metà corridoio passano sotto un'arco, subito dopo ci sono tre gradini che sono bloccati da una porta di vetro trasparente dietro la quale il corridoio sembra continuare all'infinito. Sul serio quanto è grande questo posto. Varcata la porta verso la loro destra si trova subito una stanza dalla porta chiusa che reca l'insegna "DIREZIONE". L'uomo si ferma davanti a questa e bussa, dall'interno si sente una voce maschile rispondere -Avanti-

L'uomo dai capelli bianchi apre la porta e fa accomodare la famigliola in un grande studio, la prima cosa visibile appena si mette piede lì e una grande finestra con le tende gialle e Harry si domanda se tutte le tende di quel posto siano di quell'orribile giallo. Domanda stupida data la situazione, ma non può fare a meno di pensarlo perchè è li da neanche cinque minuti e già che odia quel colore e quelle tende. Sulla destra c'è una scrivania di medie dimensioni in legno chiaro seduto dietro di essa su una poltrona rossa c'è un altro uomo, più giovane di quello che li ha scortati fino a lì. Quanddo li fa accomodare su delle scomode sedie di plastica anch'esse rosse, che si trovano davanti alla scrivania Harry può vederlo meglio avrà all'incirca una cinquantina d'anni. Sembra molto elegante i capelli leggermente brizzolati e il volto paffuto gli donano un'aria tranquilla e rilassata a primo impatto. Quando parla Harry può constatare che anche il suo tono di voce è calmo e gentile -Salve, io sono Simon Cowell- stringe la mano a tutti i componenti della famiglia mentre continua con la sua presentazione -il direttore di questa splendida istituzione che è un'eredità di famiglia, mio nonno materno- si risiede e mostra con la mano una delle due foto appese al muro grigio chiaro dietro di lui -Joseph Nicolosi uno dei fondatori- e con la mano indica l'altra foto -L'altro era il suo socio in affari e grande amico di famiglia Charles Socarides, come sicuramente saprete loro prima di me si occupavano eccellentemente di correggere i comportamenti malsani presenti in alcuni giovani. Oggi questo incarico è stato lasciato a me e sto facendo del mio meglio per mantenere alto il loro nome e quello dell'istituzione.- E dopo aver terminato la sua presentazione guardando Harry dritto negli occhi continua -Immagino che il problema sia questo giovanotto, bene dimmi come ti chiami?- gli chiede con fare gentile -Harry- ed è poco più che un sussurro quello che esce dalle sue labbra. Ma l'uomo annuisce comunque e continua -E dimmi un pò Harry quanti anni hai?-

-Sedici- è la risposta del ragazzo che sembra aver perso la voce in quel momento -Puoi alzare la voce Harry, sai la vecchiaia gioca brutti scherzi- ma mentre lo dice assottiglia lo sguardo ed Harry è quasi sicuro che quel tizio abbia sentito fin troppo bene la sua risposta ma stia iniziando una specie di gioco malato il cui obbiettivo finale è metterlo a disagio il più possibile

-Sedici- ripete alzando il tono di voce -Molto bene Harry di sedici anni- ghigna l'altro -Sei stato tu a decidere di venire qui o ti hanno convinto i tuoi genitore. Non che sia di vitale importanza- termina rivolto ai parenti questa volta -Ma è sempre meglio sapere da dove partire- riprende guardando di nuovo lui -Sono stato io a parlargli di questa istituzione, ma è stato lui a decidere di voler venire qui- interviene il padre apparentemente orgoglioso di ciò. Simon gli sorride e poi fissa di nuovo i suoi occhi castano in quelli verdi di Harry -Devo ammettere che questo non me lo aspettavo, complimenti Harry spirito d'iniziativa e voglia di cambiare sono alla base di questo lungo processo- il padre sorride felice il figlio ha ottime opportunità di guarire -Ora veniamo ai fatti. Questo percorso dura un anno dal primo Gennaio di quest'anno fino a quello successivo- Harry trema leggermente a quelle parole nessuno gli aveva detto che dovesse stare rinchiuso lì un anno intero si gira verso la madre per cercare conforto. Quando i loro occhi si incontrano quelli di lei sembrano chiedergli di cambiare idea e di scappare da lì -Voi siete arrivati giusto in tempo Febbraio è l'ultimo mese in cui accettiamo iscrizioni. I posti vuoti in totale sono cento, vostro figlio è il novantanovesimo iscritto, devo dire che siete stati molto fortunati!-

-L'avevo detto io che quanto prima era meglio, visto figliolo avevo ragione- interviene il padre. Harry non risponde abbassa lo sguardo sulla scrivania occupata solo da una lampada spente e da documenti che hanno l'aria di essere importanti. Simon sorride all'uomo e poi riprende -La retta è di 33.000 $ un pò alta sì, ma ne vale la pena, i pagamenti si effettuano on line, sul nostro sito ufficiale www.NARTHlondon.com troverete maggiori chiarimenti, mi raccomando la puntualità a fine mese dovrà essere versata la quota, ovviamente non vi preoccupate per gli studi tutti i pazienti saranno seguiti da insegnanti privati in modo da non perdere l'anno scolastico. Ora vi spiego come funziona la terapia: il ragazzo non potrà avere nessun tipo di contatto col mondo esterno, non vogliamo distrazione è un procedimento delicato. Ovviamente i cellulari e qualsiasi altro aggeggio elettronico sono severamente vietati- Si gratta il mento e continua fissando tutti uno ad uno -Il ragazzo potrà tornare a casa prima del termine della terapia e vedere i famigliari solo in caso di grave malattia. Non si possono inviare regali, cibo o altro al paziente, l'unico pacco accettato sarà quello contenete vestiti che verranno ispezionati prima della consegna al paziente- Sposta lo sguardo verso Harry e prosegue -Non si può uscire di qui a meno che non sia programmato dall'istituzione e anche in quel caso sarete accompagnati da un membro dell'istituzione- Punta di nuovo gli occhi su tutti -E' consentito ascoltare musica, leggere libri e la visione di film ma appositamente scelti da noi. E' obbligatorio partecipare alle sedute di gruppo che si terranno tutti i pomeriggi. Sono presenti telecamere in tutto l'edificio sia all'esterno che all'interno tranne nei bagni e nelle camere da letto dei ragazzi. E' vietato categoricamente invitare altri pazienti nelle camere. E' vietato il contatto fisico tra pazienti, ma si può tranquillamente interagire con loro mantenendo però una distanza di almeno venti Cm gli uni dagli altri- conclude sorridendo amabilmente -Domande?- non ricevendo alcuna risposta continua -Bene, passo a spiegarvi meglio come funzione la terapia, nelle sedute di gruppo che vi ho accennato prima si tenterà di indagare a fondo sulla psicologia del paziente per capire se l'origine del problema è nel rapporto col padre- dice voltandosi a guardarlo -O in quello con la madre- riprende -Inoltre i film, i libri e la musica sono attività a scopo curativo, l'arte è un aiuto fondamentale per risolvere il problema. Ci sono infermieri etero che lavorano nell'istituto, la loro presenza è essenziale siccome parte della cura sta proprio nel rapportarsi con persone sane dello stesso sesso e sviluppare nei loro confronti sentimenti d'amicizia eliminando del tutto l'attenzione omo-erotica e spostandola così verso persone del sesso opposto. Considerali quindi i tuoi più grandi alleati e confidenti in quest'avventura- conclude rivolto ad Harry -Ogni domenica mattina ci si riunirà in tre gruppi distinti in base alle differenti culture religiose monoteiste. Chiedere perdono al proprio Dio è importante per la purificazione e la guarigione dello spirito. A quale religione appartieni?- s'informa guardando Harry -Ecco io, in realtà...-

-Cristiana- è il padre a rispondere per lui -Scommetto che stavi per dire di non essere credente, giusto?- dice Simon rivolto ad Harry ignorando il padre. Il ragazzo non risponde si limita a distogliere lo sguardo, quell'uomo lo mette davvero a disagio. -Non importa è quasi sempre così nei casi come il tuo. Tranquillo ti aiuteremo anche a trovare la fede- conclude il suo discorso soddisfatto di se stesso a Harry sembrava sempre più di essere finito in una gabbia di pazzi -Direi che per ora è tutto se inseguito dovesse sorgerti qualche altro dubbio sarò ben lieto di chiariti le idee. Ora puoi accomodarti fuori per salutare la tua famiglia, dopodichè Walter ti accompagnerà in una visita guidata dell'istituzione-

I genitori danno la mano a Simon, il padre in maniera particolarmente calorosa, sembra essergli grato perchè guarirà il figlio, la madre la ritrae subito, sembra disgusata da quelluomo, Gemma si rifiuta totalmente anche solo di sfiorare quell'essere immondo e quando lui le porge la mano lei fa finta di non vederla, è davvero in collera con lui e nonostante lo conosca da soli dieci minuti lo disprezza profondamente. Una volta usciti dallo studio in lontananza vedono l'uomo di prima che Harry ha capito essere Walter, la sua guida. Guarda la sua famiglia e al solo pensiero di non rivederli per un anno intero sente le lacrime pizzicare per scendere copiosamente. Si tuffa fra le braccia della madre e gode del suo calore e del suo affetto, sa che dovrà passare molto tempo prima di ricevere un altro dei suoi abbracci. Allontanatosi da lei si avvicina alla sorella e la stringe a sè, gli mancherà tanto, gli mancherà il suo proteggerlo sempre come ogni sorella maggiore che si rispetti, gli mancheranno tanto anche tutti i suoi scherzi insensati e mentre fa questo pensiero si rende conto di essere davvero disperato per arrivare a tanto, ma infondo sua sorella è stata un pilastro fondamentale nella sua vita e non vederla nè sentirla per un anno sarà dura. Lascia in ultimo il padre perchè non sa davvero come salutarlo, quando gli si avvicina e lo guarda negli occhi è tentato di allungargli la mano e salutarlo come un qualsiasi sconosciuto ma forse così sarebbe troppo no?

Ma non ha bisogno di continuare a rimuginare il padre gli circonda le spalle e lo avvicina a sè -Tutto quello che sto facendo, lo sto facendo per te. Un giorno capirai e mi ringrazierai- gli sussurra all'orecchio in modo che solo lui possa sentirlo. Harry non risponde si distacca dal quello strano a braccio e si limita a guardarlo. Walter si avvicina a loro e sorride se i signori mi vogliono accompagnare li scorterò fuori. Il padre annuisce a accompagnato dalla figlia segue l'uomo. La madre si gira a guardare il figlio, non vuole andarsene, non vuole lasciarlo ma lui le fa un piccolo sorriso e inizia a incamminarsi dietro al padre e alla sorella, la madre gli prende la mano e fanno insieme l'ultimo tratto di corridoio. Arrivati davanti alla porta d'ingresso la madre gli bacia la fronte e lo saluta, la sorella lo stringe a se per l'ultima volta e il padre gli dà una pacca sulla spalla. Quando la porta si chiude davanti a lui Harry sente di aver fatto un terribile errore ad essere rimasto lì. Afferra la sua valigia rimasta incustodita fino a quel momento e insieme a Walter ripercorre il corridoio al contrario, stavolta non si fermano davanti alla direzione, proseguono dritto e sulla sinistra poco dopo c'è un'altra stanza con una targhetta affissa sulla porta "CENTRO DI CONTROLLO" -Qui è dove vengono controllati i vostri comportamenti, gli infermieri a turno controlleranno quello che fate durante la giornata che come già saprai sarà ripreso dalle telecamere- spiega indicandone una proprio lì vicino. Continuando il loro percorso passano davanti ad un'altra porta chiusa sulla destra "MENSA" recita la targhetta stavolta -Come avrai intuito questa è la mensa, la colazione, il pranzo e la cena vengono serviti ad orari prestabiliti, per maggiori chiarimenti sugli orari consulta il dépliant che troverai in camera tua- Quel posto mette i brividi sembra deserto -Perché non c'è nessuno?- si azzarda a chiedere Harry -A quest'ora i pazienti saranno sicuramente nelle loro camere o in sala comune ad intrattenersi guardando un film- risponde l'altro poco interessato alla domanda del riccio. Più avanti sulla sinistra c'è una porta enorme, anch'essa chiusa "SPOGLIATOIO" -Anche le docce potranno essere fatte solo ad orari prestabiliti, trovi anche questo sul dépliant-

-E i bagni?- chiede -Sono lì- indica con gli occhi la porta difronte a quella degli spogliatoi -Hai bisogno del bagno?- stavolta è Walter a porre una domanda -Sì, perché anche quello si può usare solo ad orari prestabiliti- risponde ironicamente il riccio, l'anziano lo guarda in maniera indecifrabile. Troppo sfacciato? Be' arrivati a questo punto poco importa ad Harry -Ti aspetto qui, fai in fretta- però è la sola risposta che riceve Harry che butta la valigia a terra e si fionda nel bagno sbattendo la porta dietro di sè. In realtà non ne ha nessun bisogno ma si sentiva soffocare e non ce la faceva più a stare con quell'uomo. Si passa la mano tra i ricci scompigliandoli ulteriormente. Subito alla destra della porta ci sono i lavandini Harry apre un rubinetto affonda le mani nell'acqua gelata e si rinfresca il viso, chiude il rubinetto e il getto s'interrompe si volta, i bagni si trovano difronte ai lavandini sono cinque sulla destra e altrettanti sulla sinistra. Sembra un autogrill, questo sarebbe stato il pensiero di Harry se non fosse occupato a tentare in qualche modo di calmarsi. Ha una voglia matta di urlare e di spaccare qualcosa, si avvicina a una delle porte rosse e sferra un calcio facendola spalancare. Quello che non si aspetta è di trovarci dentro un ragazzo che gli da le spalle occupato a terminare i suoi bisogni. Sentendo il boato gira il volto di scatto e Harry si ritrova due occhi azzurrissimi spaventati puntati contro. -OOPS- è l'esclamazione di Harry che si affretta a richiudere la porta, si appoggia con le spalle ad essa e con il cuore che batte all'impazzata guarda tramite il suo stesso riflesso nello specchio le sue guance diventare bordeaux. La porta viene aperta di nuovo e ci manca poco che Harry cada per terra -HI- gli dice l'altro guardandolo con un sorrisetto divertito -Io...scusa, mi dispiace sono un coglione. Ti giuro che solitamente non prendo a calci le porte dei bagni- -Neanche quelle delle altre stanze- si affretta a continuare. Per tutta risposta l'altro scoppia a ridere e ad Harry la sua risata sembra così delicata ed armoniosa che quasi non finisce a ridere insieme a lui. Anzi probabilmente lo farebbe se non avesse appena fatto la figura di merda più grande della sua vita. -Sei nuovo qui vero?- chiede l'altro vedendolo diventare sempre più simile ad un pomodoro. La verità è che era da tempo che non rideva più così tanto e vedendo quel ragazzino così imbranato non poteva trattenersi -Sì, sono appena arrivato, mi dispiace tantissimo, chissà che starai pensando di me ora. Non ho fatto proprio una buona prima impressione no?-

-Diciamo che sicuramente non dimenticherò facilmente questo incontro, non mi era mai capitata un cosa del genere, mi sembra di essere in un film- conclude ridendo ancora. Harry sorride, ascoltando la risata sincera dell'altro si rilassa un pò, sembra simpatico quel ragazzo. -Comunque io mi chiamo Louis piacere-  -Il piacere è tutto mio, un pò meno il tuo credo- Louis gli sorride e si avvicina al lavandino -Senti posso lavarmi le mani o vuoi dinuovo attentare alla mia vita- dice sorridendo il ragazzo. Il riccio in risposta diventa un'altra volta bordeoux -Ehi tranquillo, scherzavo- dice l'altro guardandolo dallo specchio mentre si lava le mani. Harry sorride -Bè se vuoi stanotte mentre dormo puoi provare ad attentare alla mia, così siamo pari- risponde facendo sorridere l'altro, che nel frattempo ha strappato della carta dal contenitore per asciugarsi le mani. -Hmmm ci penserò- risponde appallottolando la carta e gettandola nel cestino facendo canestro -Goal- esulta subito dopo facendo scappare un sorriso ad Harry che si spegne appena vede la porta aprirsi e Walter spuntare da dietro di essa.

-Che sta succedendo qui?-

-Niente, stavo facendo conoscenza col nuovo arrivato- si affretta a rispondere Louis

-Sai che è proibito intratenersi a parlare nei bagni, sali in camera tua- gli ordina con uno sguardo gelido. L'altro si limita ad annuire prima di schizzare fuori da quel posto. Walter ripunta lo sguardo su Harry -Ti avevo detto di non metterci troppo- -Mi dispiace-

-Muoviti, esci- gli dice spalancando la porta, il ragazzo si affretta ad obbedire, appena è fuori afferra la sua valigia prima di seguire Walter che va avanti con la visita guidata, sembra non aver intenzione di aspettarlo, Harry accelera il passo, svolta a destra e si trova difronte una grande scalinata, i gradini sono enormi e il riccio ne conta quindici in tutto e fa quasi fatica mentre sale. Arrivati sul pianerottolo c'è un'altra rampa di scale che svolta sulla sinistra, alla fine si trovano davanti un'altra porta trasparente simile a quella del piano terra. Walter la apre e una volta entrato si ferma al centro del corridoio che da un lato svolta sulla destra mentre all'estremità apposta svolta sulla sinistra.

-Qui ci sono alcune delle stanze dove alloggiano i pazienti- illustra Walter

Harry sposta lo sguardo su tutte le stanze dalle porte chiuse alle quali è inciso un numero, sembrano davvero minuscole, gli danno un senso di claustrofobia. -Seguimi, abbiamo quasi finito- Prendono la sinistra e salgono al piano superiore Harry può vedere al centro del corridoio una grande stanza senza porta, all'interno c'è un una lavagna elettronica collegata ad un computer, al di sopra si trova un proiettore. Al lato destro e sinistro delle pareti ci sono due piccole biblioteche ricolme di libri. Ci sono anche un divano e delle poltrone in pelle rossa. -Questa è la sala comune dove tutti voi potrete svagarvi- spiega Walter fermo sull'uscio della porta ad Harry dietro di lui quella sembra l'unica stanza accogliente. All'interno ci sono solo tre ragazzi, uno sta leggendo un libro e gli altri due stanno giocando a scacchi. Sembrano non accorgersi della presenza di Harry che li guarda incuriosito, escludendo Louis quelle sono le prime persone che vede, stava iniziando sul serio a pensare che fosse una sorta di casa fantasma. Alla destra e alla sinistra della sala svago ci sono altre minuscole stanze dalle porte chiuse identiche a quelle precedenti l'uomo riprende a camminare in silenzio ed Harry lo segue. Vanno alla sinistra della sala comune e camminano lungo il corridoio poco illuminato fin quando Walter si blocca davanti ad una stanza. Harry si affaccia da dietro le sue spalle e vede sulla porta inciso il numero "99".

-Questa sarà la tua nuova stanza- prende una chiave magnetica dalla tasca e la porge al ragazzo -Sistemati e domani non fare tardi per la colazione- Harry annuisce e prende la chiave la inserisce nel lettore attaccato al muro e quando la porta si apre con uno scatto Walter va via e lo lascia solo. Harry lo guarda per un pò e poi spinge la porta la stanza all'interno come era prevedibile è davvero piccola, ci sono solo un letto affiancato da un comodino e una piccola scrivania alla destra con una sediolina di legno. C'è anche una finestra al muro opposto, è la prima a cui Harry si avvicina, dà sul giardino ben curato. Alza gli occhi al cielo e guarda la luna e le stelle, si è ufficialmente conclusa la sua prima giornata lì. Sospira non sa cosa gli aspetterà d'ora in poi ma sente l'ansia crescere dentro mentre ripensa alla sorella e alla madre, chissà che staranno facendo adesso, chissà se staranno pensando a lui. E' li da neanche ventiquattr'ore è già non vede l'ora di andarsene, tornare a casa sua con la sua famiglia e anche se non vuole ammetterlo di rivedere Nick.

Nick, dovrebbe smetterla di pensare a lui, se ne è andato senza dargli spiegazioni e quando l'altro verrà a sapere di tutto questo probabilmente lo odierà, ma è giusto così, lui se ne è andato per lasciarlo indietro ed è quello che deve fare se vuole sperare di riavere la sua vita e la sua famiglia. Deve guarire e poi potrà tornare da loro.

   
 
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