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Autore: EmLy28    21/07/2017    0 recensioni
Louis significa "combattente", colui che cade, ma che ogni volta si rialza, sempre più forte di prima. Eppure non sembra essere così, almeno per lui. Per Harry invece è il ragazzo più forte che abbia mai incontrato...semplicemente ha solo bisogno di qualcuno che abbatta quel muro, con cui si è sempre protetto e far di lui il combattente che è, aiutandolo a costruirsi un'armatura. Harry ne sarà in grado?
"Si decise che doveva buttare giù quel dannato muro che lo divideva da Louis, che avrebbe fatto di tutto, perchè dietro un muro non si può stare da soli o prima o poi, il muro crollerà insieme a te. "
"-ti fidi di me?- gli chiese Louis, non staccando il contatto. Sembrava che i loro sguardi si fossero ancorati.Nessuno poteva rompere quell'atmosfera magica che si era creata, nemmeno le sue paure infondate. Come poteva avere paura lui e Louis no? Con tutto quello che aveva passato, non avrebbe dovuto nemmeno avere la forza di farsi toccare di nuovo, eppure eccolo li, il più coraggioso tra loro. Un guerriero.
-mi fido di te- sussurrò."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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-ho capito- disse lei. - ma non posso-

Harry sentì una fitta al petto.

-mi stai chiedendo di agevolare la carriera di un ragazzo ed è contro la mia etica- gli spiegò tranquillamente, senza lasciar trasparire nessuna emozione.

Lui annuì, pronto a ricevere la sconfitta. Abbassò il capo e pensò che avrebbe dovuto dirlo a Louis, rompere quel sogno. Poi gli venne in mente il Louis della sera prima, quello a cui tremava la voce, quello a cui sembrava aver bisogno di qualcuno che lo stringesse a sé e gli sussurrasse parole di conforto.

No. non avrebbe alzato ora la bandiera bianca, pronto a ritirarsi.

Alzò lo sguardo sulla donna.

-non le chiederò mai più nulla, nemmeno un minuto di pausa dopo ore di lavoro. Se deciderà di annullare il mio volo per l'italia, l'accetterò e me ne tornerò a casa, ma voglio farlo a testa alta-

Lyana sgranò gli occhi, sorpresa da quelle parole.

-il ragazzo in questione si chiama Louis, in realtà mi sta antipatico, credo che sia scorbutico, maleducato e troppo chiuso per i miei gusti- decise di tirare fuori tutte le armi in suo possesso e una di queste era la "Pura verità". - ma appena l'ho visto, la prima volta, ho subito pensato che fosse uno dei più belli ragazzi che abbia mai visto e lo penso ancora. All'inizio non m'interessava aiutarlo, ma quando il mio migliore amico mi ha raccontato la situazione che stava vivendo lui e le sue sorelle, ho cambiato idea. Dovevo aiutare quel ragazzo, in qualsiasi modo. E l'unica possibilità è trovargli un lavoro, visto che nessun colloquio che ha avuto è andato bene- prese un respiro, pronto per ripartire nell'opera di convincimento, ma Lyana alzò un mano davanti al suo viso, facendogli capire di fermarsi.

-non so nemmeno perchè sono qui a discutere con te su questo argomento...- mormorò, ma poi si schiarì la voce e riprese la solita fermezza nella voce. - non sono una raccogli-cuccioli-feriti, ma ho un cuore anch'io. Mi rammarica che un tuo "amico" abbia intorno a sè una situazione del genere, ma non lavoro per fare l'elemosina a dei ragazzi e nemmeno a farmi mettere i piedi in testa da te, Harry-

-le sto solo chiedendo di incontrarlo una volta!- esclamò lui, spazientito.

-mi sorprende di come tu stia combattendo per lui, pur odiandolo e non conoscendolo-

Harry sussultò, per poi abbassare la testa. - i-io voglio solo aiutarlo, essendo in difficoltà... qualche giorno fa ho potuto conoscere le sue sorelle e sono a dir poco fantastiche e non meritano niente di tutto questo- sussurrò. Ormai sentiva la sconfitta incombere su di lui, e lacrime di disperazione cercavano di uscire. Non voleva certo fare la scena del bambino di fronte ad un personaggio importante come quella donna, ma lui era fatto così: quando aveva bisogno di piangere, piangeva. Secondo lui era molto meglio liberarsi subito e non tenere tutto dentro, rischiando che prima o poi esplodi senza controllo.

-ragazzo- lo chiamò Lyana, allungandosi ed appoggiando una mano sulla sua gamba, vedendo il corpo del riccio cominciare a tremare. -che ne dici di andare in bagno?- gli chiese dolcemente, alzandosi e lasciando che Harry la seguisse a debita distanza.

Scoppiò a piangere una volta che fu con la faccia sotto l'acqua del rubinetto. Lyana non fece nulla, rimase a qualche metro di distanza, aspettando che si calmasse.

-Harry, mi stai chiedendo qualcosa che ho già detto di non voler fare, e delle lacrime non mi faranno cambiare idea. Come ho già detto, mi dispiace per questo ragazzo, ma il posto da modello dovrà guadagnarselo, come tutti. Sto cercando di essere imparziale, non posso favorire un tuo amico solo perchè tu mi stai simpatico- gli disse una volta che si fu asciugato il viso con un panno.

Stava per risponderle, scusandosi di essere stato così opprimente, ma venne bloccato dallo squillo del suo cellulare. Lo tirò fuori dalla tasca e guardò il nome che lampeggiava, corrucciando le labbra.

-pronto?- rispose, voltandosi, per cercare di non farsi sentire dalla donna.

-ciao Harry, volevo scusarmi per ieri sera.- era Louis, il solito Louis freddo e distante. - non ti chiamerò più. Mandami un messaggio quando saprai qualcosa per il colloquio-

-Louis, non devi scusarti- sospirò, alzando gli occhi al cielo. - e riguardo a quella questione..- cominciò, ma il cellulare gli venne strappato di mano.

-è quel ragazzo?- gli chiese Lyana seria. Lui annuì poco sicuro, mentre vedeva la donna portarsi il cellulare all'orecchio.

-salve, sono Lyana, la fotografa di Harry. Non so tu chi sia, ma il ragazzo qui presente mi sta tormentando da giorni per la tua situazione- gli disse schietta. Harry rimase a bocca aperta.

-e non riesco a capire perchè ci tenga così tanto, visto che tra voi non scorre buon sangue-

-ehi!- la riprese Harry. Non poteva dire quelle cose in faccia a Louis.

-mi dispiace davvero tanto. Non volevo creare attrito tra voi..si vede che non è il mio anno- sussurrò l'ultima frase ed Harry non riuscì a sentirla. - è stato un piacere parlare con lei-concluse Louis, pronto a chiudere la chiamata.

Lyana invece sorprese di nuovo Harry. -riusciresti a mandarmi una tua foto entro mezz'ora? E ti voglio qui domani- concluse, riporgendo il cellulare al riccio, non lasciando nemmeno rispondere Louis.

-e che sia l'ultima volta, questa settimana non voglio sentire un solo sospiro e niente più lacrime davanti a me, chiaro?- anche se più che una domanda, era una minaccia, Harry annuì, ancora troppo stordito per rispondere. Aspettò che uscisse dalla porta del bagno, per poi riprendere la chiamata.

-Louis?- chiamò.

-se devi farti licenziare per me, la prossima volta sta zitto- lo riprese subito, per poi mettere giù. Harry non era del tutto sicuro, ma gli era sembrato di aver sentito un "grazie " sussurrato alla fine e gli andava bene così, non avrebbe mai preteso di più da lui.

** *

Harry uscì dalla zona delle foto, dopo che Lyana dichiarò pausa. Andò in bagno a rinfrescarsi la faccia, per poi andare sulla solita poltrona, dove prontamente delle ragazze cominciarono a sistemargli i capelli.

-Harry- lo chiamò Lyana, mentre veniva verso di lui. Le si mise di fronte.

-domani voglio te e il tuo amico qui alle due. Se tardate solo di un minuto, è fuori. Chiaro?-

-chiarissimo- cercò di rimanere serio, ma non riuscì a trattenere un sorriso per quella piccola vittoria.

-dalla foto non sembra male, ovviamente bisogna dargli una sistemata. Mi è sembrato un po' basso o sbaglio?- gli chiese alzando un sopracciglio.

Harry annuì. - lo è, ma non credo sia un problema per le foto-

-bene- concluse lei. -direi che puoi chiamarlo ora per informarlo- e se ne andò.

Harry si alzò dalla sedia ed andò verso i camerini, prendendo il cellulare e far partire la chiamata, anche se Louis gli aveva detto di inviarli semplicemente un messaggio. Non l'avrebbe mai ammesso a se stesso, ma voleva sentire la voce di Louis. Lo rilassava come solo la musica sapeva fare e quel tono da saccente nascondeva qualcosa di più e voleva scoprirlo.

-non ti avevo detto di non chiamarmi?- rispose così Louis alla chiamata, come sempre con l'aria da duro.

Peccato che ieri sera non era proprio la rappresentazione del "duro", pensò Harry, sbuffando nella mente.

-perchè dovrei seguire i tuoi ordini? Non lavoro per te, anzi, dovresti ringraziarmi, visto che ti ho trovato lavoro-

-ti ho già ringraziato, non vedo perchè dovrei rifarlo-

Harry alzò gli occhi al cielo. Sicuramente non si stava riferendo a quel "grazie" sussurrato, ma al ringraziamento freddo poco prima di quello.

-domani dobbiamo essere qui alle due- lo informò freddo.

-non posso-

-cosa?!- esclamò lui. - ci mancava che le leccassi le scarpe! E ora tu mi dici che non puoi venire a questo diamine di incontro?!- perse le staffe. Fino a che gli si rivolgeva da solito stronzo okay, ma dopo che si era umiliato per lui davanti a Lyana, no, non gli andava bene.

-devo tenere Phoebe e Daisy, non posso lasciarle alle mie sorelle-

-non puoi chiedere a Jose o a Niall se te le tengono?- provò a trovare una soluzione, portando le dita alla tempia e massaggiandosi la testa, che gli stava per scoppiare.

-Niall non bada a loro da solo, lo sai e Jose no-

non volle indagare oltre su Jose, visto che l'aveva detto con tono autoritario, come se non ammettesse nessun'obbiezione.

-okay...- sospirò esausto. - portale con te, da me- provò con l'ultima idea che gli veniva in mente. Non avrebbe proposto una baby-sitter, visto la situazione economica in cui si trovavano e portarle con lui, non gli sembrava una brutta idea. Avrebbe potuto rivedere Phoebe e poi poteva tenerle occupate durante il colloquio.

-no- rispose secco.

-cosa?!- era già la seconda volta, in pochi secondi, che esclamava quella parola, e non andava affatto bene. -Louis, ti sto offrendo un lavoro, ben pagato. Se ti prenderanno, dovrai venire qui diversi giorni a settimana, non potrai stare dietro alle tue sorelle- gli spiegò lentamente, utilizzando un altro metodo dal precedente. -parlerò con Niall e ti aiuterà con loro, ma per domani le porterai qui. C'è mia sorella che può tenerle d'occhio e casa mia è abbastanza spaziosa per loro.nessun problema, okay?-

aspettò in silenzio una risposta, che arrivò dopo vari minuti.

-okay-

** *

il mattino dopo, si ritrovò davanti alla stazione, ma questa volta non sarebbe dovuto partire lui. Louis aveva insistito per arrivare da solo a casa sua ed Harry aveva dovuto ripetergli mille volte che era molto più comodo che fosse venuto lui a prenderlo, piuttosto che girare per la città. Solo dopo avergli ricordato di aver dietro le sorelle, il ragazzo cambiò idea.

Harry guardò l'orologio e vide che Louis sarebbe dovuto arrivare a momenti. Non fece in tempo ad alzare la testa, che si ritrovò con un paio di braccine avvolte al busto, facendolo indietreggiare di poco.

-ehi!- esclamò ridendo. -ciao Phoebe! Visto che ci siamo rivisti?- le chiese, carezzandole i capelli. La piccola alzò il visino e gli regalò un sorriso grande, prima di lanciarsi ed aggrapparsi al suo collo.

-Phoebe! Non permetterti mai più di allontanarti così!- Harry sentì urlare da lontano. Guardò verso quella direzione e vide un Louis alquanto incavolato ed esausto: sicuramente fare un viaggio con loro non era semplice.

Phoebe fece un gemito strozzato, mordendosi il labbro inferiore. -è arrabbiato- sussurrò all'orecchio del riccio.

-già. Tranquilla, ti proteggo io, ma tu la prossima volta sta vicino a tuo fratello, okay?-

lei annuì, per poi poggiare la testolina sulla sua spalla.

Nel frattempo Louis era arrivato di fronte ad Harry. Lui si perse un attimo ad osservarlo: indossava una tuta, probabilmente per stare comodo in treno, eppure era splendido anche così, con i capelli scompigliati e due lievi occhiaie a contornargli gli occhi.

-ciao Harry- lo salutò lui.

-ciao, fatto buon viaggio?- gli chiese per essere gentile.

-se fossi stato da solo sarebbe andato meglio- rispose con un piccolo sorriso, indicando le due pesti. Daisy era in braccio a Louis, addormentata. Aveva le braccine sopra le spalle del ragazzo e il viso sul suo petto.

-ce la fai a tenerla in braccio?-

Harry aveva notato che sorrideva solo quando c'erano in giro le bambine o quando si parlava di loro. Probabilmente erano una delle cose più belle della sua vita, visto che ne era così orgoglioso.

-tranquillo, è da cinque anni che le tengo in braccio- gli rispose.

Harry riuscì a farsi dare il borsone che teneva in mano e si diressero verso la stazione dei taxi.

-non hai la macchina?- gli chiese curioso Louis.

Lui scosse la testa. - ho la patente, ma vivendo in città la macchina non mi serve. Per andare a lavoro prendo il pullman, è molto più comodo- avrebbe voluto aggiungere che se serviva, prendeva il taxi, come in quel momento, visto che i soldi non erano un grande problema, ma preferì non aprir bocca. Aveva paura di urtare Louis, essendo che lui sicuramente non poteva permettersi il taxi sempre.

Durante il tragitto anche Phoebe si addormentò in braccio ad Harry, così dovettero portarle, con estrema fatica, su per le scale, arrivando di fronte all'appartamento del riccio.

Suonò il campanello e aspettò che sua sorella aprisse. Non si fece attendere molto, facendosi subito notare.

-che teneree!- esclamò, vedendo le due bimbe addormentate tra le braccia dei ragazzi. - quando avrò un nipotino?- chiese con gli occhi che brillavano ad Harry.

-è più probabile che diventi prima io zio, non credi?- rispose lui ridendo. Gemma sapeva che aveva altri gusti in fatto di partner, eppure non demordeva riguardo ad ipotetici nipoti. Certo, avrebbe potuto adottarne uno, ma oltre ad essere davvero difficile riuscirci, doveva prima trovare quello giusto e fino a quel momento era sembrata una missione alquanto impossibile.

Entrarono nell'appartamento ed Harry disse a Louis di seguirlo in camera sua, così potevano poggiare le bambine.

Quando ritornarono in sala, Gemma si presentò a Louis.

-credo proprio che comprerò ogni rivista con una sua foto- sussurrò entusiasta ad Harry, mentre Louis li guardava con un sopracciglio alzato.

* **

quando arrivarono di fronte all'edifico, Louis s'immobilizzò. -wow- sussurrò, guardando l'ultimo piano. In effetti era abbastanza alto, ma c'erano grattacieli con molti più piani attorno.

-entriamo?- gli chiese Harry ed aspettò un suo cenno per aprire il portone. Salutò con un sorriso la ragazza dietro al bancone dell'accoglienza,mentre Louis lo seguiva imbarazzato. Harry si ricordò della prima volta che entrò nell'edificio e che si sentiva come il ragazzo liscio in quel momento. Era tutto "troppo" per lui, abituato a vivere in un paesino tranquillo, con le case che non superavano i tre piani ed i cittadini che si conoscevano tutti tra loro. Ma col tempo si era abituato ed ora non avrebbe potuto fare a meno di nulla di tutto quello che lo circondava.

Osservò Louis dietro di lui e sorrise. Era tenero con le spalle strette e lo sguardo che vagava ad ogni angolo. Appena si rese conto dei suoi pensieri, si tirò uno schiaffo mentalmente e si riscosse.

Schiacciò il pulsante di chiamata dell'ascensore e dovettero aspettare vari minuti prima che questo arrivasse.

-ti ci abituerai- disse rompendo il silenzio.

-cosa?- chiese Louis, che aveva la testa da tutt'altra parte.

-ti abituerai a tutto questo, ai grattacieli, agli ascensori e a tutto quello che ti aspetterà tra poco-

il ragazzo annuì, anche se non sembrava stesse ascoltando molto.

-c'è qualcosa che non va?- gli chiese allora Harry, provando ad usare il tono più dolce che potesse usare con lui.

Louis lo fissò per una manciata di secondi negli occhi ed Harry riuscì a vedere uno sprazzo del suo mondo in quei occhi azzurri, ma passò subito. Corrucciò le labbra, pensando che quello che aveva visto, era un velo di tristezza e altre emozioni contrastanti.

-no, sto bene- eccola li, la risposta che si usava quando non si stava bene. Si, c'era qualcosa che non andava in Louis, eppure si ostinava a tirare su la maschera e nascondere tutto dentro di sè.

-sicuro?- riprovò Harry. Voleva sapere a cosa stava pensando. Voleva aiutarlo.

-siamo arrivati. Muoviti, siamo in ritardo- disse freddo, uscendo dall'ascensore.

Harry sospirò, per poi seguirlo. Guardò l'orologio e vide che erano in ritardo di due minuti, non credeva che Lyana gli avrebbe uccisi per questo e Louis non sembrava tipo da arrivare in orario.

Perchè aveva costruito quel muro intorno a lui? Ma la risposta gli arrivò subito. Suo padre. E tutto quello che questo aveva comportato.

Vide Lyana, occupata a dettare ordini ad una ragazza, con la macchina fotografica in mano.

-aspettiamo qui- disse a Louis, indicandogli le due sedie a lato. Il ragazzo dagli occhi azzurri rimase ad osservare attentamente tutto il servizio fotografico, con gli occhi che gli luccicavano.

-Harry!- lo salutò Lyana, camminando tranquillamente verso di loro.

-salve- ricambiò lui, alzandosi per scambiare un bacio sulla guancia. Poi si voltò verso il ragazzo ancora seduto. Gli fece cenno di alzarsi.

-lui è Louis Tomlinson- lo presentò, per poi farsi indietro: ora era tutto nelle mani di Louis.

-piacere, Louis- si presentò porgendo la mano. Lyana gliela strinse per poi lasciarla subito, odiava i saluti troppo formali.

-Lyana, la fotografa di Harry. Allora, eccoti qui, dopo che Harry mi ha stressato per giorni interi- disse.

Louis abbassò lo sguardo imbarazzato, ma la donna lo riprese subito.

-alza la testa, mai abbassarla. Ora andiamo nel mio ufficio- si voltò verso Harry – tu va a preparare i vestiti per lui- gli ordinò.

Mai ordine fu così meraviglioso come quello.

Andò nella stanza dove tenevano tutti i vestiti per i set, e per tutti s'intende tutti. Aprì la porta e gli s'illuminarono gli occhi. Solitamente trovava già i vestiti da indossare pronti nel suo camerino, quindi era davvero raro che entrasse in quel "castello della moda". C'erano cinque corridoi paralleli tra loro ed ogni parete di questi era formata da vestiti appesi a delle aste.

Cercò di darsi una calmata e non di lasciar che la sua voglia di provarli uno ad uno avesse la meglio. Passò in rassegna tutti i corridoi, cercando qualcosa di adatto a Louis. Aveva sicuramente bisogno di qualcosa che lo rendesse più alto, quindi dei pantaloni a vita alta sarebbero stati perfetti.

Le sue clavicole sono perfette, pensò Harry, ma scosse la testa. Doveva rimanere oggettivo.

-oggettivo Harry, oggettivo- si disse.

Aveva un bel collo, era oggettivo.

Un bel collo è un bel collo.

Quindi niente di accollato. Aveva notato che il nero gli donava, ma ci voleva qualcosa per far risaltare i suoi occhi.

Trovò una maglietta a maniche lunghe color carta da zucchero e pensò che fosse perfetta, semplice ma perfetta.

Sicuro delle sue scelte, uscì fiero di sè. Trovò Louis davanti al camerino, così andò verso di lui.

-com'è andata?- gli chiese, poggiando i vestiti su una sedia, per chiedere conferma a Lyana.

-ha detto che sono basso e che i miei capelli e la barbetta devo lasciarli ai barboni...- mormorò.

Harry scoppiò a ridere. -bhè, sei un po' bassino-

Luis gli tirò un piccolo pugno sulla spalla. - non dire mai più che sono basso!- lo riprese, ma non riuscì a trattenere un sorriso.




°° °°°°°°°°


s'intravede un nuovo lato di Louis,  che ringrazia, sorride...EHI, CHI SEI TU?

votate e commentate con qualsiasi cosa che vi passa in mente! 

alla prossima,

-EmLy


   
 
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