Era
passata una settimana da quando Himawari aveva lasciato il Villaggio, diretta
in chissà quale missione. Shikadai non faceva altro che ripensare allo schiaffo
che lei gli aveva dato, allo sguardo d’odio e di tristezza che aveva visto nei
suoi occhi. Era stato pressato da Inojin e Chocho, dicendogli che se avesse
fatto passare troppo tempo, sarebbe stato più difficile far pace con Himawari.
Così si
era deciso ed era andato dall’Hokage. Aveva fatto tutto quello che gli avevano
chiesto di fare, aveva eseguito gli ordini alla lettera, riportando la spia al
Villaggio per interrogarla. Ma a che prezzo? Se ancora ci pensava, non era più
sicuro di nulla. La missione valeva molto più di Himawari? Fu solo quando si
trovò di fronte la porta dello studio dell’Hokage che si disse che no, la
missione non valeva più di Himawari, che avrebbe dovuto far qualcosa per
riaverla di nuovo con sé.
“Avanti.”
Aprì la
porta, ritrovandosi davanti suo padre e Naruto, che lo guardarono a loro volta.
“Shikadai,
che ci fa qui?”
Il moro si
fece avanti, chiudendo la porta alle sue spalle. Aveva provato talmente tante
volte quel discorso che adesso non gli veniva in mente. Perché era lì se non
per Himawari?
“Vorrei
sapere dove si trova Himawari. Le dovrei parlare.”
“Dovrai
aspettare. Si trova in missione in questo momento.”
Sia la
famiglia Uzumaki che la famiglia Nara si erano tenuti fuori da quella faccenda,
ben sapendo che Shikadai aveva sbagliato su tutti i fronti. Trovarselo lì
significava solo una cosa: voleva rimediare ai suoi errori.
“Hokage,
mi ascolti. Non posso aspettare che ritorni. Potrebbe essere troppo tardi. Ho
bisogno di sapere adesso dove si trova Himawari e parlare con lei.”
Naruto e
Shikamaru si guardarono un momento, per poi decidere la stessa cosa.
“È a Suna
per gli esami Chuunin.”
Shikadai
fece un breve inchino, ringraziando suo padre e Naruto, per poi andarsene in
fretta e furia per prepararsi per il viaggio.
“Pensi che
faranno pace?”
“Lo spero
per Shikadai. Temari non glielo perdonerebbe mai visto che adora tua figlia.”