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Autore: Cailiel    21/07/2017    2 recensioni
Adriel Rosewain non potrebbe essere più felice di così. Presto sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon e basta.
Beh, non proprio e basta... Sarebbe tornata ad essere Adriel McLeon ma con sei zeri nel conto corrente.
Il suo matrimonio con Dante Rosewain era miseramente fallito e lei ci aveva guadagnato due case, il 30% dei suoi soldi e uno stipendio mensile di diecimila dollari australiani. La vita potrebbe andare meglio di così? Certo che sì: ora che Derek, il suo primo amore, è tornato nella sua vita.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-La vuoi smettere di far casino con quella cannuccia?- sbottò Adriel lanciando un'occhiataccia verso Dante. Sapeva benissimo quanto le dava fastidio il rumore che faceva il bicchiere quando era vuoto e qualcuno continuava a tirare aria da esso con una cannuccia.

Erano ormai quasi arrivati a Brisbane. Si erano fermati a un McDrive lungo la strada e con immenso orrore di Adriel, Dante aveva ordinato tre cheeseburger per lui. Lei odiava il formaggio e lui sapeva benissimo anche questo.

-Sai che ti verranno un sacco di punti neri dopo tutte queste schifezze, vero?- gli aveva domandato mentre lui appallottolava l'involucro dell'ultimo cheeseburger e lo gettava ai piedi di Adriel.

Dante era probabilmente l'unico uomo sulla faccia della Terra che buttava l'immondizia nella sua macchina anche se di solito le sue auto erano sempre tirate a lucido e splendenti. Ma, dannazione, erano seduti in una Bugatti... un minimo di rispetto per un gioiello del genere.

-Vediamo il lato positivo: almeno adesso non mi torturerai la faccia con le tue unghie da strega.-

-Le mie unghie da strega non ti davano poi così fastidio mentre ti graffiavano la schiena.-

-Perché voi donne pensate che i graffi sulla schiena siano eccitanti? E' impossibile farsi una doccia come si deve e dormire diventa una tortura.-

Adriel guardò l'ex marito come se lo vedesse per la prima volta: il viso gli veniva illuminato a intervalli regolari dai lampioni dell'autostrada che stavano percorrendo a una velocità ben superiore al limite consentito colorandogli la carnagione di un giallo ocra.

Pensò che fra di loro non c'era stato alcun contatto fisico se non quello avuto durante le foto e i video di routine che si facevano prima di uscire fuori per qualche evento.

Dante sembrava non aver notato niente in lei, nessuno degli sforzi che aveva fatto per sembrare la sua solita e perfetta moglie. Non lo spacco vertiginoso del lungo ed aderente abito nero, non la scollatura, nemmeno la maniera in cui aveva raccolto i capelli per esaltare il viso ed il collo e men che meno il fatto che si era messa il suo profumo preferito.

Era così innaturalmente rigido.

-Perché sei teso?- gli domandò con un filo di voce. In macchina di solito non ascoltavano mai la musica, preferivano passare il tempo parlando o toccandosi ma questa volta nulla di tutto ciò era successo. Erano rimasti entrambi muti per tutto il tempo e solo adesso lei notava quanto in realtà lui fosse a disagio.

-Non lo sono.-

Lei assottigliò lo sguardo: le stava nascondendo qualcosa. Lo guardò per un altro po' di profilo e poi decise di voltare la testa verso il finestrino. Ancora una volta le sorse il dubbio se Dante si comportasse in quel modo per via del suo ego ferito o forse per il fatto che fosse ancora troppo coinvolto.

 

Emily aveva passato praticamente tutta la serata a cercare informazioni su Adriel e Dante.

Non sapeva perché ma quella coppia la incuriosiva e anche parecchio. Non aveva trovato da nessuna parte notizie sul loro divorzio o quale fosse la causa di esso. La maggior parte erano articoli molto brevi sulle vacanze da lusso che i due facevano in giro per il mondo o riportavano qualche loro evento di beneficenza.

Aveva scoperto che erano stati inseriti anche in una lista delle coppie più di successo e filantropiche del decennio.

Ironico, aveva pensato la ragazza, come è considerato di buon cuore qualcuno che poi passa le proprie vacanze a fare una crociera sul proprio yacht privato.

Si era sentita subito in colpa per aver fatto un pensiero del genere e aveva deciso di mettere via il computer per poter andare a dormire.

Derek era già a letto da un bel pezzo. In quei giorni era sempre nervoso per un motivo o un altro e Emily aveva paura che avesse avuto dei ripensamenti a riguardo del matrimonio. Forse si era pentito di averle fatto la proposta e ora non sapeva più come scaricarla.

Si infilò nel letto vicino a lui e rimase a fissare per un bel pezzo il soffitto, il sonno non ne voleva sapere di venire e guardare il vuoto era l'unica cosa da fare per riuscire a distogliere almeno per un po' l'attenzione dal soffuso russare di Derek.

 

La serata stava trascorrendo in maniera più o meno piacevole: l'evento si stava svolgendo in una sala di un hotel a cinque stelle e molte facce erano ad Adriel conosciute. C'erano diversi soci d'affari di Dante e qualche cliente che lui si stava lavorando con successo mentre le mogli di questi ultimi lo guardavano ammaliate.

-Adriel! Oh, cara! Ero convinta che non ti avrei vista questa sera. Per fortuna sei qui!- Juliet Anderson aveva stretto Adriel in un forte abbraccio parlando con il suo solito tono di voce grave e un po' posh -Girava voce che tu e Dante aveste divorziato, mi stava per venire un colpo quando l'ho sentito. Povera cara, chissà come ti senti. Fortuna che sono tutte falsità.-

-Juliet, abbassa la voce!- era chiaro che voleva attirare l'attenzione su di loro, parlava di proposito con un tono eccessivamente alto e aveva l'alito che sapeva di Cognac e altra roba poco piacevole.

Dante, che era lì vicino, voltò la testa nella loro direzione e le fulminò con lo sguardo: stava giusto parlando con il suo cliente, quello per cui era venuta anche Adriel.

Erano una coppia giapponese di mezza età, non molto alti ma esprimevano comunque una certa autorità nel loro portamento. Con la coda dell'occhio Adriel vide Dante dirgli qualcosa per poi raggiungerla a grandi passi.

Una volta che fu lì appoggiò la mano sul fondoschiena della ex moglie, fu un tocco così delicato che per un attimo lei credette di esserselo immaginata, sporse di poco le natiche all'infuori e d'improvviso sentì la stretta forte di lui su una di esse che la fece sussultare per la sorpresa. Juliet li guardò con la fronte aggrottata per poi ridere sommessamente, più che una risata sembrava si stesse per strozzare con la sua stessa saliva.

-Scusa Juliet, ma vorrei ballare con mia moglie se non ti dispiace.- Adriel fu la più stupita fra le due.

-Divertitevi.- disse soltanto l'altra  per poi andarsene verso un cameriere che stava passando in mezzo alla folla con un vassoio pieno di alcolici.

-E' ubriaca marcia.- commentò Adriel.

-Quando mai l'hai vista sobria?- le chiese lui mentre la conduceva verso le altre coppie che danzavano.

-Aspetta, vuoi veramente ballare? Sai che non ne sono capace!- Ed era vero: anche per il loro matrimonio aveva preso un sacco di lezioni dai migliori insegnanti ma non era riuscita a concludere niente, Dante l'aveva schernita chiedendole come aveva fatto a fare la cheerleader data la sua pessima coordinazione... La verità era che faceva la raccattapalle e pure per quel titolo aveva sudato sette camicie.

-Ho detto ai signori Fujiwara che questa è la tua canzone preferita e che adori ballarla.-

-Che bravo marito.- lo prese in giro lei mentre si posizionavano al centro della sala, gli circondò il collo con le braccia concentrandosi sulla musica che proveniva dal pianoforte messo in un angolo della stanza.

Non riconobbe ne la canzone ne la sinfonia. Non era un'appassionata di musica classica, preferiva il punk che le dava molta più carica.

-Perché non ti sei fatto la barba?- gli chiese dopo un po' che stavano ancheggiando sul posto. Era comunque una barba curata ma era così strano vederlo con essa. Nonostante tutto però gli donava, metteva ancor più in evidenza la sua mascella perfettamente squadrata conferendogli un'aria un po' trasandata ma comunque sexy. 

-Ho deciso di farmela crescere.-

-Peccato, mi piaceva il tuo dopobarba.- dire che le piaceva era un eufemismo: le bastava sentirne il profumo per fiondarsi su di lui.

-Lo so.- le parole gli erano uscite dalla bocca come se fosse un automa ed Adriel si chiese se la stava ascoltando sul serio o se faceva finta.

-Dante perché fai tutte le cose che sai che non mi piacciono così... all'improvviso? Pensavo fossi più maturo.- nel parlare le sue mani erano scivolate verso le spalle di lui facendolo irrigidire ancora di più.

Lui non la stava nemmeno guardando in faccia, i suoi occhi erano da tutt'altra parte. Seguì la direzione del suo sguardo e lo vide intento a fissare i signori Fujiwara mentre parlavano con un'altra coppia di giovani: i quattro risero per qualcosa e poi ripresero a parlare animatamente, lei non ci trovava nulla di strano in quella scena ma Dante pareva non riuscire a staccargli gli occhi di dosso. 

Squadrò meglio la donna che stava parlando con la signora Fujiwara: era indubbiamente bella ma non le sembrava adatta a quel posto. Non le ci volle molto per capire che il suo ex non stava affatto fissando i suoi prossimi clienti perché i suoi occhi erano incollati al figurino fasciato da un vestito rosso.

E poi finalmente lo vide, il dettaglio che era sempre stato lì ma che lei aveva faticato tanto a notare: l'enorme succhiotto che sporgeva in parte da sotto la sua camicia immacolata. 

Questa volta fu Adriel a irrigidirsi mentre osservava il segno violaceo e ancora recente che spiccava sulla pelle chiara di lui.

Il labbro inferiore le tremò e fu costretta a premere le labbra fra di loro per farlo smettere.

Vedere quel succhiotto era stata una doccia fredda e d'improvviso si sentiva inutile: l'aveva rimpiazzata alla velocità della luce e ora pensava solo a farsi altre donne. 

-Toglimi le mani di dosso.- gli disse quasi come se volesse minacciarlo.

Adesso era lei a non volerlo guardare negli occhi. Le faceva schifo sentire la sua vicinanza, sapere che aveva trovato un'altra in tempo record ma ancor di più si faceva schifo a se stessa per essere stata così idiota a credere che forse un minimo di rimpianto da parte sua ci sarebbe stato. 

Le mani di lui si abbassarono con lentezza, forse un po' di incertezza. Non le disse nulla, certo che non le disse nulla. Non era mica nato ieri, lui. Sapeva che se avesse parlato probabilmente avrebbe risvegliato la vipera intorpidita che era in lei facendole fare una scenata degna da Oscar.

Adriel da prima inciampò sui suoi stessi piedi ma subito dopo riprese equilibrio ed uscì senza più degnarlo di uno sguardo.

Dante la seguì con gli occhi fino a che non la vide scomparire nella hall dell'hotel. Si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni che lei gli aveva comprato e fece un profondo sospiro: la prima parte del suo piano era appena cominciata.

  
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