Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Captain Payne    22/07/2017    1 recensioni
Nella contea di Cheshire East non succede mai nulla che possa rompere la quotidianità in cui la popolazione è intorpidita; figurarsi nella cittadina di Holmes Chapel, di soli 5.000 abitanti, dove la cosa più scandalosa accaduta era stata il malfunzionamento di un lampione nel centro storico.
Un gruppo di ragazzi vive la propria vita credendo di poter rimpiazzare le follie di una metropoli con la piccola città, tra i popolari del loro college ed invidiati da chi sogna di fuggire dalla routine.
L’arrivo di una ragazza in città cambia totalmente le carte in tavola.
Dal testo:
“Il moro si voltò ancora una volta verso la ragazza accanto a lui, catturando nella sua memoria come i fasci di luce s’infrangessero sul suo viso candido e il profilo del suo naso alla francese sembrasse uno spicchio di sole appena sorto: un timido calore nel gelido freddo dell’alba d’Ottobre. Avrebbe voluto risponderle, per non sembrare un ebete che di prima mattina aveva già terminato le parole; per esempio voleva chiederle come mai non avesse ripetuto l’insulto da lui pronunciato.”
https://www.wattpad.com/434827794-troubles-in-heaven-z-m-%E2%80%9E-i-welcome-in-holmes
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




VII


No Skatterbee, no.


Ai sognatori,
a quelli a cui basta una parola
per farsi un'intera saga di film mentali:
completa di spin-off, prequel e interviste agli attori.

 


 
 
 
Svegliarsi quella mattina non era stato affatto semplice. 

Sebastian aveva fatto le ore piccole con lo schermo del cellulare incollato alla faccia e non c’era stato modo di farsi dire con chi stesse parlando; Svein si rigirava ancora tra le coperte, come un ghiro che non è affatto convinto che risvegliarsi dal lungo letargo sia una buona idea, e Sophie?
Lei era tutta pimpante davanti allo specchio del suo armadio che sistemava i lunghi capelli scuri in una treccia laterale, il colore che prima era carico ora stava lentamente sbiadendo, riportando pian piano alla luce il suo originale biondo vaniglia.

Di solito sarebbe stata triste nel pensare di doverlo coprire di nuovo, eppure era lì che si lisciava la gonna marrone di velluto, controllando che i bottoni frontali fossero tutti ben allacciati. Indossava un maglione a costine attillato, righe laterali bianche, verde bosco e bordeaux, e lo teneva infilato nella gonna a vita alta; il collo alto e morbido le aveva evitato di doversi mettere una sciarpa per via del vento e le maniche lunghe la coprivano perfettamente, fino alle nocche delle mani. L’unica cosa che mise sul viso furono un paio di passate di mascara, nemmeno un po' di rossetto, ma questo non era di certo il motivo per cui quel mattino si era svegliata presto e si era preparata tanto accuratamente.

Sai perfettamente il perché, ma Sophie ignorò la voce della sua coscienza con un sorriso sornione, tentando in tutti i modi di convincersi che la sua felicità non fosse dovuta all’ora di matematica che quella mattina avrebbe passato fianco a fianco con Malik Senior, l’unico corso che condividevano.

Prima di uscire di casa accompagnata dalle occhiaie di Sebastian (più che da lui), entrò nella camera da letto di Svein per fargli qualche raccomandazione, come una perfetta donna di casa.

-Svein, prendi qualcosa però oggi, non saltare troppe lezioni, ricordati che deve sembrare che siamo qui perché ci interessa davvero molto frequentare il college- mormorò vicino al suo viso prima di lasciare un piccolo bacio sulla sua fronte. Il ragazzo teneva gli occhi chiusi e aveva il respiro pesante, probabile che dormisse ancora, così si avviò a passo felpato verso la porta della sua camera e ne uscì velocemente.
Prima di seguire Sebastian fuori però, qualcosa accanto al lavello della cucina attirò la sua attenzione.

-Sophie, mi hai anche fatto sbrigare, forza esci o faremo tardi!- gridò Sebastian già fuori dal cancello in ferro battuto.

-Arrivo, un momento!- sporse la mano verso la bottiglietta di plastica nera che stava proprio sotto alla finestra della cucina. Si poteva notare solamente il logo fiammeggiante che avvertiva il compratore dell'infiammabilità del contenuto. Rigirandoselo tra le dita un odore acre le attraversò le narici, cosa che la spinse a volerne sapere di più sulla boccetta misteriosa.
“Rivelatore” citava la copertina in carta adesiva, ma nient’altro, perché il resto della carta era stata grattata via o semplicemente si era staccata da sola.

-Non lamentarti se faremo tardi!- strillò nuovamente Sebastian, ma ora la sua voce era accompagnata da un leggero chiacchiericcio di sottofondo.

Dalle labbra carnose della mora sfuggì un sonoro sbuffo, non ci pensò una seconda volta e prese la boccetta dal lavello per infilarla nella sua borsa a tracolla: la curiosità aveva avuto la meglio, più tardi si sarebbe informata con calma su cosa fosse un rilevatore e per quale motivo avesse un odore tanto sgradevole ma soprattutto, su cosa ci facesse in casa loro. 




 
*



-Buongiorno profess- il saluto di Sophie si infranse contro una cattedra vuota ma venne comunque accolto dai cinque o sei studenti del corso di matematica avanzata che avevano già preso posto. 

Quella in cui si svolgeva il loro corso era una comunissima aula di liceo: piccola, cubica ma quanto meno luminosa, che bastava per accogliere il numero ridotto di partecipanti al corso.

Si sedette al banco che aveva occupato l’ultima volta in compagnia di Zayn, l’ultimo in fondo accanto alle finestre, anche perché di quella fila i banchi erano già stati tutti occupati e lei aveva un disperato bisogno di guardare fuori nei momenti di terribile noia.

O quando è meglio evitare di fissare Malik come un avvoltoio, zittì la sua coscienza sbattendo il proprio libro di trigonometria avanzata sul banco, attirando gli sguardi curiosi di tutti i presenti nell’aula.

-Ehm… mi è scivolato- mormorò con un timido sorriso ed una flebile risatina nervosa, aprendo il libro su un argomento qualunque e iniziando a pregare qualsiasi dio: nordico, egiziano, musulmano o induista che le venisse in mente. Il professore non doveva mancare, altrimenti tutti avrebbero cambiato aria fuggendo altrove e lei si sarebbe ritrovata con un pugno di mosche.

Strinse la matita nuova nella mano tentando di non farle fare la stessa fine che aveva fatto fare alla forchetta di plastica l’ultima volta a mensa, e guardò con la coda dell’occhio la classe riempirsi a poco a poco: c’erano più facce di quante ne ricordasse.

Che farai se il tuo Zayn non riuscirà a sedersi accanto a te? - la prossima volta si sarebbe munita di un paio di cuffiette o le sue domande stupide le avrebbero fuso il cervello. Eppure era un dubbio concreto, e se qualche ragazz* sol* avesse preso il posto di Zayn? E da quando quello era diventato il suo posto? Si sentiva così stupida.

-Lindbergh! Non ti ho più incrociata per i corridoi in questi giorni, le lezioni sono troppo stupide per la ragazza dalle mille qualità?- mille qualità?
In quel momento faticava a trovarne anche solamente una, figurarsi mille. Ciò che, in compenso, superava drasticamente quota mille erano i modi in cui avrebbe volentieri assassinato la bomba ad orologeria rossa che si era appena seduta accanto a lei: Chad Mackintosh.

No, non può essere vero, piagnucolò tra sé e sé, eppure lui era lì e le sue spalle larghe occupavano due volte lo spazio che avrebbero occupato quelle di Zayn.

-Ciao Chad! Cosa posso fare per te?- non si era mai sforzata di essere tanto cordiale in vita sua, nemmeno quando alla cena di stato di tre anni prima, il nipotino del primo ministro francese le aveva tirato un calcio sullo stinco. Pronunciare delle parole dolci in quel momento le era sembrato difficile ma mai come lo era adesso.

-Oh, non immagini quante cose potresti fare per me, zuccherino, ma in realtà sono qui per invitarti come ospite d’onore alla festa di Halloween del campus- il ragazzo dalla pelle lattea e una spruzzata di lentiggini sotto gli occhi si stiracchiò sul suo banco, tentando forse di mettere in mostra i muscoli gonfi; o forse si stava solamente stiracchiando, chi poteva dirlo, lei non era per nulla abituata a ricevere certe gestualità indisponenti quando un uomo le si rivolgeva.

Gli adolescenti di oggi, pensò.

-Ottobre è appena iniziato… come mai così in anticipo?- chiese allora lei, sperando di non sembrare troppo ingenua.

Lui sorrise, e non era un sorriso furbo o un sorriso sornione come glie ne aveva già visti fare, né uno malefico come quelli di Louis: era sincero, per come la vedeva lei, e automaticamente rilassò i muscoli intirizziti, forse non era necessario doversi sforzare nel rispondere educatamente, del resto non stava facendo nulla di male.

-Beh, perché così non potrai trovare ulteriori impegni, e magari potresti valutare l’idea di venirci insieme a-

-Dove dovrebbe andare, Tosh? Perché sono quasi sicuro di sapere dove invece dovresti andare tu- era tutta la mattina che aspettava di sentire quella melodia roca ed invitante dal timbro inconfondibile.

Tutta la mattina sperando invano di sentirlo parlare per i corridoi quando aveva solo ottenuto di sentir parlare di lui, come al solito.
E ora? Si presentava in classe con un ritardo di appena dieci minuti (ai suoi occhi imperdonabile), salvandola durante un calcio d’angolo che stava finendo dritto in porta.

-Malik! Amico, sembra proprio che ti sia alzato col piede sbagliando stamattina, brutta sveltina?- Sophie non conosceva bene nessuno dei due, quindi non si sentiva nella condizioni di poter criticare, ma le sembrava che Chad stesse cercando proprio in tutti i modi di far innervosire Zayn, o almeno quella le era sembrata una provocazione bella e buona.

Il ragazzo appena arrivato, al contrario di quanto i due si aspettavano, iniziò a ridacchiare genuinamente sul posto, posando con delicatezza il proprio libro sul banco. Tenne l’angolo di quest’ultimo sotto il suo palmo e piegò il gomito per avvicinare il viso a quello del ragazzo seduto.

-Di brutto, stamattina, c’è solo il tuo culo sulla mia sedia e credo proprio che questa non sia la classe adatta ad uno che non è in grado di trovare la potenza di 2, perciò forse è il caso che tu esca dalla porta se ci tieni a non farlo dalla finestra-

Questa suonava decisamente come una minaccia
si disse Sophie, e avrebbe volentieri annuito a se stessa se non fosse stata troppo occupata a riempirsi gli occhi dell’immagine paradisiaca di uno Zayn irritato, imprimendo sulla propria cornea quel viso contratto in una smorfia fintamente cordiale e il colore vivo dei suoi occhi che sembravano voler presagire un temporale imminente.

-Sì, non è la mia classe- rispose Chad alzandosi dalla sedia sotto lo sguardo attento di tutti i presenti nell’aula, facendo ben attenzione a non sfiorare il ragazzo davanti a lui nemmeno con l’orlo dei suoi vestiti.



Zayn prese posto sulla sedia con un respiro profondo, poggiando le mani aperte sulle proprie cosce e voltandosi verso la ragazza che sedeva di fianco a lui.

Non sapeva davvero cosa gli fosse preso.
Era iniziata male la giornata, questo avrebbe dovuto concederlo allo sbruffone che fino a qualche attimo prima occupava la sua sedia, ma questo perché la sua Mustang aveva fatto i capricci ed era arrivato con un’ora di ritardo, troppo determinato a volerla far partire a tutti i costi, e quindi non per colpa di Marion.

Perché stai associando “brutta sveltina” a Marion? - si chiese direttamente.

-Dio… sei proprio uno stronzo-

-Non sei… quello che hai appena detto, un po’ irascibile forse ma non… quello- la dolce voce di Victoria emetteva un fluido e altisonante accento inglese, tanto curato che sembrava di sentir parlare la Regina Elisabetta in uno dei suoi comunicati stampa, qualcosa del tutto diverso dalle voci dure e aspre che invece avevano i suoi fratelli; eppure sua sorella li aveva spesso definiti “bombe sexy” proprio per via di quella loro buffa peculiarità.

Ho pensato ad alta voce?

Il moro si voltò ancora una volta verso la piccola ragazza accanto a lui, catturando nella sua memoria come i fasci di luce s’infrangessero sul suo viso candido e il profilo del suo naso alla francese sembrasse uno spicchio di sole appena sorto: un timido calore nel gelido freddo dell’alba d’Ottobre. Avrebbe voluto risponderle, per non sembrare un ebete che di prima mattina aveva già finito le parole; per esempio voleva chiederle come mai non avesse ripetuto l’insulto da lui pronunciato. Quest’accortezza servì solo ad incrementare i suoi perversi pensieri su quelle carnose labbra pallide, pure, che non si muovevano se non per pronunciare parole dolci e cordiali e non volgari insulti come aveva appena fatto lui.

Mi sto proprio fottendo il cervello. 

Il fiume di pensieri caotici venne interrotto dall’entrata improvvisa di un forsennato Professor Skatterbee.
Era ben noto a tutto il corpo studentesco e docente quanto l’uomo di mezz’età fosse sbadato e sempre in ritardo, quindi nessuno si fece una domanda più del dovuto e la lezione iniziò senza ulteriori intoppi.




Sophie seguiva con non troppo impegno le parole che il professore rigurgitava velocemente su un nuovo argomento, qualcosa che di solito gli studenti tendono a non capire al volo o almeno così l’aveva descritto lui. Lei era più concentrata sulla marcata calvizie che l’uomo presentava sulla fronte, e i capelli tutti neri come la pece che la stupirono lievemente.

Se ha meno di quarant’anni li porta davvero molto, molto male - pensò, rimproverandosi successivamente per la cattiveria appena detta su una persona che non le aveva fatto nulla di male.

Scosse appena la testa cercando di liberarsi della fastidiosa voce che la rimproverava, “casualmente” proprio con la voce del suo migliore amico Svein, e ritenne che guardare oltre i limpidi vetri dell’aula fosse un passatempo migliore che cercare di schiacciare il suo personale Grillo Parlante.

Quel lato della scuola non si affacciava sul giardino o sul campo da football eppure il paesaggio che le si presentò davanti non era affatto male: i grandi aceri sul prato verdeggiante stavano cambiando la loro chioma, che ora variava tra i colori più caldi come l’arancio, il rosso, il giallo ocra e il mogano. Le loro foglie a stella coprivano la maggior parte dei corti fili d’erba, creando un letto di foglie su cui si sarebbe volentieri buttata.
Era così gradita quella coincidenza: gli stessi grandi alberi si ergevano nel bosco ai lati del suo castello di Drottningholm, dove si ritirava con la sua famiglia nei periodi estivi o durante le vacanze di Natale.

Il pensiero non potè far altro che rattristarla, facendole pensare all’ultimo Natale passato insieme ai suoi genitori. Immaginò i loro corpi rinvenuti fuori dall’acqua, ancora intrappolati nella gabbia metallica di quell’aereo che divenne la loro tomba. Quando i suoi occhi iniziarono già ad inumidirsi, inesorabili, un gomito contro il suo la fece riemergere fuori da quelle fantasie malsane.

Non si voltò verso Zayn, convinta che magari si era solo mosso sulla sedia ed erroneamente le aveva urtato il braccio.
Tenne gli occhi fissi sul loro banco e, d’un tratto, un dito color cappuccino si fece largo nella sua visuale. Le indicò un punto in particolare del legno chiaro che rivestiva il tavolo scolastico, guardando con più attenzione Sophie scoprì esserci scritto qualcosa in particolare:

Non sembra che tu penda esattamente dalle labbra del professore, ma chère” era scritto a matita, e a giudicare da come il ragazzo ne stringesse una nell’altra mano, non ci volle molto per capire che l’avevo scritto lui.

Impensabile, si disse, adesso facevano anche conversazione scrivendo i loro pensieri su un banco.

Non rifletté molto su come agire di conseguenza e fece la cosa che le venne più naturale: prese una gomma dal proprio astuccio e cancello ciò che aveva scritto il ragazzo, facendo tornare la superficie pulita com’era prima; ovviamente il suo gesto non fece che provocare una risata soffocata nel moro accanto a lei.

Dopo qualche attimo fu lo stesso tocco a riportare l’attenzione della ragazza su di lui ma era chiaro che non ce ne fosse bisogno visto quanto non attendesse altro che un’ulteriore interiezione. Un piccolo pezzo di carta ripiegato un paio di volte su se stesso scivolò sotto il suo viso, accanto al libro ancora aperto su un argomento casuale. Lo aveva visto fare molto nei film.

Aprì il foglietto nascondendo perfettamente il tremore delle mani, lesse il contenuto e sorrise divertita tra sé.

Come potresti avere solo 17 anni?

Prese una penna dal suo astuccio e scrisse nella calligrafia più bella che le venne fuori: “Veramente sarebbero 18 il 31 di questo mese

Il ragazzo lesse velocemente il biglietto che giaceva tra di loro sul banco e ne strappò uno un po’ più lungo dalla fine del suo quaderno, passandoglielo qualche attimo dopo.

La notte delle streghe? Uuh, questo la dice lunga

Che stai insinuando, Malik Senior?

Questa volta il bigliettino ci mise un po’ di più per tornare indietro, e questo aumentò la curiosità di Sophie sul nuovo contenuto.

Che voleva Mackintosh?

Inaspettato, Sophie non potè non chiedersi per quale motivo a Zayn interessasse sapere cosa le stesse dicendo Chad prima del suo arrivo, non aveva pensato ad altro se non ad un trascorso tra lui e il ragazzo dai capelli scarlatti di cui lei non sapeva nulla.

Informarmi dell’imminente festa da lui organizzata per Halloween, con largo anticipo

Zayn sembrò rileggere il bigliettino più volte, come se facendolo una risposta potesse saltargli all’orecchio nella vaga imitazione di una pulce, suggerendogli cosa fare. Lei avrebbe voluto voltarsi per impersonare quella pulce, per suggerirgli di raccontarle ogni suo segreto, ogni suo desiderio o paura.

Non sono mai stato innamorato, ancora risuonava nella sua testa come i rintocchi di un orologio a pendolo.


-Ragazzi, per favore, è importante che mi ascoltiate un attimo prima che termini la nostra lezione- e al suono di quelle parole, anche chi si era concesso di schiacciare un pisolino si ritrovò sull’attenti, compresi i due complici all’ultimo banco della fila delle finestre: -Il progetto di quest’anno è una concordanza assegnata dalle commissioni dei docenti di scienze teoriche e fisiche del dipartimento di questo college. Un particolare progetto specifico per i studenti di ingegneria ma a cui tutti possono prendere parte; siete un ottimo corso e so che non mi deluderete, ecco perché vi ho già iscritti tutti quanti- 

Un lamento si levò all’unisono da tutti i studenti nella classe: chi batteva ripetutamente la testa sul banco, chi allargava le braccia al cielo chiedendosi il perché di tanta sfortuna e chi si lasciava scappare qualche imprecazione sotto un falso sorriso che rivolgeva al professore. Sophie non capiva il motivo di tanto scalpore.

-Il concorso è a coppie, giusto per informarvi-
-E ha già scelto anche quelle, professore?-
-Signorina Whittemore, sia meno impertinente e no, non le ho scelte io, sbrigatevela da soli, le combinazioni dei banchi andranno bene-

-Direi proprio che non abbiamo scampo, Vic-

Non esattamente, pensò, sono io quella a non avere scampo.
 



 

 
( L'ambiguo personaggio di Chad Mackintosh
l'ho immaginato interpretato dal meraviglioso KJ Apa)
 


 

Author's Space 
Belle donzelle, torno dopo un breve periodo di degenza mentale
con un capitolo che va ben memorizzato,
importante ai fini della trama.
Spero non vi abbia annoiato e,
sopratutto, che la storia vi stia appassionando.

Se qualcuna si trovasse meglio con Wattpad
può trovare la storia perfettamente aggiornata, così che il nostro scambio
di opinioni sia più immediato e semplice
e che veniate aggiornate per tempo sui nuovi capitoli.

Grazie a tutte per il tempo speso e che
spero non sia sprecato,
sopratutto ringrazio kokochoiseul
che recensisce tutti i capitoli senza farsene scappare nemmeno uno,
anche se non rispondo sempre alle recensioni
(e di questo sono mortificata)
sappi che ti ringrazio dal profondo di me stessa
per il supporto che mi dai, GRAZIE <3

AGGIORNATO IL 27.02.2018




 
 
Anche su Wattpad!
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Captain Payne