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Autore: Darkwriterita    23/07/2017    1 recensioni
Brigitta è una ragazza normale con un'altezza anormale: 2,03 m. Seppur il suo ormone della crescita abbia attentato alla normalità della sua quotidianità, Brigitta desidera ancora diplomarsi all'alberghiero per riuscire a realizzare il suo sogno di aprire un bar tutto suo.
Purtroppo però gli alieni, che non hanno mai nulla di meglio da fare, decidono di invadere la Terra.
Solo una squadra scelta segreta di guerriere soprannaturali può sconfiggerli: le valchirie. Brigitta diventerà una valchiria, quasi, per sua volontà.
Ma naturalmente anche l'amore entrerà a completare questo assurdo quadro, riuscirà Brigitta a combattere per la Terra e per conquistare la ragazza che ama contemporaneamente?
In un delirio dove valchirie combattono al fianco dei cacciatori per sconfiggere alieni e licantropi, amori passionali e migliori amiche discutibili, la quotidianità di Brigitta verrà stravolta.
E in più il centro studi di Riccione sembra nascondere più cose di quanto sembri...
(ogni riferimento a fatti, luoghi, o persone realmente esistenti è puramente casuale, gradirei non ricevere lamentele su questo fatto)
Genere: Comico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Quando si risvegliò Brigitta si ritrovò sul suo divano e letteralmente circondata, Carmelita, Bruno, Rosalinda, Gennaro e Mr. Sfiga erano tutti riuniti a lei con la faccia più preoccupata che la valchiria gli avesse mai visto fare.
Poco più in là Camazotz stava armeggiando con quel che restava del corpo di Pan sul tavolo della cucina.
-Volete provocarmi un attacco d'ansia standomi così appiccicati per caso?- Domandò Brigitta assottigliando lo sguardo.
Non ricevette alcuna risposta, in compenso una Carmelita piuttosto turbolenta e disperata le si gettò al collo.
-Ommiodio Brigitta pensavo fossi morta, stai bene che bello!- Le urlò la messicana mentre le stava per spezzarle il collo con quello che avrebbe dovuto essere un abbraccio.
-Ok, ok Car, anche io sono felice di vederti, ma ti prego sono già morta una volta e non voglio ripetere l'esperienza, per favore staccati- Implorò.
-Oh si, scusa, mi sono lasciata trasportare dal mio corazon caliente- Dicendo questo la vampira si scansò, dandole lo spazio per respirare.
-Brigitta che ti è successo? Sei letteralmente crollata sul campo di battaglia a quanto ci ha raccontato Carmelita- Chiese seriamente preoccupato Bruno.
-Ecco...- Cercò di dire la ragazza.
-Un orco ti ha beccato disastrosamente? Vuoi che la zia ti dipinga una stanza d'ospedale con qualche bella cosa?- Domandò subito di seguito Rosalinda.
-Veramente...- Riprovò Brigitta, inutilmente.
-Un thè magari? Vado subito a preparartene una tazza, anzi no, forse venti sono meglio, dammi solo un attimo!- Esclamò Mr. Sfiga.
-Ti aiuto con il thè!- Lo seguì Gennaro.
Brigitta era oppressa, l'ansia dei suoi compagni la soffocava al punto che non riusciva a dire nulla, probabilmente anche per via del fatto che era esausta per l'arduo combattimento di poco prima.
-Fate silenzio! C'è gente che cerca di riparare robot alieni alcolizzati qui! In più non vedete che quel povero cristo sta cercando di parlare? Almeno lei dice cose sensate quindi zitti per favore- Disse con fermezza la regina del mondo, la valchiria non avrebbe mai potuto credere che proprio lei, un giorno o l'altro, l'avrebbe salvata da quegli ansiogeni dei suoi conoscenti.
Era un giorno da segnare nella storia.
Tutti allora si diedero una calmata, prendendosi una sedia e rilassandosi.
Prima d'iniziare a raccontare quello che le era accaduto però, la valchiria decise di togliersi una piccola curiosità.
-Ma quindi mi vuoi dire che la divinità pipistrello sa riparare robot alieni?- Domandò a bruciapelo a Camazotz.
-Pensi che abbia passato secoli della mia immortalità a girare a vuoto per il pianeta? Il tempo per imparate l'ho avuto e sfruttato se t'interessa- Rispose sbuffando l'interpellata.
-Imparando a riparare robot alieni?- Insistette la valchiria.
-Ho una laurea in ingegneria robotica e in tutte le altre scienze, la tua amichetta robotica è in buone mani tranquilla- Rispose con nonchalance Camazotz.
Gli occhi di tutti si illuminarono, mentre i loro volti mostravano un'espressione estasiata.
-La mia capostipite è un genio loli... cosa posso desiderare di più dalla mia esistenza?- Domandò Carmelita a qualche divinità superiore.
-Un genio che ha appena riavviato l'intelligenza artificiale di questa unità robotica- Ribattè orgogliosa la regina del mondo.
-Che figata!- Esclamò eccitata Rosalinda.
-Non mi sembra ci siano stati tanti cambiamenti- Riflettè poco convinto Gennaro.
-Posso parlare ora!- La voce di Pan, ma non proveniva dal corpo di quest'ultima, ma dalla tasca di Brigitta, la valchiria allora prese il proprio cellulare, l'unico oggetto dentro quella tasca, scoprendo che la voce proveniva proprio da lì.
-Mi sono collegata via bluetooth con il tuo cellulare Brigitta, non posso ancora muovere nemmeno una minima parte del mio corpo con i danni che ho avuto, dovrò ringraziare il pipistrello con un bel po' di birra dopo questo- Disse la voce meccanica proveniente dal cellulare.
-Solo se Corona, è la mia preferita- Rispose stranamente allegra la capostipite dei vampiri.
-Perfetto ora che ci siamo tutti posso dirvi che mi è successo- Iniziò decisa Brigitta.
Tutti a quel punto voltarono lo sguardo verso di lei, e si misero a guardarla ed ad ascoltarla con estrema attenzione, non volevano perdersi nemmeno una parola.
-E' stata Clarissa, è ancora cosciente anche se soggiogata a Loki, ha usato le forze che le rimanevano per riuscire a parlarmi- Iniziò a spiegare.
-Vuoi dire... che mia figlia è viva?- Chiese con la speranza negli occhi Gennaro.
-Si, ma non può ribellarsi a Loki- Gli rispose la ragazza.
-C'è speranza...- Pronunciò con felice incredulità la voce di Pan.
-Esatto e non solo per lei, ma per tutti, c'è la seria possibilità di riuscire a spezzare il ciclo, di fermare per sempre il Ragnarock-
Tutti rimasero sbigottiti a quell'affermazione, era qualcosa che era sempre parso solo una vana speranza a tutti, invece ora era una possibilità concreta, l'unica ed ultima.
-Mi ha rivelato che fin dal primo ciclo ha lavorato per riuscire a trovare un modo per riuscire a fermare Loki definitivamente e spezzare il ciclo, riuscendo però a salvare più persone possibili. Ha quindi sfruttato il controllo di Loki a suo vantaggio, ogni volta che lui prendeva il controllo infatti, lei reagiva silenziosa, rubandogli un briciolo di potere ogni ciclo, in modo che quel dio da strapazzo non se ne accorgesse- Continuò seria Brigitta.
-E dov'è andato a finire tutto quel potere? Anche se era solo solo un briciolo per un dio, sarebbe stato troppo da nascondere in qualche posto senza destare sospetti- Riflettè Sfiga.
-Esattamente, ma non l'ha nascosto in un posto, Loki l'avrebbe sicuramente scoperta ed eliminata, quindi l'ha nascosto in una persona, così da farlo passare per una dote naturale- Il tono di Brigitta si faceva man mano sempre più serio ad ogni parole che pronunciava.
-Chi non avrebbe potuto destare sospetti?- Chiese concentrata Carmelita.
-Una valchiria in particolare...-
-Brigitta non vorrai dire...!- Esclamò Bruno capendo a chi la valchiria si stesse riferendo.
-Si, le valchirie sono tra gli umani più potenti, quindi una che avesse rivelato dei poteri particolari non sarebbe stata una sorprese, ma Clarissa decise di andare sul sicuro, quindi scelse una valchiria appartenente alla casata più potente, discendente direttamente dalla più famosa tra di esse-
Immediatamente ognuno dei presenti fece una faccia sconvolta, capendo finalmente tutto.
-Cavolo siete proprio dei tardi, io l'avevo capito a “rubandogli un briciolo di potere ogni ciclo”- Ruppe la tensione la regina del mondo.
-Esatto, quella valchiria sono io- Continuò imperterrita Brigitta, ignorando la rottura di tensione appena messa in atto da Camazotz.
-Ha senso, Hildr è la mia migliore amica ed amicizie così forti tra capostipiti creano un'affinità tra le valchirie delle due casate, è stato facile per lei, anche se il suo corpo era sotto il controllo di Loki, trasferire quel potere da lui a te- Chiarì Bruno.
-Questo spiega il tuo enorme potenziale, insomma sei riuscita a sconfiggere noi alieni senza un grande allenamento, ci hai tenuto testa e hai pure distrutto mio fratello, secondo i miei calcoli era impossibile, con questa costante tutto torna- Disse seria Pan dal cellulare.
-Mi ha spiegato che questo potere è cresciuto in me ciclo dopo ciclo, ne ha seguito la crescita da dentro il corpo di Loki, finchè non ha sviluppato una particolare capacità, è questa la chiave-
-Quindi non ci basta far altro che usare il tuo potere contro Loki ed il gioco è fatto giusto?- Domandò Rosalinda.
-Purtroppo non è così semplice, Clarissa mi ha detto che sarebbero serviti altri cicli per permettermi di usare autonomamente il mio potere, ma purtroppo Loki si è accorto che qualcosa non andava, non credo si sia accorto del piano di Clarissa, ma ha intuito qualcosa, scegliendo di far terminare il mondo definitivamente-
-Ci deve essere qualcosa che possiamo fare!- Esclamò Carmelita frustrata.
-Car...- Mr. Sfiga si avvicinò a lei, mettendole una mano sulla spalla come sostegno morale.
-Excalibur... ha il potere di amplificare i poteri, devo usare quella spada per sconfiggere Loki-
-Ma non abbiamo il tempo per andare a prendere una spada in Inghilterra- Esclamò sconfortato Mr Sfiga.
-Si invece, sia io che tutti i miei discendenti abbiamo due forme, quella umana che potete rimirare in questo momento e quella da pipistrello antropomorfo gigante, e in volo siamo piuttosto veloci, ci metteremmo appena un'ora ad andare dove risiede Excalibur, contando il peso dei passeggeri ovvio- Spiegò con un velo di altezzosità Camazotz.
-Perfetto, ma tu mi servi qui- Pronunciò Brigitta, riferendosi alla regina del mondo.
-Per riparare questo stupido robot intendi?-
-Anche, adesso finisco di spiegarvi. Il mio potere consiste nel trasportare l'oscurità da un'essere ad un altro, Tiziana dentro di sé ha l'oscurità di questo mondo, per questo esso ricomincia quando muore. L'universo ha bisogno di un giusto equilibrio tra luce ed ombra, così quando una delle due viene meno, esso collassa, dando vita ad un mondo nuovo. In sostanza devo trasferire questa oscurità da Tiziana a Loki per salvarla e poi uccidere Loki-
-Che ne sarà di Clarissa?- Domandarono all'unisono Pan e Gennaro.
-Sopravvivrà, se becco solo il nucleo dove risiede l'anima di Loki Clarissa sopravvivrà, anche se la ferita sarà grave, ma avendo ormai il corpo di una dea ci vorrà ben altro per ucciderla- Li tranquillizzò Brigitta.
-Ma il mondo non rinizierà comunque ammazzando Loki se l'oscurità sarà dentro di lui?- Chiese Carmelita sempre più confusa.
-Se tutto questo verrà fatto dentro una barriera speciale, l'oscurità avrà il tempo di riagglomerarsi, trasformandosi in una sfera d'energia di cui potremo controllare la sorte-
-Qualche idea su come erigere questa barriera?- Chiese Bruno.
-E' qui veniamo al perchè mi serve Camazotz qui e non solo lui, Bruno sei essenziale anche tu in questa fase-
I due interpellati si fecero istantaneamente attenti come non mai, ne valeva del destino del mondo.
-Una barriera abbastanza potente da poter fermare, seppur per un breve lasso di tempo, la rigenerazione del mondo, possono riuscire ad erigerla solo i figli di Loki stesso, è fondamentale che Hel e Gerardo ci aiutino-
-Cosa ti fa credere che siamo noi quelli giusti per questo?- Domandò Camazotz con voce tremante.
-Da quel che ho capito siete i due che hanno più intimità con quei due, io li conosco appena, sono sicura che se sarete voi, potrebbero davvero unirsi a noi-
-Finalmente potrò rivedere il mio tesoruccio! Con sta guerra non abbiamo avuto nemmeno un momento per stare assieme!- Disse commosso Bruno, non vedeva l'ora di rivedere Gerardo, gli era mancato come l'aria da quando il Ragnarock era iniziato.
La regina del mondo si alzò di scatto dal tavolo, provocando un sobbalzo generale.
-Una volta forse... ma ormai sono passati millenni da quando le ho parlato l'ultima volta e anche dopo che l'ho liberata... ogni volta, ogni santissima volta non riuscivo a riconoscere quegli occhi freddi che hanno preso il posto di quelli che conoscevo, tutti questi cicli... e sebbene io sapessi sempre come andasse a finire... non ho mai rinunciato a rivederla un'ultima volta prima della mia morte solitaria- La sua voce era letteralmente crepata da quanto era tremante, quella era una vecchia ferita mai rimarginata, era evidente.
Tutti continuavano ad ascoltare in silenzio, senza che nessuno osasse spezzare quel discorso sofferto, probabilmente troppo a lungo tenuto dentro.
-Io non posso riuscire a portarla dalla nostra parte con la “forza dell'amore” o qualche altra cazzata simile e sai perchè? Perchè ho sta cazzo di maledizione e quindi lei NON PUO' AMARMI!- Si sfogò, urlandolo quasi più a se stessa, come se le ultime speranze stessero svanendo definitivamente, cadendo a terra spezzate, insieme con le lacrime che scendevano dal suo viso.
Senza che nessuno se lo aspettasse, uno schiaffo volò sul volto di Camazotz, lanciato direttamente dalla sua discendente.
-Non puoi arrenderti ora! Non tu che hai sempre creduto nella speranza che alla fine avremmo ritrovato l'amore, anche quando tutti la perdevano, tu eri sempre lì ad incitarci e mostrare alla nostra famiglia un futuro in cui sperare di essere amati! Tu sei la nostra guida Camazotz! Per ogni volta che dirai che ormai non c'è speranza io ti tirerò uno schiaffo e ti urlerò che invece hai servito su un piatto d'argento il modo per liberarci da questa maledizione, basta solo un ultimo sforzo e potremoritornare ad essere amati, il nostro desiderio sarà finalmente esaudito!- Le urlò contro Carmelita, con le lacrime agli occhi.
-Ommiodio, troppo phatos, credo mi servano dei fazzoletti- Si commosse Rosalinda andando verso la cucina.
-Prendili anche a me amore perfavore- La seguì il marito con i fiumi sulle guance.
La regina del mondò fissò la sua discendente sconvolta.
-Carmelita...-
-Prima della maledizione vi amavate? E' questo che mi hai sempre raccontato, ti ha mai detto ti amo?- Chiese quasi con prepotenza la messicana.
-Si... non me lo scorderò mai, nemmeno se dovessero passare infiniti cicli, non avevo ancora mai preso forma umana, eravamo solo noi due. Sedute sul ramo di un albero ad osservare un villaggio umano, diceva sempre che adorava osservare gli umani, a differenza di noi dei vivono davvero un tempo brevissimo, eppure molto spesso sembrano molto più felici, entrambe invidiavamo un po' questa felicità...



-Camazotz secondo te è possibile essere felici per sempre?-
-Da quanto ci conosciamo Hel?-
-Ormai un secolo-
-Se il per sempre dovesse passare come quest'unico secolo io sarei felice per sempre-
-Lo dici anche alle ragazze che sgozzi per cena?- Rise, la sua risata era splendita, anche se per metà rideva un teschio.
-Non è colpa mia se si trovano nei dintorni quando ho fame, vuoi forse che muoia di fame?-
Rise di nuovo, era ancora più meravigliosa.
-Il discorso del secolo vale anche per me-
-Eh?-
-Ti amo- Quelle singole due parole travolsero per l'eternità l'esistenza di una divinità.



...Immaginatevi, lei una ragazza bellissima, che dice di amare una creatura orripilante come me, eppure successe, poi ci venne strappato via tutto- Camazotz era ormai a terra in lacrime, in quella vecchia ferita bruciava ormai del sale.
-Almeno te sai cosa significa sentirselo dire, quelle due parole sono la speranza della nostra intera specie, siamo vicinissimi, non puoi rendere tutti questi secoli vani- Carmelita si era piegata accanto a lei, cercando di darle la sicurezza che le mancava.
Erano una famiglia, la sua capostipite infatti viveva con i suoi discendenti da generazioni, forse per fare in modo di assicurarsi che crescessero come è consueto per un vampiro, o forse semplicemente per sentirsi un po' meno sola.
-Ti ha detto ti amo una volta, nessuno può cancellarlo, né tu né lei, provaci almeno- Le disse dolcemente Carmelita, questa volta.
La messicana afferrò la mano della propria antenata, per poi quasi obbligarla ad alzarsi con la forza.
-D'accordo ci proverò, però sappiate che non mi prendo la responsabilità se rifiuta di unirsi a noi- Sbuffò infine Camazotz, tornando a lavorare su Pan.
Gli altri tornarono a guardare Brigitta, tutti erano molto impressionati su come stesse gestendo la situazione, calma e lucida in ogni sua parola, nessuno dubitava delle sue parole, perchè ognuno in quella stanza poteva vedere la sicurezza e determinazione negli occhi della valchiria.
-Dovremo dividerci in quattro squadre, una a recuperare Excalibur, una che vada a parlare con Gerardo una che trovi Hel ed infine una che faccia da guardia ai resti di Pan ed alla casa. Io andrò con Carmelita e Mr. Sfiga in Inghilterra a recuperare la spada, Bruno e Camazotz andranno da soli, se fossero in compagnia di qualcun altro i nostri obbiettivi potrebbero diventare sospettosi, è rischioso ma dobbiamo essere il più trasparenti possibile per farceli amici, Mia zia e Gennaro si occuperano di impedire che i mostri sbranino quel che resta di Pan- La valchiria guardò tutti uno alla volta, assicurandosi che ognuno in qquella stanza avesse compreso il piano.
-Puoi fidarti di noi nipotona cara! Cavolo ho sempre saputo che diventare cintura nera di judo, aikido e karate mi sarebbe servito in futuro, è ora di mostrare che anche le pittrici pazzoidi famose sanno fare il culo ai mostri!- Esclamò entusiasta Rosalinda, fino a quel momento era stata un po' in disparte nei combattimenti, ma ora poteva finalmente far sfoggio di tutte le sue capacità.
-In più Camazotz ha appena riparato i miei protocolli di emergenza, sono in grado di continuare la riparazione anche senza di lei, quindi appena sarò di nuovo operativa mi metterò anche io a picchiare qualche mostro! Senza però dimenticare della buona birra a portata di mano- Pronunciò la voce di Pan con soddisfazione.
-Sta attenta però, quella che ho fatto è una riparazione d'emergenza, in più con i materiali comuni che troverai in questa casa il tuo corpo non sarà robusto come prima, potresti non reggere a lungo se esageri- La riprese la regina del mondo.
-Ragazzi, dobbiamo ricordarci che il compito di ognuno di noi ora è fondamentale, non si potrà attuare se anche solo uno degli elementi manca, se vogliamo vedere un nuovo futuro dopo questo Ragnarock dovremo darci da fare. Non starò qui a fare stupidi discorsi sulla forsa dell'amicizia, in questo momento dobbiamo massacrare i nemici e farci amici i figli di quel dio disgraziato, non ci saranno altre occasioni- Pronunciò Brigitta con tono sostenuto, in modo che tutti i presenti sentissero, non aveva mai fatto un discorso del genere, ma forse quello era il momento adatto per fare uno di quei classici discorsi, che fanno nei film per donare determinazione ai personaggi.
-Non c'è bisogni di questi discorsi da dura cara, noi ti seguiremo sempre e dovunque- Le sorrise Rosalinda.
-Parla per te figlia dei fiori- Ribattè seccata la ragina del mondo.
-Camazotz, ormai dovresti averlo capito, tu non ti fidi di nessuno di noi e noi non ci fidiamo di te, quindi non sei compreso in questi discorsi solenni, sei proprio un po' tarda no?- Si rivolse a lei Bruno, chiaramente ironico.
Dopo che non ci fù più nulla da dirsi, tra dettagli strategici e gossip vario, tutti si alzarono, incominciando a prepararsi ognuno per la propria missione.
Le loro erano per lo più preparazioni psicologiche, in quanto il vario equipaggiamanto lo indossavano già per via del Ragnarok, ognuno aveva infatti molto su cui riflettere in quel momento.
Per alcuni in ballo c'era l'amore, lo scopo di una vita, la propria vita, altri pensavano al futuro, al proprio ed a quello degli altri, di tutte le persone che ora in giro per le strada iniziavano ad impazzire, mentre loro riuscivano a rimanere lucidi solo per via della loro determinazione.
In ballo c'era il destino del mondo intero, alcuni lo stavano realmente capendo in quel momento, quando ormai tutto era stato affidato a loro e non c'era possibilità di errore, bastava un minimo errore e tutti gli sforzi fatti fino ad allora sarebbero stati vani.
Un boato interruppe i pensieri di tutti, la porta si ruppe ed il sangue incominciò a gocciolare a terra, mentre le facce si facevano sempre più sconvolte.
Erano tutti paralizzati, tanto l'accaduto era inaspettato.
Tiziana aveva sfondato la porta ed aveva azzannato ad una spalla Brigitta, rimanendo aggrappata alla ragazza ed affondando le sue fauci sempre più in profondità.
In quel momento tutto rallentò, fino a quasi arrestarsi.
Fenrir si stava lentamente trasformando in lupo, ormai non aveva solo le orecchie e la coda, ma anche i denti ed i suoi movimenti assomigliavano sempre di più a quelli di una bestia.
Brigitta era letteralmente pietrificata, non riusciva nemmeno a sentire lancinante che una ferita del genere doveva provocare, non riusciva nemmeno a girarsi quel tanto che bastava a vedere il volto della sua aggressora.
Sentiva solo il proprio sangue scivolarle lentamente lungo il corpo ed il suo cuore accelerare sempre di più, tutti i suoni intorno a lei erano ovattati.
Nonostante il piano di Clarissa e tutti quei discorsi pomposi, non aveva ancora colmato quella vuota sensazione d'inutilità nel suo petto.
L'insicurezza pervadeva constantemente la sua mente e, per quanto cercasse di mostrarsi forte e sicura esternamente, sapeva che rivedere gli occhi vacui e pieni di ferocia di Tiziana l'avrebbero distrutta, di nuovo, come la prima volta che li aveva incrociati.
Il respiro caldo della ragazza lupo sul suo collo rappresentavano perfettamente tutte le responsabilità che senza che lo volesse le erano state assegnate, pronte a schiacciarla, come fossero un macigno.
Brigitta non aveva mai voluto che le venisse affibbiato il ruolo dell'eroina, eppure in quel momento era l'unica abbastanza forte per farsene carico.
Non l'aveva scelto, ma doveva farlo, perchè se lei per prima avesse ceduto, allora anche gli altri sarebbero crollati con lei.
Quei poteri e capacità che non aveva mai chiesto rappresentavano l'ultima speranza non solo della ragazza che glieli aveva affidati come ultima speranza che le era rimasta, ma anche come ultima opportunità dell'universo intero.
Così in un attimo si ritrasformò in valchiria, per poi afferrare la ragazza sulla sua schiena e gettarla a terra, liberandosi.
-Tiziana...- La chiamò sottovoce, anche se sapeva che questa volta, per quante volte l'avesse chiamata, anche fino a perdere la voce ed in preda alle lacrime, quella Tiziana che tanto chiamava non sarebbe venuta fuori.
Ormai quel corpo era dominato solo dalla sete di distruzione e cercare di farlo rinsavire sarebbe stato inutile, tutti in quella stanza lo sapevano.
Quindi Brigitta prese la scelta più dolorosa che potesse ricordare.
Prima che Tiziana avesse il tempo di rialzarsi la bloccò a terra, schiacciandole con forza la gamba ed il braccio destro con il proprio stinco e facendo la stessa cosa con gli arti a sinistra.
Fenrir si dibatteva con forza, abbastanza da rompere le piastrelle del pavimento con i pugni di frustrazione che rivolgeva al pavimento.
Ma la valchiria non cedeva nemmeno un millimetro, tenendo bloccata saldamente la sua avversaria a terra.
A quel punto Brigitta impugnò la sua ascia, mordendosi con forza un labbro, troppa forza.
La ragazza a terra continuava a ringhiare con rabbia, e fare versi che non erano più nemmeno lontanamente riconducibili ad un essere umano.
La lama passò veloce e precisa, lungo tutto il costato di Tiziana, lasciando una profonda ferita, da cui ben presto uscì copioso del sangue di un nero talmente scuro e opaco da non riflettere alcuna luce.
Dopo di ciò la valchiria si alzò, mentre un rivolo di sangue le usciva sofferto dalle labbra, fece segno a tutti di farsi indietro.
La bestia, ormai troppo ferita e sanguinante per continuare la lotta, fuggì, lasciandosi dietro una traccia scura e densa.
Aveva ferito in quel modo Tiziana per costringerla alla fuga, dopotutto i dei e semidei non erano così facili da uccidere.
Eppure quella squarciata da un'ascia sembrava lei in quel momento.
Carmelita rivolse lo sguardo in direzione della sua più cara amica, riconoscendola appena, gli occhi erano vuoti e sgranati, il viso stava forzando un'espressione indifferente, ma in quel volto vi era leggibile solo un immenso dolore e senso di colpa.
-Andiamo- Disse con voce vuota la valchiria.
Nessuno osava anche solo avvicinarsi a lei, qualsiasi cosa sarebbe strata di troppo, qualsiasi tentativo di conforto avrebbe solo fremmentato ancora di più il cuore della ragazza.
Così, nel silenzio più assoluto, si divisero ed ognuno partì, in cerca della salvezza del mondo.

 
   
 
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