Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Lucy_susan    23/07/2017    3 recensioni
"Ricordi cosa è successo due anni fa? Io c'ero ed è stato orribile" si lamentava una donna in abito blu intenso.
"Oh, puoi ben dirlo cara, ma questa volta la regina ha giurato di sapersi controllare" rispose un uomo al suo fianco.
"Se non c'era riuscita in ventun anni, come può sperare di aver raggiunto un risultato dopo soli altri due anni?" intervenne un ometto mingherlino che, nel suo abito verde foglia coronato da medaglie e spillette, sembrava ancora più piccolo.
Nel frattempo erano tutti entrati nell'atrio e aspettavano di essere presentati per poter prendere effettivamente parte alla festa nella sala da ballo e continuare la conversazione.
Un cameriere in livrea stava tutto impettito ad un lato della porta e chiedeva ad ognuno il nome.
"Come devo presentarvi?" Chiese ad Hans.
"Sono il conte Marc Cantelle, figlio del duca di Chantelier" rispose prontamente il rosso.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2. Uno spettacolo travolgente

I passi riecheggiavano nell'atrio deserto. Qui, nell’unico luogo rimasto a prova della sua potenza e del suo potere, poteva dire di sentirsi veramente a casa: circondata dal freddo ghiaccio, dalla neve e dalle sue sculture.

Passò una mano sulla parete e un brivido, come un’ondata di potere, la scosse al contatto freddo. Salì le scale lasciando una lunga incisione: un sottile ramo d'edera che la seguiva e si districava sui gradini.

Raggiunse la stanza al piano superiore. Aveva ancora le cicatrici di un tempo. Tuoni scuri e immobili si intravedevano sulle pareti trasparenti. Il fiocco di neve al centro del pavimento era coperto della sua scultura più bella in frantumi. Tante schegge di ghiaccio che un tempo erano appese al soffitto ora giacevano senza alcuno splendore sparpagliate sul terreno. Una profonda tristezza la pervase, ma continuò a camminare.

Uscì sul balcone. Un vento freddo le accarezzò il viso e una piacevole sensazione la invase quando guardò sotto di lei: la parete cadeva a strapiombo e spariva nel buio senza lasciare vedere il fondo. Avrebbe voluto tanto esplorare il baratro, ma qualcosa l'aveva sempre fermata. In quel momento, però, sentiva che solo lì sotto avrebbe potuto trovare la pace.

Ma no, non poteva lasciare Arendelle nel caos e nella crisi: avrebbe prima sistemato questo problema. L'ultima cosa che doveva fare era convincere sua sorella e un'idea le si andava formando nella mente.

Come un seme germoglia e mette le prime foglie fuori dalla terra, così la rabbia aveva presentato le sue prime gemme alla mente della sovrana. Ora stava a lei decidere se continuare a curarle o lasciarle morire.

Non aveva intenzione di tornare in città per il momento. Aveva bisogno di calmarsi, perciò rimase lì a passeggiare su e giù nel castello per ore cercando di mettere ordine ai sentimenti: non riusciva a sopportare l'euforia della sorella eppure non poteva non esserle grata per averla salvata dalla spada di Hans. Non capiva come ci si potesse innamorare in così poco tempo e per questo non aveva dato la sua benedizione al matrimonio con Hans, ma non aveva potuto rifiutare quando Anna le aveva annunciato il fidanzamento con Kristoff: d'altronde lui l'aveva aiutata a tornare ad Arendelle e senza di lui Anna non sarebbe potuta correre in soccorso di Elsa.

Ricordava come ieri quel momento: il dolore per la scoperta della morte e lo strazio di scoprire che non era vero per poi vederla congelare davanti a sé. Non poteva dimenticare quel volto rotondo, senza vita fra le sue mani.

Poteva sentire, ora, nel suo cuore la stessa tempesta di sentimenti di quel giorno, ma stavolta non sarebbe riuscita a fermarla, ne era certa.

Inavvertitamente schiacciò sotto la scarpa un frammento del lampadario di ghiaccio e questo produsse un rumore orrendo come quando si schiaccia una chiocciola o uno scarafaggio. Raccolse i frammenti della scheggia da terra: si era spezzata in due parti che combaciavano perfettamente a formare un rombo regolare e affilato, tanto che si graffiò un dito. Guardò il sangue scendere fino alla punta e cadere per terra con un tonfo impercettibile. Tradita dal suo stesso potere. Non aveva amici, nessuno con cui confidarsi, nessuno a cui chiedere aiuto. Se solo ci fosse stato suo padre avrebbe saputo come gestire la situazione, ma lei? Cosa ne sapeva lei di come si gestiva un regno. Con i suoi vent’anni a malapena controllava i sentimenti figuriamoci un'intera cittadina. Una lacrima solitaria seguì a terra la goccia di sangue reale mentre intorno a lei leggeri fiocchi bianchi volteggiavano sfuggiti al controllo della donna. Tutto ciò che poteva fare era sfogarsi con sé stessa e sperare di trovare un giorno la pace.

 

Anna, intanto, aveva raccontato tutto ciò che era successo a Kristoff: la litigata, l'imposizione, le urla.

"Kristoff, noi dobbiamo sposarci."

Questa affermazione lo spiazzò non poco. Così di punto in bianco lei voleva sposarlo. Non sapeva se esserne felice o rattristato: Elsa avrebbe approvato? No, era fuori discussione: Anna era una principessa e come tale doveva sposare un principe non un semplice commerciante di ghiaccio come lui.

"Kristoff, tu mi hai aiutata quando ne avevo più bisogno senza farti scrupoli, mi hai riportato ad Arendelle senza perdere tempo e sei stato disposto ad abbandonarmi per salvarmi."

Gli occhi le diventarono lucidi e non riuscì più a continuare.

Il ragazzo le si avvicinò e le circondò le spalle.

"Anna, tu non mi devi nulla in cambio. Non devi sposarmi se lo fai solo per ricambiare la mia bontà."

La ragazza si staccò e lo guardò severa.

"Non essere stupido. Lo sai benissimo che ti amo." Quella parola fece uno strano effetto su entrambi. All’espressione stupita del ragazzo, lei divenne ancora più sicura delle sue parole. "Sì Kristoff, io ti amo e voglio sposarti."

"Elsa non approverà. L'ultima volta che è successo non è andata bene."

“Allora noi non glielo diremo."

Kristoff si allontanò da Anna e la guardò con occhi strani. Sapeva che non era una cosa giusta quella che volevano fare e temeva la reazione di Elsa, ma amava Anna e non poteva rifiutare.

Mentre Kristoff si stava ancora crucciando tra queste due parti entrò Olaf seguito dalla sua preziosa nevicata. Cominciò a correre pazzamente per la stanza blaterando parole senza senso.

Con non poca fatica Kristoff riuscì a bloccarlo e calmarlo così che il pupazzo riuscì a dire ciò che stava pensando.

“Sta succedendo di nuovo! Elsa sta riportando una bufera in piena estate."

A quelle parole Anna sbiancò e corse alla finestra: il cielo si era oscurato e soffiava un forte vento. Sulla montagna del Nord un uragano di fiocchi di neve sconvolgeva la cima. D'un tratto il vento cessò, le nuvole si concentrarono lassù, intorno al castello di ghiaccio e tutto sembrò calmò per un secondo. In quell'istante Anna spinse Kristoff, che teneva ancora Olaf in braccio, sulla nuca per farlo chinare e ripararlo dietro il letto. Un boato li raggiunse subito dopo seguito da una forte onda d'urto che fece vibrare le finestre e muovere i tendaggi. Poi silenzio. Non più un alito di vento. Era tornata l'estate.

Velocemente Anna si alzò esclamando:"Devo andare da lei.”

"Ferma, voglio venire anche io" disse Kristoff.

Lei lo guardò dolcemente e sussurrò un "grazie" commosso. Sapeva che il biondo non l'avrebbe mai abbandonata e questo la rendeva felice, ma si rabbuiò subito quando un pensiero le balenò nella mente. La sorella non aveva nessuno che la amasse in questo modo. Elsa non aveva bisogno di esuberanti principi ingrati come non ne aveva bisogno Anna, ma di qualcuno che l’avrebbe apprezzata così com’era, con i suoi pregi, i suoi difetti e il suo potere.  Sul volto le si dipinse un’espressione felice, ma crucciata, che fece insospettire Kristoff.

“A cosa stai pensando?” Chiese.

“Al marito di Elsa” disse asciutta.

Kristoff sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta.

“Che cosa?” Intervenì Olaf dando voce anche ai pensieri del biondo.

“Penso che dovremmo trovargliene uno. Qualcuno dolce e comprensivo che la aiuti a dominare con l'amore il grande potere che possiede" spiegò quindi Anna. "Andiamo ora, potrebbe essere svenuta vista la potenza che ha generato."

Prese il mantello da un servo che glielo stava porgendo e uscì seguita da Kristoff e Olaf.

 

Dopo lungo tempo arrivarono ad una ripida salita tutta imbiancata benché fosse luglio: quelle nevi restavano tali, bianche e soffici, per tutto l'anno. La nuvola di Olaf sparì ma lui non si sciolse data la temperatura bassa. Raggiunsero un altipiano diviso a metà da una frattura. Le due pareti erano collegate da una scala di ghiaccio levigato e trasparente. Questa salita portava al castello di Elsa. Nuvole bianche si muovevano placide nel cielo terso ed erano punte dalle guglie tinte di giallo, il fianco della montagna era inondato dal sole e le pareti rilucevano sotto i suoi raggi. Sul balcone che volava sullo strapiombo a lato della montagna era dritta e pensierosa la regina di Arendelle. Il parapetto era stato ricostruito e la regina si stava sporgendo da lì verso il cielo. La comitiva rimase senza fiato e per qualche tempo non riuscì a muovere un passo tanto era lo stupore.

Elsa si accorse dei nuovi arrivati e, seria e pensierosa, rientrò per scendere le scale.

"Elsa, stai bene?" chiese Anna nonappena la regina comparve sulla soglia del castello.

Cercò di raggiungerla, ma la sorella la fermò.

"Sto bene” disse Elsa.

Scese lentamente i gradini e giunse accanto alla comitiva che la guardava con ammirazione, poi disse: "Torniamo a casa prima che faccia buio."

Si avviò lungo la strada per tornare ad Arendelle, lasciando indietro un’Anna piena di invidia. Come poteva stare bene dopo tutta l’energia che doveva aver sprigionato? Elsa era una donna forte, ma non se ne accorgeva, e, invece di valorizzare il suo potere, lo nascondeva il più possibile. La ragazza si ridestò dai suoi pensieri e la raggiunse.

“Sai,” esitò, ma subito si fece coraggio e continuò, "ho pensato che ti servirebbe e un marito."

La sovrana rimase immobile e impassibile.

“Sì, ecco... qualcuno che ti capisca e ti ami per quello che sei” cercò di spiegare la sorella.

Nessuno può. pensò Elsa, ma non lo disse.

Non vedendo reazioni Anna continuò: "Potresti approfittare del ricevimento per cercare l'uomo che fa per te."

“No” interruppe l’altra. "Non se ne parla neanche. Mi insulterebbero se sapessero ciò che posso fare, oppure, peggio, mi userebbero come arma."

"Ma..."

"No, Anna, smettila di essere così ottimista” gli occhi della regina erano diventati più chiari che mai e la neve cominciava scendere intorno a loro. “Tu vedi sempre il buono che c’è nelle persone. Non pensi mai alle conseguenze negative?"

“Io ho fiducia. So che non tutti sono come Kristoff,” il ragazzo ebbe un sussulto nel sentirsi chiamato in causa "ma non sono nemmeno tutti come Hans! Non puoi vivere nel terrore a causa di un solo uomo. Non puoi continuare a chiuderti nella tua infelicità perché una volta hai perso il controllo. Il mondo ti offre tante possibilità di riscatto."

“Oh, Anna, smettila di difendere una causa persa…"

“Cosa?" Esclamò stupita ed incredula. "E saresti tu, Elsa, la mia causa?"

“Sì!” rispose la regina con una forza che fece traballare la sorella.

Un forte vento si alzò mentre la neve cadeva più fitta.

“Proprio io” continuò con voce innaturale. “Pensi che non abbia notato gli sguardi dei nostri cittadini? Mi guardano con paura. Loro non mi amano, mi temono perché hanno visto ciò che posso fare. Loro non mi ameranno mai e non si fideranno mai pienamente di me. Me li immagino nelle taverne a criticare le decisioni da me prese, a spettegolare su qualsiasi mia azione. Non ti puoi fidare degli uomini perché ti tradiranno sempre.”

Detto ciò si voltò e si incamminò verso valle. il vento cessò immediatamente e gli ultimi fiocchi caddero stanchi sul terreno già bianco. Dietro di lei si incamminarono silenziosi Olaf, Kristoff e Anna. Nessuno parlava e la neve ovattava anche il suono dei loro passi.

Per questo sentirono chiaramente il rombo della valanga che si stava avvicinando.

Il primo a sentirla fu Olaf.

“Fermi tutti!” Esclamò con la sua solita allegria. “Sembra che la montagna abbia fame” commentò.

La carovana si bloccò impaurita mentre il pupazzo spaesato chiedeva le ragioni di quella fermata. Si voltarono verso la cima dove un fumo bianco si avvicinava velocemente e in un secondo si ritrovarono a correre verso la valle con Olaf sballottolato in braccio a Kristoff per non lasciarlo indietro.

"Non sfuggiremo per molto" disse Kristoff.

"Correte più veloce!" esclamò Elsa in testa al gruppo.

"Lì," Anna indìco una incavatura non lontana "ripariamoci dentro quell’anfratto."

Elsa e Anna deviarono verso il punto indicato dalla rossa, ma una radice troppo sporgente fece inciampare il ragazzo. Olaf volò in avanti, ma riuscì subito a rialzarsi e fu preso da Anna, mentre il povero Kristoff si affannava per tentare di riemergere dalla neve. Elsa, Anna e Olaf entrarono al riparo nella caverna e si voltarono preoccupate ad osservare il biondo che lento si avvicinava.

"Elsa, fai qualcosa!" disse Anna scuotendola e guardandola con occhi impauriti. Ma la regina non sentiva le imprecazioni, il rumore della valanga, Olaf che chiamava Kristoff. Vedeva il ragazzo affannare nella neve senza vederlo realmente: lei era l'unica che poteva decidere se salvarlo o farlo morire per continuare con i suoi piani. Non aveva mai dovuto avere a che fare con il peso di una decisione così grande, perciò rimase immobile a fissare la figura ormai esausta di Kristoff nella neve. Dopo quella che le parve un'infinità alzò il braccio per fermare quell'onda di neve: creò una barriera davanti al ragazzo, ma non riuscì a completarla perché la valanga lo raggiunse e spazzò via ogni cosa. Allora si volse verso Anna e la protesse con il suo corpo dalla neve fredda che serrò l'entrata della cavità. L'aveva fatto, aveva ucciso un uomo per portare avanti i suoi scopi maligni.


AdA:
Ciao lettori,
colpo di scenaaaaa!!! Ve lo aspettavate? Nemmeno io lo sapevo quando ho cominciato a maturare l'idea di questa fanfiction, ma quando ho saputo cosa far succedere è stato un gioco da ragazzi scriverlo.
Cooomunque, povero il nostro Kristoff, sempre gentile e gioviale, ma era necessario che si sacrificasse per la buona riuscita di questa storia.
Non sono brava a fare i commenti, quindi direi che vi saluto con solo un avvertimento. Le prossime due settimane sarò in vacanza, quindi è probabile che faccia più fatica a pubblicare. Vedrò in ogni caso di aggiornare sabato o domenica prossima, se non aggiorno sapete il perché.
Grazie a tutti della lettura e ci vediamo nelle recensioni :P

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Lucy_susan