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Autore: Mei91    24/07/2017    3 recensioni
per la casata reale demoniaca è un giorno di festa. il principe dei demoni Sesshomaru è tornato a casa per succedere al trono al posto del padre concedendo, così, al genitore e alla sua neo consorte Izayoi e il figlio Inuyasha, un pò di meritato riposo, ma per far ciò le leggi obbligano Sesshomaru a prendere moglie demone per poter diventare Re.
La principessa degli umani Rin Setsuna è la figlia del re degli umani Takemaru Setsuna fratello della principessa Izayoi. Rin odia i demoni, ma per liberare l'amata zia è disposta a sacrificare se stessa per recarsi al castello demoniaco e vendicarsi di Inu No Taisho, Sesshomaru e i loro demoni seguaci così da trarre in salvo la propria zia e riportarla a casa.
Riuscirà Rin a sedurre Sesshomaru senza innamorarsi del glaciale principe demoniaco.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

 

Rin deglutì violentemente e istintivamente si trovò ad arrossire. Suo marito illuminato dai riflessi della luna sembrava risplendere di luce propria, sembrava quasi essere un dio. La sua bellezza in quel momento era da mozzare il fiato e il suo cuore accelerò istintivamente i battiti senza che lei potesse fare nulla per frenarlo. Uno strano flash attraversò la memoria della nuova regina e lo scenario che le si presentò, le causò un moto strano di nostalgia. Infatti nella frazione di un secondo, nella sua stessa mente, vide una rigogliosa distesa di prato verde, il viso di lui e i suoi occhi riflessi nei suoi e la mano artigliata del demone che le carezzava una guancia. Poi un altro Flash, di lei che rideva felice e di lui che le teneva una mano sulla spalla e le sorrideva a vicenda coprendola anche con la sua coda. La ragazza s’irrigidì per un attimo nel constatare il fatto che di aver pensato al Re dei Demoni come la creatura più bella che avesse mai visto, di aver provato un moto di nostalgia allo strano flash che la sua immaginazione aveva creato e di aver addirittura paragonato lui, un demone, a un dio.

Fattasi coraggio si avvicinò molto lentamente a quello che era suo marito.

“Ti cercavo?” sussurrò la ragazza con un tono di voce titubante. Lui la osservò, ma, com’era prevedibile non la degnò di una parola, ansi addirittura affilò lo sguardo facendolo diventare, e lei non si seppe spiegare come, ancora più freddo, scuro, gelido, spietato

“Lo avevo intuito!” esordì il demone gelido tornando infine ad osservare la luna. Rin s’irrigidì e sussultò.

L’attimo seguente calò un silenzio estremamente freddo, tant’è che lei si trovò a rabbrividire. Deglutendo fece qualche passò verso di lui, ma non appena lui si voltò verso di lei, sussultò frenando il passo.

La ragazza comprese all’istante che in quel momento Sesshomaru non gradiva la sua presenza lì e dalla sensazione che provava, intuì che quello per la famiglia reale, e soprattutto per lui era un luogo sacro e lei con la sua presenza lo stava disturbando.

Sospirando Rin si sedette li, per terra, sul prato del giardino a debita distanza da lui e ignorando il fastidio di suo marito. Il silenzio calò di nuovo e involontariamente la giovane si trovò a sbuffare e a sussurrare tra sé e se.

“Per quanto cavolo di tempo mi terrai il broncio, Sesshomaru? Ho diritto anche io a sapere le cose! Ho diritto anche io a capire perché mi sono ritrovata sposata a te in un attimo, senza che nemmeno ti conosco e perché mia zia pare toccare il cielo con un dito quando parla di tuo padre, e della felicità che prova nell’ essere sposata a lui tanto da scordarsi di avermi lasciata sola!” dichiarò la giovane superando il timore di lui e la barriera che Sesshomaru aveva appena eretto.

Sesshomaru girò il viso verso di lei e la gelò con lo sguardo.

Rin sbuffò ma e stufa di stare lì a perdere tempo si alzò e si scotolò le vesti, pronta a fare dietrofront.

“Sei un bambinone Sesshomaru! Non so cosa tu abbia sentito dalla discussione avuta con mia zia, ma il tuo atteggiamento è dannatamente infantile!” dichiarò gelida la ragazza.

Sesshomaru la guardò.

“Moderati Rin!” esordì gelido.

“Moderarmi! Moderarmi Sesshomaru?  Ti rendi conto in che situazione mi trovo io? Sono venuta fin qua, nonostante tutti, nonostante non abbia un buon rapporto con i demoni. Però sono venuta fin qui perché per mia sfortuna sei mio marito ed è dovere di una moglie cercare di capire il proprio compagno. Quindi armata di rassegnazione sono venuta per parlare e tu invece te ne stai lì fermo, immobile, mi fulmini con lo sguardo intimandomi di non aprire bocca ma anche tu non lo fai. Mi hai sposata e non so nemmeno perché tu l’abbia fatto dato il risentimento e l’odio che leggo nel tuo sguardo. Sembro stupida demone, ma non lo sono. Perché mi odi? Dovrei essere io ad odiarti!”

Sesshomaru non aprì bocca, ma continuò a fissarla con quel suo sguardo indecifrabile, di fondo si sentiva onorato nel costatare che Rin si considerava già sua moglie e che l’idea che lui fosse triste, o qualcosa di simile, l’avesse spinta a parlare con lui, ma non glielo fece capire e quindi non le rispose e lei esasperata alzò gli occhi al cielo e urlò.

“Ecco lo vedi, sei un bambino! Un vero uomo avrebbe affrontato direttamente il problema…ah no, dimenticavo, tu non sei un vero uomo!” esclamò la ragazza tagliente prima di alzarsi e avviarsi verso le porta del giardino da dove era entrata.

Il demone non la degnò nemmeno di un briciolo di attenzione e non appena la ragazza mise una mano sulla maniglia della porta, si ritrovò sbattuta al muro e gli occhi di Sesshomaru iniettati di rosso fissi dentro i suoi.

“Non osare paragonarmi a un uomo! Non osare venire a parlare con me quando fai palesemente finta di non ricordarmi!” ringhiò Sesshomaru afferrandola per la vita e facendo aderire il proprio bacino con quello di lei mentre le spalle della ragazza erano poggiate alla porta e un altro Flash strano di lei invase la mente di lei. Uno strano flash in cui lei lo abbracciava con enfasi e dove molto probabilmente non voleva che lui si staccasse da quell’abbraccio.  Poi un altro flash di un bacio tra lei e il demone che le fece perdere la pazienza. S’irrigidì di scatto e fattasi coraggio e riprendendosi, alzò le mani e piantò nel petto di Sesshomaru spintonandolo con furia costringendolo ad allontanarsi da lei.

“Ora basta! Io non ti conosco! Non ti ricordo sul serio, se davvero in passato ci siamo conosciuti, ma comincio a credere che sia davvero così! Cosa diavolo sono questi flash che ho? Dimmelo!” urlò la ragazza avanzando a passo di carica verso di lui ma sta volta non facendosi intimidire da Sesshomaru stesso e da quel suo sguardo rosso. Ora, la furia, aveva iniettato di rosso anche gli occhi di lei. Il demone si trovò a specchiarsi in due occhi quasi rossi come rubini.

“Io non ricordo niente! Non faccio finta di non conoscerti, IO NON TI CONOSCO, ma dai racconti della zia, e dai Flash che da giorni torturano la mia memoria, e dalla tua reazione, sembra che io e te ci conosciamo davvero da tempo. E quindi dimmi chi diavolo sei per me? Non permetterti tu di darmi della bugiarda! Prima d’ ora, prima di questa farsa di matrimonio, io e te cos’eravamo?” urlò Rin.

Gli occhi di Sesshomaru tornarono del suo colore naturale e l’ombra di un sorriso albergò sul suo viso.

“Rispondimi dannazione! “Continuò la ragazza allontanandosi da lui e cominciando a passeggiare per il giardino facendo avanti e indietro. Sesshomaru si limitò a seguirla con lo sguardo.

“In questi giorni ho dovuto leggere tra le righe delle parole di tutti per cercare di capire che stesse succedendo, mi si dice che mio padre è un mostro, ma su quali prove? Io non ho prove sulla mostruosità di mio padre anche se da ciò che sento dentro, e da ciò che mi ha raccontato mia zia, posso anche crederlo, ma devo e ho bisogno di capire perché mio padre è un mostro e io che rapporto ho ed ho avuto con te? Vengo a sapere che sono un elementare, prima da te e poi da mia zia, e non un elementare qualunque ma bensì del ghiaccio e del fuoco…” urlò la ragazza e quando vide una leggerissima smorfia nel viso del marito, Rin sbiancò.

“Lo sapevi? Sapevi che ero anche l’elementare del fuoco?”

Sta volta Sesshomaru su limitò ad annuire e vide la moglie annaspare.

“Io odio il fuoco!”

“C’è un motivo per la quale odi questo elemento, Rin!” dichiarò calmo Sesshomaru

“Dimmi quale? Non so nemmeno questo di me! Dimmi per quale motivo odio il fuoco? “

Sesshomaru scosse piano la testa in segno di negazione e la ragazza furiosa sferrò un pugno contro un albero rompendosi le dita.

“Rin…”

“Lasciami stare, non avvicinarti! Non vuoi parlami, non vuoi dirmi niente. Sono tua moglie solo per farti diventare Re, ma se tua moglie stessa ti chiede di aiutarla a ricordare, tu non fiati! Sai che ti dico Sesshomaru. Vaffanculo! Non voglio avere più nulla a che fare con te!”

“Non è così semplice! Se ti faccio ricordare senza che sei ancora pronta, un elementare muore!” esordì serio Sesshomaru.

“E a te che ti frega? Tanto sono solo un oggetto ornamentale! Sono la principessa umana e tu odi gli umani no? Quindi che ti importa!” Ma poi, che cavolo è un elementare? Perché ho questi poteri? A che servono? Sono ampiamente stanca, parlo con tuo padre e mi dice che non è il caso di parlare con te in questo momento perché hai l’uovo girato e non so quali problemi mentali tu abbia, e sinceramente non me ne frega un cazzo. Io voglio solo capire chi sono e perché per qualche assurdo motivo ho avuto a che fare con te e perché cazzo nel mio flash mentale, TI STAVO BACIANDO! Nonostante ciò, nonostante il mio cervello stia andando in fumo per quanto mi stia sforzando di ricordare e capire chi sia io in realtà, da SOLA non riesco a ricordare una mazza, dannazione a te!  E mi odio a morte, sai perché, perché qualche ora fa, fuori dalla porta della stanza della zia, tu hai sentito o pensato a qualcosa che ti ha ferito e te ne sei andato e io come una scema non ho sopportato quello sguardo triste e sono accorta da te, da mio marito per cercare di capire se lui stesso può aiutarmi e se io stessa posso togliere quella tristezza dai tuoi occhi, ma tu non mi parli non mi dici niente e io mi sono umiliata per niente. Tu Re Dei Demoni, in quel frangente, fuori dalla porta della stanza della zia eri triste, e non provare a negarlo perché riconosco perfettamente la sofferenza e la tristezza, ma quello che non ho capito è se eri triste per me oppure per te! Comunque Intuendo la tua sofferenza, perché si anche tu stai soffrendo anche se non lo vuoi ammettere, sono accorsa a cercarti e a parlarti e tu che fai? Non parli, fai il gradasso e il pezzo di ghiaccio e se ti definisco un bambino, perché hai avuto questo atteggiamento pari a questo, ti infuri e mi sbatti contro la porta! Dov’è finito il controllo del grande Sesshomaru? Hai bisogno che io ricordi? E allora aiutami a ricordare no?” continuò la ragazza e quando Sesshomaru fece un passo verso di lei, Rin indietreggiò di scatto.

“No, non avvicinarti! Io sono cresciuta con gli umani, la mia missione è sterminare voi demoni, ma sto facendo uno sforzo enorme per cercare invece di capire te! Tu invece non muovi un dito per cercare di capire me!”

“Rin…non posso forzare la tua memoria. Almeno non proprio io! Risveglierei i tuoi traumi passati!”

“Se davvero in passato ci conoscevamo, Sesshomaru, ho diritto a colmare questi vuoti di memoria. Qual è questo trauma di preciso? Nella mia breve esistenza ho avuto più traumi di quanto tu possa immaginare!  Uno in più non fa la differenza, credimi! Chi sei tu per me e chi sono io per te? Voglio capire!”

“La farà, credimi Rin!” esordì controllato Sesshomaru.

“Ho bisogno di capire, Sesshomaru!”

“Non è il momento giusto!”

“Lo è! Dannazione voglio ricordare mi sento un pesce fuor d’acqua in qualsiasi luogo. Anche qui ed ora che sto litigando con mio marito!”

“Non stiamo litigando!”

“Tu dici, a me sembra il contrario!” ringhiò Rin

“Vengo qua, per cercare di parlare con te, per cercare di ricordare e colmare questi miei vuoti mentali, e perché per assurdo sento nascere dentro di me, da quando abbiamo fatto questa sottospecie di matrimonio, un bisogno assurdo di proteggerti. Io che dovrei ucciderti invece voglio proteggerti! Perché?”

“Non vuoi saperlo, Rin! Fidati di me!”

“Fidarmi di te? Ma sei pazzo. Se questo non è litigare… “

“È anche assurdo quello in questo momento sto provando, non so se per te. Ma sento il cuore in gola, mi batte come un ossesso e ho voglia di piangere. È assurda l’idea che vederti triste mi rende irrequieta e mi fa pure male. È assurdo provare un sentimento, come quello che al momento sto provando per te senza che nemmeno ti conosco e per venire da te mi imbatto in una situazioni non poco casta con Ayame e Koga! Avrei preferito non vederli amoreggiare e questo è successo solo perché cercavo te! Poi finalmente ti trovo, e tu sei seduto qua, bellissimo e illuminato dalla luna e il mio cuore comincia a sperare in delle risposte concrete e che in un modo o nel altro tu riesca a placare questi sentimenti contrastanti che provo me poi la mia mente mi serve su un piatto d’argento flash di noi due che io nemmeno ricordo di aver vissuto, apro bocca e tu mi fulmini, non mi aiuti e mi attacchi e quindi oltre a leggere fra le righe nelle parole di tutti devo mettermi anche a decriptare i tuoi sguardi! Mi guardi con odio, mi tieni a distanza con lo sguardo comportandoti come un bambino capriccioso.  Ma che volete da me! Sono stupida, questo lo so, non arrivo alle ovvietà da sola, quindi Sesshomaru, grande Re, illuminami astro nascente. Stella della sera e del mattino!” urlò Rin finendo il suo monologo con sarcasmo mal celato. Sesshomaru si avvicinò a lei e la strinse in un abbraccio. Rin sussultò e le lacrime uscirono dai suoi occhi.

“Chi sei? Perché i tuoi abbracci mi sono cosi familiari? Perché questa sensazione di nostalgia? Perché il mio corpo adora stare al contatto con il tuo. Dannazione…voglio risposte!”

Sesshomaru non emise suono, non disse una parola e la guardò a lungo negli occhi. Snervata Rin alzò le braccia al cielo, lo spintonò per l’ennesima volta, e poi le riabbassò le braccia e si allontanò da lui.

“Bene, addio Re Dei Demoni, trovati un'altra allocca su cui sfogare i tuoi silenzi!”.

Detto ciò Rin tornò sui suoi passi e uscì dal giardino. 

Correndo la ragazza non si accorse del l’Ex Re Dei Demoni e andò a sbattere contro il suo petto possente.

“Ahi…dannazione!”

“Piccola Rin!” esclamò quello che per lei era il suo nuovo “zio” e non appena si chinò su di lei per aiutarla ad alzarsi, si beccò un ceffone in viso talmente forte da fargli voltare la testa di lato e sgranare gli occhi incredulo. Quando voltò la testa nuovamente verso la ragazza, la trovò in piedi con i pugni serrati, gli occhi pieni di lacrime e coperti dalla frangetta.

“Rin…”

“Questo schiaffo è stato per aver generato uno stronzo per figlio!”  Esclamò Rin tra i singhiozzi e prima di scappare via.

“Rin…” urlò l’Ex Re, per poi correre dietro la ragazza e afferrarla per il braccio e stringersela al petto.

“Che è successo Rin?” chiese il demone.

“Mi lasci… Ho detto Mi lasci!” si dimenò la ragazza singhiozzante nella presa del demone.

“Inu No Taisho, lasciala!” esordì la voce della zia alle spalle del demone e l’Ex Re eseguì all’istante lasciando andare la nipote che fuggì più veloce di un fulmine.

“Izayoi…”

“Sta zitto…” sussurrò Izayoi tirando su con il naso e guardando il punto in cui la nipote era sparita.

“Izayoi… che diavolo le è successo?”

“Ho sbagliato a lasciarle intuire quello che ha intuito su Sesshomaru senza chiarirle i dubbi. Senza aiutarla a ricordare. Avevi ragione tu! Per l’ennesima volta!” sussurrò Izayoi con il labbro tremante.

“Izayoi…” sussurrò il demone camminando verso la moglie che tratteneva a stento le lacrime e per poi stringerla in un abbraccio.

“Padre…”

Inu No Taisho sollevò la testa di scatto dalla spalla di Izayoi fulminando il figlio con lo sguardo e l’ex regina voltò la testa verso di lui rimanendo però ancorata al petto di Inu No Taisho e guardandolo con astio.

“Dov’è Rin?”

 

Lontano dal castello, alle pendici del monte Hakurei, dove sorgeva il cimitero dei demoni e terminava la barriera demoniaca eretta dal ex Re Dei Demoni, il suo nuovo zio, e cominciava il regno di suo padre, il regno umano, da ore Rin se ne stava lì a piangere tutte le sue lacrime e tutta la sua sofferenza indecisa se varcare o meno la linea immaginaria che l’avrebbe ricondotta nuovamente al regno umano. Aveva del tutto azzerato la propria aura e grazie a un infuso che quando era piccola la zia le aveva insegnato a preparare per poter viaggiare indisturbata e senza che i demoni riconoscessero l’odore umano, aveva quindi occultato il suo stesso odore e la sua stessa presenza impedendo così a qualsiasi demone di capire dove lei si trovasse. Aveva bisogno di stare sola e per i conti propri.

Un altro Flash di lei seduta sulle gambe di Sesshomaru, le braccia che cingevano il collo di lui e le sue piccole mani tra quei fili argentati la invase. La ragazza osservò la propria il proprio viso nel flash. Pareva essere qualche anno, forse cinque anni più giovane di come era adesso, i proprio occhi erano luminosi mentre si rispecchiava in un paio di occhi ambrati, gli occhi di Sesshomaru, che parevano essere nettamente più caldi di come li aveva conosciuti lei in quei giorni e anche sul suo viso albergava un’espressione meno crucciata, meno fredda, più dolce e le sue mani erano poggiate sui suoi fianchi con fare tenero.

“Come hai fatto a sfuggire alle tue guardie del corpo umane, Rin?” le chiese Sesshomaru nel flash con tono neutro

“Semplice, amore mio, le ho sedotte! Ho acceso i loro animi con il fuoco della passione per me!” lo provocò lei.

“Tu hai fatto cosa, vipera umana?” ringhiò Sesshomaru serrando una mano sul suo fianco.

La ragazza scoppiò a ridere chinando la testa verso di lui e baciandogli teneramente una guancia.

“Tranquillo subito dopo le ho congelate, cosi poi sono sgattaiolata via per venire ad incontrare te. Appena si scioglieranno si troveranno ad amoreggiare tra di loro!”

Sesshomaru la fulminò con lo sguardo e lei rise nuovamente.

“Geloso?”

“No!”

“Si, certo, come no!” rise ancora Rin, prima di chinarsi su di lui e unire le sue labbra a quelle del demone.

Cinque minuti dopo Rin si staccò da lui e lo guardò seria.

“Sesshomaru, ricorda che hai promesso!” esclamò lei sollevando una mano per carezzare il volto del proprio amato. Sesshomaru la guardò serio a sua volta.

“Rin…”

“Hai promesso Sesshomaru, hai promesso che qualunque cosa succeda tu non ti avvicinerai mai e più di così al regno di mio padre!”

“Rin”

“Promettimelo Sesshomaru! Promettimi che se un giorno qualunque io non dovessi presentarmi a uno dei nostri incontri clandestini e tramite il nostro legame dovessi intuire che sono in difficoltà, tu non ti dovrai mai avvicinare al regno. Mai! Non perché mi vergogni di te, tutt’altro, ma perché mio padre non capisce quanto umani e demoni in realtà potrebbero essere buoni alleati e ti ucciderebbe! Promettimelo! Questo me lo devi!  Quando ti salvai la vita mi facesti questa promessa e io oggi voglio che tu la riconfermi!”

“Rin…”

“Sesshomaru ti prego!”

“Va bene Ruby Red, te lo prometto!” promise inespressivo Sesshomaru.

Rin sorrise grata.

“Ti amo mio principe!” concluse la ragazza prima stringersi maggiormente al petto del demone e unire le proprie labbra con le sue. Lui accennò un sorriso triste sulla labbra di lei per poi chiudere gli occhi e partecipare al bacio dell’amata.

 

“Basta! Basta! Che cosa sono questi flash! Basta!!” urlò Rin esasperata portandosi le mani sulla testa dolente e con gli occhi pieni di lacrime.

Aveva l’impressione, mentre la sua mente le presentava quei flash, di stare vedendo un film come spettatrice di un qualcosa che non ricordava di aver vissuto eppure aveva la netta impressione che davvero quei flash appartenevano ai suoi ricordi persi.

“Soffri tanto bambina?” esordì una voce profonda ma gentile.

Rin sussultò e alzò di scatto la testa, togliendo le mani da essa e tirando su con il naso e poi guardò alle proprie spalle

“Chi sei?”

“Mi chiamo Jinenji e sono un mezzo demone cavallo. Non temere piccola umana non voglio farvi del ma…oh per i demoni ma voi siete la regina!” esclamò il demone inchinandosi immediatamente davanti a Rin.

“No, ti prego! Alzati Jinenji, non sono la tua regina, io non so nemmeno chi sono!” sussurrò Rin trattenendo a stento le lacrime. Jinenji sollevò piano il viso e con esso un sopracciglio cresposo.

“Qual è il problema mia regina?” sussurrò il mezzo demone cavallo. Jinenji era felice che un membro demoniaco della famigliare reale avesse sposato un umana, forse con il tempo umani e demoni avrebbero potuto convivere pacificamente insieme grazie alla regina Rin e al Re Sesshomaru. Già anni prima era stata avviata questa sorta di unione dei due regni grazie al Re Inu No Taisho e alla Regina Izayoi, forse con i nuovi regnati la pace non era più un utopia.

“Io…io…non ricordo…il mio passato” esclamò Rin fidandosi. Non sapeva il perché ma quel demone le infondeva, anche solo guardandolo, una grande fiducia nel prossimo.

“I…io sono un demone guaritore, maestà, se volete posso usare qualche erba in mio possesso e qualche pozione di mia conoscenza per aiutarvi a ricordare o a placare i ricordi del vostro passato, se questo vi può far star meglio ed è vostro desiderio?” chiese Jinenji.

“Davvero?”

“Si maestà e se desiderate so anche essere un buon ascoltatore!”

Rin si alzò in piedi e subito dopo si inchinò davanti Jinenji in un inchino di piena gratitudine.

“Ve ne prego sì, credo che accetterò anche la vostra offerta di ascoltarmi, non so perché ma mi infondete grande fiducia! Aiutatemi a ricordare mio buon amico!”

“Vi prego mia regina, alzatevi, non prostratevi davanti a me. Vi aiuto ben volentieri, prego seguitemi nella mia capanna, li avremo modo di parlare e io di ascoltarvi mentre preparo gli infusi! Sono lieto di infondervi fiducia, forse l’ereditarietà di mio padre, può finalmente servire a qualcosa.” sussurrò gentilmente Jinenji e Rin piano si sollevò e seguì piena di fiducia il demone cavallo.

 

To be continue

 

 

Ed eccomi qua, scusate l' enorme ritardo, allora come vi sembra il capitolo? Spero che vi sia piaciuto e ringrazio chiunque legga e recensisca questa storia. Grazie infinite alla prossima . Vostra affezionata Mei
   
 
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