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Autore: Ms Mary Santiago    24/07/2017    9 recensioni
[STORIA A OC - Conclusa]
Dal testo:
Un Torneo interscolastico sul modello dell’ormai abolito Tre Maghi, ma che coinvolgesse tutte e quattro le maggiori scuole di magia.
Il preside di Ilvermorny, Eric Miller consulente per il Macusa, era stato già messo al corrente dell’idea ed era stato a dir poco entusiasta.
O almeno così le aveva riferito Harry.
Viktor Krum, che dopo essersi ritirato dal Quidditch aveva dirottato la sua carriera verso l’insegnamento e successivamente la presidenza a Durmstrang, si sarebbe convinto facilmente le aveva assicurato Hermione.
E infine Beauxbatons.
Ron aveva dichiarato di essere certo della volontà di Gabrielle Delacour di adoperarsi per garantire l’amicizia e la cooperazione tra le scuole.
Non restava che il suo benestare per dare il via all’organizzazione delle cose.
- E a tutti i presidi sta bene che il Torneo venga ospitato a Hogwarts? –
Harry annuì. – Lo ritengono giusto dato che la proposta è partita da noi. –
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle Delacour, Minerva McGranitt, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Viktor Krum
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 1

 

 

 

Prima di lasciarvi al capitolo vi annuncio l’inserimento di tre ragazzuoli:
 

Erlend Aspharr Holberg (PV Nariman Malanov) – VII anno, Gramo. Cacciatore. Candidato al Torneo.

Gabriel Stuart Jackson (PV Liam Hemsworth) – VII anno, Tassorosso. Caposcuola e Cacciatore. Candidato al Torneo.

Joseph Cornelius Burr (PV Nick Robinson) – VII anno, Serpeverde. Cercatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Robert sorrise all’indirizzo di Audrey.
La ragazza parlava un inglese tutto sommato piuttosto buono e l’inflessione francese impreziosiva il suo accento rendendo la parlata un po’ più lenta e aristocratica. Anche i suoi compagni di scuola, William ed Erlend, partecipavano alla conversazione in modo attivo anche se il primo sembrava a tratti poco lucido tanto che Robert si chiese se avesse bevuto prima di arrivare al castello.
- Avete intenzione di candidarvi al Torneo? –
Audrey rise, scuotendo la testa e facendo oscillare l’elegante chignon in cui aveva raccolto i lisci capelli castani.
- Non ci penso minimamente e, per quanto riguarda Will, lui è semplicemente troppo pigro per pensare di fare qualcosa di troppo fisico. –
Il diretto interessato stirò le labbra sottili in un sorriso mentre le iridi blu luccicavano maliziose.
- Sei ingiusta, io faccio un sacco di attività fisica -, protestò, - solo che se proprio devo sudare preferisco farlo tra le lenzuola invece che in qualche arena puzzolente e polverosa. –
Robert scoppiò a ridere, accompagnato dai francesi.
Era proprio vero che erano molto più smaliziati degli inglesi.
- Tu, invece? –
Erlend annuì compostamente.
- Certo che sì. Mio padre mi ha tassativamente proibito di provare a partecipare, ragion per cui devo assolutamente farlo. –
Robert annuì.
Sapeva abbastanza di contrasti paterni per capire quando c’era qualcosa su cui era meglio sorvolare.
Audrey venne in suo aiuto.
- E tu, Robert? Proverai a partecipare? –
- Non ho ancora deciso, ma non lo escludo. Immagino che mi lascerò guidare dall’istinto. –
La ragazza parve pensare che la cosa avesse molto senso perché sorrise compiaciuta.
- Voi inglesi siete molto … com’è che si dice corageux? – si voltò verso William in cerca di aiuto.
- Coraggiosi, intrepidi. –
- Esattamente. È una qualità che apprezzo molto. –
Vide Erlend avvicinarsi a mormorare qualcosa all’orecchio di William.
Il moro annuì trattenendo a stento una risata sfacciata.
Accigliandosi, Robert si voltò verso di loro cercando di capire di cosa stessero parlando.
- Non fare caso a loro due -, intervenne Audrey, - mi stanno solo prendendo in giro … jeune*. –
- Già, conosco il tipo. Mia sorella mi prende in giro in continuazione, dice che mi focalizzo troppo sul cercare d’intrepretare le espressioni delle persone. –
- Tua sorella non è nella tua Casa? –
Scosse la testa, indicandole il tavolo di Grifondoro al quale Zahra chiacchierava incessantemente con l’americana seduta accanto a lei.
- No, è la ragazza bionda seduta al tavolo rosso e oro. –
Audrey la osservò in silenzio per una manciata di secondi.
- È molto carina, ti assomiglia tanto. –
- Sì, lo é. Tu hai fratelli o sorelle? –
Scosse la testa. – Figlia unica, ma da quando conosco William ed Erlend è come se avessi due fratelli maggiori. –
- Non ti invidio per niente – rise Robert osservando quei due continuare a complottare di chissà cosa.
- A chi lo dici –, convenne Audrey ridendo, - certe volte penso che siano una sorta di castigo divino. –
William ed Erlend smisero di parlare tra di loro e tornarono a inserirsi nella conversazione.
- Hey, mi ritengo ufficialmente offeso – esclamò il biondo.
- E io ti comunico ufficialmente che la cosa non mi interessa affatto – replicò candidamente, per poi tornare a rivolgere la sua attenzione al cibo sull’immensa tavolata.

 

 

 

 

 

 

 

 

*Jeune = immaturi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Si può sapere a chi state facendo gli occhi dolci? –
Lilith e Zahra si voltarono verso il ragazzo che aveva parlato, trovandosi davanti due occhi paragonabili solo al ghiaccio tanto erano chiari.
- Blackburn, non ti hanno insegnato che non si interrompono le conversazioni altrui? -, sbuffò l’americana, - Cos’è ti hanno cresciuto i lupi? –
Le rivolse un sorriso smagliante.
- Sono curioso per natura, soprattutto quando non capisco da cosa è attirata l’attenzione. –
- Ovvero quando non sei tu l’oggetto dell’attenzione generale – chiarì Lilith.
- Esattamente. –
- Sei veramente di un’arroganza mostruosa. –
- Mi è stato detto di peggio. Piuttosto, non mi presenti la tua nuova amica? –
- No -, lo rimbeccò, - te la presenterei solo se mi stesse antipatica perché avere a che fare con te è un vero e proprio supplizio. –
Jason buttò la testa all’indietro, scoppiando a ridere.
- Come sei melodrammatica, rossa. Jason Blackburn – aggiunse porgendole la mano.
Zahra esitò per un istante, ma alla fine la buona educazione la ebbe vinta.
- Zahra Nott. –
- Hai dei gran begli occhi, Zahra. –
Lilith sbuffò, roteando gli occhi.
- Stavamo parlando e a nessuno interessa assistere al Blackburn show quindi risparmiatelo. –
- Gelosa? –, sogghignò, - eppure non dovresti esserlo. Ho sempre avuto un debole per le ragazze dai capelli rossi. –
- Fantastico. Farò una tinta il prima possibile – lo rimbeccò ironica.
Jason tuttavia mantenne il punto; per quanto borioso e fastidioso, bisognava riconoscere il fatto che fosse molto determinato.
- Mi dite di cosa stavate parlando con tanto entusiasmo poco fa? –
- Viktor Krum – replicò Zahra, decisa a mettere un freno a quella sorta di guerra fredda che era in corso tra i due americani.
Non era brava a gestire tutta quella carica d’ostilità.
- Krum? Ma … è vecchio – constatò, sgranando gli occhi.
- E allora? –
- Potrebbe essere vostro padre. –
- Te l’ho già detto, Blackburn: e allora? –
Tentennando, Jason cercò di chiarire il suo punto di vista. – Insomma, quello che voglio dire è che è a dir poco strano che vi piaccia un uomo di quell’età. –
Lilith scosse la testa, incredula.
- Krum non ci piace esteticamente … -
- Beh, non solo–, intervenne Zahra sorridendo divertita, - anche se è arrivato alla sua età in forma smagliante. –
- Ma ci piace come ex giocatore di Quidditch – concluse Lilith, ignorando il commento della sua nuova amica.
La comprensione si disegnò rapidamente sul volto del biondo.
- Ah, adesso sì che è tutto decisamente più normale. –
- Già. Se hai finito con la tua ricerca di normalità, perché non torni a intrattenere il tuo pubblico e ci lasci mangiare in santa pace? –
- D’accordo -, cedette, - alla prossima. –
Tornò al suo posto, un paio di metri distante da loro.
Fu allora che Bentley, che fino a quel momento era rimasto accanto a Charlotte a chiacchierare con lei, si sporse verso le due ragazze.
Puntò le iridi azzurro cielo in quelle dell’amica, sorridendo malandrino.
- Allora? –
- Allora cosa, Ben? –
- Non ho mai visto Jason Blackburn divertirsi così tanto nel discutere con qualcuno, cosa bolle in pentola? –
Lilith scoppiò a ridere.
- Per tutto ciò che è sacro, Ben, non bolle assolutamente nulla. –
- Lui non sembra pensarla allo stesso modo – constatò Charlotte.
Zahra sorrise a sua volta, chiedendosi se quando i Babbani parlavano di “confronto all’americana” intendessero un interrogatorio insistente come quello oppure se l’espressione venisse usata per indicare qualcos’altro.
Si ripromise di chiederlo a Robert, in fin dei conti era lui quello che seguiva Babbanologia.
- A me non interessa minimamente cosa passa per la testa di Blackburn, anche perché dubito seriamente che quelle frasi sconclusionate che albergano nel suo cervello possano essere etichettati come “pensieri” perciò, per favore, chiudiamola qui. –
Bentley e Charlotte non parvero aver altro d’aggiungere e la conversazione scemò rapidamente per lasciare il posto al rumore delle posate che ticchettavano contro i piatti in porcellana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Anche tu giochi come Cercatore? – domandò Joseph, rompendo il silenzio che si era venuto a creare tra di loro.
Era piuttosto incuriosito da Nikolaj, ma il bulgaro parlava poco e si limitava di solito a scambiare qualche chiacchiera con le sue compagne di scuola.
Nikolaj alzò lo sguardo dal piatto e scosse la testa.
- No, gioco come Cacciatore. –
- E hai intenzione di entrare nella nazionale bulgara? –
- Non particolarmente. Insomma, se dovesse capitare accetterei ma non vado a cercare disperatamente un posto lì. Non sono mio padre – concluse, l’espressione seria sul volto dai tratti duri e virili.
- Certo, non pensavo che te la prendessi. –
- Non me la sono presa -, assicurò, - è solo che tutti si aspettano un determinato percorso dal figlio di Viktor Krum e nessuno si prende mai la briga di chiedermi cosa voglio fare io. –
- Resta comunque il fatto che tu sia un grande giocatore – intervenne Constance, allungandosi ad appoggiare una mano sull’avambraccio tonico del compagno di scuola.
Joseph notò l’espressione che comparve sul volto di Helena.
A quanto sembrava alla russa dai capelli rossi la compagna di scuola non andava affatto a genio.
- Smettila di sbavare, Wolf, non ti si addice. –
La bionda non ritrasse la mano, ma anzi continuò a prolungare il contatto e le scoccò un’occhiata provocatoria come sfidandola a rimetterla da sola al suo posto.
Lenochka, seduta di fronte a Constance, alzò lo sguardo per gustarsi la scena.
Quando quelle due si scontravano c’era sempre di che divertirsi.
E dire che Nikolaj neanche la guardava Constance, figurarsi se avrebbe mai assecondato le sue avances eppure la loro biondissima compagna continuava imperterrita a importunarlo da tre anni a quella parte.
Anche Enea sembrava molto interessato a quello scambio di battute.
Tipico di lui del resto, visto che sembrava assolutamente incapace di farsi i fatti propri per più di cinque secondi.
Era un degno informatore per quanto riguardava i pettegolezzi che giravano per Durmstrang, ma Lenochka continuava a non fidarsi abbastanza da confidarsi con lui.
Non era una sprovveduta e sapeva inquadrare le persone al volo.
Enea Palter non era un cattivo ragazzo, ma decisamente non era la persona più adatta a custodire un segreto.
- Nessuno ha chiesto la tua opinione – la rimbeccò la bionda.
- Già, ma non riesco a trattenermi quando vedo qualcuno di così disperato in azione. –
Lenochka trattenne un sorriso divertito, nascondendosi contro l’orlo del calice.
Ne avrebbero viste delle belle se qualcuno non le fermava.
Puntuale come un orologio, Nikolaj ritrasse il braccio dalla presa di Constance e rivolse uno sguardo intenso all’amica.
- Stanno per cominciare a spiegarci le modalità del Torneo. –
In effetti l’anziana preside di Hogwarts aveva preso posto davanti allo scranno dorato a forma di fenice e stava scrutando la sala con espressione severa negli occhi verdi.
Tossicchiò leggermente.
- Un momento d’attenzione, prego. Come tutti voi saprete questo Torneo prevede la partecipazione di otto campioni, quattro ragazze e quattro ragazzi, due per scuola. È importante che sappiate che solo gli studenti del sesto e del settimo anno potranno partecipare e che il sorteggio avverrà in modo del tutto casuale. Alcuni di voi -, e qui i suoi occhi si soffermarono su Nikolaj, - avranno sicuramente sentito parlare del Calice di fuoco dai genitori. Ebbene, sarà proprio questo antico e magico oggetto a decretare i campioni per ogni scuola. Avrete tempo fino alla fine della settimana per presentare la vostra candidatura e domenica prossima il Calice estrarrà i nomi dei sorteggiati. Una volta estratti non potrete più tirarvi indietro, perciò vi invito a riflettere attentamente prima di apporre il vostro nome all’interno. Ponderate attentamente la vostra decisione e fino a quel momento mi auguro che tutti voi vi troviate bene a Hogwarts – concluse, venendo accolta da un applauso generale e cordiale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Marjorie trovava quella ragazza di Corvonero, Tatiana, semplicemente incredibile.
A Beauxbatons era difficile trovare ragazze così spontanee e divertenti che fossero disposte a passare del tempo con lei e che al contempo non lo facessero per accaparrarsi qualche vantaggio.
- Questo posto è immenso, credo che mi ci vorranno settimane prima di imparare a orientarmi – considerò mentre camminava al fianco di Tatiana e Gabriel.
Il ragazzo le sorrise comprensivo.
- Hogwarts fa sempre questo effetto all’inizio, ma ti assicuro che imparerai molto presto a orientarti. –
- E per il resto ci siamo noi – concluse Tatiana, sorridendole amichevolmente.
- Lo apprezzo molto – assicurò.
- Il resto dei tuoi compagni di scuola? – chiese d’un tratto Gabriel.
- Non ne ho idea e sinceramente non mi interessa. Non ho mai legato particolarmente con nessuno di loro, sono una fervida sostenitrice del “meglio soli che male accompagnati”. –
Tatiana annuì silenziosamente.
Si trovava decisamente d’accordo e apprezzava sopra ogni cosa chiunque riuscisse a starsene per i fatti propri e non necessitasse incessantemente dell’attenzione altrui; l’indipendenza era una gran cosa e lei ne era una fautrice a dir poco appassionata.
- Tuttavia sono certa che troverò amicizie interessanti qui a Hogwarts. –
- Sono certa che sarà così – convenne la Corvonero.
Marjorie sorrise solare.
Non vedeva l’ora che cominciasse una nuova giornata lì al castello.
Quell’anno prometteva svago e incredibili avventure.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

 Salve!
Come promesso eccoci qui con il primo capitolo vero e proprio. Ho cercato di dare sufficiente spazio a tutti gli OC e spero di esserci riuscita; vi chiedo di farmi sapere se siete soddisfatti o meno dalla resa del vostro OC.
Detto ciò, vi auguro una buona serata e ci vediamo al prossimo capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary

   
 
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