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Autore: elleonora    26/07/2017    1 recensioni
Virginia, da poco laureata in psicologia, decide di trascorrere l'estate in compagnia dei suoi amici di sempre. Una sera in discoteca vede un ragazzo dagli occhi ipnotici che la stregano, ma purtroppo viene trascinato via da un amico. Riuscirà la dolce Virginia a rivedere quegli smeraldi che tanto l'hanno colpita? Ma soprattutto, lui si sarà accorto di lei?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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INASPETTATAMENTE_ cap.17



Principi, medicine & ricette – Capitolo 17

 

 

24 Gennaio.
 
Ore 11:12
 
 
V’s POV.
 
 
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
 
No.
Dai.
No dai.
Non voglio.
 
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
 
Non voglio svegliarmi.
Non ora.
La sveglia deve smettere di vibrare.
 
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
 
No, non voglio aprire gli occhi.
 
Ok.
Ha smesso.
Meglio così, torno nel mio sonno.
 
Dolci movimenti nei capelli continuano a cullarmi da qualche tempo.
No, non voglio svegliarmi.
Mani forti che mi accarezzano dolcemente, che si intrecciano nei miei capelli, che mi sfiorano dolcemente la nuca.
Dovrei proprio sognare più spesso queste cose belle.
 
Sento un respiro più deciso che si avvicina alla mia testa e qualcuno deposita un tenero bacio tra i miei capelli.
Matteo?
Virginia è impossibile, è solo un sogno.
Matteo non può essere qui.
Una mano torna tra i miei capelli, mi beo di questo contatto, di tutta questa gentilezza.
Matteo per davvero?
No, non è possibile.
Virginia vedi di svegliarti e smetterla di sognare.
 
Il respiro alle mie spalle si fa più energico, è come se si avvicinasse e un buonissimo profumo invade il mio volto.
Ma io questo profumo lo conosco, e lo conosco davvero molto bene.
Anche se lo conosco da poco, questo profumo è entrato perfettamente in testa, catalogato come “qualcosa di estremamente buono” ed è proprio bello.
E’ bello proprio perché sa di lui. Di Matteo.
Com’è possibile che sia qui?
Non voglio aprire gli occhi perché so che tutto questo potrebbe finire.
Sento un altro bacio sulla testa, tra i miei capelli…
Quanta dolcezza.
E poi.
Quello che credo che sia Matteo è fermo sopra di me.
Il respiro lento e regolare.
Il profumo che sa di buono.
E’ proprio un bel sogno.
 
Sento un tenero bacio tra le labbra e la guancia.
Un sorriso mi si allarga spontaneamente sul mio volto.
E’ istantaneo: un bacio di Matteo provoca questo.
Un bacio di Matteo?
 
Apro un occhio e… Oh.
Non ci credo. Dai, non so se posso credere che Matteo sia realmente qui.
Mi guarda dolcemente stupito, stranamente tranquillo, bello come il sole, mentre sta appoggiando la schiena al mio divano, in casa mia.
Il mio divano.
A casa mia.
Matteo sul mio divano, a casa mia?
Devo smetterla di sognare ad occhi aperti.
Devo smetterla di avere queste sottospecie di allucinazioni date dall’emicrania.
 
A proposito di mal di testa. Che meraviglia. Non è più presente, non c’è più. O almeno, non è più così forte come lo era prima. Oppure mi sono semplicemente rimbambita del tutto ed è forte e ho pure le allucinazioni, quindi non posso neanche rendermene conto. Bene, ma non benissimo.
Apro anche l’altro occhio ma non cambia nulla.
Lui è sempre qui e mi guarda.
Ora con aria chiaramente divertita.
 
No, non può essere qui.
Non è possibile.
 
«Oh, cavolo. Ora la mia emicrania mi provoca anche le allucinazioni!» dico sospirando.
Matteo, o almeno, la presenza ologrammatica ed eterea di Matteo, mi guarda e sorride.
Non è possibile davvero.
«No, non è possibile. Allucinazioni.» dico alzando e premendo il mio indice sul volto divertito di Matteo.
Sulla sua guancia.
Oh merda.
«Ehi, ma tu. Tu non sei una allucinazione.» dico chiaramente imbarazzata.
«Eh, no.» risponde lui con un sorriso da infarto.
«Sei qui…» brava Virginia, renditi ancora più ridicola.
«Non me ne sono andato. Sono contento che tu ti sia svegliata!» dice lui prendendo con la sua mano il mio dito che era rimasto fermo sulla sua guancia, avvicinando la mia mano alle sue labbra e depositando un bacio lì.
Oh mio dio.
Altro che farfalle nello stomaco, infarti multipli con scompensi cardiaci a gogo.
Rimango inebetita con le guance in fiamme, con gli occhi fissi nei suoi.
Vorrei sprofondare.
Virginia dì qualcosa.
O fai qualcosa.
«Ho… Ho fatto qualcosa di sbagliato?» chiede Matteo anticipando qualsiasi parola che potessi proferire.
«No no, figurati. Sono cose che… Vedi, mi lasciano, anzi no, tu mi lasci senza parole.» ammetto arrossendo.
«Mi vengono così naturali, con te. Quindi, dimmi se faccio qualcosa che non va bene.» mi risponde quasi in imbarazzo.
Annuisco semplicemente.
Avevo già detto che l’avrei sposato!?
Ora necessito sposarlo davvero, magari gli propongo un viaggio a Las Vegas tipo domani.
“Matteo hai il passaporto pronto? Andiamo a Las Vegas subito!”
Virginia smettila.
 
La mia mano rimane tra quella di Matteo.
Non l’ho più spostata dopo il bacio.
Tranquillamente inizia ad incrociare le sue dita con le mie.
Il mio stomaco fa proprio le capriole, come se avessi dodici anni.
Ora sì, ci sono le farfalle. Magari anche le libellule o altri animaletti primaverili.
Alla fine dell’incrocio ci ritroviamo palmo contro palmo.
Mani tra le mani.
Dita tra le dita.
Le sue dite si stringono alle mie e mi infondono calore, tranquillità e protezione.
Virginia è solo una mano.
Solo una mano?
No, è un qualcosa di erotico.
Bisognerebbe denunciarlo alle autorità!
Non sapevo che due mani unite potessero dare sensazioni così lussuriose.
Semplici sensazioni che mi scaldano il corpo e l’anima.
Sensazioni mai provate fino ad ora con qualcuno.
Mai.
L’altra mano di Matteo è sempre rimasta tra i miei capelli. Non l’ha mai spostata.
Si accorge di qualcosa perché inizia dicendo «Posso lasciarla…»
«Resta. Se i capelli non ti si annodano alle mani! A me piace, mi rilassa tanto.» lo interrompo e lui sorride.
 
«Oddio.» dico io poco dopo mentre Matteo mi accarezza la mano e la testa contemporaneamente.
«Cosa c’è?» chiede lui con una voce calda e tranquilla. Potrebbe farmi qualsiasi domanda e io mi scioglierei nel giro di mezzo secondo.
«Mi sono addormentata su di te!»
Virginia, te ne sei accorta tardi, anzi tardissimo. E continui a renderti ridicola e a dire ovvietà.
«Certo.»
«Potevi spostarmi!»
«Perché avrei dovuto?» chiede lui quasi divertito.
«Non so, magari avevi altre cose da fare! Non dovevi studiare?»
«Non ti preoccupare. Ho letto qualcosina prima.»
«Ma hai un esame da preparare! Devi studiare!» ribadisco io.
«Non ti preoccupare Virginia. Sono prontissimo.» dice lui con voce seria.
«Faccio fatica a non crederti, sai?»
Brava Virginia, renditi sempre più ridicola.
«E’ solo un esame. Cambiamo discorso, su. Come stai? Il mal di testa? Sembri meno sofferente.»
«Va.» cerco di fare mente locale sulla mia attuale situazione, mi sento in una bolla in questo istante, e il mal di testa non c’entra nulla, c’entra solo lui. «Va bene. Il mal di testa è diminuito molto.»
Mi interrompe lui sussurrando «Scusa il terzo grado. Ma, ecco, ero preoccupato per te.»
Un’altra volta sono frastornata. Questo ragazzo riesce a spiazzarmi semplicemente con le parole o con dei gesti apparentemente normalissimi.
«Non ti preoccupare. E’ grazie a te se sto meglio!»
«Addirittura?» chiede lui divertito.
«Sì, davvero. Non sarei tornata a casa subito. A proposito di mattina, ho rovinato completamente i tuoi programmi per la mattinata!»
«Non dire così. Ho passato una mattina a vegliare su una principessa. Proprio come nelle fiabe.» dice lui malizioso.
Fiaba?
Fiaba!
Lui mi ha dato un bacio come nelle fiabe!
E io mi sono svegliata grazie al suo bacio.
Va bene, sto al gioco.
«E i principi svegliano le principesse addormentate con un bacio. Come hai fatto tu!»
«Io?» chiede lui con aria innocente.
«Oh sì, tu!» faccio forza sui gomiti e mi avvicino al suo viso «Grazie.» gli dico depositando un casto bacio a fior di labbra e tornando successivamente accoccolata sulle sue gambe.
 
 
«Virginia, ascolta.» inizia lui dopo qualche momento.
Il tono non mi piace, è il classico da “ti devo dire un qualcosa di brutto, preparati” oppure “ho un’amante tagliata a pezzi nascosta nell’armadio”.
Oh sì, lo sapevo che ci saremmo arrivati.
Era tutto troppo perfetto per essere vero…
«Dimmi tutto.» rispondo guardando nei suoi occhi verdi.
«Prima, quando stavi dormendo è suonato il tuo telefono.»
«Ho sentito qualcosa infatti, mi sa che mi sono riaddormentata subito.»
«Non smetteva di suonare e non volevo che ti svegliassi, perché avevi proprio bisogno di riposare e dormire. Quindi, ecco, ho risposto io alla telefonata.»
«Uh.» che pensiero dolce.
Posso sposarmelo? Dai!
Allora, tiriamo le somme. Per ora tutto bene, la parte durante la quale mi confessa che ha ucciso qualcuno quando arriva? Non mi piace sentirlo parlare così, è così, incerto.
«Ed era tua madre.»
«Oddio.» Eccola qui la bomba, di tutte le persone che potrebbero chiamarmi, lui ha risposto quando mi chiamava Rose.
«Spero di non farti arrabbiare, dato che ho invaso la tua privacy.»
«Stai scherzando, vero?»
«Sono serissimo. E ho la netta sensazione che mi manderai fuori casa nel giro di due secondi.» mi risponde tutto d’un fiato.
Scoppio a ridere con una di quelle risate che mi piacciono tanto, non forzata, non idiota. Solo una risata. Vera. Come Matteo.
Lui mi guarda un po’ titubante, forse aspettandosi davvero di essere eiettato fuori da casa mia.
«Eri preoccupato per questo?» chiedo io con la voce più dolce che posso avere.
«Sì. Ecco. Non sapevo. Non.»
«Sssh.» porto un mio dito della mano libera vicino alle sue labbra. «Non ti preoccupare tu. Hai fatto benissimo. Sei stato gentilissimo, davvero. Grazie.»
«Grazie a te.» dice sussurrando.
«Ora però sono curiosa…»
«Di cosa?» chiede lui sorridendo con una voce molto più distesa di prima.
«Cosa ti ha detto Rose?» chiedo io curiosa.
«Se te lo dicessi poi dovrei ucciderti. E non mi va proprio.» risponde.
«Scherza pure, signor principe, ma me lo deve dire.»
«Vuoi saperlo davvero?»
«Mi devo preoccupare? Forse sì, dopotutto è mia madre. Dimmi, forza, sono pronta a tutto.» gli rispondo cercando di apparire il più coraggiosa possibile.
«Mi ha chiesto di rimanere qui finché tu non ti fossi sentita meglio. Le ho dato la mia parola che non mi sarei mosso da qui.»
«Cosa?» Mi lascia a bocca aperta. Io uccido mia madre appena la vedo.
«Non fare quella faccia Virginia. Era preoccupata per te.»
«Lo so, lo so. Non le sono mai piaciuti i miei mal di testa.»
«Lo so. Poi…» prosegue quasi assorto nei suoi pensieri.
«Lo sai? Poi? C’è dell’altro?» sembro una pazza invasata.
«Uhm. Si, mi ha invitato a cena.»
«Sei il primo che viene qui invitato da Rose.» sono incredula e lui sorride beffardo. «A cena?» chiedo ancora più sospettosa. Mia madre che invita qualcuno a cena che esce con la sua bambina? Qualcuno deve aver ipnotizzato Rose durante la telefonata.
«Si, ma non ti preoccupare. Ha detto che sarebbero venuti anche Marco e Alessandro.»
«Cospirano tutti alle nostre spalle!» dico io scrollando la testa e sorridendo.
«Ti dirò, mi piacciono tutte queste cospirazioni.» risponde Matteo avvicinandosi pericolosamente alla mia testa.
Con un sospiro avvicina le sua labbra alle mie.
Labbra contro labbra.
Un sorriso e poi dischiudiamo le labbra insieme, finalmente le nostre lingue si ritrovano dopo del tempo che mi è sembrato infinito.
Lingue che si accarezzano, lingue che giocano, lingue che esplorano.
Con dolcezza e passione insieme, le nostre lingue continuano a danzare per un periodo di tempo indefinito.
Quando ci stacchiamo gli stringo la mano che ha lasciato incatenata alla mia.
L’altra mia mano è sulla sua nuca e me lo tengo vicino. Non voglio che si stacchi.
Il suo profumo è meglio di una droga. E i suoi baci, beh, i suoi baci anche.
«Mh, sì. Piacciono anche a me queste cospirazioni.» dico io dopo aver preso un po’ di ossigeno e lui mi regala un sorriso splendido.
«Ne sono contento.» mi risponde a fior di labbra prima di approfondire un’altra volta un suo meraviglioso bacio.
 
«Quindi, ricapitolando, abbiamo in programma due cene.» dice Matteo sorridendo dopo una lunghissima serie di baci.
«Come due?» chiedo io. Da quando sono due? In ogni caso, se anche dovessero essere dieci, cento, mille, non sarebbe un problema. Anzi.
«Sì certo! Una devo assolutamente portarti fuori io. Un’altra con tua madre, Marco e Ale.» ribadisce lui.
«A proposito.» chiedo io curiosa «Ti ha detto di darle del tu?»
«Sì! Mi ha praticamente obbligato a darle del tu e a chiamarla Rose.» Tipico di lei.
«I miei sospetti sono fondati allora.» affermo seria.
«Mi rendi partecipe dei tuoi sospetti?» chiede lui dandomi un bacio sulla guancia.
«Cerchi forse di compromettermi così? Dato che sei tu e dato che oggi mi sento particolarmente buona, ti renderò partecipe.» rispondo io ridacchiando.
«Molto bene.» dice lui continuando a depositare dei dolcissimi baci sulla guancia.
«Le stai simpatico.»
«Davvero?»
«Oh sì. In più Marco e Ale hanno parlato bene di te a Rose.» si Virginia, brava, vai avanti e raccontagli anche che lo sogni in situazioni poco caste e via. Smettila di aprirti così tanto con lui.
«Com’è possibile?» chiede lui.
«Spero non sia… Come dire, un problema per te. Ma, ieri sera sono piombati qui Ale e Marco senza preavviso e hanno indagato.» Come fanno sempre del resto.
La sua risposta arriva con un sorriso «Nessun problema. Conosco molto bene quei due, quindi immaginavo che chiedessero informazioni a te. Anche se ora potrei essere quasi geloso… Preferiscono una donna a me.» afferma con un sorriso.
«Stai attento sai. Hanno dalla loro parte una psicologa, ovvio che preferiscano me!» Tutta questa sicurezza da dove ti esce Virginia?
«Lo so benissimo. Mi minacciano costantemente.»
Mi piacciono queste informazioni con minacce. Dovrò congratularmi con Marco o con Alessandro.
«Sarà una cena sofferta. Vedrai!» dico io scherzando.
«Immagino. Non sono molto abituato a questo genere di cose.» ammette lui quasi imbarazzato.
«Io neanche, se ti fa piacere saperlo.» affermo con un sorriso imbarazzato.
«Molto, sì.» dice lui guardandomi intensamente con quegli occhi verdissimi.
«Forse… Ti senti a disagio? Stiamo, come dire, correndo troppo?» chiedo piuttosto preoccupata. Non vorrei essere precipitosa, andare troppo veloce, non voglio affrettare il corso delle cose, già l’averlo qui è… Tanto.
«Assolutamente no. Le situazioni imbarazzanti e a disagio sono altre, fidati! Però se mette te a disagio non vengo.» dice lui rassicurandomi.
«No no. Voglio che tu venga. Non volevo che magari…»
«Non ti preoccupare Virginia. Poi, non sarò solo. Sarà un qualcosa di nuovo e divertente.»
«Soprattutto per la presenza di Marco e Ale.» gli rispondo sorridendo.
«Vedrai, andrà benissimo.» dice lui serioso.
«Ma almeno una data prevista?» chiedo.
«No.» ammette lui.
«Uh, non ti preoccupare allora. Vedrai, Rose è piena di eventi da organizzare ma appena avrà un venerdì o un sabato sera libero, inizierà a pensare a ogni minima cosa.» sicuro come l’oro avrà già controllato la sua agenda.
«Mi fa quasi paura.»
«Te l’avevo detto!» rispondo sorridendo.
«Poi magari non ti farà più uscire con me.»
«Ma io sono una ragazza ribelle. Uscirei lo stesso, sai?»
«Davvero?»
«Chissà, forse.»
«Potrei quasi esserne onorato.» mi risponde aprendosi in un meraviglioso sorriso. «Poi quando vuoi vieni a cena con me.»
«Quando voglio?» Posso dire sempre?
«Certo. Quando vuoi tu.»
«Presto allora.» Questa sera?
«Va bene. Magari dopo l’esame.»
«Cavolo sì, scusa. L’esame… Quando sarà?»
«Mercoledì prossimo.»
«Allora hai ancora un po’ di tempo.»
Lui annuisce sorridendo e baciandomi con una tranquillità devastante.
 
Svariati minuti e baci dopo.
 
«Senti ma, quel rumore veniva dalla tua pancia?» chiedo stupita a Matteo.
«Ebbene sì, il mio stomaco ha appena brontolato.»
Alzo la manica della felpa per vedere che ore sono.
Oh cavolo.
«Ovvio che il tuo stomaco brontoli! Avrà anche fame! E’ quasi mezzogiorno e mezzo!»
«Decisamente. Il tempo è volato!»
«Devi… Andare via?» chiedo titubante.
«Più tardi sì. Devo andare a prendere mia sorella a scuola e non so dove la devo portare...» sembra che si stia giustificando.
«Oh.» è anche un bravo fratello. La sorella, non l’ha nominata molto. Ma si vede da come ne parla che la adora. Avrà qualche difetto nascosto da qualche parte?! Dubito. «A che ora?» chiedo.
«Alle due e mezza.»
Ho appena avuto un’idea. Un’idea di quelle belle. Una di quelle cose che decidi al volo e che ti devi buttare per forza. «Beh, dovrai pur mangiare qualcosa, vero?»
«Sì?» è una domanda.
«Rimani qui. Cucino qualcosa e poi vai. Il tuo stomaco mi ringrazierà!» Non so da dove mi sia usci
«Cucini tu?» chiede sorpreso.
«Certo!»
«Cosa preferisci?»
«Qualsiasi cosa va bene.»
«Una pasta può andare?»
«Va più che bene.» risponde abbassandosi su di me. «Grazie.» mi stampa un bacio a fior di labbra e torna con la schiena appoggiata al divano.
«Grazie a te per essere rimasto. Rose ti ha fatto rimanere senza neanche sapere se avessi avuto da fare o meno. Mangi qui e poi vai da tua sorella, va bene?»
«Sorella è un eufemismo, è una sottospecie di tornado!» dice lui sorridendo.
«Mi alzo da qui così preparo.»
«Alzati piano eh.» si preoccupa anche. Dove l’hanno costruito un ragazzo così?
«Certo.» mi metto seduta e la testa gira lievemente, ma non pulsa più.
Ho la testa libera e leggera, soprattutto non fa più male. Ho trovato la mia medicina perfetta per il mal di testa: pastiglia, sonno e Matteo.
 
Mi alzo in piedi con calma e Matteo continua a stringermi la mano, non l’ha mai lasciata.
Cucinare per lui non sarà facile.
Mi distrae e l’unico pensiero che ho non è rendere orgoglioso Carlo Cracco o Joe Bastianich con le loro ricette, ma quello di riappropriarmi delle sue labbra, di abbraccialo, di ringraziarlo per essere rimasto. Ma soprattutto di regalargli una buona motivazione per rimanere.
 
Cucinare sarà assolutamente un qualcosa di estremamente difficile.
 
 
***
 
Sono tornata! Chiedo perdono, un immenso immenso perdono. Non mi sono dimenticata di questa storia! Ma la mia vita ha preso una strada particolare e gli ultimi mesi sono davvero stati intensi. Intanto, buona sera e ben ritrovate a tutti voi lettrici meravigliose, oppure per chi non ha mai letto nulla benvenutissimi. Siamo arrivati, giuro, non so come, al diciassettesimo capitolo. Ci tenevo a ringraziarvi per essere arrivati fin qui, con me. State sognando, sorridendo e scoprendo Virginia e Matteo così come faccio io capitolo per capitolo. State viaggiando anche con me.
 
La bella addormentata si sveglia e trova lì un meraviglioso principe che la aspetta. Parlano molto in questo capitolo, è un capitolo molto molto diretto, ne sono consapevole. Ho lasciato spazio più che altro ai dialoghi e non a tutti i pensieri di Virginia. Avevano bisogno di parlare, di conoscersi meglio, di scoprirsi. E così hanno fatto. Matteo e Virginia hanno lasciato libero sfogo ai pensieri, ai dubbi, alle insicurezze e hanno anche agito. Com’è giusto che sia! Piccoli passi alla volta. Io li ho trovati davvero teneri. Ora ci attende un pranzo e ben due cene. Idee? Dubbi? Perplessità? Prometto che aggiornerò molto presto.
 
Grazie ancora.
Per me significa tantissimo, davvero.
 
Una buonissima serata a voi e al prossimo capitolo!
 
Un abbraccio.
E.

 

   
 
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