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Autore: Iron_Captain    27/07/2017    4 recensioni
Un killer misterioso che sta terrorizzando la città... Una verità che sconvolgerà la vita di Judy... Cosa accadrà e come riuscirà Judy Hopps ad affrontare e gestire queste situazioni?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 15: Omicidio Prestabilito

Dopo essere stata immersa in un sonno profondo molto rilassante, la piccola Judy si svegliò con tranquillità, stiracchiando le proprie zampe in alto. Anche oggi avrebbe affrontato una dura giornata di lavoro. Non appena si alzò dal letto, sentì uno strano verso che riconobbe subito: era un ringhio. Purtroppo la penombra del piccolo appartamento le impedì di riuscire a vedere chi fosse.
"Chi sei?" domandò impaurita.
Come risposta ci fu un altro ringhio. Purtroppo non aveva la vista notturna come il suo migliore amico, perciò non riuscì a vedere nulla. Mosse qualche passo in avanti, tenendo i pugni stretti e alzati. Istintivamente voltò lo sguardo a sinistra, verso la finestra con la persiana chiusa. Oltre al solito ringhio, questa volta ci fu un assordante scricchiolio del pavimento di legno. Prima che la coniglietta potesse pensare o fare qualcosa, venne aggredita dal suo assalitore, il quale la spinse fuori dall'appartamento, distruggendo la porta d'ingresso.
Judy sferrò un doppio calcio sullo stomaco del predatore selvaggio, che non era ancora riuscito a identificare, nel tentativo di allontanarlo. Dal modo in cui gli era saltato addosso e dalla ferocia che aveva, sembrava essere selvaggio. Dopo essersi rialzata ed essersi preparata a battersi contro di lui, la leporide esitò non appena lo riconobbe: "Nick?"
"Ahahahahahahah."
L'agente di polizia si voltò rapidamente verso la provenienza della risata sonora che aveva sentito.
"Come puoi ben vedere, mia piccola Judy, sono tornata...e sono pronta a vendicarmi."
"Tu!" esclamò Judy non appena vide Dawn Bellwether. "Che cosa hai fatto a Nick?!"
La pecorella tirò fuori, dalla tasca della sua giacchetta, una piccola pallina violacea.
"Maledetta stronza, giuro che te la farò pagare!" rispose la coniglietta non appena riconobbe il siero degli Ululatori Notturni che la criminale aveva in mano.
Proprio in quel momento, la volpe selvaggia tornò ad aggredire la leporide, saltandole sopra ed immobilizzandola.
"Ah...Nick...Resisti! Devi combatterlo!" disse l'amica tentando di portare alla ragione il canide "ipnotizzato".
"Vedo che non hai ancora imparato nulla, Judy: nessuno può resistere a quel siero." intervenne la pecora ricominciando a ridere.
"I miei colleghi...ti arresteranno comunque...Uccidermi non servirà a nulla!" esclamò Judy, la quale tentò di opporre resistenza al predatore selvaggio.
"Può anche darsi, coniglietta, ma avrò ottenuto il mio obiettivo principale: vendicarmi di te!" rispose la pecora, che questa volta iniziò a ridere più sonoramente.
In quel momento, mentre la leporide ascoltò quelle ultime parole che la lasciarono di stucco, il predatore addentò il collo della preda, che urlò dal dolore. Ad un tratto la vista divenne rossa, mentre il dolore che prima sentiva la abbandonò completamente, nonostante continuò a vedere e a percepire ciò che le accadeva intorno. Mentre vedeva il suo ex amico che continuava a sbranarla, riuscì a sentire le forti risate di quella pecora, che annunciò chiaramente di aver vinto: era riuscita ad uccidere Judy Hopps.

La leporide si alzò rapidamente dal letto, mettendosi rapidamente seduta. Respirava affannosamente e grondava di sudore. Si guardò attorno completamente agitata, dopodiché si distese pesantemente sul letto, rilassandosi.
Ci mancava solo che anche la Bellwether fosse presente nei miei incubi , disse tra sé la coniglietta, mentre controllò l'orario della sua sveglia: erano le 4:45.
Dopo aver sbadigliato, la leporide si alzò piano piano dal letto. Chiunque l'avesse vista in quel momento, avrebbe pensato che fosse stata vittima di una lite, nella quale il suo avversario l'aveva battuta e conciata per le feste; o che dovesse riprendersi da una sbronza. Probabilmente era a causa degli incubi che ormai faceva tutte le notti, dei suoi misteriosi e strani malori, e del duro stress e della preoccupazione, provocate dalla killer ogni volta che minacciava di far del male a tutti i mammiferi con cui stringeva un qualsiasi tipo di rapporto; in parole povere, si sentiva talmente stanca e distrutta da pensare di chiedere immediatamente, come minimo, un anno di ferie.
Proprio in quel momento, prima che potesse entrare in bagno, il sue cellulare iniziò a squillare.
"Chi è che disturba a quest'ora?", si chiese la coniglietta con espressione scioccata, mentre si avviò, con passo pesante e rigido, verso la scrivania per vedere sullo schermo chi fosse: era Nick.
"Pronto?" disse con voce rauca.
"Sbrigati a prepararti, Carotina!" urlò la volpe allarmata.
Quel tono diede fastidio all'udito della povera Judy, la quale allontanò il proprio cellulare dall'orecchio, e scosse velocemente la testa.
"Ma come ti salta in mente di urlare, Nick!" esclamò arrabbiata.
"Sbrigati a prepararti e fatti trovare giù tra pochi minuti! Ti vengo a prendere!"
Detto ciò, la chiamata terminò. La leporide si affrettò a prepararsi, sperando che il motivo di tanta agitazione fosse a causa di un'emergenza.

Non appena uscì dall'edificio, Judy notò la volante, con le sirene accese, parcheggiata sull'altro lato del marciapiede. Con gran rapidità, la coniglietta attraversò la strada, entrando, subito dopo, dentro la volante. "Che succede, Nick?"
La volpe si voltò a guardarla; "È in corso una sparatoria al ristorante cinese Jun Sung, in cui sono coinvolte l'FBI, la SWAT e il nostro distretto di polizia. La situazione è veramente critica, e hanno richiesto urgentemente rinforzi."
"D'accordo, andiamo." tagliò corto Judy.
Il suo partner mise in moto la vettura, partendo a tutta velocità, con le sirene spiegate ad alto volume.
"Come hai fatto a venire sotto casa mia così in fretta?"
"Sono rimasto appostato sotto casa tua da ieri sera."
"Come?
"Pensavi veramente che ti avrei lasciata da sola fino adesso? Ho il compito di proteggerti."
Judy scosse la testa con espressione offesa: "Ascoltami bene, volpe dispettosa..."
"Stai tranquilla che rispetterò la tua privacy." la tranquillizzò Nick.
"Grazie." si limitò a rispondere Judy, che osservò a lungo, incuriosita, il suo partner: trovò strano il fatto che Nick si limitasse a fare il suo dovere senza fare una delle sue battute sarcastiche; nonostante le mancavano i battibecchi che si creavano ogni volta che veniva provocata, al momento preferiva che fosse serio, poiché stava affrontando una situazione veramente difficile: i suoi strani malori e sensazioni, la killer che si divertiva a torturarla in tutti i sensi. E poi, in questo modo, poteva anche confidarsi più spesso e senza temere di venire presa in giro. Chissà se avrebbe continuato ad essere così o se sarebbe tornato sarcastico e scherzoso come prima, una volta risolto il caso.
"Dove stiamo andando?" chiese la leporide che, guardando dal finestrino della macchina, riconobbe le strade e gli edifici che scorrevano a gran velocità.
"In Centrale: dobbiamo prepararci a dovere." rispose il canide.
"Come mai? Che cosa sta succedendo?" chiese rapidamente Judy voltandosi verso il suo migliore amico, e con l'intenzione di avere ulteriori chiarimenti.
"I criminali che hanno iniziato la sparatoria sono in possesso di armi militari dotate di una grande potenza di fuoco: parliamo di lanciarazzi, bombe e altre armi devastanti; sono in tutto tre, e uno di loro è un esperto cecchino di piccole dimensioni."
La coniglietta intuì subito chi fosse; "Linda."
La volpe, pur pensando che quella gatta non sembrasse essere colpevole, decise di non ribattere, poiché non voleva iniziare a litigare con la sua partner...soprattutto ora che era in corso un'emergenza.
Dopo essere arrivati in centrale, i due poliziotti si avviarono verso l'armeria. Lì indossarono le tute antisommossa; composte da elmi d'acciaio con la visiera di plastica, tute in pelle rivestite, sul torace, con una piccola armatura di ferro e con la stessa imbottitura di un giubbotto antiproiettile, degli stivali simili a quelli dei militari, e i guanti in pelle. Dopo aver preso anche delle armi d'assalto, riservate soltanto in alcuni momenti, i due mammiferi si avviarono verso il garage del distretto, dove presero un enorme SUV corazzato.
"Nervosa, Carotina?" chiese Nick, notando i movimenti nervosi delle ginocchia della sua partner, che aveva lo sguardo basso, fisso sul suo SGA2000 a ripetizione.
"Tutto ciò deve assolutamente finire oggi." fu la risposta di Judy, decisa come non mai.
"Questa volta la fermeremo a quella psicopatica. Abbi fede." la tranquillizzò Nick, mentre accese il motore della loro vettura secondaria.

Quando arrivarono sul luogo in cui stava avvenendo la sparatoria, i due agenti videro che la situazione era peggiore di quanto potessero immaginare: un'auto della polizia completamente in fiamme e accartocciata su se stessa; diversi cadaveri degli agenti della SWAT, dell'FBI e di alcuni loro colleghi; e il resto degli agenti delle Forze dell'Ordine barricati dietro le auto e i furgoni blindati che sparavano alle finestre del ristorante, ormai prive delle vetrate che erano andate in frantumi, per dare copertura ai loro colleghi poliziotti, che cercavano di far evacuare i civili delle case vicine per metterli al sicuro, allontanandoli dalla portata del fuoco incrociato tra i criminali e le Forze dell'Ordine.
"Accosta qui." disse rapidamente Judy, dopo aver esaminato bene lo scenario.
La volpe fermò subito il SUV, vicino al marciapiede; "Perché?"
"Possiamo coglierli di sorpresa, per impedire che ci siano altre vittime tra i nostri colleghi." rispose la coniglietta mentre si tolse la cintura di sicurezza e scese dalla vettura.
Nick fece altrettanto, scegliendo di seguire la leporide.
"Aspetta un momento, Judy." disse subito il canide, mentre andò ad aprire il portabagagli del mezzo blindato.
Non appena la leporide lo raggiunse, ricevette da lui due Mac10, una cintura con alcune bombe a mano, un coltello e due pistole.
"Vedo che hai portato abbastanza armi per combattere una guerra." disse scherzosamente la poliziotta.
Dopo aver preso gli altri due Mac10, una doppietta, una pistola e qualche bomba a mano, Nick sorrise alla battuta della sua partner; era felice di vedere che, anche se per un breve istante, avesse ritrovato un po' di ironia e spensieratezza che aveva messo da parte a causa di quella killer, ossessionata dalla povera Judy.
Una volta attrezzati per bene, i due piccoli mammiferi si avviarono rapidamente verso il vicolo dall'altra parte del marciapiede. A quel punto si mossero lentamente, appoggiati sulla parete. Dopo aver seguito la coniglietta, Nick le passò avanti.
"Nick!" esclamò sottovoce la leporide, trattenendolo per una zampa.
"Non ricordi che devo proteggerti?" ribatté la volpe.
Con l'arma puntata in avanti, il canide svoltò l'angolo, uscendo allo scoperto. Per un istante, la coniglietta fu invasa da un'improvvisa paura di vedere il suo partner cadere vittima di un imboscata e di venire ucciso. Fortunatamente, ciò non accadde. Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, Judy provò a seguirlo, ma fu colta da un altro improvviso colpo di vertigine e ad avere la vista annebbiata. Fu sul punto di cadere a terra, ma ebbe la prontezza di reggersi con le altre zampe, mollando la propria mitragliatrice. In quel momento ebbe la sensazione di svenire; ma quando quei sintomi le passarono, notò chiaramente le due zampe dal pelo arancione che stavano afferrando i propri gomiti.
"Tutto bene, Judy?" chiese preoccupato Nick che, preoccupato, si era chinato e aveva preso i gomiti della sua partner, nonostante non sapesse cosa fare per farle calmare quei malori.
"Sto bene." rispose velocemente la leporide rimettendosi in piedi lentamente, e prendendo la propria arma. "Andiamo."
Quando la poliziotta svoltò l'angolo e osservò il vicolo che conduceva verso l'entrata laterale del ristorante.
Ma come diamine hanno disposto gli edifici? si chiese Judy, notando la sproporzionata larghezza del vicolo, il quale aveva altri quattro ingressi, due da entrambe le sponde, che conducevano, tramite piccoli vicoli, verso la strada. Gli unici oggetti che potevano offrire un valido riparo erano quattro grossi cassonetti in acciaio dell'immondizia. L'entrata era a qualche metro davanti a loro, con a fianco due finestre, dalle quali i criminali potevano sporgersi e sparare a chiunque osasse avvicinarsi. Grazie al rumore degli spari, i due partner poterono avvicinarsi rapidamente senza trovare alcuna resistenza. Quando raggiunsero l'ultimo cassonetto, dietro il quale si ripararono, il cellulare della coniglietta iniziò a squillare.
"Oh no!" esclamò Judy, ricordandosi che si era dimenticata di metterlo in modalità "Silenzioso", mentre si affrettò a prenderlo.
"Maledizione, Judy: ora sapranno..."
Senza dargli il tempo di terminare la frase, la leporide rispose alla chiamata, dopo aver visto chi fosse.
"Pronto?"
"Bel tentativo quello di cogliere di sorpresa me e i miei compagni; peccato che io non mi faccio mai cogliere di sorpresa, né mi faccio mai trovare impreparata."
La chiamata fu rapida e breve; e non appena terminò, la leporide rimase molto turbata da quelle parole.
"Era lei?" chiese il canide non appena notò l'espressione della sua partner. "Che cosa ha detto?"
La coniglietta si voltò verso Nick; "Sa che siamo qui."
A quelle parole, anche la volpe rimase di stucco; come era possibile che fossero stati notati?
"Va bene: dobbiamo..."
Prima che Judy gli desse il tempo di finire la frase, spinse in avanti il suo migliore amico, cercando di allontanarlo il più possibile dal cassonetto, piombandogli sopra. In quell'istante, un missile colpì il loro ex riparo, facendolo volare per un paio di metri, per poi schiantarsi sul suolo. I due mammiferi osservarono il cassonetto in fiamme.
"Porca miseria!" esclamò Nick, rendendosi conto che se non fosse stato per Judy, sarebbe saltato in aria e bruciato vivo, morendo sul colpo.
"Dobbiamo entrare!" esclamò la coniglietta rimettendosi in piedi e iniziando a sparare verso una delle finestre; seguita subito dopo dal suo partner, che invece sparò verso l'altra finestra.
"Io entro!"
"Aspetta Carotina!"
La leporide corse verso la porta; dopo aver temporaneamente smesso di sparare con la mitragliatrice, prese una granata a mano e, dopo averla armata, la lanciò verso la finestra, centrando in pieno il bersaglio. Mentre si sentì l'esplosione, la coniglietta sparò alla serratura della porta, la quale si aprì verso l'esterno. Quando la raggiuse entrò e, senza dare uno sguardo nei dintorni, ricominciò a sparare. Non appena i colpi terminarono, buttò a terra il suo SGA2000 e, con una rapidità che sembrava essere sovrumana, prese i suoi MAC10 e riprese nuovamente a sparare, consapevole che non erano presenti agenti di polizia, eliminando i due criminali appostati sulle finestre che affacciavano sulla strada principale, dove si trovavano le Forze dell'Ordine, bloccate dietro il loro posto di blocco formato dai loro mezzi a causa del fuoco di sbarramento nemico. Non appena vide, davanti a lei, sulle scale che conducevano al primo piano, una mammifera dalle piccole dimensioni, che sicuramente si trattava della killer, puntò i propri mitra contro di lei; ma non appena iniziò a sparare, non solo i proiettili mancarono il bersaglio, andando a confiscarsi sui diversi punti delle pareti e delle scale, ma finì di svuotare i caricatori delle proprie armi. Approfittando di ciò, l'assassina prese rapidamente la sua pistola e sparò alla coniglietta, colpendola al petto, poi corse sopra le scale.
"Ah!" fece Judy toccandosi il petto. Quando diede un'occhiata al palmo della propria zampa, si accorse che non era sporca di sangue. Improvvisamente si ricordò che indossava la tuta antisommossa, e non un semplice giubbotto antiproiettili. A quel punto, dopo essersi ripresa, si lanciò al suo inseguimento. Raggiunse il piano superiore senza problemi: non fu ostacolata ne dai criminali che si trovavano giù, ne dall'assassina. La sala era veramente enorme, e piena di tavoli poggiati su un solo grande piede cilindrico posto al centro e con varie sedie; il pavimento e le pareti erano di legno ed era ornata di varie decorazioni orientali: alcune erano dei quadri, altre erano dei disegni fatti su grandi fogli di pergamena.
Maledizione, imprecò a mente Judy, che si rese conto che era facile per quella pazza nascondersi e tendere agguati.
"Vieni fuori, vigliacca!" urlò, mentre avanzò piano piano, con le pistole in pugno completamente cariche. Dopo aver superato i primi tavoli, la coniglietta si ricordò di avere con sé ancora quattro bombe a mano: dopo essersi fermata, prese una di esse e, dopo averla armata, la lanciò in avanti. La granata esplose, oltre a emettere un forte rumore, fece crollare alcuni tavoli e saltare in aria le sedie circostanti: alcune di esse furono scagliate a qualche metro di distanza. Purtroppo, in quel punto, non ci fu nessun movimento sospetto. A quel punto la coniglietta prese la terza bomba a mano. Non appena la armò e cercò di scagliarla in un altro punto della sala, fu colpita al petto da un proiettile che, oltre a non ferirla, le fece mollare la presa sulla granata, che cadde a terra, vicino a lei. Con tutte le proprie forze, la leporide si buttò all'indietro, cadendo a terra, evitando per un soffio di venire colpita dall'esplosione. Quando si rialzò, con grande rapidità, si ritrovò davanti a sé l'assassina, che iniziò a sferrare una serie di pugni e calci, colpendole il petto e il viso. Dopo aver subito qualche colpo, Judy ebbe la prontezza di bloccare uno dei suoi pugni e di contrattaccare l'assassina, colpendola sul viso con la propria testa, ben protetta dal casco, allontanandola di qualche passo.
"Mostrami il tuo volto, Linda!" gridò la leporide, che dopo essersi tolto il casco, si mise in posizione di difesa alzando i propri pugni.
"Perché dovrei rovinarti il brivido e il gusto della scoperta?" disse la criminale, continuando a camuffare la sua voce, rimettendosi in piedi. "Se vuoi vedere il mio volto, devi togliermi tu il passamontagna."
La leporide, in preda alla rabbia, dopo essersi lasciato sfuggire un ringhio, attaccò nuovamente la sua assalitrice sferrandole un pugno sul viso. Anche la criminale, a sua volta, sferrò un pugno sul viso della piccola mammifera. A quel punto iniziò la lotta, che fu un susseguirsi di pugni e calci, che a volte andavano a segno. Erano ben determinate ed entrambe resistevano ai continui attacchi che si scambiavano; ma la coniglietta aveva anche il vantaggio della propria rabbia: infatti, furiosa come non mai, sferrò una ginocchiata in mezzo alle gambe della criminale, la quale si piegò in avanti, con le zampe sullo stomaco, e lanciò un gemito di dolore. A quel punto Judy, ansiosa di scoprire chi era quella fantomatica killer e di continuare a suonargliele per bene, tentò di prendere il suo passamontagna e di toglierlo. Tuttavia, la criminale ebbe la prontezza di colpire la sua avversaria in mezzo alle gambe con un pugno molto forte, cogliendola di sorpresa. La leporide si piegò in avanti, poi cadde a terra con la schiena, portandosi le proprie zampe sul bacino.
"Stronza puttana!" gridò Judy a causa del dolore.
Lentamente, l'assassina si alzò in piedi; "Stavolta mi sei piaciuta tanto, cara...e sai: se io volessi potrei mettere fine alla tua vita e alle tue sofferenze in questo momento."
"Perché non lo fai?" continuò a gridare la leporide.
"Perché devi ancora scoprire chi sono...e devi ancora vedere ciò che ho fatto oggi, qui; e cosa farò nei prossimi giorni."
A quella risposta, Judy sputò a terra, poiché l'assassina si trovava in piedi, e non inginocchiata: "Vaffanculo!"
L'assassina si limitò a ridere ironicamente, osservando la sua preda incapace di reagire.
"Judy!" la chiamò Nick salendo di corsa le scale.
Non appena l'assassina lo vide, iniziò a sparargli contro, mentre iniziò a correre verso la finestra alle proprie spalle.
"Fermati assassina!" urlò Nick sparandole con la sua mitragliatrice. I colpi, purtroppo, andarono a vuoto.
La criminale, dopo aver raggiunto la finestra, effettuò un balzo, distruggendo il vetro, e fuggì via.
A quel punto, la volpe si affrettò a raggiungere la finestra. Quando si trovò a pochi metri da essa, comparve dal nulla una granata rivolta verso di lui. Prima che potesse toccare terra e colpire il predatore, una coniglietta molto scaltra nei movimenti e nei riflessi, si buttò addosso a lui: i due mammiferi si lanciarono a diversi metri di distanza dall'esplosione provocata da quella piccola, ma letale, bomba.
"Nick!" lo chiamò Judy preoccupata.
"Sto bene..."
Senza dargli il tempo di finire la risposta, la leporide si alzò in piedi e si diresse verso la finestra: dopo essere saltata sul cornicione, si accorse che sotto di lei, all'uscita, c'erano le scale antincendio. Iniziò a guardarsi intorno, in basso: non vide niente.
Maledetta bastarda, esclamò Judy, capendo subito che la criminale era riuscita ancora una volta a fuggire.
"È scappata ancora!" esclamò la leporide scendendo dal cornicione.
"Era prevedibile." rispose il canide venendole incontro.
"Questa cazzo di storia non finirà mai!" disse alterata la poliziotta.
"Forse non oggi, e probabilmente neanche domani, ma prima o poi questa storia finirà."
A quel punto, Judy, già furiosa, perse la pazienza: "E quando finirà?! Quando avrà terminato di uccidere tutti i mammiferi a cui tengo di più; o fino a quando deciderà di uccidermi e di portare il mio cadavere alla Bellwether; oppure quando avrà sterminato la mia famiglia?!..."
La volpe, che comprese benissimo le reazioni della sua migliore amica e la situazione che stava affrontando, non seppe cosa rispondere.
"Agente Hopps; agente Wilde."
I due mammiferi si voltarono subito: era Fengmayer, che al momento ricopriva il ruolo temporaneo del loro capitano.
"Dovete seguirmi nella dispensa del ristorante." ordinò loro la tigre.
"Che succede, Signore?" chiese Nick.
"Abbiamo trovato un cadavere: ed è necessario che veniate a vedere con i vostri occhi."
La coniglietta rimase molto turbata da quelle parole, che le ricordarono ciò che le aveva detto la killer: ad ogni settimana che sarebbe passata, nel caso non fosse stata ancora scoperta la sua vera identità, avrebbe ucciso un mammifero. Iniziò a correre, lasciando indietro il suo partner, invasa dal pensiero che fosse morto qualcuno a cui teneva tanto.
"Aspetta Judy!" la chiamò Nick, iniziando a correre.
La leporide non lo ascoltò. Era terrorizzata: ripensò alle minacce di quella psicopatica, soprattutto quelle rivolte alla propria famiglia.
Ti prego, fa che non sia nessuno dei miei, pregò. Non riusciva ad immaginare come avrebbe mai potuto reagire se fosse morto uno dei propri familiari.
Corse a più non posso, superando persino il suo temporaneo superiore.
"Un momento, Hopps...!"
Non appena arrivò al piano terra, la coniglietta assistette al macabro spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi: diversi mammiferi morti, tra criminali e agenti delle Forze dell'ordine. Appoggiati sopra il bancone, a sinistra, c'erano una mitragliatrice gatling e un lanciarazzi; sicuramente usati dai criminali. Ciò spiegava il motivo per cui c'erano tante vittime, e soprattutto perché nessun agente fosse riuscito a irrompere nell'edificio. Era stato tutto organizzato.
"La dispensa si trova di sotto." disse Fengmayer raggiungendo la coniglietta.
Sentito ciò, Judy si affrettò a raggiungere il piano inferiore, dove si trovavano la dispensa e il magazzino in cui si conservavano gli ingredienti che si usavano per cucinare le diverse specialità. Mentre scese le scale, si fece spazio da un addetto alla scientifica, che imprecò per la sgarbatezza della piccola mammifera, che oltre a non perdere tempo a rispondergli male, raggiunse il luogo prestabilito. Non appena vide la vittima, a qualche metro di distanza davanti a lei, la coniglietta sgranò gli occhi, poiché la riconobbe: era la pecorella Dawn Bellwether, seduta su una normalissima sedia di legno, e con la testa completamente abbassata, e le zampe che aveva sulle braccia si trovavano dietro la schiena: probabilmente erano legate alla sedia con un pezzo di corda o delle manette. A causa della distanza e della presenza della Scientifica che stava analizzando la scena del crimine, la coniglietta non poté avvicinarsi ad osservare meglio la vittima. Tuttavia, nonostante fosse sollevata dal fatto di non aver trovato deceduto un suo caro, iniziò a chiedersi come mai la killer avesse ucciso colei che l'aveva assoldata per eliminare l'agente Hopps. Non trovando una risposta alla domanda che si era posta, cominciò a pensare che tutto ciò non avesse senso.
"Finalmente ti ho raggiunta, partner...o cavolo." disse Nick non appena raggiunse la leporide e vide la pecorella deceduta.
"È...stata la killer?"
"Si."
"Ma...perché?"
"Non lo so." rispose infine Judy, che fece per andarsene.
"Aspetta: dove vai?" chiese il canide afferrandole il braccio per fermarla.
"A prendere un po' d'aria." rispose la leporide scrollandosi il braccio per liberarsi dalla presa del suo collega e avviandosi verso l'uscita del ristorante.

Angolo autore
Perdonatemi se ho tardato molto a pubblicare questo capitolo, ma ho avuto diversi imprevisti e poi non volevo dividere anche questo in due parti, vista la sua lunghezza.
Ma adesso torniamo al capitolo: cosa ne pensate di questo colpo di scena? Ve lo sareste mai aspettato? Che teorie avete elaborato? Eh si: mi sto divertendo molto a scrivere questa fanfiction, che spero vi stia continuando a piacere...anche perché ci tengo a scrivere bene una storia, proprio perché so che il duro lavoro viene sempre ricompensato da chi la legge.
Se notate degli errori che mi sono sfuggiti durante la revisione, fatemelo sapere.

   
 
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