Un
Dono Inatteso
Vegeta si trovò davanti ad
uno spettacolo che mai aveva
visto. Tre aliene bellissime erano sedute sul pavimento e quando lo
videro
sorrisero sollevandosi in tutto il loro splendore.
Una delle tre, dalla pelle chiara
quasi bianca e il fisico
slanciato, gli si avvicinò ammiccante, immergendo nei
sottili occhi ossidiana
di lui, i suoi, profondi e verdissimi. Era molto simile ad una Saiyan
ma era
dotata di una coda più lunga, sottile e glabra. Lei
sembrò non interessarsi
dello sguardo basito del Principe e sinuosamente lo baciò.
Vegeta sentì, come punto
da un’ape, la necessità di
respingerla ma si trattenne dal farlo bruscamente. Le sue labbra erano
rosee e
morbide e per un istante lo stordirono. Cautamente porto le mani ruvide
sulle
spalle nude e la allontanò da se.
- Mio Principe…-
intervenne la seconda.
Della stessa razza di Payde, ma
ancora più provocante della
stessa, si avvicinò all’ uomo e
agguantò le fibbie della tuta da combattimento
sganciandola in un solo gesto.
Vegeta ancora scosso per
l’incontro avuto nel bunker si
ritrasse guardandola con sguardo severo.
- Esci. – le
ordinò secco.
Lei, sgomenta, non ubbidì
immediatamente, ma quando il
Principe contrasse leggermente la mascella scivolò fuori
fulminea.
Poi il guerriero rivolse gli occhi
alla terza donna presente.
Era visibilmente molto più giovane e tentava goffamente di
sedurlo con lo
sguardo ancora pieno di innocenza. Con un cenno del capo le
ordinò di uscire e
lei, sollevata, ubbidì.
Infine si immerse nuovamente nello
sguardo della donna che
gli stava di fronte.
- Vuole che rimanga, mio Re?
– chiese.
Vegeta, impassibile, la
oltrepassò avvicinandosi alle
vivande disposte sul tavolo.
- Non sono ancora Re. –
disse lui versandosi da bere.
- No, ma presto lo diventerete.
– rispose lei.
Lui sorrise portandosi la coppa alla
bocca.
- Sei stata con mio fratello Ortagos?
La domanda la sorprese, ma quando lui
si voltò per ascoltare
la risposa tentò di assecondarlo con lo sguardo.
- Sono stata con molti uomini. Tuo
fratello non mi avrebbe
scelto per te, se non avesse saputo cosa ti offriva.
- Molti uomini? –
incalzò sollevando un sopracciglio - Soldati?
Lei sorrise imbarazzata.
- Molti di loro erano soldati.
–ammise annuendo.
Lui fece un passo verso di lei
minaccioso, tanto da
spingerla indietro con la forza della sua stessa presenza.
- Sai, tu avrai visto molti
uomini… ma io ho visto molti
posti.
- Non ne dubito. – rispose
lei tentando di reggere il suo
sguardo.
- Ho avuto a che fare con molte razze
aliene…- continuò lui,
voltandosi ed andando a sedersi sull’ enorme letto. Con un
cenno della mano la
invitò a sedersi a fianco a lui. – Da quale
pianeta vieni?
- Da Tomodol, mio Re. –
rispose, ubbidendo alla sua
richiesta.
Vegeta si interruppe un istante
fissando il vuoto, assorto,
la mano ancora avvolta intorno alla coppa.
- Non ricordo il tuo
pianeta… –sentenziò portando la mano,
veloce come una saetta, sul ventre di lei, invitandola a sdraiarsi.
La pelle bianca rifletteva la luce
soffusa della stanza ed
il tocco deciso ma delicato dell’uomo quasi fece trasalire
l’ esile corpo.
- Ma, mi sembra strano aver
dimenticato un pianeta abitato
da creature tanto belle.- concluse portando le labbra sottili sul petto
voluminoso dell’ aliena.
La ragazza sorrise e
affondò la mano affusolata nei capelli
del guerriero, soffocando un gemito.
- C’erano persone di ogni
tipo su Tomodol, mio Re.
Vegeta sollevò le labbra e
sussurrò ad un millimetro dalla
pelle candida:
- C’erano?
Istantaneamente l’aliena
deglutì.
-Purtroppo la conquista del pianeta
da parte di Freezer è
costata la vita a molti tomodoliani…e anche la successiva
liberazione è stata
devastante. – rispose lei, con tono cupo.
Vegeta, di rimando, con uno scatto si
portò sopra
l’aliena. Le
due pelvi erano a contatto
e il saiyan non esito a sottolineare quel contatto con una breve
spinta,
facendo sussultare la donna.
Felino si portò con il
volto sopra quello di lei e piantò il
suo sguardo deciso in quello leggermente velato della ragazza.
-Devastante?
Celando il suo disagio dietro un
mezzo sorriso, l’aliena
rispose:
- Si, mio Re. Ma siamo stati
fortunati; i saiyan hanno
portato la pace sul mio pianeta e nella galassia. Altri pianeti che
sono ancora
sotto il controllo di Freezer sono ormai ridotti ad un cumulo di
macerie.
Vegeta si piego sui gomiti portando
il suo viso appuntito ad
un centimetro da quello dell’aliena. Lei istintivamente lo
baciò, meno
provocante e meno sicura di quanto non avesse fatto prima.
Vegeta questa volta non si scanso,
senza però schiudere le
labbra sottili e
ambrate.
- Come ti chiami?
- Mi chiamo Gasha, mio Re.
Lui sorrise e mentre lei tentava di
baciarlo nuovamente, lui
si voltò evitandola.
- Ora mi ricordo del tuo pianeta,
Gasha. – riprese lui.
Le mani di lei scivolarono leggere
sul volto di lui fino ad
arrivare alla sua bocca.
- Basta parlare del mio pianeta, mio
Re.
Lui non reagì mentre le
mani di lei, agili ma incerte
liberavano lui dalla parte inferiore della tuta, liberandolo, e
accarezzandolo
brevemente.
Vegeta
accennando un
movimento, lesse, mascherata da un sussulto, la preoccupazione nel
volto di lei,
ed ebbe la risposta che cercava.
- Sai perché ricordo il
tuo pianeta, Gasha?- chiese lui.
Lei incredula lo guardò
negli occhi, e vi lesse un‘ ira
cieca. Ogni reazione divenne troppo lenta e lui con la mano libera
dalla coppa
le afferrò entrambe le mani e gliele strinse sopra la testa.
- Perché, mio Re?
– chiese lei visibilmente spaventata.
Era li, inerme, di fronte ad uno
degli esseri più potenti
della galassia non capendo come e quando poteva essersi tradita. Ma era
certa
che da quella stanza non sarebbe uscita viva.
- Perché c’
erano voluti relativamente pochi uomini per
liberarlo.
Lui sorrise tra se. Se non avesse
passato gli ultimi giorni
a documentarsi sulla guerra nella quale si era trovato, non se ne
sarebbe mai
ricordato. Il Vegeta di quella dimensione non avrebbe mai
più pensato ad
pianeta Tomodol, a chi lo aveva liberato, o a come lo avevano soffiato
a
Freezer. La presa sulle mani di lei si fece ancora più
stretta.
- I tuoi generali sono stati molto
solerti, mio Re. – lo
assecondò lei, trattenendo un gemito di dolore.
Di nuovo Vegeta come risposta
premette la sua virilità, ora
nuda, contro di lei, ma senza andare oltre. La donna
sussultò nuovamente, senza
capacitarsi di come erano precipitate le cose.
- Non tutti i miei
generali…solo uno. Taidon.
Lei deglutì nuovamente e
Vegeta strinse le mani di lei più
forte, tanto che lei strinse i denti in una smorfia di dolore.
- Si era alleato con voi tomodoliani
- riprese Vegeta senza
modificare il tono mellifluo della voce - perché sapeva che
eravate – alzò la
coppa in modo che lei potesse vederla –…esperti di
veleni.