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Autore: BambuBaoBab    27/07/2017    0 recensioni
Nata come una One-Shot ha intrapreso una gestazione prepotente, nella mia mente e tra le mie dita, fino a nascere in una Fic. Ora piange, perché vuole essere letta e giudicata.
Dal prologo.
- Tu hai dei desideri, Saiyan? – chiese Lord Bailor.
- Che domande…-rispose Vegeta – tutti hanno dei desideri.
Il Dio sorrise e giunse le mani. Dalla punta dei medi scaturì una piccola sfera di luce.
- Ingoia questa sfera Saiyan e il tuo desiderio più profondo, quello che ha covato nel tuo animo per anni si esaudirà. Ti troverai in una nuova dimensione, reale quanto quella in cui risiedi ma dove qualcosa è accaduto, o accadrà, o sta accadendo in modo diverso. Solo tu puoi decidere cosa.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bardack, Goku, Re Vegeta, Vegeta
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un Dono Inatteso

Vegeta si trovò davanti ad uno spettacolo che mai aveva visto. Tre aliene bellissime erano sedute sul pavimento e quando lo videro sorrisero sollevandosi in tutto il loro splendore.

Una delle tre, dalla pelle chiara quasi bianca e il fisico slanciato, gli si avvicinò ammiccante, immergendo nei sottili occhi ossidiana di lui, i suoi, profondi e verdissimi. Era molto simile ad una Saiyan ma era dotata di una coda più lunga, sottile e glabra. Lei sembrò non interessarsi dello sguardo basito del Principe e sinuosamente lo baciò.

Vegeta sentì, come punto da un’ape, la necessità di respingerla ma si trattenne dal farlo bruscamente. Le sue labbra erano rosee e morbide e per un istante lo stordirono. Cautamente porto le mani ruvide sulle spalle nude e la allontanò da se.

- Mio Principe…- intervenne la seconda.

Della stessa razza di Payde, ma ancora più provocante della stessa, si avvicinò all’ uomo e agguantò le fibbie della tuta da combattimento sganciandola in un solo gesto.

Vegeta ancora scosso per l’incontro avuto nel bunker si ritrasse guardandola con sguardo severo.

- Esci. – le ordinò secco.

Lei, sgomenta, non ubbidì immediatamente, ma quando il Principe contrasse leggermente la mascella scivolò fuori fulminea.

Poi il guerriero rivolse gli occhi alla terza donna presente. Era visibilmente molto più giovane e tentava goffamente di sedurlo con lo sguardo ancora pieno di innocenza. Con un cenno del capo le ordinò di uscire e lei, sollevata, ubbidì.

Infine si immerse nuovamente nello sguardo della donna che gli stava di fronte.

- Vuole che rimanga, mio Re? – chiese.

Vegeta, impassibile, la oltrepassò avvicinandosi alle vivande disposte sul tavolo.

- Non sono ancora Re. – disse lui versandosi da bere.

- No, ma presto lo diventerete. – rispose lei.

Lui sorrise portandosi la coppa alla bocca.

- Sei stata con mio fratello Ortagos?

La domanda la sorprese, ma quando lui si voltò per ascoltare la risposa tentò di assecondarlo con lo sguardo.

- Sono stata con molti uomini. Tuo fratello non mi avrebbe scelto per te, se non avesse saputo cosa ti offriva.

- Molti uomini? – incalzò sollevando un sopracciglio - Soldati?

Lei sorrise imbarazzata.

- Molti di loro erano soldati. –ammise annuendo.

Lui fece un passo verso di lei minaccioso, tanto da spingerla indietro con la forza della sua stessa presenza.

- Sai, tu avrai visto molti uomini… ma io ho visto molti posti.

- Non ne dubito. – rispose lei tentando di reggere il suo sguardo.

- Ho avuto a che fare con molte razze aliene…- continuò lui, voltandosi ed andando a sedersi sull’ enorme letto. Con un cenno della mano la invitò a sedersi a fianco a lui. – Da quale pianeta vieni?

- Da Tomodol, mio Re. – rispose, ubbidendo alla sua richiesta.

Vegeta si interruppe un istante fissando il vuoto, assorto, la mano ancora avvolta intorno alla coppa.

- Non ricordo il tuo pianeta… –sentenziò portando la mano, veloce come una saetta, sul ventre di lei, invitandola a sdraiarsi.

La pelle bianca rifletteva la luce soffusa della stanza ed il tocco deciso ma delicato dell’uomo quasi fece trasalire l’ esile corpo.

- Ma, mi sembra strano aver dimenticato un pianeta abitato da creature tanto belle.- concluse portando le labbra sottili sul petto voluminoso dell’ aliena.

La ragazza sorrise e affondò la mano affusolata nei capelli del guerriero, soffocando un gemito.

- C’erano persone di ogni tipo su Tomodol, mio Re.

Vegeta sollevò le labbra e sussurrò ad un millimetro dalla pelle candida:

- C’erano?

Istantaneamente l’aliena deglutì.

-Purtroppo la conquista del pianeta da parte di Freezer è costata la vita a molti tomodoliani…e anche la successiva liberazione è stata devastante. – rispose lei, con tono cupo.

Vegeta, di rimando, con uno scatto si portò sopra l’aliena.  Le due pelvi erano a contatto e il saiyan non esito a sottolineare quel contatto con una breve spinta, facendo sussultare la donna.

Felino si portò con il volto sopra quello di lei e piantò il suo sguardo deciso in quello leggermente velato della ragazza.

-Devastante?

Celando il suo disagio dietro un mezzo sorriso, l’aliena rispose:

- Si, mio Re. Ma siamo stati fortunati; i saiyan hanno portato la pace sul mio pianeta e nella galassia. Altri pianeti che sono ancora sotto il controllo di Freezer sono ormai ridotti ad un cumulo di macerie.

Vegeta si piego sui gomiti portando il suo viso appuntito ad un centimetro da quello dell’aliena. Lei istintivamente lo baciò, meno provocante e meno sicura di quanto non avesse fatto prima.

Vegeta questa volta non si scanso, senza però schiudere le labbra sottili  e ambrate.

- Come ti chiami?

- Mi chiamo Gasha, mio Re.

Lui sorrise e mentre lei tentava di baciarlo nuovamente, lui si voltò evitandola.

- Ora mi ricordo del tuo pianeta, Gasha. – riprese lui.

Le mani di lei scivolarono leggere sul volto di lui fino ad arrivare alla sua bocca.

- Basta parlare del mio pianeta, mio Re.

Lui non reagì mentre le mani di lei, agili ma incerte liberavano lui dalla parte inferiore della tuta, liberandolo, e accarezzandolo brevemente.

 Vegeta accennando un movimento, lesse, mascherata da un sussulto, la preoccupazione nel volto di lei, ed ebbe la risposta che cercava.

- Sai perché ricordo il tuo pianeta, Gasha?- chiese lui.

Lei incredula lo guardò negli occhi, e vi lesse un‘ ira cieca. Ogni reazione divenne troppo lenta e lui con la mano libera dalla coppa le afferrò entrambe le mani e gliele strinse sopra la testa.

- Perché, mio Re? – chiese lei visibilmente spaventata.

Era li, inerme, di fronte ad uno degli esseri più potenti della galassia non capendo come e quando poteva essersi tradita. Ma era certa che da quella stanza non sarebbe uscita viva.

- Perché c’ erano voluti relativamente pochi uomini per liberarlo.

Lui sorrise tra se. Se non avesse passato gli ultimi giorni a documentarsi sulla guerra nella quale si era trovato, non se ne sarebbe mai ricordato. Il Vegeta di quella dimensione non avrebbe mai più pensato ad pianeta Tomodol, a chi lo aveva liberato, o a come lo avevano soffiato a Freezer. La presa sulle mani di lei si fece ancora più stretta.

- I tuoi generali sono stati molto solerti, mio Re. – lo assecondò lei, trattenendo un gemito di dolore.

Di nuovo Vegeta come risposta premette la sua virilità, ora nuda, contro di lei, ma senza andare oltre. La donna sussultò nuovamente, senza capacitarsi di come erano precipitate le cose.

- Non tutti i miei generali…solo uno. Taidon.

Lei deglutì nuovamente e Vegeta strinse le mani di lei più forte, tanto che lei strinse i denti in una smorfia di dolore.

- Si era alleato con voi tomodoliani - riprese Vegeta senza modificare il tono mellifluo della voce - perché sapeva che eravate – alzò la coppa in modo che lei potesse vederla –…esperti di veleni.

   
 
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