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Autore: MonAnge    27/07/2017    2 recensioni
Kristine Adams era una ragazza diciassettenne come tutte le altre. Viveva in una famiglia ricca a Los Angeles. Ma non aveva idea che stava per avvenire un fatto che le avrebbe completamente sconvolto la vita.
I suoi genitori - Marie e Albert- erano sul punto di perdere tutti i soldi investiti. Per questo motivo Kristine accetta di sposarsi con un milionario che neanche conosceva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sposata con un diavolo 

Capitolo 14 - Eccoti.
~~<>~~

-Adams, smettila di fare la bambina e siediti in macchina. - disse arrabbiandosi Jace e prendendomi fortemente la mano. -Andiamo.-

-Cosa? Non vado da nessuna parte con te. Non mi sposterò di un millimetro da qui se non mi dici cosa gli hai fatto.- dissi tutto con un respiro orgogliosamente, alzando lo sguardo su di lui.

Sentii uno stanco e arrabbiato sospiro.

-Sai che posso semplicemente prenderti in braccio e metterti in macchina? Non mi ci vuole niente. - mormorò continuando a bombardarmi con quei suoi sguardi freddi e decisi.

Ma come si permetteva? Non ero un oggetto o la sua domestica che doveva eseguire tutto ciò che mi ordinava. Mai nella mia vita avevo incontrato persone viziate come lui.

-Non lo farai! - risposi sicura.. ma capii che lui pensò che gli avessi lanciato una sfida. 

-Piccola, mi stai sottovalutando…- disse avvicinandosi a me, si inchinò, prese le mie gambe e mi mise sulle sue spalle.

-Noo, lasciamii! Sono con il vestito!! - lui mi lasciò di nuovo a terra e si appoggiò sulla macchina mettendosi nella posa precedente. 

-Sto già andando con Louis.- ammisi.

Lui guardò la macchina parcheggiata vicino, poi me, poi di nuovo la macchina.Lanciò l’ennesimo sguardo a me come per chiedere spiegazioni.

-È un amico di Evelyn. - lo rassicurai. 

-Non m’importa chi è. Tu vieni con me. - disse severamente e, vedendo che volevo aggiungere qualcosa, continuò- Discussione chiusa.

-Non è chiusa! - la mia testardaggine si fece avanti- Con te non vado da nessuna parte!

Lui si arrabbiò e guardò in cielo come se volesse dire “Dio...ma mi sono meritato tutto questo? Che ho fatto?” 

-Ma ti sei dimenticata che posso semplicemente prenderti in braccio e metterti in questa cavolo di macchina?

In ogni parola sentivo la sua stanchezza di combattermi e rabbia. “Stai giocando col fuoco”, mi dissi. Non potevo non dire però che mi piaceva farlo arrabbiare, mi dava soddisfazione. 

-Ne dubito. - Oh ne ero sicura al 100% che potesse farlo. La mia bocca non voleva starsi zitta.

Si inchinò improvvisamente facendo attenzione a non sollevare il vestito e mi prese in braccio.

-Aaaah, lasciamii! Adesso mi metto a urlare che mi vuoi violentaree! - dissi io sentendo come risposta un sorriso. - GENTEE!! MI VOGLIONO VIOLEEEN….- Ma non finii la frase che mi mise in quell’auto.  Cavolo. Dovevo pensare a qualcosa!

Certo! Nel mentre che Jace andò dall’altra parte della macchina per sedersi, io saltai fuori e corsi fino alla macchina di Louis. Mi sedetti e urlai:

-Vaaii!!- dissi a Louis che reagì subito. 

Guardai nel finestrino: c’era Jace fermo vicino alla sua macchina tutto arrabbiato. Mi calmai e mi sentii al sicuro.

-Che è successo, Kristine?- mi chiese Evelyn - Sembra che ti stava attaccando un orso. - Si girò da me. 

-Un orso no, ma posso dire che era un diavolo.. hai visto cosa mi stava facendo? Mi ha preso sulle spalle!! Che idiota.-

Louis e Evelyn si guardarono e scoppiarono entrambi a ridere.

-Che ridete, imbecilli? Mi può rimanere un trauma psicologico!

Loro risero più fortemente.

Dopo mezz’ora eravamo già vicino a casa mia.

-Grazie per il passaggio, imbecilli. - dissi prima di uscire dalla macchina e sentendo di nuovo le loro risate.

Cavolo...non avevo le chiavi. Mi rimaneva sperare che i genitori fossero già tornati.

Suonai il campanello e aspettai. Dopo un minuto la porta si aprì e vidi mia madre. Sentivo che mi aspettava un interrogatorio da parte sua. 

-Kristine Adams- cominciò severamente lei- devi ringraziare Jace che gentilmente ci ha avvisati che oggi notte saresti rimasta con lui..-

-Mamma, io…-

-Fammi finire! Ci ha detto che il tuo telefono si era scaricato e non potevi tornare a casa perché non avevi preso le chiavi. Devi vergognarti signorina! Saremmo impazziti se non ci avesse chiamato.

Signorina? Non mi aveva chiamato mai in questo modo.

-Jace…?-

-Sì mi ha riferito che ti sei sentita male al ristorante e ti ha portato a casa sua.-

-E tu mi hai affidato così semplicemente a lui?! Mi poteva fare del male! - urlai io.

-Smettila di dire sciocchezze, Kristine! Ah a proposito...ha detto che visto che non ti senti ancora completamente bene il matrimonio non ci sarà oggi. Ha detto che poi decide un altro giorno.-

-Decide? Farà tutto lui?!

-Kristine! Ah si e per favore assicurati di avere il cellulare sempre acceso e non dimenticarti le chiavi. -

Decisi di non continuare questa discussione e entrai in stanza. Quindi Jace le aveva mentito. Mi buttai sul letto e subito dopo i miei occhi si chiusero e mi addormentai dalla stanchezza.

Li aprii a causa di un continuo bussare di qualcuno.

-Mamma apri!! - urlai mezza addormentata. 

Ma niente. Il bussare continuava. Cavolo, dove se ne erano andati di nuovo?

Alzandomi vidi attaccato alla mia porta un biglietto.

 
Figliola, un mio parente si è sentito male. Siamo dovuti partire subito, ci devi scusare. Arriviamo tardi, ti ho preparato il pranzo. Baci♡.
 

Guardai l’orologio, segnava le 19.00

“Più che pranzo, ora è cena.” - pensai a voce alta.

Qualcuno non smetteva di bussare. Mi avvicinai e aprii la porta.

Alla vista il mio corpo si paralizzò...


 
   
 
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