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Autore: heythereimliah    27/07/2017    0 recensioni
I NUOVI EROI - LA LANCIA DI GUNGNIR
LIBRO 1
[Ispirato alla saga di Rick Riordan: Percy Jackson, questa storia può essere letta anche da chi non conosce la saga, poichè non ci sono collegamenti diretti ad essa]
In un mondo in cui gli Dèi Norreni sonon reali e hanno dei figli con dei mortali ed i mostri tentano di rendere la vita impossibile ai semidei, la pace di due secoli viene interrotta da delle misteriose sparizioni di oggetti magici.
L'arrivo di un nuovo ragazzo al "Campo Midhgard" crea molta agitazione e il fatto che anche la lancia di Gungnir sia scomparsa, rompe completamente il vetro di pace che si era creato.
-Atteggiamenti e relazioni omosessuali
-Nessuna azione di sesso o atti carnali esplicita
-Presenza di violenza/Sangue/morte
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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I NUOVI EROI

LA LANCIA DI GUNGNIR

 

LIBRO 1

 

 

CAPITOLO 1

 

UCCIDO BOB, L'AUTISTA STRABICO DELL'AUTOBUS

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi chiamo Byun Baek-hyun, ho sedici anni e fino a qualche giorno fa vivevo in un collegio a est di Seoul per ragazzi problematici.

Sono problematico ? Si, penso che questo termine mi calzi veramente a pennello.

La mia vita non è interessante come quella di tutti gli altri ragazzi, o almeno era così prima dello scorso Giugno quando dovetti prendere l'autobus che mi avrebbe portato a “casa”. Vivo in una piccola villetta a due piani esattamente davanti alla Bampo-dong la stazione dei treni situata a Seocho-gu in cui passo tutte le mie estati insieme a mia nonna, una vecchietta piuttosto stramba con una passione per Brad Pitt e i film horror.

Il solo fatto di dover passare con lei un'intera estate, vuol dire prepararsi ad una catena di scherzi e regali come costumi da bagno con la scritta “palpami sono morbido” sul posteriore; l'unica cosa che mi consola è il poter finalmente mangiare una delle sue famose torte di mele.

Il mattino era passato velocemente, mentre preparavo la mia valigia e tentavo di non picchiare Taemin, il mio compagno di stanza, per averci messo dentro due pesci andati a male, presi non so come dalla mensa.

Se vi state chiedendo se Taemin sia mio amico, la risposta è: No, piuttosto mi fidanzo con la prof di matematica, un vecchia signora che indossa solo vestiti a fiori e ha una strana ossessione per le lampade abbronzanti.

Inutile dire che la sua carnagione è simile a quella di un'arancia messa nel forno.

Non ho mai avuto amici, o per lo meno, ne ho avuti pochi che però si stancavano di me o dopo un po', mi pensavano troppo strano per stare con loro.

Non ci ho mai dato troppo peso alla questione, non mi interessava e sinceramente non mi entusiasma neanche adesso l'idea di avere degli affetti che potrebbero pugnalarmi alle spalle da un momento all'altro.

Preferivo di gran lunga chiudermi in stanza a leggere uno di quei libri di mitologia norrena che mi inviava mia nonna ogni mese, con bigliettini del tipo: in futuro mi ringrazierai oppure Brad Pitt è figlio di Odino.

Ho sempre pensato fossero gli scleri di una donna anziana troppo ossessionata dai suoi amatissimi film di Dracula come Dead and loving it, che è in assoluto il suo preferito.

Dovetti lavare tre volte la valigia prima di far andare via la puzza dei pesci, ma ero sicuro che una volta riaperta, arrivato a casa, tutti i miei vestiti avrebbero puzzato più di Taemin quando passava una settimana senza farsi la doccia e passava tutto il giorno a giocare con il telefono sdraiato sul letto.

La vita del collegio non mi sarebbe affatto mancata.

Ogni giorno mi svegliavo alle cinque e trenta per riuscire a raggiungere il bagno prima dell'altro e fare una colazione decente alla mensa che consisteva in una tazza di latte dal gusto rancido e una fetta di torta al cioccolato stantia.

Le lezioni iniziavano alle sette e finivano all'ora di punta, il pranzo consisteva in un piatto misero di spaghetti con verdure praticamente crudo e dell'acqua che sapeva di pozzanghera; il resto del pomeriggio si studiava e la sera si era troppo stanchi per alzarsi dal letto e fare un giro.

Di solito studiavo anche di notte.

Non sono un secchione, la mia media rasenta la sufficienza.

La causa maggiore della mia stupidità ? La mia forte dislessia che mi fa venire dubbi pure su come si scrive il mio nome.

Il resto della mattinata lo passai a camminare per la stanza in cerca di qualcosa da fare oltre a leggere, tentare un omicidio e bruciare gli orribili vestiti a fiori della Min, che passeggiava per il cortile interno con un libro di Shakespeare in mano e l'irritante voglia di leggere ad alta voce ogni singola parola. Aveva la voce simile a quella che fanno le unghie sulle copertine dei libri, o come un graffio sulla lavagna.

Avevo già messo via tutti i miei libri, il telefono era scarico e le cuffiette, buttate da qualche parte dentro la valigia.

Due ore di pisolino dopo, mi svegliai con il suono di un clacson che rimbombava tra le pareti di tutto il collegio in modo estremamente irritante.

Capii che era il momento di andare.

Presi la mia valigia, lo zaino e misi in testa il cappello pronto per un'altra estate di reclusione con il rumore dei treni che entrava dalla finestra della mia camera e mi faceva venir voglia di strapparmi via le orecchie.

Scesi tre piani di scale con la stessa velocità di un bradipo appena sveglio e porsi le mie valige all'autista dell'autobus.

Era un uomo molto alto con una folta barba scura e la testa pelata, il naso ero molto lungo e a punta, era vestito come un muratore, con pesanti scarponi anti-infortunistici gialli e marroni ai piedi.

La cosa che mi spaventò di più, furono gli occhi: quello destro ti guardava dritto in fronte quasi capace di metterti in soggezione mentre quello sinistro e spostato completamente al lato dell'occhio.

<< Chissà se ci vede bene >> mi chiesi mentre lo guardavo sistemare le mie cose.

Doveva avermi sentito, perché con l'occhio buono mi diede un'occhiataccia: << Ci vedo benissimo ragazzo, ho dieci decimi >> salì fiero della risposta che mi aveva dato e si sedette al volante, poi mi sollecitò con la mano di sbrigarmi a salire.

Ero spaventato ?

Si. Avevo paura che il suo occhio sinistro lo potesse distrarre dalla strada, magari una bella ragazza che faceva jogging oppure un cantiere nuovo al lavoro.

Mi sedetti il più vicino al posto guida, in modo da poter prendere in mano la situazione se fosse accaduto qualcosa; per una buona oretta rimasi in silenzio, guardando fuori dal finestrino.

<< Hai un buon profumo, lo sai ragazzo ? >> mi sorprese sentirlo rivolgermi parola, ma sicuramente non mi sarei mai aspettato che fosse proprio quella la frase per iniziare la conversazione.

<< Grazie signore, ma non indosso profumo >> tentai di essere il più educato possibile, anche se ero estremamente schifato dal suo occhio sinistro che mi fissava, come se volesse tenermi d'occhio.

<< Chiamami Bob, mio caro Baekhyun >> lo disse tranquillamente e quasi mi convinsi di essermi presentato prima di partire e di non aver sentito la sua risposta.

<< Davanti alla Bampo-dong giusto ? >> teneva l'occhio buono fisso sulla strada, ma penso avesse notato che i miei occhi erano sbarrati perché si mise a ridere, un risata alquanto malvagia a parer mio.

<< Come fa a saperlo ? >> la voce mi tremava un pochino e mi accucciai il più vicino possibile al finestrino, calcolando velocemente il tempo che ci avrei messo a prendere il martello di emergenza, rompere il vetro e scappare dalla parte opposta.

<< Io so tutto di te Byun Baek-hyun >> sorrise ancora, sollevando solo un lato della bocca, la sua voce era così profonda che mi penetrò fin sotto la pelle, facendomi rizzare tutti i peli dall'agitazione.

Ok.

Quello era decisamente il momento per effettuare il piano di fuga, escogitato poco prima.

Invece rimasi fermo immobile, guardandolo sconcertato come se mi avesse appena fatto qualche strana proposta illegale del tipo: Mi faccio una canna, coprimi le spalle.

Una situazione del genere mi era capitata, passai una notte intera all'interno di una caserma, in cui tutti mi facevano domande fin troppo contorte per i miei gusti. Me ne andai il mattino dopo con impressa la puzza delle scoregge emanate da quel grassone del mio compagno di cella.

Fortunatamente ci fermammo e sul bus salì un ragazzo un po' più grande di me.

Aveva i capelli biondi, un viso abbastanza duro ma con un'espressione dolce in volto, era abbastanza alto e vestiva come un giocatore di basket.

Bob lo guardò male.

<< Lui è mio >> disse con quello che sembrava un ringhio di rabbia.

Sterzò bruscamente il volante e l'autobus finì su una stradina di campagna, si fermò e poi Bob si alzò in piedi, quasi toccava il soffitto con la testa.

La sua pelle iniziò a diventare verdastra e sul collo crebbero delle branchie abbastanza visibili, anche la barba divenne simile ad un pinna molto floscia.

<< Ma che diamine sta succedendo ! >> scattai in piedi, pronto a scappare, ma l'altro ragazzo mi bloccò la strada con il suo braccio.

<< Ci penso io >> andò incontro al mostro e tirò fuori un pugnale d'argento, iniziò ad attaccarlo su più fronti.

Il biondo era veramente veloce, si attaccava e difendeva con grande maestria mentre Bob dimenava le braccia spasticamente sperando di centrarlo in qualche modo.

Sbraitava cose del tipo: è la mia cena, l'ho visto prima io !

Dopo qualche minuto di stupore iniziare, smisi di ammirare il combattimento quando finalmente un braccio del mostro andò a colpire il ragazzo in pieno petto, scagliandolo sul fondo del veicolo.

<< Oh no >>

Corsi verso lo svenuto tentando di svegliarlo in qualche modo, ma il Bob mi aveva già raggiunto e scagliato dalla parte opposta prendendomi dalla maglietta.

Mi rialzai a fatica massaggiandomi dietro la testa e pregando di essermi svegliato da uno stranissimo sogno.

Non fu così.

<< Baekhyun prendi ! >> il biondo si era svegliato e mi stava lanciando qualcosa di molto piccolo e brillante.

Ma come mai tutti sapevano il mio nome ?

Appena l'oggetto mi arrivò vicino, lo afferrai e notai che era un anello.

<< Che cavolo me ne faccio di un anello ! >> me lo infilai automaticamente al dito e mi ritrovai in mano un piccone, dalle lame trasparenti, come se fossero fatte di vetro oppure…

...cristallo !

Automaticamente sferrai un colpo che non andò a buon fine e finii di nuovo scagliato alla parete dell'autobus.

<< Baekhyun è un orco ! Colpisci l'ascella >>

Orco ?

Ma che diamine.

Assomigliava tanto ad uno di quei livelli dei videogiochi che piacevano tanto a Taemin, nelle sue giornate di sudore e nullafacenza.

Mi alzai in piedi e notai che l'altro ragazzo era saltato in groppa a Bob e gli aveva accecato un occhio con il suo pugnale, capii che mi stava dando modo e tempo di colpirlo.

Così non persi tempo, presi bene lo slancio e infilzai metà della lama nell'ascella dell'orco, il quale si disintegrò, diventando polvere.

<< Sto per svenire >> mi misi una mano in fronte per sentire se avevo la febbre, l'altro ragazzo me la portò via e mi sorrise.

<< Bel lavoro, ora seguimi, ti porto al Campo Midhgard, tua nonna è già stata avvisata e ti saluta, si raccomanda di: mangiare tante patate lesse e trovare un bella zucchina >> arrossii.

<< Aspetta… >> lo fermai.

<< Almeno dimmi il tuo nome >> gli chiesi, mi stavo fidando solo perché ero sicuro che mia nonna avesse detto quelle esatte parole e che quindi conoscesse sia il posto in cui mi stava per portare quel ragazzo, che il ragazzo stesso.

<< Sono Sehun >> mi sorrise ancora una volta e poi riprese a camminare, mentre io dietro di lui, lo seguivo guardando incantato il piccone, che si era ritrasformato in anello e che mi era rimasto sul mio dito. 







ANGOLO DI JULE: 
Spero che questo capitolo vi abbia incuriosito e che continuerete a seguire la storia. 
Sono bene accette tutti i tipi di recensioni, che siano buone o cattive (purchè educate) e ogni genere di consiglio che possa aiutarmi a migliorare. 
Sono disponibile per ogni tipo di chiarimento nel caso qualcosa vi risulti confuso. 
Alla prossima...

   
 
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