Capitolo
17
Aires
si
lasciò scivolare sulla panca fino a sedersi di fronte a
Ophelia, osservandola
per una manciata di secondi finchè la ragazza non si decise
ad alzare lo
sguardo e rivolgergli un’occhiata perplessa.
- Ti
serve qualcosa? –
- Volevo solo
sapere come stavi. So che tu e Lavinia avevate legato molto. –
Ophelia
giocherellò distrattamente con una ciocca di capelli,
osservando il bicchiere
colmo di succo di zucca.
Era un
bel pensiero, lo apprezzava e allo stesso tempo la stupiva.
- Ho
accettato la cosa, continuerò comunque a vederla quando il
torneo sarà finito. –
- Certo. Hai
saputo quale sarà la prova di oggi? –
Scosse la
testa.
- Non
ancora, sono appena arrivata in Sala Grande. Devo preoccuparmi?
–
Aires si
strinse nelle spalle.
- Dipende
da quello che ti fa paura, principessa. Andremo nella foresta ai
margini della
scuola. –
- Come
può un’escursione nei boschi essere considerata
una prova? –
- Non
sono semplici boschi. A quanto ho capito lì dentro ci sono
creature di tutti i
tipi. Il nostro compito è trovare un unicorno rimasto ferito
prima che qualche
lupo mannaro o chissà che altra creatura se lo divori in un
boccone. –
- Fammi
indovinare, la prova l’ha organizzata Helga? –
Annuì,
sorridendo divertito.
-
Comincio a rivalutare quella donna, le sue prove sanno essere davvero
divertenti quando vuole. –
- Stai
forse per ammettere che preferiresti lei a Salazar? – lo
prese bonariamente in
giro.
- Questo
mai -, protestò sgranando gli occhi scandalizzato, - Salazar
rimane il
Fondatore dei miei sogni. –
Scoppiarono
a ridere all’unisono.
- Sai che
molti lo considerano il Fondatore dei loro incubi, vero? –
- Gente
che non apprezza il vero genio. Meglio lui che il ricciolone.
–
- Lo
difendi in modo molto appassionato, non è che hai una
piccola cotta per lui? –
lo stuzzicò.
Aires
tuttavia non reagì nel modo indignato che si era aspettata,
ma scrollò le
spalle con un sorriso malandrino.
- Se
fossi nato donna sarei letteralmente impazzito per lui, poco ma sicuro,
ma
visto che fino a prova contraria sono un uomo … ebbene, sono
decisamente
attratto da qualcun altro. –
- Ah, sì?
–
- Già, ma
questo dovresti saperlo … credo di essere stato piuttosto
chiaro a riguardo. –
Sentì il
volto andarle letteralmente a fuoco.
La
schiettezza di Aires era in grado di metterla in imbarazzo come nessun
altro.
-
Qualcosa potrei aver intuito – ammise.
-
Corteggiarti è davvero una fatica non indifferente,
principessa, non dai certo
soddisfazione facilmente. –
- Mai –
confermò.
- Bene,
perché le cose semplici non mi sono
mai piaciute. –
*
-
Non è che
sia proprio una divisione equa – osservò Lorde
mentre esaminava il foglio con i
due gruppi.
- Siamo
un numero dispari, era logico che non saremmo stati divisi a
metà con
precisione – replicò Elnath, osservando il resto
del gruppo.
Lui e
Lorde erano capitati con Isaak, Maya, Naveen e Isabelle e nessuno di
questi
ultimi sembrava particolarmente impensierito da come stavano andando le
cose.
Al
contrario nell’altro gruppo il volto dai tratti affilati e
pallidi di Jared era
se possibile ancora più bianco del solito e gli occhi erano
sgranati.
Elnath
conosceva abbastanza bene i sintomi degli attacchi di panico per
comprendere
che il ragazzo doveva essere in procinto di averne uno.
Gli fece
pena.
In fin
dei conti Jared stava lentamente imparando a mettere da parte almeno un
po’
quell’aria altezzosa da super uomo e aveva cominciato ad
aprirsi al resto del
gruppo fino a diventare un elemento imprescindibile.
Tuttavia
smise di osservarlo con quell’espressione di compatimento
perché era più che
certo che se se ne fosse accorto avrebbe provveduto a fargliela sparire
a suon
di pugni.
Jared
Convel odiava mostrarsi debole o spaventato, era qualcosa che era stata
chiarissima fin dal principio.
-
Raggiungiamo gli altri, la prova comincerà tra poco.
–
Lorde
annuì, seguendolo mentre si dirigeva verso le scale su cui
si erano seduti gli
altri.
L’idea di
affrontare la foresta non entusiasmava neanche lei, ma se era il prezzo
per
avere un posto a Hogwarts allora avrebbe affrontato la prova senza
emettere
nemmeno un lieve lamento.
Isaak
alzò lo sguardo verso di loro, sorridendo lievemente.
- Pronti
per cominciare la prova? Questa volta dobbiamo vincerla a tutti i
costi. –
Annuirono
all’unisono.
- Ce la
faremo, dobbiamo riguadagnare un bel po’ di posizioni in
classifica – convenne Lorde.
- E
dobbiamo battere Aires, comincio a non sopportare più quel
suo sorrisetto
compiaciuto ogni volta che mi batte – aggiunse Isabelle,
l’espressione
battagliera sul bel volto.
Naveen le
cinse la vita, attirandola maggiormente a sé.
- Una
vera e propria regina guerriera. –
- Puoi
dirlo forte, voglio vederlo umiliato e sconfitto –
decretò, battendo il pugno
destro contro il palmo disteso della mano sinistra.
Appariva
più bellicosa del solito, determinata più che mai
a vincere, e forse per certi
versi la cosa sarebbe tornata a loro vantaggio.
Aires
avrebbe fatto bene a guardarsi le spalle: nelle competizioni non
c’era spazio
per l’amicizia.
*
-
Comincio a sospettare che Helga si sia lasciata contagiare dalla vena
sadica di
Salazar – osservò Calien mentre indossava il
mantello e calcava il cappuccio
sulla chioma bionda.
Era solo
settembre, ma l’umidità regnava sovrana nei
dintorni di Hogwarts.
Maya fece
altrettanto, allacciandolo ben stretto sotto la gola in modo tale che
il vento
che soffiava impetuoso quella sera non lo facesse ricadere
all’indietro.
- Molto
probabile, che bisogno c’era di mandarci nella foresta dopo
il tramonto? –
- Secondo
me c’è lo zampino di Salazar, avrà
voluto movimentare le cose. –
- Non
credo che neppure Godric si sia opposto più di tanto,
dopotutto stima il
coraggio sopra ogni altra cosa – osservò la rossa.
- Già, ma
continuo a ritenere che sia una pessima idea. –
Voltò lo
sguardo verso Ophelia, intenta ad allacciare i pesanti stivali in pelle
di
drago.
- Tu cosa
ne pensi? –
Dopotutto
lei era la veggente del gruppo, doveva pur avere una qualche sensazione.
Nessuno
le aveva mai fatto quella domanda per non metterla in
difficoltà, ma ora che il
torneo era agli sgoccioli e si trovavano in una situazione davvero
potenzialmente pericolosa riteneva saggio ascoltare il suo parere.
Magari le
avrebbe allarmate per nulla, d’altro canto avrebbe potuto
avvertirle per tempo.
Ophelia
le osservò con le iridi verde chiaro.
- Io …
non ho avuto nessuna visione da quando sono qui, se è questo
che volete sapere.
Però non so, è da questo pomeriggio che non
riesco a togliermi di dosso una
spiacevole sensazione di gelo eppure non fa così freddo
all’interno del
castello. –
- Credi
che possa riguardare la prova? –
- Non lo
so e non voglio far preoccupare inutilmente nessuno, ma è
strano. –
- Se
dovessi vedere qualcosa di più chiaro non preoccuparti di
spaventarci
inutilmente. –
- No di
certo, sarete le prime a saperlo se dovessi captare qualcosa di
rilevante –
assicurò.
- Bene,
allora mettiamoci in marcia, manca poco all’inizio e dobbiamo
raggiungere i
margini della foresta – decretò Maya con forzata
allegria.
*
-
Tutto
bene? –
Jared
volse lo sguardo verso Rigel che lo fissava con intensità.
- Certo. –
-
Sappiamo entrambi che non è vero. L’ho notato per
la prima volta quando siamo
arrivati al castello e questa sera me lo hai confermato.
C’è qualcosa che ti
preoccupa. Cos’è: il buio, il bosco o quello che
c’è al suo interno? –
Gli
rivolse un’occhiata dura. – Non so di cosa stai
parlando. –
- Avere
paura di qualcosa non ti rende debole, Convel. –
- Io non
ho paura. –
Rigel
aggrottò la fronte, ma decise di lasciar perdere.
Quel
ragazzo sapeva essere un vero e proprio testone quando ci si metteva;
gli
ricordava Aires quando s’impuntava, nessuna sorpresa che quei
due si beccassero
in continuazione: erano fin troppo simili.
- D’accordo.
Tu non hai paura e io non ti credo, direi che siamo pari. –
- Credi a
quello che ti pare – bofonchiò Jared, scrutando i
margini della foresta con
espressione mortalmente seria.
Non aveva
sentito ululati quella sera, ma solo perché non si facevano
sentire non
significava che non ci fossero.
Helga
ruppe il silenzio venutosi a creare.
Indossava
una veste giallo canarino che risultava ben evidente persino
nell’oscurità che
li stava lentamente avvolgendo.
- Ogni
gruppo avrà due lanterne per aiutarvi a illuminare il
percorso e siete tutti
provvisti di bacchetta quindi più che in grado di
difendervi. Lo scopo della
prova è recuperare l’unicorno ferito che si aggira
per i boschi, ma quello che
ancora non sapete è che questa prova non è
singola, ma doppia. Racchiude
infatti sia la nona che la decima; dovrete dimostrare il vostro
coraggio, ma
anche di essere capaci di prendervi cura l’uno
dell’altra. In caso di pericolo
sparate delle scintille rosse con le bacchette e noi vi raggiungeremo
all’istante.
Auguro a tutti voi buona fortuna – concluse.
Fantastico.
Non una
ma ben due prove.
Nei
boschi.
Se avesse
concluso la prova senza avere un attacco di cuore l’avrebbe
considerato già di
per sé una gran cosa.
Vide che
Rigel lo fissava nuovamente e si sforzò di apparire
imperscrutabile, ma non
doveva esserci riuscito granchè bene a giudicare dal modo in
cui lo guardava.
- Ti
guardiamo le spalle, non dimenticartelo mai – si
limitò a dirgli il ragazzo.
E per una
volta non trovò nulla con cui ribattere.
*
-
Queste
tracce sembrano portare verso il lato Nord del bosco –
considerò Isabelle,
esaminando le macchie argentee che impregnavano il fogliame al di sopra
del
terriccio umido.
L’unicorno
doveva essere stato ferito in modo piuttosto importante.
Non volle
minimamente soffermarsi a pensare a cosa fosse stato a riuscire ad
aggirare le
difese del gigantesco e letale corno e a ferire un animale tanto agile
e
veloce.
Le veniva
in mente solo una cosa e bastò pensare ai denti aguzzi come
lame per farla trasalire.
Naveen le
strinse gentilmente la mano.
- Va
tutto bene? –
- Sì,
stavo solo pensando che solo un lupo mannaro avrebbe potuto riuscire a
ferire
in quel modo un unicorno. –
Il
ragazzo annuì con espressione grave.
- Non ci
resta che sperare di non incontrarlo. –
Isaak
alzò la voce, attirando la loro attenzione.
-
Ragazzi, credo di aver trovato qualcosa. –
Indicò
loro verso la cavità ai piedi di una grossa quercia secolare.
Al di
sotto del fogliame sparso, quasi completamente nascosta,
c’era una grande buca
che avrebbe contenuto agevolmente una creatura ben più
grande di un essere
umano.
Sul
tronco c’erano incisioni profonde d’artiglio.
- Credo
che abbiamo appena trovato la sua tana – considerò
sottovoce.
In quello
stesso istante un urlo squarciò il silenzio notturno.
Veniva da
abbastanza vicino ed era terrore allo stato puro.
Il resto
dei loro amici doveva aver appena incontrato il lupo che si aggirava
per i
boschi.
-
Raggiungiamoli subito – decretò Naveen,
cominciando a correre verso la
direzione da cui era provenuto l’urlo.
Lo
seguirono all’istante, pregando silenziosamente di non
trovarsi davanti a
qualcosa d’irreparabile.
*
Ophelia
aveva convissuto l’intera giornata con la sensazione che ci
fosse qualcosa che
non andava e mai come in quel momento desiderava essersi sbagliata
clamorosamente.
Eppure
mentre era in ginocchio sul terriccio umido, a premere le mani contro
la ferita
sanguinante sul fianco di Aires, non poteva fare a meno di maledire il
suo
dono.
A cosa
serviva essere una veggente se le visioni non l’assalivano
nel momento in cui
potevano tornarle utili?
Il lupo
mannaro era comparso alle loro spalle, puntando verso di lei con una
scintilla
di furia ferina nelle iridi giallo ambrate e lei era rimasta
letteralmente
paralizzata sul posto. Non riusciva a pensare a null’altro
che a quelle grandi
iridi feroci e ai denti che luccicavano sotto la luce lunare.
Non era
ancora trasformato del tutto, ma non per questo era meno inquietante o
letale.
Aires l’aveva
spinta di lato un attimo prima che il lupo le fosse addosso, subendo in
pieno l’attacco.
Il rumore
degli artigli che laceravano abiti e carne come se nulla fosse era
stato a dir
poco agghiacciante.
Erano
rotolati a terra in un misto di imprecazioni e bassi ringhii.
Rigel e
Calien avevano cercato di puntare ritmicamente la bacchetta nel
groviglio,
nella speranza di avere un’apertura utile per agire essendo
sicuri di non
colpire Aires, ma Jared aveva battuto tutti loro sul tempo.
Aveva
piazzato uno Schiantesimo dietro l’altro nella mischia,
fermandosi solo quando
aveva visto il lupo volare all’indietro e sbattere contro
l’albero più vicino.
La
creatura li aveva fissati per un breve istante, poi era fuggita nel
folto del
bosco.
E adesso
si ritrovava a terra, le lacrime che le solcavano il volto, mentre
cercava
disperatamente di non fare morire dissanguato il ragazzo tra le sue
braccia.
Sentì il
rumore dei passi che correvano sul fogliame, intravedendo con la coda
dell’occhio
il resto del gruppo che li raggiungeva.
Vide
Isabelle sbiancare, portandosi una mano al volto nel tentativo di
trattenere un
urlo.
Naveen mise
immediatamente mano alla bacchetta, sparando una serie di scintille
rosse verso
il cielo notturno.
E allora
Ophelia perse completamente la cognizione del tempo.
Ricordava
solo di aver sentito la voce gentile di Helga che la rassicurava mentre
qualcuno la portava via da Aires.
*
-
Un
ragazzo ha rischiato di morire –, esclamò Rowena,
- trovo ridicolo anche solo
il fatto che stiamo seriamente discutendo sul portare a termine le
rimanenti
due prove. –
Helga
annuì seria a ogni parola dell’amica e collega.
Era ovvio
che il Torneo dovesse terminare.
Come
potevano chiedere ai ragazzi di continuare a competere quando uno dei
loro era
sul letto dell’infermeria?
- Sono d’accordo,
e non riesco nemmeno a credere di stare per dirlo, con Rowena e Helga
-,
convenne Salazar, - anche per me possiamo concludere qui il torneo.
–
Godric si
limitò ad annuire in silenzio.
Era la
scelta più logica, più giusta.
Tutti
loro si erano distinti durante le prove e di certo non sarebbero stati
altri
due giorni di torneo a far cambiare loro l’idea che si erano
fatti di quei
ragazzi.
- Siamo
tutti d’accordo. Il Torneo ha termine in questo stesso
momento. Non appena
Aires si sarà rimesso daremo il via alla cerimonia dello
Smistamento. –
*
Aires
aprì gli occhi, mettendo lentamente a fuoco attorno a
sé.
Vide
pareti bianche, separè dello stesso candido colore e una
decina di persone
attorno a sé.
- Che
succede? – biascicò.
- Succede
che ci hai fatto prendere un colpo. Ti ucciderei io stessa se non
avessi appena
rischiato brutto – lo rimbeccò Isabelle.
Lentamente
i ricordi tornarono ad affiorare.
La notte
precedente, il lupo che lo aggrediva.
- Allora,
mi ritroverò a fare il randagio ululando alla luna piena?
– chiese, sforzandosi
di buttarla sullo scherzo.
Inaspettatamente
fu Jared a rispondergli.
- No, era
trasformato solo a metà. Ti rimarrà solo una
bella cicatrice, sei
maledettamente fortunato, Black. –
Accompagnò
quelle parole con un sorriso.
E Aires
lo fissò incredulo.
Rischiare
di lasciarci le penne produceva strane reazioni nelle persone,
pensò sorridendo
a sua volta.
Voltò la
testa verso la sedia alla sua sinistra, trovandovi seduta Ophelia.
Aveva
tutta l’aria di chi aveva pianto disperatamente per ore.
-
Principessa, sembra proprio che io sia ufficialmente il tuo cavaliere
dall’armatura
scintillante. Insomma, chi altro si sarebbe gettato davanti a un lupo
mannaro?
Devi ammettere che sono stato decisamente eroico – le disse,
ammiccando.
Ophelia
rise, scuotendo la testa.
- Sei
proprio un idiota, Black. –
- Oh
andiamo, merito almeno un bacio piccino picciò non credi?
–
Si
divertiva a stuzzicarla, questo era vero, ma stava scherzando solo in
parte.
Eppure
Ophelia lo stupì sporgendosi verso di lui e posando le
labbra sulle sue in un
bacio lieve e dolce.
Quando si
separarono, Aires avvertì chiaramente le labbra sottili
stirate in un sorriso
compiaciuto.
- È anche
meglio di quanto avessi immaginato – constatò,
sorridendo davanti alla faccia
paonazza della ragazza.
- C’è un’altra
buona notizia -, intervenne Rigel scacciando via l’imbarazzo
generale, - tutti
noi siamo stati esonerati dalle ultime due prove del Torneo. Domani
verremo
Smistati nelle varie Case. –
- Bene, è
un piacere sapere che farmi aprire come un capretto ha fruttato
benefici a
tutto il gruppo. –
Risero
tutti quanti, tanto rumorosamente che l’infermiera si
affacciò per zittirli.
- Il
signor Black deve riposare, domani è una giornata importante
per tutti voi,
quindi fuori di qui! –
Ubbidienti,
uscirono uno alla volta finchè lui e Ophelia non rimasero da
soli.
- Lo sai
che dopo quel bacio non ti libererai più di me, vero Gamp?
–
Ophelia
annuì sorridendo.
- La
prendo come una promessa, Black. –
Spazio
autrice:
Salve!
Immagino che questo capitolo sia stato un po’ una sorpresa
per
tutti, ma mi piace cambiare le carte in tavola e non dare mai nulla per
scontato … spero abbiate apprezzato.
Vi anticipo che domani uscirà l’Epilogo e
scoprirete tutto ciò
che riguarda la famigerata sorpresa.
E, ovviamente, finalmente la Airelia è Canon.
Credo che sia la ship per la quale ho aspettato più capitoli
per rendere effettiva la loro ufficializzazione, ma credo che nel loro
caso la
cosa fosse d’obbligo.
Qui sotto vi lascio la classifica finale.
Ci sentiamo domani mattina con l’Epilogo.
Al prossimo aggiornamento.
Stay tuned.
XO XO,
Mary
Classifica
finale |
1°classificato
ex equo Isabelle Shafiq e Aires Black 63 punti |
2°classificato
Naveen Hamilton 62 punti |
3°classificato
Isaak Selwyn 54 punti |
4°classificato
Rigel Black 52 punti |
5°classificato
ex equo Ophelia Gamp e Jared Convel 50 punti |
6°classificato
Calien Lyall 49 punti |
7°classificato
Maya Potter 47 punti |
8°classificato
Elnath Storm 40 punti |
9°classificato
Lorde Benson 36 punti |