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Autore: Fujiko91    28/07/2017    3 recensioni
Sono tornata con una raccolta di One Shot!
Presentazione:
*1° Aneddoti della vita.(Thorin/Bilbo)
*2° L'amore, c'è non c'è e poi torna.(Thorin/Nuovo personaggio/Bilbo)
*3° Bilbo Mìriel e Thorin. (Thorin/Nuovo personaggio/Bilbo)
*4° Un messaggio in Bottiglia. (Thorin/Bilbo - Fili/Kili)
*5° Il mio affetto fraterno si tramutò in amore (Fili/Kili)
*6° C'era una volta ... (Thorin/Bilbo)
*7° Il mondo oltre la finestra (Thorin/Bilba) (Bilba è la versione femminile di Bilbo!)
*8° Incondizionatamente ( Thorin/Bilba - Nuovo personaggio - Fili/Kili) (Bilba è la versione Femminile di Bilbo)
*9° La parola chiave è: amore (Thorin/Bilbo -Bard/Bilbo - Fili/Kili)
*10°Bag End.(Thorin/Bilbo - Merry/Pipino - Sam/Frodo)
*11°Una storia no sense. (Thorin/Bilbo)
*12° Gli occhi sono lo specchio dell'anima. (Thorin/Bilbo)
*13°Gli Eroi della Terra di Mezzo. (Frodo/Sam - Thorin/Bilbo - e tutti)
Auguro una buona lettura a tutti!
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
Capitoli:
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Note: Bag End è la casa dei Baggins e questa One shot è raccontata da lei, capirete leggendola...
Coppie Presenti: Thorin/Bilbo - Frodo/Sam - Merry/Pipino
Generi: Slash - Fluff - Malinconico
Avvertenze: Incest - What it? (Perchè in questa One shot ne Frodo ne nessun altro Hobbit parte per la guerra dell'anello!)- alcuni personaggi possono risultare OOC.
Betata: da Ghil, che ringrazio per il suo aiuto! :*




 

Io sono la casa dei Baggins, sono stata costruita da Bungo Baggins.

Sono la casa Hobbit più bella di tutta la contea! E se non ci credete, peggio per voi. Ma è la pura verità: se un Baggins non mente mai, figuriamoci io che sono la loro dimora. La mia bellezza la si deve alla mia porta tonda e ai miei oblò di color verde, con un pomello d’ottone sempre lucido; ad un tunnel confortevole, senza fumo, pareti foderate di legno, pavimenti di piastrelle ricoperte da sontuosi tappeti. E sono anche fornito di sedie, sempre lucide.

Un tempo, ormai troppo lontano, ero anche una casa usata, perchè lo hobbit che ci abitava dava molte feste. Quindi mi riempivo di cappotti, di hobbit che parlavano e di piccoli hobbit che giocavano.

Ora sono una casa come tante, non sono più di proprietà Baggins, ma della famiglia Gamgee, una famiglia Hobbit numerosa: hanno tanti figli, i più piccoli alcune volte disegnano avventure sui miei muri, altre volte la madre le lava via. In alcuni giorni vengo addobbata a festa, il che mi piace perchè vengono messi, ad ogni angolo, fiori bellissimi. Ora le cose vanno di nuovo bene, ma un tempo non è stato così… ho passato dei periodi bui.

Prima di tutto, è meglio che io inizi dal principio, ovviamente non da Bungo Baggins, a chi potrebbe mai interessare di uno hobbit così… ordinario. A nessuno! Quindi è meglio andare subito alla parte interessante, che ne dite? Sì, è molto meglio.

Il mio padrone, Bilbo Baggins, non mi era mai parso uno hobbit interessante: era taciturno e preferiva stare in casa che andare in giro. Non aveva mai una ragazza da portare a casa, alla fine eravamo sempre io e lui.

Ma una sera tutto cambiò. Quella sera pioveva ed io, a differenza di Bilbo, mi stavo bagnando il tetto, quindi non ero molto felice, infatti tra me e me brontolavo, ma ad un tratto qualcuno bussò alla mia porta e non con la solita delicatezza che si addice agli hobbit, ma con fare più forzuto, insomma: da maleducato. Appena Bilbo aprì la porta, io guardai all’interno, per capire di chi fossero state quelle mani, ed ecco davanti a me un nano! Non ne avevo mai visti, pensavo che fossero più piccoli degli hobbit e invece questo era alto, ma di certo la bellezza era un’altra cosa. A quel punto, molti altri nani entrarono uno ad uno. Tranne due di loro, che non mi scorderò mai, due giovani nani insolenti, uno era biondo e l'altro bruno. Quello biondo, osò pulirsi gli stivali infangati sulla, cassa di legno della bisnonna di Bilbo. Il mio padrone protestò ma fu completamente ignorato. Un altro maleducato era Gandalf, oltretutto era anche troppo alto per stare dentro di me, quindi mi veniva da dirgliene quattro.

Ma poi quando alla porta bussarono di nuovo, vidi gli occhi di Bilbo cambiare, come se in lui si fosse fatta strada un’emozione nuova. Di certo non poteva essere amore, non così presto… eppure, sembrava proprio quel sentimento. Allora io cercai di capire a chi fosse rivolta tanta gioia: era un altro nano, ma questo era più altro, più bello. Dai suoi occhi di color blu traspariva un velo di tristezza, mi soffermai a guardarli ed era come se riuscissi a leggere in loro un passato fatto di molta sofferenza, di orrori ai quali padron Bilbo non poteva pensare nemmeno nei suoi peggiori incubi.

Alla fine quel tizio parlò di un’avventura, io sarei partita subito, invece Bilbo era titubante “ma non è vero, non ha nessuno qui alla contea! Vai con loro, Bilbo, vai!” cercai di raggiungere Bilbo, ma se ne andò a dormire.

Invece quel giovane nano, sì, dico giovane perchè inconfronto a me lo era, comunque, Thorin, sì, quello era il suo nome, iniziò a cantare, una canzone che parlava di montagne, di guerre e di morte. Troppa morte, troppi pianti, non volli ascoltare oltre.

Bilbo invece dormiva, beato lui che poteva farlo.

Ma alla fine lui partì per quel viaggio e io rimasi sola.

Una solitudine che non andò avanti per molto, perchè a tenermi compagnia c’erano i Took, famiglia interessante.

Esmeralda, era una hobbit piena di vita e mi ricordava Belladonna, soprattutto quando riprendeva il marito.

Mi ricordo che una volta “Caro, io voglio una casa mia! Qui dentro non mi sento libera, è come se Bag End mi guardasse…”, “Non dire di queste sciocchezze, cara, se non vuoi abitarci dimmelo e basta! Ti costruirò una casa tutta nostra, ai margini della foresta”, “Stupenda notizia!”.

In pochi giorni rimasi di nuovo sola, ma non era così male: gli uccelli facevano i loro nidi sul mio tetto, le lepri cercavano riparo all’interno e i fiori nel giardino mi tenevano compagnia.

Alcuni mesi dopo iniziai a preoccuparmi, alcuni Hobbit dicevano che Bilbo era morto, altri ancora che era stato fatto prigioniero dai nani, e io mi sentivo in colpa per averlo lasciato andare, in quell’avventura.

Ma per fortuna, Bilbo tornò. Se avessi avuto un volto, su di esso si sarebbe disegnato da principio un bellissimo, sorriso, poi una faccia dubbiosa e infine “come sarebbe a dire? Si è fidanzato con un nano?” Eccomi lì, di fronte alla mia porta quel nano dagli occhi blu, ma ora in essi leggevo felicità, amore. Amava Bilbo e solo per questo l’avrei accettato.

Da lì in avanti, iniziarono dei piccoli guai: Thorin non veniva accettato dagli altri. Gli Hobbit sono gente strana, ama essere ignorata dal mondo esterno e quando quel mondo così lontano entra all’interno della contea, gli Hobbit si spaventano, perchè temono un’invasione. Io le chiamo sciocchezze da Hobbit.

Ma una buona occasione, per far conoscere meglio il nano agli altri arrivò con la nascita di due piccole pesti Merry e Pipino.

Io venni agghindata con i migliori tessuti, venni anche spolverata e lucidata e i miei cardini cigolanti vennero aggiustati da Thorin. Ora mi sentivo di nuovo giovane e bella. Sì, perché, se non lo avevate capito, io sono una femmina.

E come tale ci tengo ad un minimo di bellezza!

Ma se notavo felicità negli occhi di Thorin, invece gli occhi di Bilbo li trovavo spenti, oltre tutto appena fece ritorno all’interno delle mura di casa io stessa sentii una forza oscura, che tentò di impadronirsi di me.

Comunque ora era un gran giorno, non c’era tempo di pensare a quello. I miei occhi vennero, abbagliati dalla bellezza dei due piccoli Took, tutti e due pieni di riccioli, Pipino castani e Merry d’oro. Entrambi belli e vispi, che quando volevano qualcosa si mettevano a piangere fino a quando la madre non gliel’avesse data.

Ma i miei occhi caddero di nuovo su Bilbo, che se ne stava tutto solo nel suo studio e maneggiava qualcosa di piccolo, lo guardai meglio ed era un anello!

Molte domande si fecero largo nella mia mente “cos’è che ti è successo? Che fine ha fatto lo hobbit di casa Baggins? E cos’è quello? Dimmelo Bilbo!”

Ovviamente la risposta non sarebbe potuta arrivare, come infatti non arrivò. Arrivò invece Thorin, a prendere il suo compagno, e lo portò con sé in cucina e sul volto di Bilbo si ridisegnò un  piccolo sorriso, anche se pareva finto.

L’altra gioia di questa casa fu l’arrivo di Frodo Baggins, cugino di Bilbo.

Il piccolino aveva perso i suoi genitori “piccolo, se potessi ti stringerei a me”, lui non sentiva la mia voce, non capiva che io lo tenevo d'occhio e che quando Bilbo e Thorin uscivano, io mantenevo la porta e le finestre chiuse.

Ma alcune volte, nella sua innocenza di bambino, lui parlava con me, anche se erano sempre discorsi a senso unico, ma era divertente vederlo zampettare per casa, vedere Thorin che lo lavava, gli dava da mangiare e poi vedere come gli insegnava l’arte della spada, tutto sotto lo sguardo attento di Bilbo.

Quel dolce Hobbit aveva riportato il padron Bilbo a casa.

Gli hobbit erano diventati tutti grandi, Merry e Pipino erano due pesti, scorrazzavano senza alcun ritegno per la contea, persino alle mie orecchie arrivano le loro avventure. Ed erano tutti canti che parlavano di due giovani hobbit che rubavano e mangiavano torte, anch'esse rubate...

Il mio Hobbit preferito era il timido e dolce Sam, lui passava le sue giornate a coltivare il giardino, che dava sul mio didietro. C’erano pervinche, fiordalisi, papaveri, rose e tantissimi altri fiori. Lui cantava mentre piantava quei fiori, e gli parlava. Sussurava loro dolci parole d’amore. E raccontava a me i suoi amori.

Un giorno mi disse “Mia dolce Bag End, quanto vorrei che padron Frodo mi guardasse con occhi diversi… invece per lui io rimarrò sempre solo un buon amico…” rimasi un attimo meravigliata, non avrei mai pensato che lui provasse qualcosa per il padron Frodo.

Ma Frodo non era di certo, uno dei più svegli dei Baggins, anche se l’amore gli avesse bussato alla mia porta, lui non se ne sarebbe neppure accorto.

Alcune volte pensavo che quel Thorin l’avesse fatto assomigliare un po’ troppo ai nani… una mia personale idea era che i nani volessero bene solo all’oro, con Thorin la mia idea era migliorata, ma lui era sicuramente l’unico della sua razza ad essersi innamorato di uno hobbit.

La vita nella contea scorreva meravigliosamente bene, ogni giorno era uguale all'altro, di certo agli Hobbit erano qualità apprezzabili, ma Bilbo si annoiava, infatti con Thorin organizzava feste, piccole camminate, e portava con sé anche Merry e Pipino, Frodo e Sam.

Alcune volte pensavo che anche tra Merry e Pipino ci poteva essere del tenero, ma poi arrivavo alla conclusione che, essendo parenti, era normale.

Improvvisamente tutto cambiò, le giornate belle scomparvero e vennero rimpiazzate da dei giorni tristi, Bilbo stava solo nel suo studio e Thorin stava iniziando a preoccuparsi per lui e per la sua salute.

Frodo si era trasferito da Sam, non abitava più lì da tempo.

Io invece potevo vedere meglio il suo declino, il suo deperimento, era una cosa che mi stava lacerando il cuore, quel maledetto anello gli stava rubando l’amore.

Si stava impossessando delle felicità della casa, non potevo permettermelo. Così io, mentre Bilbo stava preparando la cena, riuscii a far trovare a Thorin l’anello.

Appena Thorin lo vide il suo volto sbiancò e corse immediatamente da Bilbo, il quale appena vide Thorin ridotto in quello strano stato “Cos’hai? Frodo ha toccato di nuovo il tuo oro nascosto nel giardino?”, “No! Bilbo, questo cos’è?” e tirò fuori l’oggetto, Bilbo volle apparire del tutto normale e non agitato com’era in realtà e così rispose “Quello, è un anello e, se permetti, sarebbe mio! Non mi sembra di averti dato il permesso di prenderlo!”, “Come il permesso? Io e te stiamo insieme da così tanto tempo… di certo tu, quando mi hai preso l’archengemma, non mi hai chiesto il permesso!” non sapevo che fare, l'anello aveva annebbiato le loro menti, anch’io sentivo una voce all’interno della mia, non riuscivo a pensare come si deve ad una soluzione. Bilbo invece come preso da una rabbia incontrollata si buttò con tutta la forza su Thorin spingendolo a terra, e ad un certo punto disse una frase che mai e poi mai avrei pensato che dicesse “Tu cosa vuoi saperne dell’amore! Tu che non hai mai avuto nulla, e mai nessuno ti vorrà, chi vorrebbe mai uno come te!” Thorin non reagì, rispose solo “Se tu, il mio Bilbo la pensi così su di me, allora non c’è più alcun motivo di vita per me. Meglio morire qui ora!” In quel momento io urlai con tutta la forza che mi rimaneva “BASTA! Vi prego, padron Bilbo lui è il vostro amato Thorin, è quell'anello a parlare per voi, ma perchè sta capitando tutto questo…” iniziai a piangere e quelle mie parole e quelle lacrime ruppero quell’incantesimo oscuro e l’anello si richiuse in se stesso.

Bilbo si riprese e si ritrovò sul nano “Thorin! Ma cos’è successo?”, “Tu mi hai detto delle cose… non ricordi per davvero?”, “No, non mi ricordo nulla, se non l’averti visto con il mio anello e poi il buio… se ho detto delle cose brutte mi dispiace, ti prego di credermi e di perdonarmi!”, “Io ti perdono, ma non perdono questo oggetto. Domani farò venire Gandalf”.

Bilbo annui ma non era, molto convinto così quella notte io tenni l'anello lontano da lui, perchè Bilbo si alzò diverse volte per cercarlo.

La mattina dopo Bilbo e Thorin rimasero a casa in attesa dell'arrivo di Gandalf anch’io rimasi nell'attesa, di sapere cos’era quell’anello portatore di un tale male.

Appena Gandalf fu fatto entrare “Thorin, Bilbo, cos’è successo di tanto grave da farmi venire fin qui?”, “Bilbo non vorrebbe che te lo mostrassi, ma” tirò fuori l’oggetto misterioso “Tu sai cos’è questo?” Gandalf, lo guardò attentamente, poi se lo fece dare e una volta che ce l’aveva in mano con mia grande meraviglia, lo gettò tra le fiamme e dopo un paio di minuti disse “Prendilo, Thorin, è freddo! Leggi qualcosa?” in un primo momento non c’era scritto nulla ma poi venne alla luce una scritta. Io capii subito che era scritta in lingua nera, la lingua di Mordor, e non volli neppure guardare. Thorin si voltò di scatto verso Bilbo “Dove l’hai trovato?”, “Non fate quelle facce. Io, con quell’anello, ti ho salvato varie volte la vita, caro il mio nano!” Gandalf intervenne “Bilbo, tu l’hai trovato nelle montagne nebbiose, non è così? Ma non ha nessuna importanza, ora devo portarlo immediatamente al consiglio, così che si troverà una soluzione. E tu, Bilbo, non cercarlo più e tu, Thorin, stargli accanto! E a presto!” e poi se ne andò.

All’inizio Bilbo si comportò come un bambino che vuole a tutti i costi un biscotto dalla madre, ma questa non glielo dà, poi pian pianino tornò tutto com’era un tempo.

Anch’io mi sentii come nuova, la mattina dopo mi svegliai di buon umore, tanto che mentre aprivo gli occhi sentii una voce “Ciao, io sono quercia, piacere”, “Cosa? Ma chi è che parla?”, “Sono io, la quercia…”, “Oh! Non sapevo che anche tu potessi parlare…”, “Sì che posso, ma quell’anello bloccava ogni mio sforzo per mettermi in contatto con te!” Feci amicizia con quell'albero che da piccola ghianda tornata a casa nella mano di Bilbo ora era lì, dinanzi a Bag End a tenermi al fresco, con le sue alte fronde. Io, come casa d'alta classe, un tempo non mi sarei mai e poi mai permessa di parlare con una quercia, ma infondo io stessa sono fatta di quel legno.

I miei padroni stavano di nuovo bene, negli occhi di Bilbo leggevo di nuovo amore e felicità e anche negli occhi di Thorin.

Dell'anello non ne sapemmo più nulla per alcuni mesi, finché la guerra arrivò anche da noi.

Era una mattina come tante, Bag End non era più abitata da Bilbo e da Thorin, loro ormai avevano fatto il loro tempo, se ne erano andati via in un posto migliore. Io invece, come sempre, ero rimasta, e come nuovi ospiti ora c’erano: Frodo e Sam. Io ero il loro nido d’amore, ma una guerra incombeva sulla contea. Quella mattina venimmo raggiunti da Merry e Pipino, nel frattempo anche loro si erano promessi una vita insieme, di certo era stata una decisione sofferta, non tanto per loro, ma il doverlo dire alle proprie famiglie fu una tragedia. Esmeralda Took non capì come poteva esser successo un simile misfatto, io avrei voluto dirle di come non c’era nulla di male in tutto ciò, ma non potevo.

Alla fine i due hobbit, andarono ad abitare in una graziosa casetta, proprio davanti a me. Era verniciata di giallo, non era grande quanto me, ma era adorabile. Con un minuscolo giardino, con molti fiori. E seduti in giardino c’erano sempre loro due.

Poi arrivò quella dannata mattina, io venni svegliata dalla confusione, c’era sangue, hobbit che scappavano, hobbit feriti, hobbit morti… e poi c’erano loro: gli orchi. Distruggevano tutto ciò che incontravano, distrussero la casetta gialla e tentarono di distruggere anche me. Ma io ero troppo forte, io rimasi, solo per vedere la morte e la distruzione, pensavo che fosse tutto finito quando arrivarono degli elfi e degli uomini e ci liberarono.

“La guerra dell’anello è finita! Siete tutti liberi” il mio cuore era felice, ma sentii qualcuno piangere, la mia mente balenò immediatamente sulla casetta gialla, ma, a malincuore, capii che quelle lacrime non erano per lei, ma per ciò che c’era dentro. Infatti all’interno era rimasta l’anziana madre di Pipino e Merry. Il giorno dopo, ci furono solo lacrime per i nostri morti, poi la ricostruzione e, infine, cercare di ricostruirsi una vita.

Io persi la mia vecchia amica di chiacchiere, la quercia, non solo una buona amica, ma anche un ricordo prezioso del buon vecchio Bilbo.

Pipino e Merry avevano perso loro madre e la casa, quindi, appena vennero a farci visita, padron Frodo aprì loro le mie porte, ma Pipino e Merry, troppo stufi di tutto, e della contea e di venir giudicati, alla fine decisero di abbandonare quelle terre e partire per delle avventure, in altre terre.

Di tanto intanto mandavano varie lettere, di com’erano le terre che visitavano, scrissero anche di voler andare a Erebor.

Invece al mio interno le cose non erano di certo migliori, qualcosa si era rotto, forse la mia magia o forse qualcos’altro, ma ora davanti a me stavano un infelice Frodo e un altro Sam.

Padron Frodo non scriveva più, non parlava più di nessun viaggio, Sam non parlava più con i fiori, non faceva più alcun giardino ed io iniziavo a risentirne.

Le mie sedie non erano più lucide, i miei pavimenti e i miei bellissimi tappeti avevano visto tempi migliori, la gente non veniva più a farci visita.

Nessuna festa veniva fatta in giardino e senza la quercia era anche più spoglio del previsto.

Una sera, a rompere per sempre l’incantesimo, fu Frodo “Sam, ma chi prendiamo in giro, fra di noi non c’è più amore, era solo una cotta giovanile… ora, guardaci, siamo degli hobbit anziani, abbiamo superato i cinquant’anni… tu ti sposerai con Rose ed io me ne andrò per la mia strada!”, “No, padron Frodo, non dite così… semmai sono io quello che deve andarsene via…”, “Bag End ha bisogno di nuova vita e tu e Rose la portere, sono sicuro che farete molti figli. Addio Sam!” Nessuna parola fu aggiunta, solo una lacrima silenziosa scese giù dalla mia grondaia, ma nessuno ci fece caso.

La mattina dopo, Frodo se n’era andato via, ed io mi sentivo sola.

Ma le cose cambiarono un'altra volta, e come si dice in questi casi “dopo la tempesta, c’è sempre il sole” e fu così.

Sam si sposò con Rose, una simpatica e dolcissima Hobbit, il giardino fu rimesso a nuovo e con mia grande sopresa, dalla ceneri una nuova quercia stava nascendo, proprio come una fenice.

Ero felice finalmente avrei di nuovo potuto parlare con la quercia, poi nacquero i figli di Sam e Rose e ne nacquero parecchi.

E così c’erano di nuovo i piccoli Hobbit che disegnavano sui miei muri.

Ci sarebbero molte altre cose da raccontare, tipo che Sam visse fino all’età di centododici anni, e che fino all'ultimo aveva sperato di rivedere Frodo. Ma quest’ultimo non venne che al funerale, solo per stare lontano e passare per la casa.

Durante la notte mi capita di vederli, tutti loro, tutti quelli che hanno creato me, che hanno fatto di Bag End un posto speciale.

Bilbo e Thorin, Frodo e Sam, Merry e Pipino, di quest'ultimi non so più nulla, qui alla contea non hanno più fatto ritorno e di loro lettere non ne sono più giunte. Spero però che abbiano trovato il loro angolo di pace e amore.

Un ultima cosa, sono felice di aver visto e conosciuto così tanti Hobbit e nani e anche degli elfi. Il padron Thorin li chiamava “orecchie a punta”. Ripensarci ora a distanza di così tanti anni, strappa un sorriso e una lacrima.

Mi mancano, ma saranno sempre parte di Bag End. Perchè ogni notte questa casa prende di nuovo vita.

Bilbo e Thorin che litigano per delle sciocchezze…

Frodo e Sam che parlano di avventure da fare insieme…

Merry e Pipino che corrono e rubano al vecchio Hobbit al di là della collina…

Come diceva sempre il buon vecchio Bilbo a Frodo “uscire dalla porta ti mette in strada e se non dirigi bene i piedi, non si sa dove puoi finire spazzato via”

In effetti è vero! Se tu esci da casa, non sai dove andare e quindi ti metti nelle mani della provvidenza. Ma ricordatevi sempre: una Bag End c’è per tutti voi.

E ora, se non vi dispiace, devo andare che, mi sembra, uno delle piccole pesti  abbia macchiato uno dei miei tappeti. Arrivederci...



Angolo dell'autrice:

 1°Vi piace come idea? La trovate originale? Ultimamente io passo molto tempo in casa e così mi è nata l'idea, di scrivere questa One shot! Mi è sembrata un idea carina, che per una volta a raccontare non fosse la solita/o hobbit, o nano o elfo, ma la casa dei Baggins u.u
Certo però che è meglio che la mia casa non sappia parlare, chissà cosa potrebbe raccontare xD

2°Fatemi sapere voi cosa ne pensate! *^*

3° Come sempre ringrazio ancora Ghil per il suo aiuto e tutte coloro che lasciano una loro recensione! E che leggono solo grazie! :*

Alla prossima Fuji.


 

 

 
  
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