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Autore: paie    15/06/2009    4 recensioni
HO SISTEMATO I DIALOGHI [il vocio dei padroni di casa si zittì di colpo: una ragazza sui diciasette anni aveva appena varcato la soglia. Aveva dei capelli color nocciola lunghi fino a metà schiena, mossi con qualche riflesso rossiccio e aveva una carnagione molto chiara. I vampiri non riuscivano a distoglierle gli occhi da dosso. Aveva un odore particolare: forte ma irresistibile.] eccomi tornata con una nuova fic le quali vicende si svolgeranno quì in Italia, precisamente a Volterra. Spero che vi piaccia. Baci, Paie. PS RECENSITE!! please!
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La mattina arrivò presto, un nuovo giorno da passare fra quelle solite mura, era sorto. Il cielo era grigio, forse avrebbe piovuto durante la giornata. Bella si era svegliata da poco, aveva la mente ancora un po’ confusa ma il ricordo della sera prima le balzò in mente come un fulmine. E tanto velocemente, il suo cuore aveva iniziato a battere. Si sollevò un po’, appoggiando il peso su un braccio mentre con la mano libera cercava di sistemarsi quella massa informe posata sul suo capo, i capelli. Iniziò a guardarsi intorno, con la speranza di vederlo lì, seduto su una delle sedie magari. Ma Lui non c’era. Si diede mentalmente della stupida. Perché mai doveva essere lì? Non sapeva nulla di lui e non poteva di certo sperare che lui contraccambiasse le sue speranze. Non conosceva nemmeno in che posto era capitata! Stiracchiò le braccia e si girò per scendere dal letto quando vide un fogliettino cadere sul pavimento. Lo prese e lesse:
“Vedrò che posso fare per farti un po’ felice ma tu, non provare più a uscire dalla stanza. Non voglio che ti succeda nulla. Ti porto la colazione al solito orario. Edward”.
Oddio! Le aveva appena fatto una specie di promessa! Bella continuò a rileggere il fogliettino, soffermandosi sempre sulla frase: “Non voglio che ti succeda nulla”. Era preoccupato! Il cuore le prese a battere più velocemente e iniziò a cercare da qualche parte – era sicura che ci fosse, però – la sveglia. Non guardava più l’orario da giorni, o almeno così le era sembrato. Le otto e venticinque, bene fra pochi minuti l’avrebbe rivisto! Ma cos’era quella specie di eccitazione che le stava salendo lungo il corpo? No, doveva calmarsi. Assolutamente. Ci provò, ma fu inutile. Decise di sistemare un po’ il letto, ma in primis doveva darsi una sciacquata, era sudata fracida. Corse in bagno, chiuse la porta dietro di se e appoggiò le mani sul lavandino mentre provava a ricordare come si respirava lentamente. Tentativi inutili i suoi, ogni volta che era vicina alla meta, la mente le proiettava le frasi del fogliettino e doveva ricominciare tutto d’accapo. Si sciacquò il viso una decina di volte, e provò a rendere decenti i capelli. Tempo scaduto, sentì la porta aprirsi e richiudersi velocemente. Lui era lì. Si prese di coraggio, fece un lungo respiro e aprì la porta del bagno. Edward era davanti al tavolo, fermo e le sorrideva. Bella sentì le gambe tremare e con un certo sforzo arrivò al tavolo.
<< C-Ciao >>, balbettò lei.
<< Buon svegliata, hai dormito bene? >>, rispose lui, sicuro e… contento?
<< Sì, credo di sì. Come stai? >>. Era in imbarazzo, non sapeva cosa dire ma non voleva che se ne andasse, non ancora.
<< Bene, grazie. Tu? Sei pallida, bevi il succo di frutta. Ti servono le vitamine >>, proprose lui, avvicinandole il bicchiere. Bella accettò l’invito e stava per prendere il bicchiere quando ecco che le sue dita toccarono quelle di lui e la ragazza perse la padronanza dell’oggetto, che arrivò per terra rompendosi.
<< Scusa, sono un disastro! Pulisco subito >>, provò a giustificarsi lei, mentre si girava in bagno per prendere una tovaglietta ma lui la bloccò.
<< Non preoccuparti, l’importante è che non ti sia fatta male >>.
Edward l’aveva attirata a se, inerme di fronte a quella tentazione. Erano vicini, molto vicini. I battiti della ragazza si sentivano forti ma al vampiro, questo, dava solo piacere. Si svolse tutto in brevissimo tempo, le sue labbra si posarono su quelle di lei iniziando a darsi casti baci. Poi, così velocemente come iniziò,  il momento finì.
<< Scusami, non dovevo! >>, disse lei, timidamente.
<< Non dovresti essere tu a giustificarti, anzi. Ti chiedo scusa, non so che mi è preso. Se vuoi che me ne vada, dillo >>.
<< No! Non voglio che vai via! >>, urlò lei, agitata. << E non devi neanche chiedermi scusa >>.
<< Come desideri comunque ora è meglio che mangi, sei un po’ pallida >>.
Bella si accomodò e iniziò a mangiare. Teneva gli occhi puntati sul piatto mentre provava a non pensare a lui. Non che Edward la aiutasse, la guardava in ogni gesto che faceva, mettendola in imbarazzo.
<< Oggi.. ehm.. che fai? >>, chiese la ragazza, imbarazzata.
<< Parlo con Aro >>, rispose lui tranquillo.
<< Riguardo a cosa? >>
<< Al tuo problema. Sbaglio o ieri quando sei venuta da me, ti lamentavi della tua permanenza in questa stanza? >>, disse lui, con quel solito sorriso sghembo.
La gola della ragazza era secca e rispose solo con un accenno del capo mentre si riempiva un altro bicchiere con l’acqua.
<< Va bene. Stai attento, non voglio che per causa mia finisci nei guai >>.
<< Non devi preoccuparti per me, quella che rischia di più, fra noi due, sei tu. T’invito, ancora una volta a non fare pazzie come quella di uscire da questa stanza >>, rispose serio.
<< Va bene >>.
Edward si mosse veloce, raccolse i cocci di vetro dal pavimento, li pose sul vassoio e fece per uscire ma prima rivolse un sorriso alla ragazza, per tranquillizzarla. E uscì. Bella era ancora seduta al tavolo un po’ frastornata ma felice. Stava ripensando a tutto ciò che era accaduto in quei pochi minuti: la voglia di vederlo dopo aver letto il bigliettino, l’ansia avuta nel bagno, il bicchiere rotto e... il bacio. Non era stato un bacio appassionato ma lo stesso, l’aveva presa. Il cuore sembrava che le volesse uscire dal petto, voleva gridare, fare le capriole sul letto ma cercò di calmarsi. Fino ad un certo punto, logico. Si mise seduta a gambe incrociate sul letto, la testa appoggiata sulle mani mentre cercava di ordinare tutte quelle domande che le stavano venendo in mente. Avrebbe parlato con la persona di nome Aro? Chi è Aro? Dove si trova? Che rapporti ci sono tra il suo Edward e quella persona? Si bloccò, aveva definito quel ragazzo come: suo Edward? Ma era impazzita? Non sapeva nulla di lui e già, si prendeva la briga di usare il possessivo? Non trovando alle domande risposte adeguate, si addormentò accompagnata dal tintinnio della pioggia sul vetro della finestra.
 
 
Aro era nella sua stanza, solo. Aveva stampato sulle labbra uno strano ghigno. Qualcuno bussò alla porta e lui disse: << Avanti! >>. Edward, serio, entrò nella stanza salutando il suo signore.
<< Edward! Che piacere vederti! >>, rispose Aro, invitandolo a sedersi. << Ho notato che da quando te ne occupi tu, la nostra ospide sta avendo un miglioramento impressionante. Volevo complimentarmi con te, stai svolgendo il tuo ruolo egregiamente! >> Aro era orgoglioso del suo servo ma c’era un qualcosa di malevolo nella frase pronunciata.
<< Così mi lusinga Signore. Sto semplicemente mettendo, in tutti i modi, a nostro agio la vostra ospite. Il motivo per cui sono qui, riguarda la ragazza >>.
<< Davvero? Che problema è sorto? >>, chiese curioso Aro.
<< Isabella inizia a dare segni d’irrequietezza, sebbene ora parli e mangia come un comunissimo essere umano, è stanca di stare rinchiusa in quella stanza. Credo che presto, molto presto, inizierà a fare domande. È una tipa sveglia, oserei dire pragmatica e vorrei sapere, da Lei, come reagire di fronte alla possibilità di tale comportamento >>, spiegò cauto il giovane. Aveva studiato ogni parola da dire, nascondendo il più possibile quell’ansia che gli aveva invaso lo stomaco. Non voleva che il suo capo capisse cosa, in realtà, quella specie di relazione tra lui e Bella stava portando.
<< Noto, con un certo stupore, che ti stai soffermando più del solito ai problemi della ragazza e mi domando il motivo. Come penso che tu sappia, sono piuttosto curioso e sebbene tu abbia misurato le parole, qualcosa della tua frase mi ha incuriosito. Non ci sono problemi se ti prendo le mani, vero? >>
Edward indietreggiò un poco ma, non avendo altra scelta, disse: << Nessun problema, Signore >>. E allungò le mani all’uomo. Aro appoggiò le sue mani su quelle di lui e vide tutto.
<< Ora capisco >>, proclamò soddisfatto. << Edward, dopo così tanto tempo in questo luogo, ancora non ti fidi di me al punto tale da non dirmi che hai trovato, finalmente, l’amore? >>. Rise.
<< Non volevo offenderla e perciò ho preferito tacere >>.
<< Non darmi a bere questa barzelletta. So cosa pensi, l’ho visto. Sta tranquillo, non è ancora una mia voglia, trasformarla >>, disse serio. << Comunque sia, voglio assecondare i suoi piaceri. Stasera pioverà ed è il momento adatto per condurla un po’ fuori >>.
<< Come vuole Aro. >>
<< Ah, Edward, un’ultima cosa. Sai quanto mi sia affezionato a te e per questo ti do la possibilità di uscire da solo con lei. So che non scapperà ma ti avverto di una cosa, se un giorno io decida di farla aggiungere alla mia lista di pupilli, non voglio che tu intervenga, in nessun modo. Quindi, non pensare a trovare uno stratagemma per salvarla, in quel senso. Buon divertimento, per stasera >>.
Dopo un inchino, Edward uscì dalla camera. Era quasi ora di pranzo e ciò significava, portare da mangiare a Bella. Edward, con un leggero sorriso, prese il vassoio e s’indirizzò verso la stanza della ragazza. Bussò ma non ricevette la solita risposta. Forse era in bagno e non lo aveva sentito arrivare. Entrò. Pose il vassoio sul tavolo e si guardò in giro. Finalmente la vide. Bella era ancora sdraiata sul letto, addormentata. Le si avvicinò, si sedette sul letto e iniziò ad accarezzarle il viso. Un calore, mai provato durante quegli anni da vampiro, gli stava nascendo dentro. Sorrise. Bella si mosse e aprì gli occhi di scatto. Le sembrava di stare ancora nel sogno ma quando lui le appoggiò la mano sulla guancia, capì che era sveglia. Bella gli si gettò di getto, abbracciandolo. Lui rispose al gesto con un abbraccio più forte.
<< Che saluto caloroso! >>, scherzò lui.
<< Mi andava di fartelo e l’ho fatto >>.
<< Fallo più spesso allora, comunque ti ho portato il pranzo e poi ti devo comunicare una bella notizia >>.
<< Che notizia? >>, chiese curiosa Bella.
<< Prima il pranzo >>, finì lui. Così la ragazza si alzò dal letto per sedersi di fronte la tavolo.
<< Tu non mangi mai? >>, chiese d’un tratto lei.
<< Ho già mangiato >>.
Bella terminò di pranzare in silenzio. Edward la guardava ammaliato.
<< Che notizia mi devi dare? È bella? >>.
<< Penso che ti piacerà. Ho parlato con Aro… >>
<< Oddio! Com’è andata? >>, interruppe lei.
<< Bene, molto bene. Oggi pioverà un po’ ma ho avuto il permesso di portarti a fare un giro fuori. Ecco la notizia >>, disse divertito e incuriosito dal comportamento della ragazza.
<< Davvero?  E' magnifico! Tu sarai con me, vero? >>
<< Non ti lascerò un minuto! >>
Risero entrambi e poi, come la mattina, si scambiarono un leggero ma romantico bacio.
  
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