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Autore: MonAnge    30/07/2017    2 recensioni
Kristine Adams era una ragazza diciassettenne come tutte le altre. Viveva in una famiglia ricca a Los Angeles. Ma non aveva idea che stava per avvenire un fatto che le avrebbe completamente sconvolto la vita.
I suoi genitori - Marie e Albert- erano sul punto di perdere tutti i soldi investiti. Per questo motivo Kristine accetta di sposarsi con un milionario che neanche conosceva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sposata con un diavolo 


Capitolo 15 - Vattene
~~<>~~

-Perché sei venuto?- chiesi freddamente io, cercando di non guardarlo. Tenevo la mano sulla maniglia ed ero pronta a chiudergli la porta in faccia.

-Ti avevo detto che dovevamo parlare. - rispose Seb - Fammi entrare.

-No. - cercai di chiudere la porta ma lui mise il suo piede in mezzo per impedirmi di farlo.

-Togli il piede.- gli ordinai.

Continuai a non guardarlo ma sentivo che lui mi stesse fissando.

-Piccola, dobbiamo parlare- ripeté lui tranquillamente.

-Non chiamarmi così.- mormorai - Vattene da qui, non voglio parlare!

Non riuscii più a trattenere le lacrime. Diavolo, adesso mancava solo quello.

-Guardami.- sussurrò.

Io lo ignorai continuando a fissare la porta.

-Per favore. - continuò.

Lentamente posai il mio sguardo su di lui. Volevo che vedesse in cosa mi aveva trasformato. In una ragazza con lividi e segni rossi, una ragazza debole piangeva su qualsiasi cosa che succedeva. Mi guardò tristemente.

Gli dispiaceva? Lui era serio?

Non potei fermare la lacrima. Mi scese lungo la guancia. Lui la asciugò lentamente, passando le dita sulla mia pelle. I ricordi dei suoi tocchi dolorosi mi vennero in mente. Non sarei mai riuscita a perdonarlo, non sarei mai riuscita a dimenticare quello che mi aveva fatto.

Feci un passo indietro per non farmi toccare e lui, approfitandosene entrò in casa.

Non riuscivo a fermare le mie lacrime. Entrò chiudendo dietro di sé la porta. 

Incrociai le braccia e mi appoggiai al muro.

-Ho..ho portato la tua borsa..- disse a bassa voce.

La sporse verso di me. Io allungai il braccio e la presi. La buttai sul comodino accanto a me.

Capii che Sebastian era imbarazzato e dispiaciuto. 

-Parla..- dissi freddamente.

-Possiamo entrare in camera per non parlare nel corridoio?

Andai nel soggiorno e mi fermai vicino al divano.

-Siediti.- gli indicai il divano. Appena si sedette, aggiunsi: - Hai 5 minuti.

-Piccola,- iniziò lui.

-Smettila di chiamarmi così! - dissi alzandomi la voce - Di’ quello che volevi e vattene. 

-Kri, scusami, mi dispiace davvero tanto…

Non gli feci finire e chiesi:

-È tutto?

-Fammi parlare!- alzò la voce. Si permetteva anche di urlare? -Cavolo, scusami, non volevo..- sospirò. 

-Parla- gli dissi impaziente.

-Perdonami Kristine, mi sono comportato da idiota, mi dispiace tantissimo di averti fatto del male. So che è difficile per te ma è il mio dovere chiederti scusa. Ora mi odio per quello che ti ho fatto, che ho fatto con la migliore persona al mondo. Non so cosa mi è preso. Ho visto come sei entrata in quella stanza VIP, cavolo, mi sono arrabbiato e ingelosito. Volevo rompere la faccia a quel Howard. Non posso semplicemente darti a lui. Tu sei mia. E non intendo condividerti.-

Non sopportando più, lo interruppi e gridai:

-Non sono più tua! Hai perso la tua ultima possibilità quando hai sollevato la mano su di me.

Cavolo, di nuovo queste lacrime. Sarei mai riuscita a parlare senza quello stupido stimolo?

-Kristine - lui si alzò e si avvicinò a me. - Non prendere le decisioni da sola. Io ti amo, ti amo talmente tanto che non sono pronto e mai lo sarò a lasciarti. E so che anche tu mi ami ancora.

-Chi sei per conoscere i miei sentimenti? Non puoi sapere cosa penso meglio di me stessa!

-Lo so, ma sono pronto a fare tutto quello che vuoi per farmi perdonare e per non farti sposare con quello. Vi assicurerò e aiuterò con i soldi. Non c'è bisogno di sposarsi.

Seb era vicinissimo a me e teneva il suo sguardo fisso sui miei occhi. Non potevo trattenere le lacrime.

-Ma non capisci che non sto parlando di lui, ma di te! Sei tu che hai provato a violentarmi, tu che hai sollevato la mano, non lui; tu che hai fatto di me una persona così! Tu! Lui mi ha salvato la vita quando di notte, priva di forze, camminavo sotto la pioggia con il vestito che tu mi hai strappato! - mi accorsi che stavo urlando mischiando l’urlo con le lacrime. Non ce la potevo più fare. - Non riuscirò mai a perdonarti.  Mai. E per questo è meglio che te ne vai. Mi hai fatto molto male durante questi giorni, mi hai ferito. Ti prego, vattene. Non voglio più piangere per colpa tua. Ho pianto troppo questi due giorni. Tra di noi non ci sarà mai più quello che c'era stato prima. Lo ammetto, stavo bene con te. Molto bene. Avevo capito cosa significava amare. Ma ora, se veramente vuoi aiutarmi in qualche modo, vattene.  Aiutami a dimenticarti. Io voglio dimenticarti, Sebastian. Aiutami a farlo . Sparisci dalla mia vita. Trovati una ragazza che ti amerà come ho fatto io. Ora, vattene. -

Le lacrime continuarono a calare con una velocità incredibile. Finalmente dissi quello che pensavo. Mi sentii più leggera.

Sebastian avvicinò le sue dita al mio mento, alzò la mia testa e mi guardò negli occhi. Poi improvvisamente avvicinò le sue labbra e mi baciò leggermente.

-CHE CAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?
   
 
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