Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: _Agrifoglio_    30/07/2017    6 recensioni
I personaggi della storia - tutti, ormai, morti - parlano, si confessano, si sfogano, sull'esempio di un noto capolavoro della letteratura americana. Ognuno esprime il proprio punto di vista.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rosalie Lamorlière Châtelet
 
Nacqui Rosalie Lamorlière,
una donna come tante, più fragile di tante,
costretta ad essere forte in un’epoca cruda,
insidiosa come un placido lago
e violenta come il mare in tempesta.
Filo conduttore di una storia di dolore,
senza riscatto e senza redenzione,
di cui divenni depositaria finale
tramite la consegna di una rosa bianca di stoffa,
confezionata dalle aggraziate e stanche mani
di colei che fu la prima dama del Regno
e l’ultima reietta della Repubblica.
Nella mia lunga e travagliata esistenza,
conobbi molte persone di variegati censo e rango,
tutte munite di speciali doni,
ma anche divorate dal loro demone interiore,
probabilmente, bisognose di un sorriso amorevole
e di un’immensa, infinita comprensione.
La mia madre adottiva, in gioventù,
aveva trovato un ottimo posto come cameriera
e perse tutto nel darsi al padrone,
uomo di grande ricchezza e di nessuna moralità.
Mia sorella Jeanne mi sovrastava in bellezza ed intelletto
e, ciò non ostante, nulla mai le bastava,
niente placava la sua sete di splendore e di rivalsa
mentre io mi sentivo una regina
se soltanto riuscivo ad acquistare, contemporaneamente,
le medicine per la mamma e pane e patate per tutti.
Il piccolo Pierre aveva spirito ed intraprendenza
che preferiva impiegare nell’inseguire la via più facile
e morì ucciso dalla sua stessa imprudenza
e da un Duca che aveva tutto tranne l’anima.
La mia madre naturale, pur possedendo ogni dote,
intellettuale, fisica e materiale che una donna possa desiderare,
scelse di usare tutto nell’intrigo e nell’accaparramento
anziché esercitare un benefico e disinteressato ascendente
su colei a cui tanto doveva ed alla quale nulla diede.
Indifferente a tutto ciò che non le recava un’utilità diretta,
fosse stato anche un moribondo o un ferito grave,
passò la vita a programmare la sua ascesa sociale
ed a tramare la rovina di chiunque la ostacolasse.
Antepose gloria e ricchezza alla sua stessa famiglia,
ritrovandosi in esilio e col peso di un cadavere.
Mia sorella Charlotte aveva rango ed istruzione
che utilizzava per umiliare gli altri,
alla ricerca di un’effimera sicurezza,
mal conquistata e basata sul nulla
che non le servì a trovare una soluzione alternativa
al tragico annientamento di se stessa.
Mio marito Bernard aveva una vivace intelligenza,
un’approfondita istruzione ed un grande carisma
che non gli impedirono di perdersi nei suoi sogni irrealizzabili.
Era convinto che il fine giustificasse sempre i mezzi,
che un ladro a fin di bene non fosse un vero ladro
e che persone che non avevano mai gestito una famiglia
fossero, poi, in grado di abbattere e di ricreare
un intero ordine sociale, senza eccessi e spargimenti di sangue.
Mentre teorizzava libertà, uguaglianza e fraternità,
i nostri figli mangiavano poco ed indossavano abiti vecchi.
Mai trovò pace e consolazione per il fallimento dei suoi ideali,
naufragati nel terrore, nelle stragi di settembre,
nelle decapitazioni di massa e nei genocidi in Vandea.
Il Generale de Jarjayes era nobile e ricco,
godeva della benevolenza della Corona
e ricopriva un elevato grado nell’esercito.
Aveva un carattere energico e determinato,
un’amorevole, paziente, comprensiva e fedele sposa
e la più devota ed ammirante delle figlie
e, malgrado tutto, ebbe anima e mente devastate
dal tarlo corrosivo di quel figlio mai nato,
come se qualcuno gli avesse assicurato
che questi sarebbe stato forte, sano, intelligente, obbediente
o, semplicemente, un buon soldato.
André Grandier, pur avendo sconfitto le limitazioni del suo stato
ed avendo ottenuto un’educazione raffinata
ed il tenore di vita di un nobile,
consumò la sua esistenza dietro un amore impossibile
senza il quale, il suo dolore ancestrale sarebbe rimasto orfano.
Madamigella Oscar era, fra le mie conoscenze,
colei che più si avvicinava alla perfezione:
forte e generosa, onesta e leale, intelligente e carismatica,
ma anche testarda nell’inseguire un miraggio inesistente
e spietata nello sfuggire da se stessa.
Non comprese che questa negazione costante
l’avrebbe precipitata nel baratro della morte
e nella disperazione della solitudine.
Non era una creatura fatta per questo mondo.
Nobile di nascita e di animo, rifuggiva l’interesse personale
e disprezzava la meschinità, volgendole le spalle
e questo fu il suo secondo errore,
perché la meschinità va riconosciuta e studiata,
tenuta nella giusta considerazione e sottoposta a costante controllo,
per poterla relegare nel posto che merita: sotto i piedi.
Il Conte di Fersen aveva viaggiato l’Europa in lungo e in largo,
annettendo, in ogni stato che visitava, una nuova tessera al mosaico
della sua crescita umana, spirituale, intellettuale e mondana,
eppur trascurando, nel suo viaggio fisico e morale,
il tassello più importante:
la consapevolezza che anche chi può avere tutte le donne del mondo
non è autorizzato a sottrarre ad un Re la legittima consorte.
La Regina Maria Antonietta fu posta, dal destino,
all’apice del mondo ed avrebbe potuto usare la sua fortuna
per accrescere quella degli altri,
dedicandosi ad attività solide, pur se monotone
anziché a passatempi di immediata soddisfazione, ma effimeri.
Preferì annacquare le sue capacità nella dissipazione,
attorniata da adulatori e da parassiti che anestetizzavano il suo dolore.
Inseguì un amore cortese, avendo accanto un marito devoto
e dilapidò il suo patrimonio personale di ricchezza e di credibilità.
La odiai profondamente, in gioventù,
prima di averla conosciuta di persona
e di averla compresa ed accettata per quello che era e che era stata:
un’adolescente smarrita, una straniera male accolta,
una madre sfortunata ed una grande vittima della storia.
Fui lieta di avere contribuito a rasserenare i suoi ultimi giorni
con i miei modesti servigi e col ricordo di un’amica
perduta ed inascoltata, leale e sleale al tempo stesso,
ma che avrebbe dato la sua vita, ne sono certa,
per salvare lei dalla decapitazione e la Francia dalla rovina.
Molti di costoro, quasi tutti, erano migliori di me
e, non ostante ciò, io sopravvissi ad ognuno di loro,
con mio grande dolore e rassegnazione,
rimanendo solitaria testimone di un mondo disfatto
e di un altro che stentava a prendere forma.
Sublimai la vendetta nel perdono,
il rancore nella comprensione,
l’odio nella compassione.
Non lo feci perché più brava o più virtuosa,
ma perché le alternative sarebbero state la morte o la pazzia.
Credo che il segreto della vita sia tutto qui:
sapersi adattare ed accontentare,
accogliendo gli altri e perdonando se stessi.






Ringrazio tutti coloro che hanno recensito in modo lusinghiero Bernard Châtelet. In questo capitolo, ve ne presento la consorte.
Ritengo che, nel mese di agosto, la frequentazione del sito diraderà, ragion per cui, onde evitare di scrivere cose che potrebbero passare inosservate e per non costringere gli assenti a faticosi recuperi, "Scorre la Senna, scorre lenta" vi saluta per tornare a fine agosto - inizi di settembre. 
Per premiarvi dell'attesa, il prossimo personaggio che offrirò alla vostra lettura sarà estremamente buono, dolce, comprensivo, profondamente rispettoso della legge e del prossimo e per nulla vendicativo........ Jeanne.
Buone vacanze a tutti!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: _Agrifoglio_