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Autore: effy_14    01/08/2017    4 recensioni
Passeggiando verso il paese con gli altri un’altra strana fitta la colse. Si girò d’istinto verso la nave e alzò lo sguardo alla palestra. La sua chioma rossa si vedeva chiaramente dalle vetrate e sforzando l’occhio sano poteva anche intravedere il suo sorriso di saluto.
Fu lì che ebbe la certezza, il brutto presentimento c’era eccome in lui, e dopo qualche ora, avrebbe anche scoperto che si riferiva proprio a lei.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!
Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo di questa specie di storia. Una mia amica, anche lei fan di One Piece, mi ha detto che secondo lei ho scelto il periodo della storia con meno momenti ZoNa in assoluto, ma secondo me non è vero! Loro sono solo lontani, non vuol dire che noi non possiamo immaginare che si pensino e che non vedano l’ora di rivedersi. Poi si sa : la lontananza rafforza l’amore ( come dice Cocca!! ;) )
Certo se gentilmente Oda ce li rimettesse insieme mica ci dispiace così tanto!! XD
Ora la smetto e vi lascio a questo capitolo ambientato sulla Sunny e che quindi vede riaffiorare i pensieri della nostra Nami.
Grazie mille a tutti!! ^^
Un super abbraccio e buona giornata
 
Effy
 
 
 
Aspirò avidamente il profumo di quelle dolci piante che, solo con la loro presenza, avevano il potere di tranquillizzarla. Stava raccogliendo alcuni frutti che si era accorta essere già maturi e quindi pronti per essere gustati. Sicuramente Sanji ci avrebbe creato qualcosa di magico per il palato.
Un sospiro pesante uscì dalle sue carnose labbra: già, Sanji. Perché era stato lui ad accorrere in loro aiuto, purtroppo, aggiunse.
Non che non fosse immensamente grata per averli salvati, da Doflamingo prima, e dai sottoposti di Big Mom poi, ma non le sarebbe dispiaciuto contare sull’aiuto di qualcun altro della ciurma.
Rigirò tra le mani una foglia verde smeraldo e un sorriso triste le solcò il volto. Alla mente il ricordo della loro ultima conversazione e di ciò che stava per succedere. Un rossore inaspettato sulle guance le fece allargare il sorriso, ma un pensiero di troppo la fece rattristare nuovamente.
Era stata lei a non insistere in quel frangente, a “cacciarlo” convinta che poi avrebbero avuto tutto il tempo per scoprire il loro nuovo rapporto con calma.
E invece no. Si erano divisi e ora dovevano aspettare giorni per potersi anche solo rivedere.
Le manca terribilmente la sua presenza a bordo. Non che generalmente stessero sempre insieme o che avessero conversazioni lunghissime, anzi, il bello del loro rapporto era sempre stato il saper stare insieme, vicini, senza aver bisogno di dire nulla.
Molte volte, proprio tra le piante in cui stava ora la navigatrice, avevano passato ore e ore in silenzio: guardando le stelle, bevendo una bottiglia di buon Sake e, a volte, dormendo uno vicino all’altro.
Si sedette a terra in modo leggero, decidendo che avrebbe passato ancora qualche minuto li, magari a farsi cullare dall’odore dei suoi frutti, misto alle sensazioni che i ricordi dolci le regalavano.
Si concesse di ripensare alla notte nella quale era cominciato tutto. La notte durante la quale aveva capito che in quel bellissimo spadaccino c’era dell’altro che un carattere irascibile e a volte rozzo.
Perché, che Zoro fosse una gioia per gli occhi, lo aveva pensato subito. Ancora prima della sua fuga dal Baratie. Ricordava la fitta allo stomaco quando, dopo la ferita infertagli da Baggy e peggiorata dal suo scagnozzo, lo aveva aiutato a medicarsi.
Lo aveva condotto nella cabina della piccola imbarcazione rubata, e si era voltata per prendere l’occorrente intimandolo di togliersi la maglietta, per poter ovviamente avere libero accesso al taglio.
Si era voltata ed era rimasta senza fiato. Nonostante non fosse ancora così muscoloso, la tartaruga si stagliava perfetta su quella pancia, scolpita da innumerevoli esercizi, creando una line a V che portava direttamente i suoi occhi al bacino del ragazzo.
Quella era stata la sua prima figuraccia con lui. Quando l’aveva richiamata con un “ti muovi ragazzina?” ricordava di aver perso qualche battito e di aver sentito le guance rossissime.
Ovviamente le sue doti di bugiarda l’avevano aiutata anche quella volta, ma il solo ripensarci le causava un sorriso divertito sulle labbra. Ora. Ai tempi si era sentita davvero una “ragazzina” che vedeva un uomo a torso nudo per la prima volta.
Poi aveva scoperto il suo carattere, così testardo e borioso, e aveva escluso qualsiasi possibilità di renderlo “appetibile” ai suoi occhi se non solo per il suo aspetto esterno.
Ma come avrebbe imparato Nami con il tempo, mai giudicare un libro dalla copertina.
Sospirò ancora, ma in modo diverso, non più pesante, ma sognante. Chiuse gli occhi, pronta a tornare con la mente a quella notte.
La notte in cui lui, con la sua disarmante semplicità, aveva cominciato ad entrare sempre di più nella sua anima, portandola a farla innamorare perdutamente di lui.
 
Tre anni prima, altra nave, stessi rami…
 
Sembrava una notte come tante, conclusione di una giornata normale.
Questo però in un isola che non fosse la sua. Perché per gli abitanti di quel piccolo atollo in mezzo al mare quella era appena passata la giornata più bella degli ultimi dieci anni.
Quel giorno, il suo villaggio e la sua famiglia era stata liberata dall’oppressione di un tiranno che per troppo tempo li aveva maltrattati. E grazie a chi?!? Ad una “ciurma” di ragazzini, senza capo ne coda, nei quali, per grazia dei Kami, si era imbattuta.
Finì di sistemare le radici dell’ultima pianta che aveva spostato dall’agrumeto sulla collina a quella piccola, ma confortevole, caravella, che stava per diventare casa sua.
Una fitta al petto le fece alzare lo sguardo sul promontorio di fronte a lei.
Aveva davvero deciso di andarsene?!  Ora che avrebbe potuto vivere tranquilla insieme ai suoi cari, a sua sorella, a quello che per lei era sempre stato come un padre, e poter finalmente stare accanto a quella croce con il cuore più leggero, e non solo sentendosi sempre più gravata dal peso delle sue decisioni. Ora, aveva deciso di andare.
Lacrime silenziose iniziarono a scorrere sulle sue guance, per finire poi a terra, con un suono che, anche se per il chiunque sarebbe stato silenzioso, per lei era assordante come pochi. Si sentiva combattuta come non si era mai sentita, nemmeno quando aveva deciso di unirsi a quella ciurma di bruti aveva avuto così tante esitazioni. E non perché pensasse che sarebbe stata meglio con gli uni o con gli altri, era che in quel momento proprio non sapeva quale fosse il suo posto.
Un rumore alle sue spalle la fece mettere sull’attenti e asciugare velocemente le guance. Non voleva farsi vedere da nessuno, aveva già pianto abbastanza in quel giorno.
-Ah sei tu! Che ci fai qui mocciosa? – la voce del verde suonò da prima pesante, poi più calma, che si fosse accorto di qualcosa?
Si mise eretta con la schiena, continuando a dargli le spalle, e, cercando di sembrare il più calma possibile rispose che stava sistemando le piante.
Sperava non capisse il suo stato d’animo, non aveva la minima voglia di sorbirsi le sue paternali sull’essere forte, di valore e bla bla bla. Voleva solo starsene li a cercare una soluzione, anche se sentiva il cuore sempre più combattuto.
-Quindi verrai con noi?-
Un tuffo al cuore la colse a quella frase. Alzò automaticamente lo sguardo alla croce di legno che svettava nel punto più alto dell’isola tornado a sentirsi confusa e facendo scaturire altre lacrime dalle sue iridi nocciola.
Non rispose al ragazzo alle sue spalle. Avrebbe voluto tanto dire qualcosa, ma le parole erano bloccate in gola.
Di contro, Zoro, aveva notato il suo stato d’animo. Aveva notato le lacrime e il suo non volerlo guardare direttamente in viso per potersi nascondere.
Segui il suo sguardo e puntò anch’esso gli occhi sulla cima della scogliera. Appena riuscì a distinguere nell’oscurità quello che all’apparenza poteva sembrare solo un pezzo di legno piantato nel terreno, capì cosa la tormentava.
Quei pensieri e quei dubbi un giorno, di qualche tempo prima, avevano colto anche lui, davanti ad una lastra di pietra.
Senza che l’orgoglio ebbe il tempo di farlo riflettere e portarlo ad abbandonarla li hai suoi pensieri senza immischiarsi, il suo cuore aveva già dato fiato alla bocca.
-Sotto quello strato di terra non c’è più lei, ma solo il suo corpo. Il suo spirito: quello è altrove. –
Spalancò gli occhi sorpresa dalle sue parole. Lo sentì avvicinarsi e continuare a parlare.
-Le persone che amiamo trovano il modo di stare con noi anche se lontane o se non sono più in questo mondo– la voce era ipnotica per lei che lo sentì fermasi alle sue spalle – Si trovano nel colore degli occhi di un figlio, nel carattere di un fratello, magari in un oggetto oppure in un semplice frutto che può sembrare niente per qualcuno, ma molto per qualcun altro. –
La vide girarsi per guardarlo dritto negli occhi, con le lacrime ancora li, indecise se scendere o no e, quasi inconsciamente, le mise una mano con fare dolce sulla testa – Ma se anche così non fosse resterebbe il vento. E se non ho capito male ragazzina tu il vento lo hai dentro di te da sempre. Forse è li che si trova tua madre, ma sicuramente non su quella montagna. Lei sarà con te ovunque, che tu sia qui o che sia in giro per il mondo. –
Sentì la mano premere e sfregare leggermente sulla sua testa con fare affettuoso. Restò immobile guardandolo andare via incapace di dire qualcosa di senso compiuto.
Non appena la figura del verde sparì oltre le scale, il suo sguardo era tornato al promontorio dinnanzi a lei. Ricacciò indietro le lacrime e si ricompose, più sicura che mai.
Ora sapeva cosa fare.
 
Sunny nel presente…
 
Accarezzò con dolcezza il tronco accanto a lei scacciando con il dorso dell’altra mano una lacrima che, malandrina, era scappata al suo controllo, per quel ricordo ancora vivido in lei.
Subito dopo quella chiacchierata si era diretta decisa verso casa per poter finire di preparare le sue cose, pronta più che mai a partire per quella meravigliosa avventura.
Un sorriso malandrino si formò sul viso della rossa. Da quella sera aveva anche aperto gli occhi nei confronti di quel buzzurro dai capelli verdi, che si era rivelato molto, ma molto di più, di un prepotente e borioso ragazzetto.
Si era stupita ancora di più quando aveva capito che questo suo essere era rivolto solo ed esclusivamente a lei, e non poteva essere più felice di così.
Il richiamo del cuoco la risvegliò dal dolce cullare dei suoi ricordi: erano arrivati all’isola di ritrovo.
Si alzò decisa e determinata: pochi giorni ancora e avrebbe potuto rivedere i suoi bellissimi e quel sorriso da schiaffi che la faceva impazzire.
Una folata di vento le scompiglio i capelli, facendola sorridere radiosa.
Si portò al parapetto della nave per gustare meglio quella brezza sperando che in quel meraviglio vento ci fosse anche il pensiero di lui per lei e a sua volta sperò che la stessa portasse quello di lei sempre e solo per lui.
Iniziò scendere le scale voltandosi un’ultima volta verso le sue amate piante, una risata spontanea: Bellmere avrebbe approvato Zoro, ne era sicura!
Basti vedere quanto la stessa amava Genzo, che non differiva poi molto dal Samurai in quanto a carattere.
 
 
 
 
___ Questo sarà l'unico capitolo per questo mese in quanto tra poco parto per le ferie e le cose da fare sono sempre mille quindi so già che prima di settembre non riuscirò ad aggiornare, spero possiate portare pazienza! Grazie mille e buone ferie a tutti!!! Un bacione!! Effy ___
   
 
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