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Autore: MonAnge    01/08/2017    2 recensioni
Kristine Adams era una ragazza diciassettenne come tutte le altre. Viveva in una famiglia ricca a Los Angeles. Ma non aveva idea che stava per avvenire un fatto che le avrebbe completamente sconvolto la vita.
I suoi genitori - Marie e Albert- erano sul punto di perdere tutti i soldi investiti. Per questo motivo Kristine accetta di sposarsi con un milionario che neanche conosceva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sposata con un diavolo

Capitolo 17 - Non interromperci.

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Salimmo al secondo piano, portai Jace in bagno per lavargli via il sangue dalle mani e dalla faccia. Era stato piuttosto complicato portarlo fino a qui.

Vicino alla porta sentii un piccolo rallentamento da parte sua. Lui si fermò e guardò prima me e poi la porta.

-Devo toglierti il sangue dalle mani. - spiegai e aprii la porta con una gamba.

Accompagnai Jace dentro avvicinandolo al lavandino. Sopra il lavandino c'era uno specchio e, per quanto potevamo essere stanchi e disordinati, notai che esteticamente eravamo magnifici insieme. Era più alto di me e le sue spalle larghe il doppio delle mie. Ero una gnoma vicino a lui.

Il mio bagno era piuttosto piccolo ma era qui, nella vasca da bagno, che amavo passare il tempo.

Aprendo il rubinetto dell’acqua calda volevo mettermi affianco a Jace, visto che gli ero sempre di fronte ma neanche quello riuscii a fare. Non me lo fece fare.

Jace bloccò con le sue braccia muscolose il passaggio, rinchiudendomi tra il suo torace e il lavandino.

La distanza tra di noi era catastroficamente minuscola, cosa che faceva automaticamente aumentare il mio battito cardiaco. Nell’aria regnava il silenzio e pregai che il biondo non sentisse la reazione che aveva provocato su di me e il mio cuore.

Involontariamente mi leccai le labbra, diventate secche in questo momento, e sentii su di me un profondo respiro.

Alzai lo sguardo su Jace che, incantato, continuava ad osservare le mie labbra e tutti i movimenti che facevo. Questo sguardo nascondeva tante emozioni, la maggior parte pericolose per me.

Non controllandomi più, mordicchiai il labbro inferiore. Jace mi guardò pieno di desiderio e mi spinse ancora contro il lavandino. Ero schiacciata.

Le mie gambe cominciarono a tremare come se stessi facendo un discorso su un palco davanti a tantissime persone. Feci un profondo respiro, l’aria cominciava pericolosamente a mancare. Il mio petto toccò quello di Jace. E non lo notai solamente io.

-Ti piace farmi impazzire? - mormorò il biondo sopra di me.

-Cosa?- feci finta di non capire.

-Smettila di fare così.- mi sussurrò portando le sue dita alle mie labbra. Quando le sue dita toccarono un angolo della bocca sentii la pelle d’oca. Continuò a toccarmi disegnando i contorni.

-Hai delle labbra morbidissime. Chissà che sapore hanno..- mi sussurrò.

Continuava a toccarmi e io chiusi gli occhi. Mi piaceva.

Toccò la mia ferita sulle labbra e io gemetti per il dolore.

-Dovevo ammazzarlo. - ringhiò continuando a tenere le dita sulle mie labbra.

-No!- inaspettatamente esclamai e gli presi la mano. Notai una smorfia sul suo viso. Gli faceva male. - Cavolo, scusami.. Dai, te la lavo.

Mi girai dandogli le spalle e misi la sua mano sopra la mia, portandola più vicino al rubinetto.

-Abbi pazienza- dissi sentendolo gemere per il dolore. Poi lui si avvicinò alla mia schiena, toccandola con il petto. Mise la testa tra i miei capelli.

Sentii che fece un profondo respiro per odorarli. Questo lo tranquillizzò.

Nel frattempo continuavo a lavare la sua mano cercando di non guardare lo specchio dove si vedevano tutti i nostri movimenti. Sentendo che lui spostò da una parte i miei capelli per liberare il collo, alzai lo sguardo e ci osservai per vedere cosa aveva intenzione di fare.

I miei occhi castani incontrarono nello specchio i suoi azzurri pieni di desiderio.

Continuavamo a fissarci senza sbattere le palpebre.

-Dio…- respirò profondamente - quanto sei bella…-

Ora era lui che mi stava facendo impazzire. Osservai i suoi movimenti allo specchio. Si inchinò avvicinandosi al mio collo, riscaldandolo con un bollente respiro. Non smise di guardarmi negli occhi. Mi immaginai cosa volesse fare, ma chiesi:

-C-cosa stai facendo?

Lui alzò le sopracciglia sorridendo maliziosamente.

-Piccola, non capisci? Sto facendo quello che volevo fare da tanto tempo. Baciarti.

I miei occhi diventarono più grandi e lui improvvisamente toccò con le sue labbra la mia pelle facendomi aumentare il battito del cuore.

Le sue labbra erano calde. Mi stava incantantando con i suoi movimenti. Le sensazioni che mi stava provocando erano nuove per me. Non le avevo sentite prima d’ora. Ma tutto questo mi stava portando anche paura. Non sapevo che tipo di paura era.

Io, per reazione, abbassai la testa, liberando di più il collo.

Continuava a baciarmi e con la lingua cercava di disegnare qualcosa. Mi stavano venendo i capogiri. Mi stava stringendo più fortemente contro quel lavandino. Sentivo il suo desiderio che stava diventando sempre maggiore.

-Cavolo, sei troppo squisita, - mi sussurrò fermandosi per un attimo- Stai continuando a farmi impazzire.

Urlai quando lui improvvisamente mi girò verso di sé e, prendendomi per le cosce, mi fece sedere sul bordo del lavandino. Non fece ampliare il mio urlo e mi chiuse la bocca con un suo profondo bacio. Infilò una mano tra i miei capelli stringendo la mia testa contro la sua senza darmi la possibilità di scelta e senza farmi respirare. Con un'altra mano mi abbracciò la vita schiacciandola contro i suoi addominali.

Le mie gambe per reazione, strinsero il suo corpo per non farmi cadere. Anche se questo era impossibile dato che lui mi stava già tenendo con tutte le forze.

Come risultato, ero più seduta su di lui che sul lavandino. Ormai era percepibile e visibile il desiderio che provava per me.

Mi spaventava ma ormai questo timore era inferiore rispetto alle emozioni che mi stava facendo provare. Ero troppo scioccata e, come conseguenza, chiusi le labbra. Jace ci passò con la lingua come per chiedere il permesso. Mi mordicchiò il labbro e io li aprii facendolo entrare.

-Finalmente..- disse il biondo senza staccarsi da me.

Io gemetti e lui trasformò i suoi baci crudeli in dei baci più leggeri.

La passione mi stava comandando. Mi strinsi più fortemente al suo corpo. Lui si sistemò meglio inchinandosi sopra di me. Le nostre lingue stavano combattendo e Jace ne stava uscendo vincitore. Non potevo controllarmi e avevo la sensazione che a farlo era lui. Tutto quello che potevo era impazzire per il piacere.

Ma poi qualcuno bussò alla porta.



 

 

   
 
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