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Autore: Jo The Strange    04/08/2017    2 recensioni
“E se la mia vita fosse basata su una menzogna?”
Questo è ciò che Aranel si chiede da quando era una ragazzina. Una fanciulla londinese, derisa da sempre per il suo aspetto, simile ad un Elfo, si ritroverà catapultata in un mondo sconosciuto grazie ad un ciondolo donatole dalla madre in punto di morte, lo stesso mondo dal quale provengono i suoi genitori. Tutti sembrano conoscere la sua storia, divenuta quasi leggenda, tranne lei stessa. Sarà per questo che Aranel si unirà alla bizzarra compagnia di Thorin Scudodiquercia, alla ricerca delle risposte di una vita e della sua vera identità. Ma il male trama nell’ombra e la strada da percorrere è lunga quanto pericolosa. Tuttavia tra fughe, battaglie, segreti e menzogne Aranel scoprirà di essere inesorabilmente parte di quel mondo e soprattutto imparerà ad aprire il suo cuore a dei nuovi amici e ad un nano molto speciale...
Spero di avervi incuriositi, buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Gandalf, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12: DALLA PADELLA ALLA BRACE

Quando aprii gli occhi vidi un lampo luminoso squarciare il buio della caverna. Credevo di sognare o che fosse un’allucinazione dovuta al lancinante dolore che pervadeva tutto il mio corpo, a partire dal braccio sinistro, il quale era gonfio e pieno di ematomi blu, neri e violacei.

Quando la luce si diradò notai un’alta figura di fronte a me, con un grande cappello grigio: Gandalf era tornato. Sorrisi debolmente, felice che lo stregone fosse finalmente giunto in nostro aiuto. Nella mano destra stringeva il suo inimitabile bastone, mentre nella sinistra aveva Glamding, la Battinemici.

-Prendete le armi e combattete! – gridò, incitando i miei amici.

Io tentai di alzarmi per cercare la mia spada, ma il dolore era insopportabile. Intorno a me i miei amici si erano riappropriati di asce e spade e stavano affrontando gli orchetti valorosamente. Vidi Bombur buttarne nel vuoto alcuni, spingendoli con la sua enorme pancia, mentre Fili e Kili combattevano schiena contro schiena.

Thorin con un fendente spinse giù dalla struttura il Re Goblin e in pochi secondi mi fu accanto: -Ti fa molto male? – domandò, ma osservando gli ematomi si rispose da solo.

-Ce la faccio, devo solo prendere la mia spada – dissi, soffocando una fitta violentissima al braccio.

-La tua spada la ho io -disse serio Thorin – E tu non devi muoverti. Cerca di tenere il braccio più fermo che puoi, al resto ci penso io –

Cogliendomi completamente di sorpresa, Thorin mi prese in braccio, sorreggendomi con un braccio e stringendo la spada nell’altra.

-No, fermo, ma che fai?! – dissi io -Così ti rallento e basta –

-Ti salvo la vita, ecco cosa faccio – disse lui, accennando un sorriso che per qualche secondo mi fece scordare del dolore -Dopo mi ringrazierai -

-Seguitemi! – gridò Gandalf, sopraggiungendo dal fondo della stradina.

Iniziammo a correre, seguendo lo stregone in fila indiana. Il trambusto sulla struttura di prima doveva aver attirato l’attenzione di tutti gli altri Goblin della Montagna, che in breve tempo ci furono addosso. In testa al gruppo, Dwalin si impossessò di un lungo palo e iniziò ad avanzare spingendo decine di orchetti alla volta giù dai ponti e dalle strade, per poi attaccare a mano libera.

Io osservavo Thorin e gli altri abbattere i nemici in maniera eccezionale, senza mancare un colpo. Pur con il mio peso addosso, Thorin si muoveva con una grazia degna di un principe, uccidendo i Goblin con fendenti perfetti.

Bofur, alle nostre spalle, tagliò una delle corde che sorreggevano la struttura dinnanzi a noi, la quale si disfò su se stessa, afflosciandosi e portando nel baratro tutti gli orchetti che vi erano sopra.

Kili afferrò una scala e spinse giù molti nemici, i quali, armati di frecce cercavano in ogni modo di ucciderci. Saltammo poi su una grande altalena e dopo qualche tentennamento giungemmo a terra, non senza che il mio braccio si facesse sentire. Gandalf scagliò un enorme masso contro i Goblin grazie al suo bastone magico, spianandoci la strada fino ad un ponticello traballante.

Stavamo per attraversarlo, quando il Re dei Goblin comparve dal nulla, sbarrandoci la strada: in pochi secondi fummo circondati dagli orchetti, perdendo ogni possibilità di fuga. Erano centinaia, bassi, brutti e armati di bastoni e pugnali.

-E così credevi di avermi sconfitto? – disse il Re Goblin, riferito a Gandalf -Dimmi, cosa credi di fare ora? –

In tutta risposta lo stregone lo colpì con due fendenti perfetti: -Sarò sconfitto – disse quello in modo arrendevole, prima di morire. Il peso del suo corpo spezzò i sostegni della struttura sulla quale ci trovavamo, facendola collassare su se stessa.

Scivolammo per diversi metri nel vuoto fino a quando la struttura rallentò e si fermò definitivamente.

-Poteva andarci peggio! – disse Bofur sarcastico, constatando che nessuno di noi ci aveva rimesso le penne.

All’improvviso però il corpo del Re Goblin piombò dall’altro, schiacciando quelli di noi che erano rimasti incastrati, me inclusa.

-Vuoi scherzare?! -gridai io a Bofur, mentre per l’ennesima volta ero sul punto di impazzire per il dolore al mio braccio spezzato.

-Oh no -disse Kili, osservando un’orda di Goblin che sopraggiungeva dalle grotte sovrastanti -Ci raggiungeranno! –

-L’unico modo per sopravvivere è la luce del giorno – disse Gandalf, aiutando gli altri che erano rimasti incastrati – Seguitemi! –

Thorin mi prese di nuovo in braccio e iniziammo a seguire lo stregone attraverso delle strette gallerie buie fino a quando in lontananza vedemmo una luce, la luce del giorno.

Quando misi la testa fuori da quel focolaio di Goblin mi sembrò di rinascere: l’aria era fresca, la luce del sole calda e accogliente e persino la mia ferita sembrava far meno male.

Corremmo ancora per un po’ fino a quando non fummo più che sicuri che i Goblin non ci stessero inseguendo. Thorin mi poggiò a terra, palesemente sfinito per aver corso tanto a lungo con la mia zavorra.

-Gandalf devi aiutarla – lo supplicò lui -Le hanno spezzato un braccio, non può proseguire così –

Diedi un’occhiata al mio braccio e constatai che era messo veramente messo male: era gonfio il doppio rispetto a prima e ovunque era coperto di lividi neri, mentre del sangue scuro era raggrumato nei punti in cui avevano calato il martello.

-Posso solo ricomporle le ossa – spiegò lo stregone, osservando le mie ferite – I lividi dovranno guarire in modo naturale

-Ti prego, fai tutto ciò che puoi – lo pregai io. Non avrei resistito un minuto di più in quelle condizioni.

Gandalf prese il suo bastone e lo fece passare sopra il mio braccio, borbottando parole in una lingua che non conoscevo. Sentii svanire il dolore lentamente, le ossa ricomporsi e le lesioni interne svanire.

Quando ebbe finito sentivo solo un leggero fastidio causato dei lividi, nulla a confronto con ciò che avevo provato fino a pochi istanti prima.

-Ti ringrazio di cuore Gandalf – dissi io abbracciandolo.

-Attenta però – mi ammonì lui, guardandomi dritto negli occhi -Non calcare troppo la mano. Ha bisogno di un po’ di riposo –

Io annuii, mentre Thorin mi consegnava la mia spada e la riponevo nel suo fodero. All’improvviso però notai che all’appello mancava qualcuno: -Dov’è finito Bilbo? – domandai, guardandomi intorno alla ricerca dello Hobbit -Qualcuno lo ha visto? –

-Credevo fosse con Dori! – disse Dwalin.

-Non date la colpa a me -ribattè l’accusato, con aria offesa. Tutti si misero a fare supposizioni, fino a quando Thorin non si intromise.

-Ve lo dico io cosa è successo. Il signor Baggins ha visto la sua occasione per tornare a casa e la ha colta – il suo sguardo era pieno d’odio e questa cosa mi dispiacque molto -Cercarlo sarebbe solo tempo sprecato. Oramai sarà già lontano… -

-In realtà non è vero – Bilbo fece la sua comparsa, perfettamente integro.

L’espressione di tutti -eccetto quella di Thorin e Dwalin – si allargò in un ampio sorriso. Io gli andai incontro e lo abbracciai stretto. Ero felice che almeno lui non si fosse fatto male.

-Ti davamo per disperso! -disse Kili – Ma come hai fatto a evitare i Goblin? –

-Già… come? – gli fece eco Dwalin con un’espressione molto scettica.

Lo Hobbit non rispose, si limitò solo a infilarsi qualcosa che non riuscii a distinguere nelle tasche del gilet: -Ma che importanza ha? E’ tornato, questo è l’importante – disse Gandalf, con uno strano sorriso.

-Ha importanza -lo rimbeccò Thorin, cupo -Perché sei tornato? –

Bilbo mi lanciò un’occhiata che valeva più di mille parole: -Perché qualcuno mi ha aperto gli occhi – io risposi con un sorriso -Io ho una casa che mi attende al ritorno, un letto soffice e una buona cena. Voi non la avete, una casa. Vi è stata portata via. Per questo motivo voglio aiutarvi a riconquistare Erebor: in questo modo capirete anche voi cosa vuol dire poter dormire al caldo la notte e sentirsi a CASA – Bilbo si rivolse a Thorin -E lo so che dubiti di me, insomma, lo hai sempre fatto! E figurati, anche io dubito di me. Ma se in qualche modo posso aiutarvi, sappiate che lo farò con piacere –

A quel punto Thorin abbassò lo sguardo, probabilmente sentendosi un idiota per aver attaccato Bilbo in quel modo. Eravamo tutti commossi dalle parole dello Hobbit e addirittura Ori iniziò a tirar su con il naso, mentre Balin si asciugava qualche lacrimuccia.

All’improvviso però un ululato sinistro ci riportò alla realtà. I mannari e gli orchi non erano lontani.

-Maledizione -imprecò Thorin, cercando di capire da che punto provenissero gli ululati -Siamo finiti dalla padella… -

-…Alla Brace – concluse Gandalf per lui -Prendete le vostre armi e correte! –

E così ancora una volta fummo costretti a fuggire dagli orchi.

Spazio Autrice:

Buonsalve a tutti, miei cari lettori!

Lo so, questa volta sono in anticipo, ma per una semplice ragione: questa notte partirò per le vacanze alla volta delle Marche e poi della Grecia e per tutto questo  tempo non riuscurò  ad aggiornare... Mi sembrava cattivo lasciarvi per dieci giorni  senza uno straccio di capitolo, così mi sono preparata in anticipo.

Dunque, cosa ne pensate? Ci avviamo sempre di più verso la fine della prima parte della storia, visto che mancherà un capitolo, al massimo due. Anche in questo capitolo ho mantenuto intatti diversi dialoghi, mentre alcuni sono stati modificati per introdurre la nostra bella protagionista!

Questa settimana sarò breve visto il caldo allucinante che sta pervadendo la mia casa, vi ringrazio di cuore, ogni singolo lettore, per la vostra continua presenza e vi do appuntamento al mio ritorno (all'incirca il 17) per un nuovo capitolo....

Ringrazio gli dei per avermi concesso una piscina in giardino e detto ciò corro subito a farmi un tuffo!

Un bacione,

                  Jenny

   
 
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