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Autore: lisi_beth99    05/08/2017    1 recensioni
Lane si risveglia nella Radura, inizialmente non comprende ciò che la circonda ma, dopo i primi flash-back, tutto diventa più chiaro...
Dal primo capitolo:
"Sentii dei rumori provenire da sopra la scatola, come dei passi, poi delle voci. Si aprì una botola e vidi una decina di ragazzi che guardavano me. Uno si fece avanti, aprì la grata ed entrò. Era un ragazzo alto, magro, con gli occhi scuri e i capelli biondo scuro. Mi studiò per alcuni secondi poi mi sorrise e mi porse la mano –Vieni, ti porto fuori da qui!-. afferrai subito quella che sembrava la cosa più amichevole che avessi mai visto e scoprii, con mia grande sorpresa, che era calda e rassicurante."
NOTA: Mi sono basata sul film, ci sono alcune riprese nella storia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Attraversammo tutta la Radura, Newt mi stava conducendo nella capanna più grande che ci fosse; era a due piani, costituita da assi in legno robusto e una decina di finestre. I ragazzi che incontravamo ci fissavano dubbiosi o divertiti. Alcuni tentarono di chiedere al mio condottiero cosa stava facendo o dove stavamo andando ma lui o li ignorava oppure gli lanciava un’occhiataccia da farli voltare dalla parte opposta e continuare a fare quello che stavano facendo. Tentai di bloccarlo diverse volte, afferrandogli una spalla o provando a superarlo e poi bloccarmi, ma il biondo scuoteva la spalla e si scansava quel tanto per ritornare in prima posizione e continuare a procedere. Entrammo nel casolare e salimmo delle scale che scricchiolavano ad ogni minimo cambiamento di peso. Newt aprì una porta e mi fece cenno di entrare; la stanza non era molto grande, conteneva un letto con delle coperte abbastanza leggere, un tavolo di legno chiaro con una sedia accostata ad esso e un armadio aperto, dentro c’erano diversi cuscini e coperte. Immaginai fossero le scorte in caso di calo di temperature però decisi di concentrarmi su un altro “piccolo” dettaglio: il mio accompagnatore era entrato subito dopo di me e aveva chiuso la porta facendo molta attenzione a non fare rumore, quasi stesse per compiere un delitto. Deglutii sommessamente e cercai di tenere i battiti del mio cuore il più calmi possibile. Newt si avvicinò guardandomi negli occhi, quasi volesse incitarmi a leggergli le emozioni che provava. Mi accorsi che aveva una strana luce che gli brillava in essi, ma non riuscivo a decifrarla. Nel frattempo lui non aveva mosso un muscolo né proferito verbo. Continuava a guardarmi, quasi non sapesse cosa fare. – Mi dispiace Newt…- dissi dopo un paio di secondi. Il mio respiro si interruppe quando lui abbassò il volto quasi in segno di sconforto, - Mi dispiace di averti fatto preoccupare, non era mia intenzione. - lui fece un verso di scherno – Sei dispiaciuta di avermi fatto spaventare a morte quando sei schizzata nel labirinto per salvare uno che nemmeno conosci?!- si stava scaldando l’atmosfera nella stanza e temevo che il ragazzo potesse esplodere da un momento all’altro. – Dovresti preoccuparti per come la prenderanno gli altri! - si spostò verso l’armadio, poi si voltò puntandomi il dito contro. – La tua decisione di entrare in quel posto infernale è a tutti gli effetti un infrazione delle regole. Ma cosa ti è frullato nel cervello? - ormai stava praticamente urlando, così, per difendermi, usai lo stesso tono di voce: minacciosa e, più o meno, profonda. – Che razza di persona lascerebbe morire un compagno? Quelle regole sono folli! Non potrei vivere un solo giorno sapendo che avremmo potuto salvarlo ma che nessuno ha avuto le palle per infrangere il vostro regolamento di m…- Newt mi corse incontro e mi abbracciò. – Lane…- mi scostò di qualche centimetro, ero rimasta pietrificata. Un momento prima sembrava pronto ad uccidermi e quello dopo mi teneva stretta come non volesse più lasciarmi andare. Il mio cuore pulsava ad una velocità record e la testa mi diceva di non lasciarlo più, perché lui era qualcosa di meraviglioso, non avrei mai trovato nessuno così intelligente, gentile, affettuoso e comprensivo come lo era lui. – Lane, le regole sono state create per proteggerci, per non permettere ulteriori morti. Tu hai fatto la cosa più stupida che qualcuno abbia mai fatto- si schiarì la gola e lo sentii sussurrare qualcosa come “Anche se non al pari di Thomas” immaginai fosse riferito a quando aveva passato la notte nel labirinto. Decisi di riprendere la parola – Ma, Newt, quel ragazzo non sarebbe ancora vivo se io non avessi fatto quello che ho fatto…assumerò le mie responsabilità e ne subirò le conseguenze…- non mi lasciò terminare, mi strinse in un secondo abbraccio, questo ancora più accogliente e pieno di sentimenti. – Non lo permetterò! Se gli altri proveranno a toccarti io li bloccherò! Dovessi mentire a tutti…-. “è così dolce… e si vede che è cotto di te!” la vocina che era rimasta zitta fino a quel momento, fece di nuovo capolino e mi rovinò quel momento di dolcezza. “Mentirebbe per te…e ti proteggerà!” mi resi conto di cosa poteva voler dire: se il capo si faceva nemico tutti quelli del campo, quella briciola di odio per se stesso si sarebbe trasformata in un macigno nel suo cuore e lo avrebbe portato all'autodistruzione. Non lo avrei mai permesso! Lo amavo e non avrei voluto vederlo soffrire! Mai!
“Aspetta! Hai appena detto che lo ami?! Lane sei scema? Praticamente non lo conosci!” la vocina si era fatta insistente, mentre tentavo di calmare il ragazzo che continuava a guardarmi negli occhi e parlare su come fosse stato sciocco quello che avevo fatto e che avrei potuto morire e che ero stata proprio stupida e bla bla bla. A un tratto mi prese le mani e le chiuse nelle sue, forti e delicate allo stesso tempo; inizialmente mi irrigidii non poco e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, ma poi cercai di contenermi e concentrarmi su quello che aveva da dirmi. – Lane, giurami che non lo farai mai più! Se ti dovessi perdere, non riuscirei più a vivere…perché…- fece una pausa e prese una grossa boccata d’aria- Credo…anzi ne sono certo…io…mi sono innamorato di te! Dal primo momento che ti ho vista nella scatola, i tuoi occhi che risplendono con la luce del sole, i tuoi capelli cosi disordinati e di un castano così intenso… non so come sia possibile, è come se avessimo un legame. Dal momento che ti ho vista ho pensato di dover passare il resto della mia vita con te. Ti amo Lane! E non posso più vivere senza di te! - ero sinceramente stupefatta! Nemmeno la parte più remota del mio cervello aveva pensato alla possibilità di essere ricambiata nei sentimenti. Lui era così autoritario e rispettato e io ero solo una ragazzetta appena trasportata in un mondo del tutto nuovo… cercai di rispondere ma lui non me ne diede tempo. Si avvicinò ancora di più e mi baciò! Un bacio dolce e intenso, che mi trasmise gioia e sicurezza, ma anche un po' della tristezza di Newt e il suo modo di fare autoritario mi diede le forze per stringergli il collo con le braccia e allacciargli le gambe in vita. Lui mise una mano sotto il mio sedere e con l’altro braccio mi strinse la schiena. Fu un momento idilliaco e che avrebbe potuto durare in eterno, purtroppo fummo interrotti dal rumore di passi sulla scala e, poco dopo, qualcuno bussò alla porta. –Newt, si è radunato il Consiglio devi venire subito! Hanno trovato indizi nel dolente- era Gally e fortunatamente non entrò nella camera, altrimenti sarebbe stato molto imbarazzante e impossibile da spiegare. Sorrisi mentre il biondo mi posava atterra e rispondeva – Un attimo e arrivo! - a quello che era rimasto fuori. Mi diede un bacio furtivo sulle labbra prima di incamminarsi verso l’uscita. Lo bloccai prendendogli la mano – Ti amo anch’io Newt- dissi dolcemente. Lui mi guardò con intensità e riuscii a leggergli l’amore che provava per me negli occhi, notai anche che l’odio per sé stesso era quasi scomparso del tutto. Ne fui sollevata ma decisi comunque di indagare, volevo aiutarlo in tutti i modi possibili. Quando arrivò alla porta si voltò e mi sussurrò – Non ti muovere! Non ci impiegherò molto…- poi la aprì ed uscì in silenzio. “Col caspio che te ne stai qui! Tu vai a vedere cosa dicono a questo fatidico Consiglio” pensai fosse giusto ascoltare la propria vocina nella mente, qualche volta, così, quatta quatta, seguii i due ragazzi mentre andavano in una capanna più grande delle altre, dove erano riuniti all’incirca dieci ragazzi. Mi nascosi dietro ad una specie di siparietto che si trovava vicino all’entrata, composto da due assi in legno e una tenda che arrivava a toccare il pavimento. L’edificio era sorretto da cinque pali in legno conficcati nel terreno, era di forma circolare e nella metà opposta all’entrata c’era una specie di anfiteatro con diverse panche messe a semicerchio. Nell’altra metà erano appoggiate atterra delle casse di frutta rovesciate dove erano seduti tutti i ragazzi. Gally si sistemò su quella più vicina all’uscita mentre Newt rimase in piedi fra due torce poste più o meno al centro della stanza e gli fu dato in mano una specie di latta con dei cavi che sporgevano. Notai un ragazzo alto con i capelli neri che era un po' nascosto dietro ad una colonna in legno. Compresi essere il primo ad essere uscito dal labirinto poco prima. – Lo abbiamo trovato dentro al dolente- stava dicendo – Newt lo esaminò e passò il pollice sulla superficie. – Le stesse lettere che compaiono sulle provviste. - era stupito da ciò che vedeva. – Esatto! – riprese il moro – Gli stessi che ci hanno messi qui, hanno creato quei mostri… e questo è il primo vero indizio che siamo riusciti a trovare in tre anni. Non è vero Minho? - a quel punto rivolse lo sguardo verso il secondo ad essere uscito dal labirinto, quello dai tratti orientali. – Sì! - si limitò a rispondere. Allora il ragazzo moro riprese a parlare – Newt, fammi tornare nel Labirinto, potrebbe portarci da qualche parte. - il biondo annuì un po' distrattamente e passò in rassegna i volti dei presenti. Ci fu un momento di esitazione poi Gally cominciò – Capite cosa sta facendo, vero? - aveva un tono un po' troppo odioso per sperare in qualche frase positiva; infatti continuò senza aspettare una risposta – Prima infrange le nostre regole, poi ci spinge ad abbandonarle del tutto! Le regole sono l’unica cosa che ci ha sempre tenuti assieme! Perché le stiamo mettendo in dubbio? - si fermò un secondo, poi riprese – Se Alby fosse qui, sarebbe d’accordo con me: il nuovo arrivato deve essere punito!- sembrava completamente diverso dal ragazzo che si era preoccupato tanto quando ero stata male, eppure la voce, gli occhi, il corpo erano gli stessi… Calò nuovamente il silenzio; Newt guardò prima Minho, poi il ragazzo moro. Porse l’aggeggio che avevano trovato nel dolente al velocista asiatico e cominciò a parlare – Hai ragione, Thomas ha infranto le regole. - “Quindi è lui il Thomas che stavi cercando” la vocina si ripresentò tutta allegra e cominciai a dubitare della mia salute mentale. “Devi assolutamente parlargli!” era insistente ma mi concentrai su quello che succedeva nella sala. – Una notte in Gattabuia senza cibo! - stava dicendo Newt. Gally era contrariato e cercò di dissuaderlo dicendo che tato Thomas sarebbe tornato nel Labirinto il giorno dopo. Il biondo, allora, disse una cosa che lasciò tutti a bocca aperta – Il regolamento dice che nel Labirinto possono entrare solo i Velocisti. Quindi rendiamo la cosa ufficiale: a partire da domani sarai un velocista! - Passai in rassegna il volto di tutti i presenti e vidi che erano tutti d’accordo. Tutti tranne Gally che si allontanò dal gruppo indignato.
Dopo un po' uno dei ragazzi fece un colpetto di tosse per richiamare l’attenzione su di sé – Scusate l’indelicatezza ragazzi ma … dovremmo parlare anche di un’altra cosa…-. Newt lo fulminò con lo sguardo – E di cosa dovremmo parlare? - a quella reazione altri tre ragazzi si fecero avanti per sostenere l’amico – La ragazza, quella nuova, ha infranto le regole! Deve essere punita come lo è stato Thomas- indicarono il ragazzo con i capelli neri che reagì facendo una smorfia di sorpresa. Nel frattempo, Newt si passò una mano sulla faccia – Lei…è un problema mio. Non l’avevo informata delle regole, non poteva saperlo…- uno dei giovani sbottò – Come capo fai schifo! Sarebbe stato meglio che Alby fosse rimasto qui e fossi andato tu nel Labirinto, così almeno saresti fuorigioco tu e non lui! - Si alzò dal suo posto e si avvicinò al vice capo – Non sei all’altezza del compito! non so nemmeno come tu faccia a mandare avanti la Radura se non sei nemmeno in grado di affrontare la vita! - quel ragazzo era furioso ma sembrava fosse solo all’inizio. Minho si mise fra i due che si guardavano in cagnesco – Adesso basta! - Gally si riavvicinò al centro della stanza e intervenne dicendo che ero lì da talmente poco che non era colpa mia se avevo fatto quello che avevo fatto, però quel gruppetto non demordeva – Dovete prendere provvedimenti e metterla in Gattabuia per almeno un giorno intero! Sei fortunato che non abbia fatto danni. Ma forse sei preso da altro! - Vidi la difficoltà che aveva Newt e decisi di aiutarlo. Uscii dal mio nascondiglio con molta calma. – Non è colpa sua- dissi mentre mi avvicinavo – Lane ti avevo detto…- Newt non fece in tempo a terminare la frase perché lo interruppi. Tanto sapevo perfettamente quello che mi avrebbe detto. – Le regole mi sono state spiegate in modo adeguato sia da Newt che da Gally. Quello che ho fatto è stato completamente una mia decisione. Come ho già detto al vostro vice: ho fatto quello che ho fatto perché l’ho reputato giusto e perché trovo idiota non aiutare qualcuno quando si può! Lo rifarei altre mille volte, se volesse dire salvare una persona. Quindi potete punirmi quanto volete, ma io lo continuerò a fare! - dopo il mio discorso feci un respiro profondo. Fu solo allora che mi accorsi di non aver quasi respirato. Sapevo che avevo fatto una cavolata ammettendo di aver infranto le regole di proposito ma vedere Newt aggredito in quel modo non potevo sopportarlo.
Tutti mi guardavano e sentii il biondo dietro le mie spalle sussurrare – Cosa hai fatto? - con aria sconsolata. Il gruppetto che aveva avuto da ridire rimase stupito delle mie parole e uno di loro si risedette sconfitto. Quello che aveva aggredito Newt però mi diede testa e mi fissò negli occhi – Sei così stupida! Però coraggiosa, cazzo se sei coraggiosa! Penso che nessuno qui farebbe una cosa del genere…- rimasi un po' spaesata – Quindi? - si mise a ridere – Quindi rimango della mia idea! Però farò finta di nulla perché mi hai colpito! -
Mi voltai verso Newt che era rimasto sorpreso quanto me. Dopo poco l’assemblea si sciolse e avevo la possibilità di conoscere Thomas.
   
 
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