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Autore: Okami D Anima    06/08/2017    2 recensioni
Anima aveva pensato e ripensato a cosa fare, a chi chiedere e da dove iniziare per avere informazioni su quanto accaduto quindici anni prima. Era arrivata alla conclusione che qualcuno si doveva pur essere salvato, come lei, da quel massacro.
Una sera in cui si stava ubriacando per la frustrazione e la malinconia dovuta all'assenza dei pirati di Barbabianca ma soprattutto per l'assenza di Ace, le era venuto in mente che una delle anziane del suo villaggio le raccontava che, non molto distante dalla loro isola, viveva una sua parente. Accarezzando il piccolo lupo appeso al collo aveva preso la sua decisione; sarebbe tornata vicino a quel luogo di ricordi dolorosi. Forse quella donna poteva avere notizie.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Garp, Nuovo personaggio, Shuraiya Bascùd
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of a Cat who fell in love Fire ❤'
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Capitolo 3

Buone nuove

 

I due giorni decisi da Anima passarono nell'anonimato più totale, la Marina aveva creduto alla storia di Ryan ed avevano smesso di cercarla convinti che fosse partita. Dal suo nascondiglio aveva visto un paio di galere allontanarsi per mare e tornare senza riportare notizie su di lei; la ragazza era contenta di poter tornare al suo status di pirata sfuggente. Le piaceva quell'aura di mistero: sai che sono qui, sai che posso colpirti ma non sai quando lo farò.
Ryan comparve raggiante, la mattina del terzo giorno, nella caverna, desideroso di cominciare la ricerca; per lui quella era un'avventura.
- Ciao Anima! - salutò saltellando dappertutto.
- Buongiorno campione! - sorrise – Come siamo pimpanti oggi! -
- Andiamo a cercare la signora? Sai, io ho chiesto alla mia mamma se la conosceva però lei mi ha fatto tante domande sul perché la stessi cercando. Allora sono andato in giro da solo a cercarla perché non potevo dirle che ti stavo aiutando. Ho mantenuto il segreto perché sei buona e... -
- Frena, frena, frena!!! Prendi fiato, non ho capito quasi niente di quello che hai detto – l'interruppe la ragazza mettendogli una mano sulla bocca.
Avrà detto una cinquantina di parole in due secondi!” pensò stupita.
Il bambino mugugnò qualcosa di incomprensibile ed Anima lo liberò.
- Scusa! Dove andiamo? Nella parte periferica della città abitano alcune persone anziane magari... -
- Ryan! -
Il piccolo si zittì mordendosi il labbro, la mora rise della sua espressione.
- Sbaglio o ti avevo detto di non tornare più qui?! Sei andato a cercarla da solo? -
Il ragazzino abbassò la testa al rimprovero poi annuì.
- L'hai trovata? - scosse la testa.
- Hai chiesto in giro? - annuì di nuovo.
- Guarda che puoi parlare, solo non sputare fuori frasi a raffica come una mitraglietta! -
Ryan sbuffò tutto il fiato che aveva trattenuto.
- Ho girato tutto il villaggio facendo domande ma nessuno conosce una signora di nome Dalila. Mi hanno chiesto di descriverla ma non lo sapevo. Fermavo tutte le donne chiedendo: Sei tu Dalila? Conosci una persona che si chiama Dalila? Ho cercato dappertutto! Al porto, al mercato, nelle piazze, sono andato in giro per negozi... -
Anima si schiaffò una mano sul viso passandola poi nei capelli, tirandoli indietro, sospirando.
- Ops! - Ryan si coprì la bocca con le mani.
- Quindi nessuno ha mai sentito quel nome o si chiama Dalila -
- Potrebbe aver cambiato nome? - azzardò il minore.
- Può darsi... La persona che cerco è arrivata qui quindici anni fa con suo marito -
- E se non fosse più qui? -
Spero che non sia così”
- Andiamo in città e scopriamolo! - esclamò la mora uscendo dalla grotta.

- Anima? Anima! -
Ryan la stava chiamando da dieci minuti, tirandola per un braccio. La ragazza si riscosse guardandolo infastidita.
- Perché guardi così insistentemente in quella direzione? È la terza volta che lo fai! - chiese il minore curioso.
Anima non lo sapeva, sentiva una strana attrazione verso nord-ovest come una specie di richiamo.
Non capisco cosa mi sta succedendo...”
- Andiamo – disse incamminandosi.


Il bambino era un fonte inesauribile di sorprese, l'aveva portata da una parte all'altra della città; Anima non poteva trovare una guida migliore.
La sua vivacità era esuberante, fermava ogni persona facendo mille domande; a volte le indicava persino i luoghi in cui si fermava a giocare o le raccontava di quando gli abitanti si radunavano al porto per vedere il vincitore della Avventura Mortale.
- Perché ha questo nome? - gli domandò incuriosita.
- Credo perché ha partecipare sono in tanti ma ne arriva sempre solo uno. No, ho sbagliato, ne arrivava sempre solo uno... -
- Arrivava? -
- Sì, vinceva sempre il Generale Gaspardi ma un giorno un altro pirata l'ha sconfitto e sono iniziate ad arrivare sempre più navi. Qualche settimana dopo la Marina ha messo su una base per controllare la zona – spiegò Ryan.
- Quindi è da poco che le forze militari sono su quest'isola -
Il bambino annuì.
- Proviamo ad entrare qui – disse la mora indicando un negozio di vestiti.
Aveva un aspetto vecchio come se fosse lì da diversi anni, la ragazza sperava che il proprietario potesse darle qualche buona informazione.
Appena entrarono lo sguardo le cadde su un cappello nero appeso alla parete a fianco del bancone.
Le ricordava quello di Ace; si portò una mano al collo, triste, giocherellando con il lupetto.
Ace... Chissà cosa starai facendo, mi pensi ancora o ti sei dimenticato di me?”
- Lei ha gusto signorina, quel cappello si abbina perfettamente con la sua giacca! Solo perché è lei, sono disposto a venderglielo per 5000 berry! -
Dal retro bottega era spuntato un uomo sulla cinquantina.
Potrei anche prenderlo, i soldi non saranno un problema per un bel po' di tempo”
- Non sono qui per comprare, stiamo cercando una persona -
- E pensate di poterla trovare qui? - chiese ironico.
- Signore? Lei conosce una persona di nome Dalila? Dovrebbe vivere qui da quindici anni più o meno – intervenne il minore.
Lo sguardo dell'uomo s'incupì leggermente, gesto che non sfuggì ad Anima.
- Mi dispiace, non conosco nessuno con quel nome – rispose evasivo.
La ragazza assottigliò lo sguardo.
- Che peccato – mugugnò il minore.
- Sta mentendo -
L'uomo sussultò leggermente.
- Lei non è originario di quest'isola – proseguì la gatta – La sta proteggendo! -
- Come fate...? Chi siete?! - esclamò indietreggiando.
Anima si mosse fulminea, scavalcò il bancone comparendo alle sue spalle. Bloccandogli l'accesso alla stanza sul retro.
- Dimmi dove posso trovarla! -
- M-mi dispiace, non conosco nessuno con quel nome – balbettò.
- Dalla tua reazione si direbbe il contrario – ringhiò trasformando una mano.
L'uomo sbiancò notando gli artigli affilati.
- Ryan, grazie per il tuo aiuto. Ora vai a casa – intimò la mora al piccolo.
- Ma io... Non voglio! -
- Vai a casa! - ordinò mostrando la sua dentatura felina – Ci rivedremo ancora, te lo prometto. Ora va! -
Il bambino uscì sbuffando, si chiuse la porta alle spalle con un tonfo; una volta fuori corse via, quando si trasformava Anima gli faceva paura.
- Dove si trova Dalila? - chiese per l'ennesima volta.
- Come fai a conoscere quel nome? Quando siamo arrivati qui abbiamo deciso di cambiarli -
- Arrivati...? Sei uno dei sopravvissuti di Fengaart? - domandò stupita.
- Chi sei tu? Come fai a conoscere quell'isola? Sei così giovane... - la fissò – I tuoi occhi... Sono come... -


- SAPPIAMO CHE SEI LI DENTRO! -
Anima guardò fuori dalla vetrina presa in contropiede.
- Merda! Sono riusciti a trovarmi – ringhiò la gatta.
- Sei una ricercata? - chiese l'uomo notando il drappello di marines – Nasconditi nel retro – disse.
- Vuoi aiutarmi?! -
- Non nutro simpatia per il governo – rispose l'uomo.
La gatta lo fissò dubbiosa poi decise di fidarsi sparendo oltre la soglia. Si guardò intorno, la stanza era piena di scaffali e scatoloni, niente finestre o porte che le permettessero la fuga.
- Dannazione sono in trappola! Dovrò combattere – ringhiò.
Sentì la porta del negozio aprirsi ed i soldati irrompere di corsa.
- Una pericolosa pirata è stata vista entrare qui dentro, ci dica dove si nasconde! -
Anima indietreggiò tenendo lo sguardo fisso sulla porta, involontariamente urtò contro una pila di scatoloni facendone crollare quello in cima.
Cazzo!”
- Cos'è stato? - sentì gridare.
- Proveniva dal retro! -
Quel piccolo incidente permise alla ragazza di notare un varco nel muro che prima le era sfuggito.
Un passaggio?!”
Scostò di poco una delle scatole e si lanciò nel buco creatosi, poi la rimise al proprio posto allineandola per coprire l'apertura.
Il buio era totale, l'odore del legno muffito era insopportabile; Anima rimase immobile respirando a malapena senza azzardarsi a scendere le scale.
Il legno è marcio, se scendessi gli scalini potrebbero scricchiolare o peggio ancora crollare...”
- Non c'è nessuno qui, voi siete gli unici ad essere entrati in negozio – disse il proprietario.
- Aiutare una criminale è un reato, lo sa signore? -
- Capitano, guardi -
Gli uomini si avvicinarono alla scatola rovesciata.
- Ecco spiegato il suo rumore Capitano, prima del vostro arrivo stavo sistemando la merce, devo aver appoggiato male la scatola che in seguito è caduta – spiegò secco il negoziante.
Anima avvertì chiaramente la rabbia nascosta in quelle parole, non era la sola ad odiare la Marina Militare.
- Signore! Ho appena ricevuto conferma che il bambino è tornato a casa. Era solo, Signore -
Ryan! Non posso coinvolgerlo di più in tutto questo...!” pensò Anima, preoccupata.
Il Capitano grugnì.
- Andiamocene. Qui non c'è nessuno! Queste soffiate ci fanno perdere solo tempo -
- Ma Signore, in molti affermano di averla vista nelle notti precedenti alla taverna del vecchio Bill -
- Allora avremmo dovuto trovarla. L'hanno vista aggirarsi in questa zona eppure non c'è. Non può essere un fantasma! - disse seccato l'ufficiale.
- Ci scusi per il disturbo – e seguito dai suoi uomini uscì dal negozio.

- La via è libera – annunciò il negoziante.
Anima uscì dal suo nascondiglio.
- Non pensavo riuscissi a scovare la scala che porta alla cantina -
- Sono stata fortunata, se non avessi urtato lo scatolone – disse raccogliendolo – non l'avrei notato e mi avrebbero sicuramente trovata -
L'uomo la fissò intensamente, Anima si grattò la nuca nervosa.
- Hai i suoi stessi occhi -
- Come? -
Anche il vecchio pescatore ha detto la stessa cosa” pensò la ragazza.
- Mi vuoi dire dove abita? - chiese la mora che stava cominciando a spazientirsi.
L'uomo scosse la testa.
- Non voglio che la Marina irrompa in casa di Dalila come ha fatto qui. Potrebbe spaventarsi come quindici anni fa. Incontriamoci questa notte al Fishi's Bar, ti porterò da lei -
Anima annuì, uscì dal negozio e sparì velocemente.
- Non avrei mai pensato... Per quanto fuggiamo, non potremmo mai liberarci del passato – sospirò l'uomo guardando il punto in cui la ragazza era scomparsa.


Un'ombra entrò dalla finestra spaventando il bambino che urlò. Una mano gli tappò la bocca e cominciò a piangere.
- Ehi Ryan, sono io. Calmati! -
- A-Anima... Ho a-avuto ta-tanta p-paura!! -
- Scusami piccolo, non volevo spaventarti – mormorò dispiaciuta accosciandosi per guardarlo negli occhi.
- P-pensavo c-che i so-soldati... - balbettò.
- I soldati? -
- Mi h-hanno fermato – singhiozzò – C-cercavano te e-ed io... -
Scoppiò a piangere, Anima lo abbracciò cercando di tranquillizzarlo.
- Va tutto bene -
- C-credevo... P-pens-avo che m-mi av-rebbero b-buttato in p-prigione – strinse le braccia intorno al collo della mora – perché t-ti a-aiuto! -
Alla ragazza si strinse il cuore, come poteva far passare tutto questo ad un innocente? Dovevano smettere di vedersi. Ora aveva trovato chi cercava e per quanto le dispiacesse non poteva più parlare con il bambino.
- È per questo che sono qui – disse.
Ryan la guardò senza capire.
- Sono venuta a dirti addio. Se ti capitasse qualcosa per colpa mia non me lo perdonerei mai -
- No... Mi piace andare in giro con te... - piagnucolò il bambino.
La ragazza gli scompigliò i capelli affettuosamente.
- Ho trovato chi cerco, tra qualche giorno lascerò comunque l'isola -
- Ma potresti rimanere lo stesso, smettere di fare il pirata! -
Anima toccò il ciondolo.
- Non posso... C'è qualcuno che devo rivedere... - sussurrò.
- Non voglio... - Ryan la strinse forte.
- Ryan... -
- Un giorno... Prenderò il mare! Quando sarò più grande diventerò un pirata ed avrò la mia ciurma! - disse determinato.
La mora sorrise.
- Dovrai allenarti ogni giorno per diventare forte – il piccolo annuì – Magari un giorno ci rincontreremo -
- Arrivederci Anima-nee -
- Addio piccolo e non metterti nei guai! - e così com'era arrivata sparì, silenziosa come un gatto.

   
 
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