Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    06/08/2017    2 recensioni
Quando tutto sembra scorrere di nuovo sui binari della normalità la vita di Ben viene nuovamente sconvolta e di conseguenza anche quella del suo socio Semir. Una verità rimasta nascosta per troppo tempo, complotti, fughe, tradimenti sono alcuni ‘ingredienti’ di questa nuova avventura che vedrà i nostri ispettori indagare lontani dalla loro città.
Soli…o quasi.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Quarantotto ore

Un forte rumore fece letteralmente sobbalzare Semir, Demis e Mathias Wust.
“Ma che …” esclamò il primo, voltandosi e vedendo il collega che quasi a passo di carica si avvicinava a loro.
Semir notò subito la strana espressione del ragazzo, in volto vi si leggeva rabbia, delusione, tristezza, ma anche tanta preoccupazione e paura.
“Demis” chiamò Ben usando un tono che non ammetteva repliche “Rientra in stanza, chiudetevi dentro e non aprite a nessuno e soprattutto non uscite per nessuna ragione a meno che non sia di vitale importanza”
“D’accordo ispettore” rispose prontamente il ragazzo che poi aggiunse “Ma nel caso foste voi a voler entrare?”
“Innanzitutto vi avviseremo, se non sbaglio prima mi hai detto che hai un cellulare”
“Sì, le do il numero” replicò Demis.
“Bene, comunque per ogni evenienza prima di aprire dovrete sentire quattro colpi secchi alla porta e adesso vai, voglio vederti entrare e sentire la serratura scattare”
Il ragazzo dopo aver salutato fece come gli aveva detto Ben.
Il giovane ispettore dopo aver visto entrare nella stanza Demis incrociò lo sguardo di Semir “Dai socio, è meglio che ci muoviamo, prima risolviamo questa faccenda, prima faremo ritorno a Colonia”
Poi con passo svelto si diresse verso l’uscita della piccola pensione, a Semir e a Wust non restò altro da fare che seguirlo.
“Wust salga in macchina, devo un attimo parlare col mio socio” ordinò Semir senza tanti convenevoli.
“Certo” rispose l’uomo accomodandosi sui sedili posteriori.
“E’ troppo chiederti cosa è successo tra te e Livyana? Che vi siete detti?”
“Niente!” fu la laconica risposta.
Ben tentò di aprire la portiera dell’auto, ma Semir si mise davanti.
“Senti puoi prendere in giro chi vuoi, anche te stesso, ma non me” replicò secco Semir “Ho bisogno di sapere se posso contare sulla tua perfetta lucidità o…”
“Abbiamo litigato, sono volate parole grosse e francamente in questo momento non mi va di parlarne. Va bene?” lo incalzò Ben.
“Sei sicuro di potercela fare? Insomma ormai ti conosco…”
“Semir apprezzo il tuo interessamento, posso solo dirti che voglio che tutta questa storia finisca e al più presto. Se ti raccontassi cosa è successo in quella stanza credo che oltre a star già male di mio, dovrei anche sorbirmi la tua ramanzina, quindi prima ce ne andiamo da questa città meglio è”
“Come vuoi, comunque se vorrai parlarmi io sono qui” e detto questo Semir lasciò salire Ben sull’auto e altrettanto fece lui.
 
“Avrei una domanda per lei” chiese Semir guardando Wust attraverso lo specchietto retrovisore, e allo stesso tempo volendo stemperare l’aria decisamente elettrica “In questi anni ha mai pensato a chi può aver ucciso sua moglie?”
“Me lo sono chiesto ogni singolo giorno, alla fine la cosa più logica è stata quella di credere che sia stata vittima di una rapina o qualcosa del genere.  Ho cercato un’altra possibile soluzione, ma non sono mai venuto a capo di niente. Sophie era ben voluta da tutti, aveva ottimi rapporti col vicinato, con i colleghi di lavoro”
“E del processo cosa può dirmi?”
“Che si svolse nell’arco di poche settimane, fui condannato all’ergastolo e tutto fu archiviato, a mio avviso, in maniera troppo veloce. Provai anche a dirlo al mio avvocato, ma lui mi assicurò che aveva fatto l’impossibile. Purtroppo come vi ho già detto le prove erano tutte contro di me” ribadì Wust.
“E il movente?” chiese Semir.
“Tradimento, gelosia, l’uomo morto che trovarono in casa. Secondo l’accusa ho sorpreso mia moglie con l’amante e li ho uccisi in un impeto di rabbia. Inoltre la scientifica non trovò tracce dell’uomo che mi aggredì”
“Come arrivò la polizia a casa sua quel giorno?” domandò Semir.
“Al processo ci fu un testimone che dichiarò che passando accanto alla casa udì il pianto disperato di Livyana, notò la porta spalancata e così pure il cancelletto, lo varcò e attraverso le finestre scorse il corpo di Sophie, quindi chiamò subito la polizia”
“Lei conosceva il testimone?” incalzò ancora il piccolo ispettore.
“No, ma ho saputo in seguito che l’uomo è morto in un incidente stradale, curioso vero?” sentenziò Wust.
“Niente testimone e quindi nessuno che possa confermare se fu un piano ben architettato ai suoi danni” concluse Semir.
Per un attimo il piccolo ispettore guardò fuori dal finestrino della sua auto poi ritornò a guardare Wust attraverso lo specchietto retrovisore.
“Quindi mi par di capire che lei pensa che tutto sia stato archiviato in maniera troppo frettolosa” ragionò Semir “Come se qualcuno avesse voluto insabbiare tutto”
“Beh parlare di complotto ai miei danni mi sembra abbastanza calzante come similitudine, ma non saprei dire chi possa aver voluto questo” asserì Wust.
“Qualche nemico? Non so a lavoro tutto andava bene? Magari qualcuno che in passato…”
“Mi creda ispettore, nessuno che io sappia avrebbe potuto…”
“Scusami Semir, ma la cosa mi sembra alquanto strana” si intromise Ben “Può darsi che io stia giudicando Wust colpevole senza appello e vista la situazione, i fatti, le prove, ma mi sembra che tu lo stia giudicando innocente a priori. E poi in base a cosa? Alle sue parole? Cerchiamo di essere obiettivi, non ci sono prove che attestino che lui possa essere innocente, forse stiamo solo facendo una caccia alle streghe e lui sta approfittando della situazione…”
“Ispettore Jager” tentò di discolparsi Wust interrompendo di fatto Ben “Capisco che lei tenga molto a Livyana, e posso capire che lei sia prevenuto nei miei confronti, ma le posso assicurare che…”
“Lei ha avuto un regolare processo” incalzò Ben “E’ stato giudicato colpevole e il fatto che abbia rapito o comunque costretto una ragazzina a seguirla in questa ricerca di un altro colpevole…”
“Livyana si fida di lei ispettore e anche io, la prego, provi almeno un pochino a fidarsi di me…se fossi davvero colpevole non crede che sarei scappato?” replicò duro Wust.
“Senta può essere che sia prevenuto, ma parlare di un complotto ai suoi danni mi sembra un tantino esagerato. Sa cosa penso? Ritengo che lei stia usando Livyana, ha saputo che come tutore ha un ispettore di polizia e avere due poliziotti dalla propria parte, che oltretutto possono in qualche modo riaprire il suo caso…”
“Concediamogli una possibilità” intervenne Semir anche per sedare un po’ gli animi.
“Cosa?” Ben guardò il socio sbigottito.
“Facciamo così, indagheremo per lui per…” Semir alzò lo sguardo al cielo per un secondo “Concediamogli quarantotto ore. Se scopriamo qualcosa che possa servire alla sua causa lo aiuteremo, in caso contrario lo consegneremo alla giustizia”
“Chi mi dice che farete tutto per aiutarmi e non mi state prendendo in giro…” obiettò Wust.
“Non ha molta scelta, ma le posso assicurare che siamo persone oneste. Quarantotto ore” rimarcò Semir “Prendere o ritornare in prigione”
“Ci sto, in fondo cosa ho da perdere?” Wust porse la mano a Semir che gliela strinse, ma non la porse a Ben che nemmeno si scompose.
“Senta lei prima parlava di un possibile complotto ai suoi danni” Semir decise di proseguire il suo interrogatorio.
“Beh ecco quando sono evaso la prima cosa che ho fatto è stata quella di andare in quella che era stata per alcuni anni casa mia. Volevo vedere se esisteva ancora dopo quindici anni. Sapevo che quella zona interessava a parecchi imprenditori primo fra tutti Josef Junker. Quando abitavo là c’erano molte villette, casette a schiera, una piccola risorgiva, un parco giochi. Adesso ci sono condomini, un centro commerciale, uffici. Prima c’era un bosco vicino alle abitazioni, ora un mare di cemento. Sicuramente Junker o chi per esso avrà convinto in qualche maniera tutti i proprietari a vendere, se ci fosse stata Sophie…ci sarebbe ancora molto verde, non cemento”
“Dunque non volevate vendere” ragionò Semir.
“Per quanto ne so io nemmeno i nostri vicini” replicò Wust.
“Prima ci diceva che sua moglie era la segretaria di Junker, immagino che si sarà opposta all’espropriazione parlando direttamente con il suo datore di lavoro” espose Semir.
“Sì, infatti Junker ci promise molti soldi, ma Sophie amava quel posto. Non eravamo gli unici anche i nostri vicini non volevano lasciare quel piccolo paradiso. Volevamo creare un comitato, purtroppo mia moglie morì, io finii in prigione. A meno che…che idiota come ho fatto a non pensarci in questi quindici anni” Wust si rabbuiò di colpo.
“Continui” lo spronò Semir.
“Ecco poche settimane prima che nascesse Livyana all’ospedale dove prestavo servizio ci furono tre casi di avvelenamento. Ne parlai con Sophie due delle tre persone erano nostri vicini di casa”
“Avvelenati da cosa?” chiese Semir.
“Acido perfluoroottansolfonico” sentenziò Wust.
“In parole povere?”
“E’ un acido di origine sintetica, difficile e costosissimo da smaltire” delucidò Wust “Credo sia ancora usato nelle industrie, forse è tutt’ora presente in alcuni detergenti di uso comune. Dove abitavamo c’era un piccola roggia, scorreva vicino a delle fabbriche. Sophie mi disse che voleva contattare dei tecnici per verificare che il torrente e le falde non fossero inquinate, noi e il vicinato usavamo l’acqua per annaffiare orti, prati, giardini”
“Penso di sapere dove vuole arrivare” ragionò Semir “Sua moglie potrebbe aver voluto approfondire la questione”
“Se vogliamo fare i complottisti” delucidò Ben “Sua moglie avrebbe potuto scoprire qualcosa di scottante, ma cosa?”
Semir apprezzò l’intervento di Ben abbozzando un mezzo sorriso.
“Senta lei sa chi è il proprietario del nuovo complesso nato dalle ceneri della sua casa?” chiese ancora Ben.
“Ipotizzerei Junker ” rispose Wust “Possiede svariati immobili, oserei dire che gran parte della città di Cottbus è in un modo o nell’altro in mano sua”
“E guarda caso era il datore di lavoro di sua moglie” affermò Ben.
“Sì era una delle sue segretarie personali…” detto questo Wust sbiancò “Pensate davvero che Junker possa averla uccisa per metterla a tacere? E io sono finito in carcere…” Wust che fino al quel momento era dritto sui sedili posteriori della BMW si accosciò letteralmente su di essi.
“Sono spacciato” la voce di Wust era un sussurro “Sono un idiota, come posso solo pensare di mettermi contro lo strapotere di Junker. Nemmeno voi potete fare nulla contro di lui, mettervi contro Junker è come darsi in pasto a un branco di squali…”
Wust stava per aprire la porta della BMW, quando Semir lo bloccò.
“Le abbiamo concesso quarantotto  ore e noi i patti li manteniamo, vero Ben?”
Il ragazzo non rispose fece solo un piccolo cenno con la testa.
“Voi siete matti…Junker vi farà a pezzi. Ho fatto di tutto per avere il vostro aiuto, lo ammetto, ma non farò in modo che Junker vi aggiunga alla lista. Quel bastardo ha architettato tutto perché finissi in prigione, per far tacere tutto, forse per questo ha ucciso due persone, magari anche il testimone del processo, ripeto non voglio che vi aggiunga alla lista”
 
Nell’abitacolo ci fu qualche secondo di silenzio, poi Semir avviò il motore della BMW.
“Dunque la prima tappa è lo studio dell’avvocato Porfidier, si trova in Berliner Straße 47” delucidò Semir “Voglio vederlo di persona, lo torchieremo un po’ vediamo se ha qualche scheletro nell’armadio, chissà vederci in carne ed ossa…potrebbe dirci qualcosa che al telefono ….”
“Voi due siete matti, ma sappiate che apprezzo lo sforzo” intervenne dai sedili posteriori Wust “Comunque se gira subito a destra e prosegue per un paio di chilometri…”
“Abbiamo il navigatore, non c’è bisogno che c’è lo dica lei” rispose acido Ben.
“Via Ben, Wust voleva solo essere cortese…” lo rimproverò Semir.
“Non si preoccupi ispettore Gerkhan” replicò l’uomo.
Ben non rispose nemmeno, impostando il navigatore, poi i tre partirono.
“Scusate, ma perché andare dall’avvocato che mi ha difeso?” chiese Wust dopo un paio di minuti.
“Quando ero a Colonia io e una collega del distretto abbiamo preso alcune informazioni sull’avvocato Porfidier. Lei non poteva permettersi un difensore del genere, insomma poteva richiedere uno d’ufficio o comunque qualcuno con una parcella decisamente meno cara, invece si trova ad essere difeso da un principe del foro. A lei non le è sembrata strana la cosa? Oltretutto sua moglie era la segretaria di uno dei clienti dell’avvocato stesso”
“L’avvocato Porfidier mi disse che Junker mi considerava innocente” delucidò Wust “Ero sconvolto, forse anche troppo e la lucidità in quei frangenti viene meno. Pensai che avere Junker e il suo avvocato dalla mia parte poteva essere una buona cosa”
“Ciò nonostante è stato incriminato” sentenziò Ben tamburellando le dita sulle ginocchia.
“Ben per favore…” lo rimproverò nuovamente Semir.
“La mia non era una frase sarcastica Semir, quello che voglio dire è che avendo un principe del foro è stato condannato ugualmente” rimbeccò Ben.
“Ispettore sta forse cercando di dirmi che mi assegnarono apposta quell’avvocato per essere sicuri di condannarmi? Sì la sua faccia è una conferma. Sono stato proprio un idiota. Ci sono cascato come un pivello”
Ben non rispose, ma notò lo sguardo compiaciuto del suo socio.
Semir conosceva bene il suo collega e soprattutto il suo buon cuore, malgrado stesse usando modi e parole poco gentili stava aiutando Wust a scagionarsi, anche se la cosa non gli piaceva affatto.
Il piccolo ispettore si ritrovò a pensare che sicuramente Livyana aveva strappato a Ben la promessa di aiutare Wust e per quella ragazzina il giovane ispettore avrebbe fatto di tutto nel limite più o meno del legale.
 
I tre arrivarono nei pressi di un grande grattacielo.
“Eccoci arrivati” esordì Semir, parcheggiando l’auto.
“Io vi aspetto in macchina giusto?” domandò Wust.
“Esatto” rispose Semir “Però si chiuda dentro, le lascio pure le chiavi, ma l’avverto non si azzardi a…”
“Non si preoccupi, sposterò solo la macchina se dovessero esserci problemi, sarò qui al vostro ritorno”
I due ispettori quindi entrarono nel palazzo avviandosi verso il banco delle informazioni.
“Salve, polizia autostradale, sono l’ispettore Gerkhan e questo è il mio collega Jager” ed entrambi esibirono il tesserino di riconoscimento.
“In cosa posso esservi utile ispettori” chiese l’avvenente segretaria alla reception.
“ Vorremmo parlare con l’avvocato Porfidier” sciolinò Semir.
“Avete un appuntamento?” replicò la donna.
“No, ma…” tentò di ribattere Semir, ma venne interrotta dalla segretaria.
“Mi spiace, ma senza appuntamento non può ricevervi”
 
In quello stesso istante da una stanza situata dietro il bancone della reception uscì un uomo alto, con una vistosa cicatrice all’altezza della guancia destra. Accanto ad uno stipite della porta una targa recava la scritta “Studio Legale Avvocato Meinhard Porfidier
Ben e l’uomo si guardarono dritti negli occhi, i loro sguardi erano duri, avrebbero incenerito chiunque.
Semir però era troppo impegnato con la segretaria per vedere l’uomo.
“Senta non mi pare ci sia nessuno all’interno, quindi se non le dispiace entreremo anche senza appuntamento, vieni Ben”  e prendendolo per un braccio entrarono nello studio.
“Salve sono l’ispettore Gerkhan e questo è il mio collega Jager” esordì Semir alla vista dell’avvocato.
“Avvocato Porfidier, mi dispiace, non sono riuscita a trattenerli…” dietro di loro la segretaria visibilmente imbarazzata.
“Non si preoccupi signorina Barwon, vada pure, ho già avuto il piacere, se vogliamo metterla così di conoscere l’ispettore Gerkhan. Vada pure”
Appena la segretaria chiuse la porta l’avvocato incalzò i due ispettori.
“Che cosa vuole ancora ispettore Gerkhan? Le ho già detto tutto e le ho mandato tutta la documentazione…” sbottò alquanto adirato l’avvocato che si alzò dalla poltrona sbattendo platealmente i pugni sopra la scrivania “Come si permette di piombare qui nel mio studio? Farò giungere  ai suoi superiori le mie rimostranze”
Sia Ben che Semir notarono come l’avvocato appena li avesse visti avesse cominciato a sudare visibilmente.
“Siamo qui perché vogliamo capire perché un avvocato come lei, la cui parcella è decisamente fuori dalla portata dei comuni mortali, abbia difeso Mathias Wust”
“Senta ha mai sentito parlare di consulenze pro bono publico?” sentenziò l’avvocato.
“Mi scusi la franchezza, ma lei non mi sembra il tipo che si fa carico di consulenze senza ricevere alcun compenso”
“Me lo aveva chiesto un amico…” replicò l’avvocato asciugandosi la fronte con un fazzoletto.
“Un amico? Sarà mica Josef Junker?” chiese Semir.
“Scusate, ma non so dove volete andare a parare…”
“Se le dicessimo che abbiamo prove per far riaprire il caso e scagionare Mathias Wust cosa risponderebbe?” chiese Semir, mentre Ben leggermente in disparte assisteva alla conversazione.
“Direi che avete tanto tempo da perdere, eppure anche Colonia pullula di criminali” replicò con fare sarcastico l’avvocato “Lo sa anche lei che purtroppo tutte le prove erano schiaccianti e nemmeno il più bravo degli avvocati avrebbe potuto scagionare Mathias Wust dall’accusa di aver ucciso la moglie, nemmeno io. Potevo al massimo fargli ridurre la pena, cercare delle attenuanti”
“E se le dicessimo che pensiamo che Wust sia stato incastrato? Che abbiamo contattato alcuni ex abitanti della zona dove adesso sorge un enorme quartiere dove una volta c’era tra le altre la casa di Wust. Sa niente di casi da avvelenamento da acido…Ben tu che eri bravo in chimica come si chiama…” Semir schioccò le dita.
“Acido perfluoroottansolfonico” rispose saccente Ben.
“Non capisco dove voglia andare a parare, ispettore. E comunque furono vagliate altre ipotesi, purtroppo nessuna che potesse scagionare Wust”
“Sicuro? E se invece non fosse stato così?” chiese Semir.
“Senta lo so che Wust dichiarò di essere stato aggredito da un uomo, ma di lui non fu trovata nessuna traccia” l’avvocato si deterse di nuovo la fronte imperlata di sudore “Comunque a Wust la latitanza non gioverà a meno che voi non sappiate qualcosa che io non so…magari lo state nascondendo” questa volta fu Porfidier a far schioccare le dita “Aspettate un po’ mica vorrete farmi intendere che Wust dopo essere evaso vi ha contattato??? Ma voi come lo conoscete? E perché avrebbe dovuto scomodarsi e venire proprio da voi che siete di Colonia…sì adesso ne sono sicuro, lo state nascondendo, voi sapete dov’è ” l’avvocato puntò il dito con fare accusatorio verso i due ispettori.
“Che idea astrusa, poliziotti che coprono un assassino, potremmo indagare benissimo con lui in galera” sentenziò impassibile Semir.
“Però tenuto conto che sono stato il suo difensore, vorrei sapere che prove avete che io non avevo a suo tempo. Posso aiutarvi a riaprire il caso” propose ora con fare accomodante l’avvocato.
“No grazie” rispose Semir “Per il momento è tutto, grazie della collaborazione se ci saranno sviluppi o altro la contatteremo o ritorneremo a trovarla. Arrivederci” poi rivolgendosi al socio “Andiamo Ben, direi che per il momento abbiamo finito”

I due ispettori uscirono dallo studio, passando davanti alla segretaria che li squadrò da cima a fondo.
Ben le fece un mezzo sorriso, ma lei si girò dall’altra parte indispettita.
“Penso che ce l’abbia con noi” sogghignò Ben “E comunque hai visto quell’avvocato? A me non piace, si è messo subito sulla difensiva”
“Già quel avvocato nasconde qualcosa, dobbiamo solo capire cosa e sai cosa penso Ben?”
“So già cosa stai pensando Mathias Wust è stato incastrato, uomo sbagliato nel luogo sbagliato o forse il classico capro espiatorio”
“Sai comincio a pensare che tutta questa storia sia davvero un complotto ai danni di Wust. E pensaci Ben,  Livyana si è rivelata la sua unica possibilità per essere ascoltato da qualcuno” ribadì Semir.
“Quindi convieni con me nel pensare che Wust stia usando Livyana per far si che noi indaghiamo al posto suo” replicò Ben.
“Potrebbe anche essere, ma anche io al posto suo avrei agito così. Insomma le avrei tentate tutte per riaprire il caso, per scagionarmi da ogni accusa”
“Dobbiamo arrivare a capo di qualcosa, ci servono prove” propose risolto Ben.
“Sono d’accordo” sentenziò Semir “Torniamo alla macchina ci serve un piano”
 
L’avvocato attese che i due poliziotti uscissero dal suo studio,  si passò la mano tra i capelli, asciugandosi nuovamente la fronte madida di sudore. Attese qualche secondo poi compose subito un numero di telefono.
“Sì, sono io, ci sono due sbirri che stanno uscendo in questo momento dal palazzo, uno alto e uno decisamente più piccolo. Seguili potrebbero portarci da Wust. Se lo trovi fallo fuori”
“Sì avvocato, li ho visti, ora li seguo” rispose l’uomo dall’altro capo del telefono.
“Stai attento però a non farti scoprire, quei due sbirri hanno l’aria di non essere dei pivelli, stanno cercando prove per poter riaprire il caso di Mathias Wust. Se arrivano alla donna siamo fregati. Messa alle strette potrebbe parlare, non possiamo permetterci errori, caso mai elimineremo in maniera definitiva anche lei. Avvertirò anche il capo, meglio che sappia che sta rischiando molto. L’evasione di Wust non ci voleva, l’ho sempre detto io che andava eliminato anche lui”
Detto questo l’avvocato concluse la telefonata, componendo subito dopo un altro numero.
“Che vuoi Porfidier?” domandò un uomo con tono decisamente seccato.
“Due sbirri dell’autostradale di Colonia sono stati da me, volevano informazioni su Mathias Wust”
“Sai cosa devi fare” rispose laconico l’uomo.
“Ho già preso provvedimenti” ribadì l’avvocato.
“Se non ricordo male, le mie imprese stanno costruendo un nuovo polo industriale nei pressi della cava” replicò mellifluo l’altro interlocutore.
“Sì lo rammento” convenne Porfidier "Avviso subito chi di dovere”
“Conto in un lavoro pulito questa volta, meno persone sanno meglio è” concluse l’uomo.
Poi entrambi gli uomini riagganciarono i rispettivi telefoni.
 
Angolino musicale: guai in vista…che novità! Ringrazio come sempre tutti…lettori, recensori...Alla prossima!
Coldplay ‘Trouble’(Guaio)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=FPzI4dpEcF8
Oh no, ora capisco La ragnatela si è aggrovigliata su di me E ho perso la testa E ho pensato a tutte le cose stupide che avrei detto Oh no, cos’è questa? È una ragnatela e io sono ci sono finito in pieno Allora io faccio per scappare E penso a tutte le cose stupide che avrei fatto E non avrei mai voluto causarti dei guai E non avrei mai voluto farti del male Beh, se mai ti avessi causato dei guai Oh no, non avrei mai voluto ferirti…Loro filavano una ragnatela per me



 
 
  
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