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Autore: Fabb5000    08/08/2017    1 recensioni
Sono passati parecchi anni da quando Lyon, Stefano, Anna e Mario giocavano a Minecraft e, insieme a quei tempi, si è conclusa anche la FailCraft. Ora Lyon, ormai ultracentenario, conscio che ormai non gli resta molto tempo, decide di rivelare alla sua nipote sedicenne la sua vera storia, ovvero quella che successe dopo gli avvenimenti di "A caccia di Herobrine"; la storia che lo rese un eroe non solo in Minecraft, ma in tutti i mondi, e che va tramandata alle generazione future prima della fine. La storia di come lui, Stefano, Anna e Mario salvarono tutti gli universi da una terribile piaga. [[Consigliabile, ma non indispensabile, legge il prologo]]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'FailCraft in real life'
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Lord Death chiuse lentamente la mano robotica, sentendo chiaramente le giunture scricchiolare.

Sospirò arrabbiato. Gli sembrava di non essere di maggior importanza di un vecchio rottame. Malgrado il duracciaio dell'armatura fosse intoccabile dalla ruggine, infatti, ogni mattina doveva spruzzarci sopra un po' di olio, altrimenti rischiava di bloccarsi per via di tutti i detriti che vi si accumulavano all'interno.

Alzò lo sguardo verso lo specchio, osservando la maschera metallica che gli copriva il volto. Si faceva quasi paura da solo. A chiunque lo avesse visto sarebbe di certo venuto un colpo. Pareva uno scheletro di metallo camuffato alla meno peggio.

Domani sarebbe partito alla ricerca di Mario e dei suoi amici. Li avrebbe trucidati tutti per vendicarsi. Gli sarebbe piaciuto gettarli nella lava, come Mario aveva fatto con lui, ma anche ficcarglo una spada nel cervello gli sarebbe andato bene.

Eppure per qualche motivo si sentiva inquieto. Era come se qualcosa lo avvertisse che in tutto ciò ci fosse qualche passo che gli sfuggiva, qualcosa di terribilmente sbagliato. Inoltre sentiva un forte mal di testa ...

Sicuramente era solo la stanchezza, pensò. Non aveva più bisogno di dormire da quando Null gli aveva sostituito i polmoni con una fonte energetica alternativa, che gli manteneva costantemente sveglio il cervello, ma comunque ogni tanto una dormita gli avrebbe fatto bene.

Il dolore alla testa si fece più acuto, tanto che gli parve che il cranio gli SIS tesse spaccando. Si appoggiò alla finestra e chiuse gli occhi, tentando di riprendere lucidità, ma non appena lo fece la mente si riempì di immagini misteriose, che vorticavano come se fossero in un vortice di luce.

Vide se stesso, in piedi, di fronte ad un uomo e ad una donna. La donna tentò di alzarsi, ma lui la tenne ferma con una mano. Ma non era la sua mano, era una mano artigliata, coperta da un armatura ferrosa e arrugginita rossa come sangue.

La donna scoppiò in lacrime mentre sul suo petto qualcosa iniziava a muoversi. Fu allora che Lord Death notò che aveva in braccio un bambino. Doveva essere appena nato, pensò. La donna lo adagiò su una culla, poi cadde a terra contorcendosi, e l'uomo la imitò. Infine, con un ultimo urlo, alzarono la testa al cielo e il loro petto si squarciò, esplodendo come se ci fosse stato all'interno una mina.

I due caddero a terra senza vita. Dalla bocca di Lord Death uscì una risata gelida, crudele, senza anima. Poi dagli squarci creatisi nei loro corpi uscirono due creature : una era rossa fuoco, l'altra azzurra e bianca come ghiaccio.

Lord Death rise malignamente, poi si avvicinò al bambino, che ormai era in lacrime. Alzò la mano, pronto a tagliargli la gola, quando improvvisamente una terribile energia lo spinse all'indietro.

-Urgh! Cosa ...- mormorò, poi notò che davanti alla culla era apparso un fiore meraviglioso, che pareva fatto di luce pura. Da esso uscì una voce calda e melodiosa : -Non ti permetterò di farlo. Il bambino è sotto la mia protezione-

-TU!- urlò Lord Death con una voce che non era sua, sguainando una spada rossa e affilata.

Il fiore parlò di nuovo : -Rinuncia alla tua vendetta, Null. Non otterrai la pace così-

-Non ti autorizzo a darmi ordini!- urlò Lord Death, lanciandosi contro il fiore, ma improvvisamente questi tremolo e un'energia incredibile si sprigionò da esso, scagliando via Lord Death e le due creature mostruose appena create. Lord Death urlò di rabbia, ma il tempo di rivolgerci di nuovo lo sguardo che la culla e il fiore erano spariti.

Lord Death riaprì gli occhi. Il mal di testa era improvvisamente passato.

Che cos'era quello? Di certo non un suo ricordo, pensò. Era come se una mente estranea fosse penetrata all'interno del suo cervello.

Quella visione aveva forse qualche senso? E chi era quel bambino? E che razza di creatura era quel fiore?

Mentre rimuginava su questo, sentì un rumore nella stanza accanto. Sembrava che qualcuno stesse rompendo il mobilio. Incuriosito, avvicinò gli occhi ad un buco nel muro.

Nell'altra stanza, Entity stava facendo a pezzi la camera. Diverso mobili erano riversi a terra, e anche alcuni muri erano stati abbattuti. -Basta!- urlava. -Basta! Basta! Basta!-

"Ma che gli prende? È impazzito?" pensò Lord Death.

Entity poi si fermò in mezzo alla stanza, e urlò : -NULL!!!-

La massa nera e fumosa di Null apparve di fronte ad Entity, e questi lo aggrediti immediatamente : -Mi hai stancato, hai capito? Basta!-

-Hoc tal in ... grond?! ("Tu osi dire a me ... basta?!")- ringhio Null, con tono calmo ma evidentemente irritato.

Entity non parve nemmeno lontanamente intimorito : -Tu mi avevi detto che se ti avessi servito mi avresti permesso di avere la mia vendetta e mi avresti restituito la mia vita! Io ho conquistato, ho ucciso, ho distrutto intere popolazioni per te! Ho trasformato migliaia di innocenti in un esercito di mostri per te, ma ricompense non ne ho ancora viste! Sono mesi che mi ritrovo in questa condizione di non vita, sospeso tra la vota e la morte, in uno stato più miserabile di uno zombie! Non sento gusto, piacere o dolore! Ormai non ricordo più il tocco del vento, o che odore abbiano i boschi! Credevo di potermi abituare, ma no! Questa non è vita! O mantieni la tua promessa e mi ridai il mio corpo, o non ti aiuterò mai più!-

Null aveva assunto un'espressione furente : -Grunk ciann ... ("Se è questo che vuoi ...")- sibilo. -... rjntlgan, bronk riin, mosn gaan! ("... ti farò provare qualcosa, ma solo dolore, e per mille secoli a venire!")-

M Entity parve non aver nemmeno intuito la minaccia : -Va bene! Fai pure!- urlò, con un'espressione tale da sembrare folle. -Sarà comunque meglio di questa maledetta condizione di semimorto! Sai cosa credo? Che tu sia fisiologicamente incapace di capire che cosa sia la vita-

Null parve sbigottito : -Grung-llaan ...? ("Fisiologicamente incapace ...?")-

-SI!- ringhio Entity. -Devi avere un'allergia o qualcosa del genere! Per te è assolutamente impossibile apprezzare i piaceri della vita, o anche solo compiere un'azione che non sia rivolta al tuo piano di distruzione! Usi la parola, ma non ne comprendi il significato, non ne hai la minima idea!-

-Gran, Entitian, run-llaang ("Ok, Entity, ora stai delirando")- disse Null.

-No! È la pura verità- rispose Entity. -E ti dirò di più, sei pure un ipocrita. Credi che non me ne sia accorto che stai facendo tutto questo solo per vendetta? E poi vieni a fare la predica a me?! Se prima avevo dei dubbi, ora so per certo che tu sei il diavolo! Avanti, torturami pure se vuoi, adesso e per i prossimi centomila miliardi di anni! Ma io non ti aiuterò più, ne ora ne mai, finché non mi ridarai la mia vita!-

Null parve furente, ma poi si rilassò : -Bring torà nuu, moshtingl saram biing. Runk-ttang, mosan biing. ("Di solito non cedo ai ricatti, ma stavolta mi trovo costretto. Bene, l'avvoltoio ha fame, quindi diamogli da mangiare")-

Così dicendo Null mollò un pugno ad Entity, spedendolo dall'altro lato della stanza. -Funk tal ("Hai sentito dolore")- mormorò. -Grunk noi, borandiin, run talan noi ("Sentirai anche tutto il resto, ma solo per oggi, e poi tornerai alla normalità")- detto questo svanì.

Entity si rialzò a stento. Ma sul suo volto era dipinta un'immagine di felicità. -Posso sentire il vento- mormorò sporgendosi dalla finestra grigia e dura. -Si! Finalmente! Mi reco subito alla città più vicina! Non vedo l'ora di sentire il tocco del sole, e di udire il buona stupore di una bottiglia di rum!- e così dicendo saltò dalla finestra, volteggiando a mezz'aria, dirigendosi lontano da Minas Morgul.

Lord Death si allontanò dal buco nel muro. Non sapeva perché, ma improvvisamente nella sua mente si era fatta strada l'idea che la cosa potesse essergli utile.

Scacciò subito quel pensiero : come poteva esserlo? Entity era arrabbiato con il suo padrone, mica con i suoi nemici. Eppure, per tutto il giorno, quell'idea lo accompagnò.


************************************


Eren si sentì trascinare per alcuni secondi, poi cadde su un terreno duro. Si guardò intorno e scoprì di essere finito in una pianura dell'Overworld.

-Complimenti, Herobrine- disse dolorante. -Potresti però migliorare l'atterraggio?-

-Ringrazia che siamo usciti vivi e basta- disse Zeus rialzandosi, seguito poi da Notch e da tutti gli altri dei. -Bene, ora riflettiamo : cosa possiamo fare?-

-La cosa migliore sarebbe raggiungere Lyon e i suoi amici- disse Notch. -È un viaggio lungo, ma se c'è qualcuno che può aiutarci è lui-

Tutti gli dei concordarono appieno. Eren però chiamò Herobrine : -Rimandami subito sulla Terra!-

-Eren, che stai facendo? È pericoloso! Meow!- protestò Gianfatto, preoccupato.

-Lo so benissimo!- disse ErenBlaze. -Ma non posso lasciare il mio pianeta senza protezione. Io sono sacrificabile, quindi se muoio non importerà a nessuno. Voi dovete proseguire, ma io devo difendere la Terra da quei mostri-

-Da solo?- esclamò Notch sorpreso.

-No- rispose Eren. -Ho in mente qualcosa ... sperando che funzioni-

-Quando è così- disse Zeus. -Lascia che ti faccia un dono. Tieni questi- e gli porse due congegni simili a dei cellulari. -Il primo è un terminale interstellare, con il quale potrai contattarci. Il secondo è un frantumetore di spaziotempo, grazie al quale potrai spostati ovunque sulla Terra. E sappi che finché sarai laggiù potrai continuare a disporre delle tue abilità che hai qui su Minecraft, e potrai passarle a chi vorrai con il semplice tocco della mano-

-Veniamo con te! Wof!- disse Giulyano. -In fondo, anche a me piace quella palla di polvere ... e poi non posso certo lasciarti da solo, manderesti tutto in rovina! Wof!-

-Va bene- disse Herobrine. -Sappi che non so dove si aprirà il portale. Potrai finire in Mozambico come in Russia-

-Mi va benissimo! Andiamo!- disse Eren, per poi lanciarsi nel portale appena aperto da Herobrine.

Di nuovo Eren, Gianfatto e Giulyano furono trascinati attraverso migliaia di anni luce, per poi precipitare di nuovo su un terreno durissimo. Solo che stavolta il suolo era ghiacciato e faceva freddissimo.

-Ma che cavolo ... dove ci ha mandato Occhi Spiritati? Wof!- protestò Giulyano.

-Coraggio Giulyano! Siamo soltanto ...- mormorò Eren, ma si bloccò non aplena lesse un cartello che recitava "ANCTARTICA BASE, SOUTH POLE". -... al Polo Sud?!- esclamò sbigottito.

Cercando di non soccombere al freddo glaciale (era pure in maglietta, che cavolo!) Eren afferrò il comunicatore. Dall'altra parte udì la voce di Herobrine, che gli chiedeva se stessero tutti bene. -Stiamo bene!- rispose. -Ma tu, fra tutti i posti che c'erano, dovevi proprio mandarci al Circolo Polare Antartico?! Fa freddissimo! Si, più che nella tundra, di più!-

Cercabdo di non dire ingiurie, afferrò il teletrasportatore e lo attivò il più in fretta che poté, ritrivandosi un secondo dopo in Italia, di fronte ad una grossa casa. Si avvicinò alla porta e bussò.

Venne ad aprire un ragazzo occhialuto : -Eren!- esclamò. -Hai visto che cisa è successo? Il cielo si è oscurato! E quegli alieni hanno invaso la montagna fantasma! A proposito, chi sono questi qui?-

-"Questi qui" lo dici a tua sorella! Meow!- ringhiò Gianfatto.

Il ragazzo occhialuto parve sbigottito, m poi sorrise : -Perché qualcisa mi dice che tu sai qualcosa su che cisa sta accadendo e che ci aspetta una bella avventura?-

Eren sorrise a sua volta : -Hai afferrato il punto. Abbiamo un mondi da salvare, Matteo-
   
 
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