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Autore: JulyAneko    16/06/2009    2 recensioni
Un caso, un avvocato. Una nuova conoscenza, un vecchio legame. Cosa succederà al nostro team se le sue acque verranno scosse non solo da nuovi atroci casi?!
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...

Emily e David avevano lasciato i due colleghi a parlare alla reception e velocemente si erano recati nella stanza che aveva occupato Jenkins dove sapevano che la scientifica aveva appena fermato la cameriera dalle sue normali pulizie. La trovarono fuori dalla camera con le braccia conserte al petto che aspettava un qualche ordine.
-Salve, è lei l'inserviente che ha iniziato le pulizie?- chiese comunque Prentiss sorridendo gentile e mostrando il proprio distintivo.
-Sì, sono io. Vi stavo aspettando-
-Grazie- sorrise anche Rossi, per poi iniziare le sue domande -Ha notato qualcosa di particolare entrando nella stanza?-
-Non direi. Beh, tranne che..- incominciò titubante la donna -Tranne il fatto che la camera era stranamente in ordine: il letto era rifatto, gli asciugamani piegati al loro posto..-
-Ma usati?-
-Sì, direi di sì.. ma ogni cosa al suo posto-
-E' ordinato, metodico, calcolatore..- abbozzò Emily tirando un'occhiata al collega, poi tornò ad osservare la donna -Ha per caso pulito qualcosa?-
-No, stavo iniziando a pulire quando gli uomini della scientifica mi hanno fermato-
-Grazie mille Signora, c'è stata molto utile- sorrise David prima di congedare la donna ed entrare nella camera assieme a Prentiss.
-Qualcosa di utile?- chiese la donna ad un uomo che stava prendendo dei residui granulosi da un'impronta lasciata sul parquet vicino all'armadio.
-Può darsi- esclamò l'uomo alzandosi in piedi -Potrebbe trattarsi di un materiale edilizio ma saprò dirvi di più non appena l'avremo analizzato-
-Sì- annuì Emily girandosi verso il proprio collega che stava osservando quel materiale sul pavimento.
-Da un'impronta.. potrebbe aver preso questo materiale dal posto dove tiene prigioniera April!-

Avevano parlato col direttore dell'albergo e i dipendenti in cerca di un qualcosa che nemmeno loro sapevano bene di cosa si trattasse. Speravano in qualche rivelazione del comportamento di Jenkins o magari qualche accenno al dove sarebbe andato dopo il pernottamento in quell'hotel. Ma non avevano avuto risposte a niente. Nessuno aveva notato quell'uomo dagli occhi di ghiaccio.
-Passa inosservato- sbottò Morgan -Non è il tipo di uomo alfa che si fa notare-
-Non è un dominatore come Reewell- continuò Reid
-Ma allora perché.. perché ha fatto del male ad April- disse Derek a denti stretti, mentre un ghigno si formava sul suo viso al ricordo delle urla di dolore di April.
Spencer scosse la testa cercando di estraniarsi dalla situazione per riuscire a pensare a mente lucida. Chiuse gli occhi e respirò profondamente.
D'improvviso di fermò, girandosi al rallentatore verso Derek che gli stava camminando di fianco. -Reewell zoppicava quando lo abbiamo preso-
-JJ lo aveva colpito al polpaccio- spiegò Morgan intuendo quello che il collega voleva dire.
-Sta facendo ad April quello che pensa che noi abbiamo fatto a Reewell!-
-Se è così la scritta che ci ha lasciato potrebbe riferirsi a lui..- abbozzò pensando al biglietto che aveva portato Sasha.
-Questo significherebbe che Reewell era conscio di farsi prendere da noi, dalla polizia..-
-Provate a fermarmi- ripeté Morgan le parole scritte sul bigliettino
-E prima di essere trasferito Reewell ha invocato la sua folla di adorarlo, ha detto che così tutto sarebbe finito, svanito!-
-Si sta costruendo dei fedeli.. sta plasmando altra gente con tutta l'attenzione mediatica che ha addosso!-
-E Jenkins tiene buoni i primi ammiratori.. con April- finì Spencer con un'espressione di tormento in volto.
A quelle parole Morgan tirò fuori il cellulare componendo il numero di Penelope -Bellezza devi trovarmi se il video di April è anche in rete!-
Reid era rimasto a pensare mentre Morgan spiegava al telefono quello che avevano appena dedotto.
Stavano camminando lentamente e nessuno dei due si era accorto di aver superato il parcheggio del suv nero già di un bel po'. Quando Spencer tirò su lo sguardo incrociò due occhi tristi che lo osservavano dall'altra parte della strada. Si bloccò e facendo un cenno al collega, sempre al cellulare, raggiunse quel ragazzo seduto sui gradini d'ingresso di un piccolo giardinetto.
Aveva poggiato i gomiti sulle gambe ed era rimasto in silenzio. Non sapeva cosa gli avrebbe detto ma sapeva esattamente che la cosa più giusta da fare era quella di raggiungere quel ragazzo e dargli quel minimo di conforto che gli ci voleva prima che loro ritrovassero April, perché loro l'avrebbero ritrovata. Ne era certo. Doveva essere così. Doveva andare così.
-Non.. non dovresti stare qui..- iniziò cauto, biascicando quasi le proprie parole.
-Uhm- sbuffò il ragazzo -Non saprei dove andare, cosa fare..-
Spencer sospirò mordendosi per un attimo il labbro inferiore.
-Lo fa sempre anche lei-
-Cosa?- chiese Reid stranito, tornando a guardare quel ragazzetto che lo guardava con aria abbattuta.
-Di mordersi il labbro inferiore. Lo fa quando è impacciata, quando si sente insicura.. o quando pensa-
-Sì..- distese le labbra Spencer, pensando a tutti quei brevi momenti che le aveva visto quell'espressione in volto.
-La troverete, non è vero?- aveva pronunciato quella domanda con voce rotta, insicuro se fosse davvero la cosa giusta da chiedere oppure no.
-Sasha..- iniziò Spencer sospirando -Non so come andranno le cose.. Ma puoi stare certo che farò di tutto per riportarla a casa-
Sasha mosse la testa in segno affermativo mentre gli occhi gli si erano riempiti di lacrime pronte a sgorgare. Tirò su col naso strofinandoselo col dorso della mano -Sarei dovuto andare da lei ieri sera.. le avevo detto così.. lei aspettava me!-
Adesso proprio non ce l'aveva fatta. Le lacrime erano uscite dai suoi occhi come un fiume in piena.
Spencer lo guardò sentendosi spiazzato, non sapeva cosa fare, come reagire. Sapeva che doveva impedire a quel ragazzo di pensarla a quel modo, lui non aveva colpe del male che era stato fatto ad April!
-No, no Sasha!- lo scosse per le spalle -Non è colpa tua!- esclamò, infine, puntando i suoi occhi in quelli del ragazzo che aveva iniziato a singhiozzare. -Non è colpa tua se sta succedendo questo ad April! Non è colpa tua! E' solamente colpa dell'uomo che l'ha rapita. Capito? Hai capto?!- lo scosse ancora per le spalle.
Sasha si passò un braccio sugli occhi che avevano smesso di lacrimare e mormorò un lieve "sì!".
Spencer continuò a guardare quegli occhi titubanti cercando di fargli capire come lui non dovesse pensare minimanete a questo discorso.
-Sasha..- mormorò infine -La troveremo. Te la riporterò a casa-


IMMAGINE

Penelope digitava parole su parole alla velocità della luce. Era certa che se avesse rintracciato l'url di quel filmato sarebbe riuscita a risalire ad un indirizzo internet. Se Morgan diceva che il video di April poteva essere anche sul web allora probabilmente era così. Lei lo sapeva.
-Bingo!- esclamò infine, attirando l'attenzione di Hotch che era alle sue spalle.
-L'hai trovato?- chiese Aaron avvicinandosi alla collega e constatando con i suoi occhi -Puoi risalire alle persone che sono collegate?-
-No, sono tutti nickname con indirizzi che balzano da un paese all'altro.. proprio come questo video-
-Puoi riuscire a chiuderlo?- provò allora Hotch
-Forse.. ma mi ci vorrà un po' di tempo-
-Tutto quello che ti serve, basta che lo togli da lì!- esclamò Aaron prima che Jennifer aprisse la porta e lo chiamasse nella sala riunioni assieme agli altri.
Appena entrato constatò come tutti fossero rientrati da pochi minuti.
-Ho chiamato il tribunale e hanno deciso di continuare il processo a porte chiuse- iniziò JJ
-Bene, se è la notorietà che vuole.. non la troverà- esclamò David sfogliando i resoconti dell'albergo su Jenkins.
-Sì ma..- iniziò titubante JJ -..il governo del Colorado vuole sapere il perché di tutto questo-
-Hai detto loro del preoccupante aumento di seguaci di Reewell?-
-Sì, ma credono che se l'FBI sta indagando su di lui ci sia sotto qualcosa di più grosso-
-Cerchiamo di tenerceli buoni, non possiamo spargere la notizia che è in libertà il complice di Reewell.. potrebbe suscitare la rabbia di Jenkins..-
-..che potrebbe fare del male ad April- finì Reid la frase di Hotch mentre tutti annuivano tristemente.
-Ragazzi!- esclamò Garcia entrando nella sala -Sono riuscita a togliere il video dalla rete. E questo è il referto della scientifica sul materiale trovato nella camera d'albergo-
-Velocissimi- esclamò stranita Emily -Grazie Penelope- sorrise poi alla collega, afferrando i fogli che le stava porgendo.
Restarono tutti in silenzio col fiato sospeso aspettando che Prentiss finisse di leggere quel referto, sperando che ci fosse per loro qualcosa di utile.
-Allora?!- chiese spazientito Hotch.
-E' un composto di lana di roccia, conglomerati di fibre di amianto, plastica..-
-Cosa potrebbe essere?-
-La scientifica lo identifica come un materiale fonoassorbente..- borbottò Emily continuando a scorrere quel referto.
-Aspetta!- esclamò Morgan battendo il palmo della mano sul tavolo centrale -Un referto simile non era nelle carte sui materiali utilizzati dalla società Green?-
-Reid- disse Hotch facendo un cenno al ragazzo che era davanti al portatile
Spencer si mise subito a cercare i documenti sul caso Harriss e ritrovò lo stesso identico referto su dei materiali usati dalla ditta.
Morgan non aspettò un minuto di più, afferrò il cellulare e compose il numero di Alexis. Aveva decisamente bisogno di lei.

Le sembrava fosse passata un'eternità ma in realtà la luce che proveniva dalla finestrella era ancora abbastanza chiara. Ormai il dolore al piede era passato, solo qualche fitta le ricordava ancora di avere quell'arto.
Cercò di tirarsi a sedere sul letto ma con scarsi risultati. Sospirò passandosi una mano sugli occhi.
-April..-
Al sentire quella voce April si agitò per poi respirare profondamente cercando di darsi una calmata -Spencer..- mormorò lentamente -No.. no, per favore..-
-April..- sussurrò ancora la voce del ragazzo
-No, Spencer.. per favore.. no-
-April non puoi chiedermi di non vedere cosa ti succede..-
-Spencer..- mormorò ancora la ragazza. Sentiva che la voce di lui era tremante ad ogni parola, come se le frasi non volessero uscirgli dalla bocca in maniera lineare. Poteva sentire il suo affanno, la sua preoccupazione, la sua paura.
-Hotch non c'è e nemmeno Garcia. April stiamo cercando di capire dove ti trovi.. il più presto possibile-
A quelle parole April sospirò e cercò nuovamente di tirarsi a sedere e stavolta, con uno sforzo enorme, ci riuscì.
-Spencer.. sento un rumore continuo, tu riesci a sentirlo?-
-No..- mormorò il ragazzo ed April lo sentì sospirare.
Strizzò gli occhi cercando di ricacciare indietro le lacrime. Adesso non doveva pensare a quanto avrebbe voluto essere con Spencer, sentirsi stretta fra le sue braccia e sentirsi baciata dalle sue labbra. Adesso non doveva pensare a quanto era stata stupida a non parlare subito con lui del loro bacio e quindi a baciarlo ancora e ad abbracciarlo ancora. Adesso non doveva pensare che probabilmente non avrebbe mai più rivisto il suo volto. Quel volto.. quegli occhi che l'avevano fatta innamorare.
-Dalla finestra il cielo è grigio, come coperto da una nuvola..-
-Ma qua c'è il sole..-
April lo sentì deglutire a fatica. Sospirò e chiuse gli occhi. Proprio non andava.
-Apr..- lo sentì iniziare il suo nome ma poi si fermò come se il resto di quella parola gli fosse morto in gola. Aprì gli occhi e vide la porta davanti a sé aprirsi e lasciare entrare nella stanza quell'uomo che le aveva fatto del male.
Inconsciamente piegò la gamba sinistra portando il piede vicino al sedere.
Jenkins non disse una parola ma la guardò qualche secondo prima di girarsi verso la porta e puntare il suo sguardo nella webcam.
-Se non potrò vedere.. nemmeno voi potrete-
-No!- urlò Reid -No, non lo fare!-
April sentì la voce di Spencer senza capire a cosa si stesse riferendo ma quando vide l'uomo posare la mano sulla webcam e staccarla dal suo posto sentì il suo cuore mancare di un battito.
Forse.. forse era arrivato il momento?

-Hotch!-
Spencer urlò così forte che non credeva nemmeno di essere stato lui a pronunciare quel nome. Si era alzato in piedi continuando a fissare quello schermo nero come se da un momento all'altro fosse potuto ricomparire il volto di April.
Si maledì pensando a quanto avrebbe voluto essere con April, sentirsi stretto fra le sue braccia e sentirsi baciato dalle sue labbra. Si maledì pensando a quanto era stato stupido a non parlare subito con lei del loro bacio e quindi a baciarla ancora e ad abbracciarla ancora. Si maledì pensando che probabilmente non avrebbe mai più rivisto il suo volto. Quel volto.. quegli occhi che l'avevano fatto innamorare.
-Cosa..- borbottò Penelope entrata nel suo ufficio insieme ad Hotch e ad una spaventata Jareau -Cosa è successo..-
-Jenkins..- cominciò Reid sospirando -Jenkins ha tolto il collegamento..-
-Perché?! Ce l'aveva dato lui!- esclamò furioso Aaron
-Perché abbiamo chiuso le porte al processo Reewell-
-Come?- mormorò JJ
-Sì..- continuò il ragazzo -Jenkins ha detto che se lui non poteva vedere allora.. allora nemmeno noi potevamo-
Aaron respirò profondamente cercando di calmarsi -Ok.. ma almeno possiamo sentirla ancora?-
Penelope scosse la testa continuando a digitare sulla tastiera di quel portatile -Ecco..- biascicò -Ecco, sì..-
-April!- esclamò Aaron mentre Garcia cliccava per attivare il loro microfono -April!-
Spencer deglutì a fatica. Perché non rispondeva? Perché?!

-Ho fatto più in fretta che potevo!- esclamò Alexis entrando nel proprio ufficio nel palazzo della società Green, dove ad aspettarla c'erano Morgan, Prentiss e Rossi. -Questi sono i materiali da noi richiesti..- incominciò mostrando dei fogli ai tre agenti -..mentre questi sono i materiali ordinati da Huberth-
-Corrisponde!- esclamò Emily
-Il composto che aveva ordinato Huberth era molto particolare perché speculava su alcuni materiali per risparmiare-
-Sì. Ma a confronto col materiale che abbiamo trovato nella camera dell'albergo, le percentuali corrispondono- constatò nuovamente Rossi per essere certo.
-Se così fosse..- iniziò Derek puntando lo sguardo in quello di quella ragazza mora che aveva deciso di continuare a frequentare -..il nostro rapitore è stato in un vostro cantiere-
-E ciò vuol dire aver superato la recinzione di uno qualsiasi del nostri edifici indagati-
-Cioè?-
-Dopo aver scoperto la truffa di Harriss, tutti i nostri lavori si sono fermati per un controllo totale-
-Quindi avete dei cantieri chiusi?-
-In quasi tutta la città- mormorò Alexis sospirando
-Diavolo!- esclamò Derek battendo il pugno sulla scrivania
-Puoi procurarci una cartina di questi cantieri?-
-Certo!- esclamò la ragazza andando ad aprire un grande armadio pieno di cartelline e fascicoli -Ecco qua- disse prendendo un grande foglio e distendendolo sulla propria scrivania.
Al vedere quella carta David scosse la testa. Erano troppi. Troppi cantieri.
-Io..- incominciò Alexis notando lo sguardo disperato dei tre agenti -..potessi fare qualsiasi cosa.. io..-
-Non dovresti nemmeno sapere di questa situazione- sbottò a denti stretti Morgan
-Derek! Ho passato le ultime settimane a cercare di sistemare le cose con la società.. ed indovina chi avevo accanto come avvocato!-
A quelle parole il ragazzo sospirò guardando tristemente il volto preoccupato di Alexis. Lui lo sapeva. Lo sapeva ma tutta quella situazione lo innervosiva e lo abbatteva così tanto che non riusciva più a controllare le proprie azioni.

Hotch pigiò sull'acceleratore sorpassando velocemente due auto.
Reid strinse a sé il portatile per non farlo cadere.
Si stavano dirigendo all'indirizzo che avevano sentito pronunciare dalla voce di Jenkins dopo che avevano provato a chiamare April ma senza risultato. Solo la voce di quell'uomo aveva risposto al grido di Aaron ed ora, ora, si stavano dirigendo là col cuore in gola.
Non avevano detto una parola ma ognuno poteva sentire il respiro pesante dell'altro e il proprio cuore palpitare alla velocità della luce.
Hotch sterzò improvvisamente entrando in un parcheggio sotterraneo, alla periferia di Washington.
-Vedi qualcosa?-
-No, no!- esclamò Spencer sempre più allarmato -Eccolo! Il posto 57 blu.. è là!- indicò infine il ragazzo, ricordando ciò che la voce di Jenkins aveva detto.
Aaron accostò la macchina poco prima e scese dall'auto sfoderando la pistola. Si guardò intorno per poi avanzare con Reid al suo fianco.
-C'è.. qualcosa..- mormorò Spencer indicando un oggetto abbandonato al centro di quel posto macchina.
Hotch sospirò prima di avvicinarsi e raccattare il pezzo di giornale aggrovigliato che era a terra mentre Reid controllava che non ci fosse nessuno, ma il posto era silenzioso e deserto.
I due uomini si guardarono preoccupati prima di districare quella carta.
Capelli. Una ciocca di capelli castani.
Spencer sospirò chiudendo gli occhi mentre Aaron si passò una mano sulla fronte come a togliere quel sudore freddo che si sentiva addosso.
-E' una minaccia?- mormorò Reid deglutendo a fatica
Hotch scosse la testa -Non lo so..- disse tornando sui propri passi fino alla macchina e recuperando il portatile. Cliccò sul microfono e provò di nuovo a parlare -Prova ancora a farle del male e giuro che ti uccido!-
-Come, non ti è piaciuto il regalino?!- disse la voce di Jenkins al di là del computer -Qui ce n'è un bel po' di regalini da farti, sai..-
A quelle parole Aaron respirò profondamente mentre sentiva i singhiozzii di April farsi sempre più intensi.
-Tipo, questo..-
-No! Ahhh!-
Ai gridi di April Spencer portò le mani alla nuca, scuotendo la testa e guardando il proprio capo con aria terrorizzata.
Aaron chiuse per un attimo gli occhi prima di esclamare a denti stretti -Falle qualcos'altro e puoi scommettere che il tuo amico Reewell farà una brutta fine!-
Ripartirono dirigendosi lentamente verso gli uffici di Quantico.
Dal computer non proveniva più nessun suono se non dei lievi fruscii.
-Odio non sapere cosa le sta succedendo..- ruppe, infine, il silenzio Spencer.
-Sì..- borbottò Aaron -Dobbiamo capire dove si trova.. è quasi sera, dobbiamo sbrigarci-
-Credo..- iniziò cauto Reid -..che non ci renda molto lucidi il fatto che stia accadendo ad April-
-Spencer- sospirò l'uomo al volante -Ho dovuto sopportare il tuo rapimento.. quello di Emily.. ma ancora non mi sono abituato alla sensazione di vuoto che lascia intorno tutto ciò-
Reid osservò il proprio capo inclinando un poco la testa. Non aveva mai pensato a come si erano sentiti gli altri quando era stato prigioniero di Hanckle. Non l'aveva mai pensato, non si era mai soffermato a capire la sofferenza che quella situazione poteva aver causato negli altri. Un sorriso triste si disegnò sulle sue labbra. Lui era lì anche grazie a tutta la sua squadra. No, non l'avrebbe mai dimenticato, questo non l'avrebbe mai dimenticato.
Sospirò appena prima che un grido provenisse dal portatile oscurato.
-April!- esclamò mentre sentiva il proprio capo accelerare.
-Non ascoltiamo- disse perentorio Hotch deglutendo a fatica -Ma pensiamo-
-Pensiamo..- borbottò Spencer cercando di riflettere e omettendo dalla sua testa i lamenti di April -Hotch, Jenkins deve essere qua vicino.. non può averci messo che una decina di minuti per arrivare al parcheggio e lasciarci il.. il..- smorzò la frase indicando la ciocca di capelli che teneva in mano.
-Giusto, ma siamo in una zona periferica di Washington e..- si zittì sentendo di sottofondo alle urla di April uno strano rumore -Cos'è questo rumore?-
-Non lo so..- ascoltò attentamente
-Sembra una sirena-
Guardò velocemente l'orologio -La chiusura di una fabbrica!-
-Chiama immediatamente Morgan e Garcia!- esclamò Aaron un attimo prima che Spencer componesse il numero di entrambi per mettersi in collegamento con loro contemporaneamente.
-Reid!- esclamò Derek rispondendo al telefono -Il composto che la scientifica ha trovato coincide con il materiale illegale che faceva usare Harriss! Quindi è probabile che Jenkins tenga prigioniera April in un cantiere Green fermo per i controlli.. ma sono troppi!-
-Restringiamo il campo- disse Spencer facendo un cenno al proprio capo che aveva invertito il senso di marcia.
-Dimmi tutto ragazzino!- esclamò Penelope pronta a cercare qualsiasi informazione
-Il luogo deve essere nelle vicinanze del parcheggio dove siamo Hotch ed io-
-Ci sono!- affermò Garcia che aveva aperto la cartina e rintracciato il posto -Ci sono almeno una decina di cantieri fermi-
-Ok, guarda se qualcuno di questi è vicino ad un'acciaieria-
-Come mai?- chiese Morgan
-Abbiamo appena sentito la sirena di una fabbrica.. e le uniche che lavorano fino a così tardi sono proprio le acciaierie che devono fare anche dei turni notturni!-
-Centro!- sorrise il bel ragazzo di colore facendo cenno ai due colleghi di tornare alla macchina per avviarsi verso quel posto.
-Ci sono quasi..- mormorò Penelope appena prima di esclamare il nome del cantiere e il suo indirizzo.
In un attimo sentì riattaccare il telefono da Reid e Morgan.
Forse c'erano. Forse ce l'avevano fatta.
Forse.

Si passò una mano sulla bocca sentendo l'appiccicaticcio di sangue e saliva sfiorarle la guancia. La testa era tornata a farle male e pensò che la ferita che aveva si fosse aperta nuovamente. Portò le dita della mano ai lati della fronte. Non si sbagliava.
Quell'uomo era tornato da lei e l'aveva picchiata mentre la guardava dritta negli occhi. Non aveva voluto abbassare lo sguardo. Aveva notato come quegli occhi gelidi non avessero espressione, come non raccontassero nulla, come non emettessero altra sensazione se non di vuoto.
Sospirò cercando di tornare a sedersi sul letto ma la posizione fetale che aveva assunto sembrava non volerla abbandonare, in qualche modo così si sentiva più protetta.
Il piede le dava ancora qualche fitta e sicuramente non appena lo avesse poggiato a terra per provare a camminare, sarebbe impazzita dal dolore.
Però doveva fare qualcosa, doveva provare ad uscire da quella stanza.
Il collegamento visivo con la squadra se n'era andato e non sapeva se l'audio ci fosse ancora.. era troppo tempo che non sentiva la voce dei suoi colleghi. La voce di Aaron. La voce di Spencer.

Hotch parcheggiò un poco distante dal cantiere per non farsi notare ma appena fermò la macchina vide Reid scendere, impugnare la pistola e dirigersi a tutta velocità verso l'edificio ancora per metà in costruzione.
-Reid!- lo chiamò sottovoce -Reid!-
-Faccio il giro da dietro, tu dal davanti!- lo sentì dire.
Scosse la testa ricordandosi quanto quel ragazzo fosse implicato in quella situazione. Non andava affatto bene che prendesse così delle decisioni. Sospirò afferrando la sua pistola. Anche lui era dannatamente implicato. Caricò l'arma e si diresse a passo svelto verso l'edificio.
Era tempo di salvare April.

Tutto attorno a lui era silenzioso.
Era riuscito ad entrare nel cantiere da dietro e si stava dirigendo verso la parte ormai terminata dell'edificio. Era certo che Jenkins avesse rinchiuso là la sua April.
Rapidamente attraversò un atrio per poi soffermandosi dietro ad una colonna vicino alle scale.
Restò in ascolto: niente di niente.
Doveva prendere una decisione, doveva capire dove andare, quale zona controllare per prima.
Pensò alla stanza del video e subito si mosse verso le scale che scendevano al piano sotterraneo.
Era buio e i suoi occhi ci misero qualche secondo per abituarsi a vedere in quell'oscurità.
Superò la zona dei garage e si diresse velocemente verso le cantine.
Ne era certo, April era là!
Appena arrivò all'inizio dello stretto corridoio sul quale davano le porte delle varie cantine, deglutì a fatica. Doveva farcela.
Era tutto silenzioso.
Mosse i primi passi incerti per poi velocizzarsi ma restando cauto.
Non doveva vacillare ma men che meno fallire!
Si trovava quasi a metà del corridoio quando sentì un rumore acuto provenire da una porta vicino.
Respirò profondamente prima di aprire quella dannata porta e puntare l'arma davanti a sé, ma quello che trovò fu solo uno stanzino dove era posizionato un logoro tavolinetto e un portatile al quale erano collegati dei fili che provenivano dalla stanza oltre un'altra porta.
Un sorriso tirato si formò sul suo volto. April era là dentro.
Lentamente si avvicinò alla seconda porta per poi aprirla velocemente puntando l'arma.
April trattenne il respiro per qualche attimo prima di capire che la persona che aveva davanti non era il suo rapitore. Socchiuse la bocca iniziando a singhiozzare.
L'aveva trovata. L'aveva trovata. Ce l'aveva fatta.
-Hotch!- urlò, per la seconda volta in quella giornata, con tutto il fato che aveva in corpo.
Abbozzò un sorriso a quella ragazza che se ne stava da una parte del letto con una gamba piegata al petto e l'altra distesa, prima di fare un passo verso di lei per portarla fuori da lì.
Lo vide avvicinarsi e subito puntò l'indice verso di lui gridando ma era troppo tardi. Jenkins aveva raggiunto di soppiatto Reid e gli aveva tirato una botta alle spalle.
-Spencer!- urlò April cercando di alzarsi ma una fitta tremenda al piede la fece ripiombare sul letto.
-Non dovresti essere qui!- esclamò Jenkins tirando fuori dai pantaloni un coltello
Spencer biascicò qualcosa cercando di mettere a fuoco l'uomo che gli stava davanti, in piedi.
-Ok, tu vuoi me.. lascialo stare- incominciò April deglutendo a fatica, prima di notare la pistola di Spencer finita dall'altra parte del letto, proprio vicina a lei.
-No, lui ti ha visto- disse con la stessa intonazione l'uomo, tirando un'occhiata a Reid che si stava rialzando.
-E tu non puoi vedere Reewell, giusto?!-
A quelle parole April si girò verso il ragazzo senza capire. Cosa c'entrava Reewell adesso?! Poi un lampo attraversò la sua mente. Ecco dove aveva visto quell'uomo: fra la folla che esultava per il loro beniamino Ree.
Restò spiazzata senza capire come mai fosse ancora viva. La sua mente aveva iniziato a ricordare tutti quei corpi torturati che aveva visto coi propri occhi. Scosse la testa cercando di mandare via quelle immagini che la tormentavano.
-Tu..- iniziò Jenkins digrignando i denti -Tu non sei nemmeno degno di dire il suo nome!- gridò scagliandosi contro Reid che schivò il colpo facendo cadere il coltello dalla mano dell'uomo. Jenkins lo guardò in cagnesco tornando a colpire Reid con un pugno ben piazzato in faccia.
April sussultò vedendo i due iniziare ad arruffarsi mentre Spencer non stava avendo decisamente la meglio.
Sospirò guardando la pistola a terra, proprio sotto il letto sul quale era seduta. Senza pensarci due volte si spostò facendosi cadere pesantemente a terra e battendo rovinosamente la caviglia del piede rotto. Trattenne il respiro cercando di non gridare, prima di afferrare la pistola e girarsi verso i due.
Jenkins era sopra Reid ed entrambi avevano un braccio allungato verso il coltello.
April si sistemò la pistola in mano e cercò una traiettoria verso il suo rapitore ma era troppo vicino a Spencer! Fu solo quando vide Jenkins afferrare il coltello e alzarsi mettendosi in ginocchio che chiuse gli occhi e sparò.
Sparò.
Le fischiavano tremendamente le orecchie e aveva una paura fottuta a riaprire gli occhi. Lentamente socchiuse le palpebre e vide il corpo di Jenkins rivolto a terra mentre Spencer lo guardava tremante. Le si sbarrò lo sguardo sull'uomo e sul sangue che continuava ad uscire dal suo corpo.
E provò pietà per lui.
Spencer ci mise qualche attimo prima di capire cos'era successo realmente. Lentamente si alzò in piedi strofinandosi le mani ai pantaloni completamente impolverati. Si girò vedendo come April fosse rimasta immobile, con la pistola ancora puntata. Il suo sguardo era fermo, bloccato sulla figura di quell'uomo ormai morto.
Fece un passo verso di lei prima di intravedere Hotch che correva nella loro direzione.
Entrò nella stanza ancora col fiatone. Aveva girato tutto quell'edificio da capo a piedi e finalmente li aveva trovati!
Tirò un'occhiata veloce all'uomo a terra prima di capire cos'era successo. Fece un cenno affermativo verso Spencer e poi si chinò su April che ancora era immobile e sembrava non aver né visto né sentito la presenta di Hotch davanti a lei.
-April..- bisbigliò Aaron facendole abbassare la pistola e togliendogliela dalle mani -April.. sono qui-
La ragazza sembrò destarsi, sembrò guardarlo inclinando la testa da un lato prima che dai suoi occhi uscissero calde lacrime.
-Io.. ho dovuto.. Aaron..- singhiozzò April circondando con le braccia il collo di Aaron che, senza dire una parola, l'abbracciò di slancio accarezzandole i capelli scarruffati.
-Shshh- lo sentì pronunciare Spencer mentre un senso di vuoto gli attanagliava lo stomaco.
Non era riuscito a salvarla.

Si affacciò lentamente al portellone aperto dell'ambulanza dove era stata posizionata la lettiga con April. La barella aveva lo schienale un poco rialzato e così poté vederla con la testa da una parte mentre guardava nel vuoto.
Sospirò portando le mani nelle tasche prima che un'infermiera accorresse da lui con del cotone in mano.
-Le ho detto che deve essere medicato!- esclamò la donna posizionando il cotone impregnato da una sostanza verdastra sulle ferite che Spencer presentava al volto.
Continuò a guardare April che aveva girato la testa ed ora lo stava guardando con un sorriso triste sulle labbra.
-Un attimo.. e sarò subito da lei- mormorò allora Spencer scostandosi dalla donna, salendo sull'ambulanza e accostandosi al fianco della barella.
-Ciao..- sussurrò April alzando una mano verso il ragazzo che subito l'afferrò e la strinse nella sua.
-Mi dispiace April.. mi dispiace di non averti salvata!-
-Spencer.. io sono viva, sono salva- scosse un poco la testa lei, senza capire
-Ho reagito d'impulso e ti ho obbligata ad uccidere quell'uomo..-
A quelle parole April sospirò portando la mano di lui alla sua bocca e baciandola a fior di labbra.
-L'importante è che io sia qui.. qui con te-
Un sorriso dolce si formò sul volto di Spencer che fece scorrere il proprio pollice sulla mano della ragazza, accarezzandola teneramente.
-Adesso va a farti medicare..- continuò April -Ho il privilegio di essere io la causa del tuo volto ridotto così, sai..- ironizzò con un sorrisetto, tirando le labbra ferite.
-Ci vediamo in ospedale- sussurrò Spencer sorridendole prima di scendere dall'ambulanza -Sarò lì-

"Una parola ci libera da tutto il peso e il dolore: quella parola è amore" Sofocle.

 

  
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